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Autore: Jade    29/03/2005    8 recensioni
In questa one-shot, la prima che ho fatto e una delle poche che farò, Ginny e Draco(ma và!) hanno una storia. Spero che vi piaccia anche questa storia! ^_-
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quelque chose

Quelque chose

Aveva bramato di essere la ragazza di Harry Potter da quando aveva dieci anni…e c’era riuscita. La quindicenne Weasley aveva avuto il suo principe azzurro. Ma poi lo aveva lasciato…

Il giovane Draco Malfoy percorreva i corridoi della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts solo. Da quando suo padre era stato rinchiuso ad Azkaban infatti, nessuno, né Tyger o Goyle o la Parkinson, gli giravano intorno. Troppo pericoloso farsi vedere col figlio di un Mangiamorte no? Ma al ragazzo biondo, da superiore qual’era, non gliene importava molto di quella situazione. Ora. Fermò la sua camminata, immerso nei suoi pensieri, davanti ad una finestra che dava sul giardino. Con un sorrisetto guardò l’orizzonte e appena sentì dei passi poco lontani, si avviò verso i sotterranei.

La sua camera singola era buia e tetra, come sempre. Ma lui l’amava così, e lei pure.

Da due mesi ormai lei andava da lui, protetta dal mantello dell’invisibilità del suo ex…di Potter. Di quel Potter da cui Draco aveva avuto la sua vendetta…Perché Draco lo aveva avvertito l’anno prima, gli aveva giurato vendetta per ciò che aveva fatto a suo padre…e c’era riuscito. Pensarci per tutta l’estate era stato inutile, non lo aveva portato a nulla ma poi, la soluzione gli era caduta tra le mani, era arrivata da sola…con lei. Potter e la Weasley, insieme felici e contenti, finché tutto era finito. Così, da un giorno all’altro. Un giorno la coppia perfetta e quello dopo, solo due amici…e forse neppure più quello.

E lei si era avvicinata a lui, senza preoccuparsi dei suoi primi insulti, e aveva detto con la sua vocina sottile “Eri qui da solo…”. Solo questo aveva detto, poi non aveva più parlato, e lui neppure.

Ma quella frase era vera solo in parte per la giovane Weasley…e il Serpeverde se ne accorse. Ma non il Grifondoro che per qualche tempo cercò di riconquistarla.

Nei suoi modi di fare, nelle sue occhiate, nei suoi mezzi sorrisi quando lui la cercava con gli occhi, perfino nei secchi “NO” alle domande di Potter si vedeva chiaramente ciò che lei voleva, ciò che chiedeva in modo velato a lui, e non all’altro che non era stato capace di renderla felice, vederla grande, non più piccola…

Perché la piccola Weasley era cresciuta anche se nessuno se ne era accorto…e Draco ne aveva approfittato, senza pensarci troppo su. Dopotutto lei era andata da lui, lei gli aveva fatto capire ciò che voleva per provare il brivido di fare qualcosa di non consono a dei Grifondoro e soprattutto a dei Weasley…Lei, si era resa agli occhi grigi di lui, l’oggetto da cui trarre piacere restituendo solo esperienza…E lui non se lo era fatto ripetere due volte. Senza troppi scrupoli l’aveva resa grande come voleva, e l’aveva messa trai suoi trofei…

Era sempre il tramonto il momento in cui lei arrivava. Lui la trovava già in camera o a volte, in ritardo, arrivava quasi di corsa, come spaventata che avesse trovato qualcun’altra con cui rimpiazzarla…Ma ci sarebbe voluto un matto…a preferire qualcuno a lei…

Fuori da quel sotterraneo, lei non conosceva lui e lui non conosceva lei, ma in quella stanza buia, che piaceva a lui e che piaceva a lei, sapevano tutto l’uno dell’altro…Sapevano di non essere più una Weasley e un Malfoy, una povera e un ricco, l’ex di Potter e il nemico di questi…Due persone solamente, con una doppia vita al calare della notte, con la persona che alla luce del sole non era niente, per entrambi.

E all’inizio era stato solo divertimento: lei arrivava, si svestiva veloce poi facevano del puro e semplice sesso finché ne avevano voglia. Dopo di che lei si rialzava in silenzio, con qualche morso e qualche livido, si vestiva mentre lui la guardava senza battere ciglio, poi se ne andava sotto al mantello gettato chissà dove poco prima. Senza un saluto, senza un fiato…tanto il giorno seguente sarebbe stata la medesima routine…

Ma qualcosa era cambiato.

I corpi sudati e vicini come due pezzi di un puzzle incastrati alla perfezione, i respiri profondi incatenati a quelle quattro mura, il godere della vicinanza dell’altro per ore che scorrono troppo veloci da qualche tempo…E le notti che si susseguono, si sommano. E mentre il tempo passa e ad una notte se ne aggiunge un’altra, facendo passare le settimane e i mesi, non c’è più la curiosità di lei per qualcosa di nuovo e di non ordinario che lui le aveva dato senza problemi, e non c’è più la vendetta di lui, che all’inizio aspettava il mattino per scorgere i segni della notte passata insieme…

Non c’è più tutto questo, ora. L’uno cerca l’altro fuori da quella stanza…un sorriso, uno sguardo, qualcosa che portasse l’altro a capire. Capire cosa, nessuno dei due lo sapeva, ma qualcosa.

Una cosa, che poteva essere tante cose…

Lui aprì la porta della camera e nel buio vide i suoi occhi verdi fissi su di lui. Stava sorridendo

-Sei in ritardo-

-Tu sei in anticipo- lei si alzò

-Sei sicuro ?- la sua vocina era sottile e quasi inudibile. Adorava la sua voce nei pochi momenti che lei parlava, la trovava estrememente rilassante

-Sicuro, il sole stava tramontando mentre scendevo- lei si fece avanti con lentezza fino a toccarlo. Lui fece un sorrisetto divertito mentre lei gli toccava lo stomaco con la mano –Da quanto sei qui ?- lei alzò le spalle

-Un po’-

-Come fai a non farti mai beccare ? Potter si è ripreso il mantello !- lei fece un sospiro

-Mi mimetizzo. Ma se ti spiace che io venga tanto presto devi dirmelo…così verrò più tardi…- lui le afferrò i fianchi premendola a se. lei sorrise e lui le mordicchiò le labbra dolcemente

-Vieni quando vuoi…nessun problema- lei annuì cingendolo sotto le ascelle –Ma io non posso essere qui molto presto…si insospettiranno…-

-Non importa…mi piace stare da sola qui, tra le tue cose…- lui annuì sfilandole la cravatta e slacciandole la camicietta. Le baciò la gola mentre lei gli sfiorava i capelli –Temo che Harry sappia qualcosa Draco…-

-E allora ? E’ talmente tonto che non ci arriverà che tra mille anni- la spinse verso il letto gettando da una parte tutti i suoi vestiti. Ginny strinse le ginocchia sui suoi fianchi

-Svestiti- lui la guardò

-Cosa ?-

-Non ti svesti quasi mai…totalmente. Svestiti adesso…-

-Ma qual è il problema adesso ?-

-Proprio questo- disse lentamente –Voglio che ti svesti…tu mi fai svestire sempre…mentre tu no- gli sfilò la cravatta e gli slacciò la camicia. Lui si alzò sulle ginocchia e lei si mise seduta svestendolo. Gli slacciò la cintura e la gettò per terra

-Da quando in qua hai così tanta famigliarità con questo genere di cose ?- lei lo guardò alzando gli occhi

-Da quando ho voglia di vederti tutto nudo…non ho voglia di essere io l’unica perennemente svestita- lui le bloccò le mani che calavano i pantaloni. Si alzò e si svestì. Lei fece un sorrisetto e lui si avvicinò

-Non mi piace patire freddo- lei gli baciò lo stomaco

-Bene, allora datti da fare…anche io non sopporto il freddo- lo tirò su di se prendendolo per i gomiti e e gli sfiorò con le dita la schiena guardandolo negli occhi con un sorriso –Se Harry lo scoprisse…cosa facciamo ?- lui fece un sospiro

-Dovrà stare zitto-

-Non lo farà mai e i miei genitori mi ammazzeranno…se non lo avranno fatto i miei fratelli- le baciò il collo sfiorandole i fianchi

-Allora faremo in modo che non possino trovarti per farti del male- lei sorrise mentre lui le prese a baciare i seni

-Io…ho paura che finisca tutto…-

-Non lo farò finire-

-Diventerai un Mangiamorte…Io non…-

-Tra noi certe questioni non le discuteremo. Sono fatti miei privati…con noi non c’entrano- lei guardò l’orologio sul comodino

-Sono sei mesi ggi che andiamo avanti così…Me ne sono ricordata oggi. Credi che in questo lasso di tempo…io mi possa essere innamorata di te ?- lui alzò gli occhi e la guardò

-Non lo so, non ho mai amato nessuno…non so che cosa si provi- lei si morse il labbro inferiore –Forse tu se me lo insegni…posso impararlo- lei sorrise –Ma non sono un bravo studente…e lo sarò ancora meno quando mi avranno marchiato- lei fece un sospiro

-Non fa niente…tanto ho tutta la vita per insegnartelo…- lo baciò leccandogli le labbra.

Da quel momento, e per tutta la notte, non ci fu più tempo per parole, ipotesi e futuro…C’era solo tempo per l’uno, per l’altro e per quella cosa, quel qualcosa, che lei conosceva e che lui avrebbe imparato a conoscere.

  
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