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Autore: LizzieCarter    08/08/2016    0 recensioni
Storia breve e leggera su una burbera nonna costretta a badare al nipote, che interrompe crudelmente il suo pisolino quotidiano per farsi aiutare a trovare il cane scomparso dell'amica.
E come può la nonna rifiutare di aiutarlo, se il bambino ha preso in ostaggio il suo bellissimo mestolo di porcellana per usarlo come pipa per il suo costume da investigatore?

Dal testo:
" Mi sveglio di soprassalto; la poltrona mi traballa sotto il culo mentre premo una mano al petto.
"Giò!"
Il mio cuore malandato singhiozza come un muratore ubriaco e, prima di finire di sgridare il teppista che turbina per il salotto, devo fare una pausa per sopprimere un potenziale infarto.
***
"Io sono Scirocc Ohm e la mia magica pipa mi aiuterà a scoprire dov'è sepolto il cadavere!", continua intanto il piccolo ebete, senza essere interpellato. Sentire il nome del povero Holmes fatto a pezzi in questo modo rischia di farmi venire un ictus, ma almeno ho capito perché si è conciato a quel modo. "
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"DELITTO, DELITTO!"
 Mi sveglio di soprassalto; la poltrona mi traballa sotto il culo mentre premo una mano al petto.
 "Giò!"
 Il mio cuore malandato singhiozza come un muratore ubriaco e, prima di finire di sgridare il teppista che turbina per il salotto, devo fare una pausa per sopprimere un potenziale infarto.
 Cerco a tentoni gli occhiali sul tavolino, ma inforcarli non mi aiuta a capire meglio la scena che ho di fronte: mio nipote, con in testa la vecchia coppola di mio marito e un grembiule da cucina annodato al collo, si allontana di scatto dalla credenza su cui tengo il mio prezioso servizio di porcellana e si ficca qualcosa in bocca.
 "Giogiò, ma cosa stai facendo?"
 Il moccioso mi si avvicina con un'espressione colpevole stampata in volto.
 Quando mi arriva davanti, faccio forza sui braccioli della poltrona con le mie stupide mani artritiche e mi alzo in piedi. Gobba come sono, mi ritrovo con gli occhi all'altezza di quelli del marmocchio lentigginoso, e finalmente capisco cos'è che sta ciucciando con più gusto che se fosse una mela caramellata. Gli strappo di bocca il mio bellissimo mestolo di porcellana, poi inizio a borbottare insulti rivolti a quel cornutazzo di suo padre, che non ha la mano ferma necessaria a mettere in riga il figlio e quindi pensa bene di rifilare a me il compito.
 "La mia pipa!", urla il piccolo demonio, dritto dentro il mio unico orecchio buono. "Mi serve per cercare DELITTO!".
 Sto per spiegare a quel somaro di otto anni che, se cerca delitto, lo accontento volentieri io, ma il delinquente mi strappa di mano la 'pipa' e corre via. Mio figlio mi ha esplicitamente vietato di picchiarlo, ma Iddio Signore solo sa quanto farebbero bene un paio di sculaccioni a quel moccioso. E pure a mio figlio, a dirla tutta.
 Più preoccupata di quello che potrebbe succedere al mio mestolo che non del presunto omicidio, strascico le ciabatte fino all'ingresso, dove Giò ha lasciato la porta aperta e ha raggiunto Pia, una bambina del quartiere, di fianco alle bici che hanno accatastato sui gradini d'ingresso.
 "Cosa accidenti sta succedendo?", mi informo di malavoglia, mentre penso a come recuperare la mia preziosa porcellana e tornare a dormire prima che mi venga un'extrasistole.
 "È DELITTO! Il cane di Pia è sparito!".
 Faccio per tirare uno sberlotto a quell'ignorante che confonde un rapimento con un delitto, ma mi trattengo: se il cucchiaione gli saltasse di bocca per il colpo, non sono sicura che riuscirei a prenderlo al volo prima che si frantumi sul vialetto, coi miei penosi riflessi da ottantenne.
 "Io sono Scirocc Ohm e la mia magica pipa mi aiuterà a scoprire dov'è sepolto il cadavere!", continua intanto il piccolo ebete, senza essere interpellato. Sentire il nome del povero Holmes fatto a pezzi in questo modo rischia di farmi venire un ictus, ma almeno ho capito perché si è conciato a quel modo.
 "Da quanto tempo è sparito il cane?", chiedo sovrappensiero, grattandomi il sedere.
 Pia, che intanto ha fatto gli occhi lucidi al pensiero del suo cane sepolto da qualche parte, piagnucola: "Da stamattina. Soffre di narcolezzia, dev'essersi addormentato da qualche parte".
 Riesco quasi a sentire un pizzico di empatia per lei, prima di vederla tirar fuori la linguetta e leccare via il rivolo gialloverdolino che le cola dal naso. Mi ricorda il muso moccoloso di un cane che ogni tanto mi si nasconde in giardino, sotto al cespuglio di salvia: proprio oggi l'ho scacciato agitandogli dietro un volantino della Caritas, quando sono andata a prendere la posta. La richiesta di un'offerta libera spaventa pure i cani, a quanto pare.
 Giogiò, intanto, si fruga nelle tasche ed estrae una piccola cosa nera; poi la alza al cielo, sbraitando: "La mia magica pipa mi aiuterà a scoprire dov'è sepolto il cane... ANALIZZANDO LE SUE FECI!".
 Mi blocco, confusa dal fatto che il bimbo conosca il significato della parola "feci" (che non sia poi così idiota come sembra?), almeno finché non realizzo che il genio vuole posare quella roba sul mestolo che io uso per servire la macedonia.
 Gli schiaffeggio forte la mano, facendo volare le feci dritte nel mio giardino. Poi mi viene l'illuminazione: "Fermi tutti: so dov'è il cane narcolezzico!".
 I due bambini mi guardano, occhi spalancati e bocca aperta. Il mestolo dondola pericolosamente nella bocca di Giogiò.
 "Chiudete la stalla, che entrano le mosche", li rimprovero. Incantati, serrano le bocche con uno schiocco.
 Tendo la mano verso Giogiò e, con voce solenne, proclamo "Per sapere dove si trova il cane, esigo la tua pipa magica come ricompensa!".
 Giogiò sostiene il mio sguardo con aria di sfida per qualche istante. Poi guarda Pia, il labbruccio tremolante e gli occhi lucidi.
 "Evvabbene!", urla, scontento, schiaffandomi il mestolo addosso e mettendo il mio cuore a dura prova per l'ennesima volta, quando rischia di farlo cadere. Quando ho l'oggetto del potere ben saldo in mano, lo uso per indicare il cespuglio di salvia.
 "È quasi sicuramente lì sotto".
 Pia si precipita verso il cespuglio, mentre Giogiò si fa pensieroso: "Quasi sicuramente? MA...".
 Gli sbatto la porta in faccia, una mano premuta contro il cuore che fa i capricci, l'altra ben salda attorno al mio mestolo.
 Dal giardino proviene un uggiolio, poi le urla contente dei bambini: "DELITTO!"
 Dannati mocciosi!



***

Il racconto è stato scritto per un concorso, con l'obbligo di rientrare nei 5000 caratteri, essere ironico, e rispettare il genere giallo e il tema della confusione.
Spero vi abbia fatto sghignazzare almeno un po' :)
Se vi ha rallegrato almeno un po' la giornata, vi sarei grata se me lo faceste sapere anche solo con un "ciao!" nelle recensioni! O se preferite scrivere qualcosa di più demenziale, è ancora più gradito, ma non voglio mettervi pressione ;P

Liz
   
 
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