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Autore: Vavi_14    02/08/2016    2 recensioni
Due ragazzi provenienti da esperienze di vita diverse ma ugualmente dolorose, due destini che si intrecciano per caso e una sola, umida cella da condividere.
****
Dal capitolo 2:
Quando, ancora titubante, torni a guardarlo, ti accorgi che ha sollevato entrambe le palpebre e dall'espressione stranita capisci che sta per dirti qualcosa.
«Tu invece sembri proprio un'idiota».
Alzi un sopracciglio, intenzionato ad approfondire il discorso, ma lui si gira dalla parte opposta dandoti le spalle, come a voler dire che per quel giorno la conversazione sarebbe finita lì.
Sbuffi sonoramente, cercando di resistere all'impulso di tirargli un destro, e ti copri il volto con le mani, sperando che due palmi siano sufficienti per contenere tutto lo sdegno che avresti voluto sfogare.
È appena arrivato e già lo detesti.

[La storia contiene accenni NaruHina]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Aiutami







Le crepe grigiastre che attraversano il soffitto della prigione si riflettono nelle tue iridi scure come se vi fossero state tatuate a fuoco. Hai i palmi rivolti a guardare un cielo di cui a stento ricordi le sfumature; le ciocche nere, intrise di sudore e umidità, giacciono sparse sul pavimento gelido che è ormai un tutt’uno col tuo corpo debole e smilzo. La bocca è socchiusa, le labbra screpolate e aride bruciano inspiegabilmente anche se ormai non riesci più a muovere un singolo muscolo. Non sai quale forza misteriosa spinga il diaframma ad alzarsi e abbassarsi ritmicamente per permetterti di respirare; dentro le orecchie riesci a percepire solo il battito debole e incerto del tuo cuore.

Ad un tratto, però, un rumore improvviso e sordo ti rimbomba nella testa, facendo sussultare appena quel muscolo che ancora ti tiene in vita.
«La tua cena!» Esclama in malo modo una voce roca, poi apre una finestrella in basso alla porta blindata e vi lancia una ciotola in legno, facendone rovesciare metà del contenuto.
«Dov’è quella di stamattina?» si lamenta poco dopo, non trovando il contenitore del pranzo che solitamente posizionavi accanto all’apertura, rigorosamente pieno fino all’orlo, così come te lo avevano consegnato.
Non sentendo risposta, la guardia sbuffa sonoramente e si alza, gettando un’occhiata dietro le quattro sbarre poste in cima alla porta. È buio dentro, ma di solito riesce ad identificare la tua sagoma rannicchiata ad un angolo della stanza.
«Dove cazzo sei?» sbotta ad un certo punto, tastandosi le tasche per cercare le chiavi. «Non puoi fare come ti pare qui dentro» borbotta tra sé e sé, mentre armeggia con la serratura.

Chiudi gli occhi, un sospiro impercettibile fa vibrare le ciglia. Non hai più un briciolo di energia nelle membra: l’eco del tuo respiro è tutto ciò che ti rimane.

«Porca puttana!»
La guardia è entrata e si è fiondata verso di te, chinandosi a sentire il polso. «Brutto bastardo, lo sai che non puoi morire adesso, vero?»
Potresti alzare di poco le palpebre, ma non ne vedi più il senso. In fondo l'uomo si è premurato bene di gettare nel secchio la tua porzione di cibo tutti i giorni, in modo che nessuno sospettasse che ti stessi volontariamente rifiutando di mangiare. Ora però che la situazione gli è sfuggita di mano, pretende che tu gli dia una risposta immediata, pena il rischio del posto di lavoro.

«Komamura! Chiama il dottore! Sbrigati!»

Si volta e parla a un suo collega, il tono di voce tremulo e in preda all’agitazione. Probabilmente dovrà inventarsi una scusa plausibile per giustificarsi con i suoi superiori: in ogni caso meglio un detenuto in fin di vita che uno morto.

Tu, dal canto tuo, non sei molto interessato a ciò che ti succederà; d’altronde, al te stesso razionale basterà spiegare che volevi farla finita, dopotutto ci hai pensato tante volte. Ma è davvero così, Sasuke?





 ***

 

 
In cella i pettegolezzi sono all’ordine del giorno, anche se la maggior parte delle volte si tratta solo di cattiverie prive di qualsiasi fondamento. Eppure, come recita il detto, l’eccezione esiste sempre: così, quando a mensa scorgesti veramente un ragazzino al seguito della Serpe, quasi rischiasti di soffocare con l’acqua.

Se lo porta in giro per la prigione come fosse un cagnolino ammaestrato e a guardarlo in faccia non gli daresti più di diciotto anni: ha gli occhi chiarissimi, di un blu acquamarina, incorniciati da due spaventosi aloni violacei; i capelli color rosso acceso, quasi innaturale, contrastano con il colorito pallido della pelle, ravvivato solo da qualche lentiggine sulle guance. Ha l’aria smarrita, sembra spaventato a morte da tutto ciò che lo circonda, quasi lì dentro ci fosse finito per sbaglio. Un’ideogramma nero tatuato sul collo a caratteri spessi cozza violentemente con quei lineamenti da bambino, corrugati a delineare un’espressione di costante preoccupazione. La corporatura è simile alla tua, forse più basso di qualche centimetro, eppure ha l’aria di essere parecchio fragile.

Orochimaru lo tira per un polso e lo presenta ad altri detenuti, come fosse il suo nuovo trofeo. Ora che ci fai caso, il nuovo arrivato ha lasciato le sue cose ai piedi del futon nella cella della Serpe: questo significa che uno dei due scagnozzi è stato trasferito altrove; se hai imparato a conoscere Orochimaru punteresti su Suigetsu, visto che Juugo, con la sua stazza, gli è decisamente di maggior aiuto. Eppure lo strano albino dai denti aguzzi gira ancora assieme a loro, segno che non è stato affatto escluso dal gruppo: chissà con quali sotterfugi è riuscito a crearsi un simile giro di adepti, tanto che ormai anche le guardie finiscono per assecondare ogni più stupida richiesta, se questa non è di troppo fastidio da spiegare ai loro superiori.

 «Che hai da guardare?»
Il ragazzone dai capelli color carota ti è davanti in tutta la sua imponenza. Troppo occupato a studiare i movimenti di Orochimaru, non ti eri minimamente accorto del suo arrivo.
«Perché non lo lasciate in pace? Sarà a mala pena maggiorenne» replichi con sdegno, puntando nuovamente le iridi sul giovane arrivato.
«Se ti riferisci a Gaara, Orochimaru si è offerto di proteggerlo e di insegnargli come funziona qui dentro».
Fai fatica a trattenere una risata amara. «Deve proprio avervi fatto il lavaggio del cervello».
L’espressione solitamente apatica di Juugo si incupisce. «Bada a come parli».
«Come potete anche solo pensare di dar retta ad un pedofilo?» Lo dici a tuo rischio e pericolo, percependo il respiro di Juugo farsi più instabile. Sai che può bastare un nonnulla per scatenare uno dei suo attacchi d’ira, ed anche se solitamente Kimimaro si fionda non appena viene dato l’allarme, nel frattempo potrebbe anche averti rotto il setto nasale. 
Stranamente decide di voltarti le spalle. «Tu non lo conosci. Se aveste accettato le sue richieste a tempo debito, forse a quest’ora il tuo compagno non sarebbe in isolamento».
«Sasuke non avrà problemi» ribatti pronto, senza avere il tempo di pensare al perché, di nuovo, hai avuto bisogno di esternare quel pensiero ad alta voce. Tra l’altro, ti sembra che dirlo non migliori affatto le cose, anzi; stai iniziando ad avere un brutto presentimento che ti suggerisce l’esatto contrario.
Juugo si lascia scappare uno strano verso che sembra compatirti e nel frattempo Suigetsu gli piomba letteralmente addosso, poggiandogli una mano sulla spalla in modo spavaldo, per poi ritirarla mezzo secondo dopo su ordine dell’occhiata inteneritrice che il Titano non esita a lanciargli.
«Che si dice, biondino? Ti manca il tuo amichetto?» Sogghigna mostrando i canini aguzzi e un barlume sembra luccicare in quegli occhi dai riflessi violacei mentre mima con entrambe le mani dei gesti non propriamente casti.
«Vaffanculo» rispondi gentilmente, mal celando un’espressione disgustata. «Tornatevene da Mamma Serpe ».
Il ragazzo albino finge di ridacchiare senza troppa enfasi, poi di scatto ti afferra il mento, stringendolo tra pollice e indice. «Ringrazia Fragolino per aver attirato l’attenzione del capo». Storci il naso nel sentire il soprannome sdolcinato che hanno appioppato al ragazzo e cerchi invano di allentare la sua presa sul tuo volto.
«Ma non pensare che si sia dimenticato di voi due bastardi» continua a denti stretti, poco prima che il soggetto della vostra conversazione faccia la sua comparsa quasi magicamente, avanzando con quell’andamento strisciante che a mala pena ne annuncia la presenza.
«L’aspetto trasandato ti dona, Naruto caro». È il saluto mellifluo con il quale rimarca, nel modo peggiore, le pessime condizioni in cui hai passato gli ultimi cinque giorni.
La tua risposta si tramuta in uno sguardo carico di rancore e rabbia: sai che se lui non ci fosse stato ti saresti risparmiato un sacco di grane e forse avresti anche potuto aspirare alla diminuzione di pena per buona condotta. Nel periodo in cui sei stato solo in cella, purtroppo durato poco, hai avuto un attimo di respiro, ma poi l’arrivo di Sasuke ha risvegliato l’olfatto sinistro di Orochimaru, facendolo tornare all’attacco più carico di prima. Un tempo forse avresti accusato  il tuo compagno di cella, ma molte cose sono cambiate da quel giorno in cui ti diede dell’idiota. Beh, non proprio tutte.
«In ogni caso, come sai trovo scortese saltare le presentazioni». Si volta a cercare la sua prossima vittima che, approfittando della momentanea disattenzione della Serpe, aveva pensato bene di eclissarsi dietro la sagoma imponente di Juugo. Orochimaru lo prende per un braccio e, afferrandogli le spalle con entrambe le mani, lo porta davanti a sé, come fosse orgoglioso di quella conquista.
«Non mi interessa» cerchi di bloccarlo, perché sei fermamente convinto che quel ragazzo preferirebbe sotterrarsi piuttosto che essere mostrato all’intera prigione nella veste di un debole sottomesso. Volti il capo, non vuoi incrociare lo sguardo di Gaara, né tantomeno provare pena per lui: sarebbe comunque inutile e peggiorerebbe solo la situazione.
A fermarti è un sussurro, quasi un lamento, generato da un timbro flebile e grave. «Ti prego» dice la voce, e presto ti accorgi che è stato Gaara a parlare, perché ora ha la mano tesa davanti a sé, in un saluto occidentale insolito, e sembra chiederti di stringerla con tutte le sue forze.
Resti immobile, stupito da quel comportamento. Pensavi che non sarebbe riuscito neanche a parlare e invece è pronto ad assecondare gli inutili convenevoli di Orochimaru. Esiti un poco, poi qualcosa ti dice che stai sbagliando, che forse c’è altro; è quando ricambi la stretta, quando senti delle dita fredde ma sicure avvolgere le tue con tanta foga, allora percepisci la tacita richiesta di quel gesto, il messaggio insito in una supplica disperata.
«Io sono Gaara» dice ad alta voce, ma subito dopo le sue labbra si muovono di nuovo a formare una frase priva di suono, che solo tu puoi percepire. Sobbalzi in modo impercettibile, spalancando le palpebre; Orochimaru ti sta guardando con insistenza, mentre Juugo e Suigetsu ti riservano occhiate sospette. Impieghi un secondo per ricomporti e rispondere alla presentazione. «Naruto».
Lasci la mano del ragazzo come se ti allontanassi da una pietra incandescente ed osservi il gruppo allontanarsi, percependo gli ultimi saluti come suoni ovattati, lontani anni luce.
Adesso, nella tua testa, c’è solo quella parola percepita poco prima dalle sue labbra, che ti rimbomba nelle tempie come il più acuto degli urli.

Io sono Gaara. Aiutami.

 

 



















Ormai neanche mi scuso più, tanto l'avete capito che sono una ritardataria cronica.
Per quanto riguarda la prima scena con Sasuke, è volutamente ambigua; o meglio, più o meno si capisce cosa succede, ma non è molto chiaro il ragionamento che gli passa per la testa. Ciò che si chiede, in sostanza, è il perchè si sta comportando in quel modo. Di nuovo Sasuke Gollum, per intenderci.
Sul resto non dico nulla, lascio commentare a voi. Prima di andare, però, vorrei ringraziare Lemonguess, grazie alla quale ho trovato la voglia di revisionare e pubbliare questo capitolo. Assieme a lei, ringrazio tutti coloro che stanno continuando a seguire la storia, in particolare chi commenta i vari capitoli: grazie di cuore. A questo punto mi permetto anche di fare una piccolissima richiesta: se qualche lettore silenzioso ha voglia di esprimere la sua opinione è certamente il benvenuto. Ricevere qualche parere in più sulla storia può solo aiutarmi a migliorare. <3
Vi mando un bacione e alla prossima! :)




Vavi
  
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