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Autore: Redferne    02/08/2016    12 recensioni
Per Nick e Judy sarà un giorno indimenticabile...in tutti i sensi!!
Una storia extra divertente, romantica e piuttosto "hot" per augurare buone vacanze a tutti!!
Genere: Comico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Judy Hopps, Nick Wilde, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Furry
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IT’S A BEAUTIFUL DAY

 

 

 

 

La fuoriserie rosso fuoco sfrecciò lungo la fila di macchine parcheggiate emettendo un rombo assordante.

Giunta di fianco alla vettura in fondo alla fila, sterzò brevemente a destra, per poi effettuare una brusca controsterzata nella direzione opposta.

Sbandò con la parte posteriore ed eseguì una derapata in senso antiorario. Si allineò perfettamente all’ultima macchina parcheggiata, fermandosi a pochi centimetri dalla sua fiancata destra.

Una manovra da applausi. O da ritiro della patente e sequestro immediato del veicolo, dipende dai tempi e dai luoghi.

E’ la magnifica contraddizione del drift: grave infrazione al codice stradale per i profani, opera d’arte di acciaio, pneumatici ed asfalto per chi lo ama.

 

 

 

 

Flash staccò la mano dal volante in pelle con lentezza esasperante, e millimetro dopo millimetro l’avrebbe portata in direzione della maniglia della portiera.

Mancavano ancora due ore. Ce l’avrebbe fatta, ne era certo.

 

 

 

 





Gli invitati erano in attesa sul piazzale della piccola chiesetta di campagna alla periferia di Bunnyburrow.

Era la tarda mattinata di un sabato: il sole era bello alto nel cielo terso, talmente blu e senza una nuvola da sembrare un mare sospeso per aria.

Gli agenti del primo distretto di polizia di Zootropolis erano al gran completo, rigorosamente in abito elegante: McHorn, Delgato, Fangmeyer, Francine, Grizzoli, Trunkaby, Wolfard, Higgins...c’erano proprio tutti.

In testa stavano ovviamente il capitano Bogo, affiancato dal fido Clawhauser.

Bogo in smoking nero faceva la sua figura, nonostante lo sguardo perennemente corrucciato e l’imponente mole lo facessero apparire a prima vista un buttafuori di qualche sordido locale.

Riguardo a Benjamin, per il povero ghepardo sovrappeso non era stato facile rimediare un abito della sua misura.

Di fronte all’ennesimo tentativo fallito, il commesso del centro di abbigliamento aveva scosso la testa, disperato.

“Forse le converrebbe provare in un negozio per pachidermi, signore.”

Quelle parole furono l’illuminazione per Clawhauser, che decise di seguire il bizzarro consiglio.

Vicino a loro, la famiglia di Judy: oltre a papà Stu e mamma Bonnie,insieme ai suoi innumerevoli fratellini e sorelline, vi erano zii, cugini e nipoti provenienti da ogni angolo della contea.

L’intero sagrato era perciò gremito di conigli che chiacchieravano, ridevano e scherzavano, e di coniglietti scatenati e festanti che giocavano e si rincorrevano per ogni dove.

Sul lato destro della piazza Gideon, su gentile richiesta dei suoi soci Stu e Bonnie, aveva sistemato una lunga tavolata su cui aveva preparato un rinfresco per i partecipanti.

 

 

 

Ma quanti sono? Pensò Bogo, mentre lanciava un’occhiata preoccupata a tutti quei conigli. Temeva che di lì a poco avrebbero finito per sommergere lui e tutti i suoi agenti. O che, inavvertitamente, avrebbe finito per calpestarne qualcuno.

Forse il sindaco dovrebbe ripensarci, su quella normativa riguardante il controllo delle nascite, rifletté.

 

 

 

 





Ad un tratto, si udì una voce.

“Eccoli, eccoli! Arrivano!!”

Dal portone della chiesa uscirono Nick e Judy, a passo di corsa e tenendosi per mano.

Vennero immediatamente investiti da una pioggia di chicchi di riso e coriandoli colorati, venduti dal buon Finnick in contenitori da un quarto di dollaro l’uno.

Erano splendidi: Nick vestiva un completo color crema con una camicia bianca e l’immancabile cravatta a righe rosse e blu, a cui non aveva voluto proprio rinunciare.

Judy, invece, indossava un abito nuziale bianco come la neve.

Sorridevano, entrambi al settimo cielo.

Si avvicinarono tutti quanti per le congratulazioni di rito.

“Te la affido: rendila felice, figliolo.” disse Stu a Nick dandogli una vigorosa stretta di mano.

“Lo faro, Stu. Ci conti.” rispose sicuro quest’ultimo.

Bonnie, dopo aver abbracciato e baciato sua figlia, fece altrettanto con Nick.

“Vi auguro tanta felicità, ragazzi.”

“Grazie di cuore, Bonnie.”

Subito dopo, si fecero sotto tutti gli altri ed i convenevoli portarono via un bel po' di tempo.

Intanto, poco distante, Benjamin piangeva di felicità.

“Sniff!! Sono così cariiini!!” Disse, tra i singhiozzi.

Poi estrasse un fazzoletto e si soffiò il naso, con una notarella di oboe.

Bogo perse la pazienza.

“Per la miseria, Clawhauser! Vuoi darti un contegno?! Grande e grosso come sei, metterti a frignare! VERGOGNATI!!”

“M-mi scusi, capitano.” rispose quest’ultimo, mortificato.

A quel punto Bogo si passò furtivamente uno zoccolo a lato dell’occhio destro, cercando di non farsi notare.

“Maledetti moscerini...” disse.

 

 

 

 





Esauriti i saluti ed i ringraziamenti di rito con i parenti, Nick e Judy si diressero verso i loro colleghi.

“AA-TEN-TI!!” Urlò Bogo.

Si misero tutti la mano destra sulla fronte.

“Agenti Hopps e Wilde, congratulazioni da parte del primo distretto.”

Ci fu un istante di silenzio.

“ROMPETE LE RIGHE!!” Gridò nuovamente Bogo.

Partì quindi un lungo applauso.

“Io e gli altri agenti abbiamo deciso di pensare al veicolo, contando di fare cosa gradita.” proseguì poi il capitano. “Fate spazio!”

Il gruppetto si divise in due file ordinate. Alle loro spalle, vi era un SUV del dipartimento nuovo fiammante, con un telo bianco attaccato sulla parte posteriore con la scritta OGGI SPOSI.

Al paraurti, come di consuetudine, vi era legata una bella sfilza di barattoli di latta.

Nick fece un fischio di ammirazione, mentre Judy sorrise, radiosa.

“Grazie, capitano.” disse.

“Sia ben chiaro,” precisò Bogo. “quando tornerete dalla luna di miele la dovrete restituire, intesi?!”

 

 

 

 





Nick prese Judy tra le braccia e si diresse verso la vettura.

Posò delicatamente Judy sul sedile del passeggero e, dopo averle dato un bacio, chiuse la portiera e si precipitò al posto di guida.

Partirono dopo pochi minuti, tra gli applausi ed i saluti della folla festante.

 

 

 

 

 




In una collinetta vicina, su di un tavolo con tanto di parasole, Mr. Big sedeva su una minuscola seggiola di vimini, guardato a vista dal gigantesco Koslov e dai due fidati picciotti Kevin e Raymond.

Vicino a lui, la sua adorata figlia Fru Fru, visibilmente commossa, ed il genero.

“Che il cielo ve bbenedica, figliuoli.” disse, guardando i due novelli sposi che partivano.

Aveva preferito seguire il matrimonio in disparte: data la massiccia concentrazione di sbirri, era quantomeno saggio mantenere un certo spazio vitale tra lui e loro.

“Ragazzi: voi rimanete pure, se volete.” disse, rivolgendosi alla figlia ed al genero. “Io vado: ci abbiamo un pestaggio a sangue alle tre e mezzo e un tuffo in ghiacciaia alle cinque e non me li perderei per niente al mondo.”

“Amoninni.” aggiunse, facendo un gesto a Koslov.

Il corpulento orso polare lo prese delicatamente tra le zampe insieme alla seggiola e lo portò verso una delle due limousine parcheggiate lì vicino.

 

 

 

 

 




Manchas era intento a farsi aria con il suo berretto da chauffeur: cominciava a fare piuttosto caldo.

Non appena li vide arrivare se lo rimise in testa, salì immediatamente in macchina ed avviò il motore.

 

 

 

 

 




“Allora, mio fidato Koslov: provvedesti a far portare i rregali de nozze nella cabina della nave?” Chiese Mr. Big.

“Da.”

“La collana e il diadema di diamanti per la picciotta...per Judy?”

“Da.”

“E la trapunta matrimoniale per Nicky? La facesti sistemare nel letto?”

“Da.”

“E, dimmi...la facesti fare come ti ordinai?”

“Da. Ciento per ciento pura pelliccia di deretano e cuoda di puzzuola. Di prima qualità, come vuoi ha ordinuato.”

“Eccellente, mio buon Koslov. Davvero eccellente. Come farei senza di te...”

“Mio caro Nicky,” sogghignò il boss. “ti posso assicurare fin da ora che la tua pprima notte de nozze sarà INDIMENTICABBILE...mi rincresce per il brutto tiro che ti feci ma del resto, sai come si dice: occhio per occhio, PUZZOLA PER PUZZOLA!!”

 

 

 

 

 




“Un vero gioiello, questo bolide: quasi mi spiace, doverla restituire.” disse Nick, al volante.

“Già, é davvero stupenda.” ammise Judy. “Sono stati davvero molto carini.”

“Ehm...bella cerimonia comunque, non trovi?”

“Si, Nick. Molto intima e riservata, come desideravo io. Ti ricordi quando Lionheart ci aveva proposto di celebrare il matrimonio in municipio?”

“PER CARITA’!! Te lo immagini, carotina? Noi due sommersi dai flash, con il caro sindaco in mezzo a proclamare, tutto bello sorridente: “VENGHINO, VENGHINO, SIGNORE E SIGNORI! IL PRIMO MATRIMONIO TRA UNA VOLPE ED UNA CONIGLIETTA! E TUTTO QUESTO SUCCEDE SOLO A ZOOTROPOLIS, LA CITTA’ DOVE OGNUNO PUO’ CORONARE IL PROPRIO SOGNO D’AMORE! LA CITTA’ DI CUI IO, IMMODESTAMENTE PARLANDO, SONO SINDACO!!”

“Hai ragione.” disse Judy, ridendo. “Però bisogna ammettere che il nostro sindaco di cose buone ne ha fatte...anche se, a dirla tutta, mi ha un po' stancata vederlo sempre tentare di farsi pubblicità a spese della sottoscritta...”

D’un tratto, qualcosa attirò la sua attenzione sulla strada.

Un cartello.

 




HUNDRED ACRE MOTEL

 

 

2 MILES

 

 

 




“Nick, fermiamoci lì.” disse.

“C-come?!” fece lui, incredulo.

“Hai sentito benissimo: voglio che ci fermiamo lì, in quel motel.”

“M-ma carotina, la nave salpa prima di sera, rischiamo di perderla...”

“In questo caso...” replicò Judy slacciandosi la cintura di sicurezza, “...possiamo salire a bordo domani. La nave fa ancora uno scalo prima di salpare per il mare aperto. Basterà avvisarli...e pigiare un po' sull’accelleratore.”

Si avvicinò a Nick e cominciò a mordicchiarlo sulla punta dell’orecchio destro con i suoi piccoli incisivi.

Nick sentì un brivido attraversargli il collo e proseguire lungo la colonna vertebrale, fino alla punta della coda.

“J-Judy...”

“Si chiama CAMBIO DI PROGRAMMA, tesoro.” disse lei con un sorrisetto malizioso. “che ne dici?”

 

 

 

 





Il SUV entrò a tutta birra nel piazzale del motel, sollevando una nuvola di polvere.

Dopo aver sistemato la vettura, Nick e Judy entrarono e raggiunsero la reception. Il tizio dietro al bancone, un armadillo, li squadrò con aria perplessa, vedendo i loro abiti.

“Salve, vorremo una camera, per favore.” chiese Nick.

“Strano orario, per volere una camera...” rispose l’armadillo. “Che, vi siete persi, per caso? Oppure, non ce la fate ad aspettare fino a stasera?” Aggiunse in tono sarcastico.

Guarda, guarda, pensò Nick. Abbiamo uno spiritosone, a quanto pare.

“Non mi risulta che esista un orario apposito per la richiesta delle camere, sul regolamento.” rispose.

“No, infatti. L’unica regola a cui teniamo é quella.” precisò l’armadillo indicando un cartello alle sue spalle con la scritta PAGAMENTO ANTICIPATO.

“Se é per quello, non c’é alcun problema.” lo rassicurò Nick.

“Mi dia un documento, allora. La stanza é la duecentonovantasette.”

 

 

 

 

 




Flash giunse finalmente sul piazzale della chiesa.

Non c’era nessuno, a parte un tasso intento a spazzare il sagrato dagli ultimi rimasugli di coriandoli e chicchi di riso. Era il parroco.

Appena quest’ultimo lo notò, appoggiò la scopa al muro e gli venne incontro.

Flash, lentissimamente, porto’ la sua mano destra verso la tasca corrispondente.

(GIOCA D’ANTICIPO: lezione numero uno del corso di velocizzazione per bradipi che stava frequentando).

Dopo aver armeggiato al suo interno, la mano iniziò il viaggio di ritorno, stringendo un foglietto nel palmo (SE HAI DELLE DOMANDE, E SEI CERTO CHE LE FARAI, SCRIVILE SU DI UN BIGLIETTO: SI FA PRIMA, seconda lezione del corso).

Il sacerdote, giunto di fronte a lui, fece per prenderglielo.

“Dà qua, figliolo: fammi leggere.”

Flash non si oppose (terza lezione del corso: SE GLI ALTRI TENDONO AD ACCOMPAGNARE I TUOI MOVIMENTI, NON LO FANNO PERCHE’ PENSANO CHE TU SIA SPAVENTOSAMENTE LENTO: LA LORO E’ SOLO GENTILEZZA. TIENILO BENE A MENTE, E LASCIALI FARE).

Il parroco diede un’occhiata al foglietto.

 

 

 

 

BUONGIORNO, SONO UN AMICO DI NICK E JUDY E SONO VENUTO PER IL LORO MATRIMONIO. POTREBBE DIRMI DOVE SI TROVANO, PER FAVORE?

 

 

 

 

Scosse la testa.

“Mi dispiace, figliolo.” disse con un sospiro. “La cerimonia é terminata due ore fa. Se ne sono andati via tutti.”

“Oh…”

Il volto di flash cominciò ad assumere, un muscolo alla volta, un espressione di sconforto. Tra cinque minuti buoni avrebbe manifestato completamente il suo disappunto.

 

 

 

 





Erano circa le undici.

Alla reception vi era un giovane koala intento a trafficare con il suo tablet.

Le porte scorrevoli si aprirono ed entrò un ippopotamo in canottiera e pantaloncini corti. Sembrava infuriato.

“B-buonasera, desidera?” chiese timidamente il koala.

“Stammi bene a sentire, TAPPO: é tutta la sera che vanno avanti. E’ un indecenza. Si può sapere che diavolo stanno combinando, là dentro?! Io devo ripartire alle quattro, HO BISOGNO DI DORMIRE!!”

Il koala sospirò. Era già il terzo, quella sera. Winnie, il suo capo, gli aveva lasciato proprio una bella gatta da pelare.

“Non si preoccupi, signore. Adesso ci penso io.”

“Sara meglio, TAPPO!!” Rispose l’ippopotamo con tono minaccioso.

 

 

 

 





Il koala raggiunse la stanza duecentonovantasette.

Dal suo interno provenivano una serie di gemiti inequivocabili uniti ad un rumore ritmico di molle di materasso. Si udirono anche un paio di colpi sul muro.

Sulla porta c’era il cartello NON DISTURBARE.

Il koala bussò, ed i rumori cessarono di colpo.

Qualche istante dopo, la porta si aprì leggermente, ancora fissata alla catenella.

La testa di Nick fece capolino.

“...Sì?” chiese ansimando. Aveva l’aria stravolta ma soddisfatta.

“Ecco, signore...” disse il koala tradendo un certo imbarazzo, “...sarebbe già la terza volta che riceviamo lamentele per il troppo baccano, e...”

“Oh, se é per questo ti posso assicurare che ne riceverai molte altre, e per tutta la notte. Fossi in te mi limiterei ad ignorarle come hai fatto finora.”

“Ma vede, signore, ci sono altri clienti, e hanno i loro diritti...”

“Aspetta un attimo.”

Nick sparì dietro la porta per riapparire un attimo dopo. Nella mano sinistra teneva due banconote da cento, che porse al koala.

Un sorriso di gratitudine si stampò sul muso di quest’ultimo.

“Gr-grazie signore, davvero. Se doveste aver bisogno di qualcosa, QUALUNQUE cosa...”

“Lo terrò a mente. Ora sparisci.”

Nick richiuse la porta. Era completamente nudo. Non fece in tempo a girarsi che un’altra figura nuda gli saltò addosso, nella semioscurità.

Era Judy. Gli allacciò le gambe attorno alla schiena e le braccia attorno al collo, mentre Nick l’afferrò all’altezza dei glutei, sorreggendola.

Si baciarono.

“Non riesco a credere che tu gli abbia dato duecento dollari per lasciarci in pace.” gli disse.

“Nessun problema, carotina: tanto, erano falsi.”

Le dita della sua mano destra passarono lungo la linea della schiena di Judy ed iniziarono a giocherellare con il pelo bianco e grigio della sua coda.

“Oh, Nick!!” ridacchiò.

Ripresero a baciarsi con foga, e finirono di nuovo sul letto sfatto. La stanza era completamente sottosopra, tra tra sedie e mobili ribaltati. Sembrava avessero usato ogni centimetro a disposizione.

“Dove eravamo rimasti?” chiese Nick guardandola negli occhi.

“...Non me lo ricordo più.”

“Allora ricominciamo da capo. Vuoi?”

Judy fece di sì con la testolina.

Nick la baciò di nuovo, e cominciò a muoversi sopra di lei. La leccò un paio di volte sul musino, e poi iniziò a mordicchiarla delicatamente lungo il collo e le spalle.

Ultimamente ci pensava sempre più spesso. A quando l’aveva azzannata per finta al museo di storia naturale, dentro quella fossa, allo scopo di incastrare Bellwether. Non riusciva a scordare quella sensazione. Sentire la vita stessa di Judy tra le sue fauci, nel caldo scorrere del sangue dentro le sue vene; la morbida consistenza del suo collo, il battito del suo cuore estendersi attraverso la mandibola...era INEBRIANTE.

Era pur sempre un predatore, dopotutto.

Avrebbe tanto voluto riprovarci. Ma si vergognava da morire. Lo riteneva animalesco, immorale.

Finché una sera, non si sa come, riuscì a superare l’ imbarazzo. O forse Judy, accortasi che qualcosa non filava, lo costrinse a sputare il rospo.

In ogni caso, le confessò ciò che aveva in mente, e con sua enorme sorpresa Judy, dopo aver ascoltato incuriosita, acconsentì.

“Se a te fa piacere...in fin dei conti é come un gioco, cosa potrà mai esserci di male?”

La sorpresa divenne ancora più grande quando Judy scoprì che piaceva tantissimo anche a lei. Lo trovava pauroso ed eccitante al tempo stesso. Sentirsi completamente indifesa e alla sua mercé…

Era pur sempre una preda, dopotutto.

Ma le piaceva anche l’affidarsi totalmente a lui, con la consapevolezza che mai le avrebbe fatto del male...la considerava la più grande prova di amore e fiducia da parte del suo Nick.

Del resto anche un semplice bacio, il gesto più dolce tra due innamorati, non é forse l’impulso più gentile di MORDERE?

Nick risalì dalle spalle e giunse nuovamente sul collo di Judy. Inclinò la testa leggermente di lato e un istante dopo, serrò dolcemente le mascelle attorno alla sua gola.

Judy fu percorsa dai brividi e si morse un dito per non strillare. Serrò le gambe alla schiena di Nick e cominciò a dimenare i fianchi a sua volta, sempre più velocemente, stringendosi intorno a lui.

Nick si irrigidì e trattenne il respiro in un ultimo, estremo tentativo. Poi si sentì come sul punto di traboccare.

J-Judy!! I-io...non resisto più.

 

 

 

 

 




I gemiti ed il rumore di molle erano ricominciati più forte di prima, seguiti da una serie di acuti latrati. Ma al giovane koala non importava. Stava tornando tutto soddisfatto alla reception, rigirando tra le zampe le sue due banconote da cento fasulle.

 

 

 

 

 




La notte del giorno successivo, la gigantesca nave da crociera ZOOLANDER avanzava placida al largo della baia di Zootropolis.

Il mare era calmo, ed il cielo rischiarato dalla luna e dalle stelle.

Qualche minuto dopo, una volpe rossa in boxer apparve sul pontile. Portava con sé una trapunta di pregevole fattura, e parecchio costosa, a giudicare dall’aspetto.

La volpe raggiunse la battagliola imprecando e gettò la trapunta in mare, lanciando fantasiose maledizioni all’indirizzo di un toporagno mafioso di sua conoscenza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti!!

Vi avevo promesso una sorpresa prima di partire per le vacanze: spero vi piaccia.

Tre precisazioni: prima di tutto la scena di sesso, almeno inizialmente, non era prevista. Una volta che Nick richiudeva la porta, quello che accadeva tra loro due avrebbe dovuto essere affar loro. Poi ho udito una vocina che mi sussurrava: OSA. E ci ho provato. Mi auguro di non aver scandalizzato né offeso la sensibilità di nessuno. E comunque ho cercato di narrare la scena con tutto il garbo e la delicatezza di cui sono capace.

Seconda precisazione: Questo racconto é completamente “slegato” dalla mia storia principale, che come ho già detto riprenderà a fine mese.

Terza ed ultima precisazione: gli strafalcioni di Mr. Big e Koslov sono voluti. Spero solo di non averli trasformati nei cugini scemi di Don Vito Corleone e Ivan Drago, facendoli parlare in quel modo.

Comunque ho un po' di storie in arretrato da leggere e recensire e quindi mi rifarò vivo nei prossimi giorni (ho visto i nuovi episodi di Freez shad e DeniseCecilia per citare i più seguiti, ma anche gli altri, prometto di provvedere al più presto!).

Colonna sonora (daje!): Dalla scena degli invitati fuori dalla chiesa in poi, provate ad ascoltare IT’S A BEAUTIFUL DAY dei QUEEN (del resto, dà il titolo a questo racconto!).

Quando poi i due nostri sposini stanno, ehm, “facendo” provate a sentire NOTHING’S GONNA CHANGE MY LOVE FOR YOU di GLENN MEDEIROS.

Altro consiglio: se invece volete un’ unica canzone che vi accompagni per tutta la lettura, sentitevi la semplicemente meravigliosa MOMENTS IN LOVE degli ART OF NOISE.

Grazie e buone vacanze a tutti!!

 

A presto,

 

See ya!!

 

 

 

 

 

   
 
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