Anime & Manga > Soul Eater
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Autore: Ray TD    03/08/2016    4 recensioni
Soul e Maka erano in vacanza a San Francisco quando arrivò un uragano e li costrinse a stare in un piccolo hotel.
La poca disponibilità li costringerà a passare la notte nello stesso letto.
Cosa faranno Maka e Soul? Come potranno passare la notte? Che gli accadrà?
Contiene alcuni accenni di angst e alcuni piccoli accenni di Lime.
Soul/Maka.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Franken Stein, Maka Albarn, Soul Eater Evans | Coppie: Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Soul era seccato. Poco prima era con Maka sulla spiaggia di San Francisco a gustarsi un buon frappè di DeathBucks quando il cielo si è rannuvolato e si è propagato l’allarme uragano proveniente dall’est. I due giovani mollarono tutto e cominciarono a cercare rifugio in un luogo sicuro.
Mentre ancora cercavano un riparo, cominciò a piovere e furono costretti a fuggire ancora più in fretta perché a momenti le furie del vento sarebbero arrivate per farli volare nel magico mondo di Oz assieme a Dorothy e alla sua vicina con tutta la bici. Non potendo tornare al loro hotel in mancanza di questo dato che Soul e Maka non avevano fatto ancora il check-in, essendo arrivati in mattinata e immediatamente partiti per fare un giro, dovettero cercare un alloggio a buon prezzo e soprattutto libero.
Alla fine trovarono un piccolo hotel che soddisfaceva le loro condizioni dopo aver provato tutti gli alberghi del circondario con magri risultati tra il troppo caro e il troppo affollato. Il luogo non era male e dall’apparenza poteva sembrare un piccolo due stelle.
“Vorremo una stanza, per favore” chiese Maka.
“Nome?” chiese il commesso. Era un ragazzo che poteva essere riassunto in questa descrizione: Death the Kid in versione umana dagli occhi castani e dai capelli color mogano.
“Soul Evans e Maka Albarn” rispose Soul.
“Stanza doppia?”
“Ovviamente.”
Il commesso controllò i registri mentre alcune persone, alle spalle dei due ragazzi, portava delle assi di legno gigantesche, un martello e dei chiodi.
“Purtroppo ho solo una singola, le altre sono occupate. Va bene lo stesso?” disse il commesso sconsolato.
“Che ne dici, Maka?” chiese l’albino.
“L’importante è avere un tetto sulla testa” rispose tranquillamente la meister.
“Accettiamo.”
Il commesso diede le chiavi ai ragazzi e fece un cenno alle persone dietro di loro di sigillare la porta. Mentre questi sigillavano, Soul e Maka salivano all’unico piano superiore dell’albergo e notarono che tutte le finestre erano sigillate per prevenire danni. L’unica luce proveniva dai faretti sul soffitto.
Entrarono nella camera e la prima cosa che la giovane falce della morte fece fu tirare la sua valigia nella stanza. La camera prenotata era relativamente piccola. In una sola stanza c’era il divano, la televisione e il letto singolo mentre l’unica stanza separata era il bagno. Maka posò la sua valigia sul divano e raccolse quella di Soul poggiandola a fianco alla sua.
“Dunque…tu dormi pure sul letto” disse l’albino.
“E tu?” chiese la meister.
“Io mi posso accontentare del divano.”
“Che?”
“Beh, visto che il letto è uno solo, o quello o la sedia.”
“Soul, puoi anche dormire nel letto con me.”
Il ragazzo fu sorpreso dall’affermazione della bionda. Stava invitando un ragazzo a dormire a fianco a lei? Che cosa era successo alla Maka che aveva conosciuto tempo addietro?
“Ma solo se non ci proverai con me o ti ritroverai a dormire sul pavimento con le palle mancanti” aggiunse la ragazza vedendo lo sguardo stupito del partner.
Ah, eccola lì. Gli sembrava fin troppo strano.
“Tranquilla. Non ci penserei nemmeno morto” rispose tranquillo l’albino.
“Perché non ho alcun sex-appeal, vero? Maka…” disse la meister irritata, preparando a scaraventare il suo libro sulla testa del suo partner.
“Ferma! Non ho detto questo! Non ci penserei nemmeno perché un fico come me non lo farebbe mai senza permesso. Tutto qui” aggiunse frettolosamente la giovane falce della morte per evitare l’emicrania del Maka-Chop.
Maka si placò e ripose il libro nella valigia. Poi, preso il pigiama da questa, entrò nel bagno per cambiarsi. Dopo che uscì lei entrò Soul che ne uscì con meno vestiti di prima: Era rimasto in pantaloncini da bagno e ciò provocò grasse risate nella bionda.
“Ti sei messo il costume al posto del pantalone del pigiama?”
“Preferisci che dorma in mutande?”
“Fa nulla, dai. Andiamo a dormire.”
I due ragazzi si coricarono l’uno di fianco all’altro e si addormentarono abbastanza in fretta essendo parecchio stanchi.
Nella notte, però, qualcuno non dormiva sonni tranquilli. Maka nel sonno non faceva altro che singhiozzare e soffrire, in preda a quello che nel mondo di Morfeo stava vivendo.
Paura. Era quella la sensazione che stava stritolando la giovane bionda. Lei era in un luogo buio. Davanti e dietro, sopra e sotto, a destra e a sinistra non vedeva altro che nero. Non c’era alcun colore che traspariva, solo le tenebre assolute.
E dalle tenebre comparvero. Le sue paure peggiori. Fantasmi di un passato che sperava di superare.
Comparve davanti a lei un uomo lungo, dai capelli corvini, dallo sguardo iniettato di sangue e con una grande onda dell’anima che emetteva terrore: Ashura, il kishin.
Maka tentò di fuggire dalla parte opposta, trovandosi di fronte solo un uomo alto, dai capelli color ocra e dallo sguardo iniettato d’odio: Giriko, la motosega carpatica.
Lei provò a scappare verso nord-est, ma si trovò a sbarrarle la strada una donna alta, dai capelli color pece e dal fisico giunonico: Arachne, la strega eretica.
Tentò di scappare verso ovest ma, dall’oscurità dinnanzi a lei si materializzò una donna alta, dai capelli neri che terminavano in una vite di ciocche: Medusa, la strega dei serpenti.
Tornò indietro e si ritrovò al centro e circondata dai nemici che aveva sconfitto. Non sapeva dove andare e non sapeva cosa fare.
Ad un certo punto il pavimento cominciò a sprofondare sotto ai suoi piedi e si sentì come dentro le sabbie mobili. I suoi terrori si avvicinavano man mano a lei mentre affondava sempre di più e sempre più rapidamente fino a quando non affondò.
“Aiuto…aiutatemi, vi prego…Soul…Black*Star…Kid…” gridò la poverina in lacrime. “Tsubaki…Patty…Liz…” continuò a gridare. “Mamma…papà…” insisteva ancora, ma non ottenne risultati: Era sola in mezzo alla più nera oscurità. Non le restava che piangere. “Non voglio restare sola…salvatemi, vi prego…” sussurrò ormai alle lacrime.
Soul si svegliò per via dei rumori che stava sentendo e non ci mise molto a capire l’origine: Maka. Le sue lacrime bagnavano il letto, sussurrava parole come “Aiutatemi”, “Salvatemi” e chiamava pure il suo nome. Lui non poteva stare con le mani in mano mentre la ragazza che tanto amava in segreto da parecchi anni soffriva così. Non volendola svegliare per paura di farle rivivere il sogno nei suoi ricordi decise di attuare una manovra tanto rischiosa quanto necessaria, almeno secondo lui, in quel caso: Un eco dell’anima forzato. Questa manovra avrebbe potuto far restare sotto shock il partner, rompere la risonanza tra i due o peggio ancora. Decise di provare comunque, ma avendo una premura che definire “incredibile” è un eufemismo. Abbracciando stretto la sua meister, cominciò la procedura:
“Eco dell’anima” sussurrò Soul. Pochi secondi dopo era riuscito a risonare con la bionda partner e cominciò a trasmettere la sua sicurezza, il suo desiderio di proteggerla e il suo conforto attraverso la sua anima.
“Non piangere più, Maka. Ci sono qua io. Non avrai nulla da temere con me. Ti starò accanto per sempre. Sarai l’unica partner che avrò” sussurrò Soul, per poi cominciare a canticchiarle una nenia che cantava sua mamma quando era piccolo e aveva gli incubi:
“Non ti lascerò mai.
Non ti farò mai sentir giù.
Non ti porterò qua e là per poi abbandonarti.
Non ti farò piangere.
Non ti dirò mai addio.
Non ti ferirò mai dicendo una bugia.”
Disperazione. Era quello che stava provando Maka fino ad ora. Da sola, nella totale oscurità, stava perdendo ormai le speranze. Ma qualcosa accadde.
Vide una luce. Rimase sorpresa dalla sua presenza, come se non appartenesse a questo mondo. Eppure si sentiva attratta, come se fosse la sua scialuppa di salvataggio.
Provò ad avvicinarsi, ma fu la fonte di tanta luminescenza ad avvicinarsi a lei. Era un bagliore tiepido, come se fosse…umano. Questo lo avvolse come una coperta, facendola sentire al sicuro dall’oscurità che la circondava.
La giovane bionda fu felice che qualcosa la stava proteggendo da quel buio opprimente. Quella coperta lucente aveva pure un odore particolare. Pungente, muschiato eppure…di buono. Odorava di casa.
Quell’odore la faceva stare bene e le scaldava il cuore. Sentiva delle parole vaghe nella sua testa come: “Ci sono qua io” e anche “Ti starò accanto per sempre”.
Poi sentì una nenia dolce cantata dalla stessa voce che diceva quelle parole. Si ricordò infine l’odore che le pareva tanto familiare: L’odore del suo partner. L’odore di un ragazzo gentile e amorevole. L’odore di Soul.
Cominciò poi a sentire un ritmo regolare. Non era fastidioso o minaccioso, ma era rassicurante e tranquillo. Conosceva bene quel battito: Era quello della sua arma. Decise di rilassarsi sentendo quel dolce ritmo, avvolta nella coperta di luce morbida del compagno.
Maka smise di piangere e cominciò a sorridere. Soul rimase sollevato: La terapia aveva funzionato a dovere. Lei si rannicchiò avvicinandosi di più al petto di lui. Questo sorrise vedendo la scena e, con l’amore tanto a lungo cercato tra le sue braccia, si addormentò serenamente.
 
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Maka si reggeva a malapena per via della mancanza di sonno. Era già da qualche giorno che dormiva male per motivi a lei ignoti. Decise di rivolgersi, suo malgrado, da Stein, dato che Nygus non le aveva trovato problemi fisici o fisiologici. Arrivata alla casa coperta di cuciture, suonò la porta e si ritrovò di fronte il suo insegnante dai capelli cinerei.
“Come ti posso aiutare, Maka?” disse l’insegnante.
“Ecco…ho problemi di sonno” rispose lei.
“E non hai chiesto a Nygus?”
“Per lei sono sana come un pesce.”
“Allora perché sei qui?”
“Penso che sia un problema di anima.”
Il professore fece sdraiare la bionda sul tavolo operatorio e cominciò ad auscultare il battito di cuore e anima. Dopo una serie di auscultazioni, cominciò a visionare lo spettro dell’onda antidemone detta “Grigori”. Una decina di minuti dopo, aveva la soluzione.
“Dimmi, Maka…per caso riesci a prendere sonno soltanto con Soul vicino?” disse Stein.
“Si, professore.” Rispose la giovane meister.
“E per lui è lo stesso?”
“Esatto.”
“Uno di voi ha provato un eco dell’anima forzato di recente?”
“Soul. Era durante l’uragano, avevo gli incubi e lui ha deciso di intervenire per tranquillizzarmi nel sonno.”
“Bene…lui ti piace?”
“Si…è un ottimo amico e un’ottima falce della morte.”
“Non intendevo in quel senso…”
Maka si sentì avvampare le gote dall’imbarazzo. Poi confessò:
“Si, mi piace molto dal giorno in cui parò quel fendente a Firenze.”
“Pare proprio che io abbia azzeccato la mia diagnosi” disse lo scienziato soddisfatto.
“Come?” chiese la bionda perplessa.
“Un pezzetto dell’anima di Soul si è infiltrato nella tua anima, così come un tuo pezzetto si è infilato nell’anima del primo. È per questo che potete dormire tranquillamente insieme: Le vostre anime si completano a vicenda.”
“Com’è possibile che un pezzetto della mia anima si sia infiltrato nell’anima di Soul?”
“Forse è perché piaci a lui come lui ti piace.”
“Come?”
“Vi piacete entrambi parecchio segretamente. Quando due anime si piacciono a vicenda ed entrano in risonanza, c'è una possibilità che queste comincino a fondersi.”
Poi spiegò alla ragazza come risolvere il suo problema di sonno.
“Spero di averti aiutato a sufficienza, Maka.”
“Grazie mille, professore. Arrivederci!”
Maka uscì dalla casa di Stein, correndo verso casa sua.
 
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Soul era tranquillo. Stava preparando la carne per gli hamburger per cena mentre ascoltava il suo pezzo preferito: The Great Gig in the Sky dei Pink Floyd. Era la canzone che suonava più spesso al pianoforte e che l’ha introdotto ad un mondo totalmente diverso da quello della musica classica che suonava sempre quando era con i suoi genitori. Mentre posò gli hamburger nella padella, entrò Maka nell’appartamento.
“Soul? Sei a casa?” chiese la giovane meister.
Il ragazzo si palesò di fronte a lei e poi chiese:
“Hey Maka! Sto preparando la cena! Ti va…” ma fu interrotto dalla ragazza che lo abbracciò all’improvviso. Lui non disse nulla, ma ricambiò, con un misto tra stupore e felicità.
“So che tu mi ami” sussurrò la bionda all’orecchio del suo partner.
Questo cominciò a balbettare e a divenire rosso come un peperone, ma la ragazza dagli occhi di smeraldo posò un dito sulle labbra dell’albino.
“Shh, è tutto ok. Ti amo anch’io, Soul. Ti amo tantissimo” rispose lei con un sorriso.
Soul sorrise e baciò le labbra di Maka che ricambiò con altrettanta passione. Come nelle poesie di un poeta francese, loro erano “molto più in là della notte, molto più in là del giorno, nell’abbagliante splendore del loro primo amore”, senza preoccuparsi di nulla: Delle future risate becere di Black*Star, del fatto che probabilmente le fangirl dell’albino avrebbero cominciato a pedinare la bionda come dei paparazzi alla ricerca di uno scoop, del fatto che probabilmente sia lui che lei avrebbero guadagnato dei fan della loro coppia che avrebbero scritto fanfic su di loro, del fatto che il padre della meister avrebbe quasi strozzato la giovane falce della morte e anche del fatto che gli hamburger sulla padella stavano bruciando obbligando la coppia a ordinare dal cinese all’angolo.
Dopo un po’ si staccarono per prendere fiato. Si guardarono negli occhi lucidi dalla felicità e si abbracciarono per pochi secondi dato che la giovane falce dovette togliere gli hamburger, ormai ridotti a carbone, dalla padella.
“Ci ho messo il pomeriggio a farli…sarà per un’altra volta. Ordiniamo da Ken?” disse il ragazzo.
“A me va bene. Per me pollo alle mandorle, tu?” rispose la ragazza.
“Riso fritto alla cantonese. Ma poi Stein ti ha detto come risolvere il problema del sonno?”
“Si, adesso ti dico tutto” per poi spiegare quello che le aveva detto Stein.
“Ma come risolviamo il problema?”
“Stein dice che è temporaneo e che, per risolverlo, dobbiamo dormire insieme per almeno un mese.”
Al sentire quelle parole, il sorriso di Soul si allargò a trentadue denti per i pensieri poco puliti che stava facendo.
“Ma senza fare sesso. Il massimo possibile sono coccole e baci. Niente di erotico per almeno un mese” ammonì Maka vedendo il sorriso del suo compagno.
Quest’ultimo rimase leggermente deluso, ma decise di prenderla con filosofia rispondendo: “Beh, ho aspettato per tanto tempo che la mia bella arrivasse, posso aspettare un mese per essere uno con lei.”
 
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Soul era in camera sua da solo. Il mese dove Maka si era trasferita nel suo letto era finalmente passato ed entrambi ne avevano giovato sia della compagnia che del sonno. Ma quell’idillio era finito quando Stein notò che sia lui che lei avevano l’anima in piena regola e quindi la terapia non era più necessaria.
Si accingeva ad andare a dormire quando vide la sua fidanzata sul ciglio della sua porta della camera da letto.
“Maka, che ci fai qui? Non riesci a dormire?” chiese l’albino.
“No…Posso dormire con te?” rispose lei.
“Per me va bene…Ma Stein non aveva detto che la situazione si era risolta?” La giovane falce era rimasta abbastanza sorpresa dalla domanda della sua meister.
“Si è risolta, infatti. Non ti piace che stia con te?” La bionda disse quest’ultima parte con un piccolo adorabile broncio.
“Mi piace tantissimo, solo che…” ma non finì la frase che le labbra di Maka si posarono sulle sue.
“Sai…ho adorato questi giorni in cui dormivo con te. Non voglio che finiscano solo perché Stein ha detto che le nostre anime sono a posto. E inoltre…ho un regalino per te” spiegò lei, per poi avvicinarsi all’orecchio del suo fidanzato e sussurrargli qualcosa.
La reazione del giovane fu quasi immediata: Un rivolo di sangue che colò giù dal suo naso.
La bionda fece una risatina al vedere la scena e gli accarezzò dolcemente il viso.
“Questo è per essere il miglior fidanzato di sempre e per avermi salvato dai miei incubi” disse lei per poi baciarlo e prenderlo per il colletto del suo pigiama per trascinarlo con lei nel letto.
Soul non poteva essere più felice di così.

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Salve! Per "interrompere" la pausa tra il nuovo capitolo della mia fic sequel di Soul Eater (Che vi invito a leggere IMMEDIASUBITO), ho deciso di creare e pubblicare questa fic che mi è balzata in mente nella notte del 18 luglio di quest'anno.
Detto ciò...non so ancora quando pubblicherò il nuovo capitolo visto che adesso ho pure un lavoro estivo e ho intenzione di frequentare l'università, ma prometto che aggiornerò dato che in Italia il fandom di Soul Eater si è...impigrito.
Dunque...passiamo al classico F.A.Q. anticipato:
1) DeathBucks? E che ci facevano Soul e Maka a San Francisco? Non stanno bene a Death City?
Beh, se mettevo il marchio originale mi potevano accusare di product placement gratuito. Soul e Maka sono americani che vivono in Nevada e di fronte a loro si staglia il deserto. San Francisco è l'ideale.
2) Giriko, la motosega carpatica?
Si, Giriko è a tutti gli effetti del villaggio di Loew, nella Repubblica Ceca. Converrete pure voi che scrivere "Motosega ceca" sarebbe stato alquanto bizzarro e poco ad effetto. Volevo scrivere "Motosega balcanica" ma la Repubblica Ceca non è nei Balcani e avrei fatto una stronzata a livello geografico e, per uno diplomato al tecnico turistico come me, sarebbe stata una bestemmia.
3) Che canzone sta cantando Soul?
Beh, è una traduzione italiana di una canzone abbastanza popolare. Ecco il link:
https://www.youtube.com/watch?v=oHg5SJYRHA0

Spero vi piaccia.
4) Soul ascolta i Pink Floyd? Perché citare Prévert? E la sequenza degli hamburger mi è familiare...
Ecco, la scelta della canzone è stata ARDUA. Perché? Perché non volevo che Soul ascoltasse la classica musica depressa del piffero, ma nemmeno una roba pop dozzinale. Volevo che rispecchiasse un pochino Soul, ma che fosse adatta alla situazione. Quindi, levando tutte le canzoni metal, rock ecc. che in quella situazione c'entravano poco e non conoscendo per nulla il jazz, la scelta è caduta sui Pink Floyd. Tolti The Wall, Wish You Were Here e Welcome to the Machine, mi è rimasta The Great Gig in the Sky. Ho citato Prévert perché, appunto, loro se ne fregano se verranno presi di mira da Spirit come i ragazzi che si amano se ne fregano del giudizio delle persone che li segnano col dito. Se la sequenza degli hamburger vi sembra familiare, ho deciso di omaggiare una fic SoMa qui su EFP che vi STRACONSIGLIO. Si chiama "Non è cool senza di te" di IllyElric e, se mi da il permesso, vorrei tradurla in inglese per portarla su Tumblr e Fanfiction.net data la sua bellezza.
5) Persone che faranno fanfic su di loro? Ma che...? Ah, che dice Maka a Soul all'orecchio?
Si...mi sa che gli ho fatto rompere leggermente la quarta parete. Beh, ciò che dice Maka a Soul...non è roba adatta ai minori. Sappiate solo che Soul avrà la notte migliore della sua vita.
Grazie per aver visto questa fic e ci vediamo alla prossima!
Se volete avere anteprime esclusive sulle mie prossime fic e volete seguirmi pure al di fuori di EFP, cliccate sul mappamondo sul mio profilo: È la mia pagina Tumblr, iscrivetevi e chiacchierate un po' con me.
Ah, non dimenticate di recensire questa fic!
Ciao!
Ray

 
  
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