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Autore: maito    01/08/2016    1 recensioni
Scordatevi i ninja, i bijuu e le tecniche con il chakra, perchè non ci saranno.
In un mondo alternativo ma non troppo diverso dal nostro, selvagge terre di frontiera sono una meta ambita da chi cerca fortuna o desidera l'avventura, ma sono anche luoghi molto allettanti per i malviventi che cercano di sottrarsi al braccio della legge. In questo chaos si erge Konoha, una ricca organizzazione non governativa che cerca di far rispettare la giustizia quando questa viene calpestata troppo duramente. Sakura Haruno è una giovane e promettente recluta di Konoha che, in seguito alla sua prima missione sul campo, si troverà invischiata in qualcosa di decisamente più grande di lei. Il destino vuole che sulla sua strada incontri Naruto, uno scapestrato cacciatore di taglie che minerà le sue certezze e sconvolgerà la sua visione del mondo.
Coppie ancora da definire.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun contesto
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Partenza



Sakura sentiva lo stomaco in subbuglio. Fortunatamente quella mattina non aveva fatto colazione quella mattina o avrebbe rischiato di rimettere proprio nel bel mezzo dell'ufficio del suo capo: la leggendaria Tsunade-sama. Non poteva permettersi di fare errori. Finalmente i suoi superiori si erano accorti del suo talento e stavano per affidarle una missione della massima importanza: era l'occasione che aspettava da tempo per mettersi in mostra. Sakura Haruno si era diplomata all'accademia con il massimo dei voti. Era risultata la prima della classe in tutte le discipline, sia teoriche che pratiche. Era anche la più giovane recluta della storia di Konoha a essere stata promossa al grado di sottoufficiale.

"Anzi, prima a parimerito, accidenti a lui! Tutto ciò che mi serve ora era è un successo sul campo che dia la spinta alla mia carriera! Aspetta, che sta dicendo Tsunade? È meglio che stia attenta se non voglio fare la figura dell'idiota!"

«...le analogie fra tutti questi omicidi sembrano ricondurre all'operato della stessa persona. Dopo aver ucciso le sue vittime, il nostro uomo infierisce sul cadavere asportando l'epidermide da varie aree del corpo.»

-click-

Tsunade cliccava stancamente il bottone del telecomando che reggeva in mano, facendo scorrere le diapositive del proiettore alle sue spalle.

«A questa ha asportato lo scalpo. » -click- «Mentre a quest'altra l'intera faccia.»

-click-

Sakura trattenne a stento un conato di vomito.

"Ma porca... Si può essere così psicopatici?"

Menomale due volte che non ho fatto colazione.

« Accidenti, dove diavolo si è cacciata Shizune con il caffè?! » continuò Tsunade senza battere ciglio: «Dicevamo? Ah sì, dopo aver fatto i suoi porci comodi si firma sempre disegnando uno scorpione con il sangue. Le sue vittime, finora, sono sempre state giovani donne... In ogni caso è tutto scritto in dettaglio nel rapporto che hai ricevuto stamattina.»

-click-

Tsunade spense il proiettore e lasciò cadere il telecomando davanti a sè sulla scrivania.

«Sottoufficiale Sakura Haruno!» annunciò allora riguadagnando un po' di vigore.

La giovane dai capelli rosa si rizzò sull'attenti.

«Il tuo compito sarà recarti nella cittadina in cui è avvenuto l'ultimo delitto e raccogliere il maggior numero di informazioni che riesci a recuperare.»

"Evvai! È finalmente giunto il momento della mia prima missione! E adesso mi affiderà una squadra di indagine tutta mia! Che tipo di capo è meglio che sia? Gentile e disponibile o severa e intransigente? Aspetta, è meglio ascoltare."

« ...un elicottero ti porterà sul posto. Inutile dire che il motivo della tua presenza e la tua affiliazione con noi dovranno rimanere oggetto della massima segretezza. La parola d'ordine in questa missione è discrezione. Se hai dei dubbi o hai bisogno di ulteriori dettagli rivolgiti a Shizune. Partirai tra un'ora. In bocca al lupo!»

«Ma... E la squadra? Non me la presenta?»

«Quale squadra?»

"Eeeh? Questa vecchia pazza mi vuole mandare a caccia di un serial killer psicopatico da solaaa?"

«Ascoltami, Sakura. Questa è una missione della massima importanza. Ho scelto specificatamente te per questo compito perchè penso tu abbia le carte in regola per svolgerlo alla perfezione. Non hai nulla di che preoccuparti: avrai pieno appoggio via radio e una squadra di supporto sarà pronta a intervenire al primo segno di pericolo. Non rischieremmo mai la vita del nostro commilitone più promettente. Perciò parti senza indugio. Io credo in te!»

 

 

 

Uscita dall'ufficio, Sakura era al settimo cielo dalla gioia. Esultò spiccando un salto, spattendo immediatamente la testa nel basso corridoio metallico della portaerei.

"Ahia, cacchio! Tsunade-sama crede in me! Non in Sai, non in Shikamaru. In me! Questo da solo mi ripaga già di tutti i giorni e tutte le notti che ho speso ad allenarmi e studiare. Ormai la strada verso una brillante carriera è tutta in discesa: simulazioni di operazioni sul campo ne ho già fatte a bizzeffe e le ho sempre superate brillantemente. Per risolvere questo caso impiegherò tre giorni, anzi, uno solo. Batterò ogni record e farò tutto da sola. Sento già aria di promozione."

«Sakura, ho sentito che ti spediscono in missione.»

La voce che la costrinse a girarsi e che la mise istintivamente di cattivo umore proveniva da un ragazzo della sua stessa età, dalla carnagione pallida e poco più alto di lei.

"Dannato Sai, è stata colpa sua se non sono stata la più giovane recluta della storia a essere promossa al rango di sotto-ufficiale. Tutta colpa sua e della sua brillante idea di farsi promuovere assieme a me. Che cosa vuole adesso? Pavoneggiarsi perchè lui ha già svolto missioni sul campo? Oppure sottrarmi informazioni sul caso per avvantaggiarsi?"

«Proprio così, hai sentito benissimo» rispose la rosa ostentando un sorriso falso: «Tsunade-sama in persona mi ha affidato un'operazione della massima importanza. Mi dispiace ma è una faccenda top-secret. Ora ti saluto, devo andare a prepararmi.»

«D'accordo, non ti trattengo. Volevo solo augurarti buona fortuna.»

"Non mi serve."

«Ti ringrazio.» rispose Sakura con un sorriso di circostanza, e se ne andò voltando le spalle al commilitone.

 

 

«Lady Tsunade, è sicura che sia stata una buona idea affidare a Sakura una missione di questo tipo?» domandò Shizune, mentre serviva il caffè a una Tsunade sotto tono.

«Non devi preoccuparti.» rispose la donna sorseggiando: «L'uomo che cerchiamo non si ferma mai a lungo nello stesso posto. A quest'ora sarà già a miglia di distanza dal luogo dove ho spedito Sakura. La ragazza potrebbe ricavare qualche informazione che possa tornarci utile, ma è molto improbabile che possa incappare in una situazione di reale pericolo.»

«Allora l'ha presa in giro con il discorso di poco fa?»

«Ah, quindi stavi origliando.»

Shizune sentì le guance arrossire per essersi tradita.

Tsunade si concesse un lungo sorso di caffè prima di rispondere.

«Non del tutto» disse infine: «Sakura è davvero promettente. All'accademia ha sempre primeggiato. È intelligente e determinata. Erano anni che non incontravo un talento come il suo. Per certi versi mi ricorda me stessa da giovane.»

Tsunade sorrise compiaciuta prima di continuare: «Il suo problema è che non ha un briciolo di esperienza sul campo. Voglio che si sbucci le ginocchia e rovini un po' quella divisa sempre in perfetto ordine. Le farebbe bene.»

Shizune sorrise amabilmente vedendo che anche il suo capo, come lei, aveva preso a cuore le sorti di quella ragazza.

 

 

 

"Maledetto Sai, lui e la sua aria di finta apatìa, ma io non ci casco."

Sakura ripose l'uniforme nell'armadio della sua cabina, prestando attenzione che non si stropicciasse. Le metteva addosso una strana sensazione dover indossare abiti civili dopo tanto tempo, ma per una missione in incognito era necessario. Ormai sentiva la divisa come una seconda pelle. Dall'età di dieci anni, quando era stata scelta per entrare nel programma di formazione di Konoha, raramente aveva avuto modo di indossare qualcosa di diverso. Si infilò un paio di jeans e dei sandali comodi, una camicetta leggera ma abbastanza larga da celare la fondina con la pistola e il teaser che portava legata dietro la schiena. Il posto in cui la stavano mandando aveva la fama di essere molto assolato. Prese uno zaino e lo riempì con un cambio d'abiti e generi di prima necessità. Infine completò il look con un cappello a tesa larga e un paio di occhiali da sole. Prima di uscire si voltò a dare un'ultima occhiata alla sua cabina. Un locale stretto e basso con un letto, un armadio e un tavolino corredato di sedia. Nessuna decorazione, nessuna foto di amici o parenti, nessun poster alle pareti. "Si condensa tutta qui la mia vita? Pazienza Sakura, pazienza. Quando sarai arrivata in cima potrai fare tutto ciò che vorrai."

Arrivata sul ponte della nave che ospitava il suo distaccamento, venne avvicinata da un uomo in divisa aeronautica: «Sakura Haruno? Sono Izumo Kamizuki, il pilota incaricato di scortarti sul luogo della missione.»

«Piacere di conoscerLa.» rispose con professionalità.

Mentre l'elicottero si alzava in volo, Sakura osservò il mondo fuori dal finestrino. Il rumore delle eliche, seppure ovattato, era l'unico suono che filtrava attraverso le cuffie. I movimenti frenetici dei soldati sul ponte della nave contrastavano con quell'innaturale silenzio. Mentre l'immensa imbarcazione si rimpiccioliva sempre più sotto di lei, a Sakura sembrò di stare osservando un formicaio brulicante di vita.

"Già, che cosa siamo in fondo, se non formiche che spendono tutte le proprie energie per eseguire gli ordini di qualcun altro?"

Con questi pensieri nella mente salutò il luogo dove aveva passato gli ultimi due anni del suo addestramento: ciò che per lei più si avvicinava alla definizione di casa.

***

 

In una cittadina situata ai margini del deserto, il sole scandiva le ore più calde della giornata. L'aria tremolava sul terreno rovente e nemmeno un alito di vento si levava a spazzare le strade polverose. I perdigiorno del paese erano tutti radunati a giocare a carte o a fare la siesta per ammazzare il tempo in una cittadina in cui non succedeva mai niente.

All'improvviso un rumore di vetri infranti diede una scossa alla monotonia di quella giornata. Un uomo aveva sfondato una finestra al primo piano dell'albergo ed era ruzzolato in mezzo alla strada. Dopo essersi rialzato, non si fermò nemmeno il tempo per controllare di avere ancora tutte le ossa intere. Prese a correre lungo la strada principale, anche se zoppicando leggermente.

«Accidenti, ma perchè non si fanno mai prendere con le buone?!» esclamò un secondo soggetto che nel frattempo si era affacciato alla stessa finestra da cui era precipitato il primo. Dopo essersi concesso un istante per studiare i paraggi, ruppe gli indugi e salì sul davanzale. Aggrappatosi alla grondaia dell'edificio, dondolò pericolosamente sul vuoto sottostante. Una caduta non mortale, come aveva visto, ma comunque non piacevole. Si issò sul tetto e cominciò a correre nella stessa direzione in cui stava fuggendo l'altro uomo. Raggiunto il limite dell'albergo saltò agilmente sull'edificio a fianco, continuando l'inseguimento. Il poncho che indossava frusciava febbrilmente durante la corsa, mentre con una mano si reggeva il cappello perchè non volasse via. Arrivato al limite del tetto successivo, notò che l'edificio seguente era più alto e più distante rispetto al precedente. Senza un attimo d'esitazione saltò lo stesso, salvo pentirsene immediatamente.

"Cazzo, ho saltato corto! Ho saltato corto!"

Trattenne un gemito di dolore quando sbattè pesantemente il torace contro la gronda, ma riuscì comunque ad aggrapparsi con le braccia e a issarsi nuovamente sul tetto. In quel momento, con l'adrenalina che scorreva a fiumi nelle sue vene, non sentiva nè dolore nè fatica. Contava solo una cosa: correre, inseguire, raggiungere. Finiti gli edifici finiva anche la sua corsa, ma non rallentò. Sfruttò fino all'ultimo centimetro di suolo utile e spiccò il grande balzo. Come calcolato il suo materasso improvvisato stava passando sul punto d'atterraggio proprio in quel momento. Rovinò pesantemente addosso al malcapitato in fuga, facendo ruzzolare entrambi nella polvere per parecchi metri.

«Maledetto! Non riuscirai...» cercò di lamentersi il materasso, ma venne messo a riposo da un pugno stampato in piena faccia.

«Cazzo!» esclamò l'inseguitore sventolando la mano con cui aveva colpito.

"Avevi la faccia dura! Maledetti quei film in cui sembra che i pugni facciano male solo a riceverli. Mi sono spellato due nocche!"

In quel momento, calata la tensione della caccia, ricominciò a sentire la fitta al petto, nel punto in cui aveva sbattuto poco prima.

"Spero di non essermi rotto niente."

«Tornando a noi due, fammi controllare per bene la tua faccia.» disse rivolgendosi al malcapitato che giaceva al suolo svenuto. Infilò una mano sotto il poncho e ne estrasse un volantino tutto stropicciato.

«Bingo! Ci ho visto giusto! Samuel H. Taylor, ricercato per rapina, furto e percosse. Ti sei tagliato la barba ma sei proprio tu.»

In quel momento squillò il cellulare.

«Tenten! Giusto in tempo. Sto per intascare 50.000 ryo... come sarebbe a dire che sono pochi? Con tutta la fatica che ho fatto per metterci le mani? Guarda che sono saltato da un tetto. Avresti dovuto vedermi, è stato veramente una figata... No che non ho di nuovo fatto il cosplay di Clint Eastwood!...Ma mi stai ascoltando?... Se sei così brava perchè il lavoro sporco lo faccio sempre io? Siamo soci a metà dopo tutto!... Aspetta, ripeti. Un milione da queste parti?... Cosa vuoi che sia trovare uno che disegna scarafaggi sui muri... Scorpioni? E io cos'ho detto?... Ho capito, è pericoloso, ti aspetto. Nel frattempo sguinzaglierò gli 'irregolari' a raccogliere informazioni... Va bene, a presto. Ciao.»

"Avida sfruttatrice, avrei voluto vedere lei in quell'inseguimento."

Si tolse il cappello da cowboy per sventolarsi il viso grondante di sudore, liberando la folta chioma di capelli biondi.

«E ora a noi» mormorò caricandosi il ricercato sulle spalle: «Niente di personale, amico mio, ma se non incasso quei soldi non mangio.»

 

 

 

Nota dell'autore:

Ciao a tutti voi che siete arrivati fin qui. Questa è la mia seconda fanfic. Il titolo, anche se non mi soddisfa, è un omaggio a Cowboy Bebop perchè è da lì che ho preso l'idea dei cacciatori di taglie e di un mondo in stile 'far west moderno', però le analogie finiscono lì, per cui non ci saranno le astronavi. Per il momento è tutto. Ah, se ve lo state chiedendo (perchè lo so che lo state facendo), Naruto avrà un forte impatto sullo sviluppo del personaggio di Sakura, ma questo non vuole necessariamente dire che si fidanzeranno. Le eventuali coppie che si formeranno le deciderò più avanti in base a come mi sembreranno più naturali con il procedere della trama. Ciao e a presto.

 

 
   
 
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