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Autore: Merkelig    03/08/2016    1 recensioni
Cosa è successo dopo la conclusione di matrix revolutions? Come gli esseri umani hanno affrontato il peso dell'eredità dell'Eletto?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Neo, Nuovo Personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Matrix Reborn


- Mia! Smettila di chiacchierare con Katharina e rispondi tu alla domanda.

Mia -sette anni di ribelle vivacità- guardò l'insegnante di storia con espressione interrogativa. Questa sospirò. Non riusciva proprio ad arrabbiarsi per la disattenzione della sua alunna, di fronte a quell'ammissione di sincera disattenzione.

- Avevo chiesto – riprese con tono severo – di riassumere gli avvenimenti accaduti durante la Guerra delle Macchine e di come questi hanno influenzato il modo in cui viviamo oggi.

- Sì, dunque... - iniziò Mia, aggrottando la fronte nello sforzo di ricordare la lezione – quattrocento anni fa le macchine combattevano gli esseri umani e li usavano come conf... conb... combustibile. Li avevano intrappolati in Matrix.

- E cos'è Matrix, Tod? - la interruppe l'insegnante rivolgendosi ad un alunno in fondo all'aula.

- Ehm... un programma?

- Esatto. Metti via quei fogli per piacere. Continua, Mia.

- Alcuni uomini riuscirono a scappare. Si riunirono ad altri uomini nati fuori da Matrix e andarono a vivere tutti a Zion.

- Chi sa dirmi cos'era Zion? Leo?

- Ai tempi era l'ultima vera città libera e si trovava sotto terra. La nostra città si chiama Nuova Zion per quella Zion là.

- Eccellente. Mia, eravamo rimasti agli uomini liberati da Matrix.

- Un giorno hanno liberato un tizio...

- No Mia, non un tizio. Puoi dire "un uomo", o "un ragazzo" se preferisci.

- Va bene, maestra Lyli. Un giorno hanno liberato un uomo di nome Neo.

- Chi lo ha liberato?

- Morpheus, della Nabucodonosor.

- Molto brava. Và avanti.

- Neo era il Prescelto. Durante la Battaglia per la Darsena andò nella città delle macchine e fece la pace tra loro e tutti gli uomini.

- Bene. Dopo che successe?

- Noi abbiamo approfittato della tregua e ce ne siamo andati da Zion. Mentre stavamo... ehm... maestra, come si dice “andare in giro”? Quando non sai dove vai?

- Vagabondare?

- Sì! Ecco, noi stavamo vagabondando e abbiamo trovato le torri di Babele, queste torri altissime dove viviamo oggi. E basta.

- Bene Mia, ottimo. Ora siediti per piacere e ascolta con attenzione. La lezione di oggi è proprio sulle torri di Babele, che prendono il loro nome da un antichissimo mito cristiano di cui parleremo la prossima settimana. Qui sopra siamo al sicuro, oltre le nubi che noi stessi abbiamo creato secoli fa. Ci siamo ricostruiti una vita alla luce del sole. Abbiamo unito le Torri con ponti fatti di funi d'acciaio, quelli che vediamo all'orizzonte dal cortile della scuola. Coltiviamo, e le nostre piante sono le dirette discendenti di quelle che vivevano a Zion.

- Ehm... maestra?

- Sì Russel?

- Cosa è successo a Neo?

- Non si sa nulla di certo sulla sua morte. - sospirò l'insegnante – È semplicemente scomparso nella Città delle Macchine. Non tornò mai indietro, e il suo corpo non venne mai restituito. C'è chi lo riteneva una figura divina in qualche modo, e quelli stessi uomini costituirono il primo nucleo della Chiesa dell'Eletto, sopravvissuta fino ad oggi. Queste persone credono che Neo fosse una figura sacra, nato all'interno di Matrix e passato da una reincarnazione all'altra fino a quella che oggi conosciamo.
Ma se volete sapere la mia, bambini, io credo che fosse semplicemente un uomo che ha avuto il coraggio di fare qualcosa di straordinario. Credo che tutti noi dovremmo ispirarci a lui.

- Maestra... mia nonna mi ha raccontato questa storia, e mi ha detto che lei crede che un giorno Neo ritornerà. Ma... se era solo un uomo, come fa a tornare?

- Io non lo so, Lucy. Però credo che se mai tornerà, sarà per vivere una vita normale. Recuperare un futuro a cui ha rinunciato per tutti noi. In fondo ogni uomo aspira ad una cosa sola. La pace.


 



 
 
Mia camminava per la strada diretta verso casa. Aveva chiacchierato con Katharina durante tutto il tragitto ma ora stranamente non aveva più voglia di guardare le persone o toccare i fili d'erba, come faceva sempre. Stava pensando a quello che aveva detto la sua insegnante.

- Bambina. Sì, tu. Scusami solo un secondo.

Mia si irrigidì e squadrò l'uomo di fronte a sé.

- Mi dispiace, signore, ma la mia mamma mi ha detto di non parlare con gli sconosciuti. Dice sempre che il fatto che da anni si viva tutti in armonia non è un buon motivo per farsi fregare dal primo che passa.

Lo sconosciuto rimase senza parole per qualche secondo, poi diede un educato colpo di tosse.

- Uhm... la tua mamma ha fatto benissimo a dirtelo. Puoi solo dirmi dove siamo?

- Torre 221. - fece la bambina con fare diffidente.

- Torre? - lo sconosciuto sembrava davvero spaesato, e Mia ne ebbe pietà. Suo nonno in casa si guardava intorno meravigliato qualche volta, perché all'improvviso non si ricordava più di aver cambiato abitazione quando la sua nipotina era nata. Chiamava la moglie Clarisse perché lo riportasse a casa, quando la nonna era morta da cinque anni.
Anche se lo sconosciuto sembrava un po' troppo giovane per avere un problema simile.

- Sa dirmi dove abita? Deve tornare a casa?

- No, io... ecco... non... non me lo ricordo.

- Come non se lo ricorda? Non si ricorda dove abita?

- No. Non so... ecco, non ricordo...

- C'è qualcosa che si ricorda?

- Sì. Il mio nome.

- E come si chiama?

- Thomas Anderson. - affermò lui, fissandola con profondi occhi scuri.


fine   
  
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