Crossover
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Autore: Ash Visconti    08/08/2016    4 recensioni
Europa, inizi del secolo XI: in pieno medioevo due cavalieri d’oro, Crysos dei Pesci e Acubens del Cancro indagano su alcune attività sospette di cavalieri rinnegati, ma ben presto si troveranno coinvolti in un’avventura che coinvolgerà loro e il misterioso Regno Argentato ed il Regno Dorato.
Crossover tra Saint Seiya - I Cavalieri dello Zodiaco e Sailor Moon. Nota AU inserita per il fatto che due universi condividono lo stesso universo.
Da un'idea originale di Suikotsu autore qui su EFP. La storia è da considerarsi in continuity con la sua fic "Le guerre degli dei". Non è necessario aver letto le sue fic per comprendere questa fic.
AVVISO: STORIA PER IL MOMENTO INTERROTTA.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Anime/Manga
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Benvenuti a tutti i nuovi lettori di questa storia!
Questa storia è un Crossover tra Saint Seiya - I Cavalieri dello Zodiaco e Sailor Moon. La storia si rifà come specificato, a idee originali di Suikotsu, autore qui su EFP, per una storia spin-off/prequel ambientata nel suo particolare universo in cui l'opera di Masami Kurumada e quella di Naoko Takenuchi non erano due universi separati che si incontravano ma proprio due universi che condividevano lo stesso universo. La storia è stata scritta col permesso dell'autore ed è da considerarsi in continuity con la sua fic principale. Non è necessario aver letto le sue fic per comprendere questa storia.
Detto questo auguro a tutti voi buona lettura!


 
Capitolo 1 - I due fratelli
 

Ad occhi chiusi Crysos respirava l’aria salmastra del mare Egeo, seduto sulla spiaggia.
La costa, non molto lontana dal Grande Tempio, possedeva una piccola spiaggia a ridosso delle scogliere, che dava al luogo l’aspetto d’una piccola oasi di pace e serenità.
Dopo la morte del suo maestro, Crysos, Cavaliere d’Oro della costellazione dei Pesci, veniva spesso lì, quando le questioni del suo rango lo permettevano per meditare in tutta tranquillità, isolandosi dal resto del mondo ed ascoltando solo la sua voce interiore. Suo fratello diceva bonariamente che il Cavaliere della Vergine lo stava contagiando coi suoi modi di fare, ma capiva il suo bisogno di solitudine che lo prendeva qualche volta e lo rispettava.
La tranquillità di quella bella giornata di maggio fu interrotta dai passi d’un cavaliere in armatura.
Crysos aprì lentamente gli occhi e si girò verso destra. Vide un cavaliere di bronzo che indossava l’armatura di Andromeda. Il cavaliere era una ragazza e portava, incastrata tra le pieghe dell’elmo, un maschera sul volto come tutti i Cavalieri di Atena di sesso femminile, le parti non coperte dall’armatura facevano vedere un pelle di carnagione scura.
Crysos sapeva che il giovane cavaliere donna era di origine etiope e si chiamava, se non andava errato, Tiya.
“Lord Crysos!” La ragazza lo salutò con un leggero inchino. “Vengo per ordine del Gran Sacerdote: ha richiesto la vostra presenza, e vi chiede di recarvi al più presto nelle sue sale”.
“Ehi, guai in arrivo?”
Il cavaliere d’oro e quello di bronzo volsero al testa verso il mare e videro la testa d’un giovane appena spuntata dalle acque azzurre: un giovane di venti anni con corti capelli giallo paglia arruffati e gocciolanti d’acqua.
“Non lo so signor Acubens,” disse il cavaliere di bronzo, “Ma comunque il Gran Sacerdote vorrebbe anche lei”.
“Bene, bene, ma fammi una cortesia ragazza: voltati e resta voltata finché, non esco dal mare, e… Anzi no, corri a riferire al Gran Sacerdote che arriviamo subito”.
“Ma perché dovrei…”
“Perché devo rivestirmi, ovviamente!” Acubens ghignò. “Cos’è devo nuotare con un quintale d’armatura addosso? Non sono così straordinario, eh!”
“Ah… beh… vado ad avvertire il Gran Sacerdote”.
La ragazza si voltò e cominciò a correre su per le rocce della scogliera, saltando agilmente, poco dopo Acubens uscì dall’acqua, mostrando il fisico snello e tonico e con indosso comode mutande di cuoio.
Crysos inarcò un sopracciglio. “Non c’era bisogno di fare tutta quella scena; dopotutto non sei proprio nudo come un verme”.
“Meglio essere prudenti fratellino” Disse con tranquillità Acubens asciugandosi con uno straccio. “Le signore sono obbligate ad uccidere od ad amare l’uomo che le guarda il volto senza maschera figuriamoci se beccano un uomo seminudo, meglio non scombussolarle troppo”.
Crysos scosse la testa e si alzò in piedi raccogliendo i lunghi capelli dietro le orecchie e spolverandosi la sabbia dall'armatura d’oro dei pesci. Acubens voleva farsi un bagno quel giorno e aveva seguito il fratellino promettendo di non disturbarlo nella meditazione.
“Comunque hai ragione fratello, se il Gran Sacerdote ci chiama vuol dire che ci sono problemi in arrivo”.
“Come se quelli dell’anno scorso non fossero abbastanza”
Con un gesto Acubens richiamò la sua armatura ed essa si dispose sul suo corpo: un'armatura d’oro con un casco a forma di zampe di granchio.
I due fratelli si misero in marcia ed in una rapida corsa tra le rocce giunsero in vista della valle nascosta intorno ad Atene in cui sorgeva il Grande Tempio, luogo principale delle schiere de Cavalieri di Atena.
Giunti rapidamente davanti alla Prima Casa dello Zodiaco, cominciarono a salire la scalinata che li avrebbe portati alle stanze del Grande Sacerdote del Grande Tempio, in cima al monte su cui v’erano arroccate le Dodici Case dello Zodiaco.
Quando camminavano a fianco od erano semplicemente insieme, i due fratelli costituivano una coppia abbastanza particolare; avevano solo due anni di differenza e Acubens era il maggiore, ma nessuno di loro due aveva ereditato i capelli neri o gli occhi scuri della madre; tutti e due portavano i capelli biondi e gli occhi azzurri del padre, una delle tante guardie variaghe che giunte dalla lontana Kiev prestavano servizio come guardie reali dell’imperatore di Miklagaard, ovvero di Costantinopoli.
Acubens sosteneva spesso che solo Crysos aveva ereditato la bellezza della loro defunta madre, ed in effetti Crysos era davvero un uomo molto bello, ed i lunghi capelli biondo oro li donavano parecchio.
Grazie alla loro velocità non ci misero molto ad arrivare in cima alla scalinata e davanti all’edificio principale sulla cima del monte anche se Acubens commentò: “Certo che tu sei fortunato fratellino: hai meno scalini da fare quando il Gran Sacerdote ti chiama”
Senza indugiare oltre i due cavalieri d’oro entrarono nella sala del trono del Gran Sacerdote, dove trovarono l’uomo seduto su trono avvolto nei suoi abiti suoi abiti cerimoniali e col particolare elmo dorato che gli celava quasi tutto il volto.
“Crysos dei Pesci e Acubens del Cancro! Benvenuti!”
Vicino al trono era seduto , su uno sgabello, un giovane di carnagione scura con corti capelli neri ed occhi scuri. Indossava una armatura d’argento composta da gambiere complete, cinturino, bracciali e un pettorale sormontato da un coprispalla arrotondato a destra ed allungato a sinistra, l’elmo era solo un diadema.
Si notava che attorno alla testa era avvolta un benda e si vedevano altre sotto il pettorale; l’armatura poi era crepata in certi punti e lo stesso guerriero esibiva un’aria sfinita.
Problemi grandi, si disse Crysos, ben sapendo che un Gran Sacerdote non chiamava mai a caso un cavaliere dorato.
“Ebbene?” domandò Acubens, “Ho ragione nel pensare guai in arrivo?”
“Temo di sì” aggiunse il Gran Sacerdote serio. “E questi guai fanno capo ai Rinnegati”.
I due fratelli si irrigidirono: “Ancora loro?” mormorò il cavaliere del Cancro.
Crysos  rimase in silenzio, l’espressione fredda, ma la mente andava ai giorni in cu i Rinnegati erano come loro, cavalieri come loro e tutti nello stesso gruppo.
“In che modo si sono fatti vivi?”domandò il Cancro.
“Sulla mia pelle!” sbottò il cavaliere d’argento lì seduto.
Il Gran Sacerdote aggiunse: “Costui è Jamal della Freccia, da poco nominato cavaliere d’argento”.
“Sei stato aggredito da loro?” domandò Acubens.
“Uno di loro”.
“Racconta a loro quello che ha raccontato a me” disse il Sacerdote.
Annuendo, Jamal Iniziò a spiegare.
 
 
Dopo aver preso una sufficiente rincorsa Jamal spiccò un balzo e caricata la gamba destra di Cosmo, atterrò su uno spuntone roccioso che andò in frantumi. Rimessosi in equilibrio Jamal sorrise: “Perfetto, con costante allenamento diventerò un cavaliere d’argento di valore!”
Gettò un sguardo intorno osservando l’arida e rocciosa zona ch circondava il Mar Morto, noto mare interno della Palestina. Poco dopo la nomina a cavaliere, Jamal era andato in quei vecchi luoghi del suo apprendistato per perfezionarsi.
Era ormai il tramonto ed il sole rosso tingeva le rocce di strani colori e varie sfumature rossastre.
Stava per concentrarsi su qualche altro esercizio quando il suo sguardo fu attratto da qualcosa: due figure si muovevano veloci a distanza, nella valle. Inizialmente pensò ad un scherzo della luce ma poi vide chiaramente due  uomini. Incuriosito si mise a seguirli a distanza, domandosi cosa li portava in quelle regioni desolate.
I due giunsero infine ad un parete rocciosa in una valle, un luogo costellato di grotte, che Jamal non aveva mai visto prima anche se non era lì da molto. Qui li vide bene: e notò subito che uno dei due era cavaliere d’argento: l’armatura argentata non lasciava spazio a dubbi: esso era un ragazzo dai capelli castani con indosso un armatura standard ch gli copriva polpacci, avambracci, petto e testa, ed accanto a lui vi era un giovane uomo alto e slanciato, vestito di semplici abiti da beduino con la pelle scura ed  i capelli bianchi.
“Sicuro ch sia qui? domandò il bianco.
“Certamente; grotta destra, cerca in fondo!” rispose il cavaliere d’argento indicando un grotta seminascosta dai massi.
“Vedremo se tu e gli altri siete in buona fede”.
“E a che pro mentire amico? Ti abbiamo detto la verità e vedrai che non mentiamo neanche su quegli oggetti nel Taigeto e nel Regno Dorato!”
Il bianco non rispose e si addentrò il quella grotta senza indugio.
Jamal, nascosto tra le rocce soprastanti osservava quell’individuo chiedendosi che fare, la testa avvolta da diverse domande, quando ricordò qualcosa ch aveva sentito al Grande Tempio: un anno fa alcuni cavalieri d’argento erano stati cacciati dal Gran Sacerdote perché…
BRANG!
Un fascio di Cosmo disintegrò la roccia dietro cui si nascondeva, sbalzandolo a terra.
“Credevi di sfuggire ai miei sensi, spia? Nessuno si nasconde facilmente a me!”
Jamal si rialzò e fronteggiò l’avversario: aveva occhi verdi con una luce crudele.
“Chi sei?”
“Sono Federico del Cane Maggiore, e tu?”
“Jamal della Freccia!” rispose fieramente. Federico sorrise in modo preoccupante. “Oh, scommetto che sei stato nominato da poco vero? L’anno scorso non c’era alcun cavaliere d’argento con quell’armatura”.
“Tu….. sei un quei cavalieri d’argento banditi, vero?”
“Ha indovinato pivello, e visto che se qui… prendi!”
Un altro fascio di cosmo colpi Jamal, che lo parò appena in tempo coll'avambraccio, ma venne scaraventato lontano, andando a sbattere contro un parete. Federico gli fu addosso in un e cominciò a riempirlo di pugni. Jamal cercò disperatamente di difendersi ma il tipo colpiva forte e preciso.
“Tutto qui pivello?” Lo afferrò per le giunture dell’armatura e lo scagliò verso le grotte, sbattendolo per terra, poi spiccò un salto per piombargli addosso col piede destro su torso, ma Jamal rotolò di lato e il colpo impatto al suolo sollevando detriti.
Jamal, ammaccato, imprecò sottovoce: quel maledetto era davvero forte. Rapidamente si rimise in piedi e si allontanò per evitare altri pugni.
“Forza pivello, fammi vedere se ti meriti quell’armatura!
“Certo! Phantom Arrow!”
Stendendo il braccio destro sparò l’avversario un salva di frecce dorate, ma con suou grande stupore questi le evitò tutte.
“Cosa? Ma quanto è veloce?”
“E questo schifo lento sarebbe un attacco? Guarda qua! Assalto frantumante!”
Un pungo destro lanciato a velocità sfruttando al velocità della rincorsa colpì in pieno petto Jamal, facendogli scavare un solco su terreno quando finì a terra. Prima che potesse rialzarsi Federico gli fu addosso riempiendolo di calci massacranti.
Poi stanco di malmenarlo lo afferrò per il bavero, alzandolo da terra per guardarlo negli occhi. “Sai che fine fanno le spie vero?”
“Non vi stavo spiando!” ringhiò Jamal, sentendosi male dappertutto.
“Davvero? Beh, senza volerlo l’hai fatto perciò…”
Alzò il pugno destro quando un voce risuonò nella valle.
 “Che succede ?”
Sulla soglia della grotta era apparso Naja, il volto serio.
“Saluti Naja” sorrise Federico, “Trovato ciò che cercavi?”
“Sì, le tue informazioni erano esatte” rispose quello mostrando un piccolo fagotto che teneva nella mano destra. “E quello?”
“Oh, un pivello appena entrato nei Cavalieri d’Atena”
“Ci stava spiando?”
“Nah… ha detto di essere nel posto sbagliato nel momento sbagliato”.
“Uccidilo” disse freddamente il bianco.
Federico ghignò e rivolgendosi a Jamal disse, “Sentito? Devo portarti al cospetto della morte a quanto pare…”
Jamal strinse i denti. D’istinto voleva lottare fino a che aveva un briciolo di forza…
“Ma non lo farò”.
“Eh?”
“Che vai blaterando? Ci ha visti”.
“No Naja, voglio che vada dagli altri servi di Atena e gli dica che presto i Rinnegati avvranno la loro rivalsa!”
“Secondo me…”
“Dai su! I Cavalieri di Atena sono affari nostri ricordi i patti? Voi avrete gli oggetti e noi i cadaveri di questi pezzi di sterco!”
Naja rimase a lungo in poi scrollando le spalle disse: “Fa come vuoi”.
Federico sorrise e avvicinando il viso ad un centimetro a quello di Jamal per guardarlo negli occhi li disse:“Dì al tuo Gran Sacerdote che sentirà presto parlare di noi e che avremo la nostra rivincita!”
Detto fatto lo getto a terra e lo lasciò lì dolorante mentre  lui ed il suo compagno, quest’ultimo dopo avergli gettato un’ultima occhiata, se ne andarono.
 
 
“ ..e questo è quanto. Appena ho potuto muovermi mi sono precipitato qui”.
I due fratelli rimasero un attimo silenziosi, poi a rompere il silenzio fu Acubens: “Gran Sacerdote, secondo che cosa stanno macchiando quei bastardi?”
“Piuttosto”, intervenne il fratello minore, “Come fa ad indossare ancora un’armatura d’argento? In teoria non ne ha più il dritto e la stessa corazza si rifiuterebbe di essere indossata da un simile cavaliere”.
“Giusta osservazione” disse il vecchio sacerdote, “ma presumo che quella sia solo un copia di forma simile alla precedente corazza, la domanda è: chi l’ha fabbricata?”
Nella sala seguì un attimo di silenzio, rotto dal cavaliere della freccia:
“Ed il compagno? Quel Naja?”
“Su ciò non saprei esprimermi…” Il vecchio Sacerdote scosse la testa. “Ritirati pure ragazzo e considerati fortunato: poteva finire molto male”
Spero solo di farmi valere su quel bastardo rinnegato!” Prima ch rispondesse, il Gran Sacerdote fu preceduto da Acubens: “Calma ragazzo, se vuoi sfogarti allenati intensamente”.
Jamal lo guardò per un attimo poi uscì, dopo un rispettoso inchino al Gran Sacerdote.
Dunque dal racconto di Jamal pare evidente che questi reietti hanno trovato l’aiuto di uno o più guerrieri ignoti attraverso il classico scambio di favori. Ho convocato voi due perché spetterà a voi fermarli e far luce su questo mistero”.
Sarà fatto, Gran Sacerdote” disse Acubens “Vediamo, sappiamo dove intendono agire in futuro: il Taigeto e questo Regno Dorato, qualunque cosa sia”.
“Ma cos’è?” disse Crysos.
Il Cancro lo guardò stranito.“Credevo fossi tu quello che sapeva tutto fratellino!”
“Io non ne ho mai sentito parlare”.
“Io sì”.
I due si voltarono verso il Gran Sacerdote si era alzato dal trono e stava passeggiando per la stanza. Si notava subito l’alta statura nonostante l’età non più giovane. I due fratelli sapevano che era un ex Cavaliere d’Oro del Toro.
“Ci dica Gran Sacerdote, cosa sa su questo “Regno Dorato?”
Alla domanda di Crysos l’uomo restò un attimo in silenzio poi si risedette sul trono.
“E’ una storia complessa, cercherò di riassumerla…”




Spero che continuerete a seguire la storia! E prima di chiudere:
SONG APERTUTA AI CAPITOLI: SOLDIER DREAM
SONG CHIUSURA AI CAPITOLI: ARCOLUNA / GEKKOU (Ending degli ONA di Sailor Moon Crystal)

   
 
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