Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Elsinor    05/08/2016    5 recensioni
Pansy Parkinson: una faccia da carlino e una pessima reputazione. Tacchi alti, abiti contro il regolamento e si va a turbare le orge di Hogwarts. Anche il professor Piton cederà (come tutti) al fascino canino della sexy studentessa?
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Severus Piton | Coppie: Blaise/Pansy, Draco/Harry, Draco/Pansy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Tutti a Hogwarts conoscevano Pansy Parkinson. Biblicamente, ovvio.
I mormorii scandalizzati delle ragazze la seguivano lungo i corridoi, secondi soltanto ai fischi e alle risatine dei ragazzi.
Diretta ai sotterranei per la lezione di Pozioni, Pansy camminava disinvolta sulle sue babbane Louboutin (i Babbani che gliele avevano vendute erano stati uccisi, quindi non c'era problema) dai tacchi a spillo vertiginosi e le suole scarlatte come la sua anima. Anche le labbra di Pansy erano scarlatte, e un pesante smokey eye finiva di decorare il suo muso da carlino.
La divisa di Hogwarts le copriva a malapena le pudenda, ridotta a un semplice fazzoletto nero svolazzante. Le gambe scoperte erano fasciate in autoreggenti dal bordo di pizzo verde, e dal bordo strippava un rotolino di coscia.
Era tutto così contro le regole! Ma a Pansy Parkinson non si addicevano le regole.
«Ehi, Parkinson, quanto prendi l'ora?» le gridò un pragmatico Corvonero.
«Più di quanto tu possa permetterti in una vita.» rispose Pansy, girandosi appena verso di lui, la mano poggiata su una chiappa. Si voltò di nuovo, con un turbinìo della chioma, e riprese ad ancheggiare lungo il corridoio, accompagnata da versi e risate del pubblico.
Pansy Parkinson, la Ninfoserpe. La Troia Verde. Il corridoio dove tutti i salami di Hogwarts non vedevano l'ora di lanciarsi. Questo dicevano di lei.
Le voci erano arrivate persino alle orecchie degli insegnanti, e la McGranitt aveva richiamato più volte la ragazza per il suo abbigliamento "inappropriato".
«A me sembra inappropriata la sua crocchia...inappropriata a questo secolo, intendo.» aveva replicato mollemente Pansy, con grande entusiasmo della classe. Era finita con cinquanta punti in meno a Serpeverde e il compito di scrostare i vasi da notte di tutta la scuola, sotto la sorveglianza di Mastro Gazza. Ma non aveva scontato la punizione: la McGranitt non sapeva che Pansy si era fatta anche Gazza, nello sgabuzzino delle scope, con la partecipazione di Mrs Purr o comunque della sua coda.
Un insegnante meglio disposto verso Pansy era Severus Piton, ma lui del resto era parziale con tutti i Serpeverde.
Pansy gli scoccò un sorriso seducente mentre sculettava per prendere posto sul banco accanto a Draco Malfoy.
«Incredibile che tu riesca a stare seduta dopo ieri notte.» le sussurrò il Biondo Principe delle Serpi e Imperatore dei Nomignoli Basati Sui Capelli E Non.
«Anche tu.» gli rispose maliziosa Pansy.
Il Pallidone divenne di un tenero rosso carminio «M-ma che dici! Non abbiamo usato lo strap-on ieri notte!»
«Lo so, ma ti ho visto sgattaiolare insieme a Potter nella Stanza delle Necessità. Ho sempre pensato che l'unica cosa che avessimo in comune fosse l'amore per il...»
«Signorina Parkinson,» li interruppe Piton, arcigno «visto che ha voglia di parlare, immagino saprà dirmi quanti sono i tre antidoti della Pozione Seccante.»
«In realtà, professore, avrei voglia di altro, ma la sua voce è così sexy che risponderò alla domanda: sono tre.»
«Ammirevole. Dieci punti a Serpeverde. Tuttavia ha usato troppe parole per rispondermi, sono costretto a darle una punizione. A mezzanotte. Nel mio ufficio.»
Blaise Zabini ci rimase male: il suo appuntamento con Pansy era appena saltato.
Hermione Granger abbassò la mano, delusa.
«Non ha nemmeno saputo dire quali antidoti sono!» commentò ad alta voce con i suoi amici Harry e Ron, mentre uscivano dalla classe.
«Hai ragione, è un'ingiustizia.» replicò Harry fissando il Malfondue à la Bourguignon «Solo perché è la cagna di Malfoy.»
«Come osi, Potter!» intervenne subito il Malfusto «Ti sfido a duello! Vediamoci a mezzanotte nella Torre di Astronomia! E porta il lubrificante!»
«Granger,» ribatté soave Pansy, avvicinandosi alla Riccia «era ovvio che tu sapessi tutto della Pozione Seccante!»
«So tutto anche di te» sibilò Hermione, senza indietreggiare, stringendo a sé i libri «la Pozione Seccante ti servirebbe per altre zone!»
«Potresti darmi ripetizioni» sussurrò Pansy a due centimetri dalle labbra della Strariccia.
«Dovresti venire in Biblioteca» replicò con un filo di voce la Ricciocorna Schiattosa, mentre i libri le cadevano uno dopo l'altro, lentamente, a terra.
«Sono già venuta in Biblioteca. Più volte.» ammise Pansy, tirandosi indietro «Gli scaffali del Reparto Proibito sono molto eccitanti. Hanno quel brivido del...»
«Proibito?» suggerì Ron, affascinato.
«Dieci punti a Grifondoro.» lo gratificò Pansy «Ora scusatemi, ma ho un appuntamento al lago con la piovra gigante.»
Neanche i tentacoli erano un problema per la Troia Verde di Hogwarts.
«Sei il carlino più incantevole che abbia mai visto.» sospirò Millicent Bulstrode, osservando la sua migliore amica rimirarsi allo specchio. Centinaia di outfit scartati riempivano ogni superficie visibile della loro stanza al Dormitorio. Ovviamente la scelta più importante era stata quella dell'intimo: reggiseno push up verde bordato di pizzo e perizoma abbinato con sul davanti la scritta in lettere d'argento Serpensortia, un invito, più che un Incantesimo.
«Non sarò mai bella come te!» continuò Millicent, strangolando tristemente il proprio gatto.
«Grazie, Milly.» replicò modesta Pansy, spruzzando Magilacca sui boccoli appena fatti «Ma credo che tu semplicemente non ti sappia valorizzare» continuò, tirando un centimetro più su la minigonna di pelle di drago «dovresti truccarti un po' e vestirti con più gusto.» aggiunse, ritoccando l'ombretto, in cui erano sfumati ventotto colori diversi e tutti glitterati. Aggiunse un velo di lucidalabbra alla bava di Veela. Ora era pronta per il suo appuntamento.
«Entri, signorina Parkinson.» la invitò asciutto il professor Piton, seduto dietro la sua scrivania. L'ufficio era gelido, e sugli scaffali dei feti in salamoia galleggiavano verdastri e guardoni.
«Cos'altro vuole che faccia, professore?» strascicò Pansy, ancheggiando nella stanza.
«Vuole farmi lucidare il suo barattolo?» suggerì, afferrando un aborto di Kappa sotto spirito, alitando sensualmente sopra il vetro e strofinandoci sopra il bordo del top con un sonoro squic squic.
«Vuole che cavi il suo Bezoar?» suggerì di nuovo, squartando una capra morta con un abile gesto di coltellaccio.
«Vuole sculacciarmi?» rincarò, spalmandosi ancora insanguinata e piena di peli sopra la scrivania a chiappe in su.
«O vuole che scriva cento volte la stessa frase?» concluse, afferrando una piuma sopra la detta scrivania e intingendola diligente nel sangue di capra.
Il professor Piton alzò un sopracciglio: «Fatico a trovare il doppio senso nella sua ultima proposta, Parkinson.»
«La frase sarà: Sì, sììì, SÌÌÌ...»
«È una parola e non una frase, ma ci ha provato, signorina Parkinson: cinque punti a Serpeverde. Ora, quello che vorrei è che indossasse questa.» estrasse una parrucca rossa e boccolosa da un cassetto della scrivania.
«Le piaccio di più rossa, professore?» chiese Pansy, indossandola obbediente.
«Mi chiami Sev. E sarebbe opportuno mi dicesse anche quanto profondamente odia quel molesto borborigmo di troll chiamato Potter.»
«Oh, Sev! Come odio quell'odioso Potter!»
«Più convinzione, Parkinson!»
«OH, SEV! COME ODIO QUEL...»
«Che sta succedendo?!» esclamò Blaise Zabini, spalancando la porta con un Alohomora ben piazzato «Professore, sta bene?»
«Lei è molto inopportuno, Zabini.» sibilò tra i denti Piton «E ha la patta aperta. Ottimo per risparmiare tempo in bagno: cinque punti a Serpeverde.»
«Professore! Non lo punisca perché è in giro a quest'ora!» squittì Ginny Weasley, spuntando da dietro Zabini come un fungo rosso «Punisca me! È tutta colpa mia!»
«Esatto, signorina Weasley: venti punti in meno a Grifondoro, meno altri dieci perché ha la gonna incastrata nelle mutande. Dica alla sua famiglia di rompere il salvadanaio e di comprargliene un altro paio senza buchi.»
«Blaise,» Pansy squadrò freddamente il Biondo più Moro del Mondo, dalla patta aperta agli occhi che lampeggiavano ora neri ora azzurri come una guasta insegna babbana al neon «hai fatto in fretta a trovarti un'altra vacca da monta.»
«Non è una vacca da monta! È una sporca traditrice del suo sangue!» precisò Blaise, piccato.
«Giusto: altri dieci punti in meno a Grifondoro» convenne Piton «e diventeranno venti se a signorina Weasley non tornerà di corsa al suo Dormitorio. Faccia tutta la strada in apnea, prego.»
Blaise e Pansy osservarono la Weasley sparire di corsa lungo il corridoio.
«Non ce la farà, signore.» commentò Blaise.
«Lo scopriremo domani quando Mastro Gazza spazzerà il corridoio. Comunque ormai l'atmosfera è andata: andatevene anche voi due. Signorina Parkinson...lasci la parrucca.»
Blaise e Pansy risalirono lemmi la via dei sotterranei. Entrambi guardavano ostinatamente davanti a sé.
«Mi dispiace Pansy.» ruppe il silenzio Blaise «Non avrei dovuto cambiare vacca da monta. Non te l'ho mai detto per rispetto al mio migliore amico, ma...sei tu l'unica vacca che voglio.»
Pansy sussultò, barcollando sui tacchi.
«C'è un'orgiona stanotte, alla Torre di Astronomia» proseguì Blaise, il pomo d'adamo tremante di emozione «vuoi venire con me?»
«Oh, Blaise» ansimò Pansy, prendendolo per il bavero «certo che voglio venire con te!»
Nell'avvolgente e calda notte di Hogwarts, i due avvinsero i corpi e le lingue in una sfrenata lambada.
«Oooh, è per questo che si chiama tromba delle scale!» sghignazzò Pix, roteando sopra di loro. Tirò fuori un sassofono e diede al tutto una colonna sonora appropriata, mentre al piano superiore Mastro Gazza imprecava a gran voce contro la studentessa che era collassata nel corridoio.
Il professor Piton, nella quiete del suo ufficio, si guardò allo specchio, il triste volto dal naso adunco circondato da capelli rossi sintetici.
«Oh, Sev...come odio quell'odioso Potter.» sussurrò al suo riflesso.

Tutti a Hogwarts conoscevano Pansy Parkinson. Biblicamente, ovvio.

I mormorii scandalizzati delle ragazze la seguivano lungo i corridoi, secondi soltanto ai fischi e alle risatine dei ragazzi.

Diretta ai sotterranei per la lezione di Pozioni, Pansy camminava disinvolta sulle sue babbane Louboutin (i Babbani che gliele avevano vendute erano stati uccisi, quindi non c'era problema) dai tacchi a spillo vertiginosi e le suole scarlatte come la sua anima. Anche le labbra di Pansy erano scarlatte, e un pesante smokey eye finiva di decorare il suo muso da carlino.
La divisa di Hogwarts le copriva a malapena le pudenda, ridotta a un semplice fazzoletto nero svolazzante. Le gambe scoperte erano fasciate in autoreggenti dal bordo di pizzo verde, e dal bordo strippava un rotolino di coscia.
Era tutto così contro le regole! Ma a Pansy Parkinson non si addicevano le regole.
«Ehi, Parkinson, quanto prendi l'ora?» le gridò un pragmatico Corvonero.
«Più di quanto tu possa permetterti in una vita.» rispose Pansy, girandosi appena verso di lui, la mano poggiata su una chiappa. Si voltò di nuovo, con un turbinìo della chioma, e riprese ad ancheggiare lungo il corridoio, accompagnata da versi e risate del pubblico.

Pansy Parkinson, la Ninfoserpe. La Troia Verde. Il corridoio dove tutti i salami di Hogwarts non vedevano l'ora di lanciarsi. Questo dicevano di lei.
Le voci erano arrivate persino alle orecchie degli insegnanti, e la McGranitt aveva richiamato più volte la ragazza per il suo abbigliamento "inappropriato".
«A me sembra inappropriata la sua crocchia...inappropriata a questo secolo, intendo.» aveva replicato mollemente Pansy, con grande entusiasmo della classe. Era finita con cinquanta punti in meno a Serpeverde e il compito di scrostare i vasi da notte di tutta la scuola, sotto la sorveglianza di Mastro Gazza. Ma non aveva scontato la punizione: la McGranitt non sapeva che Pansy si era fatta anche Gazza, nello sgabuzzino delle scope, con la partecipazione di Mrs Purr o comunque della sua coda.
Un insegnante meglio disposto verso Pansy era Severus Piton, ma lui del resto era parziale con tutti i Serpeverde.
Pansy gli scoccò un sorriso seducente mentre sculettava per prendere posto sul banco accanto a Draco Malfoy.
«Incredibile che tu riesca a stare seduta dopo ieri notte.» le sussurrò il Biondo Principe delle Serpi e Imperatore dei Nomignoli Basati Sui Capelli E Non.
«Anche tu.» gli rispose maliziosa Pansy.
Il Pallidone divenne di un tenero rosso carminio «M-ma che dici! Non abbiamo usato lo strap-on ieri notte!»
«Lo so, ma ti ho visto sgattaiolare insieme a Potter nella Stanza delle Necessità. Ho sempre pensato che l'unica cosa che avessimo in comune fosse l'amore per il...»
«Signorina Parkinson,» li interruppe Piton, arcigno «visto che ha voglia di parlare, immagino saprà dirmi quanti sono i tre antidoti della Pozione Seccante.»
«In realtà, professore, avrei voglia di altro, ma la sua voce è così sexy che risponderò alla domanda: sono tre.»
«Ammirevole. Dieci punti a Serpeverde. Tuttavia ha usato troppe parole per rispondermi, sono costretto a darle una punizione. A mezzanotte. Nel mio ufficio.»
Blaise Zabini ci rimase male: il suo appuntamento con Pansy era appena saltato.
Hermione Granger abbassò la mano, delusa.
«Non ha nemmeno saputo dire quali antidoti sono!» commentò ad alta voce con i suoi amici Harry e Ron, mentre uscivano dalla classe.
«Hai ragione, è un'ingiustizia.» replicò Harry fissando il Malfondue à la Bourguignonne «Solo perché è la cagna di Malfoy.»
«Come osi, Potter!» intervenne subito il Malfusto «Ti sfido a duello! Vediamoci a mezzanotte nella Torre di Astronomia! E porta il lubrificante!»
«Granger,» ribatté soave Pansy, avvicinandosi alla Riccia «era ovvio che tu sapessi tutto della Pozione Seccante!»
«So tutto anche di te» sibilò Hermione, senza indietreggiare, stringendo a sé i libri «la Pozione Seccante ti servirebbe per altre zone!»
«Potresti darmi ripetizioni» sussurrò Pansy a due centimetri dalle labbra della Strariccia.
«Dovresti venire in Biblioteca» replicò con un filo di voce la Ricciocorna Schiattosa, mentre i libri le cadevano uno dopo l'altro, lentamente, a terra.
«Sono già venuta in Biblioteca. Più volte.» ammise Pansy, tirandosi indietro «Gli scaffali del Reparto Proibito sono molto eccitanti. Hanno quel brivido del...»
«Proibito?» suggerì Ron, affascinato.
«Dieci punti a Grifondoro.» lo gratificò Pansy «Ora scusatemi, ma ho un appuntamento al lago con la piovra gigante.»
Neanche i tentacoli erano un problema per la Troia Verde di Hogwarts.

«Sei il carlino più incantevole che abbia mai visto.» sospirò Millicent Bulstrode, osservando la sua migliore amica rimirarsi allo specchio. Centinaia di outfit scartati riempivano ogni superficie visibile della loro stanza al Dormitorio. Ovviamente la scelta più importante era stata quella dell'intimo: reggiseno push up verde bordato di pizzo e perizoma abbinato con sul davanti la scritta in lettere d'argento Serpensortia, un invito, più che un Incantesimo.
«Non sarò mai bella come te!» continuò Millicent, strangolando tristemente il proprio gatto.
«Grazie, Milly.» replicò modesta Pansy, spruzzando Magilacca sui boccoli appena fatti «Ma credo che tu semplicemente non ti sappia valorizzare» continuò, tirando un centimetro più su la minigonna di pelle di drago «dovresti truccarti un po' e vestirti con più gusto.» aggiunse, ritoccando l'ombretto, in cui erano sfumati ventotto colori diversi e tutti glitterati. Aggiunse un velo di lucidalabbra alla bava di Veela. Ora era pronta per il suo appuntamento.

«Entri, signorina Parkinson.» la invitò asciutto il professor Piton, seduto dietro la sua scrivania. L'ufficio era gelido, e sugli scaffali dei feti in salamoia galleggiavano verdastri e guardoni.
«Cos'altro vuole che faccia, professore?» strascicò Pansy, ancheggiando nella stanza.
«Vuole farmi lucidare il suo barattolo?» suggerì, afferrando un aborto di Kappa sotto spirito, alitando sensualmente sopra il vetro e strofinandoci sopra il bordo del top con un sonoro squic squic.
«Vuole che cavi il suo Bezoar?» suggerì di nuovo, squartando una capra morta con un abile gesto di coltellaccio.
«Vuole sculacciarmi?» rincarò, spalmandosi ancora insanguinata e piena di peli sopra la scrivania a chiappe in su.
«O vuole che scriva cento volte la stessa frase?» concluse, afferrando una piuma sopra la detta scrivania e intingendola diligente nel sangue di capra.
Il professor Piton alzò un sopracciglio: «Fatico a trovare il doppio senso nella sua ultima proposta, Parkinson.»
«La frase sarà: Sì, sììì, SÌÌÌ...»
«È una parola e non una frase, ma ci ha provato, signorina Parkinson: cinque punti a Serpeverde. Ora, quello che vorrei è che indossasse questa.» estrasse una parrucca rossa e boccolosa da un cassetto della scrivania.
«Le piaccio di più rossa, professore?» chiese Pansy, indossandola obbediente.
«Mi chiami Sev. E sarebbe opportuno mi dicesse anche quanto profondamente odia quel molesto borborigmo di troll chiamato Potter.»
«Oh, Sev! Come odio quell'odioso Potter!»
«Più convinzione, Parkinson!»
«OH, SEV! COME ODIO QUEL...»
«Che sta succedendo?!» esclamò Blaise Zabini, spalancando la porta con un Alohomora ben piazzato «Professore, sta bene?»
«Lei è molto inopportuno, Zabini.» sibilò tra i denti Piton «E ha la patta aperta. Ottimo per risparmiare tempo in bagno: cinque punti a Serpeverde.»
«Professore! Non lo punisca perché è in giro a quest'ora!» squittì Ginny Weasley, spuntando da dietro Zabini come un fungo rosso «Punisca me! È tutta colpa mia!»
«Esatto, signorina Weasley: venti punti in meno a Grifondoro, meno altri dieci perché ha la gonna incastrata nelle mutande. Dica alla sua famiglia di rompere il salvadanaio e di comprargliene un altro paio senza buchi.»
«Blaise,» Pansy squadrò freddamente il Biondo più Moro del Mondo, dalla patta aperta agli occhi che lampeggiavano ora neri ora azzurri come una guasta insegna babbana al neon «hai fatto in fretta a trovarti un'altra vacca da monta.»
«Non è una vacca da monta! È una sporca traditrice del suo sangue!» precisò Blaise, piccato.
«Giusto: altri dieci punti in meno a Grifondoro» convenne Piton «e diventeranno venti se a signorina Weasley non tornerà di corsa al suo Dormitorio. Faccia tutta la strada in apnea, prego.»
Blaise e Pansy osservarono la Weasley sparire di corsa lungo il corridoio.
«Non ce la farà, signore.» commentò Blaise.
«Lo scopriremo domani quando Mastro Gazza spazzerà il corridoio. Comunque ormai l'atmosfera è andata: andatevene anche voi due. Signorina Parkinson...lasci la parrucca.»

Blaise e Pansy risalirono lemmi la via dei sotterranei. Entrambi guardavano ostinatamente davanti a sé.
«Mi dispiace, Pansy.» ruppe il silenzio Blaise «Non avrei dovuto cambiare vacca da monta. Non te l'ho mai detto per rispetto al mio migliore amico, ma...sei tu l'unica vacca che voglio.»
Pansy sussultò, barcollando sui tacchi.
«C'è un'orgiona stanotte, alla Torre di Astronomia» proseguì Blaise, il pomo d'adamo tremante di emozione «vuoi venire con me?»
«Oh, Blaise» ansimò Pansy, prendendolo per il bavero «certo che voglio venire con te!»
Nell'avvolgente e calda notte di Hogwarts, i due avvinsero i corpi e le lingue in una sfrenata lambada.
«Oooh, è per questo che si chiama tromba delle scale!» sghignazzò Pix, roteando sopra di loro. Tirò fuori un sassofono e diede al tutto una colonna sonora appropriata, mentre al piano superiore Mastro Gazza imprecava a gran voce contro la studentessa che era collassata nel corridoio.
Il professor Piton, nella quiete del suo ufficio, si guardò allo specchio, il triste volto dal naso adunco circondato da capelli rossi sintetici.«Oh, Sev...come odio quell'odioso Potter.» sussurrò al suo riflesso.


 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Elsinor