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Autore: MissJenkin    08/08/2016    0 recensioni
"NON PUO' ESSERE LEI."
Quando tutto sembra stia per crollare, c'è sempre una mano pronta a sollevarci. Bisogna solo mettere da parte l'orgoglio e sapersi fidare del proprio cuore: se April riuscirà a capirlo, la vita sarà più rosea per lei e per suo figlio, il figlio suo e di Jackson.
Questa è una storia incentrata su April ma anche su altre tematiche importanti per i medici del Grey Sloan memorial hospital, affrontata dal punto di vista del dottor Avery.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: April Kepner, Jackson Avery, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Cosa c'è di meglio di una maratona di Game of Thrones nella camera del dottore di turno?  Su quel letto scomodissimo in cui si sprofonda a causa del materasso oramai usarato da troppo sesso sfrenato di corsa, da pisolini  e da lunghi momenti di riflessione, Jackson stava steso per sconfiggere la calma piatta, che non molto si coincilia con il dover stare sveglio durante il turno di notte,  guardando Jon Snow che sguaina la sua spada, Arya che fa pratica con Ago e Rob che segue le orme del padre Ned.

Come una punizione divina  per essersi tanto lamentato della tranquillità, l'infermiera di turno entra nella stanza di fretta, con le guance arrossate ed il respiro affannoso: "dottor  Avery, mi scusi. Mi scusi il disturbo. Sta arrivando un'ambulanza, c'è stato un incidente sulla Saint Main Street. Per ora non sappiamo altro!"
"Grazie, Lindy. Vai pure, arrivo subito!".
Jacskon si sistemò, prese il cercapersone dal comodino e lo mise in tasca, passò le mani sui pantaloni un pò sgualciti e chiuse il pc.
Doveva darsi da fare e occuparsi dei pazienti che stavano arrivando: dopotutto, era una bella nottata per salvare vite, no?
Sorrise pensando a quella frase, un pò troppo simile a quella che il dottor Derek Sheperd diceva sempre in sala operatoria, prima di un'intervento: lui si che era stato un grande medico, lui si che era scomparso troppo presto.

Il suono di una sirena non molto lontano lo riportò alla realtà, doveva darsi una mossa e concentrarsi: pensare a cose successe che non si possono cambiare non fa di certo bene prima di mettersi al lavoro con delle vite umane. Uscì correndo dalla stanza e si precipitàò verso le porte del pronto soccorso. Un'ambulanza si era appena fermata nel parcheggio e due paramedici stavano aprendo il portello posteriore del mezzo. Su una barella c'era una bimba sola, con la mascherina dell'ossigeno e un orsetto un pò malconcio e con una sola zampina stretto stretto fra le mani.
Avery, si diresse verso la barella : "Mi dica cosa abbiamo" disse al paramedico che iniziò ad illustrare le condizioni della piccola: "c'è stato un incidente sulla Saint Main, i genitori della piccola sono morti sullo schianto, il pirata della strada è scappato. La piccola ha una frattura scomposta alla gamba, respira a fatica con il livello di saturazione di ossigento inferiore al 95% ed è in stato di choc. L'unica parola che ha detto è "no" quando le volevamo togliere il peluche dalle mani per fermarla alla barella!".

"Piccola, ci penso io. Vuoi dirmi come ti chiami?", le disse quasi in fare paternoJackson , ma la bambina non rispose, se non stringendo più forte il suo orsetto.
"Lindy, chiama subito la dottoressa Torres  per un consulto sulla frattura alla gamba della piccola paziente".
Delicatamente con l'aiuto di un infermiere mise la bambina dalla barella al letto di una stanza del prontosoccorso, le auscultò il cuore e le guardò le pupille. Sembrava tutto ok tranne per il suo respiro, dannazione c'era qualcosa che non andava ai polmoni.

"Jackson, mi hai fatto chiamare? Oh, ciao piccola!", Calliope entrò nella stanza e guardò la paziente, Dio quella creaturina aveva più o meno l'eta della sua Sophia.
"Frattura scomposta alla gamba, la bimba non parla, occupati dell'osso mentre fisso la sala operatoria, ha uno scompenso polmonare con livelli troppo bassi di saturazione."

"Come sei bella con il gesso, sai che puoi farlo firmare dalle tue amichette?", Calliope toccava il gesso della bimba ma non otteneva alcuna risposta.
"Jackson, mentre non arrivano i servizi sociali dobbiamo chiedere un consulto psicologico. Non parla da troppo tempo e stringe quel pupazzo come se fosse l'unica cosa importante ora. Non chiede neppure dei genitori."
"Callie, credo che abbia sentito dai paramedici dei genitori ed è spaventata. E' normale!"
"Ok, allora io torno al reparto per controllare i miei pazienti, per qualsiasi cosa chiamami."
La frustrazione era tanta, come poteva dire a quella bimba che era sola? Prima o poi avrebbe parlato e lui non sapeva niente, se non le sue condizioni fisiche, e nemmeno accuratamente per ora. Doveva solo stabilizzarla e portarla in sala operatoria, al resto avrebbe pensato poi.

"Fatemi entrare, dannazione. Quella è la mia nipotina, mio fratello è morto e quella è la mia nipotina, devo entrare.. Sarà spaventata!", una donna furiosa urlava e Jackson pensò di riconoscere quella voce, ma come poteva essere? Non poteva essere LEI, vero?

"Jackson, grazie a Dio c'eri tu. Ti sei preso tu cura di lei fino ad ora. Come sta?"... SI, ERA LEI. E doveva anche dirle che stava per entrare con la nipotina in sala operatoria.
   
 
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