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Autore: Erina91    09/08/2016    5 recensioni
-Yukihira.. che facciamo davanti alla porta del tuo appartamento?- chiese lei con la voce impastata a causa della sbronza.
-non lo so Nakiri. Sei tu che mi hai tirato per la maglietta e mi hai chiesto di accompagnarti a casa.- biascicò lui, brillo quanto lei.
-e perché sono davanti casa tua e non al mio appartamento di lusso?- bofonchiò singhiozzando. Le guance rosse per colpa dell'alcol. Si sorreggevano a vicenda dato che barcollavano in modo imbarazzante e Soma stava cercando di tirare fuori dalla tasca dei pataloni le chiavi del suo appartamento, riscontrando diverse difficoltà.
-il tuo appartamento è troppo distante per accompagnarti, accontentati del mio Nakiri.- farfugliò lui, sghignazzando senza motivo. Sempre colpa dell'alcol.
-immagino di non avere altra scelta, allora.- accosentì lei, -ho un mal di testa assurdo.- si portò una mano sulla fronte.
Soma la fissò quando furono entrati nell'appartamento preso in affitto..
Pairing: SomaxErina e altre..
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erina Nakiri, Nuovo personaggio, Souma Yukihira, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Piccola Nakiri



Entrato nel salone d'accoglienza di quel castello di discrete dimensioni, tutto in pietra e freddo con il ghiaccio proprio a causa della sua struttura, Soma si trovò sorpreso di vedere che molti dei suoi compagni d'accedemia e di università lavoravano per l'Adashino C.B. Era abbastanza chiaro che il vecchio preside della Tootsuki, data la presenza di Nakiri, nutriva rispetto per la società Adashino e aveva proposto vari dei suoi migliori studenti.
Sorrise pensando che forse il direttore della società si era fatto influenzare dalle parole di Senzaemon anche per assumere lui. Tuttavia, non gli interessava sapere come fosse riuscito ad entrare lì_sebbene solo in prova_ ma avrebbe fatto del suo meglio per venire assunto definitamente. Non poteva perdersi un'occasione del genere, doveva mettere tutto se stesso per quell'impiego. Ghignò eccitato, sarebbe stato produttivo lavorare per l'Adashino.
Fissò i suoi vecchi compagni d'accademia e constatò che in fondo non erano cambiati molto da allora.
Non li aveva più visti, ma erano i soliti eccentrici.
Andò in contro a loro, Hisako sobbalzò nel vederlo:
-Yukihira-kun. Sei davvero tu?- era meravigliata, così come gli altri. -non ci credo..-
-in persona, Arato-san!- esclamò lui, -ragazzi.. non siete cambiati per nulla.-
-nemmeno tu.- proseguì Hisako.
Ryou gli lanciò un'occhiata di sfida:
-ci becchiamo anche qui, Yukihira.-
-quando ti hanno assunto?- chiese curiosa, Alice, invece.
-esattamente questa mattina.-
-mia cugina come l'ha presa?-
Soma non sapeva cosa rispondere a quella domanda e abbozzò un sorriso:
-chi lo sa..- recitò vago. Ripensare a lei e al suo compagno lo faceva ribollire, ma doveva cercare di trattenersi.
Aveva scelto Megumi. Punto. Non poteva permettersi di pensare ad un'altra donna.
-dov'è, a proposito, Nakiri? Non l'ho vista nel parcheggio.-
Cercò di sviare il discorso su come Nakiri aveva preso la sua presenza.
-era fuori con Rokuro-san, poco fa.- rispose Hisako.
-che ci racconti di bello?- domandò Alice, incuriosita dalla sua vita.
-niente di particolare. Prima di essere assunto in prova qui, ho lavorato alla tavola calda del mio vecchio.
Comunque, adesso voglio accrescere di più le mie conoscenze.-
-e proprio da te, Yukihira.- bofonchiò disinteressato, Ryou.
-e voi?- chiese lui.
Alice si avvicinò a Ryou e gli scoccò un bacio sulla guancia.
-ci siamo sposati e abbiamo un bambino.-
Soma fu piacevolmente stupito dalla notizia.
-in effetti non era così impensabile, già stavate insieme ai tempi dell'università.-
Alice ridacchiò maliziosa.

Il ritrovo dei vecchi compagni della Tootsuki fu interrotto dall'arrivo di Erina e Rokuro.
Lui e Erina si guardarono intensamente e cercarono di rispettare quello che avevano deciso qualche ora fa.
Soma indugiò sul compagno di Erina al suo fianco e non riuscì a trattenersi dall'analizzarlo da capo a piedi, considerando che era affascinante proprio come era sembrato dalla finestra che dava sul parcheggio.
Rokuro si aprì in un sorriso smagliante e passò la mano a Soma:
-piacere Yukihira, mi chiamo Rokuro Suzuki, sono il compagno di Erina.-
Soma notò che anche l'uomo stesso lo fissò come se volesse analizzarlo e quell'occhiata indagatoria non gli piacque affatto, tuttavia strinse con energia la mano di Rokuro. -piacere, Soma Yukihira.-
La stretta del compagno di Erina gli sembrò più energetica del previsto e Rokuro non smetteva di scrutarlo con esaminata intenzione. Così lui fece di conseguenza. Un gruppo di giovani cameriere interruppe quel momento di reciproca analisi.
Le giovani si accerchiarono attorno a Yukihira costringendo involontariamente il gruppo dei suoi compagni a farsi da parte per fare spazio a loro. -sei nuovo, vero?- iniziò una, sorridendo graziosa. -piacere, Lizzie.-
Lizzie. Era straniera e probabilmente inglese, la fisionomia del suo volto e non solo era completamente diversa dalla sua.
-io invece sono Yurika.-
La guardò. Lei invece era palesemente giapponese.
Fece la conoscenza anche di una terza cameriera, che gli passò la mano:
-Hikari.- sembrava la più seria di tutte.
Le giovani ragazze cominciano a tempestarlo di domande sulla sua vita, su quanta esperienza aveva come chef per essere stato assunto dall'Adashino C.B, se aveva la compagna.. Rispose a tutte le domande cordialmente e anche all'utima:
-sì, sono impegnato.- sorrise. Le prime due che si erano presentate sembravano quasi deluse dalla sua risposta.
La trovò ironica come reazione.
Ad un tratto, a salvarlo da quella tempesta di domande, arrivò Nakiri che fissò seccata il gruppetto di ragazze:
-che state a perdere tempo in chiacchiere? andate a mettervi la vostra divisa immediatamente.
Dobbiamo ancora preparare tutto per il catering e non c'è molto tempo.-
Le tre giovani cameriere sembravano temere Nakiri dalla reazione spaventata che ebbero e lui cercò di trattenere le risate.
Non era cambiata per niente, davvero, incuteva ancora timore negli altri con i suoi atteggiamenti severi e autoritari, esattamente come alle superiori e all'università. Era bella anche per questo. Soma scosse la testa a quel pensiero, dato che non poteva permetterselo, e vide le giovani ragazze scappare a cambiarsi terrorizzate.
Lui ed Erina si fissarono e lei fu la prima a parlare:
-vai anche tu, Yukihira, siamo in ritardo.- ordinò sbrigativa, facendo per andarsene.
-l'hai proprio spaventate eh?- la stuzzicò lui, divertito.
-non hanno un atteggiamento serio. Mettersi a sghignazzare davanti ad uomo a lavoro, alla loro età.
Sono adulte e vaccinate, dovrebbero mettere avanti i doveri lavorativi.-
-sei sempre troppo dura, Nakiri.-
-smettila di difenderle.- sbottò irritata. -..e mettiti a lavoro.-
Lui ridacchiò e fece come gli era stato detto.
Gli era sfiorata l'idea che fosse gelosa di quelle cameriere visto com'era stata dura con loro, ma se ci rifletteva bene era impossibile che lo fosse dato che era impegnata con Rokuro e sicuramente non provava più niente per lui_semmai aveva davvero provato qualcosa quella notte_. Abbassò gli occhi a terra, stizzito da tali emozioni sconvenienti.
A parte che nemmeno lui sapeva cosa aveva provato, ma il fatto che si sentisse così deluso era una prova che alla fine per c'era stato veramente qualcosa. Si morse il labbro un'altra volta e andò a cambiarsi per il catering.
Ora doveva solamente pensare ad impegnarsi come chef.
Era cruciale che il primo catering andasse bene se voleva avvicinarsi al posto che gli spettava.


 
****


Vedeva l'appartamento di Yukihira sfuocato, era buio, ma la testa le girava e l'acol le faceva appannare la vista.
Si lasciò cadere pesantemente sopra al letto matrimoniale di Soma, lui a sovrastarla con tutto il suo attraente corpo.

Sentì a malapena il letto cigolare da quanto era coinvolta dalle carezze di Yukihira.
Lui avvicinò le labbra verso le sue per unirle un'altra volta, avvertiva nettamente la lingua esplorare tutta la sua bocca. Era morbida, sapeva di un misto di arancia, alcol e ovviamente tabacco.
Chissà che cocktail aveva bevuto per avere un gusto tanto dolciastro e delizioso?
Non era completamente lucida, anzi, non lo era per nulla visto quanto si sentiva spaesata, eppure il sapore della labbra di Yukihira era così piacevole che istintivamente rispose con trasporto alla danza che lui stava cercando con la sua lingua. Lui baciava con seducente intenzione il suo volto, lo leccava, lo sfiorava con i suoi soffici labbri e arrivava fin al suo orecchio leccando e mordendo pure quello, strappandogli gemiti involontari. Poi riscendeva con pacata lentezza lungo il suo collo, per assaggiarlo, solleticarlo con il suo respiro, che le scatenò dei brividi di eccitazione che la fecero gemere ancora. Raggiungeva i suoi seni e allo stesso tempo saliva con la sua mano, con pragmatica sensualità, lungo la sua coscia per inarcarla e avvolgerla attorno al suo corpo. Quelle carezze erano magnetiche, passionali, agognate perché attese per anni da tutti e due.
Com'era possibile che nonostante fosse brilla riuscesse a sentire l'intensità di quel momento alla perfezione? Senza perdersi un passaggio? Era succube della mani di Yukihira, ma era anche spinta dal desiderio di creargli altrettanto piacere. Stringeva la sua coscia attorno alla sua schiena, in una stretta morsa, come se di punto in bianco avesse paura che lei si staccasse e invece fece il contrario: strinse le sue gambe in una presa ancora più solida.
Lui era in boxer e la pelle del suo petto era umida e bollente, confortante, la faceva sentire a suo agio; di conseguenza, il desiderio di avvinghiarsi ancora di più a lui, era dettato da quella sensazione di gradevolezza che tutto l'organismo di Yukihira le stava regalando. 
Sentiva la sua eccitazione fare pressione vicino ai suoi slip, le piaceva, e nel frattempo lui non aveva smesso di vezzeggiarla su tutti gli strati del suo corpo ormai quasi nudo.
Le sfilò agilmente anche il reggiseno, appunto, e iniziò a massaggiare e palpare i suoi seni, succhiare i suoi capezzoli turgidi e lei fece lo stesso con lui nelle parti più intime.
Era stupefacente che anche con lo sbronza a limitare loro la concentrazione, in quel momento riuscessero comunque a coordinare i movimenti e ascoltare le sensazioni in maniera completa e il loro lambirsi a vicenda era privo di “sbaffi”..

Erina scosse la testa sconvolta dall'ennesimo pensiero rivolto a quella notte.
Arrossì di botto. Un'altra volta si era fatta sopraffare dai ricordi con lui.
Prima di avviarsi nelle cucine per coordinare gli chef, era passata anche in sala ricevimenti per controllare che fosse tutto sistemato. Era un allestimento tutto di lusso_come un po' tutti quelli dell'Adashino C.B_: tende bianche a coprire le larghe vetrate, visto che si trattava di una cena di matrimonio all'occidentale, era in tema. Tavoli rotondi e anch'essi ricoperti di tavoglie bianche e di lino, il cui tavolo degli sposi era al centro; un'apparecchiatura completa e ricercata, scicchettosa.
Un buffet per gli antipasti lungo le pareti e un altro per l'aperitivo pre cena. Sì, era tutto perfetto.
Vide le due cameriere accomodare le ultime zone fuori posto e si mise ad osservarle: sì, molto graziose, ma erano proprio dell'oche. -incompetenti.- borbottò fra sé e sé, acida. Come potevano pensare di sedurre un uomo sul posto di lavoro?
Continuò a pensare, ricordando come sghignazzavano poco fa con Yukihira. No.. la verità era un'altra.
La verità era che a lei dava fastidio che facessero le cretine con Yukihira e non perché questo le distraeva dal lavoro.
Si era irritata già quando lui era apparso, bello con la sua moto a seguito, e loro avevano iniziato a fare degli espliciti apprezzamenti al suo fascino. Poi, quando le aveva viste andare da lui e riempirlo di domande, la “mina” era esplosa e con la giustificazione che dovevano andare a cambiarsi l'aveva allontanate da lui.
Sperava che Yukihira non si fosse accorto del suo fastidio, altrimenti tutto quello che gli aveva imposto di fare sarebbe risultata una presa di giro. Comunque.. non era un buon inizio se solo a vederlo interagire con altre ragazze carine si ingelosiva, anzi, le faceva solo capire che per lei non era stata solo una notte e via e anche i continui ricordi ne erano la conferma. Lo sapeva che Yukihira era affascinante, ma avrebbe preferito restare l'unica ad essersi accorta del suo fascino_sebbene in maniera tardiva_ ma quel capriccio, se ci pensava, era davvero ridicolo. Erano passati sei anni ed era chiaro che non sarebbe stata l'unica a considerarlo affascinante, così come non era la sola a pensarlo nemmeno ai tempi delle superiori e nei tre anni di università, visto che per essere un “sempliciotto” era parecchio popolare nei suoi anni scolastici, benché lui non fosse a conoscenza di esserlo; sembrava che non si accorgesse molto delle ragazze che gli facevano il filo, lo faceva solo quando pure lui provava un degno interesse.
Cercò di chiudere la mente sull'argomento Yukihira e lanciò un'altra rapida occhiata alla sala per poi avviarsi verso le cucine e controllare la situazione pure lì.
Avevano quasi tutti già sistemato l'attrezzatura e pulito le postazioni e stavano per mettersi all'opera.
Tra un'ora sarebbero arrivati i clienti.
Studiò i suoi colleghi, parevano tutti concentrarti e pronti a preparare.
Portò istintivamente gli occhi su Yukihira, che a sua volta la fissò e le sorrise.
Lei distolse lo sguardo in fretta, prima che dei nuovi ricordi con lui comparissero.
Alla fine, notò Alice venire nella sua direzione:
-cuginetta.. dobbiamo parlare.- annunciò subito.
Alice l'afferrò per il polso e la trascinò in una zona lontana da orecchie indiscrete.
Dopo essersi assicurata che fossero sole, esordì:
-come stai?-
-in che senso?- domandò retorica, anche se sapeva bene dove voleva arrivare.
-non fare la finta tonta, Erina, mi riferisco a Yukihira-kun.-
-siamo colleghi.- tentò di fermare il discorso sul tempo.
-certo.. e che mi dici di come lo guardi?-
-lo guardo come guardo tutti.- ribatté ancora, mentendo.
-non dire idiozie. Adesso basta, Erina, sono l'unica a sapere che lui è il padre di Marika.
Smettila di fingere che non sia così con me.-
Erina sgranò gli occhi e portò la mano sulla bocca di Alice:
-sei scema? Yukihira è vicinissimo a noi! Non entrare in questo discorso!-
Alice salì a spostare la mano di Erina dalla sua bocca:
-tranquilla, ho controllato che non ci fosse nessuno.-
-sarà bene!- tuonò lei, alterata.
-dunque?- riprese, poi, Alice. -lo sai che adesso che te e Yukihira siete colleghi, la situazione non sarà più come prima? Marika viene spesso a lavoro. La incontrerà.-
-lo so, non hai bisogno di mettermi in guardia come se non sapessi prendermi le mie responsabilità.
Sono già agitata di mio, quindi non seccarmi.-
-non è solo la questione Marika, Erina, si tratta anche di te: non ti è passata.
Tu non hai mai smesso di pensare a quella notte e tu stessa me l'hai detto. Stai con Rokuro adesso, è vero, ma cosa provi sinceramente per Yukihira? Vedi di rifletterci, perché lo so quanto tu sia avvezza a passare sopra ai tuoi sentimenti per non interrompere il perfetto equilibrio che ti sei costruita negli ultimi anni.-
-ho già chiarito con Yukihira come stanno le cose e che non voglio che quella notte che c'è stata tra noi venga fuori.
Anche lui tra l'altro è impegnato.-
-come al solito fai la scelta più facile.- asserì Alice, piatta:
-ma ricorda che da quella notte è nata Marika e che bene o male sarai sempre legata a lui per questo.-
-non provo più niente per lui, anzi, non so davvero cosa ho provato per lui.-
Alice sospirò.
-fai come preferisci, ma non fare cavolate e soprattutto cerca di non coinvolgere altre persone nella lotta con te stessa.-
-ma anche se fosse, Yukihira non considera quella notte importante.-
-beh.. questo non puoi saperlo. E poi, cosa avrebbe dovuto dire quando hai voluto precisare la situazione con lui?
Non puoi sapere che tipo di rapporto ha con la sua compagna e quanto questo sia coinvolgente o meno.
Io non credo abbia dimenticato.-
-resta comunque un pensiero soggettivo, Alice, non voglio distruggere l'equilibrio che ho raggiunto per qualcosa di utopico e instabile. Con Rokuro va bene, abbiamo una relazione solida per ora, con Yukihira sarebbe come ricominciare da capo senza sapere se ci sono basi per farlo e al momento non ci sono perché anche lui è impegnato.-
-d'accordo. Chiudiamo qui il discorso, tanto sei la solita cocciuta.-
Detto questo, Alice la guardò un'ultima volta e tornò alla sua postazione in cucina.
Era chiaro che non era convinta delle risposte che aveva dato ad Alice, ma voleva lo stesso far funzionare il rapporto con Rokuro. Non voleva che il ritorno di Yukihira scombinasse la sua vita sentimentale, era più che altro agitata all'idea che era inevitabile che prima o poi lui e Marika si sarebbero incontrati e a quel punto, cosa sarebbe successo?
Sarebbe riuscita a mantenere il segreto che erano padre e figlia?
Sentiva il cuore battere a mille per l'ansia causata da quel pensiero.
Cercò di raccogliere un respiro profondo, svuotare la mente  e impegnarsi nel lavoro di coordinatrice.
Anche se a fatica, in qualche modo riuscì a controllare la tensione.

Si mise a guidare con autorevolezza la brigata di cucina e si occupò di velocizzare la preparazione dei piatti facendoli anche lei. Lei, i suoi compagni della Tootsuki e non solo, grazie alla lunga e perseverante esperienza a scuola e all'università, erano tutti molto rapidi e sapevano come ottimizzare il tempo delle preparazioni senza fare confusione con gli ingredienti o con i fornelli. Erano diventati esperti. Le mani di tutti, le sue comprese, si muovevano decise e meccaniche.
Gli occhi erano svegli, acuti, scorrevano rapidi dal bancone, ai fornelli, a cercare gli ingredienti nella postazione e fuori, senza esitazione; così come il corpo, che intuitivo faceva lo stesso e in maniera omogenea gestiva il lavoro con scioltezza. Aveva osservato le capacità dei suoi colleghi, uno per uno, ma come al solito era rimasta sorpresa che Yukihira riuscisse a mantenere il ritmo degli altri senza accusare stanchezza o distrazione, si era già adeguato allo stile esecutivo e tecnico degli altri. Era bellissimo mentre cucinava, la solita fascia bianca sulla fronte, stretta, i ciuffi scarlatti sbarazzini e spettinati.
Era sudato ma non se ne curava, riusciva comunque ad avere la resistenza degli altri.
Aveva le iridi travolte da una luce vivace ed eccitata mentre toccava gli alimenti, condiva i piatti, ornava le pietanze e gestiva la sua postazione e un sorriso ilare e euforico solcava le sue labbra.
Erina sapeva quanto fosse bravo, anche se aveva uno stile di cucina scontato, casalingo ed elementare ma che risultava lo stesso efficace ed eccelso perché era minuzioso e accurato. Era tanto che non lo vedeva in azione ed era rimasta incantata come se fosse la prima volta_sebbene non glielo avrebbe mai detto quanto fosse stupita dal suo stile_.
Che lo ammettesse o meno, era sicura che il primo catering di Yukihira sarebbe stato un successo.
Sapeva anche che, con la determinazione e la passione per la cucina che aveva, avrebbe ottenuto il contratto a tempo inderminato dopo il periodo di prova. Sarebbe presto diventato ufficialmente un suo collega, non sapeva quanto ci sarebbe voluto, ma era sicura ce l'avrebbe fatta. Doveva abituarsi fin da adesso ad averlo come collega poiché non poteva fare altrimenti: le capacità per entrare all'Adashino C.B, seppur strambe, ce l'aveva.

Il tempo in cucina, sotto i festeggiamenti del matrimonio nell'altra sala, passò più veloce del previsto ed era arrivato il momento del riassento perché si era fatto le 2.00 di notte e il salone si era totalmente svuotato dei suoi ospiti.
I suoi colleghi, Alice e Hisako comprese, avevano già ripulito la loro posizione in cucina, si erano cambiate e l'avevano da poco salutata. Al castello erano rimasti solo lei e Rokuro, che doveva segnare gli ultimi conti incassati, seduto su di uno dei tavoli rotondi del salone. Il castello svuotato dalla gente era silenzioso, Erina poteva vedere attraverso le finestre verticali una fitta nebbia cerchiare le sue altolocate e antiche mura.
Erano in mezzo alla campagna, in pieno autunno, era normale che la condensa fosse salita a causa dell'umidità, ma restava comunque un'atmosfera inquietante e suggestiva. Erina era sicura che all'interno della regale residenza fossero rimasti solo lei e il suo compagno, finché non passò dalle cucine per vedere che vi era ancora Yukihira a prepare qualcosa di insolito, sembrava l'impasto per una schiacciata, strabuzzò gli occhi confusa.
Come mai stava cucinando una schiacciata?
Anzi, perché non moriva dalla voglia di buttarsi su un letto e ronfare?
Rimase ad osservarlo qualche minuto indefinito mentre maelleava la pasta con le giuste dosi e la calibrata manipolazione.
-che stai facendo ancora qui, Yukihira? Sono tutti andati via e sono le 2.00 di notte.-
Alla fine non era riuscita a trattenersi, la sua pulsione mentale e l'interesse per lui l'avevano portata a farsi notare sul ciglio della cucina.

Soma fermò i movimenti e portò gli occhi su di lei:
-oh! Nakiri!- sorrise radioso. -avevo fame. Con tutte le corse in cucina non ho mangiato neppure un boccone, mi è venuto voglia di schiacciata e ho deciso di farla.-
-sei totalmente fuori di testa.- affermò aspra:
-lo sai che ne avrai ancora per una buona ora tra il mettere in forno la schiacciata e ripulire?-
-non preoccuparti, farò più veloce di quanto pensi.-
Non sopportava la sua sprezzante sicurezza, ma anche per questo era unico.
Distolse lo sguardo da lui. -alla fine te la sei cavata per essere il tuo primo catering.-
Soma prese la schiacciata e la infilò nel forno a legna di cui la cucina del castello era dotata.
-vorrebbe essere un complimento questo?- la punzecchiò.
Lei si sentì arrossire. Possibile che con Yukihira si imbarazzasse ancora come una ragazzina, qualsiasi frase dicesse?
-sappi che questo lavoro sarà molto stancante, soprattutto perché non smetterai mai di spostarti da una città all'altra, da un paese all'altro. Non è una semplice società di catering/baquenting che lavora solo nel tuo spazio nazionale.
Non avrai nemmeno tanto tempo per la tua famiglia, o la tua compagna..-
Perché gli stava dicendo certe cose?
Forse perché anche lei ci aveva messo parecchio tempo a trovare il ritmo e a riuscire a gestire adeguatamente anche la vita privata e sentimentale, in special modo a trovarlo per stare con Marika e ancora oggi la bambina non poteva essere sotto i suoi occhi tutte le ore, a causa del suo frenetico lavoro.
-lo so, Nakiri.- la rassicurò tranquillo. -tutti conoscono l'Adashino C.B e soprattutto lo stesso direttore mi ha avvertito delle conseguenze di questo lavoro, ma se devo essere sincero non mi importa di quanto e come mi dovrò spostare finché posso fare esperienza come chef. Questo è il cammino che ho scelto e va bene così.-
Le strizzò l'occhiolino e tirò fuori dal forno a legna la sua schiacciata.
A lei scappò un sorriso.
Yukihira era proprio come se lo ricordava: testardo, determinato e pronto a tutto pur di raggiungere i suoi obiettivi.
Risplendeva davvero ai suoi occhi e ciò che più le faceva male era non poterglielo dire.

 
 
****


-e con la tua compagna come la metti?- chiese ancora, Nakiri.
Soma avvertì una sorta di celato fastidio nel modo in cui aveva posto la domanda.
Era rimasto abbastanza perplesso da quella sua osservazione e pensò che essa fosse dettata da un desiderio incoscio di sentire Nakiri gelosa di Megumi. Quella speranza, oltre ad essere irrispettosa e meschina nei confronti della sua ragazza attuale e si odiò per quello, era anche vana dato che era pressoché impossibile.
-è abbastanza in gamba da comprendere le mie ragioni.- rispose allora, lui.
Era la pura verità in fondo.
-capisco.- asserì lei, incrociando le braccia e portando gli occhi di lato.
-e Suzuki-san cosa pensa del lavoro che fate?-
Perché era entrato in argomento “Rokuro Suzuki”?
Un attimo. Rifletté: era stata Nakiri ad entrare prima nel discorso “compagni”, lui stava solo seguendo il filo dell'insolita conversazione che stavano avendo.
Avvertendo il nervoso percorrere tutti i suoi reattivi nervi, morse la schiacciata che si era preparato per contenerlo.
Cosa stava facendo?
Nakiri sembrò abbastanza infastidita dalla sua domanda, vista l'espressione che fece.
-io e lui, oltre ad essere una coppia, siamo anche colleghi: il problema di non potersi vedere non si pone.- iniziò piatta:
-È difficile non ritrovarsi insieme in viaggio, sebbene svolgiamo compiti diversi, il nostro contributo è fondamentale in qualsiasi situazione. Lui si occupa dei conti, io della coordinazione generale.-
-certo. Ovvio.- annuì lui.
Era difficile nascondere quanto facesse male sentirla parlare del suo compagno con tanta flessibilità.
Oltre a questo, raccogliere un momento nel quale Nakiri non era sotto gli occhi attenti di Rokuro era assai difficile.
Scosse la testa a quel pensiero: così non andava. Perché doveva pensare a quanto fosse raro “beccarla” da sola?
Lui doveva vederla come una collega e nulla di più, aveva Megumi, non doveva nemmeno balenargli l'idea di trovarsi da solo con Nakiri. A questo proposito, in quel momento_per quanto Rokuro fosse nei paraggi_loro due erano soli e stavano parlando tranquillamente. Abbassò gli occhi a terra:
-sono contento per voi.- aggiunse poi, mentendo.
-o meglio.. sono contento che hai trovato qualcuno con cui ti trovi.- si corresse.
Quella era una mezza verità: da una parte era davvero contento che Nakiri fosse felice della sua vita, dall'altra non riusciva a mascherare il fastidio che gli suscitava quella situazione. Per quanto pensasse a Megumi, al suo rapporto con lei, alla confidenza che avevano e al fatto che lei aveva la capacità di farlo sentire “a casa” grazie alla sua indole dolce, graziosa e materna, solo con Nakiri sentiva il desiderio accenderlo ogni volta che la guardava.
Era intrigato da lei, dalla sua personalità decisa e sensuale, dalla sua dinamicità.
Con lei era una lotta interminabile, una passione ardente, un costante ed imprevedibile punto interrogativo, un continuo incentivo a mettere in pratica le sue capacità solo per lasciarla senza fiato. Ecco cos'era Nakiri per lui.
E poi era bellissima, in tutti i sensi. Il suo corpo per intero l'aveva visto una sola volta, ma era bastato a rendere quella notte d'amore eccitante, oltre al coinvolgimento emotivo. Quella sensazione di appagamento ed estasi totale da allora non l'aveva più provata. Sì, neanche quando faceva l'amore con Megumi.
Certo.. il piacere e l'orgasmo lo raggiungeva comunque e senza problemi, ma mancava sempre qualcosa.
Cos'era quel qualcosa? Lui cosa provava per Megumi? Che differenza c'era con Nakiri?
Quindi.. quale era il vero amore tra i due?
Potevano esserlo entrambi, anche se l'impatto emozionale era differente e piacevole in ogni caso?

Nel frattempo aveva finito anche di masticare la schiacciata e ora doveva solo ripulire la sua postazione di lavoro.
Era calato un silenzio imbarazzante tra lui e Nakiri, non sapeva da quanto era immerso nei suoi pensieri.
Forse solo qualche minuto, il tempo di finire la schiacciata.
-comunque Yukihira..- ricominciò lei -..voglio che tu sappia che questo è solo l'inizio e dovrai portare avanti il lavoro rispetto alla tua vita sentimentale, se vuoi che esso funzioni e vada a buon fine. I sacrifici vanno fatti.-
Lui ridacchiò. -sono quasi sorpreso dai tuoi consigli, Nakiri.-
Lei sbuffò. -non sono consigli, scemo, è solo che non voglio problemi nel posto dove lavoro.
Sai che sono puntigliosa e metodica su questo aspetto.-
-lo so eccome!- esclamò lui, -anche questo fa parte del tuo fascino!-
Dall'espressione spiazzata di Nakiri, lui capì che quel complimento era stato inaspettato.
-non ricominciare Yukihira..- borbottò impacciata.
Lui socchiuse gli occhi, riproverandosi mentalmente per l'ennesima frase istintiva.
-scusa Nakiri, è più forte di me.- ammise portandosi la mano dietro il collo per incrinarlo di lato, in un gesto che sapeva tanto di una persona a disagio.
Lei sospirò. -vedi di trattanerti di più, stupido. Non è giusto nei confronti della tua ragazza che tu faccia apertamente apprezzamenti sul carattere di un'altra.-
-prendilo come un dato di fatto, Nakiri, non un complimento.- rispose sorridendo e cercando di sciogliere la tensione che con il suo atteggiamento schiatto aveva creato.
Ed in effetti era sicuramente un dato di fatto che lei fosse affascinante e non era certo l'unico a pensarlo.
Poco dopo si portò davanti a lei con un pezzo della schiacciata avanzata:
-vuoi assaggiarla? Neanche tu hai mangiato.-


 
****


Tutti le movenze di Yukihira, il suo attraente aspetto, ciò che diceva, come lo faceva e come cercava di riportare alla stabilità la loro evidente attrazione reciproca le stavano scatenando l'effetto contrario poiché sentiva tutto il suo organismo contorcersi in un'eccitante fribrillazione e anche se stringeva con forza i pugni per contenerla, il desiderio di andare a letto con lui un'altra volta non si spegnava. Aumentava solo di più.
Nel tentativo di gestire la potente attrazione, cercò di rilassare le palpebre socchiudendole lentamente, raccolse un enorme respiro che probabilmente_visto quanto Yukihira era vicino a lei_lui udì, e sputò fuori l'aria cercando di controllare le emozioni che stavano sovrastando le buone intenzioni di rimanere fedele a Rokuro, sebbene i banconi della cucina continuavano a sembrare altamente invitanti per farsi scaraventare sopra da lui.
“Fermati Erina”, si disse mentalmente, a seguito di quel pensiero poco casto.
Bloccò il cervello che stava ricominciando a vagare oltre i confini proibiti, o almeno ci provò, e riaprì gli occhi per ritrovarsi Yukihira ancora davanti a lei, in mano un boccone di schiacciata che profumava di un gustoso misto di forno a legna, olio e sale che le stuzzicò l'olfatto e anche le papille gustative.
-non hai bisogno di imboccarmi, Yukihira.- bisbigliò quasi timida. -e poi come fai a sapere che non ho mangiato?-
Chiedendo questo calò a fatica la sua mano, per spostarla dalla sue labbra, seppur pensando a quanto sarebbe stato seducente farsi imboccare da lui. In qualche modo, però, riuscì a gestire i pensieri e a tenerli a freno.
Si fissarono dritti negli occhi, lei scese lungo la sua mano e sfiorò appena le sue dita per sfilargli con delicatezza la schiacciata dalla mano. Anche se le loro dita si erano toccate brevemente, avvertì comunque un formicolio interiore e piacevole invaderla appena una rapida immagine delle mani curate di Yukihira che accarezzavano la sua pelle, di quella notte, attraversò la sua mente. -spero per te che sia almeno decente il sapore.- sbottò, cercando di ignorare le forti sensazioni che solo toccarlo per un attimo erano nate in lei. Lui ridacchiò:
-rimarrai sicuramente sorpresa, Nakiri!- la guardò ancora. -..e per rispondere alla tua domanda di prima: ti osservo sempre, Nakiri, ecco perché ero sicuro non avessi mangiato.-
Erina avvampò di fronte a quella esplicita dichiarazione, seppur fosse una sciocchezza.
Per domare la vergogna, diede un morso alla schiacciata nella speranza di distrarsi e fu a quel punto che la sua bocca avvertì subito quanto la consistenza della schiacciata fosse soffice e come la farina interna fosse cotta alla perfezione; più masticava più scendeva in pronfondità, un sapore olivastro la raggiungeva:
-ci hai messo dei piccoli pezzetti d'oliva verde dentro!-
Lui annuì. -esattamente. Che te pare? Buona, vero?-
-penso che sia colpa del fatto che ho fame, se non sono morta dopo il primo boccone.-
Lui scoppiò a ridere di fronte a quel commento:
-sempre molto gentile, vedo.- ironizzò. -ma credo che come parere possa andare.-
Yukihira sembrò contento di vedere che l'aveva mangiata tutta.
-adesso sbrigati a rimettere e pulire tutto! Lo sai che è tardissimo?-
-ai suoi ordini, collega.- le strizzò l'ennesimo occhiolino.
Prima che di vederlo tornare al suo posto, però, rimasero entrambi a fissarsi l'ennesima volta.
Un'occhiata chimica. Un'attrazione magnetica. Un desiderio soppresso.
-mi mancava, sai? Tutto questo.- confessò lui, trascinato dal momento.
Nuovamente.. erano rientrati nel “limbo” dei ricordi, una zona prossimale pericolosa per la situazione in cui erano.
Nemmeno lei se la sentiva di negarlo o rimproverlo per ciò che aveva detto.
Anche per lei era lo stesso. Pure a lei era mancato.
Alla fine si erano guardati come rivali, un amore/odio travolgente che solo una notte era esploso ma aveva lasciato il segno e continuava a perdurare nel tempo. Una connessione latente. Un legame indissolubile da cui era nata una nuova vita.
Sarebbe davvero riuscita a non scombinare tutta la sua vita per Yukihira?
Ardua impresa. Cosa provava per lui? E che rapporto era, dunque, quello con Rokuro?
Prima che Yukihira ricomparisse nella sua vita, era sicura che i sentimenti provati per Rokuro fossero amore. Stava bene.
E ora? Tutto era stato rimesso in discussione da un semplice e fortuito incontro inaspettato.
Non doveva pensarci. Aveva fatto una scelta. Punto.
Quel momento d'intensa riflessione, fu interrotto da Rokuro che comparve sull'arco in pietra delle cucine.
Sperava di essersi sbagliata, però le sembrò che lanciasse un'occhiata tagliente a Yukihira: il modo in cui l'aveva fatto era stato così sottile e subdolo che era impossibile che anche Yukihira se ne fosse accorto.
Solo chi conosceva bene Rokuro poteva captare l'astio improvviso. Di base Rokuro era un uomo razionale, paziente, composto e inflessibile_soprattutto a lavoro_mostrava le sue dolcezze solo nei momenti intimi, negli attimi in cui erano da soli e quando vi era Marika; però, quando si arrabbiava, era abbastanza spaventoso perché finiva per controllarsi troppo e l'ira esplodeva tutta assieme. Aveva avuto occasione di notare che era anche piuttosto possessivo e geloso, anche se protettivo, con lei. A parte questo, lo reputava in gamba.
Tuttavia.. non era strano che Yukihira con il suo atteggiamento arrogante ed estremamente fiducioso facesse saltare i nervi, anche a lei succedeva, perché era una persona che, volente e meno_anche se non aveva ancora capito come_suscitava invidia a causa delle sue enorme capacità, radicato altruismo e carisma.
Non potevi fare a meno di vederlo come un potenziale e temibile rivale, per quanto "sempliotto" e gentile.
-Erina.. tutto apposto? È tardi, dobbiamo andare.- la richiamò il suo compagno.
Rokuro non smetteva di fissare Yukihira con una certa dose di competizione.
-ho finito adesso con i conti.- aggiunse schivo.
Anche Soma aveva quasi terminato di rimettere, doveva solo dare una lavata al bancone ricoperto di farina.
A lei sembrò che pure lui non provasse simpatia per Rokuro, benché le avesse detto di essere felice per lei.
Era geloso di Rokuro?  sussultò di fronte a quella curiosità interiore. Basta.
Non doveva più volare con la fantasia o farlo avrebbe solo complicato la decisione presa.
Lanciò un'ultima occhiata verso Yukihira, ricambiata, poi strinse con dolcezza la mano di Rokuro con l'intento di calmarlo un po': lo sentì rilassare leggermente perché la stretta da forte si era fatta più delicata.
-d'accordo. Vado a togliermi la divisa.- lo avvisò.
Prima di andarsene aveva bisogno di avvertire Yukihira sulla chiusura del castello:
-Yukihira.. sbrigati a finire di pulire, solo noi abbiamo le chiavi per chiudere il castello e, se non vuoi rimanere dentro, ti conviene andare presto a cambiarti.-
-certo! Non preoccuparti!- sorrise sbarazzino, -ho quasi finito.-
-Rokuro.. fai un giro d'ispezione per il castello per vedere se è tutto apposto.-
Il giovane e affascinante uomo annuì. -vado!-
Portò gli occhi su Yukihira per unirsi in uno scambio di sguardi penetrante e ricambiatocon la stessa intensità, e senza dire nulla si avviò per il giro d'ispezione.

 
 
****


Era passato qualche giorno dal primo catering che l'aveva impegnato.
Era stato nuovamente chiamato a lavoro e si trovavano tutti in sala riunioni per discutere visto che sembrava vi fosse presto un altro ingaggio per l'Adashino C.B.
La sala riunioni era grande, moderna, spaziosa.
Era riempita da un lungo tavolo ovale, a ventro, dalle rifiniture in nero e delle poltrone bianche a circondarlo.
Aveva già salutato gran parte dei compagni/colleghi, gli unici che mancavano erano Nakiri e il suo compagno.

Pochi minuti dopo entrarono anche loro nella sala congressi:
-buongiorno a tutti!- fece un saluto generale, lei.
Un'altra volta sentì gli occhi di Rokuro addosso, ma l'occhiata di sfuggita che gli lanciò Nakiri fu capace di sostituire lo sguardo indagatore dell'uomo. -accomodatevi tutti.- li invitò cordiale. -ho accettato un altro banqueting, si svolgerà a Kyoto e si trattenerà di una cerimonia post ricevimento congressuale.-
-quanto dovremmo stare via questa volta?- chiese Alice.
-sono 4 giorni di pernottamento. Hotel prenotato dall'Adashino C.B.- precisò.
-per quando lo abbiamo in programma?- domandò Hisako.
-tra una settimana. Bisogna essere lì per il fine settimana, sentire i nostri clienti su quali sono le tipologie di preferenze per il banqueting e discutere come organizzarlo.-
-perfetto!- intervenne Soma, elettrizzato.
-castello o villa?- si inoltrò Ryou.
-villa questa volta.-

La riniune fu interrotta dal muoversi della porta della stanza e Soma fu stupito di vedere che la figura che comparì al suo interno era una bellissima bambina dai riccioli d'oro abbastanza lunghi, due occhi color ambra, che indossava un vestitino azzurro assai grazioso impreziosito da teneri merletti bianchi.
-mamma!- esclamò con le iridi luminose, vispe e grandi.
Mai si sarebbe aspettato di vederla correre tra le braccia di Nakiri, piuttosto inizialmente aveva pensato fosse la figlia di una delle cameriere che aveva conosciuto, anch'esse sedute attorno al tavolo. Poi a seguito entrò anche una giovane ventenne, con un caschetto moro e due occhi azzurri, sembrava molto agitata e infatti:
-mi perdoni l'interruzione, signorina Nakiri, Marika è voluta correre a tutti i costi da lei.
Dice che aveva un sacco di cose da raccontarvi.-
Soma rimase incantato quando assistì al sorriso più dolce, affettuoso e delizioso mai visto sul volto di Nakiri.
Non l'aveva mai vista sorridere in modo così radioso e doveva dire che risplendeva ulteriormente e la bambina aveva il suo stesso sorriso. Chi era il padre della bambina?
In principio pensò che era figlia di Rokuro vista la relazione stabile che avevano, però se ci rifletteva attentamente non poteva essere dato che Marika doveva avere all'incirca sei anni e probabilmente Nakiri non stava ancora con il compagno attuale, soprattutto perché era proprio vicino a quel periodo che loro erano andati a letto insieme.
Dunque, era stata con altri uomini dopo di lui e anche prima di Rokuro.
Non che quell'idea gli piacesse, ma alla fine era geloso anche di Rokuro ed era abbastanza scontato che lo sarebbe stato di chiunque avesse goduto delle "grazie" di Erina dopo di lui. Purtroppo non poteva negarlo né farci niente.
Rimase a fissare la bambina.
Perché sentiva una legame strano verso quella bambina?

Da quando era comparsa nella sala riunioni, subito aveva avvertito una sensazione di pace e dolcezza, tenerezza, verso di lei. Quella sensazione gli era saltata all'occhio perché con nessun'altra bambina aveva avvertito una simpatia immediata, un istinto di protezione tale, come con Marika.
Tornò a guardare Nakiri, amava la figlia con tutto il cuore.
Sembrava un fiore anche lei mentre sorrideva a Marika che la stringeva a sua volta.
-non preoccuparti Benio. Grazie per averla tenuta fino a quest'ora.-
-la ringrazio molto.- sorrise la ragazza, -ciao tesoro!- e salutò Marika.
-ciao Benio!- rispose al saluto, la bambina, scuotendo energicamente la mano.
Poi Benio lasciò la stanza e richiuse la porta.
La bambina alzò gli occhi verso la madre, in piedi a parlare con i colleghi:
-mamma! Posso venire anch'io a Kyoto?- domandò emozionata.
Soma non smetteva di guardarla, più lo faceva più un precoce affetto paterno verso di lei cresceva.
Pensò addirittura che dipendesse dal fatto che assomigliava così tanto a Nakiri e perché era figlia sua, ma non era sicuro fosse quello il motivo. -certo tesoro.- sorrise la donna.
Un'altra volta il suo cuore fece una capriola indesiderata a cogliere quel sorriso impareggiabile e unicamente rivolto a Marika. -te l'avevo detto che ti avrei portata.-
La bambina esultò e si abbracciò ancora di più la madre.
Il suo sguardo innocente si scostò dall'attenzione rivolta totalmente alla donna e si posò su Rokuro.
-Rokuro oniichan!- esclamò allegra e corse anche da lui:
-sei contento se ci sono anch'io?-
-certo che lo sono.- rispose l'uomo.
Ecco. Vedere la simpatia che aveva per il compagno di Nakiri lo disturbò abbastanza, sebbene non ne capisse i motivi del suo fastidio. Fu a quel punto che la bambina alzò lo sguardo e si girò attorno, lo notò, si soffermò su di lui.
Lo fissò per qualche minuto indefinito e lui fece lo stesso, istintivamente le sorrise: era stata un pulsione spontanea del viso. La bambina continuò a fissarlo confusa, lo analizzò con i piccoli occhi del suo stesso colore.
L'espressione aggrotata del volto era fiera come era solita adattare Erina, e anche tanto arguta:
-oniichan..- cominciò sotto gli occhi meravigliati dei presenti -..sei nuovo?-
Soma fu piacevolmente colpito dalla sua capacità d'attenzione ai dettagli.
Davvero si era accorta che era nuovo?
Era incredibile. -già.- le fece l'occhiolino lui, -e tu ti chiami Marika, vero?-
La bambina annuì.
-e tu, oniichan, come ti chiami?-
Da quando l'aveva notato, l'attenzione si era proiettata solamente su di lui e il resto delle altre persone non aveva più importanza. Le brillavano gli occhi.
-mi chiamo Soma, piccola.- le sorrise dolcemente.
-sembri proprio un eroe delle favole.- commentò lei, con le “guanciotte” arrossate.
Lui ridacchiò divertito, grattandosi la nuca:
-non mi avevano mai paragonato ad un eroe delle favole!-
Ogni tanto, oltre a parlare con la bambina, buttava lo sguardo verso Nakiri che stranamente era sbiancata all'improvviso.
Stava bene? Sembrava tesa.
-Soma oniichan, a Kyoto ti farò vedere il mio libro di favole.- decise sorridendo candidamente.
Un'altra volta ricambiò il suo sorriso d'istinto.
La loro allegra conversazione, fuori dal resto del mondo, fu interrotta da Nakiri:
-Marika.. la mamma deve finire di spiegare il programma, perché non ti siedi sulla poltrona accanto a Rokuro?
È comoda, sai? Ci sprofondi dentro.-
La bambina si distrasse dalla conversazione e all'idea sfiziosa di sprofondare nella poltrona ubbidì alla madre.
Era stata anche educata bene, era sveglia ma tranquilla. C'era da aspettarselo dall'educazione di Nakiri.
La domanda su chi fosse il padre, però, non aveva smesso di tormentarlo da quando aveva realizzato che Marika era figlia di Erina. -Yukihira, se non ti dispiace, gradirei anche la tua attenzione.- lo riportò alla realtà.
-perdonami Nakiri.- sorrise ilare, -ora ti ascolto.-
Lei sospirò e riprese a parlare.


 
****


Riprese a spiegare i dettagli riguardo Kyoto, come uno schema già prefissato, meccanico, di conseguenza la sua parte interiore stava assistendo ad un tormento psicologico: si era sentita svenire quando Marika era apparsa senza preavviso nella sala riunioni, poiché non si era preparata psicologicamente al suo incontro con Yukihira ed era stato tutto inaspettato e ansiogeno proprio per questo. Era riuscita a controllare bene l'agitazione del momento, finché la bambina non aveva notato la presenza di Yukihira ed erano letteralmente finiti in un mondo a parte, cosa che poteva succedere solamente tra padre e figlia. Com'era stato previbile, era scattata subito un'attrazione affettuosa tra i due e lo si poteva vedere da come Marika lo guardava, con quegli occhi innocenti eppure incantati e per Yukihira era stato lo stesso: immediamente le aveva sorriso in maniera amorevole e dolce, protettiva. I suoi sorrisi erano dolci sempre, anche quelli che rivolgeva a lei, ma con Marika era stato diverso. Il suo sorriso era stato diverso: era tale e quale a quello di un padre che sorride alla figlia per farla sentire il fiore più prezioso del mondo. Un fiore da vegliare e curare, proteggere con tutte le possibilità disponibili.
Erina era fortemente convinta di avere anch'essa un sorriso esclusivo per la figlia, così come Yukihira ce l'aveva per Marika.
Nessuno dei due sapevano di essere padre e figlia, ma più si sarebbero avvicinati più la certezza li avrebbe raggiunti.
La loro vicinanza avrebbe reso consapevole Yukihira che non era poi così impossibile pensare che Marika fosse sua figlia.
Già la somiglianza delle iridi era un indizio, ma anche l'età che la bambina aveva.
Con adeguate ricerche poteva benissimo arrivare alla verità anche con un semplice sospetto, che avrebbe fumentato le ricerche. Più si sarebbe avvicinato a lei, più la verità sarebbe saltata fuori. Era questo che la agitava dato che sapeva di avergli fatto una cosa orribile a privarlo del ruolo di padre. Avrebbe chiesto il suo affidamento se l'avesse scoperto?
L'avrebbe odiata? Sicuramente. Anzi.. indubbiamente.
Poteva reagire in qualsiasi maniera ed era questo che la spaventava di più e con la consapevolezza di non poter tornare indietro e dirgli subito di avere una figlia. La terrorizzava l'idea di essere odiata da lui e sapeva benissimo perché: Yukihira era l'ultima persona da cui voleva essere odiata. Era ovvia la risposta alla sua paura.
Ed era la solita risposta: quella notte era stata molto di più di una "botta e via" per lei.
L'incertezza dei suoi sentimenti per Rokuro, dopo la comparsa di Yukihira, era un'altra prova che non l'aveva dimenticato e che sarebbe stato difficoltoso portare avanti la sua vita senza lasciarsi andare e nascondere quello che sentiva veramente e che si ostinava ad evitare di esplorare per non interrompere l'equilibrio che si era creata. Il fatto che si impuntasse a seguire la strada sentimentale più facile e solida. Si stava distraendo troppo a pensare e a dirla tutta riusciva ad esporre i dettagli della loro prossima tappa solo perché sapeva già cosa e come dirlo.
-quindi.. questo è tutto quello che dovete sapere.- concluse infine, sorprendendosi lei stessa di essere riuscita a gestire con discrezione le emozioni e le paure che la stavano assalendo.
-ora potete andare. Spero di essere stata chiara. E grazie dell'attenzione.-
Detto questo, pian piano tutta la sala riunioni si svuotò.
Quando anche Yukihira fu uscito dalla stanza, non riuscì a controllare un respiro di sollievo che non sfuggì né a Alice né ad Hisako, ma si risparmiarono di interrogarla a lavoro. Le ringraziò mentalmente per non averlo fatto.
-andiamo mamma?- la voce armoniosa della figlia la sollevò da quel pesante macigno per un attimo.
-certo tesoro.- sorrise, prendendo Marika per mano.




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Angolo autrice: ecco qua il nuovo capitolo. Prima del previsto immagino, ma preferisco comunque precisare che la pubblicazioni saranno meno frequenti (come sempre: causa studio ç___ç). Cosa ne pensate? ancora non ho presentato tutti personaggi che circondano Erina e Soma, ma vi assicuro che pian piano lo farò. Abbiate pazienza D: .
Come vi è parso questo capitolo? le interazioni Sorina? sono IC? e non solo loro. Soprattutto, come vi è parso l'incontro tra Soma e Marika? spero di non avervi deluso.
Mi auguro anche di essere stata chiara per quanto riguarda il lavoro dell'Adashino C.B, ovviamente con lo scorrere dei capitoli spiegherò anche i ruoli di tutto, ma intanto:

Erina: Chef durante gli eventi. coordinatrice di cucina, gestione dei clienti (contratti dei catering/banqueting, procedure burocratiche prima di ogni evento)
Soma: Chef durante gli eventi. Approvvigionamento delle merci, prodotti, alimenti. (sì, vi accennerò quest'ultima cosa nei prossimi cap)
Rokuro: gestioni degli incassi, conti dei guadagni dell'Adashino C.B.
Alice: Chef durante gli eventi. Si occupa anche della pubblicità e del marketing della società (che viene rivoluzionato ogni anno per rimanere sempre innovativi)
Ryou: Chef durante gli eventi. Fa a turno con Alice per la gestione della pubblicità del marketing.
Hayama: Chef durante gli eventi. Esperto delle spezie usate nel corso degli eventi. Import&Export di esse. Viaggia spesso per questo.
(spiegherò per bene nei prossimi cap anche il suo ruolo, quando lo presenterò come pernaggio. Spiegherò anche i motivi della sua assenza).
Hisako: Chef durante gli eventi. Sceglie gli ornamenti floreali secondo i gusti dei clienti. Anche della decorazione della sala sui vari aspetti.
Oltre questo, fa da informatrice a chiunque glielo chieda.

Spero che con questo sia più chiara la logica della società che mi sono immaginata.
Sicuramente è una logica elementare visto che le aziende non sono il mio campo, ma non è questo il fulcro della storia come sapete! XD

Detto questo, ringrazio tantissimo chi mi ha lasciato la recensione!! *____* <3 gentilissimi!! *___* e soprattutto ringrazio tutte le persone che hanno letto My Sweet Chef e hanno deciso di seguire (sperando che ne esca un buon progetto XD) anche la mia nuova longfic. Grazie chi ha messo la fanfic a seguite/preferite/ricordate.

Spero a presto!! *____* un bacione immenso a tutti!! <3<3 Erina91
  
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