Ashley

Il sole era alto nel cielo, una sfera di calore arancione che si affacciava con prepotenza sul mondo come se gli appartenesse. Non c’erano nuvole, e l’unico suono udibile era il cinguettio degli uccellini che volavano da un albero all’altro.
La ragazza alzò lo sguardo, beandosi dei raggi che le accarezzavano il viso. I lunghi capelli castani le ricadevano gentili sulle spalle, e il cappellino da baseball che indossava la faceva sembrare più giovane di quanto fosse. Il crop top lasciava intravedere la pelle abbronzata e il fisico perfetto. Era bella da togliere il fiato.
Fu avvicinata da una fan, che estrasse il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans; sorrise all’obiettivo mentre scattava una foto con la ragazzina, che se ne andò soddisfatta ed eccitata. La salutò con la mano, ancora sorridente. Non sapeva di essere osservata da lontano.
Un’ombra la stava ormai contemplando da diversi minuti, esterrefatta davanti a tutta quella purezza. Poi, dopo qualche istante, decise di avvicinarsi alla ragazza. Le diede un colpetto sulla spalla con l’indice, e lei si voltò.
Quando incontrò i suoi occhi nocciola, si sentì svenire. La gola asciutta e le gambe che tremavano, tuttavia, non furono un ostacolo: le chiese quale fosse il suo nome malgrado sapesse bene chi fosse, ma voleva sentirlo pronunciare dalla sua voce.
La ragazza sorrise ancora. Dalle sue labbra rosee e sottili uscì un suono soave, che sarebbe potuto arrivare al cuore di chiunque.


«Ashley.»

E alla fine torno sempre qui, in questo fandom ‒ il primo in cui ho pubblicato una fanfiction ‒, a scrivere di lei, perché in fondo se non fosse per Ashley a quest’ora non sarei nemmeno su efp. È solo grazie a lei se ho capito che la scrittura è la mia vita, ed è solo grazie a lei se oggi sono quella che sono diventata. E questa storia, seppur non sia niente di che, è il mio modo per dimostrare che non mi dimentico mai di quanto lei sia stata e sia tutt’ora importante per me.