Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |       
Autore: Lory221B    06/08/2016    7 recensioni
La vita trascorreva tranquilla al 221B. Sherlock cercava nuovi modi per non annoiarsi e John evitava che i passatempi ricreativi del marito distruggessero l'appartamento. Poi, una mattina come tante, la figlia di John si presentò in Baker Street, con una lieta e sconvolgente notizia.
(johnlock) (non tiene conto degli eventi della quarta stagione)
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Irene Adler, John Watson, Mary Morstan, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di sir A.C.Doyle, Moffatt, Gatiss BBC ecc.; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro per il mio puro divertimento



Prologo


Sherlock stava provando, inutilmente e faticosamente, a trovare un modo per distrarsi, in quanto non c’era nessun caso interessante da settimane. Cercava disperatamente di non accendere la sigaretta che aveva nascosto dentro il fedele teschio, in modo che John non la trovasse.      

Il dottore aveva fatto sparire ogni riserva segreta del detective, solo quell’unica sigaretta era sopravvissuta ai controlli di John.

Sherlock continuava a rigirarsela tra le dita, da un lato non vedeva l’ora di assaporare il tabacco e la nicotina che gli avrebbero inebriato il cervello, dall’altro lato non voleva innervosire John, che era ancora arrabbiato per la vicenda delle tende che avevano misteriosamente preso fuoco.

Non faceva altro che alzarsi dalla poltrona, andare al teschio, prendere la sigaretta, annusarla e rimetterla a posto. Stava quasi diventando una ginnastica, anche se c’era da dire, che arrivato alla soglia dei 56 anni, non ne aveva bisogno, era ancora scattante e pieno di vita come un tempo.

Solo qualche capello bianco aveva timidamente iniziato a ingrigirgli la chioma, cosa che lo aveva alquanto indispettivo, suscitando l’ilarità del marito, che aveva detto addio alla chioma bionda-castana da molti anni.

Sherlock si era più volte lamentato di non essere affatto l’uomo più vanesio che il dottore avesse mai incontrato, ma ogni tentativo veniva distrutto dalle risposte sarcastiche di John, che lo invitavano a guardare quando erano sexy le sue camicie, quanto erano costosi i suoi abiti e il fatto che la volta che per dispetto gli aveva nascosto il cappotto, costringendolo ad andare sulla scena del crimine con un banale piumino, non gli aveva parlato per tre giorni interi.

Molti tentativi dopo di trovare un’attività che lo distraesse, decise di cedere all’impulso di tirare qualche boccata e si diresse al teschio, per accedere quella dannata sigaretta, quando una voce proveniente dalla porta d’ingresso, gli fece capire che i suoi sensi non erano più attenti come una volta.

« Papà non vuole che fumi, Sherlock! » esclamò Grace, con lo stesso piglio autoritario di sua madre e del capitano Watson. A volte era inquietante come la figlia di John avesse ereditato lo stesso modo di sgridarlo di entrambi i genitori.

« John non c'è e io mi annoio » rispose il detective. Sorrise beffardo, finché non notò in Grace diversi segnali allarmanti.  Era in ansia, continuava a torturarsi le mani, in apprensione, sembrava dovesse dire qualcosa di importante.

Osservò meglio l’espressione della piccola Watson: aveva già visto quello sguardo, a dirla tutta l’aveva anche odiato la prima volta che lo aveva visto, una sera, in un ristorante, quando era appena tornato e John stava per chiedere a Mary di sposarlo. Grace aveva gli stessi occhi del padre, un blu intenso e profondo.

Poi, aveva rivisto quello stesso sguardo tre anni dopo e lo aveva terribilmente amato, perché quella volta, John aveva chiesto a lui di sposarlo. Ovviamente non aveva capito le intenzioni romantiche del futuro marito, non credeva che il buon dottore potesse amarlo tanto da fargli la proposta; invece era successo ed ora aveva un cerchietto d’oro al dito, a testimonianza dell’evento. A volte, anche a distanza di tanti anni, gli dava ancora fastidio la sensazione del gioiello, ma non se lo sarebbe tolto per niente al mondo.

Sherlock sollevò gli occhi verso Grace, che attendeva paziente che Sherlock finisse di fissarla e dedurla. Lo sguardo cupo che sfoggiò il detective, non piacque per niente alla bionda «Hai solo 18 anni, Grace. Il matrimonio può attendere » commentò soltanto, attendendo la sfuriata della ragazza.

« Ecco, lo sapevo, al solito, non posso dirti niente. Mamma me lo aveva detto che non sarei riuscita a sorprendenti »

« Quindi Mary lo sa già e a lei va bene? » rispose il detective, stupito che la madre avesse acconsentito così facilmente.

« Non mi occorre l’approvazione di nessuno »  ribatté piccata « E comunque non ha avuto niente da eccepire » rispose, con tono di sfida.

« D’accordo, quando conosceremo il futuro sposo? » fece soltanto Sherlock, ignorando completamente lo sguardo omicida della piccola Watson, che da emozionata per l’annuncio del matrimonio, sembrava stesse maledicendo il momento che si era ritrovata in famiglia un dottore ex soldato, drogato di adrenalina, una ex sicaria e un detective che si dichiarava sociopatico.

« È per questo che sono qui, per organizzare l’incontro » rispose, cercando di calmarsi « La sua famiglia vuole conoscervi e ti assicuro che Christopher vi piacerà, è perfetto » fece lei, caparbia, senza dare cenno di essere preoccupata dal terzo grado che avrebbe subito il fidanzato.

« Vedremo » rispose Sherlock, scettico.

«Tu sei incontentabile, la tua opinione è relativa! Fosse anche l’uomo migliore del mondo, troveresti un difetto » fece la bionda, prevenendo ogni possibile commento acido.

Sherlock sorrise gentile «Io sono l’unico, in famiglia, che ha sposato l’uomo ideale, per cui la mia opinione è l’unica che conta » rispose e senza rendersi conto si ritrovò a fissare la fede nuziale, che mai nella vita avrebbe pensato di indossare. Grace si intenerì, adorava essere presente quando le difese di Sherlock crollavano. Anche lui si accorse di essere stato troppo romantico e ad alta voce, per cui provò subito ad aggiustare il tiro, cercando di cancellare la frase che aveva precedentemente pronunciato « Insomma, Mary ha sposato quel David e ancora non so perché, John ha sposato me ed è evidente che non sceglie bene le sue compagnie »

Grace rise, come sempre quando Sherlock tentava di mascherare un momento di debolezza in cui esprimeva dei sentimenti, con una battuta sarcastica.

« Comunque, il Granduca di Cassel-Felstein non vede l’ora di incontrarvi » continuò lei, ritornando sull’argomento principale della visita.

Sherlock fissò Grace immobile, registrando l’informazione, sbatté più volte le palpebre e per un attimo sperò di aver sentito male.

« Problemi? » Chiese la ragazza «Ti prego, dimmi che non era coinvolto in qualche tuo vecchio caso » fece preoccupata.

« La madre del tuo Christopher, si chiama Irene? » chiese, sperando si trattasse di un caso molto raro di omonimia o che comunque ci fossero diversi Granduchi di Cassel-Festein, non solo quello che venti anni prima aveva sposato Irene Adler, che all’epoca usava l’identità di Irene Pulver, dato che per tutti, la Donna era morta giustiziata anni prima.

« Sì, la conosci? » chiese Grace, notando il lento sbiancare del detective davanti a quella rivelazione.

Sherlock aprì la bocca un paio di volte, poi scosse il capo e si arrese all’evidenza di dover spiegare a suo marito, perché Irene Adler non era morta come credeva e che aveva avuto un ruolo nel suo salvataggio. « Tuo padre sarà raggiante, è meglio che io prepari un tè, sarà a casa tra poco » commentò soltanto, dirigendosi in cucina.

Grace rimase interdetta, ma era abituata ad avere conversazioni surreali con Sherlock, per cui non disse niente e si mise comoda sulla poltrona rossa, in attesa dell’arrivo del padre.
John varcò la soglia del 221B mezz’ora dopo, trascinando con sé due sacchi della spesa. Entrando, prima sorrise allegro, vedendo la figlia seduta in poltrona intenta a leggere una rivista, poi percepì l’odore di tè e temette le peggiori disgrazie.

« Sherlock, perché stai preparando il tè? » Chiese, facendo irruzione in cucina, guardandosi attorno e cercando di capire cosa avesse combinato Sherlock, per fare un simile, premuroso, gesto.

« Non posso fare qualcosa di carino per il ritorno a casa di mio marito? » rispose innocentemente il detective.

« L’ultima volta che mi hai preparato il tè, poi mi hai annunciato che avevi donato il mio guardaroba alla tua rete dì senzatetto  » sbottò John.

« Continui a tirare in ballo quella storia » rispose Sherlock annoiato, iniziando a versare il tè nelle tazzine.

« Chissà perché » ribatté John, guardandosi attorno e continuando a spostare le cose in giro per l’appartamento, cercando indizi del disastro. Spostò il teschio e finse di ignorare la sigaretta, che avrebbe sequestrato appena fosse rimasto da solo, guardò in direzione di Grace, che rideva delle sventure paterne, sillabandole una richiesta di aiuto, a cui lei rispose con una scrollata di spalle.

« Hai finito?  » Chiese il detective, portando un vassoio con tre tazzine.

John gli lanciò uno sguardo omicida, temendo il peggio  « Grace, ascoltami bene, non sposarti o finirai a girare per casa cercando principi di incendio, come me » fece, credendo di dire qualcosa di spiritoso, ma la ragazza sbiancò, fissando il padre, mentre Sherlock scoppiò in una risatina « Ottimo tempismo, John»

« Cosa? » Fece lui, passando lo sguardo dal marito alla figlia « Grace? »

La bionda gettò la rivista a terra, nervosa  « Sì, ero qui per annunciare le mie nozze, ma con voi non si può fare mai niente di normale »

Sherlock reggeva ancora il vassoio in mano, annuendo distrattamente, come a confermare che con loro non potevano esserci cose ordinarie « Parli con l’uomo che ha interrotto la proposta tra tuo padre e tua madre, resuscitando dal mondo dei morti, normale non è contemplato » commentò Sherlock, passando la tazzina di tè a John, che era rimasto immobile con sguardo ebete. Fissò il tè sotto il suo naso e poi scostò il braccio del marito

« Grace hai 18 anni, non sapevo nemmeno che uscivi con qualcuno, perché vuoi farlo? »

« Ci esco da sei mesi, quanto tempo hai aspettato, tu, per sposare la mamma? »

« Visto com’è finita, non mi prenderei come esempio » Rispose accigliato « Bambina, tu sei intelligente, brillante, perché tanta fretta? » Chiese perplesso, e per un attimo pensò che la figlia fosse incinta; lo sguardo scese verso la pancia, mentre Sherlock cercava di mimargli un "no" con la testa, senza farsi vedere.

« Non sono incinta, papà » rispose arrabbiata «Perché non va bene, mi spieghi? »

« Ok, calmati, questo ragazzo come si chiama, cosa fa nella vita? Non so niente di lui »

« Avevo preparato un discorso, ma non fate altro che interrompermi » fece lei, alzando gli occhi al cielo « Christopher, il mio fidanzato è il figlio del Granduca di Cassel-Felstein. È una storia curiosa, ci siamo incontrati in vacanza studio l’altro anno e poi ci siamo rivisti qui a Londra. Sua madre, Irene, già mi adora e non vedo l’ora di presentarvi i vostri futuri suoceri » fece lei, entusiasta.

Sherlock simulò un colpo di tosse, che attirò lo sguardo di entrambi  « Sì, John, volevo giusto parlarti delle coincidenze della vita »

Il marito lo guardò perplesso, sentendo che presto avrebbe scoperto il motivo del tè.

« Non sono l’unico che ha finto la morte anni fa, ricordi Irene Adler? » fece il detective, reggendo ancora saldamente il vassoio con le tazzine, sperando che la possibile distruzione delle porcellane, avrebbe evitato che John gli saltasse addosso per strangolarlo.

« Come potrei dimenticarla? » Rispose di getto il marito, poi iniziò a unire le informazioni che gli erano state fornite: Irene era il nome della madre del fidanzato di Grace, Sherlock aveva appena insinuato che la Donna avesse finto la sua morte e ora lo fissava preoccupato che gli venisse un infarto.

« Vuoi il tè, adesso? »


***** *****
Angolo autrice:
Mi mancavano le storie comiche, per cui eccomi qui, Ringrazio Evola_Love_Beatles, per avermi dato lo spunto per questa storia, che del film da cui prende il titolo, prende appunto solo il titolo, ma senza il suggerimento non ci sarebbe questo prologo. Spero vi abbia fatto sorridere, grazie a chi leggerà.
   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Lory221B