« Stef! STEF! Corri! »
« Che c’è? Che diamine vuoi? »

Seduto tra mille giornali, tra mille riviste, a gambe incrociate.
Fissa l’altro con un’espressione indecifrabile in volto, e gli porge una rivista.

« Leggi qui. »
« Oh, andiamo, Bri, sto cucinando. »
« TACI e leggi. »

Prende la rivista dalle sue mani, e la apre dove c’è il segno.
In pochi secondi, spalanca gli occhi.

« Visto? »
« Ma come gli salta in mente?! »

Un titolo a tutta pagina, giallo e rosso – che colori orrendi, assieme.
Una coppia che nasce dal nulla.

« Io e… quello lì? »
« Ci sei uscito per davvero? »
« Era solo una cena tra colleghi! »

Foto leggermente sfocate campeggiano nella pagina.
I due, a cena assieme, che ridono e si scambiano occhiate complici.

« Io non lo stavo corteggiando. Altrimenti non te l’avrei detto. »
« E’ brutto. E magro. »
« E tu cosa sei? »

Un sorrisino si allarga pian piano, mentre apre altre riviste, tutte con lo stesso articolo.
L’altro sbuffa, e getta la rivista per terra.

« Torno in cucina. »
« Non ti sarai mica offeso? »

Si alza e lo segue, appoggiandosi al piano della cucina accanto a lui.
L’altro lo guarda di sfuggita, poi torna a pulire l’insalata.

« Allora? Ti sei offeso? »
« No. E’ solo che non capisco come possano pensare certe cose. »

Assume un dolce broncio da bambino, mentre getta l’insalata nel contenitore.
Sorride, il moro, e ridacchia divertito.

« Sai come ci hanno chiamati? »
« Come? »
« Mollamy. »

Scoppiano a ridere entrambi, ed il moro si accende una sigaretta, aspirando delicatamente.
L’altro posa il contenitore dell’insalata sul tavolo, poi si prende cura della pasta.

« Lo dice il nome stesso. »
« Cosa? »
« Mollamy. Lasciami. »

Ride ancora, il bassista, sfiorando con le labbra una guancia del moro.
Egli, dal canto suo, si siede a tavola ed accavalla le gambe, continuando a fumare.

« E’ decisamente più carino il nostro. »
« Molsdal. Fa tanto di straniero. »

Il moro sorride, e si mordicchia il labbro inferiore.
L’altro scola la pasta, la porta a tavola e gli poggia un piatto di fronte.

« Buon Appetito, Olsdal. »
« Buon Appetito, Molko. E da stasera non esci più con nessuno che non sia io. »

Ride di nuovo, il moro, e si appresta a mangiare.