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Autore: pvantomhive    08/08/2016    0 recensioni
nata inizialmente come one shot midotaka, ma mi sono divulgata nello scrivere così ho deciso di dividerla in due parti. Parla dell'incontro di Midorima e Takao da bambini, i due legheranno subito diventando così inseparabili, ma qualcosa nella vita del verde cambierà questa dolce armonia.
Spero di avervi incuriosito!
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Shintarou Midorima, Takao Kazunari
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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La sveglia trillò provocando un sonoro grugnito da parte del corvino ancora mezzo addormentato, allungò la mano cercandola a tastoni per spegnere quel rumore fastidioso, finalmente aprì gli occhi strofinandoseli pesantemente per rimuovere le tracce di sonno ancora palesi sul suo volto, piegò la testa di lato guardando il poster appeso malamente alla parete raffigurante il suo giocatore preferito di basket, sorrise incosciamente, quel giorno avrebbe ripreso gli allenamenti portando l'adrenalina a mille, sarebbe ripresa anche la scuola e quello era il suo ultimo anno, questo significava parecchio studio e poco tempo per divertirsi, sbuffò scalciando malvolentieri le coperte morbide saltando agilmente in piedi per stiracchiarsi. Osservò distrattamente la sua immagine allo specchio, i capelli neri gli ricadevano fastidiosamente sugli occhi, avrebbe dovuto dargli una spuntatina prima o poi pensò sistemandoseli dietro le orecchie, il torso nudo mostrava appieno i suoi addominali scolpiti con il sudore e l'allenamento, le gambe toniche mostravano anch'esse muscoli guizzanti e duri, sorrise compiaciuto del suo fisico apprezzato dal lato femminile, Takao sapeva di essere bello e questo gli veniva dimostrato dalle continue occhiatine e risatine che le ragazze gli volgevano ogni giorno, non che gli fosse importato veramente, l'amore non faceva per lui o almeno momentaneamente, l'unica cosa importante era finire la scuola e continuare a giocare a basket.

Quel giorno sua madre decise di accompagnarlo a scuola, Takao avrebbe voluto rifiutare, preferiva fare quel breve tratto di strada con la sua bici, ma ella insistè portandolo ad accettare, salì in macchina poggiando malamente i piedi sul cruscotto beccandosi immediatamente un'occhiata dalla madre, sbuffò accendendo la radio per distrarsi e subito una voce femminile riempì il veicolo, Takao la riconobbe, era Oha Asa la presentatrice dell'oroscopo, non fece in tempo a cambiare stazione che subito due occhi verdi si impressero nella sua mente, ricacciò indietro il groppo formatosi in gola e spense bruscamente la radio, ecco come rovinarsi il primo giorno di scuola pensò facendo un misto tra un grugnito e una risata amara, erano passati undici anni e quegli occhi gli tornavano in mente come se li avesse davanti ai suoi "tornerò è una promessa" gli aveva detto il verde cercando di non piangere, all'epoca Takao gli aveva creduto ciecamente, ma erano passati undici anni e di Midorima neanche l'ombra.

Il primo giorno di scuola iniziò come tutti gli anni con il solito e noioso discorso del preside, Takao non ascoltava, si limitava a guardare le facce nuove e timide dei nuovi arrivati, notò che alcune ragazze lo guardavano di sottecchi, ammiccò facendole ridacchiare per poi tornare ad ascoltare il vecchio che parlava, diceva che ora sarebbero riprese le lezioni, di impegnarsi e stupidate varie, Takao lo sapeva bene questo, aveva promesso a sua madre e a se stesso che quell'anno non avrebbe avuto distrazioni, doveva diplomarsi a tutti i costi così avrebbe potuto inseguire il suo sogno di giocare a basket, ce l'avrebbe fatta, ne era sicuro. La giornata si svolse tranquilla tra abbracci con i vecchi compagni e conoscerne di nuovi, tutto sembrava andare per il verso giusto, tranne una piccola cosa, il corvino quell'anno sarebbe diventato capitano della squadra di basket e non si sentiva per niente all'altezza, era stato scelto dai suoi compagni, dicevano che era il migliore giocatore tra loro e sapeva costruire schemi d'attacco magnifici, dopo le varie pressioni accettò malvolentieri, gli dispiaceva lasciare la sua amata maglia numero dieci per passare alla numero quattro, troppe responsabilità in una volta, non sapeva se ce l'avrebbe fatta. Con questi angoscianti pensieri si diresse in palestra per reclutare nuovi giocatori, sapeva di avere tempo, ma non vedeva l'ora di tornare in campo, di sentire lo stridere delle scarpe sul pavimento, dell'odore amaro del pallone misto al sudore, delle grida di gioia dei suoi compagni e perfino il sapore salato delle lacrime dopo una sconfitta; gli mancava tutto e quell'anno l'avrebbe vissuto al meglio per costruire nuovamente bei ricordi. Aprì distrattamente il portone della palestra trovando parecchi ragazzi che parlavano tra loro, appena si accorsero della sua presenza si misero in riga salutando il nuovo capitano, Takao ricambiò con un sorriso nervoso, chissà se si sarebbe mai abituato a questo enorme cambiamento "benvenuti" la voce gli tremò, maledicendosi mentalmente tossì piano e riprese "siete davvero parecchi, non mi aspettavo così tanta gente, non so che dirvi" rise e qualcuno, forse per pietà rise con lui "adesso che i senpai se ne sono andati rimangono due posti liberi tra i titolari, in questa settimana io vi testerò e sceglierò i migliori tra voi, quindi mettetecela tutta e forza Shutoku!" un coro di approvazione si levò tra la folla facendo rincuorare il corvino, forse non era poi così male essere capitano.

I giorni di allenamento passavano e Takao era sempre più soddisfatto, doveva ammettere che queste possibili reclute erano davvero brave, aveva già notato una decina di ragazzi che sicuramente avrebbe scelto come nuovi membri della squadra, ma sui due titolari era ancora indeciso, nessuno lo soddisfava appieno, nessuno poteva prendere il posto dei senpai d'altronde, ma doveva decidersi alla svelta se voleva iniziare partite vere e proprie con temibili avversari; lasciò momentaneamente il comando al suo amico e decise di andare a prendersi una meritata boccata d'aria fresca, si incamminò alle macchinette appena fuori dalla palestra quando un ragazzo con il fiatone gli venne addosso, l'impatto fu talmente forte da farlo cadere, fortunatamente Takao aveva i riflessi pronti ed evitò un danno sicuro "ma che fai?" disse il ragazzo in modo brusco "sono già in ritardo e tu mi vieni pure contro?" il corvino si alzò pronto a ribattere, ma due occhi verdi palesemente arrabbiati lo bloccarono, no pensò, non può essere, eppure davanti a lui si ergeva in tutta la sua altezza Midorima. Takao era come bloccato, non riusciva a dire o fare qualcosa, aveva immaginato più volte l'incontro con il verde, ma mai se lo sarebbe aspettato veramente, ormai dopo undici anni aveva perso le speranze. Midorima sembrava sorpreso quanto lui perchè smise di lamentarsi, fissò il corvino così a lungo ed intensamente che sembrava volesse imprimerlo nella mente "oi" disse infine sistemandosi gli occhiali "è da parecchio che non ci vediamo eh?" Takao non riusciva a credere alle sue orecchie, sapeva che stava per perdere il controllo e quelle parole furono la goccia che fece traboccare il vaso "è da tanto tempo che non ci vediamo? Ma che cazzo stai dicendo Midorima? E' questo il meglio che riesci a dire dopo undici fottuti anni?" si fermò a fissarlo, ormai stava gridando, ma non gli importava, si teneva dentro questa rabbia e tristezza repressa da troppo tempo ormai, doveva liberarsene "cristo non ci credo che l'hai detto veramente, sei un cazzo di coglione, perchè non mi hai mai chiamato, perchè non mi hai cercato? Perchè cazzo non sei tornato?" lacrime amare iniziarono a sgorgagli sulle guance, sapeva di non dover mostrare le sue debolezze, soprattutto davanti al verde, ma era troppo difficile, lo voleva abbracciare, ma al tempo stesso picchiare, stava impazzendo, ne era sicuro "sei uno stupido" lo rimproverò Midorima, Takao era già pronto ad insultarlo nuovamente, ma quello riprese "mi avevi promesso che non avresti più pianto, odio vederti piangere" Takao non resistette e gli si gettò contro, prese a pugni il suo petto, tirò la sua maglietta così forte fino a strapparla e poi lo abbracciò e fu la cosa più bella del mondo, mise la faccia nell'incavo del collo e inspirò il suo profumo, sapeva così tanto di Midorima e di casa che lo fece piangere ulteriormente e il verde lo strinse a se talmente forte da fare male, ma non faceva per niente male, non più ormai. Takao sapeva che era sbagliato, avrebbe dovuto arrabbiarsi e farsi dare spiegazioni, ma il suo cuore gli diceva che era la cosa giusta, che Midorima era quello che voleva ed ora era li, stretto tra le sue braccia e non c'era cosa che potesse renderlo più felice al momento. Restarono abbracciati ed in silenzio per minuti poi il verde si staccò incollando le sue iridi in quelle del corvino, gli asciugò alcune lacrime solitarie a metà guancia e sorridendogli disse "sono a casa" "bentornato" rispose Takao riprendendo il suo pianto.

Le cose tra lui e Takao stavano andando stranamente bene, Midorima non si sarebbe mai aspettato che il corvino lo perdonasse così facilmente e per questo si sentiva in colpa, certo aveva spiegato a Takao il motivo della sua assenza, a causa della nonna malata e del nuovo lavoro di sua madre non erano più potuti tornare, si ricordò delle lamentele e dei piagnistei che fece fino alla nausea, della difficoltà di integrarsi con i nuovi compagni, del basket continuo in palestra e della solitudine incolmabile per l'assenza di Takao, erano stati anni difficili per lui, l'unica parte positiva furono i bei voti a scuola e le partite di basket, era diventato davvero bravo, ora riusciva addirittura a tirare da più di metà campo, i suoi tiri erano sempre più precisi e perfetti, non vedeva l'ora di mostrarli al suo migliore amico.

Anche le ultime belle giornate di settembre stavano per finire, il vento iniziava a farsi più pungente infastidendo i capelli del verde che in modo frettoloso se li appiattiva sulla testa, stava aspettando impaziente Takao, ma il corvino non accennava ad arrivare, si erano dati appuntamento davanti al campetto da basket cui erano soliti giocare da bambini, diede uno sguardo al canestro ormai logoro ricordando la fatica e l'impegno che ci mise Takao per imparare. Sorrise incosciamente girandosi verso il corvino che sbuffando stava trascinando la sua bicicletta "mi dispiace Shin-chan" iniziò senza fiato appoggiandosi ad un palo "ho bucato una gomma e ho dovuto trascinarla fino a qui... Ehi, cos'hai da sorridere?" sentitosi subito alle strette sviò l'argomento indicando la bici e dicendogli che la prossima volta non l'avrebbe aspettato, si incamminò indispettito verso il campetto seguito da un Takao divertito "mhh Shin-chan non mi hai più raccontato come hai passato questi anni in Cina, ti sei divertito?" Midorima sbuffò, non voleva parlare dei suoi anni solitari, di certo non poteva digli che gli era mancato più di ogni altra cosa "mnh si, sono sempre stato il primo della classe ed ero il più bravo nei tiri da tre punti, d'altronde nessuno può battermi" la risata del corvino riempì le sue orecchie, oh quella risata quanto gli era mancata, lo guardò di sottecchi accasciarsi a terra per il troppo ridere, quel ragazzo non riusciva a contenersi, era talmente rumoroso "scusa Shin-chan" tentò di dire tra un riso e l'altro "ma sei talmente pieno di te che non posso fare a meno di ridere" Midorima sbuffò nuovamente lanciandogli fra le mani il pallone che si era portato appresso "oi Takao, invece di ridere fammi vedere quanto sei migliorato" lo vide ghignare "ne resterai sorpreso Shin-chan, non per niente sono il nuovo capitano della squadra di basket".

Sentiva il fiato caldo di Takao sul collo mentre cercava di liberarsi dal placcaggio, stava nettamente vincendo, ma questo era unicamente grazie ai suoi tiri da metà campo, il corvino aveva perfezionato la sua visione periferica, inoltre era diventato molto più agile e veloce, doveva ammetterlo gli stava tenendo testa. Si mosse lateralmente liberandosi da quella piacevole presenza, posizionò le braccia perfettamente asimmetriche al canestro tirando la palla, non si fermò nemmeno a guardare, sapeva che sarebbe entrata di certo e a confermerlo fu il verso di frustazione del suo avversario, sorrise nascondendo il gesto avviandosi dalla parte opposta "ho perso, di nuovo" piagnucolò Takao seguendolo "forse dovrei cederti il mio posto di capitano" Midorima si fermò di colpo facendo sbattere l'amico contro di se "ehi Shin-chan che-" iniziò quest'ultimo guardandolo, ma fu interrotto dal verde con espressione sconvolta "che stai dicendo, solo perchè ti ho battuto non significa che tu non sia bravo Takao, smetti di fare l'idiota" ora l'espressione sbalordita era passata sulla sua faccia, scomparendo così com'era venuta a causa di una sonora risata "Shin-chan stavo solo scherzando, ma è bello che ti preoccupi per me, sai essere così dolce a volte" rise nuovamente sottolineando il sarcasmo, Midorima scosse la testa facendo cadere i capelli sudaticci sulla fronte, li spostò distrattamente asciugandosi poi la mano sulla maglia, guardò l'amico, che stava ancora sorridendo, annunciando che sarebbe tornato a casa, aveva programmato la sua giornata come era solito fare, aveva già speso fin troppo tempo con il corvino, ora doveva pensare allo studio, lo salutò con un cenno del capo avviandosi al piccolo cancellino ormai rotto, Takao ricambiò il saluto gridandogli che l'avrebbe aspettato l'indomani sulla collina al loro albero, non seppe il perchè, ma Midorima non ne vedeva l'ora.

Midorima si svegliò con una strana sensazione allo stomaco quella domenica mattina, ma non ci badò più di tanto, credette fosse per l'emozione di vedere Takao al loro albero, non ne aveva mai parlato con nessuno di quel posto, nemmeno a sua madre. Si ricordava ogni minimo particolare, l'avevano trovato per caso durante una passeggiata parecchi anni fa, stavano litigano come loro solito e Midorima aveva messo il broncio, il corvino che non riusciva ad essere arrabbiato per più di cinque secondi stava cercando di farlo ridere, il più grande lo spinse facendolo ruzzolare giù per la collina, si pentì immediatamente del suo gesto e gli corse incontro per aiutarlo, Takao stava ridendo, rideva come solo lui poteva fare in una situazione del genere, si era sbucciato un ginocchio e aveva battuto la testa contro il tronco di un albero, ma lui rideva contagiando anche il verde "Shin-chan sai essere così crudele a volte" ora era serio e Midorima fu assalito da un senso di terrore, abbassò lo sguardo cercando di scusarsi, ma il corvino continuò "è anche per questo che ti voglio bene, è anche per questo che sei il mio migliore amico" lo vide sorridere e il terrore passò all'istante, il suo autocontrollo andò a farsi fottere e strinse l'amico a se "anche tu lo sei". Sorrise pensando a quei piacevoli ricordi mentre guardava il cielo grigio e triste che troneggiava in quella mattinata di dicembre, si accorse di essere in ritardò e si preparò di fretta, dimenticandosi di ascoltare l'oroscopo, uscì di corsa da casa sua e subito fu investito dal freddo pungente e dispettoso, si sistemò gli occhiali più per abitudine che per necessità mentre quella sensazione di aver dimenticato qualcosa di importante cresceva dentro di lui. A passi lunghi e svelti percorse la strada che lo portava fuori città verso la campagna, con occhi assenti guardava le vetrine colorate dei negozi, le persone chiaccheravano felici sedute ai bar bevendosi cioccolate calde, sembrava una domenica tranquilla e noiosa, Midorima ne aveva vissute tante così, eppure quel giorno qualcosa non andava, se lo sentiva. Distrattamente ascoltò la conversazione di due studentesse che parlavano dell'imminente arrivo delle vacanze invernali, erano entusiaste, solo cinque giorni le separava dal passare le feste con i propri ragazzi, roteò gli occhi deciso ad aumentare il passo per sfuggire alla quotidianità mondana quando la verità cattiva e amara si fece largo nella sua mente, non riusciva a crederci, come poteva essere stato così irresponsabile e stupido, si fermò appoggiandosi al muro freddo e spoglio di un pub, gli veniva da vomitare, avrebbe voluto schiaffeggiare da solo quella faccia da deficiente. Lacrime amare e disperate iniziarono a sgorgare portandolo ad un pianto fatto di singhiozzi e rimproveri verso se stesso, oggi era il tredici dicembre il giorno in cui era morto suo padre, come aveva potuto dimenticarsene, che razza di figlio dimentica la morte del proprio genitore, come aveva potuto anche solo per un momento credere di essere felice, si prese la testa tra le mani e gridò, voleva liberarsi da quella morsa che lo stava uccidendo interiormente, ma al tempo stesso voleva punirsi, era stato lui ad uccidere suo padre, avrebbe dovuto portarsi questo fardello da solo fino alla fine e i suoi pensieri in quel momento passarono a Takao, non poteva vederlo, non poteva permettersi di passare una giornata piacevole con lui, decise di avvisarlo cercando a tastoni il cellulare in tasca, ma non trovandolo capì di averlo lasciato a casa per la fretta. Guardò verso la collina, la strada era tranquilla e libera, si asciugò le lacrime prima di avviarsi con passi decisi verso il punto d'incontro, avrebbe inventato una scusa credibile e sarebbe tornato a casa, questo è quello che pensò di fare, ma il fato non era d'accordo. Appena il corvino scorse il verde salire la collina si precipitò da lui chiamandolo a gran voce, Midorima cercò di rimanere lo stesso di sempre, ma Takao non era stupido e si accorse immediatamente che qualcosa lo turbava "non ho niente Takao, quante volte dovrò ancora ripetertelo, mi ero dimenticato di aver già preso un impegno" Midorima si stupì di quanto fu decisa la sua voce mentre dentro stava cadendo a pezzi, il suo migliore amico lo guardava ed era lo sguardo più triste che gli avesse mai visto, ma non era solo tristezza, c'era anche qualcos'altro in quegli occhi magnetici, un sentimento che lui conosceva bene, delusione, delusione verso il genere umano, delusione per aver fatto soffrire sua madre, delusione verso se stesso. Abbassò gli occhi, sapeva che non poteva resistere ancora a lungo prima di piangere nuovamente, fece per girarsi e tornare a casa, ma la voce di Takao ferma e decisa lo bloccarono "Shin-chan pensavo di essere tuo amico" il sentimento era ancora più palese ora che aveva parlato, si morse le labbra per evitare un singhiozzo "perchè non ti fidi di me Shin-chan? perchè non ti confidi?" ora la voce aveva iniziato a tremagli e fu come una spina nel cuore per Midorima, non voleva far soffrire anche lui per colpa sua "so che mi nascondi qualcosa, lo so da parecchio tempo, ma non ti ho mai detto niente perchè volevo fossi tu a parlarmene" due mani lo afferrarono facendolo girare, la faccia di Takao era ora visibile, delle lacrime gli rigavano il viso rovinando quell'espressione sempre felice "dimmi cosa ti sta succedendo!" gridò quella frase con tutta la frustazione e rabbia che si portava appresso, Midorima era zitto, fissava Takao e dopo aver fatto un respiro profondo gli fece cenno di seguirlo. Lo portò al loro albero e gli disse di sedersi, se doveva raccontargli la verità voleva farlo proprio li, il corvino sorrise "ci sono io con te, avanti puoi sfogarti" e Midorima lo fece, gli raccontò di quel triste dicembre di quando aveva ucciso suo papà, di quanto si sentisse in colpa, di odiarsi a morte per aver fatto soffrire sua mamma, che era tutta colpa sua, che non meritava di essere felice, non meritava un amico così sincero e buono come Takao, si fermò di colpo a causa delle troppe lacrime, non riusciva più a trattenerle e si lasciò andare a quel pianto liberatorio tanto atteso. Era talmente preso ad incolpare se stesso che non si rese quasi conto delle labbra del corvino premute sulle sue, non fu un vero bacio, era solo un gesto per dire che Takao c'era, che ci sarebbe sempre stato per Midorima e successe così in fretta che il verde non ricordava più il sapore di quelle labbra. Si guardarono per minuti imprimendo nella memoria quel piacevole e strano momento, Shintarou non riusciva a parlare, voleva fargli mille domande ma la bocca non si apriva, fu Takao a rompere il silenzio con la sua solita naturalezza, come se non fosse successo niente "hai visto, non era così difficile aprirsi" e sorrise, facendogli dimenticare tutto, pulì le lenti appannate degli occhiali e gli mise una mano sulla spalla "grazie" lo pronunciò con tutta la sincerità possibile facendo allargare il sorriso dell'amico "mi ha fatto davvero bene" ed era vero, finalmente quel peso sullo stomaco che lo opprimeva fino a farlo stare male se n'era andato, lasciando spazio ad un senso di tranquillità interiore, certo sapeva che non poteva cancellare il danno fatto, ma adesso c'era Takao con lui e doveva ammetterlo, non era mai stato più felice come in quel momento.

*dieci anni dopo*

Midorima sedeva tranquillamente al suo studio leggendo i fascicoli dei pazienti, la segretaria lo avvisò dell'imminente appuntamento con un cliente importante, la ringraziò e mise i fascicoli nel cassetto pensando di finirli più tardi, si alzò e l'occhio gli cadde sulla foto sistemata ordinatamente sulla propria scrivania, sorrise, quella fotografia ritraeva lui ed il suo fidanzato Takao all'età di diciotto anni. Ricordava com'erano andate bene le cose tra loro due dopo la sua confessione ed il loro primo bacio, si erano avvicinati ulteriormente amplificando i loro sentimenti fino al giorno della dichiarazione del corvino, Midorima ne era restato sorpreso, sapeva di provare qualcosa per lui, ma aveva avuto paura ad ammetterlo e quella dichiarazione gli aveva fatto sembrare tutto così reale da non sapere come reagire, Takao invece lo sapeva eccome, l'aveva preso per le spalle obbligandolo a guardarlo negli occhi e poi l'aveva baciato cancellando ogni dubbio, era quello che voleva e non se lo sarebbe fatto scappare. I ricordi furono interrotti da delle voci appena fuori il suo studio, il cliente era arrivato, il lavoro lo aspettava, sospirò mettendo la mano in tasca per sentire quella familiare scatolina che si portava appresso da giorni, aveva invitato Takao a cena quella sera, per festeggiare il loro nono anno insieme e gli avrebbe chiesto di sposarlo, sarebbero dovuti andati all'estero per farlo, ma non gli importava, erano troppi anni che aspettava per colpa del suo lavoro e della carriera da giocatore di basket di Takao. Espirò liberando i pensieri dalla sua vita sentimentale, ora aveva altro a cui pensare, non poteva permettersi distrazioni con un importante finanziatore che lo attendeva pazientemente all'esterno, tolse la mano dalla tasca aprendo la porta del suo studio facendo cenno alla segretaria e salutando il cliente, non vedeva l'ora che arrivasse l'orario di chiusura per andare dal suo fidanzato, non vedeva l'ora di vedere la sua espressione quando gli avrebbe fatto la proposta, non vedeva l'ora di sposarlo e passare la vita con l'uomo che amava e con questi pensieri si chiuse la porta alle spalle sorridendo come mai aveva fatto prima pensando al futuro che lo attendeva.

note autrice: mi scuso per l'immensa attesa, ma non avevo molte idee e non volevo uscisse una cavolata. Ringrazio tutti quelli che l'hanno seguita, fatemi sapere

un saluto 

  
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