XIII: Mangiando un gelato
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Nulla da aggiungere: colpa del
caldo che oggi ha deciso di andarsene in vacanza
Fa.
Caldo.
Ancora si chiede
come facciano i fratelli Italia a non sciogliersi sotto quel sole rovente che,
per lui, è equivalente a una fornace.
È
proprio la stessa orribile sensazione, ci scommetto qualsiasi cosa.
E, ovviamente,
Norvegia si è preso un’insolazione da Guinnes dei
Primati appena ha messo piede fuori dall’aeroporto – e ora è lì, bloccato nella
sua stanza d’albergo più morto che vivo e con la sensazione di avere un macigno
sulla testa.
-Voglio tornare a casa…
- mormora appena nello stesso momento in cui un brivido gli percorre la schiena
e reprime il desiderio di calciare in fondo al letto le quattro coperte in cui
Danimarca, in uno slancio di iperprotettività, l’ha praticamente abbozzolato - e ora sta morendo di caldo.
-LUKIE, SONO TORNA-
AAAAH!- Danimarca evita per un soffio il libro che l’avrebbe colpito in pieno
viso. –Ma dico, sei impazzito?!-
-Tu mi hai fatto
prendere uno spavento, cretino!- lo rimbecca sbottando, alzandosi di scatto e
oh la stanza gira. –Di solito si bussa, prima di entrare.-
-Ma non volevo
svegliarti… - borbotta offeso il danese, sedendosi sul bordo del letto e
cominciando a mangiare quella che sembra una coppetta di gelato mezzo sciolto.
-Mi avresti
svegliato comunq... – oh cielo, conato di vomito.
-…Lukie?-
-Fai sparire quella
cosa dalla mia vista, Matt. Ora.-
Santo Odino, ma
cosa ha fatto di male per meritarsi tutto questo?
-Voglio tornare a
casa.- esala ancora, di nuovo abbozzolato in un numero spropositato di coperte
e con un danese cretino che continua a mangiare quel gelato come se nulla
fosse.
D.P.P.: Deliri Post Partum
Io dovrei finire i
prompt per la SorMik e Laven week, ma questa cosa doveva essere scritta e quindi
niente: eccola a voi.
…tra l’altro
dovrei anche studiare, ma sshh-
Maki