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Autore: lanterna_    07/08/2016    3 recensioni
[dal primo capitolo] Vedete, il problema di essere un Halliwell è proprio questo: tutti si aspettano sempre grandi cose da te – il che può anche essere una passeggiata se ti chiami Wyatt, visto che lui riesce a sterminare quindici Demoni in altrettanti secondi (secondi, capito? Non minuti, ore o anni. Secondi!), ma per me la cosa non è ugualmente semplice. [...]
Sono vivo. E non conosco nessuna Bianca. E Wyatt non è malvagio, è solo il solito fratello impossibile da raggiungere.
Non è malvagio, non è malvagio, non è malvagio...
{Chris/Bianca}
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bianca, Chris Halliwell, Un po' tutti, Wyatt Matthew Halliwell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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XVIII capitolo:
Ovvero
Perché solo l’Amore ci illumina




Prima non c’avrei mai creduto, non avrei mai nemmeno osato sperarci.

Insomma, zio Coop me l’avrà ripetuto infinite volte, forse, ma io credo di aver sempre pensato, dentro di me, che fossero solo un mucchio di sciocchezze.

Eppure ora, per la prima volta, sento che è possibile.

Mi basta gettare un veloce sguardo a Bianca, che sta combattendo ferocemente e fieramente, e sentire il battito del mio cuore che accelera all’istante per l’emozione per capire, per
sapere che è vero. Mi basta guardarli tutti, la mia stupenda famiglia, per sentire dentro di me una forza che non credevo nemmeno concepibile.

Ancor di più, mi basta guardare mio fratello, qui di fronte a me, che mi guarda con quell’odio in volto, e sentire il cuore stringermi per il dolore tanto da andarmi in gola, per avere la certezza che è così, che
deve essere vero.

Il più grande di tutti i Poteri…

Qualcosa, nello sguardo che Wyatt ha rivolto a Pauleen, mi ha confermato che in lui ancora dev’esserci qualcosa di buono, dev’esserci un sentimento al quale fare appello, al quale aggrapparsi per continuare a sperare. Sul quale fare leva per riportarlo indietro.

Il più grande…

Non c’è dubbio che sia questo straordinario Potere a muovere il mondo, a farlo girare, a farci alzare dal letto la mattina per continuare ogni giorno con la nostra anche piccola battaglia quotidiana.

L’Amore.

L’Amore che ci aiuta a vincere le nostre paure, come nel racconto di zia Phoebe sulla misteriosa frase scovata da Mel. L’Amore che ci cambia la vita, come mi ha spiegato zio Coop durante quella disastrosa cena che mi spezza il cuore al solo ripensarci. L’Amore che ci permette di vincere su quella parte malvagia che alberga nel profondo di ognuno di noi… come nella storia di Emma sull’amuleto, se la mia intuizione è esatta.

L’Amore che fa trionfare il Bene, come spero accadrà adesso.


Per prima cosa, devo portarmi vicino agli altri e spiegare loro la mia idea, ma non so come fare, visto che Wyatt è proprio in mezzo, qui di fronte a me a sbarrarmi la strada, solo in attesa della mia prossima mossa. Dopo quel brevissimo lampo di incertezza che gli ho visto attraversare gli occhi nel lanciare uno sguardo a Pauleen, morente di una morte perenne mentre mio padre stremato continua a curarla ininterrottamente, ora è tornato a fronteggiarmi, le braccia conserte come a sfidarmi a fare qualcosa.

Ma cosa?

Devo distrarlo, è l’unica soluzione per poter tornare dagli altri senza insospettirlo per aver abbandonato la battaglia con lui di colpo.

E purtroppo una sola idea mi viene in mente, e non mi piace per niente. Non vorrei coinvolgere nessun altro, ma non ho altra scelta.

Inspiro profondamente e cerco di focalizzarmi sulle mie emozioni, in modo da amplificarle al massimo. La paura, la rabbia, l’adrenalina… ma più di tutto l’ansia. Ho bisogno d’aiuto, grido nella mia mente, incessantemente, cercando di non far trasparire nulla all’esterno, mostrandomi impassibile, come se fossi anch’io in attesa di una mossa di Wyatt.

Cerco di attirare l’attenzione di zia Phoebe affinché intervenga e tenga impegnato mio fratello il tempo che mi occorre per spiegare il piano agli altri, ma non è lei a rispondere al mio grido d’aiuto. È invece Prue che si volta verso di me, dopo aver mandato alle fiamme l’ennesimo Demone, confusa e spaesata. Atterrita, quasi, come se si aspettasse di trovarmi a terra agonizzante.

Per un momento non ho la forza di farlo, non posso mettere la sua vita in pericolo, non lei, la mia cuginetta che invece dovrei essere il primo a proteggere. Ma poi stringo i pugni e scelgo di fidarmi, per una volta. Non devo fare tutto da solo, e Prue sa quello che fa, può scegliere per se stessa se se la sente. Allora distolgo solo per un attimo lo sguardo da lei, indicandole Wyatt con gli occhi, cercando di farle capire con tutto il mio essere quello che le sto chiedendo.

Prue mi guarda impaurita, senza sapere cosa fare. Non so se è perché non ha colto il messaggio, o perché non riesce ad intervenire presa dalla paura, ma in ogni caso non posso fargliene una colpa né preoccuparmene a lungo, perché proprio ora Wyatt perde la pazienza e scuote la testa, inferocito.

«Ora basta. È tempo di porre fine a questa faccenda»

In un attimo disattiva il suo scudo e prepara nella mano una sfera di energia. Non è mai stato così simile al Wyatt malvagio dei miei ricordi.

Si prepara a scagliarla e io ad orbitare via dalla traiettoria, ma nessuno dei due fa a tempo a fare nulla, in realtà, perché Prue interviene con un calcio straordinariamente piazzato sulla schiena di Wyatt, mandandolo a terra con la sfera d’energia che si infrange direttamente a pochi centimetri dal suo volto.

Prue mi lancia uno sguardo deciso, battagliero, come a dirmi “Vai, ci penso io”, e io non posso fare a meno che restituirle un sorriso e provare a ringraziarla con gli occhi. Ovviamente, sono tremendamente preoccupato per lei e non ho idea di quanto a lungo possa reggere uno scontro diretto con Wyatt, ma non ho altra scelta. In fondo, ho solo bisogno di un attimo per parlare con zio Coop e con Bianca e poi… beh, poi ho soltanto bisogno di un miracolo affinché il mio cosiddetto ‘piano’ funzioni davvero.

Allora, proprio mentre Wyatt si rialza con uno sguardo di pura rabbia sul volto, pronto a vendicarsi di quest’affronto subito, a scagliare su mia cugina tutto il Potere che possiede… io orbito lontano, chiudendo gli occhi senza avere il coraggio di guardare cosa potrebbe succedere, per riapparire solo qualche secondo dopo a fianco di mio zio e di Bianca, impegnati con un Demone a testa, ma fortunatamente, almeno, vicini a sufficienza perché mi sentano entrambi.

Aiuto prima mio zio a sbarazzarsi del suo Demone, scagliandolo semplicemente lontano con un pigro gesto della mano, e poi faccio lo stesso con quello di Bianca.

«Chris, ma che diavolo! Stavo per finirlo!» protesta lei, girandosi verso di me mentre si scansa dal volto una ciocca di capelli rimasta attaccata alla fronte sudata, un piccolo broncio che la rende tremendamente irresistibile a curvare i lineamenti del suo viso.

«Ascoltatemi!» dico, avvicinandomi a loro e inducendoli a fare lo stesso. «Potrei avere un’idea»



Quando finisco di spiegare, zio Coop mi guarda convinto, un gran sorriso e una grande fiducia a illuminargli il volto, mentre Bianca sembra pensare che mi sia improvvisamente rincoglionito.

«Non puoi essere serio» dice scuotendo la testa, le sopracciglia aggrottate.

«Lo sono, invece» rispondo, cercando di mostrarmi più convinto di quanto non sia. Devo convincerla in fretta, in questo stesso momento Prue sta affrontando Wyatt, rischiando la sua vita per me.

«Chris, ti rendi conto di cosa stai dicendo? Vuoi rischiare tutto per… per cosa? Come puoi pensare che funzionerà?»

Sospiro, infastidito dal fatto che non sembra fidarsi di me. O peggio, che non sembra fidarsi di tutto quello che mio zio, qui al mio fianco, rappresenta. D’altra parte, io stesso fino a poco tempo fa avrei creduto di essere impazzito per pensare che un’idea del genere abbia la remota possibilità di andare a buon fine.

«Bianca, tu…» comincio, colto da un’idea improvvisa. «… tu cosa provi quando mi guardi?» mi sento un po’ ridicolo, ma devo continuare, devo convincerla a tutti i costi. E osservandola, le guance appena rosse dopo la mia domanda, so che non devo avere timore, che lei prova esattamente quello che sento io. «Perché quando io guardo te... non ho dubbi che la mia idea funzionerà, che se esiste qualcosa di più forte di Wyatt a questo mondo, se davvero esiste il ‘Potere più grande di tutti’… allora deve essere questo. Deve essere quello che provo per te, perché è talmente grande e incontenibile e… e forte e capace di donarmi forza come nient’altro che io abbia mai sperimentato… che davvero non c’è altra possibilità. Perciò sì, io penso che funzionerà»

In qualche strano modo contorto, gliel’ho detto. Senza mai distogliere lo sguardo dal suo viso, vacillando forse un paio di volte, ma gliel’ho finalmente detto.

Bianca mi guarda con gli occhi spalancati, quasi non credesse alle sue orecchie, le guance ormai rosse come pomodori maturi.

Mi avvicino quel tanto che basta per afferrarle la mano, sfiorandole appena le dita con le mie, rabbrividendo al contatto. «La domanda è… cosa pensi tu. Cosa provi tu»

Rimango con il cuore in gola a fissarla, trepidante mentre le stringo la mano per trovare il coraggio di ascoltare la sua risposta.

Infine, Bianca ricambia la stretta e mi lancia uno sguardo carico di passione, di ardore. «Ok, va bene. Io… penso tu abbia ragione» fa un respiro profondo e poi mi sorride come non l’ho mai vista fare e… Dio, la voglia che avrei di baciarla in questo istante. «Facciamolo» stabilisce, ed è talmente tanta la fiducia che trasuda dal suo tono che questa unica parola pronunciata qui e ora dalle sue labbra vale più di quanto altre due paroline avrebbero mai potuto significare.



Prue sta ancora affrontando Wyatt.

È impressionante quanto sia migliorata dall’ultima volta che l’ho vista combattere. Si limita a schivare, certo, senza neanche provare ad attaccare mio fratello. D’altronde sa benissimo che non avrebbe nessuna possibilità: già il solo scudo è una difesa sufficiente a rendere pressoché inutile lo stile di combattimento di mia cugina, prettamente basato sul corpo a corpo come quello della madre. Eppure, se la sta comunque cavando alla grande. Salta da una parte all’altra evitando ogni sfera d’energia, ogni colpo, prevedendo più o meno grazie ai suoi Poteri le mosse di Wyatt e riuscendo ad anticiparle. Tuttavia so che non potrà reggere ancora per molto. Si vede benissimo che è stremata e che Wyatt a questo punto sta solo giocando con lei, quasi si diverte mentre aspetta il momento buono per colpirla definitivamente.

Non posso più restare a guardare senza fare niente.

Orbito nuovamente accanto a loro, frapponendomi fra Prue e una sfera d’energia particolarmente vicina a colpirla, facendo giusto in tempo per spedirla da un’altra parte grazie alla mia telecinesi.

«Guarda chi ha deciso di riunirsi alla festa» fa Wyatt, il tono sprezzante che ormai gli ho sentito fin troppe volte.

«Stai bene?» chiedo piano a Prue, voltandomi verso di lei e ignorando completamente il commento di mio fratello. Prue mi guarda stanca ma sollevata dal mio arrivo e annuisce con un piccolo sorriso.

«Sei stata bravissima» la incoraggio, e mi sento tremendamente fiero di lei mentre il suo sorriso si allarga e le raggiunge gli occhi, facendoli brillare.

Wyatt mi guarda disgustato. «Sai, Chris, ancora non ho capito cosa diamine siete venuti a fare. Mi sembra proprio che non abbiate nessun piano, state attaccando praticamente a caso, senza organizzazione o strategia e, parlandoci chiaro, è piuttosto evidente che nessuno di voi può sconfiggermi. Allora… cosa? Hai semplicemente portato tutta la nostra famiglia a morire per nulla?»

So che sta solo cercando di provocarmi, che cerca di entrare nella mia testa per distrarmi e confondermi, ma il fatto è… che ci riesce benissimo. E se avesse ragione? Se li avessi condannati tutti a morte certa?

Apro la bocca per controbattere, ma dalle mie labbra non esce una parola. Non so cosa dire per discolparmi.

«Non ci ha portati Chris!» urla Prue al mio fianco, guardando Wyatt dritto in volto. «Siamo venuti noi, Wyatt. Perché è nostro compito sconfiggere il Male, sempre, e tu dovresti saperlo bene, forse meglio di chiunque altro. Eri il migliore di noi prima del tuo tradimento e ora… Wyatt, siamo venuti per te! Perché ti vogliamo bene e…» la voce le si spezza e la sua faccia sembra accartocciarsi sotto il peso delle sue emozioni e, credo, anche delle mie. Il suo discorso mi ha toccato davvero.

Non li ho portati io, è stata una loro scelta, unanime, perché questo siamo noi Halliwell. Una forza al servizio del Bene, qualunque cosa succeda.

Wyatt, d’altro canto, non fa una piega. «Capisco. Beh, se è davvero così e siete semplicemente venuti a suicidarvi, in pratica, chi sono io per impedirlo? Se è la morte che volete, così si-»

Non fa a tempo a concludere.

Bianca, apparsa alle sue spalle approfittando di questo momento di stallo, di distrazione pura, l’ha immobilizzato e lo trattiene rubandogli i Poteri con la mano destra che attraversa direttamente il suo stomaco.

Prue, al mio fianco, la guarda sbalordita, senza avere idea di cosa stia succedendo. Io sono sollevato. Almeno fin qui tutto bene.

«Cupido! Ora! Non riuscirò a trattenerlo a lungo!» incalza Bianca, già con un po’ d’affanno.

Naturalmente ha ragione, i Poteri di Wyatt sono troppo spaventosamente grandi perché Bianca possa assorbirli davvero, può al massimo trattenerlo per un minuto o poco più.

«Cosa significa tutto questo?» urla Wyatt guardando me, quasi sapesse che è una mia idea, furioso come non l’ho mai visto.

Zio Coop ci raggiunge, finalmente, e annuisce solenne mentre si concentra. L’anello al suo dito si illumina di una dolce luce rosata e lui inspira ed espira profondamente, sentendo nelle orecchie il ritmo del cuore di Wyatt, cercando di infiltrarsi fra un battito e l’altro per aprirlo al Bene, all’Amore.

Deglutisce e una singola goccia di sudore gli scende dalla fronte. La mia fiducia comincia subito a vacillare. Wyatt non sembra toccato da nulla, continua solo a guardarmi furibondo, non aspettando altro che il momento in cui riuscirà finalmente a liberarsi dalla morsa di Bianca per spedirci tutti all’altro mondo.

«Non… non ce la faccio!» ansima mio zio, facendo sprofondare il mio cuore da qualche parte nello stomaco. «Il Male che alberga in lui è troppo grande, troppo radicato!»

Ma come? Possibile che mi sia sbagliato tanto? Eppure lo sguardo che ha lanciato a Pauleen… non significava niente?

Wyatt...

Prue al mio fianco scuote la testa e si avvicina al padre, afferrandogli la mano con l’anello al dito e donandogli la sua forza. Improvvisamente la luce sprigionata da quel piccolo cerchio prezioso si fa più fulgida, e Wyatt emette un verso a metà fra un singhiozzo strozzato e un gemito di dolore.

Sta… sta funzionando? Una parte di me non osa sperarlo.

Ma ancora non è abbastanza. Mio zio e mia cugina crollano in ginocchio all’improvviso, stremati, ma con le mani ancora unite e l’anello che risplende.

Wyatt comincia a scalpitare, irrequieto, e io mi sento completamente inutile. Bianca alle sue spalle sembra tremendamente affaticata, credo stia per cedere anche lei, e allora davvero non ci sarebbe più scampo per nessuno di noi. Wyatt ce la farà pagare cara.

Mi guardo intorno, cercando anche il più piccolo aiuto, e vedo gli altri che ancora combattono. Pauleen a terra, mio padre che continua a guarirla (e giuro che non ho idea di come faccia a resistere, a non essere svenuto da tempo) mentre le gemelle li difendono dagli ultimi Demoni rimasti. Sono una decina, infatti, che stanno attaccando direttamente loro, mentre altri dieci vengono tenuti a bada dalle mie zie.

È in questo momento che zia Phoebe si volta verso di noi, probabilmente avvertendo lo stato d’emergenza del marito e della figlia, guardandomi allarmata. Vorrei avere le risposte che sembra cercare nei miei occhi, ma la verità è che mi sono rimaste solo domande. In che razza di guaio ho messo la mia famiglia? Ho davvero sacrificato tutti quanti pensando che potesse funzionare?

È lei, però, che d’un tratto mi lancia uno sguardo deciso, come colta da un’illuminazione fulminea. Rivolge parole affrettate alla zia Paige mentre uccide l’ennesimo Demone. Diciotto rimasti in tutto, dalle centinaia che erano inizialmente. Ma non ha alcuna importanza quanti di loro finiamo, se non riusciamo a fermare Wyatt. Mia zia annuisce, scuotendo i corti capelli rossi, e tuttavia guarda preoccupata le gemelle.

«Bambine» la sento urlare da qui, e pur nella confusione della battaglia Kat trova il tempo di storcere il naso nel sentire come le ha apostrofate la madre. «Pensate di poterli gestire da sole? Ancora per poco, ve lo prometto!»

Tamora fa esplodere il Demone di un insolito colore azzurrino che stava affrontando e, seppur evidentemente esausta, annuisce mentre Kat per tutta conferma riesce a bloccare due Demoni contemporaneamente.

«Bene, allora, resistete!»

Zia Paige afferra in tutta fretta la mano di Phoebe e in un attimo orbita proprio al mio fianco, dalla parte opposta rispetto a zio Coop e Prue, che riversi a terra ancora stanno lottando con le unghie e con i denti per prendere il controllo del cuore, dell’anima di Wyatt.

«Il suo cuore è troppo avvelenato dal Male, riesco a percepirlo!» spiega zia Phoebe. «Sembra proprio… sembra il Potere della Sorgente» vacilla mentre lo dice, senza riuscire a capire nemmeno lei come sia possibile.

Io mi sento sprofondare. La Sorgente di tutti i Mali…

Dio, Wyatt!

«Cosa facciamo?»

Nessuna delle zie mi risponde, piuttosto si lanciano uno sguardo complice e, prendendosi per mano, cominciano ad intonare «Il Potere del Trio coincide col mio, il Potere del Trio coincide col mio…» ancora e ancora.

Ricordo bene i racconti della mamma sulla Sorgente, di come le Streghe l’avessero sconfitta una volta per tutte quando la Veggente aveva provato a rubarne i Poteri direttamente dal grembo di mia zia, sfruttando l’invincibile Potere del Trio per distruggerla definitivamente, impedendole di reincarnarsi in un altro Demone. *

Tuttavia, ora c’è solo un piccolo problema. Il Trio non esiste più.

A meno che

In tutta fretta afferro a mia volta la mano della zia Phoebe e recito anch’io l’incantesimo, sostituendo la mia voce a quella di mia madre.

Non credo sia così efficace come sarebbe se ci fosse davvero Piper al mio posto, ma non ha importanza. Prendo anche la mano dello zio Coop, aiutandolo a rialzare lui e Prue, e nel continuare a ripetere la frase come un mantra ne avverto quasi il Potere tangibile sfrigolare nell’aria intorno a me e dirigersi verso Wyatt, verso il Male che alberga in lui per poterlo distruggere.

«Il Potere del Trio coincide col mio, il Potere del Trio coincide col mio…» ripetiamo, e la luce che avvolge l’anello di Cupido si fa talmente forte da accecarmi per un attimo.

Nel preciso secondo in cui Wyatt lancia un urlo disperato e si lancia in avanti, liberandosi finalmente della presa di Bianca, so che ce l’abbiamo fatta. L’anello ha svolto il suo dovere e l’Amore si è inserito fra i battiti del suo cuore, avvolgendolo come una calda coperta mentre il Male della Sorgente per ora è stato, se non sconfitto, almeno messo a tacere.

«Wyatt…» provo a chiamarlo, lasciando le mani dei miei parenti per avvicinarmi a lui. Loro, al contrario, restano fermi nei propri incantesimi, zio Coop e Prue concentrati nel mantenere il Potere dell’anello e le zie che ripetendo il mantra riescono a tenere a bada la Sorgente.

Wyatt mi guarda spaesato, quasi non sapesse nemmeno dove si trova.

«Wyatt, cosa stai facendo?» azzardo a chiedere, senza sapere bene neanch’io da che parte iniziare. «So perché sei arrivato a questo punto, credimi» gli dico, lanciando un veloce sguardo all’amuleto. «Ma è il momento di tornare indietro. Sei ancora in tempo!»

Lui non reagisce, continua solo a guardarmi come se non avesse idea di cosa io stia parlando, e io mi rendo conto di quanto debole debba sembrare il mio discorso. Sono un idiota. Non so per quanto tempo la mia famiglia potrà ancora resistere, per quanto riusciranno a trattenerlo in questo stato, ed è fondamentale che mi muova. Devo premere il piede sull’acceleratore, giocare anche sporco, se necessario.

«È stata la morte della mamma a spingerti sulla via del Male, vero? Il… il dolore per averla persa. Io… Wyatt, nessuno più di me può capirlo, ma devi chiederti… cosa penserebbe, ora, nel vederti così? Sarebbe fiera, orgogliosa di te come è sempre stata? O sarebbe disgustata nel vedere il mostro in cui ti stai trasformando?»

Le mie parole suonano troppo dure perfino alle mie orecchie, ma finalmente sembrano sortire qualche effetto. Wyatt si porta le mani nei capelli e tira fino quasi a strapparseli. «Smettila! Smettila! Tu… non sai di cosa stai parlando!»

«Lo so molto bene, invece!» urlo in risposta. Devo spingere ancora di più. «E sai cosa penso? Penso che il giorno che è morta… quel giorno tu hai accusato me per la sua morte, per non essere intervenuto a salvarla, ma che in realtà… In realtà incolpi te stesso, perché saresti dovuto essere tu il più forte, no? Saresti dovuto essere tu a proteggerla, e hai fallito! Incolpi te stesso e l’hai fatto dal preciso momento in cui Excalibur non è riuscita ad uccidere Zaltor»

«Zitto! Sta’ zitto, ho detto!» mi grida contro, ma non fa nulla per fermarmi davvero.

«Perché non è affatto vero che Excalibur non ci è riuscita, sei tu che l’hai fermata, non è vero? La luce bianca dell’amuleto non era affatto uno scudo, quell’amuleto non ha questo tipo di Potere, non più, almeno. Ha invece preso possesso della tua mente e tu, di tua volontà, hai comandato ad Excalibur di arrestarsi, di non uccidere Zaltor, consentendogli la fuga con nostra madre morente!»

Deglutisco, improvvisamente in affanno, colto dall’ardore delle mie stesse parole. Wyatt di fronte a me sembra tornato un bambino che ha paura delle tempeste.

Io mi sento malissimo per quello che sta uscendo dalle mie labbra, ancor di più perché ho il dubbio di ritenerle io stesse vere mio malgrado. «Non è così, Wyatt? Andiamo, abbi il coraggio di rispondere! Non è così?» lo incalzo, sentendo quasi il vomito risalirmi la gola.

Ma lui non ha la forza di fare nulla. Anzi, scuote solo la testa, sconvolto, gli occhi lucidi di lacrime, e io so che non è ancora abbastanza.

«E ora, dopo aver ucciso la mamma, stai facendo lo stesso con la donna che dici di amare, o no?» stavolta urlo a squarciagola, vedendolo tapparsi le orecchie per coprire il suono delle mie parole. «Guardala, Wyatt! È proprio laggiù, circondata dai tuoi sudditi, mentre Excalibur la taglia da parte a parte e la uccide senza riuscire a finire l’opera solo perché tuo padre sta dando tutto se stesso per tenerla aggrappata alla vita!»

Wyatt continua a scuotere la testa, guardando in basso come un bambino capriccioso che non vuole sentire ragioni. «Ho detto, guardala!» Alza all’improvviso gli occhi, spaventato dal mio richiamo, e fa come gli ho ordinato.

Anch’io giro appena il volto e vedendo Pauleen riversa a terra, Excalibur ben visibile anche da qui, una pozza di sangue ormai enorme che ancora si allarga sotto di lei, per un attimo un ricordo terribile si affaccia alla mia mente.

Bianca, trafitta allo stesso modo, morente fra le mie braccia mentre mi restituisce l’anello… il dolore, la consapevolezza di averla persa per sempre, l’odio verso mio fratello che me l’ha portata via… D’un tratto sono sopraffatto, non riesco a muovermi, a reagire. Guardo Pauleen e riesco solo a vedere l’amore della mia vita che mi abbandona per sempre, mentre io la stringo a me più forte che posso, quasi a non lasciarla andare via, lacrime roventi che mi scendono senza controllo dagli occhi…

«Finisci quello che abbiamo iniziato»

Ma è proprio Bianca, ancora una volta, a donarmi la sua forza. Mi spinge a non arrendermi, a continuare da solo la nostra battaglia, a credere nonostante tutto che Wyatt possa essere salvato, che ci sia ancora speranza per noi due. Quell’unica sillaba, “Va’!”, e il suo sguardo ardente che vale più di mille parole…

È con uno sforzo immane che mi ricordo che Bianca non è affatto persa per sempre, ma è proprio qui, vicino a me, a combattere con me e per me, ed è esattamente per questo – per lei, per tutto quello che potremmo ancora condividere – che non posso permettermi di arrendermi ora. Devo andare avanti nonostante tutto.

Stringo i pugni e sono di nuovo presente a me stesso.

«Tu la ami, Wyatt! La ami! Come puoi… come puoi farle questo?» riprendo il mio discorso, tornando a guardare mio fratello, improvvisamente sgonfiato di tutto il mio ardore e carico invece di amarezza.

Wyatt ha ancora gli occhi puntati su Pauleen e… e ha cominciato a piangere. Vederlo così… così debole, così vulnerabile, così distrutto da quello che io stesso gli sto causando mi fa stare malissimo. Mi odio come non mi sono mai odiato prima.

Non serve nemmeno a nulla. Lo sto distruggendo per niente, portandolo solo sull’orlo del rimpianto ma senza riuscire a spingerlo oltre la soglia, verso il Bene.

Perché, realizzo, sto sì facendo appello ai suoi nobili sentimenti d’Amore, ma nel modo sbagliato, puntando sulla colpa invece che sull’affetto. Sono io il mostro, fra i due.

«Wyatt, io…» provo di nuovo, ma la voce mi cede subito, spezzata da lacrime dolorose che cominciano ad uscire anche dai miei occhi.

Mi avvicino ancora di più a lui, allungando una mano a stringergli una spalla, e solo in questo momento lui torna a guardarmi.

«Perdonami, io… ho sbagliato tutto, come al solito» gli dico, guardandolo dritto negli occhi. «Perché è quello che faccio sempre. Io… non faccio altro che commettere errori e dare poi la colpa agli altri dei miei insuccessi. Ma tu… sei sempre stato tu a venire in mio soccorso, a togliermi dai guai, a supportarmi nonostante tutto!»

Wyatt mi guarda in qualche modo speranzoso, e io so di star andando sulla strada giusta. Lo capisco non tanto dalla sua reazione, quando dal calore che sento avvolgere il mio, di cuore.

«Ti prego, Wyatt, tu… non sei solo la Strega, anzi, la persona più buona e giusta che sia mai esistita, non sei solo il figlio migliore che si possa desiderare, il più devoto… Tu… sei mio fratello!»

La voce mi si spezza ancora e stavolta sono io che non riesco a reggere il confronto visivo, trovandomi ad abbassare gli occhi pieni di lacrime di commozione.

«Sei mio fratello» ripeto, affinché il concetto gli entri bene in testa ma soprattutto gli afferri il cuore. Stringo appena più forte la sua spalla sotto le mie dita. «E mi hai… Mi hai sempre protetto, ci sei sempre stato per me quando avevo bisogno di te! Wyatt, ho bisogno di te ora!» imploro, tornando a guardarlo dritto negli occhi. «Ti prego, ti prego, fratello, torna da me…»

Non ho più la forza di dire nient’altro.

Ma non ce n’è bisogno.

Wyatt improvvisamente lancia un urlo tremendo, potentissimo, eppure per qualche ragione non spaventoso, ma anzi stranamente rassicurante.

Non so descrivere quello che accade in seguito. Una stranissima onda d’urto sembra propagarsi direttamente dal suo corpo, avverto l’aria letteralmente piegarsi al suo passaggio, e quando mi attraversa mi sento improvvisamente in pace con il mondo, avvolto da una luce che non ho mai provato prima. Tutta la stanchezza sparisce dal mio corpo e mi sento fresco e riposato come una rosa. Tutto l’orrore che provavo fino a pochi secondi fa, soprattutto verso me stesso, sembra d’un tratto sparito, quasi non sia mai esistito. Un incredibile sorriso genuino si fa strada sul mio volto e mi sembra di volare mentre quest’onda di puro Bene mi attraversa e passa oltre, propagandosi in ogni direzione, invadendo tutta la caverna.

Nel voltarmi a guardare gli altri, capisco dai loro volti sereni che anche loro provano lo stesso non appena entrano in contatto con questa strana energia, che invece polverizza all’istante tutti i Demoni nel secondo esatto in cui arriva a toccarli, incendiandoli in un battito di ciglia.

Poi va ancora oltre, arrivando quasi a Pauleen, ed è in questo momento che Wyatt, alle mie spalle, rabbrividisce. Excalibur si allontana immediatamente dal corpo della ragazza, andando a posarsi a terra lì vicino con un gran clangore di metallo che batte sulla roccia, ancora macchiata del suo sangue. E non appena l’onda raggiunge la ferita, questa si rimargina immediatamente, chiudendosi e restituendo la vita a Pauleen, che apre gli occhi lentamente, frastornata.

Ma, mi accorgo con rammarico, la ferita non è sparita del tutto. Al contrario, ha lasciato una bianca e lunga cicatrice appena visibile anche da qui attraverso lo squarcio nella maglietta.

Mi volto nuovamente verso Wyatt, senza sapere cosa aspettarmi di leggere sul suo volto e preoccupato per come potrà reagire. I suoi occhi si spalancano per l’orrore nel notare lo sfregio che lui stesso le ha procurato.

La raggiunge con un grido che quasi mi sembra disumano, tanto è pregno di dolore. Le è accanto nel tempo di un battito di ciglia, Excalibur, la sua fedelissima spada, compagna di mille avventure, anche questa volta al suo fianco ma per la prima volta dimenticata, anzi, disprezzata. Mio padre si scansa per fargli spazio mentre Wyatt si inginocchia a terra, quasi cade su se stesso, a dire il vero, e in un primo momento sembra sul punto di abbracciare la sua amata, ma poi ci ripensa e le mani vanno invece a nascondere il proprio volto.

Scoppia a piangere come non l’ho mai visto fare, dondolandosi avanti e indietro, biascicando parole sconnesse che mi stringono il cuore in una morsa. «Perdonami, perdonami» balbetta senza sosta, ma senza davvero osare sperare in quello che chiede, mentre tremendi singhiozzi gli scuotono il corpo.

È Pauleen, allora, che lo tocca, perché lui sembra aver paura anche solo di sfiorarla. Si tira su e lo abbraccia, circondandogli le spalle larghe con le proprie esili braccia, affondando il viso nel suo collo, donandogli tutto l’amore di cui è capace. Wyatt in un primo momento è troppo incredulo per reagire. Le mani gli cadono dal volto, mostrando gli occhi più spauriti e perduti che io abbia mai visto. Pauleen gli prende il volto fra le mani e lo guarda con un’intensità tale da bruciarlo, da toccarlo nel profondo. Anche lei comincia a piangere: lacrime silenziose sfuggono al suo controllo e scendono delicate sulle sue guance rosate, il labbro inferiore le trema appena.

Forse è questo a spezzare definitivamente Wyatt, a romperlo in mille pezzi, ed ho tremendamente paura che nessuno potrà più rimetterli insieme mentre un singhiozzo più forte degli altri gli scuote il corpo e lui va a nascondersi nel suo unico rifugio, nella sua casa. Allunga le mani come farebbe un viandante nel deserto alla vista di una pozza d’acqua, ed è con la forza della disperazione che si stringe a Pauleen, affondando il volto nei suoi capelli.

La tiene stretta forte al petto, e piange. Piange come solo un bambino disperato sa fare, quando per colpa di un incubo tremendo il suo intero mondo sembra essere andato in pezzi e aver perso ogni senso. Pauleen ricambia il suo abbraccio stringendo con altrettanto ardore e gli sussurra qualcosa all’orecchio, non posso sentire cosa, ma Wyatt scuote la testa e continua a piangere.

Io… io non so cosa fare. Il mio cuore è completamente spezzato in questo momento, nel vederlo così, e vorrei avere la forza e la capacità di dire qualcosa che possa farlo stare meglio, o almeno per distogliere lo sguardo da questo spettacolo che mi fa così male, invece resto solo fermo a guardarlo, come ipnotizzato, sentendo il cuore che mi spacca il petto a metà tanto stringe.

Infine, è mio padre a fare un passo in avanti. Si avvicina a Wyatt e gli posa semplicemente una mano sulla spalla, inducendolo a separarsi da Pauleen. Wyatt alza il volto e gli rivolge proprio lo sguardo di un bambino spaurito, di chi si è talmente perso da non sapere nemmeno più cosa cercare, e mio padre fa la più straordinaria delle cose. Gli stringe la spalla e gli sorride di un sorriso che conosco fin troppo bene.

Va tutto bene, sembra dire. Tutto bene. Il mondo è finalmente in pace e tutto è perdonato, calma il tuo cuore e la tua mente perché va tutto bene

«Andiamo a casa, figliolo» dice solo, e Wyatt lo guarda incredulo, riconoscente, forse, e ancora impaurito.

Alla fine, però, annuisce appena e lancia a me un veloce sguardo quasi in cerca di rassicurazione, e io ci provo. Provo a sorridere come ha appena sorriso mio padre, e anche se non posso vedere il risultato lo sguardo di Wyatt si fa un po’ più deciso mentre si alza in piedi, allungando poi una mano verso Pauleen per aiutarla ad alzarsi a sua volta. Pauleen la prende senza esitare e la tiene stretta anche quando rimane in piedi al suo fianco. Non c’è più traccia di lacrime sul suo volto.

«Andiamo a casa» ripete mio padre, e in un lampo tutti ci smaterializziamo per riapparire nel soggiorno di casa Halliwell.



«Wyatt!»

L’urlo ci accoglie quando le ultime luci azzurre stanno ancora scomparendo.

La voce di Mel si spezza per la commozione mentre corre più veloce che può verso nostro fratello, le braccia tese in avanti per stringerlo forte appena lo raggiunge. Si aggrappa al suo collo e stringe come a non lasciarlo più andare, costringendolo a separarsi da Pauleen così da poterla prendere in braccio.

Wyatt le accarezza i capelli e la schiena come già l’ho visto fare moltissime volte, in un modo che riesce sempre a calmarla, eppure con una disperazione nuova, in qualche modo. Stavolta è lui che si aggrappa a lei per cercare conforto, non il contrario.

Mel piange a dirotto, ma ride anche, straordinariamente felice e commossa come non l’ho vista da tanto, troppo. Wyatt alza lentamente il viso e punta lo sguardo su di me, continuando a stringere nostra sorella come se ne dipendesse la sua vita. I suoi occhi sono persi e… imploranti.

Senza bisogno che dica nulla, so esattamente cosa mi sta chiedendo. Mi avvicino dapprima lentamente, poi quasi correndo, perché è quello che voglio anch’io. Quello di cui ho bisogno.

Voglio rendermi conto che è davvero finita, avere sotto le mani la prova tangibile, il più concreta possibile, che Wyatt, mio fratello, è tornato ad essere la persona che conoscevo e a cui voglio un bene dell’anima.

Senza curarmi delle innumerevoli paia d’occhi che ci guardano, mi unisco all’abbraccio, stringendo con una mano Melinda e con l’altra Wyatt. Insieme.

Ce l’ho fatta. Wyatt è qui, con me. È buono, è lui.

Ce l’ho fatta.

Melinda si sgancia con un braccio da Wyatt per abbracciare anche me, e una mano di mio fratello va a posarsi sulla mia spalla, stringendo per avvicinarmi a lui. È solo in questo momento che noto l’amuleto ancora al suo collo. Per un attimo mi allarmo, ma poi, guardando meglio, mi accorgo che la punta della stella è rivolta verso l’alto, come simbolo del Bene. Wyatt è stato in grado di mutare l’amuleto alla sua forma originaria. Incredibile, ancora oggi a volte mi stupisce quanto sia straordinario.

Sorrido mio malgrado, non posso farne a meno.

Mi sento… completo, ecco.

Non so quanto tempo rimaniamo così, semplicemente stretti l’uno all’altro, mentre lacrime più o meno silenziose scendono dai nostri occhi. Potrebbero essere ore e non me ne accorgerei, perché finalmente sono in pace.

Infine, però, mi separo da loro per guardare Wyatt dritto negli occhi, una mano ancora poggiata sulla schiena di Mel.

Voglio dirgli qualcosa, non so bene nemmeno io cosa. Ma lui… non so, merita di conoscere tutta la storia, i retroscena di cui è ancora all’oscuro, immagino. Zaltor e l’amuleto. Deve sapere che tutto quello che ho detto nella caverna è falso, che non lo penso davvero, che non è colpa sua, che è stato manipolato, che… Che potrà convivere con il senso di colpa e dovrà imparare a superarlo, che… nonostante tutto io sono qui per lui, come lui c’è sempre stato per me.

Devo dirgli, in definitiva, che gli voglio bene. E scusarmi per le cose orribili che gli ho detto, le accuse terribili che gli ho rivolto. Ringraziarlo per avercela fatta, per essere tornato da me quando tutto sembrava perduto, per essersi dimostrato ancora una volta il fratello più forte, più buono fra i due, migliore di quanto io potrò mai essere.

«Wyatt, io…»

«Chris, senti…»

Alla fine, parliamo insieme, le parole di uno che vanno a coprire quelle dell’altro. Mi scapperebbe quasi una risata, ma Wyatt abbassa gli occhi, fissandoli tristi sul pavimento.

«Prima tu» lo incoraggio allora, pensando comunque che prima di poter mettere in ordine i miei pensieri per poter dire qualcosa di sensato avrò bisogno di più di un attimo.

Lui annuisce e mi guarda di nuovo. Apre la bocca per parlare ma intuisco subito che c’è qualcosa che non va. «Wyatt?» provo a chiamare, incerto. Ma non risponde. Rimane semplicemente lì fermo, con la bocca ancora aperta, lo sguardo che sembra improvvisamente vitreo.

Mi guardo intorno, spaesato, solo per ricevere conferma a quello che dentro di me già so. Il sangue mi si gela nelle vene mentre guardo la mia famiglia, tutti immobilizzati, fermi come statue, bloccati in un singolo gesto, in un singolo attimo.

Mel è colta mentre tira su col naso e si asciuga gli occhi dalle lacrime, Bianca ha un piccolo sorriso genuino che le alza appena l’angolo destro della bocca, mio padre una mano a coprirgli il viso per la commozione. Zia Phoebe e zio Coop sono stretti in un tenero abbraccio mentre zia Paige si tende verso zio Henry, le labbra vicine al suo orecchio, forse per raccontargli com’è andata nella caverna.

Tutti immobili.

Il cuore improvvisamente accelera il battito nel mio petto mentre pompa una nuova scarica di adrenalina e di paura.

Dio, no, proprio ora che sembrava tutto finito, cosa è successo? Perché, diamine?

Che devo fare? Cos’è, un incantesimo, un attacco? Ma perché io non sono stato colpito? Cosa… cosa fare?

Un grido di frustrazione sta per sfuggirmi dalla gola, ma prima che possa liberarsi qualcosa cattura la mia attenzione. O meglio, qualcuno. Una voce femminile alle mie spalle, che in qualche modo mi suona fin troppo familiare.

«Ciao, Chris»




* Puntata 4x21, “Piccolo diavolo”



Note dell’Autrice:


Salve, popolo di Efp.
Visto, questa volta riesco ad aggiornare dopo ‘pochi’ mesi invece che dopo anni, non siete contenti? No? Eh eh, io c’ho provato…

Allora, su questo capitolo ho ancora più precisazioni da fare che rispetto al solito, quindi spero mi perdonerete per le note lunghissime che state per leggere.

Cominciamo dall’inizio, ovvero dal titolo. Il titolo è preso direttamente dalla versione italiana di ‘Bridge of light’, colonna sonora del film d’animazione Happy feet 2. È una scelta piuttosto curiosa, lo so, ma il fatto è che ho visto questo film per la prima volta solo poco tempo fa, e sono rimasta sbalordita da quanto questa canzone mi ricordasse il mio Chris (intendo, proprio il Chris protagonista di questa mia storia) e in particolare di quanto fosse adatta a questo capitolo, perciò niente, la scelta del titolo è stata quasi obbligata. [ Questa è la canzone, se a qualcuno interessa.]

Poooi, parlando più specificatamente del capitolo, devo dire che io stessa sono rimasta sorpresa di quanto sia risultato lungo alla fine. Pensate che nell’idea originale questo capitolo doveva essere unito a quello scorso, eppure già così è probabilmente il capitolo più lungo della storia fino ad ora! Quindi niente, alla fine sono decisamente convinta di aver preso la scelta giusta nel separarli, sebbene abbia dovuto interrompere la battaglia a metà. In questo capitolo, così, sono riuscita a dare più spazio alla conversione di Wyatt e spero di averla resa almeno un po’ credibile.

E sì, so quello che state probabilmente pensando. L’Amore. Davvero la risposta era così banale? Quasi 20 capitoli per scoprire che il potere che sconfigge il male è l’Amore? La risposta è sì. O almeno, la risposta corta è sì.
La risposta lunga è che ho pensato a lungo se perseguire la mia idea originale e far sì che fosse l’Amore a salvare tutti, o se cambiarla e cercare un’altra soluzione un po’ meno scontata, forse. Ma alla fine ho deciso di lasciare il progetto iniziale intatto così come l’avevo pensato, principalmente per 3 motivi.
Innanzitutto, per rimanere abbastanza fedele allo spirito e all’atmosfera dell’opera originale, la serie Streghe a cui questa fic cerca di rifarsi il più possibile. E la serie, innegabilmente, è basata un po’ tutta sullo spirito semplicistico de ‘il Bene vince sempre’, ‘l’Amore è il potere più forte di tutti’ (non a caso, la frase del Libro è davvero tratta dalla serie), e più in generale del ‘Vogliamoci tutti bene e viviamo felici e contenti’ xD
In secondo luogo, perché io credo che il perno centrale di questa storia sia, in definitiva, il rapporto fra Wyatt e Chris. E come Chris, sebbene sicuramente si senta inferiore al fratello, sebbene lo veda sicuramente come un rivale, almeno per certi aspetti, in ogni caso lo ami profondamente e sappia altrettanto profondamente che Wyatt ama lui. Perciò, davvero non credo ci sia finale più perfetto (almeno secondo me, eh. Voi in quanto lettori siete e sarete sempre liberi di dissentire e di muovere critiche, se credete) di Chris che semplicemente capisce che l’unico modo per riavere suo fratello indietro sia far leva sul sentimento d’amore di Wyatt per lui, che davvero è il sentimento più puro che qualcuno possa trovare e, soprattutto, il vero centro di Wyatt. Per come io vedo Wyatt, per come ho cercato di crearlo e di dipingerlo in questa fanfiction, penso che sia una persona incredibilmente altruista e soprattutto estremamente devota alla sua famiglia. Per questo, e spero davvero di averlo reso bene nella storia, non passa al bene nel momento in cui Chris lo fa sentire in colpa. Quello al massimo può distruggerlo, ma non è abbastanza. No, lui passa al bene nel momento in cui capisce che non deve farlo per se stesso, ma per il suo adorato fratello.
Infine, nonostante tutte le ‘smancerie’ che ho elencato finora, ho comunque cercato di rendere la cosa abbastanza plausibile, aggiungendo il Potere dell’anello di Cupido e il Potere del Trio per far sì che Wyatt in quel momento sia particolarmente vulnerabile. Quindi, ci tengo a sottolinearlo, non è un mero discorsetto a farlo rinsavire improvvisamente. In quel preciso momento Wyatt non ha più una goccia di male in corpo, anzi, il suo cuore è aperto ed esposto, perciò spero che il tutto non sia risultato troppo smielato o campato in aria, perché credetemi se vi dico che ci ho invece riflettuto a lungo.

Passando invece a Chris e Bianca, devo dire che inizialmente la loro scena non era affatto programmata, si è anzi praticamente scritta da sola e alla fine sono piuttosto soddisfatta del risultato – cosa che non mi succede quasi mai. Dopo che per un po’ di volte negli scorsi capitoli Chris ha pensato di dire finalmente a Bianca che la ama, sono arrivata alla conclusione che davvero non poteva esserci capitolo più adatto di questo, sebbene, ripeto, all’inizio non fosse previsto. E sono particolarmente felice del fatto che entrambi si dichiarino all’altro senza però dirlo esplicitamente, perché in fondo sono comunque Chris e Bianca e non credo sarebbe stato IC far dire loro una cosa del genere nel mezzo della battaglia. Non so, voi che ne pensate? Sono davvero molto curiosa a riguardo!

Ultima cosa, come avevo detto anche nelle note dello scorso capitolo, ho cercato di assegnare ad ogni personaggio un ruolo ben preciso all’interno della battaglia, perché ognuno fosse indispensabile e non messo lì tanto per, e credo di esserci riuscita. Avevo davvero ragionato tanto su chi far partecipare e su come questa battaglia si sarebbe dovuta svolgere, perciò, di nuovo, mi sento stranamente soddisfatta di come il tutto sia venuto fuori.

Devo dire che questo capitolo è stato particolarmente complicato da scrivere. Doveva esserci azione, ma anche tenerezza, e il momento cruciale in cui Wyatt ‘vede la luce’ (vago riferimento al titolo…) e pentimento e amore, soprattutto, e un mucchio di altre cose e… non so, spero solo di essere riuscita a trasmettere tutto quello che volevo trasmettere. Questo capitolo è stato estremamente difficile, ma forse proprio per questo ora che è finito è probabilmente quello che mi piace di più dell’intera storia, ci tengo davvero particolarmente (anche perché, insieme al prossimo capitolo, era quello che davvero, dal momento stesso in cui mi è venuta l’idea per la storia, non vedevo l’ora di scrivere). Spero solo che vi sia piaciuto quanto piace a me e che non vi abbia deluso. Per questo ci terrei davvero molto che mi lasciate una recensione, per leggere i vostri pareri su questo capitolo così particolare!

Intanto, vi ringrazio tutti come sempre perché continuate a leggermi ogni volta. Non posso credere che dopo 4 (Q-U-A-T-T-R-O!) anni siamo quasi arrivati alla conclusione!

Al prossimo capitolo,


Lanterna_
  
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