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Autore: Potter4ever    03/08/2016    2 recensioni
Sono passati 11 anni dalla fine della guerra. Per Hermione e Draco molte cose sono cambiate e non in meglio. Lui è in prigione, condannato a vita, mentre lei è in esilio.
Ma una profezia cambierà tutto.........
Genere: Avventura, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La notizia dell’innocenza di Malfoy fece immediatamente il giro del mondo magico.
La notizia che Hermione Granger e Draco Malfoy erano stati inviati nel passato per salvare la signora Ginevra Weasley in Potter, nonché per assicurare un futuro al mondo intero sconfiggendo un mago oscuro più forte e potente di Voldemort, accese gli animi dell’opinione pubblica, attizzati a dovere da giornalisti più o meno seri (Rita Skeeter docet), tanto che i due giovani furono costretti a rimanere all’interno del castello di Hogwarts dove, comunque, venivano raggiunti di continuo da gufi inviati dai vari giornali e anche da gente comune che esprimeva il proprio parere, la maggior parte delle volte negativo, sull’evolversi dei fatti.
“Sono stanca di rimanere chiusa qui dentro, mi manca l’aria!”
“Hermione, per favore, smettila di andare avanti e indietro! Mi stai facendo venire la nausea!”
“Voglio tornare alla mia vita, voglio girare di nuovo libera per strada! Chiedo troppo?”
“Devi avere ancora un po’ di pazienza, prima o poi troveranno qualcos’altro di più interessante e ci lasceranno stare”
“Come fai a restare così calmo, impassibile! Io non ce la faccio più!”
“Se devo essere sincero devo ancora realizzare in pieno quello che è successo e poi, dopo essere stato rinchiuso per tanti anni, non ho tutte le tue difficoltà a non uscire all’aria aperta. Non nego che non vedo l’ora di riavere una vita mia, ma sopporto e so che prima o poi tutta questa pazzia finirà”
“Ascolti il sig. Malfoy, signorina Granger, sono parole molto sagge” – La professoressa McGranitt era entrata in quel momento ed Hermione non poté non notare quanto era invecchiata in quelle ultime settimane – “Avrei bisogno di parlarvi un attimo, se non vi spiace”
“Dica pure professoressa, non si preoccupi”
“Io non mi sono ancora scusata a dovere per il comportamento che tenni all’epoca del vostro processo. Avrei dovuto saperlo che le cose era diverse da quella che sembrava l’evidenza, ma mi sono lasciata condizionare e sono rimasta chiusa nelle mie convinzioni per tutti questi anni. Voi mi avete dato una lezione difficile da dimenticare, avete accettato di lottare e di tornare in un posto che, allora, nulla aveva da offrirvi, soprattutto a lei signor Malfoy”
“Veramente.......non mi sembra che ci siano state date tutte queste alternative......personalmente mi hanno prelevato di peso dalla mia cella, cruciato, trasportato al Ministero, cruciato di nuovo, giusto per non farmi mancare niente, salvato dall’intervento di Potter e, come chicca finale, spedito indietro nel tempo di 200 anni, il tutto senza darmi un briciolo di spiegazione”
La voce di Draco non era astiosa, ma un pizzico di risentimento emergeva comunque, tanto che Hermione, sorridendo, posò la mano sul braccio dell’uomo per calmarlo.
“Ha ragione sig. Malfoy, il suo trattamento non è stato dei migliori, ma il coraggio da lei dimostrato nel tornare, soprattutto, ha dato da pensare a molti. Quasi tutti avevano scommesso che lei non sarebbe riapparso al cerchio di pietre”
“La tentazione è stata forte, non lo nego, ma una persona mi ha fatto ragionare e capire che era l’unica cosa possibile da fare. Mi aveva assicurato che la mia vita sarebbe cambiata e mi sono fidato. Non ho sbagliato”
“E’ giunto per me il momento di farmi da parte, ho deciso di dimettermi dal ruolo di Preside e fare spazio a chi è più giovane di me”
“NO!!!!!” – urlarono in coro i due giovani – “Lei non deve andarsene, Hogwarts ha ancora bisogno di lei al comando! Se non crede a noi, crederà a quello che dobbiamo mostrarle”
Hermione e Draco si incamminarono, insieme alla Preside, fino alla tomba di Silente, luogo dove si avvertiva sempre un senso di pace e completezza. Ricordando le parole della veggente, Hermione si posizionò dalla parte dove si trovava la testa di Silente e, con l’aiuto di un incantesimo, fece uscire dal terreno un piccolo scrigno, dall’aria vissuta e stranamente famigliare, consegnandolo nelle mani della McGranitt.
“Devo ancora abituarmi alla sua facoltà di fare magie senza bacchetta. Cos’è questo?”
“Non lo so, ma la veggente che ci ha seguiti nel nostro viaggio nel tempo ha detto che questo servirà a farle cambiare idea”
“Ma è lo scrigno di Silente! Non l’avevo più visto e pensavo che qualcuno l’avesse trafugato dal suo ufficio durante l’occupazione dei seguaci di Voldemort, magari qualche Mangiamorte amante dei souvenir!”
Al tocco di Minerva, lo scrigno si aprì, scoprendo al suo interno una pergamena che, sempre per magia, ruppe il sigillo che la fermava e, srotolandosi, planò dolcemente nelle mani di Hermione.
“Sembra che debba essere io a leggerla, nonostante sia indirizza a lei, Preside”
“A me?”
“Cara Minerva, immagino già la tua faccia quando la signorina Granger ti leggerà queste righe, davanti alla mia tomba.
Io sarò morto già da molti anni, Voldemort sconfitto come detto dalla profezia e tante cose saranno successe, alcune giuste altre un po’ meno.
Si, so perfettamente cosa dovrà succedere, ne sono stato messo al corrente alcuni mesi prima della mia morte.
Una famosa veggente, antenata della nostra Sibilla, mi è apparsa in sogno una notte, raccontandomi tutti gli avvenimenti che si sarebbero verificati dalla morte di Voldemort in poi.
Ripensandoci, forse non era proprio un sogno, ma non sottilizziamo.
Non arrabbiarti Minerva, neanche tu signorina Granger e neanche tu signor Malfoy, la veggente mi ha predetto che, se avessi anche solo accennato alle cose che mi aveva raccontato, la storia avrebbe avuto tutt’altro epilogo e io non potevo rischiare di vedere Voldemort salire al potere.
Sapevo già che di lì a poco sarei morto e non volevo che il mondo in cui avevo tanto creduto sparisse e fosse distrutto perché non ero stato zitto.
Cara Minerva, non è ancora giunto il momento che tu lasci Hogwarts, dovranno ancora passare tanti anni, ma tu ce la farai, hai una forza d’animo e una tempra d’acciaio che ti faranno superare tutte le difficoltà.
So che ti senti in colpa per gli anni di carcere del sig. Malfoy e per il trattamento riservato a Hermione, ma era necessario che i fatti si svolgessero proprio in quel modo.
Il nostro mondo, il mondo magico, è complicato, strane leggi lo governano e la Divinazione, materia tanto odiata dai nostri studenti, a volte è l’unico faro in mezzo all’oscurità.
Sei una persona pratica, lo so e difficilmente accetti una spiegazione solo perché arriva da una profezia, ma quando questa profezia è stata fatta da oltre 200 anni, posso solo immaginare il tuo scetticismo.
Ma se ti soffermerai a pensare anche solo un po’, capirai che quello che ti sto dicendo è l’assoluta verità.
Non posso spiegarti meglio, ma tu devi rimanere a capo della scuola e, quando arriverà colei che ti dovrà sostituire, lo capirai immediatamente.
Non scuotere la testa, Minerva, lo sai che ho sempre amato parlare per enigmi e, anche da morto, non mi voglio contraddire.
Ora basta, ho parlato anche troppo e sto diventando sentimentale, colpa dell’età.
Questo non è un addio, Minerva, potrai sfogarti per tutto il tempo che vorrai con il mio ritratto nel tuo ufficio.
Con affetto,
Albus Wulfric Percival Brian Silente”
Per un bel po’ di tempo, nella radura, si sentirono solo i rumori degli animali e delle foglie mosse dalla brezza, mentre tre paia d’occhi continuavano a guardarsi in modo allucinato.
“Non ci posso credere, quest’uomo fa danni anche da morto” – esordì Draco, per rompere la tensione che si era creata
“Lo ha sempre fatto, non ti ricordi?” – rispose Hermione con voce flebile.
La Preside stava per ribattere quando, all’improvviso, Hermione si accasciò a terra, svenuta e le attenzioni furono tutte per lei, anche il biglietto di Silente passò in secondo piano.
 
Tre paia d’occhi fissarono un’allibita Hermione che, stesa in uno dei lettini dell’infermeria, si stava riprendendo dallo svenimento di poco prima.
La cosa che, immediatamente, la colpì fu il tono di quegli sguardi: non erano preoccupati, ma sorpresi e si, anche soddisfatti.
“Sembrate dei gatti che hanno appena messo le zampe su una preda succulenta, quasi quasi comincio a preoccuparmi”
“Finalmente ti sei svegliata! Stavo cominciando a pensare di darti qualche schiaffo!”
“Grazie Malfoy, sempre gentile! Ma cosa mi è successo? Ricordo che eravamo nella radura e la Preside aveva appena finito di leggere un messaggio di Silente, poi più niente”
“Sei svenuta, signorina Granger, se non fosse stato per il sig. Malfoy che ti ha afferrata al volo avresti anche potuto farti male”
“Non capisco. Madama Chips, cos’ho? Sono grave?”
“No cara, non sei grave, ma dovrai riguardarti un pochino da adesso in avanti, cercare di non stancarti tanto e non fare sforzi”
“Allora sono davvero malata!”
“No, sei solo incinta!”
Draco aveva sganciato la bomba. Hermione spalancò gli occhi incredula, aprendo e chiudendo più volte la bocca, senza riuscire ad emettere alcun suono.
“Signor Malfoy! Un po’ di tatto, per favore!”
“Preside, non è minorenne, è una donna adulta che dovrebbe sapere che, se non si prendono precauzioni, facendo certe cose si corrono certi rischi”
“Per Merlino e Morgana! Solo a me poteva capitare una cosa simile!”
“E perché mia cara? Non penserai mica di essere la prima ad avere un bambino!”
“No, Madama Chips, ma sono sicuramente la prima ad avere un figlio da un uomo morto ormai da 200 anni!”
Hermione e Draco si guardarono negli occhi e, simultaneamente, scoppiarono in una fragorosa risata, finché, rimasti senza fiato, furono costretti a smettere.
Con le lacrime agli occhi, forse non solo per il troppo ridere, Hermione si rivolse ad una sbigottita Minerva McGranitt
“Non si preoccupi Preside, non sono impazzita e non sto sottovalutando la situazione, ma si renderà conto che l’avermi spedita nel passato ha avuto conseguenze ben strane!”
Cercando di soffocare un altro attacco di risate, Hermione posò inavvertitamente gli occhi sul tavolino a fianco del suo letto, dove era posata la piccola scarsella di cuoio, dalla quale non aveva voluto separarsi; si accorse che, dalla stessa, usciva un pezzo di quello che sembrava pergamena e, incuriosita, si allungò per prenderlo.
Era, effettivamente, una pergamena, sigillata con lo stemma di Hogwarts, dall’aspetto antico e la strega capì immediatamente da chi arrivava. Rompendo il sigillo, lesse le parole che una donna aveva scritto, duecento anni o pochi giorni prima, a seconda dei punti di vista.
“Colei che si era persa si è ritrovata. Colui che aveva perso si ritroverà vincitore.
Cara Hermione, avrei potuto dirtelo quando ancora eri da noi, sono sicura che la tua vita nel nostro tempo sarebbe stata ricca e felice, ma il tuo posto non era con noi.
Tu sei sempre l’eroina del mondo magico e le difficoltà che hai dovuto affrontare non hanno fatto altro che temprare il tuo spirito. La magia è forte in te e l’unico modo per farti capire che solo nel mondo magico potrai essere felice era farti attraversare l’inferno. La tua capacità di fare magie senza bacchetta diventerà sempre più forte e, insieme al tuo nome, contribuirà a farti diventare una delle persone più importanti del tuo tempo.
Draco sarà sempre al tuo fianco, compagno e non compagno, anche lui ripagato ampiamente per tutti i torti subiti.
La sofferenza vi ha fatti diventare persone migliori, quelli di cui Hogwarts e tutta la comunità magica ha bisogno.
Volevo rassicurati a riguardo di Jaime. Sta bene e nel futuro avrà un ruolo molto importante per la sua gente. Avrai già capito che lui non era destinato a te, ma arriverà un’altra donna che riempirà quel vuoto che lui, inconsciamente, avverte.
Non credo che ti stupirai più di tanto sapere che, anche lei come te, arriverà dal futuro.
Ma tu vivi e sii felice. Te lo meriti.
Con affetto, Sibilla”
Tre paia d’occhi si fissarono, sgomenti e, istintivamente, la mano di Hermione cercò quella del suo amico e compagno d’avventure.
“Ora capisco. Compagno e non compagno. Dimmi che potrò sempre contare su di te, dimmi che non mi abbandonerai”
“Mai. Io devo reinventarmi una vita, se vuoi lo faremo insieme, così non saremo soli ad affrontare tutte le difficoltà: Voglio starti vicino, come amico o, come dice la nostra amica, compagno”
“Va bene, Draco, ma mi spieghi perché, alla fine, riusciamo sempre a metterci nei guai noi due!”
“Effettivamente, mi sembra di assomigliare un po’ troppo a Potter, per la capacità di cacciarmi sempre in qualche pasticcio!”
“Non dirmi che preferisci la tranquilla esistenza di prima!”
“A dir la verità, non so cosa sia peggio, se una cella ad Azkaban o un marmocchio che piange a tutte le ore!”
I due giovani, impegnati ed eccitati all’idea delle tante novità che li stavano aspettando, non si erano accorti che l’anziana Preside si era allontanata ed era uscita dall’infermeria.
“Albus, adesso capisco le tue parole. Non mi perdonerò mai gli errori fatti, ma almeno so che sono serviti. Spero siano felici, ma non si arrenderanno mai, è questa la loro forza”.
Chiunque fosse passato nel corridoio avrebbe visto la Professoressa McGranitt con un sorriso luminoso sul viso, in contrasto con le grosse lacrime che, copiose, le scendevano dagli occhi.





E così siamo giunti alla fine, purtroppo e finalmente.
Manca solo l'epilogo e poi scriverò la fatidica parola che concluderà questa storia.
Mi sa che mi metto a piangere...................
  
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