Anime & Manga > Food Wars!
Segui la storia  |       
Autore: Erina91    01/08/2016    7 recensioni
“cos'è quel sentimento che provo ogni volta che incrocio lo sguardo di Satoshi? Sento una gran tranquillità quando mi trovo tra le sue braccia e il tocco dolce di Satoshi mi sembra davvero piacevole. Perché provo certe sensazioni?”
Erina stava leggendo per l'ennesima volta il suo manga shoujo preferito che parlava della storia d'amore tra Satoshi e Sumiko. Tutte le volte che lo rileggeva si emozionava come una bambina e le brillava gli occhi nei momenti ricchi di sentimento. Per chi conosceva apparentemente Erina, l'avrebbe descritta come una sedicenne fredda e distaccata, dal temperamento critico e altezzoso, il cui scopo era quello di giudicare solo dal punto di vista esteriere poiché nata in una famiglia d'alta classe sociale. Ma Erina Nakiri era molto più complessa di quel che appariva e questo solamente la sua migliore amica Hisako Arato ne era a conoscenza. Erina era una persona abbastanza fragile dentro, sentimentale.. e celeva un passato che avrebbe voluto dimenticare. Pairing: Soma x Erina (Sorina)
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Epilogo: six years later..



La Provenza era bellissima. Alice poteva avvertire il profumo di lavanda da qualsiasi parte andasse. I campi di lavanda erano infiniti e anche quelli di grano.
D'estate la regione francese era anche più bella perché i raggi del sole illuminavo la bellezza dei prati e l'infinità di colori di cui la Provenza era dotata.
Lei e Ryou vivevano a Nizza, città molto caratteristica e assai graziosa.
Si erano trasferiti all'incirca un anno fa per prendere una borsa di studio di cucina tradizionale e specifica di quella zona della Francia.
Vivevano un una piccola villetta nelle campagne di Nizza, che distava a una 20ina di km dalla città.
La zona era tranquilla, lontana dal traffico della città, salutare ed era abbastanza facile raggiungere il centro di Nizza con l'auto del loro autista.
Presa la borsa di studio, non avevano ancora deciso se stabilirsi definitivamente in Francia o se tornare in Giappone e mettere in pratica ciò che avevano imparato.
Le possibilità, grazie alle conoscenze di suo nonno, erano molte e certamente le capacità non mancavano a nessuno dei due.
Tuttavia, lei e Ryou si erano creati il loro paradiso a convivere e Alice stava bene anche se fossero rimasti lì, l'importante era stare con il suo ragazzo.
Avevano conosciuto un sacco di abitanti di quel paese, poiché la zona era circondata da villette e avevano fatto amicizia con la coppia di fronte a casa loro.
Spesso cenavano insieme a loro, si divertivano, e scherzavano dopo una giornata piena di studio ed esercitazione in cucina. Anche quella sera erano lì.
Era appena tornata dal centro di Nizza dopo una giornata di shopping sfrenato, visto che era domenica, e come al solito aveva trovato Ryou all'opera in cucina.
Si portò accanto a lui e gli lasciò un bacio a fior di labbra:
-buonasera tesoro!- esclamò dopo avergli scoccato il bacio, -per un attimo potresti distogliere l'attenzione dalla cucina?-
Dopo una leggera espressione infastidita, Ryou si girò verso di lei:
-non mi distrarre. Sto creando qualcosa di stupefacente per l'esercitazione di domani.-
-crei sempre qualcosa di stupefacente, Ryou, non è una novità.-
-e tu invece? Oggi hai solo comprato?- l'afferrò per la vita e se la portò vicina.
-così va meglio.- disse lei soddisfatta di aver ottenuto l'attenzione di Ryou.
-dovresti cucinare, milady.- borbottò lui.
-l'ho fatto per tutta la settimana, noi signorine abbiamo anche bisogno di fare cose da donne come lo shopping. Sei curioso di vedere cosa ho comprato?- propose maliziosa.
-non mi interessa.- asserì lui, indifferente.
-nemmeno quali completini intimi ho scelto?- gli sussurrò all'orecchio.
-qualsiasi completino intimo ti starebbe bene.- affermò sbrigativo.
Lei si imbronciò. -sei proprio senza speranza.-
Lui non disse altro e la portò ancora più vicino a sé per baciarla con foga.
Alice rispose al bacio con trasporto, avvolgendo le mani attorno al suo collo.
-che ne dici di interrompere un attimo?-
Prima che Ryou potesse dire altro, lei saltò e avvolse le gambe attorno alla sua vita muscolosa e i sacchi di pieni di roba caddero a terra producendo un tonfo sordo.
Lui fu piacevolmente costretto a sorreggerla per le natiche, ma non interruppe il bacio.
Morale della favola: lei si attaccò a lui come un polipo.
-mi sei mancato tutto il giorno, Ryou.- confessò lei, interrompendo il bacio per riprendere fiato. Lui non gli rispose, ma riprese a baciarla.
Spense di sfuggita i fornelli e la trascinò sopra al lungo divano in pelle buttandola lì e sovrastandola.
-siamo sempre insieme, mia signora.- rispose lui.
-già, ma mi manchi comunque.-
Lui si aprì in un ghigno compiaciuto:
-appena avrò soddisfatto i suoi capricci tornerò all'opera.- puntualizzò spaventoso.
Lei ridacchiò. -come vuoi.-
L'attrazione che Alice provava per Ryou non era mai svanita dai tempi delle superiori, anzi.. era addirittura raddoppiata in quell'anno che vivevano insieme e avevano più tempo per loro. Alla fine lui era sicuramente l'uomo della sua vita perché la confidenza che aveva con lui non ce l'aveva con nessun altro e non riusciva ad immaginare la sua esistenza senza Ryou. Anche se lui non aveva una personalità affettuosa, comunque lei sentiva che le emozioni erano reciproche ed era bello sentirsi così completi, vicini a realizzare tutti i loro obiettivi. Fare l'amore con lui era sempre meraviglioso ed eccitante, poiché aveva un fisico perfetto e i sentimenti provati per lui redevano il momento stupendo. A fine amplesso, dopo essersi amati e vezzeggiati a vicenda, crollarono sfiniti sul divano e lei parlò di nuovo sorridendo:
-mi spiace deluderti, Ryou-kun, ma Tiffany e Cristopher ci aspettano per cena da loro. Quindi, ciò che hai preparato dovrà rimanere spento.-


 

****


Ryou si alzò di scatto dal divano e fulminò la sua signora.
-sei tremenda.- sbuffò nervoso. -perché non me l'hai detto prima?-
Lei ridacchiò divertita. -perché sapevo come avresti reagito.-
-domani starà in astinenza, milady, devo esercitarmi.-
Lei scoppiò a ridere e anche a lui scappò un leggero sorriso e lo nascose.
Odiava ammetterlo, ma amava letteralmente vedere la sua signora felice ed era per questo che nonostante tutto non riusciva a non accontentarla.
L'attrazione e i sentimenti per lei, negli ultimi anni, si erano fatti molto più chiari e intensi.
Probabilmente non sarebbe mai riuscito ad immaginare la sua vita senza di lei.
Non lo faceva da quando era stato adottato da Eleonore, figurati adesso che erano più di 10 anni che si conoscevano e sei anni che stavano insieme come coppia.
Scese nuovamente a baciarla sulle labbra e disse:
-è bello vederti felice.- bofonchiò sottovoce.
Lei arrossì, visto che era raro sentir dire certi frasi da Ryou, ma quando lo faceva il cuore di entrambi esplodeva.
Poi la sua signora si fece seria e riprese a parlare:
-sai cosa mi ha detto Tiffany, ieri mattina?-
Lui la fissò in attesa. -cosa?-
-ha scoperto di essere incinta. Per questo oggi a cena voleva festeggiare.-
-e con questo cosa vorresti dire, mia signora?-
Lei distolse lo sguardo imbarazzata e infine a bassa voce rispose:
-a te non piacerebbe se io lo fossi?-
Lui era scioccato e per la prima volta non riuscì a trattenere un'espressione sbigottita.
-sei incinta?- esplose scaldandosi, poco dopo.
Alice ridacchiò. -no, non ancora. Non preoccuparti Ryou. È solo una curiosità.-
Lui tirò un sospiro di sollievo. Non che gli dispiacesse fare un figlio con lei, ma ancora dovevano finire la borsa di studio e accomodarsi con il lavoro.
Lui voleva imparare tanto altro della cucina. Se la sua signora fosse stata incinta ora come ora sarebbe stato un problema.
Sentiva Alice che lo stava fissando in attesa di una sua opinione in proposito e una sua risposta.
-magari più in qua.- mugugnò guardando altrove.
-quindi ti piacerebbe?- le si illuminarono gli occhi per la felicità.
E lui gli fece un “biscottino” sulla fronte.
-sì, però ripeto mia signora, facciamo tra qualche anno.-
Lei si massaggiò il punto dove lui gli aveva fatto il “biscottino” e sorrise:
-certo. Non intendevo adesso. Quando ci saremo sistemati per bene.-
Lui annuì e si alzò definitivamente dal divano.
-sbrighiamoci adesso. Prima finiamo questo cena meglio è.-
Lei annuì e si rivestì.
Lui osservò tutti i suoi movimenti sensuali e soprattutto il suo corpo: Alice aveva davvero un corpo esplosivo proprio come i suoi piatti. Ghignò.



 
****


Lei e Takumi erano all'aereoporto di Tokyo.
Lui le aveva detto di avere in mente di fare un viaggio, ma che sarebbe stata una sorpresa e avrebbe scoperto solo dopo dove sarebbero andati.
L'avrebbe saputo appena saliti sul volo.
L'idea di partire per un viaggio senza sapere dove elettrizzava Hisako, ma da una parte era anche preoccupata.
Tuttavia, sapere che era con Takumi la rassicurava.
-Hisako.. tra poco aprono il gate. Chiudi gli occhi, altrimenti leggi dove andiamo.-
-tutto questo è assurdo, Takumi, spero tu non abbia in mente posti strani.-
Lui ridacchiò e le fece un buffetto sulla guancia.
-niente di pericoloso, anzi..-
Lei annuì e chiuse gli occhi. -saprai dove andiamo appena saliti sul volo.- le spiegò lui.
Passato il gate, lei riaprì gli occhi e seguì Takumi.

Appena saliti sull'aereo, una voce giapponese annunciò che sarebbero erano diretti a Firenze, dopo aver fatto lo scalo all'aereoporto di Zurigo e arrivati a Milano.
-stiamo andando davvero in Italia?!- esclamò emozionata. -non ci posso credere!-
-lo sapevo che ti sarebbe piaciuta come meta.
Oltre a non esserci mai stata e visto che ho parenti lì, le mie intenzioni erano anche altre.- raccontò lui, arrossendo un po'.
Lei strabuzzò gli occhi. -quali?-
-non hai mai conosciuto i miei parenti italiani e volevo presentarteli. Ora che abbiamo un lavoro fisso entrambi, in Giappone, anche parecchio buono, possiamo pagarci questo viaggio per conto nostro. Che dici? Non è fantastico?-
-lo è.. grazie davvero Takumi.- si sporse un po' e si unì in un bacio appassionato con lui. -è stata veramente una bella sorpresa.- aggiunse, dopo l'incontro di lingue.
-sono contento che ti è piaciuta. Ad essere sincero avevo paura che come idea non ti sarebbe piaciuta. Ora sono più tranquillo.- le sorrise.
-perché non mi doveva piacere? Lo sai che con te che mi parli di quanto è bella l'Italia, mi sarebbe piaciuto vederla di persona un giorno e fare le mie considerazioni. Inoltre, che tu voglia finalmente presentarmi i tuoi parenti italiani mi rende veramente felice.-
-te l'ho detto fin da quando mi sono dichiarato a te, che faccio sul serio. Ti amo Hisako.-
-anch'io ti amo.- disse lei, appoggiando le testa sulla sua spalla sinistra.
Lui le accarezzò i capelli e nel frattempo anche il volo partì.
Hisako era veramente felice. Stava con Takumi da parecchio tempo ormai e il loro amore non era mai scomparso da allora.
Condividevano un rapporto di sincerità profonda, di passione e di dolcezza. Takumi era tutto ciò che lei desiderava.
Era la persona con cui voleva stare. L'uomo della sua vita. Non poteva che essere felice.



 
****


Finalmente era riuscito a portare in Italia Hisako, era eccitato di farle conoscere i suoi parenti italiani e oltretutto era anche teso perché prima di quello voleva portarla a cena fuori e chiederle di sposarlo; così, appena l'avrebbe portata dai suoi parenti, avrebbe detto loro che alla fine dell'anno sarebbe diventata sua moglie.
Erano passati sei anni da quando si erano messi insieme e adesso avevano un rapporto stabile e reale, lei era davvero la ragazza giusta per lui.
Avevano un lavoro fisso tutti e due: avevano aperto un ristorante biologico italiano, grazie all'aiuto dei loro genitori che ne erano anche i responsabili per ora, ma presto sarebbe andati in pensione e lui e Isami avrebbero ereditato tutto.
Lui, Hisako e Isami lavoravano insieme ormai da un paio di anni e il ristorante stava procedendo bene.
Adesso poteva sposarla.

Il viaggio era stato lungo.
La sera, a Milano_perché dormivano lì_aveva prenotato in un ristorante di lusso e lei era ancora più estasiata da tutto quello che lui aveva organizzato.
Forse stava già iniziando a sospettare che aveva in mente qualcosa, perché tutte queste “romanticherie” non potevano passare inosservate.
A fine cena, attorno ad un tavolo con candeline accese e fiori da accompagnamento, Hisako non smetteva di sorridere e a lui faceva veramente piacere vederla cos felice.
Fecero un brindisi con lo champagne dolce e alla fine lei chiese:
-cosa significa tutto questo, Takumi?- sembrava emozionata.
Era arrivato il momento di tirare fuori l'anello di fidanzamento, così lui poggiò la mano sopra quella delicata di lei e rovistò all'interno della sua giacca.
Lentamente, un po' teso, appoggiò il cofanetto di velluto sopra il tavolo e lo trascinò verso Hisako.
Lei rimase colpita e sgranò gli occhi spiazzata. -non ci credo..- fiatò senza parole.
Lui sorrise. -coraggio! aprilo!- la incoraggiò.
Lei lanciò un'altra occhiata timida verso di lui e cautamente tirò verso di sé il confanetto, aprendolo poco dopo, per trovarci un anello in oro bianco con un fiore ricamato sopra anch'esso fatto di brillantini in oro bianco. Doveva essere costato un un occhio della testa.
Lui la guardò intensamente negli occhi senza lasciare la sua mano e parlò:
-Arato Hisako.. vuoi sposarmi?- portò anche l'altro mano e la avvolse attorno alla sua, stringendo le sue dita con dolcezza.
Lei inizialmente non sapeva cosa rispondere, era troppo stupita, però poi alzò gioiosa gli occhi verso di lui e arrossì un po'.
-molto volentieri, Takumi Aldini.- rispose impacciata.
A lui brillarono gli occhi e si alzò dal tavolo per andare da lei e abbracciarla.
-grazie infinite!- esclamò quasi con le lacrime agli occhi.
Lei gli accerezzò una guancia con tenerezza e gli sorrise, per poi lasciargli un bacio a fior di labbra che valeva più di mille parole.
-grazie a te, mio futuro marito.- ridacchiò solare.
E così la cena passò allegra e ricca di emozioni.
Il giorno dopo avrebbe presentato la sua futura moglie anche ai suoi parenti italiani.
Era sicuro che sarebbe piaciuta, perché Hisako era assolutamente fantastica.

 

****


La vide uscire in collo all'educatrice dell'asilo nido che alzava le manine contenta di vederlo.
La zazzera bionda un po' spettinata, ma quegli occhi ambra così vivaci e luminosi che avrebbe steso chiunque.
Assomigliava moltissimo ad Erina per i lineamenti del viso e le ciocche bionde, da lui aveva preso il colore delle iridi e il vispo portamento.
Era bellissima Miyuki, la loro bambina, aveva appena due anni ma era stato il regalo più bello del mondo. Già dimostrava di avere uno spiccato senso del gusto dallo svezzamento. Certo.. non era ai livelli della madre, ma ce l'aveva sicuramente più sviluppato del suo. Miyuki era una bambina felice e stravedeva per lui.
L'educatrice gli sorrise e la passò in collo a lui. Miyuki avvolse le piccole braccia attorno al suo collo.
-ecco la mia bella principessa.- sorrise dolcemente Soma mentre la guardava con tutto l'amore del mondo. -andiamo dalla mamma, che sta minacciando tutti gli chef del nostro ristorante. Fa davvero paura!- si aprì in un'espressione buffa che fece ridere la bambina.
-penso che qualche cuoco potrebbe finire male.- ridacchiò fra sé e sé.
-oggi Miyuki si è divertita molto.- annunciò l'educatrice. Lui le sorrise.
-bene!- esultò, -venga presto al nostro ristorante. Come le dico sempre, è la benvenuta e le facciamo lo sconto.-
La donne gli sorrise grata. -certo sig.Yukihira.-
Salutò l'educatrice e guardò Miyuki che stava giocando con il ciuccio.
-forza piccolina, saluta la tua maestra.- la bambina non capì subito le parole, così teneramente Soma prese il suo braccino e lo alzò per farle vedere come fare.
A quel punto, anche Miyuki iniziò a scuotere energicamente la mano per salutare l'educatrice, che sorridendo rispose al saluto.
Poi si avviò verso la macchina. -vedendo te la mamma si calmerà subito.- le disse dolcemente Soma, mettendola nel seggiolino dietro l'auto. La bambina ridacchiò divertita.
Durante il tragitto verso il loro ristorante, si addormentò nel seggiolino cullata dai movimenti della macchina.
Soma sorrise attraverso lo specchietto retrovisore, vedendola beatamente addormentata e arrivò presto al ristorante che lui ed Erina gestivano.
Ormai era tre anni che lui e Erina lavoravano nel loro ristorante di lusso, specializzato in cucina raffinata giapponese e cinese.
Con le conoscenze di Senzaemon e le loro capacità, erano riusciti a trovare il loro lavoro e amavano entrambi quello che facevano.
Il ristorante di lusso stava avendo successo e due anni fa era nata Miyuki, fortunamente avevano già il lavoro fisso e un ottimo guadagno, riuscivano bene a mantenerla.
Vivevano in una villa non troppo lontano dal ristorante, che Senzaemon aveva regalato loro.
Era molto grande e spesso, per accontentare il nonno di Erina, erano costretti a creare eventi. A parte questo, era felice.
Suo padre era sempre in viaggio e quando tornava passava a salutare loro e la nipote.
Miyuki stravedeva per Joichiro e anche Senzaemon si era fatto molto affettuoso da quando la bambina era nata.
Azami era scomparso dalla loro vista da qualche anno a questa parte, Erina non voleva che arrivasse a sapere di avere una nipote per paura che potesse fare il lavaggio del cervello anche lei dato che pure lei aveva un senso del gusto assai sviluppato. Soma era d'accordo con la decisione di Erina. Doveva proteggere la sua famiglia.
Lui ed Erina non erano sposati, ma per ora non lo ritevano necessario.
Potevano farlo quando volevano e per adesso stavano bene così.

Come al solito, davanti al loro ristorante c'era una gran coda e poteva sentire le grida della sua fidanzata dall'entrata del locale e gli scappò un ghigno: era proprio spaventosa, ma proprio questo riusciva a farsi rispettare.

-tu con quella pentola!- la sentì gridare, -sbrigati che al tavolo 1 stanno aspettando!-
e ancora:
-e tu con quel condimento? Quanto ci metti?-
e ancora e ancora:
-tu.. sta attento che sta bruciando!-
Di nuovo:
-aggiungi dell'altro sale e qualche spezia, fa proprio schifo così!-

 Soma cercava di trattenere le risate. Erina era severa, ma se non c'era lei che coordinava la cucina non avrebbero avuto tutto questo successo.
Il suo palato era essenziale per rendere i piatti perfetti e nello stesso tempo originali. Anche lui si affidava a lei, sebbene fosse il capo chef, quando non era convinto delle sue creazioni e nonostante fosse il suo fidanzato si prendeva tali parti pure lui se non la soddisfaceva; questo però aveva poca importanza, dato che per lui la sua opinione era essenziale. Sorrise. -sentito come brontola la mamma?- si rivolse alla figlia, ancora tra le sue braccia.
-diventerai come lei da grande?- ridacchiò. -è meravigliosa, sai piccolina?-
La bambina aveva iniziato a ballare tra le sue braccia, come a fargli le feste, e poi lo abbracciò. Lui la strinse con delicatezza.
-andiamo dalla mamma, vai.- detto questo, attraversò il ristorante e alcuni dei loro clienti fissi lo salutarono gentilmente e con rispetto, altri guardavano la loro bella bambina incantati da quanto fosse bella proprio come la madre. Anche se si sentiva di ammettere che, se era così bella, era pure merito suo. Anzi.. era merito di entrambi.
Arrivò in cucina avvertendo sempre da più vicino le indicazioni della sua fidanzata che, appena li vide entrambi, sembrò cambiare espressione all'improvviso.
L'espressione dura che aveva venne sostituita con una di pura dolcezza e affettuosità e anche la voce si abbassò.
Ogni volta i loro chef si stupivano del cambiamento di Erina al momento che lui o Miyuki apparivano davanti ai suoi occhi.
-come al solito brontoli, eh?- disse lui scherzoso. Lei gli lanciò un'occhiataccia di rimprovero e poi gli lasciò un bacio leggero sulle labbra.
-quanto ci hai messo, Soma, non vedi che siamo nel caos totale? Devi raddrizzare questi incapaci con la tua velocità.-
Lui si grattò la nuca. -ho fatto prima che potevo.-

Soma non poteva che essere felice della sua vita. Non gli mancava nulla.
Aveva tutto e si sentiva completo e fortunato.
Anche in quel momento l'attrazione per Erina era forte e voleva farla sua subito.
Era sempre bellissima e affascinante ai suoi occhi. Non poteva chiedere di meglio.
Inoltre, lavorare con lei era la cosa più bella. Avevano un'ottima collaborazione.
Tutto ciò che aveva desiderato l'aveva ottenuto. Avevano anche una bellissima figlia. Un angelo di bambina.



 
****


Eccola qui, la sua bellissima famiglia. Coordinare gli chef in cucina la stancava ed era dura riuscire a gestire tutto, quando il suo compagno o la sua bambina apparivano di fronte a lei era come ricevere una boccata d'aria fresca. Un incentivo in più per far sì che la situazione del ristorante continuasse ad andare a gonfie vele.
Soma si era fatto un bel uomo. Era in gamba, come già aveva constato nel corso degli anni alle superiori, fin da quando stavano insieme.
Aveva grandi capacità, oltre ad essere uno chef geniale e un padre fantastico.
La loro bambina era bellissima e dolcissima e ogni volta che vedeva le persone più vicine a lei, la sua famiglia, non riusciva a smettere di sorridere e si rilassava in un secondo. Aveva tutto. Amava Soma e Miyuki.
-vai a mettere la divisa.- ordinò al suo fidanzato.
-subito!- replicò lui, dopo averle lasciato un altro bacio.
Erina sorrise con dolcezza a Miyuki.
-ciao tesoro bello!- portò le mani avanti per farsi passare la bambina, che tutta emozionata si sporse per andare nelle braccia della madre.
-facciamo andare a cambiare papà, che ne dici?- le parlò con tenerezza. -hai fame tesoro?-
La bambina la guardò confusa e poi iniziò a farle di nuovo le feste.
Erina capì dai suoi gesti felici che aveva fame e vide la bambina indicare un piatto di Carry da cui un profumo invitante veniva.
-quello.- disse radiosa e con i "labbretti" in fuori perché li faceva gola.
-no tesoro, quello non è per te.- le spiegò lei.
La bambina mise il broncio.
-vuoi una mano, Erina?- si propose Soma.
Lei scosse la testa. -il mio turno è finito, ci penso io a lei, tu vai pure a cambiarti e velocizza le portate come ti riesce.-
Soma annuì. -d'accordo!- poi guardò la bambini. -a dopo principessa.- e gli diede un dolce bacio sulla fronte.
Le bambina sorrise birichina.

Soma avrebbe ribaltato la situazione in cucina, si fidava delle sue capacità.
Poco dopo lo vide apparire nelle cucine nuovamente, in divisa bianca e la solita fascia sulle fronte.
Rimase a guardarlo: era bello anche in divisa e adorava vederlo adottare la sua espressione eccitata mentre stava per mettersi all'opera.
-forza ragazzi! Diamoci da fare! Dobbiamo fare altri 10 piatti di Carry.- sollecitò tutti gli altri chef.
E poi aveva una capacità di coinvolgimento stupefacente e riusciva a prendere in mano ogni situazione critica.
Vide anche Miyuki guardare con gli occhi che le brillavano il suo papà mentre velocemente cucinava.
Erina sorrise. -è bello mentre cucina, papà, vero tesoro?-
Miyuki era emozionata e quasi si mise a piangere quando Erina dovette portarla via delle cucine per farla mangiare.
-sai tesoro.. sono rimasta incantata anch'io da papà, anche se ci ho messo molto più tempo di te a realizzare quanto fosse in gamba.-
Miyuki aveva sviluppato marginalmente il linguaggio perché era ancora piccola, ma Erina era sicura che capisse tutto quello che lei diceva.
Amava parlare delle prestanze di Soma a lavoro alla loro bella bambina e sapeva che anche lui faceva lo stesso quando si trattava di parlare di lei a Miyuki.
Ora era veramente realizzata e felice. Non chiedeva altro.
Iniziò ad imboccare la bambina e per fortuna erano lei e Soma a preparare i pasti a piccoli pezzetti per Miyuki, dato che con il senso del gusto che aveva non era facile che apprezzasse ogni pientanza che le veniva offerta. Come lei, Miyuki aveva bisogno di cibi deliziosi e perfetti per nutrirsi.
Era proprio sua figlia, pensò con un sorriso.

Qualche ora dopo era riuscita ad addormentarla e l'aveva posata sul passeggino con delicatezza sperando che durante il tragitto dal ristorante a casa non si svegliasse.
Soma aveva finito in cucina portando in pari la situazione con i tavoli e raggiunse Erina alla cassa al termine del lavoro e con le pulizie del locale in corso.
Si sentì abbracciare da dietro dal suo compagno, che le baciò il collo con dolcezza.
-sei davvero bella quando coordini gli chef, Erina.- le sussurrò nell'orecchio.
Lei arrossì di botto. -non siamo a casa nostra, Soma.- tentò lei avvertendo i brividi percorrerla in tutto il corpo.
L'attrazione per lui era sempre potente e magnetica, non era cambiata di una virgola da allora.
-lo sai che giorno è, oggi?- chiese lui.
Non se lo ricordava con tutta la gestione del locale e le corse per soddisfare tutti i clienti del ristorante, così lanciò un'occhiata verso il calendario: il 14 settembre.
Era il loro anniversario. -oggi sono ufficialmente 6 anni che stiamo insieme.- realizzò abbozzando un sorriso.
-già.- rispose lui ricambiando il sorriso e accarezzando la sua pelle con sensualità, scatenandole un desiderio persistente.
-pensi che Miyuki dormirà fino a domani mattina?-
-non ne ho idea.- disse lei, alzando la mano verso i suoi ciuffi rossi.
-allora lo spero. Vorrei festeggiare come si deve.- dichiarò lui.
Si unirono in un bacio intenso e folgorante, che accese in loro una insaziabile voglia di fare l'amore su quello stesso bancone.
-sai Erina.. l'attrazione per te da allora non è mai svanita. Amo fare l'amore con te.-
-sei imbarazzante, stupido!- esplose lei, paonazza. -comunque, per me vale lo stesso.- bisbigliò in seguito, mordicchiando il suo labbro con audacia.
-ogni volta che ti vedo cucinare ti desidero. Odio ammettarlo, ma sei davvero sexy quando lo fai.- continuò lei.
Lui avvampò colpito da quelle parole: era raro che gli dicesse aperamente quanto gli piaceva vederlo cucinare.
-non mi aspettavo queste parole.- infatti disse.
-l'ho dette apposta.- ridacchiò lei divertita, -adoro metterti in difficoltà quando mi dimostri quanto mi desideri.-
-non ne hai bisogno.-
-invece sì.-
-speriamo che si sbrighino con queste pulizie.- riprese lui, dopo quello scambio di battute.
-hanno quasi finito. Spero non sveglino Miyuki.-
-perfetto! Allora tra poco chiudiamo i conti.- sorrise sbarazzino, lui. -così dopo andiamo a casa e sarai mia.-
-se Miyuki non si sveglia nel frattempo.- lo smontò lei.
Lui ridacchiò. -anche se lo facesse abbiamo tutta la notte a disposizione.-
-abbiamo da lavorare domani e dobbiamo portare Miyuki all'asilo.-
-e basta sig.na Nakiri!- esclamò lui giocoso, -ammettilo che lo vuoi anche tu.-
-non hai bisogno che ti risponda.- arrossì leggermente.
Lui la strinse ancora, con passione, e la baciò con tutta la bramosia del mondo.
Erano veramente la famiglia perfetta anche senza essere sposati.
Si amavano e questo bastava a renderli felici e appagati.





****************************************************************************************
Angolo autrice: ecco qua, adesso posso dire che la storia è veramente completa. Più Happy ending di così non c'è *-*, ve l'ho detto che mi piacciono le fini felici! ;D
Spero di non avervi deluso con questo finale. Come vi sono parsi i sei anni dopo per le nostre 3 coppie e soprattutto per la Sorina? com'è la loro bambina? Vi paiono abbastanza OOC come genitori? <3 siate sinceri, mi raccomando! :P tornerò presto con un'altra longfic, appena troverò un attimo di tempo e riuscirò ad ottimizzare l'idea che ho in mente ;D. So che ve l'ho già detto nello scorso capitolo, ma sono eternamente grata a tutti voi che mi avete seguito e recensito fino alla fine.
Non sarei andata avanti senza i vostri consigli e le vostre recensioni. Vi rigrazio tantissimo!! *______* <3 <3
Rispondo il prima possibile alle vostre recensioni. Sicuramente presto, però!^^
Grazie ancora di tutto, spero che seguirete e mi lascerete le vostre recensioni anche nelle nuove fanfic, ovviamente se vi piacerà :D.
Grazie anche a chi mi ha messo tra gli autori preferiti *-*.
Quindi, un bacio immenso a tutti i miei fantastici lettori e recensitori!! <3 <3

A prestoooooooooooo!!!!!! *__________*

 
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Food Wars! / Vai alla pagina dell'autore: Erina91