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Autore: La_Giullaressa    09/08/2016    1 recensioni
In cui Will Graham decide da che parte stare ed anche il modo esatto in cui vuole morire.
Attenzione: per amor di verità, il titolo dovrebbe essere "choked with melassa", ma ho pensato che così suonasse vagamente più poetico.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hannibal Lecter, Will Graham
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Choked with a kiss

Choked with a kiss




In un battito di ciglia, Will ha detto addio all'FBI.


E' stato facile, un sollievo, come togliersi un cappotto indossato senza motivo per tutta l'estate.


Si sente il corpo invaso da brividi, percorso da brevi e intense scariche di elettricità.


- Will?- lo richiama Hannibal e la sua voce, roca e dolce, fa vibrare corde del suo essere che non pensava di possedere.


- Sì.- ansima, ad una domanda che ancora non è stata posta, poi si sporge in avanti e gli posa una mano sulla guancia


Hannibal s'irrigidisce:- cosa stai facendo?- domanda, ed il genuino sconcerto nella sua voce fa sorridere Will.


Sorride, inebriato dall'idea di non avere più legami, più confini, di non avere più obblighi verso l'FBI. Si sente travolto dal sollievo di non dover più fungere da esca ed aspettare che Jack strappi l'amo dalla gola di Hannibal. Per la prima volta, si sente libero di desiderare quello che vuole, di non imporsi di accantonare pensieri sconvenienti, troppo vicini alla follia.


Prima ancora di accorgersene si allunga, colmano il vuoto che separa le proprie labbra da quelle di Hannibal.


E' un bacio leggero, disorientato, che sa di cuoio e di vino rosso. Dura pochi secondi, poi Hannibal si ritrae.


- No – mormora, sottovoce, posandogli una mano sulla gola – o, meglio, perché adesso?-


Will può sentire il desiderio, nella sua voce, qualcosa che assomiglia in maniera devastante alla vulnerabilità.


- Non penso ci sarà mai un momento più perfetto di questo.- Will sorride e, di nuovo, le sue mani si muovono da sole. Le sue dita s'infilano fra i capelli di Hannibal, mentre posa il palmo sulla sua tempia.


Sente la sua presa farsi più ferrea, attorno alla propria gola, il conflitto tendere i suoi muscoli.


- Non ti fidi di me?- gli chiede, cercando di nascondere una vena di divertimento.


Hannibal chiude gli occhi per un qualche istante, deglutisce, li riapre:- non mi fido e basta.- risponde, mollando la presa.


- Mi hai chiesto di scegliere fra te e Jack.- mormora Will, posando la mano libera sul petto di Hannibal, fino a sentire il battito del suo cuore, sotto la camicia – e vorrei che rispettassi la mia scelta.-


E' la goccia che fa traboccare il vaso, e Will lo sa, l'ha premeditato. Un gemito di soddisfazione gli sfugge dalle labbra, quando Hannibal scatta, gli afferra la nuca e s'impossessa delle sue labbra. Lo bacia a lungo, possessivamente, e lo lascia andare solo quando entrambi sono senza fiato, boccheggianti.


-… Will – ansima -… Will.-


Will poggia la mano sulla sua guancia, accarezzandogli dolcemente le labbra col pollice.


Hannibal socchiude gli occhi e preme il viso contro il palmo di Will, come per imprimersi per sempre quel contatto nella memoria. Chissà, si domanda Will, oziosamente, magari sta stendendo il progetto per la prossima ala del suo palazzo mentale.


- Sembri confuso


Hannibal scuote la testa, ancora con le palpebre serrate, e Will sente uno sbuffo d'aria calda lambirgli le dita:- la confusione è un lusso che non posso permettermi. E' qualcosa che ho determinato di escludere per sempre dalla mia esistenza.-


Will posa la fronte su quella di Hannibal, strusciando il naso contro il suo:- ho scelto te.- ripete, in un roco sussurro – voglio che ce ne andiamo. Che dimentichiamo Jack, e Alana, e la prigione, e l'encefalite, e Abigail, ed i fiumi di sangue e di menzogne che ci hanno divisi. Voglio che ci lasciamo tutto questo alle spalle, voglio seguirti ovunque vorrai condurmi. Voglio che la vita che abbiamo costruito in queste settimane non finisca mai.- la sua voce è sempre più bassa, l'ultima frase è un mormorio a malapena udibile – questo è il mio disegno.-


Di nuovo, preme le labbra su quelle di Hannibal, e rabbrividisce, perché il suo respiro spezzato è il suono più dolce e disarmante che abbia mai udito.


- Oh Will – ansima lui, sulla sua bocca, prima di restituirgli il bacio, affondandogli una mano fra i capelli ed aggrappandosi con l'altra al suo fianco – non smetterai mai di sorprendermi, non è vero?-


Will abbassa lo sguardo e, per un attimo, si sente sopraffatto dal senso di colpa. Anche solo per aver pensato di sottomettersi al giogo dell'FBI. Si sente schiacciato dall'enormità della tragedia che ha sfiorato, dall'infame tradimento che è stato solo ad un passo dal perpetrare.


- Andiamocene stanotte – dice, urgentemente. Vuole solo mettere la massima distanza possibile fra loro e quell'ipotesi, quell'agghiacciante eventualità che è stata troppo, troppo vicina al diventare reale


- Aspetta – lo trattiene Hannibal. Gli cinge ancora la vita con le braccia, ma sembra aver recuperato il controllo di sé stesso, la maschera di fredda imperscrutabilità e di superiorità intellettuale. Ha gli occhi scuri, ma una scintilla continua ad ardere, seminascosta sotto le bronze.


- Cosa c'è?-


- Dimmi perché.-


Will inarca un sopracciglio:- perché?- domanda, incredulo, anche se sa benissimo che gli deve quella spiegazione, che quella è forse la prima richiesta veramente legittima che Hannibal Lecter gli abbia mai rivolto.


- Non mortificare la tua intelligenza, Will. Voglio sapere perché hai scelto di abbandonare Jack.-


- Non ho scelto di abbandonare lui - Will sospira, poi posa una mano sulla spalla di Hannibal, per stringersi al suo petto – ho scelto di non abbandonare te – lascia cadere la testa sul suo torace, respirando il suo profumo, ascoltando il flusso del suo respiro, meravigliandosi di come riesca a sembrare di nuovo regolare, e controllato, ingannevolmente calmo.


- Perché?-


Stavolta è il turno di Will di piegare le labbra in un sorriso e ribattere:- non mortificare la tua intelligenza, Hannibal.-


- Non te l'ho chiesto perché ignorassi la risposta, Will – lo rimprovera Hannibal, ma senza rancore, anzi, con un tono quasi dolce – te l'ho chiesto perché devi dirlo. A voce alta, senza che sia io a sussurrarti la risposta. Voglio che tu lo dica, e che lo dica con la tua voce, e non con la mia.-


- Pensavo ti piacesse. Pensare i miei pensieri.-


Hannibal gli posa una mano sulla gola e delicatamente gli solleva la testa, per guardarlo negli occhi:- mi piace che i tuoi pensieri siano nostri. Non solo tuoi, non solo miei.-


- Ma stavolta è diverso.- intuisce Will, e potrebbe affogare nelle sue iridi, e sarebbe una morte dolce come miele, una morte più splendida e gloriosa di qualunque paradiso – lo è, non è vero?-


Hannibal annuisce - Questa è una decisione che non posso prendere assieme a te.-


Si china su di lui, finché solo uno sbuffo d'aria separa le loro labbra. Will tentenna, mentre sente il cuore pulsargli direttamente nella gola, minacciare di sfondare le pareti della sua trachea per giacere per sempre sul pavimento della cucina di Hannibal. Sorride. Dio, sarebbe addirittura appropriato.


- Sembri confuso, Will.-


Will sorride. Come sempre, si inseguono. Persino le loro conversazioni sono una l'eco dell'altra.


- La confusione è un lusso che non posso concedermi.- mormora, e sente le labbra di Hannibal incurvarsi in un sorriso – non mentre sono qui, con te. Non mentre…- non sa come concludere la frase (e avrebbe senso farlo? Non ha appena statuito che le loro chiacchierate non sono altro che un serpente che si morde la coda?), ma è sicuro, dannatamente sicuro, di volerlo baciare di nuovo. Di voler passare il resto della sua esistenza in un loop, in una ripetizione infinita della loro ultima cena.


- Resta con me, Will. Temo che non potrei sopportare di perderti adesso.-


E, di nuovo, quell'accenno di debolezza, il pallido baluginare di un fianco scoperto, e il petto di Will va letteralmente a fuoco al pensiero di poter essere la causa di quell'emozione. E brucia così intensamente che Will a stento riesce a parlare:- non preoccuparti – ansima, prima di ghermire con le labbra la bocca di Hannibal – non t'azzardare a preoccuparti.-


Hannibal gli restituisce il bacio, ed è un bacio ardente, un bacio di denti e disperazione, un bacio che sa di sangue, e di vino, e di pura ed oscura eternità. Lo bacia fino a soffocarlo e anche se il debito d'ossigeno comincia a stringerli la gola, Will affonda le mani fra i suoi capelli e preme più forte le labbra sulle sue. Come se potesse vivere solo dell'energia e della gloria accecante di quell'attimo.


Poi Hannibal si ritrae, e gli posa le mani sulle guance, accarezzandogli gli zigomi con le lunghe dita – respira, Will.- gli mormora, dolcemente, e solo in quel momento Will si rende conto che ha la vista offuscata ed i polmoni affamati


- Se mai tenterai di nuovo di uccidermi – boccheggia, mentre Hannibal gli tempesta il viso di leggeri baci – sappi che è così che voglio morire.-


- Soffocato da un bacio?-


- Da un tuo bacio. Mi raccomando, prendi nota. Per il futuro.-


Hannibal non risponde, ma Will sente le sue mani che tremano. E' solo un istante, un riflesso incontrollato e incontrollabile, un fremito che gli scuote le dita, al suono della parola "futuro".


Perché Will ha scelto lui, ha scelto loro.


In un battito di ciglia, Will ha detto addio all'FBI. Ed è stato davvero, davvero facile, perché sull'altro piatto della bilancia c'era il loro futuro, una vita intera da trascorrere uno fra le braccia dell'altro.








- I Tre Campanelli della Giullaressa


Primo: di norma e regola, quando si comincia qualcosa bisognerebbe concentrarsi e finirla, non scrivere altre cose a random. Ma, ehy, sono appena tornata dalle vacanze, ho rivisto il finale della seconda stagione e boh, questa cosa è venuta fuori

Secondo: è davvero insopportabilmente melensa, ma non so voi, io a volte ne ho bisogno

Terzo:… perché, Will, perché?



   
 
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