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Autore: Becky2000GD    07/08/2016    0 recensioni
Quando la Vita ci pone davanti le prove più dolorose e sembra non ci sia più niente per cui combattere, allora si ha il dovere di voltarsi a guardare indietro ed afferrare l'Eterna Memoria di ciò che è stato. Perché a volte, è solo questione di trovare la ragione più profonda di quello che è avvenuto e approfittare della consapevolezza per ripartire.
Dal testo:
Breanna assottigliò gli occhi e strinse il mazzo di fiori tra le mani con assurda prepotenza, come se fossero proprio quelle gemme della Terra tutte stelo e petali le responsabili del suo lutto.
"Passerà. Ci si abitua a tutto, anche al vuoto. La mancanza fa parte dell'andare avanti", si pronunciò improvvisamente Beckah, mentre percorrevano la strada che portava dal fioraio al triste campo santo.
"Ma è proprio questo il problema. Io non ero pronta a dover andare avanti."
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Our Reason for Living.

 

 

 

A chi c'è sempre stato, anche quando non era al mio fianco. A te, che per diventare quello che sei hai pagato un prezzo fin troppo alto.

 

Una storia è vera finché si ha il coraggio crederci, l'audacia di ascoltarla, il bisogno di viverla. E il piacere di tramandarla.

Mi auguro allora che qualcuno abbia la voglia di rendere reale tutto questo, che non è altro che la mia personale verità dentro la bugia.

 

 

Prologo.

 

 

"My heart is beating from me, I'm standing all alone.

Please call me only if you are coming home.

Waste another year flies by. Waste a night or two.

You taught me how to live."

(Green Day, Homecoming, Part 1: The Death of St. Jimmy)

I crisantemi, pensò, perché proprio i crisantemi? Perché non dei girasoli, o dei tulipani, o delle gerbere o magari delle viole? Perché proprio i crisantemi? Colorati o no, risultavano sempre orribili alla vista. Piante talmente arroganti da essere gonfie, pompose, piene di loro stesse. E quell'odore tanto intenso da poter essere riconosciuto tra mille, quello era il profumo di cui ormai si ricopriva la Signora Morte.

Breanna assottigliò gli occhi e strinse il mazzo di fiori tra le mani con assurda prepotenza, come se fossero proprio quelle gemme della Terra tutte stelo e petali le responsabili del suo lutto.

"Passerà. Ci si abitua a tutto, anche al vuoto. La mancanza fa parte dell'andare avanti", si pronunciò improvvisamente Beckah, mentre percorrevano la strada che portava dal fioraio al triste campo santo.

"Ma è proprio questo il problema. Io non ero pronta a dover andare avanti."

 

 

" 'Cause we're all just kids who grew up way too fast.

Yeah, the good die young, but the great will always last.

We're growing older, but we're all soldiers tonight."

(The Cab, Living Louder)

Contrariamente a quello che lei stessa aveva immaginato che avrebbe fatto una volta giunta lì, si inginocchiò andando a posare con cura il suo dono sulla lapide marmorea. Ce n'erano già tanti di fiori, dalle semplici rose sfuse e collocate sbadatamente là attorno alle composizioni floreali, messe ben in mostra da chiunque le avesse pagate almeno quaranta dollari e pensasse che meritavano proprio di fare la loro bella figura spiccando sopra tutto il resto.

Breanna storse il labbro inferiore e scosse il capo disgustata, ritrovandosi per l'ennesima volta di fronte a uno dei peggiori difetti umani: l'esibizionismo. Neanche davanti ad una giovane vita umana spezzata erano stati capaci di annullarsi e avere un minimo di rispetto. Certi comportamenti erano quanto di più frustrante ci potesse essere, specie in un momento tanto delicato.

Beckah non parlava. Non pensava di averne il diritto, non in quelle circostanze. Restava a qualche passo dalla tomba, dietro Breanna che, ancora china, scostava ora spazientita alcuni dei dannatissimi mazzi di fiori. Erano confezionati al meglio e avvolti in svariati generi di carte, alcune neanche abbastanza sobrie da rispettare le circostanze. Smise solo quando la scritta sulla lapide riaffiorò da sotto quella bufera di petali, e tornò ad essere leggibile.

La ragazza voleva che chiunque si addentrasse nel cimitero procedendo per quella stradina potesse vedere il nome del defunto, perché per nessun motivo al mondo Lui meritava di passare inosservato, né tantomeno di essere dimenticato. Mai sarebbe dovuto succedere.

Proprio così, la peggior paura di Breanna era proprio che Owen sparisse, che finisse nel baratro delle vecchie memorie o, anche peggio, tra i ricordi da rimuovere.

La gente della Orange County era fatta così, viveva con lo sguardo perennemente rivolto verso l'Oceano Pacifico, e proprio da esso aveva imparato che le onde nascono solo per arrivare a schiantarsi sul bagnasciuga e finire lì il loro percorso. I Californiani avevano il vento fresco a scompigliare loro i capelli, la sabbia dorata sui vestiti e lo sciabordare del mare rimbombava nelle loro menti. Per nulla al mondo si sarebbero lasciati mettere un macigno sul cuore. Andavano avanti, sempre con il Futuro ad un palmo dal naso ed un'innata voglia di affrontare la vita giorno per giorno, ma costantemente a testa alta finché ne erano capaci. Chi restava indietro, qualunque fosse il motivo, era ineluttabilmente perduto.

Ai tempi, la nostra protagonista entrava con merito a far parte di una terza categoria di persone, quelle che si erano fermate. Non era ancora caduta nel baratro, ma neppure era stata tanto forte da proseguire. Poteva ancora recuperare e tornare sulla sua strada, nonostante il fatto che gli ostacoli che le si ponevano davanti sembravano insormontabili. Ciò di cui non aveva ancora preso coscienza era proprio che quando il Destino chiama, non lo fa necessariamente per strappare gli uomini al mondo terreno, possono esserci anche altri scopi. E non c'è nulla che si possa fare per fermarlo.

"E quindi è così che finisce sempre tutto. Non esistono prospettive più rosee.", esordì Breanna, dopo lunghi minuti di silenzio. Beckah deglutì piano, cercando di ricacciare indietro una lacrima ardente che incominciava a pizzicarle l'occhio destro.

Non sopportava di vedere sua sorella ridotta così. Lo spirito di Breanna era in frantumi, praticamente a pezzi, ridotto ad un mosaico di mille mila tessere minuscole e taglienti. Chi mai avrebbe avuto il coraggio di rimettere mano in tutto quel marasma? Ma, soprattutto, sarebbe stato seriamente possibile ricomporre quel grande puzzle di colori e umori e dare nuovamente forma allo stesso ammirabile disegno di un tempo?

"Persino il Sole si spegnerà un giorno, Bre'. Non significa che non meriti di brillare finché ne ha la possibilità.", sussurrò Beckah, mentre con lo sguardo vuoto leggeva e rileggeva le date di nascita e di morte incise nella roccia metamorfica. Ventisette anni erano sul serio troppi pochi per meritare di morire. "Owen ha sfruttato al meglio ogni singolo secondo che gli è stato concesso di passare su questo mondo. Perché non provi a fare tesoro del suo esempio?"

Doveva spronarla. Non restava altro da fare se non tentare disperatamente di trasmetterle quel minimo di coraggio che serviva per proseguire.

"Pensi sia così facile? Sembra che più nulla abbia senso. Siamo praticamente tutti già morti, solo che non abbiamo ancora il privilegio d'aver smesso di soffrire!", ribatté l'altra con fare ironico. Tornò in piedi, voltandosi per afferrare sua sorella dalle spalle e guardarla negli occhi. "Vuoi sapere una cosa, Beck' ? Non ha importanza, perché lo sapevamo già entrambi che non saremmo mai potuti funzionare come coppia. Oggi soffro perché non c'è più, eppure in realtà so che è solo una benedizione. Ora il mio amore per Owen non si spegnerà, qualsiasi cosa accada. "

Non poteva che cercare false ed allo stesso tempo dolci consolazioni che rendessero il momento più sopportabile e la rabbia meno intensa. Se la sarebbe voluta prendere con chiunque, anche con Dio. Si tratteneva solo perché non aveva comunque la minima speranza di riavere indietro il ragazzo di cui era innamorata.

Il labbro inferiore della sorella più giovane tremò. Da lungo tempo aveva avvertito il freddo gelido che pian piano si stava annidando nell'animo dell'altra, però non avrebbe mai potuto pensare la situazione si sarebbe tanto aggravata. Quelle erano parole forti, cariche di sentimenti contrastanti. Come si poteva trovare del bene nella prematura morte del proprio compagno poi, le risultava incomprensibile. Non le era chiaro se Breanna stesse giocando a mettersi addosso una corazza fatta di tormenti, oppure se credesse veramente in quello che professava tanto a cuor leggero.

"Non penso che sia rispettoso da parte tua dire qualcosa del genere proprio qui, di fronte a ciò che resta di lui.", mormorò Beckah con la voce ridotta ad un flebile sussurro. I suoi occhi erano incatenati a quelli della sorella maggiore, nei quali cercava di scorgere un minimo segno di pietà. Ma tutto quello che riuscì a leggerci dentro fu solo un grande risentimento nei confronti del mondo intero.

"Non cogli il punto della situazione. Se n'è andato per sempre, non gliene importa più di quello che ho da dire nei suoi riguardi. Ovunque sia, ora è avvolto nel calore, in un regno di Pace. E non fraintendermi, io ci ho messo tutta me stessa nella relazione con lui. Guardavo a questo ragazzo come se fosse l'unica speranza che avevo nella vita, ed in effetti si trattava di questo. Era il motivo più profondo di ogni mio gesto, l'incentivo che mi spingeva a voler essere meglio di così."

Annuì alle sue stesse parole, facendo scuotere la folta chioma di capelli mori. Da quando il suo Lui era scivolato via, Breanna aveva anche smesso di alterare il colore delle sue morbide ciocche tingendole di blu. A che sarebbero serviti tanti sforzi? Non le importava più della propria immagine, non aveva neppure la forza di guardarsi riflessa nello specchio. Quei semicerchi scuri, da tutti denominati occhiaie, non donavano di certo alla sua carnagione bianca come la porcellana. E il viso magro, sempre più incavato ed ossuto ... come aveva fatto a lasciarsi andare così? Aveva già permesso al dolore di vincere.

"Ora come ora non vedo più il faro nella notte, mi capisci? Sembra che non sia rimasta alcuna ragione per andare avanti a combattere. Credete che vivere una bella vita sia un dovere nei confronti di chi è stato portato via troppo presto. Però, quello che nessuno da fuori riesce a capire, è quanto sia complicato anche solo il pensiero di diventare felice se colui che amavo non ha avuto la possibilità di esserlo. Nella mia testa mettere a tacere la sofferenza sembra una mancanza di rispetto. Scrivere per sempre la parola "Fine" a questo capitolo della mia storia pare il peggiore dei torti."

La ragazza socchiuse gli occhi e sospirò forte, lasciando che il nodo che aveva ormai stretto in gola le togliesse la voglia di andare avanti.

"Hai paura che il sentimento che provi per lui si assopisca e che resti solo il ricordo ingiallito di quello che è stato, non è vero?", mormorò Beckah, facendosi coraggio. All'improvviso aprì le braccia, gesto più che naturale volto ad invitare sua sorella a gettarvisi in mezzo e lasciarsi stringere.

Questa accettò di buon grado l'abbraccio, non essendo sul serio capace di dire di no di fronte all'affetto incondizionato:"Anche. Eppure lo so da me: le persone speciali, quelle con una luce particolare negli occhi e l'anima irrimediabilmente in subbuglio, non sono destinate a restare per troppo tempo. Loro devono andare avanti, molto di più di quanto siamo destinati a fare tutti noi. Credo abbiano un compito superiore, qualcosa volto alla protezione dei loro cari da un luogo alto e lontano. Per questo, nonostante la paura, so per certo che non ce lo dimenticheremo mai,. Owen rimarrà per sempre, che ci piaccia o meno. Sarà il suo stesso spirito ad impedirci di perdere la memoria."

"Sei incredibile. Prima sembri esserti spenta dentro, e poi in realtà sei l'unica capace di scoprire anche il lato positivo nascosto nella morte."

"Some Legends are told, some turn to dust or to gold but you will remember me. Remember me for centuries.", canticchiò sottovoce Breanna e nel frattempo nascose il viso nell'incavo del collo della sua sorellina. Era quasi divertente come da qualche mese a quella parte i ruoli tra loro si fossero invertiti ... era sempre stata lei la più forte, si prendeva cura degli altri e li difendeva a spada tratta. Solo che, adesso, l'enorme perdita l'aveva lasciata in ginocchio.

"Amava quella canzone ... Owen sarebbe stato felice di vedersela dedicata.", sul volto della sorella bionda nacque un piccolo sorriso mentre accarezzava l'altra, raggomitolata contro di sé. Anche Beckah aveva smesso di tingersi i capelli di rosso. Se la sua gemella smetteva di fare una cosa, lei la seguiva a ruota. Era il suo modo di dire che, a prescindere da come fosse finita, non l'avrebbe mai e poi mai abbandonata.

Erano nate a soli venti minuti di distanza, e da allora non avevano mai smesso di amarsi e adorarsi reciprocamente neanche per un secondo. Sicuramente Breanna era la personalità dominante che aveva trainato Beckah fino a quel momento, ma forse qualcosa stava cambiando anche in seguito alla tragedia. Il dolore aveva reso una delle due più saggia e cauta e, nel frattempo, aveva offerto una chance all'altra di uscire dall'ombra. Andava semplicemente bene così, la vita rendeva giustizia ai fatti a modo suo.

La sorella maggiore rivolse un'ultima volta lo sguardo alla lapide, prima di avviarsi con la gemella verso il grande cancello di ferro nero:"Da qui in avanti sarà dura. La strada è lunga e, sicuramente, tutta in salita.", il tono della mora era rassegnato.

"Sconfiggeremo tutto. L'hai detto tu stessa, Owen non distoglierà mai lo sguardo, né da noi né dai ragazzi. Se restiamo uniti possiamo mantenere intatto il ricordo, ed arrogarci anche il diritto di smettere di soffrire. Ritroveremo un senso a tutto, te lo prometto. E poi, te la ricordi la frase conclusiva di The Crow, no? "

"Le case bruciano, le persone muoiono, ma il vero amore è per sempre.",rispose Breanna, meditabonda. "Pensavo di tatuarmela."

La Costa Mesa era anche quel giorno immersa nel sole, per la felicità di surfisti e turisti da tutto il mondo. Il caldo di Newport Beach risultava essere confortante sotto ogni punto di vista, faceva passare in secondo piano qualsiasi male. Il mare blu aveva invece il compito di far dimenticare ogni possibile errore a coloro che vivevano lungo quella striscia di terra.

Sarebbe passato tutto, con il tempo, ma non avrebbero perso la facoltà di ricordare i momenti felici passati con Lui. Anche se né le gemelle né i loro amici ne erano ancora certi, Owen sarebbe effettivamente rimasto in eterno nelle loro anime. Sembrava fosse morto per riscattare dai peccati tutti coloro che gli stavano a cuore e condurli verso l'inizio di una seconda vita, quasi come una specie di nuovo messia. Fu il sacrificio giusto per innescare un qualcosa di più grande, che avrebbe successivamente coinvolto più persone di quante ci si sarebbe mai potute aspettare. La magia della Vita alberga proprio nella ragione più profonda che si cela dietro anche al più piccolo avvenimento.

 

 

   
 
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