Serie TV > Violetta
Segui la storia  |       
Autore: Celeste_08    06/08/2016    3 recensioni
Lui è Jorge Blanco. Karateka di fama nazionale, alle prese con la sua prima sfida internazionale.
Lei è Martina Stoessel, cintura nera dal talento indubbio, ma con un passato tormentato alle spalle, passato che non smette di inseguirla.
Jorge usa il Karate come scusa per isolarsi dal mondo degli affetti; Martina ne ha fatto un'arma per seppellire il proprio passato. O per prenderlo a calci.
Ridder Van Kooten, campionissimo olandese, e Pasquale Di Nuzzo, orgoglio tricolore, sono la squadra di Jorge. E la sua linea di confine fra conflitto interiore e mondo esterno.
Mercedes Lambre e Adrian Salzedo sono rispettivamente la fisioterapista e il maestro di Martina. E di quest'ultima non hanno a cuore solo il benessere fisico...
Como fa da sfondo a un avvincente incontro sul tatami. Una danza quasi mortale fra Martina e Jorge, che porterà uno dei due atleti ad un lungo viaggio alla scoperta di sé.
Nessuno si salva da solo, qui. Accetta di affrontare il tuo tormento. Fallo con me.
Genere: Drammatico, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Jorge Blanco, Sorpresa
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Amore! Nooooooooooooooooooooo!"

Quel grido esce dalle mie labbra senza che io lo controlli. Mi rendo conto di aver urlato solo quando percepisco addosso a me gli sguardi di tutti. 

"Tini... Scansati Tini, devono portarlo via." 
La familiare voce dolce di Mechi mi riporta sulla terra, non so da dove arrivi ma mi abbandono volentieri tra le sue braccia. 
Come se vivessi la vita di un'altra persona, osservo Jorge caricato sulla barella e spostato sull'ambulanza ed è solo quando si chiudono gli sportelloni del dojo dietro di lui che capisco quanto davvero io lo ami. 
Mi divincolo dall'abbraccio di Mechi e cerco di rincorrere quel tremendo corteo, ma Mechi è rapida.
"Tesoro, ti ci portiamo poi. Ora non saresti di nessun aiuto e lui ha bisogno di cure. Inoltre, odio dirtelo, ma devi ricomporti. Stanno arrivando i commissari della JKA."
Annuisco e mi asciugo gli occhi, che intuisco gonfi, con la manica del karategi. Sono sporca di sangue... Sangue di Jorge.
Dio, quanto vorrei mettere le mani su Diego. 
Cosa..? 
Oh merda, ecco cosa.

Improvvisamente il mio dolore sordo al petto si trasforma in una cascata rovente di rabbia, dolcissima rabbia che silenzia il tormento dentro di me e grida vendetta. 
Quando arrivano i maestri della JKA, mi inchino impercettibilmente e poi sbraito con mala grazia:
"Volete spiegarmi per quale dottrina la Fukurou ha messo in campo due su tre degli allievi eliminati dal torneo?!"
Percepisco vagamente la presenza di Ridder e Pasquale accanto a me.
Pasquale fa per intromettersi nel discorso, ma un maestro lo zittisce con un cenno del braccio.
"Due terzi della squadra sono rimasti bloccati per un disguido con i visti. Rinunciare al torneo era impossibile, mandare in campo le riserve era la sola scelta probabile. Ad ogni modo, i dettagli della composizione della squadra avversaria non devono interessarvi, KeiKenKai. Altro dobbiamo discutere."
Sembra un accidenti di maestro Yoda quando parla e ora che lo guardo effettivamente noto che ha la stessa faccia da ranocchio del guerriero di Star Wars. Se non fosse che sto bruciando di rabbia e il dolore è una lama che mi affonda nel petto, ridacchierei al pensiero. 

"Come affrontiamo i kata di domani? Io ho perso un elemento."
La voce di Adrian mi riporta con crudeltà al presente. Cioè, Jorge sta male ed io devo preoccuparmi dei kata di domani? 
In che mondo? 
Per quale arguta dottrina?
Poi incrocio il suo sguardo e mi ricordo quella conversazione, fatta prima della partenza.

*"Martina, sei la mia migliore allieva e non arriveremo al mondiale senza di te. Mi è costato un po' mettere fuori gioco il maestro dei KeiKenKai, però era l'unica per avere concrete possibilità di vincere il titolo. Tu e quei tre ragazzi siete una polizza di garanzia."
Adrian sta fissando il mio sguardo nel riflesso dello specchio a tutta parere del dojo. 
Certo, io voglio quel titolo e lui il sesto dan. Quando sarò campionessa mondiale di Shotokan sicuramente potrò togliermi dai piedi quel viscido di Adrian e lasciare la palestra per frequentare la league dei campionissimi. Troppi brutti ricordi, qui dentro e non mi importa se, per scordarli, dovrò utilizzare il talento di altri atleti. Al mondiale vince chi ha il punteggio più alto e fa parte della squadra più forte. 
O con i KKK, o non si fa. 
"OSU."
E riprendiamo ad allenarci.*

E poi un altro dolorosissimo flashback. 

*La mia seconda notte con Jorge, l'intensità di quell'amore che ancora ignoravo esser tale. 
Le sue labbra su di me, le sue mani alla base della mia schiena, i suoi occhi nei mei.*

No, io non sono in grado di sfruttare la sua squadra.
Lui e Pasquale hanno ottenuto il punteggio singolo più alto, Jorge si è fatto portare in ospedale pur di lasciare ai suoi ragazzo uno scarto notevole nella finale del torneo. 
Lui sì che è un capitano.

Torno sulla terra: i maestri della JKA mi stanno fissando. 
"Stoessel, che ne dice?"
Di cosa?
"Martina... accetta. Jorge aveva ragione quando diceva che la tua tecnica è molto superiore alla nostra. E in quattro giorni possiamo stabilire un nostro ritmo, ma per favore.. Accetta di eseguire il kata a squadre con me e Pasquale."
Fermi tutti.
Fisso Rid che mi punta addosso due occhi di ghiaccio. 
"Voi volete... Farmi capitano?"
Questo è assurdo. 
Devo assolutamente impedire che la cosa abbia seguito, io non posso sottrarre il titolo a Jorge.
Io lo amo.
Adrian è livido e teso. 
"Martina. Accetta. Hanno squalificato Dominguez e Amoros guiderà i Fukurou nel kata. Manchi solo tu e non abbiamo tutta la notte."
Persa nei miei pensieri, mi sono fatta sfuggire un filo del discorso, il più importante a quanto pare. 
"Ma due ragazze possono gareggiare in un kata maschile?"
Maestro simil-Yoda mi guarda sconvolto, anzi, infastidito. 
"Come dicevamo prima, trattasi di una dispensa speciale."
Rid mi fissa con occhi di ghiaccio, che emanano tensione palpabile. 
"Martina... Jorge ha ottenuto per noi il punteggio più alto. Se non lo vuoi fare per noi, fallo per lui."
Ha ragione. 
Mi inchino ai maestri e fisso il mio sguardo su quello che somiglia a un ranocchio. 
"OSU. E sia, i KeiKenKai li guido io, ma a una condizione."
Improvvisamente ottengo l'attenzione di tutti.
"Se dovessimo vincere, il mondiale verrà dato a Blanco. Nel combattimento singolo io ho ottenuto un punteggio inferiore e, anche se accetto la fascia di capitano, non intendo rubare il titolo all'atleta che ha lottato a sangue per ottenerlo."
I maestri della JKA si inchinano e commentano "molto sportivo". Stanno per parlare quando Adrian interviene, credo senza rendersene conto.
"Ma... Non erano questi i piani! Se non vinci tu, io non ottengo il sesto dan!"
Un mormorio generale lo fa rinsavire e riprende smorzando i toni.
"Intendo... Se con i kata ottieni un punteggio alto perché regalarlo via?"
I maestri sbuffano, ma Yoda (chissà come si chiama davvero...) interviene:
"Yudansha Stoessel ha ragione. Se vincerete i kata attribuiremo il mondiale alla squadra originale dei KKK. Ci vediamo venerdì, alle 10.00 nel dojo. Buon pomeriggio."
E con questo, si inchina e si ritira.
Rid e Pasquale mi abbracciano.
"Grazie mille. Quello era un discorso da capitano."
Adrian ci raggiunge.
"Quello è un discorso che riprenderemo. Forza, adesso andiamo ad allenarci."
Lo fisso.
"Come hai detto?"
Adrian ringhia:
"A L L E N A R C I. SUBITO!"
"Allenati tu, con rispetto. Io ho terminato una gara, il mio compagno di squadra è ferito gravemente e vorrei andare a visitarlo. Da stasera sono tutta per voi."
Rid e Pasquale annuiscono.
"Sensei... Siamo d'accordo anche noi."
Adrian ci liquida con un gesto.
"Fate come vi pare. Mi dovete portare al mondiale. Martina, parliamo stasera."
E con questo esce dal dojo.
Scuoto le spalle per zittire Rid che ha una domanda sulle labbra e gli faccio cenno che rimanderemo il discorso... A tempo indeterminato, spero. 

Io e i ragazzi ci cambiamo velocemente ed io sono ben lieta di affidare al servizio lavanderia il mio karategi. Mi fa impressione il sangue. 
All'uscita della palestra ci attende un taxi, a cui prontamente affido l'indirizzo dell'ospedale in cui si trova Jorge. 
Santa Mechi, cosa farei senza di te?
L'ospedale somiglia ad una caserma, tutto cemento e moderna efficienza. L'interno è sobriamente arredato con rilassanti toni di verde menta e celeste. Ci sono tantissime persone, ma non c'è chiacchiericcio. Ad accoglierci, un'infermiera bionda tutta ciglia finte e rossetto rosso. Se non fosse che la situazione è tragica, le chiederei a che piano c'è la festa in maschera: la sua mise sembra tanto, tanto, tanto finta.
"Blanco eh? Ah già, lo hanno portato in terapia intensiva, sesto piano. Tecnicamente ammetteremmo solo i familiari..."
Rid interviene:
"Tecnicamente lei è la fidanzata. Può fare un'eccezione."
Il mio cuore fa una capriola abbandonandosi al dolcissimo pensiero. 
Prendiamo un ascensore, che si ferma ad ogni singolo piano e mi fa venire voglia di fare le scale a rotta di collo. 
Controllo, Tini, controllo. 
Quando finalmente usciamo al sesto piano, Rid e Pasquale individuano l'altro banco dell'accettazione e chiedono di Jorge.
"Stanza 4"

Ci incamminiamo e sulla soglia della stanza ci fermiamo.
"Martina... Noi non entriamo se prima non troviamo un medico in grado di fornirci spiegazioni. Vuoi entrare tu intanto?"
Annuisco e mentalmente li ringrazio per il grande tatto. 
Prendo un respiro profondo e infilo la porta. 
Con delicatezza me la chiudo alle spalle e mi dirigo verso il bellissimo ragazzo disteso su un letto troppo grande e con il braccio e il petto incerottati per fermare i tubi delle glicolisi.
Il viso è sereno, anche se ha un livido violaceo a contornare il naso e quest'ultimo è fasciato. So che dovrei resistere alla tentazione, ma nelle favole il principe sveglia la principessa con un bacio. Magari succede anche a rovescio. 
Mi chino sulle sue labbra, che sono sorprendentemente calde, ma baciare una statua di cera non sarebbe molto diverso. Jorge non muove un muscolo e così mi rassegno a guardarlo.
Se solo potesse sentirmi... 

Cosa mi stavi dicendo prima di perdere conoscenza? 
Quale parola è stata così difficile da farti perdere i sensi?
Tutta la vita fra le tue braccia, amore mio, anche a costo di tacere, ma ti prego torna da me. 
Ieri sera al lago potevo dirti prima di scappare che la mia più grande paura è quella di essermi innamorata di te.
Ero venuta qui con lo scopo di qualificarmi, vincere il titolo per il mondiale ed allontanarmi dalla mia palestra. 
Nel mio dojo sono sempre stata l'orfana sola e senza amici.
Nella league dei campioni sarei ancora orfana e ancora sola, ma sarei il più giovane terzo dan. 
Avrebbero timore di me.
E poi sei arrivato tu. 
Pensavo fosse solo il sesso grandioso, ma poi quel bacio all'uscita dell'ascensore mi ha fatto capire che saresti stata la mia terapia, il mio balsamo.
Tu mi hai guardata dentro, mi hai voluta comunque nonostante il mio passato tormentato, nonostante le ferite dell'anima. E lo hai fatto perché sei ferito nel cuore come me, quindi conosci questo dolore.
Amore, adesso so cosa vuol dire AMARE. 
Quando mi hai ripescata dal lago non volevi nulla, se non salvarmi. 
Ed io avrei potuto confessarti che non ero degna di stare nella tua squadra perché mi interessava solo quel titolo. 
Che mi avresti detto?
Ti avrei deluso.
E poi ti ho visto sugli spalti, inchinarti a me nonostante la tua ex fosse con me sul tatami. Tu hai tifato me, hai esultato con me e per me... E il mio ex ti ha ferito di lì a dieci minuti, facendo sì che tutta la mia diga di controllo e autocontrollo cedesse. 
Ti amo, perché lo ho capito solo ora? Amo la tua passione.
Amo il tuo sguardo pieno di vita.
Amo le tue braccia forti. 
Amo il tuo cuore immenso.
Amo il tuo amore per ciò in cui credi.
Amo te. 

E per questo non posso vincere io, perché io ho già fatto tutto per metterti in difficoltà. 
Ho paura di quello che farà Adrian adesso che sono capitano. 
Ho paura dei tuoi ragazzi, che mi hanno messa a capo di tutto ignorando i trascorsi. 
Vorrei un tuo abbraccio, ma so che non lo merito. 
Vorrei solo poterti guardare ancora una volta, chiederti scusa e dirti che ti amo.
Poi mi ritirerei.
Perché avere un biglietto per il mondiale se non ci sei tu?
Perché continuare Karate per passione se tu manchi?
Perché costringi due atleti come Rid e Pasquale ad avere un capitano come me, quando lo scopo del mio maestro è farli fuori?
Perché non torni da me?
Ti direi tutto amore mio, perché ti amo e non ferirei né te né la squadra che adori. 
Torna qui.
Posso vivere senza i tuoi abbracci, ma non posso pensare che nessuno godrà più del tuo sorriso aperto. 
Torna... 

E quando alzo la testa dal suo capezzale, mi accorgo di Rid e Pasquale.
Dalle loro facce capisco che qualcosa non va... 
Cosa ho fatto? Oh mio Dio... 
   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Violetta / Vai alla pagina dell'autore: Celeste_08