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Autore: Akeryana    08/08/2016    3 recensioni
Quanto sappiamo di Leon Vergas?
Perché non ci hanno mai detto nulla su di lui? Perché all'inizio della serie lui sta con Ludmilla, ma poi con Violetta cambia?
Perché lui prima è cattivo e poi diventa buono?
Perché prima odia Fran, Maxi e Camilla e poi diventano suoi amici?
Ve lo siete mai chiesti? E se le risposte fossero nel suo passato?
Avrete risposte a queste domande.
Vi do il benvenuto nel passato di Leon Vergas.
Non fatevi ingannare dalle apparenze. Lui che sembra felice è in verità colui che soffre di più. Non perdetevi nella strada, potreste non trovare più la via di casa, per quanto difficile è il sentiero che il nostro protagonista ha dovuto percorrere.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Diego, Federico, Francesca, Leon, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
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Un rincontro emozionante

 
<<  Mi dispiac... Voi...  >> 
<<  Non è possibile… Leon!  >>  gridò la ragazza correndogli incontro per poi stringerlo con forza a se.
<<  Francesca!  >>  sorrise mentre la stringeva a se con immensa felicità. Era bellissimo rivederla, ma per la felicità non si accorse che c’era anche un’altra persona che attendeva un abbraccio.
Appena i due si separarono, lei indicò il ragazzo, che Leon aveva già notato, ma inizialmente credeva fosse solo un qualcuno che gli somigliava. Ma ora che lo vedeva bene… Era lui!
<<  Diego… >> 
<<  Leon! Vecchio amico mio! Allora sei vivo!  >>  ridacchiò lui, cercando, inutilmente, di non far notare i suoi occhi lucidi dai quali, da un momento all’altro, sarebbe scese calde lacrime. Ma non tardarono ad arrivare, dato che subito dopo Leon lo strinse a se ed entrambi rinunciarono all’orgoglio maschile, dando sfogo alle loro emozione.
<<  Diego perdonami… Dovevo dirti che sarei scappato ma avevo paura che Felipe se la prendesse con te, tuo padre e Pablo. Scusami.  >> 
<<  Leon io ti ho perdonato da tempo. Ora sono solo felice di rivederti.  >> 
 
Ma intanto, Nata sopportava sempre meno la foresta, tutto quel verde, gli insetti che non la lasciavano in pace e la costante paura di essere assaliti da un animale selvaggio.
<< Maxi non conosci altri posti?  >>  chiese lei tra uno sbuffo e un sospiro mentre cercava di sbarazzarsi delle mosche che le ronzavano attorno.
<<  Io sono nato e vissuto qui, forse per voi gente di città è più complicato…  >> 
<<  Già! Anzi non capisco nemmeno come hai fatto a stare qui per tutto questo tempo.  >> 
<<  Ti mostrerò la bellezza della mia foresta.  >> 
<<  E come?  >>
<<  Il sole splende alto sui monti e nella foresta il mormorio sveglierà…   >>  Maxi le andò accanto sorridendo.
<<  Chi sveglierà?  >>  chiese Nata alzando gli occhi al cielo.
<<  Tutti gli abitanti.   >>  sorrise ancora il ragazzo per poi prenderla in braccio e cominciando ad arrampicarsi su un albero  <<  Non puoi andartene via dalla foresta, il tuo cuore resta qui! Ti cattura al suono della natura, cambia ogni giorno, che avventura!  >>  quando la fece arrivare alla cima dell’albero le mostrò il meraviglioso posto ricoperto di verde e di altri mille colori che li circondavano. Per poi falla scivolare da un ramo, come fosse uno scivolo  <<  La mia realtà è una vita in libertà. Fa per me questo folle ritmo!  >>  fu lui il primo ad arrivare a terra e la prese in braccio, ma poi lei, stizzita, scese da lui e si allontanò a braccia incrociate. Allora lui le si avvicino e diede un calcio all’albero vicino facendo cadere dei frutti per poi farli ruotare sulle sue mani come un giocoliere  <<  Nessuno resiste a questa sinfonia e la monotonia, non torna più!  >>  per poi far cadere i frutti e afferrarla facendola ballare con lui, in un primo momento lei cercò di allontanarlo ma poi cominciò a ridere <<  Se sei un po’ triste questo ti aiuterà!  >> 
Alla fine lei lo abbracciò ridendo  <<  Grazie Maxi  >> 
<<  Finalmente ti ho fatto aprire gli occhi!  >>  rise pure lui mentre le teneva un braccio attorno alle spalle e le faceva strada in quel meraviglioso luogo.
 
Ma intanto Leon stava facendo le presentazioni tra i suoi amici.
<<  Fran, Diego, lui è Tomas, mi ha aiutato a scappare da quella prigione, Tomas, loro sono i miei migliori amici.  >>  sorrise entusiasta il ragazzo mentre vedeva i suoi amici fare conoscenza, era molto importante per lui.
<<  Ehm… Ciao.  >>  ma la timidezza di Tomas lo fece preoccupare e non poco.
<<  Amico sta tranquillo, io sono Diego e se tu hai aiutato il fratellino allora siamo in debito con te.  >> 
<<  Fratellino...? Ma non era il tuo migliore amico?  >>  chiese il povero Tomas, più spaesato che altro.
<<  Si, ma sai... Quando stai una persona per tanto tempo, ti sembra che sia più di un amico, io e lui siamo fratelli  >>  sorrise Diego mentre Leon gli dava una leggera spinta ridacchiando.
<<  Ma Fran... Gli altri dove sono?  >> 
<<  Ci siamo separati per cercarti, non so dove sono. Solo Federico è rimasto al villaggio. Ma dovrebbero essere qui a Buenos Aires.  >>  gli spiegò l'amica mentre sorrideva, ormai che l'avevano trovato non ci dovevano essere più problemi, no?
<<  Ma è orribile! Felipe mi cerca e appena avrà trovato gli altri li farà rinchiudere come ha fatto con me!  >>  si mise a gridare Leon, preso dalla paura che potesse capitare qualcosa a Maxi e alla sua Violetta.
<<  Dobbiamo correre a cercar...  >>  il povero Leon non poté terminare la frase che Tomas gli tappò la bocca con una mano.
<<  Non correre, Felipe avrà con se tutti i suoi soldati. Cosa possiamo fare noi da soli? Devi essere addestrato e so da chi andare...  >> 
 
Violetta era rimasta da sola in quell’immensa abitazione. Olga era uscita a fare la spesa, Roberto e suo padre erano a una conferenza e lei, nel mentre, esplorava quel posto molto strano. Non ricordava nulla… Solo poche cose, ma nulla di più… Non sapeva chi fossero gli strani ragazzi che vedeva, però la cosa più strana era che non riusciva a vedere i volti di quelle persone, solo di uno riusciva a vedere gli occhi ed erano verdi, di un verde smeraldo...
Ma mentre era presa dai suoi pensieri e girovagava per la casa, non si era nemmeno accorta di essere arrivata in una stanza molto strana, piena di tanti vestiti femminili e anche oggetti piccoli come collane, carillon e una specchiera... In quel momento non si chiedeva di chi fosse quella stanza, ma solo al fatto che in quel momento le venivano in mente qualcosa....
<<  Festa e balli, fantasia. E’ il ricordo di sempre... Ed un canto vola via quando viene dicembre.  >>  mentre si guardava attorno e delle piccole scintille andavano per tutta la stanza, rendendola diversa facendo scomparire tutti i mobili, ora era solo una stanza vuota  <<  Sembra come un attimo, dei cavalli s’impennano. Torna quella melodia che il tempo portò via!  >>  ma poi tutto riprese forma, quella piccola stanza divenne un’enorme sala da ballo con tanto di candelabro dorato e persone con abiti lunghi e pomposi, con gioielli al collo e alle dita che ballavano e si divertivano. Mentre in cima alle scale c’erano quattro ragazzi, tre maschi e una sola ragazza, ma tra quelli, uno di loro aveva gli occhi verdi, gli stessi che Violetta ricordava. Ma era troppo occupata a ballare al centro della sala per notarlo  <<  Sembra come un attimo, dei cavalli s’impennano. Sento quella melodia nella memoria mia!  >>  lei fece un giro su se stessa e le apparve un abito dorato, lungo fino ai piedi, con un nastro d’oro sulla vita e brillanti ovunque, per poi continuare a danzare, quando uno di quei ragazzi la afferrò continuando a ballare con lei  <<  Forse un giorno tornerò, il mio cuore lo sente, ed allora capirò il ricordo di sempre.  >>    alla fine del ballo loro si fermarono e si guardarono negli occhi. Lei si perse nei suoi meravigliosi occhi verdi… Non sapeva il suo nome, ma sapeva che li legava un sentimento forte e proprio mentre si stavano per baciare…
<<  Vilu, tesoro mio. Sono tornato!  >>  sentì suo padre entrare dalla porta di casa.
<<  Ed un canto vola via… Quando viene dicembre!  >> 
 
<< Tomas sei sicuro che tuo zio mi potrà addestrare?  >>  chiese Leon, abbastanza nervoso mentre lo seguiva assieme a Diego e Fran.
<<  Ma certo! Così avremo un aiuto in più contro Felipe!  >>  sorrise Tomas, ma solo in quel momento si accorse di essere un bravo attore: davanti rideva e sorrideva, come un vero amico che voleva aiutare, ma dentro di se stava cercando di controllare i sensi di colpa, perché dovevano essere così gentili con lui? Il fatto che per sino Diego gli abbia detto che era in debito con lui, gli faceva venire voglia di sotterrarsi…
<<  Tomas va tutto bene?  >>  chiese Francesca notando il suo insolito silenzio.
<<  Nulla, nulla. Siamo arrivati.  >>  sorrise ancora per poi indicare con la mano l’enorme c’entro d’addestramento davanti a loro.
<<  Leon, sei pronto?  >>  Diego guardò il suo migliore amico mettendogli una mano sulla spalla per dargli sostegno.
Peccato che Leon non fosse per nulla preoccupato, come sembrava <<  Prontissimo!  >>  gridò per poi correre dentro.
Lui non pensava alle conseguenze, anche se avrebbe dovuto, no lui pensava alla sua famiglia, a diventare più forte per loro: per Maxi, Diego, Francesca, Federico e la sua bellissima Violetta. Il pensiero che possa esserle successo qualcosa lo tormentava, per questo doveva diventare più forte, solo per loro lo faceva, solo per lei.
 
Nota autore: salve a tutti! Si, sono in mostruoso ritardo lo so molto bene e mi dispiace da morire ma spero con questo capitolo di farmi perdonare, anche se è un po’ piccolo ma lascia molte domande: Tomas continuerà col piano? Quella di andare dallo zio di Tomas è in verità una trappola? Felipe li catturerà? Recensite e ditemi che ne pensate. Un beso.
  
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