Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: keli    26/04/2009    0 recensioni
... il suo sguardo incrocia quello gemello dell'altro. Ghigna, vedendo che questo lo sostiene, non mollando. Ma può ben notare l'ombra di tensione che gli attraversa il viso pallido.
>
Genere: Malinconico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo Personaggio, Orochimaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La composizione dei corridoi del covo non è cambiata poi molto in quei sei anni. Forse non è più quella di prima, è vero, ma è così come è sempre rimasta nella sua memoria. Se si ci mettesse di impegno, potrebbe persino trovare i graffiti sulle pareti, scalfite da kunai, di quando era solo una bambina. Ma non ha ne tempo ne voglia di farlo. Non è li per rinvangare il passato, visto che non ci sono ricordi per cui vale la pena tornare indietro nel tempo. C’è stato solo odio, dolore e sofferenze, fra quelle mura, intervallate soltanto da momenti di sporadica pace assieme agli unici due bambini del covo, al tempo. Suigetsu ha visto che fine che ha fatto, ma non è cambiato molto da quando aveva otto anni.
Inclina il capo di lato, seguendo con le iridi d’oro la schiena di Kabuto, davanti a lei, ritta in una compostezza innaturale, come se fosse rimasto all’erta.
Un ghigno le sfiora il viso da bambola di porcellana, mentre sposta lo sguardo verso le mura.
Di Kimimaro non sa oramai più niente da tempo… ha sentito però dire in giro che fosse morto. Non vi aveva prestato attenzione. Non era possibile. Kimimaro era destinato a diventare il contenitore di suo, mpf, padre, o almeno, era così prima che partisse.
Ma le voci nei cinque paesi si erano fatte più insistenti, nell’arco di quell’anno, e nemmeno lei era riuscita a ignorarle, alla fine. I suoi compagni, comunque, non avevano fatto niente per aiutarla a passarci di sopra, anzi.
Xenji era stato il primo a portarle quella notizia, malgrado lo avesse fatto con quella sua calma innaturale, quasi non ne fosse realmente interessato. Era stato con svogliatezza, passandosi una mano sui simboli rossi del viso, quasi a rinvangare il passato, che l’aveva informata che il cucciolo degli Uchiha, era entrato nelle grazie di Orochimaru.
Dapprima non l’aveva ritenuto possibile. Insomma, conosceva abbastanza bene il moscerino per poter dire che non si sarebbe abbassato al livello di arrivare a patti con suo padre. Da che ricordasse il minore degli Uchiha era sempre stato un tipo solitario, incredibilmente orgoglioso, che contava soltanto su se stesso. Ma il fatto che avesse tradito Konoha (la sua casa, quello che un tempo anche lei aveva chiamato famiglia) solo per avere più potere… beh era una cosa interessante, e non da lui.
Che fosse un piccolo schizzato l’aveva da sempre saputo, persino quando lo vedeva andare da solo a sette anni, per le vie di Konoha, allenandosi come un matto solo per superare il fratello maggiore. Lei si limitava a prenderlo velatamente in giro, portandosi dietro la “sorellina”, che sembrava esserne perdutamente innamorata. Ma anche Sakura era sempre stata solo una piccola sciocca. Per quanto la sorellastra potesse assomigliarle fisicamente, era solo una bambinetta senza ideali ne fegato.
Il viso della giovane si rabbuia, ripensando alla sorella.
Già, Sakura. E’ da tanto, troppo tempo, che non la vede in giro. Chi sa se è ancora innamorata di quel teme… beh, con tutta probabilità si, visto quello che le ha riferito Itachi, durante il loro ultimo incontro. Ma il fatto che lui stesso non avesse smentito la tesi del fratello sotto la guida di suo padre, le dava da riflettere.
Le aveva mentito? Perché…? Sapeva che prima o poi l’avrebbe scoperto e sarebbe tornata da lui.
<< Eccoci… >>
La voce del ninja medico la riporta alla realtà. Alza il viso, guardando con aria seria la porta di legno che la separa da lui, e ignora il ragazzo al suo fianco. Solo un occhiata. Lo vede, vede che è visibilmente teso, soprattutto perché non sa come possa reagire il suo Maestro a quell’inaspettato ritorno, e perché -soprattutto- non può soffrire la sua presenza ora come allora.
Una mano sottile, viene passata sul viso, a coprire l’occhio segnato dalla cicatrice, sfigurato. Un occhiata di monito al giovane, prima di spingere il portone, sentendo improvvisamente l’aria fermarsi all’interno della stanza. Abbassa il volto, a pochi passi dal ninja, soffiandogli, temibile, all’orecchio
<< Non disturbarci Kabuto, o ne pagherai le conseguenze… >>
Può scorgere benissimo il brivido di terrore che ha preso possesso del corpo dell’argentato, che continua a guardarla con odio, quasi, travestito da reverenza. Gli fa schifo. Ha sempre pensato che Kabuto fosse soltanto un misero cagnolino alle dipendenze di suo padre. Non aveva fegato, quel ragazzo, non aspirava a niente se non essere considerato alla stregua del braccio destro del Sennin leggendario.
Quello la fissa, per qualche istante, incerto sul daffarsi. Ma basta risentire su di se quel fiato caldo, quella voce sottile, trillante, melliflua eppure minacciosa, per decidere che è meglio non immischiarsi. Dopo tutto, è qualcosa che devono risolvere da soli, padre e figlia.
Inclina il capo, in un piccolo inchino, prima di sparire in una nuvoletta di polvere e chakra. Lui ha finito li, e dopo tutto, Orochimarusama non è nemmeno così sprovveduto da farsi cogliere impreparato da un nemico, malgrado questo poi sia la sua stessa figlia.
Un leggero sorriso di trionfo piega le labbra sottili della giovane, subito nascoste dal colletto del mantello che indossa. Volta il viso verso l’interno, passandosi la lingua sulle labbra, prima di decidersi a entrare. Ci sarà da divertirsi, questo è sicuro.
La stanza è scarsamente illuminata da qualche fiaccola dalla morbida luce, che investe le pareti opprimenti, rimandando su di esse le ombre degli oggetti di cui è composta. Una luce bagna il letto posto al centro della stanza, dalle coperte candide, bagnate di sudore, e stropicciate. La figura al suo interno sussulta, come scossa da un attacco di tosse che però vuol rimandare indietro. Le braccia, immobili, dure come pietra, giacciono dimentiche ai lati del corpo, sopra il materasso.
La kuinochi si apre in una smorfia che dura un secondo. L’uomo dai capelli neri, che gli ricadono lungo il corpo e sul viso pallido, stanco, dagli occhi così simili ai suoi, dorati, dal taglio serpentesco, segnato da pesanti occhiaie, e qualche goccia di sudore, non è che l’ombra di se stesso.
I suoi passi sono l’unico rumore che rimbomba nel pavimento di pietra, accompagnati dal respiro affannoso del Sennin steso sul letto.
<< Come ti sei ridotto… non sei che l’ombra di te stesso… dov’è finito il grande Orochimaru? >>
La sua voce è come una carezza cosparsa di lame taglienti come kunai. Non c’è preoccupazione nel suo tono, ma solo iralità. Il ninja sgrana leggermente gli occhi, curvandosi su se stesso, per reprimere un nuovo attacco di tosse.
Non può farsi vedere così, non da lei.
Non può essere debole, di fronte a sua figlia.
<< Uh uh… cos’è piccola mia, ti preoccupi di me, ora? >>
La smorfia sul suo viso affilato si accentua, mentre gira attorno al letto, fino ad arrivare al capezzale dell’uomo. L’osserva dall’alto, con aria critica.
Patetico.
Non vale nemmeno la pena attaccarlo, in questo momento. Sarebbe da vigliacchi.
Un luccichio sinistro si impossessa dei suoi occhi, inniettandoli per un solo istante dello stesso sangue che vorrebbe veder scorrere.
Ma lei non è una vigliacca. E’ questa la cosa che li differenzia sostanzialmente
Si china su di lui, posando le mani sul lenzuolo, facendo scivolare la mancina lungo il suo braccio morto.
<< Non l’ho fatto allora, pensi davvero che sia tornata per aiutarti, paparino >>
Non aspetta nemmeno la sua risposta, serra la presa sul braccio, avvicinando il viso al suo, pericolosamente.
Occhi del medesimo colore ma dai risvolti diversi si specchiano l’uno contro l’altro, sfidandosi.
<< La muta del serpente gigante… come mai non hai ancora cambiato corpo? Non dirmi che vuoi lasciarti morire così… >>
Riprende, alzandosi e lasciandolo, dandogli le spalle. Il Sennin chiude un occhio, osservandola con un ghigno. Non è cambiata di una virgola, la sua bambina. E’ sempre la stessa… ma questo non è un bene. A quanto pare ha ancora l’ambizione di farlo fuori.
Una risatina inframmezzata da un attacco di tosse si impossessa delle sue labbra.
Chi sa cosa vuole…
<< Oh non ci tengo, Sayuri cara… ma il mio contenitore non è ancora pronto… >>
<< Già… e non lo sarò ancora per molto… >>



Angolino di Keli

Ma che sono dolci padre e figlia XD. Per chi non conosce Sayuri: Lei ha vissuto a Konoha fino ai dieci anni (ossia quando Itachi ha sterminato il clan Uchiha) è la sorellastra di Sakura (la madre è stata uccisa da Orochimaru stesso dopo che è nata Sakura che non è sua figlia XD quindi mi dispiace Saechan ma è già morta, devi sfogare la tua gelosia su qualcun’altroXD)
Grazie a chi legge e recensisce! Un grande bacio!^_-
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: keli