INTRODUZIONE (nei libri c’è
quindi la metto anche io)
Complici la noia di una
lezione di storia, la colonna sonora de “Il Principe d’Egitto”
e gli onnipresenti Cavalieri
dello Zodiaco mi è venuta in mente questa nuova fan fiction…
Scrivo anche il testo della
canzone perché mi piace sia la versione italiana che quella inglese,
e poi serve per capire la
storia, detto questo buona lettura ^-^
TI CHIAMAI
FRATELLO
Ti
chiamai fratello
Conoscevo
la felicità
E
questa era la vita (Le piaghe – Il Principe d’Egitto)
Once I called you brother
Once I though the chance to make you laugh
Was all I ever wanted
(The plagues – The Prince of Egypt)
Il bambino fissava la macchia scura
sulla parete di fronte a lui come se I suoi brillanti occhi verdi
ne fossero irresistibilmente
attratti.
Quello era un giorno importante per
Saga: aveva solo sette anni però era stato scelto per
diventare un Saint di Athena e tra
poco qualcuno sarebbe venuto a prenderlo per portarlo al
Santuario; avrebbe lasciato il suo
povero villaggio di pescatori per diventare uno degli uomini più
forti sulla faccia della terra eppure
sembrava triste per qualcosa.
Staccò lo sguardo dalla parete e lo
spostò sul lettino vuoto accanto al suo.
Kanon.
Kanon non era stato scelto, il
messaggero che era venuto a casa loro la settimana prima era stato
chiarissimo: uno solo.
Di due gemelli assolutamente identici
uno sarebbe diventato Gold Saint, l’ altro avrebbe anche
potuto non esistere per niente.
Kanon ci era rimasto malissimo perché
già veniva continuamente assillato da genitori e amici con
paragoni tra lui e suo fratello Saga
da cui usciva regolarmente sconfitto, per lui quell’ennesima
esclusione era stata davvero troppo: era diventato
ancora più chiuso e scontroso del solito e non
dava modo neanche a Saga di parlargli
né per consolarlo né per rimproverarlo.
Se ne stava seduto tutto il giorno
sulla spiaggia a guardare il mare con espressione corrucciata
come se stesse raccontando i suoi
dispiaceri alle onde.
:-Saga! Andiamo, Saga, che fai ancora
qui?-:
Suo padre lo scosse bruscamente.
:-Muoviti, è venuto a prenderti il
Gran Sacerdote in persona!-:
Senza aspettare la sua risposta
afferrò il fagotto che gli faceva da bagaglio e lo portò fuori dalla
stanza.
Saga rimase un attimo stordito.
Il Gran Sacerdote, la persona più
importante dopo la stessa Athena aveva lasciato il tempio per
occuparsi di lui? Quello avrebbe
potuto essere un problema, riflettè Saga: opporre un rifiuto a un
messaggero qualunque poteva anche
passare ma non sapeva come l’avrebbe presa un uomo
abituato ad essere considerato un
dio.
Per un attimo pensò di lasciar
perdere tutto ma poi lo sguardo gli cadde di nuovo sul letto di
Kanon e decise di andare avanti:
forse sarebbe stato più difficile del previsto ma ci avrebbe
provato lo stesso.
*
Quando scese al piano di sotto trovò
i genitori che lo aspettavano impazienti e al centro della
stanza una figura imponente con una
lunga tunica blu scuro e una maschera che gli copriva il volto.
Saga rimase a fissare il Sacerdote a
bocca aperta dimenticando tutto quello che gli avevano detto
su come comportarsi fino a che suo
padre non lo richiamò.
:-Avanti, Saga, saluta-:
Si scosse come da un sogno e si
inginocchiò a terra sentendo lo sguardo dell’ uomo dietro la
maschera concentrato su di se.
:-Sono lieto di conoscerti, Saga,
alzati pure-:
La voce era appena ovattata ma chiara
e profonda, e nonostante il tono cortese Saga avvertì
quelle parole come un ordine che non
poteva non eseguire.
“Bene… se già una cosa così semplice mi mette in difficoltà come faccio a
dirgli che non ho nessuna intenzione di andare al Tempio dopo che lui è venuto
apposta?”
pensò un po’ agitato.
Rimase in piedi a testa bassa
continuando a riflettere su come fare.
:-Sei pronto per lasciare la tua casa
e diventare un cavaliere di Athena?-:
La domanda lo prese completamente
alla sprovvista.
Cavaliere di Athena, un uomo al
servizio della giustizia e della pace, in effetti gli sarebbe piaciuto ma…
:-No, signore, non mi sento pronto
per una responsabilità come questa. Mi dispiace-:
Sciaf!
Lo schiaffo di suo padre lo fece
barcollare.
:-Ma sei scemo?-:
Gli urlò furioso e Saga sapeva di
averla combinata grossa stavolta, più di tutte quelle di Kanon messe assieme, e
sapeva anche che suo padre arrabbiato non si calmava mai tanto facilmente.
Si preparò ad un altro schiaffo.
:-Fermo, Alexandros!-:
Il sacerdote gli aveva afferrato la
mano prima che potesse colpirlo di nuovo e anche lui come il figlio fu
costretto ad obbedire.
Senza dare una spiegazione il
Sacerdote si mise davanti a Saga e si inginocchiò per parlargli alla sua
altezza, così lui si ritrovò a
fissare le pietre rosse degli occhi della maschera con un brivido di paura.
“Perché,
Saga?”
Gli venne un colpo: la voce del Sacerdote era dentro la sua testa!
“Perché
stai rinunciando? Non è vero che non ti senti pronto: prima mi hai mentito.
Adesso dimmi la verità”
Tremava di paura e sapeva che quegli
occhi rossi piantati nei suoi non gli avrebbero perdonato
un’altra bugia.
“Mio fratello… mio fratello Kanon ci è rimasto troppo male… non voglio
lasciarlo così…”
Inaspettatamente sentì che la persona
dietro la maschera sorrideva.
“Lo fai perché vuoi bene a tuo fratello…? E va bene”
Il Sacerdote si alzò e si rivolse ai
genitori di Saga.
:-Credo che questo bambino abbia un
fratello, vorrei che anche lui venisse al Santuario, sempre se
voi siete d’accordo, naturalmente-:
Loro rimasero un po’ perplessi,
soprattutto Alexandros.
:-Kanon? Ma
lui non ha nessuna delle qualità che cercate…-:
:-Questo lo deciderò io al momento
opportuno. Avete altre obiezioni?-:
:-No… no,
signore. Saga, vai a cercare tuo fratello-:
Lui non aspettava altro, si precipitò
fuori con uno strillo di gioia e corse
verso la spiaggia perché
sapeva già dove trovarlo: seduto
vicino alla barca di famiglia Kanon stava lanciando sassi in acqua
più seccato del solito.
:-Kanon!-: Lui non si girò neanche.
:-KANON!!!-:
Stavolta urlò a pieni polmoni e lui
non potè più ignorarlo.
:-Che cavolo vuoi?-: Gli chiese
sgarbato.
Saga si fermò dietro di lui col
fiatone ma con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
:-Indovina un po’? PUOI VENIRE CON
ME!!!-:
Kanon saltò in piedi.
:-Che cosa? Non è che mi prendi in
giro?-:
:-Certo che no, stupido! Puoi davvero
venire, lo ha detto il Sacerdote a papà!-:
:-WAAHHH!!!-:
Gli saltò addosso e caddero tutti e
due nella sabbia ridendo.
Sion li osservava dalla porta di
casa, fermo sulla soglia: aveva uno strano presentimento.
Sentiva che stava sbagliando ma non
capiva cosa: quel bambino aveva fatto un gesto straordinario
per affetto e gli era sembrato giusto
premiarlo, allora perché quella sensazione di minaccia incombente?
Scosse la testa.
Gli sarebbe piaciuto avere il dono
della preveggenza come gli antichi indovini delle leggende, o
almeno poter chiedere consiglio a
Shaka della Vergine che quel dono lo aveva, ma entrambe le
cose erano impossibili, quindi doveva
rischiare.
:-Saga, Kanon, da ora in poi vi
aspettano prove durissime, quindi godetevi questo momento di
serenità fino a che potete-:
Li guardò che giocavano sulla
spiaggia come tutti i fratelli e non riusciva proprio a capire perché stesse sbagliando.
Che ne dite? Vi piace? Non
so perché ho scritto che i gemelli vivevano in un villaggio di pescatori…forse perché questo spiegherebbe in parte il
legame tra Kanon e il mare, comunque grazie per avere letto e al prossimo
capitolo.
Un grazie speciale alle mie
amiche Stella e Maria che mi sopportano e leggono le mie fiction anche se spesso ci capiscono
poco…
Un bacione ragazze!!! Vi
voglio tanto bene <3 Kiss