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Autore: Virgo_no_Cinzia98    10/08/2016    0 recensioni
Post Hades e post Soul of Gold, Atena è riuscita a riportare in vita i Cavalieri d'Oro, ma la pace che regna sovrana al Grande Tempio viene ben presto spezzata: il Cavaliere di Artemide giunge al Santuario portando con sé la notizia di una guerra incombente. L'Oracolo di Apollo ha previsto un nuovo conflitto tra divinità, ma resta ancora un'incognita: chi sarà il nemico che Atena e i suoi Cavalieri saranno chiamati ad affrontare? Un altro dubbio però affligge i nostri paladini, l'ambigua Artemide è veramente dalla loro parte come ha dichiarato o cerca solo di sfruttare la loro alleanza? Sta ai nostri valorosi Saint stabilire di chi fidarsi e di chi dubitare. Quale divinità uscirà vincitrice di questo gioco degli Dei?
Genere: Avventura, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Aquarius Camus, Gemini Kanon, Gemini Saga, Nuovo Personaggio, Scorpion Milo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 10 – Una nuova armatura per Gemini
 
 
- Un attacco?-
- Oggi?-
- Quando?-
- Contro chi combatteremo?-
- Siamo sicuri?-
La notizia dell’imminente scontro aveva seminato un po’ di agitazione tra i Cavalieri d’Oro
“Così ci siamo” pensò Milo “Sta per iniziare”
- Uno per volta- calmò gli animi Saga
Se anche era a disagio nel nuovo ruolo di Grande Sacerdote, non lo dava a vedere. Stava seduto sul trono della Tredicesima Casa con fare regale, come se fosse nato per quello.
Le voci cessarono immediatamente. Aveva sempre avuto il potere di farsi ascoltare da tutti, Arles o no. Una dote veramente utile quando si ha a che fare con tante persone, o peggio, con dei bambini. Milo ridacchiò al pensiero di quante volte il Cavaliere dei Gemelli aveva sgridato lui e Aiolia quando erano piccoli.
Fu Shura a prendere la parola – Come ha fatto Artemide a saperlo?- chiese con voce grave
- Ha ricevuto un messaggio da suo fratello Apollo stamani al sorgere del sole- spiegò Daphne
- Quando sarà di preciso quest’attacco?- si informò Dohko
- Entro stanotte. Zeus invierà un contingente per farsi un’idea del nemico che dovrà affrontare, è però sicuro di avere dalla sua parte il fattore sorpresa-
- Una prova generale in miniatura, sperando di trovarci impreparati- riassunse Milo
- Artemide cosa intende fare? Smascherarsi o restare nell’ombra?- intervenne Kanon andando dritto al punto come suo solito. Al gemello minore non piacevano i giri di parole.
- La mia Dea interverrà solo in caso di estrema necessità-
- Parla tanto, ma non ha voglia di alzare le chiappe, via- intervenne Deathmask
A giudicare dal modo in cui digrignava i denti, Daphne stava per rispondergli per le rime, ma la voce glaciale di Camus lo impedì - Se Artemide vuole rimanere neutrale agli occhi di Zeus, non può rischiare di farsi scoprire scendendo in campo. Il suo cosmo sarebbe avvertito sicuramente dal Signore del Cielo. Senza contare che sarebbe del tutto inutile, considerando che non combatteremo contro le intere forze di Zeus, bensì contro una singola parte-
- E tu?- domandò allora Mu rivolgendosi a Daphne – Combatterai o no?-
- Sarò sul campo di battaglia-
- Ma non c’è il rischio che qualcuno dei nemici ti riconosca come Cavaliere di Artemide?- prese parola Aiolia
La ragazza ghignò – Nessuno sarà in grado di raccontarlo-
Milo notò le labbra di Saga incurvarsi in un sorrisetto compiaciuto dall’aria leggermente inquietante.
“Speriamo che Atena torni presto dalla sua visita mattutina ai Bronze Saint” pensò lo Scorpione “Non vorrei che quel trono risvegliasse la parte occhietti-rossi-potrei-uccidere-qualcuno di Gemini”
- Sì, in effetti dovrei ristrutturare un po’ il  salotto. Se ti avanza qualche testa potr…- iniziò il Cavaliere del Cancro, ma fu fermato da un pugno in testa di Aphrodite
- Indecente- lo brontolò
Deathmask si massaggiò il capo borbottando in siciliano.
Saga si rivolse a Daphne – È tutto?-
- Sì- rispose lei -Cosa intendete fare?-
- Dobbiamo riferire tutto ad Atena e poi decidere una strategia da…-
- Non potete deciderla voi la strategia? Insomma, sarete voi a combattere mica lei- lo interruppe la ragazza
- Effettivamente- concordò Milo a bassa voce
Camus lo sentì e lo trucidò con lo sguardo, poi rispose alla sorella - Atena deve essere informata dell’attacco prima che procediamo a discutere su come agire-
Saga annuì in segno di approvazione
In quel momento le doppie porte della Tredicesima Casa si aprirono e Saori fece il suo ingresso nella sala - Perdonate il ritardo, Cavalieri. Vi prego di aggiornarmi sulle novità-
Lanciò una rapida occhiata a Daphne, poi si diresse a passo deciso verso la tenda che drappeggiava il fondo della sala.
- Seguitemi- disse ai Gold Saint
- E io cosa faccio? Vi aspetto qui?- chiese indignata Daphne
- Il Chrysos Synagein non è aperto a tutti- spiegò Atena
- Ma…-
Saga si schiarì la voce attirando l’attenzione di Daphne. Vi fu un rapido scambio di sguardi, poi la ragazza sbuffò - Come volete, Divina Atena- disse scocciata, marcando attentamente l’appellativo che generalmente riservava solo alla sua Dea
- Bene- commentò Saori
Pochi minuti dopo erano tutti riuniti nella Sala d’Oro e avevano aggiornato Atena quanto all’attacco previsto - Visto che Zeus non manderà un grosso contingente non vedo la necessità che voi combattiate in prima linea-
Milo fu tentato di sturarsi le orecchie per assicurarsi di aver capito bene
- Chi dovrebbe combattere allora?- chiese Kanon tamburellando con le dita sul bracciolo del trono della Terza Casa
- I miei valorosi Cavalieri di Bronzo e i Silver Saint rimasti saranno pienamente in grado di sconfiggere questa minaccia- disse Saori come se fosse la cosa più naturale di questo mondo
“I suoi valorosi Cavalieri di Bronzo… e noi che siamo? Nanetti da giardino?” pensò Milo
- Silver Saint rimasti? Quanti sono a parte Marin?- chiese Aiolia
- Preoccupato per la tua bella?- chiese Deathmask, non troppo sconvolto dall’idea di Atena di lasciar da parte l’artiglieria dorata
Aiolia si agitò un po’ sullo scranno.
- Ma Atena- intervenne Aiolos – Noi Cavalieri d’Oro abbiamo il dovere di proteggervi e difendere il Santuario! Non possiamo rimanere da parte e far combattere i Cavalieri di Bronzo!-
- Voi presiederete le vostre Case. Nel caso in cui qualche nemico riesca a oltrepassare i Cavalieri di Bronzo e d’Argento, voi li fermerete- spiegò Atena – Io sarò alla Tredicesima Casa. Se voi adempierete il vostro dovere, nessuno sarà in grado di raggiungermi-
- Atena, lasciate che…- intervenne Saga
- No. Voi avete già fatto abbastanza. Inoltre non sarà necessario il vostro intervento per vincere questa battaglia-
- Adesso mi ascoltate- continuò il Cavaliere dei Gemelli con un tono che non ammetteva repliche
Saori aggrottò le sopracciglia. Probabilmente non era abituata ad ascoltare quello che altri le dicevano, ma Saga sembrava intenzionato a farglielo imparare - In qualità di Grande Sacerdote ho il dovere di consigliarvi- iniziò
- Sì, lo so. Ma ribadisco che…- lo interruppe lei
Mai. Mai interrompere Saga di Gemini.
- E voi avete il dovere di darmi ascolto- disse fulminandola con lo sguardo – Se mi avete nominato Grande Sacerdote vuol dire che vi fidate di me, quindi terrete conto di ciò che ho da dirvi-
Atena sospirò, ma non disse niente. A Milo sembrò una bambina che era stata appena sgridata. In effetti, considerando la differenza di età fra i due, Saga sarebbe potuto quasi essere suo padre.
- Il nostro piano è quello di dare una massiccia prova di forza, al fine di convincere Zeus di necessitare dell’aiuto di Artemide per sconfiggerci. Per battere agilmente i nemici che ci troveremo ad affrontare oggi stesso è quindi necessario che noi Cavalieri d’Oro entriamo in azione. Non possiamo lasciare tutto nelle mani dei Bronze e dei Silver Saint rimasti- illustrò il Grande Sacerdote
- Ti ringrazio per il tuo consiglio, ma continuo a credere che non sia l’idea migliore. Se i guerrieri di Zeus venissero sconfitti senza il vostro intervento, darò prova di essere capace di fronteggiare un attacco senza l’impiego dei miei migliori guerrieri- ribatté Atena
Kanon scosse la testa – Questo è il miglior modo per perdere una guerra-
Milo ridacchiò. Il gemello minore aveva dato voce ai suoi pensieri.
Fu il turno di Aldebaran di esprimere la sua opinione – Non possiamo rischiare di perdere dei Cavalieri in un confronto che si prospetta abbastanza semplice, se confrontato con gli ultimi a cui abbiamo preso parte. I Silver Saint rimasti sono pochissimi, Marin, Shaina e chi altro? Per non parlare del fatto che i Cavalieri di Bronzo sono sì valorosi, ma sono anche dei ragazzini-
- Già- convenne Dohko – Ragazzini reduci da un numero non esiguo di battaglie-
- Il loro coraggio è ammirevole- intervenne Aiolia - Ma sono sfiniti-
- Sì- nessuno si sarebbe aspettato l’intervento di Camus sull’argomento – Ho avuto modo di constatare come il cosmo del mio allievo sia flebile. Quasi consumato-
Si fermò di colpo, come se avesse paura di dire troppo. O meglio, gli altri pensarono che Camus avesse terminato di dare voce ai suoi pensieri, ma Milo sapeva che c’era qualcos’altro che il francese avrebbe voluto dire. Gli venne in aiuto - I Cavalieri di Bronzo hanno bisogno di un periodo di tregua. Non possono andare avanti a questo ritmo serrato, finirebbero per spezzarsi. E nessuno di noi lo vuole. Apprezziamo ciò che hanno fatto finora, ma non possiamo permettere che venga loro affidato il compito di difendere il Santuario mentre noi aspettiamo che un nemico attraversi la soglia della Casa che presidiamo. Per una volta che non sembra necessario ricorrere a tutte le risorse a vostra disposizione, Atena, vi pregherei di lasciare da parte quei ragazzi, dando così loro la possibilità di recuperare e rimettersi in forze-
Dopo il discorso di Milo diversi Cavalieri annuirono in approvazione. Lo Scorpione incrociò lo sguardo di Camus e accennò un sorriso, cercando di non dare troppo nell’occhio.
- Infatti – intervenne Aiolos – Scenderemo in campo e lasceremo a quei ragazzi un po’ di riposo. Se lo meritano. Non credete anche voi, Atena?-
Di fronte all’unanimità dei Gold Saint, Atena non poté fare altro se non acconsentire alle loro richieste.
- Se pensate che questa sia la soluzione migliore, mi fido del vostro giudizio, miei Cavalieri. Seiya e i suoi compagni saranno qui con me alla Tredicesima Casa per difendermi in caso di necessità. Voi invece vi occuperete del nemico in prima linea. Lascio a voi decidere la strategia che ritenete più opportuna-
Saori si alzò, imitata dagli altri presenti, e si apprestò a lasciare la Sala d’Oro. Poco prima di raggiungere l’uscita però, si voltò - Saga, in qualità di mio Grande Sacerdote, ti incarico di intercedere in mia vece presso Artemide riguardo la questione dell’armatura di tuo fratello. Credo che lei possa recarsi più in fretta di me da Efesto-
Lui annuì – Lo farò, mia Signora-
Atena si voltò e uscì dalla stanza in un fruscio di seta.
- Quindi…- prese parola Aphrodite – riguardo la strategia da usare in battaglia?-
Kanon alzò le spalle – Vedi un nemico, gli vai addosso, lo accoppi. Poi passi a quello dopo-
- Mi piace- concordò Milo
- Meglio sarebbe farne fuori più di uno alla volta, ma non posso pretendere troppo da alcuni- continuò il gemello minore con un ghigno
Deathmask si sentì punto sull’orgoglio – Devo ricordarti che al momento sei privo di armatura?-
- A questo stiamo per porre rimedio- tagliò corto Saga – Andiamo, Kanon-
- Aspettate- intervenne Shura – E se doveste recarvi da Efesto di persona e non foste di ritorno per l’attacco?-
Saga si voltò – Mu ha poteri telepatici, nel caso in cui l’attacco iniziasse prima del nostro ritorno ci avvertirà e noi arriveremo qui immediatamente, con o senza armatura. Aiolos, lascio il Santuario nelle tue mani-
l Cavaliere dell’Ariete e del Sagittario annuirono in segno di accettazione dei compiti mentre i gemelli lasciavano la stanza a grandi falcate
- Mu, spero per te che siano già tornati quando Zeus invierà i suoi soldati. Non ti invidierei affatto a dover comunicare mentalmente con quei due- borbottò Aiolia
- Aiolia!- lo rimproverò il fratello
- Che c’è? Entrambi hanno qualche rotella fuori posto, è di dominio pubblico-
Aiolos non sembrava aver voglia di lasciar cadere la questione, ma il buonsenso ebbe la meglio
- Dobbiamo prepararci per la battaglia- disse il Cavaliere del Sagittario – Meglio farci trovare pronti-
***
 
I gemelli riferirono a Daphne la loro intenzione di rivolgersi ad Efesto per un’armatura supplementare per Kanon
- Giusto! La tua armatura. Andiamo da Artemide a sentire cosa ci consiglia di fare per contattare Efesto-
- Dov’è Artemide ora?- chiese Saga
- Fuori dal Santuario, le piace stare in mezzo alla natura. Seguitemi- rispose la ragazza iniziando la discesa delle Dodici Case - Di cosa avete parlato di bello al Cristo Sinagoga… No, non era così, vabbè- indagò curiosa Daphne
- Chrysos Synagein- la corresse Saga – Niente di particolare. Atena voleva lasciarci nelle retrovie e far combattere i Cavalieri di Bronzo e d’Argento, ma siamo riusciti a farla ragionare-
La francese si fermò e si voltò sollevando un sopracciglio
- No. Non stiamo scherzando- l’anticipò Kanon
Lei sollevò le mani e ricominciò la discesa.
Finalmente raggiunsero Artemide. La Dea era seduta sul ramo più basso di un pino, gli occhi persi a scrutare l’orizzonte. Daphne s’inginocchiò e richiamò la sua attenzione - Mia Signora, abbiamo bisogno del vostro aiuto-
Artemide scese dall’albero con agilità – Ditemi-
Saga si fece avanti e s’inchinò – A nome di Atena, vi chiedo di dirci come trovare Efesto-
- Efesto? Per quale motivo avete bisogno di lui?-
- Abbiamo bisogno di un’armatura e solo il Dio fabbro sarà capace di forgiarne una capace di eguagliare quelle d’oro- spiegò il Grande Sacerdote
Artemide si lisciò un sopracciglio – Efesto mi deve un favore. Potrete richiedere quest’armatura come saldo del suo debito con me. Le sue fucine si trovano nelle profondità del vulcano Etna, il vostro cosmo vi permetterà di individuarle nonostante siano un luogo generalmente precluso ai mortali. Vi consiglio di partire subito, potrebbe aver bisogno di un po’ di tempo per forgiare l’armatura-
Daphne annuì – Rivendicheremo il favore che Efesto vi deve e saremo di ritorno con l’armatura prima dell’inizio del conflitto-
- Molto bene- commentò la Dea prima di tornare sul solito ramo a scrutare l’orizzonte
La ragazza si rivolse ai gemelli - Mmh… Voi sapete teletrasportarvi? Perché io posso farlo solo di notte-
- Solo di notte? Figo!- commentò Kanon – E perché?-
- Artemide mi ha insegnato a viaggiare sfruttando l’oscurità. Saltare di ombra in ombra di notte è un metodo molto rapido per spostarsi-
- Sfruttare un’altra dimensione è ancora più efficace- intervenne Saga
Lei inarcò un sopracciglio – Usi l’Another Dimension come teletrasporto?-
Il gemello maggiore alzò le spalle – Meno faticoso di correre alla velocità della luce-
Si voltò e lanciò il suo colpo aprendo uno squarcio nello spazio-tempo - Dopo di voi-
- Come sei cavalleresco oggi, fratello- disse Kanon prima di entrare nel varco
Daphne lo seguì con qualche dubbio, non le era mai piaciuto quel colpo, la innervosiva non poco.
I suoi dubbi furono però infondati. Daphne non si accorse nemmeno dello spostamento: un attimo prima era in Grecia, un battito di ciglia più tardi inspirava fuliggine. Erano sbucati sull’entrata delle fucine del Dio.
- Saga, la prossima volta facci bussare almeno. Dov’è finita la tua educazione?- lo rimproverò Kanon
Un uomo massiccio con indosso una tuta e un grembiule da lavoro completamente ricoperti di fuliggine stava martellando qualcosa sul piano da lavoro dando loro le spalle. Il fuoco del forno emanava un calore potentissimo, prevedibile, considerando la collocazione delle fucine.
“Menomale che Camus non è qui” pensò Daphne
La ragazza tentò di annunciare la propria presenza schiarendosi la voce, ma il rumore del martello la sovrastò.
Saga si fece avanti – Divino Efesto-
La sua voce profonda riuscì a richiamare l’attenzione del Dio. Lui si voltò e Daphne fu costretta a trattenere un conato di vomito. I miti avevano ragione a definirlo brutto, dato che lo era veramente. La barba era un cespuglio incolto con pezzetti di lava incrostati, il naso enorme dava una vaga aria da facocero mentre le sopracciglia folte erano praticamente unite in un unico blocco. Qualche vecchia bruciatura cospargeva il collo e la fronte, quest’ultima in parte coperta dai capelli impiastricciati di cenere e unto.
- E voi chi siete?- chiese con voce roca
- Io sono Saga dei Gemelli, Grande Sacerdote della Dea Atena e questi è mio fratello, Kanon di Gemini-
Daphne si riprese e si presentò a sua volta
Il Dio sembrò confuso – Che volete da me?- chiese burbero – Io non intendo schierarmi da nessuna parte in questa guerra-
- Non siamo venuti qui per questo- intervenne Kanon – Abbiamo bisogno di un’armatura e ci siamo rivolti al miglior fabbro dell’Olimpo-
- Chi sarebbe?-
- Voi, divino Efesto-
- Mmh- Efesto sembrò compiaciuto dalla risposta
“Affabulatore lingualunga che non sei altro, Kanon” pensò Daphne. Poi si ricordò di quello che le aveva detto Artemide riguardo quel favore che il Dio le doveva, allora prese la parola.
- Divino Efesto, Artemide chiede che forgiate quest’armatura per il Cavaliere d’Atena per saldare il debito che avete con lei-
Efesto tentò di levare un po’ di sporco dalle mani con un cencio, invano – Oh, Sacro Stige! Se le lega tutte al dito-
Sospirò e rinunciò a pulire le mani – Okay, forgerò quest’armatura. Ditemi, avete un modello da imitare?-
- Sì- risposero in coro i gemelli. Saga si svestì del Cloth e lo lasciò ricomporsi in totem davanti al Dio fabbro.
- Oh!- esclamò ammirato il Dio – Queste armature d’oro sono veramente sublimi, nonostante non sia stato io a forgiarle. Beh, non posso farne una copia di eguale potere poiché, come saprete, le dodici armature d’oro appartenenti alle costellazioni situate sull’eclittica racchiudono la luce del sole. Nessuna può essere duplicata però…-
Iniziò a girare per la fucina rovistando un po’ ovunque alla ricerca di solo-lui-sapeva-cosa. All’improvviso si voltò verso i gemelli - Voi due appartenete entrambi alla costellazione di Gemini e l’armatura vi riconosce entrambi come suoi proprietari?-
- Sì- rispose Kanon cercando invano di capire cosa stesse cercando il Dio
- Quindi ognuno di voi potrebbe teoricamente indossare solo una metà dell’armatura?- chiese ricominciando a vagare per la fucina
- Questo non lo sapp…- iniziò Saga
- Sì, certo che potete. La sua lealtà è scissa tra voi due… quindi, vediamo… Forgerò un’armatura complementare a questa, in modo che ognuno di voi indossi una parte di quella d’oro e una parte di… Quale materiale potrei usare?-
Si bloccò di colpo e puntò nuovamente lo sguardo sui gemelli – Chi di voi due non è stato il “primo” proprietario?-
- Io- disse Kanon
- E come ti sentivi quando tuo fratello indossava l’armatura e tu no?-
- Io…- lanciò un’occhiata di sfuggita a Saga, poi abbassò lo sguardo – Io ero la sua ombra-
Efesto sembrò illuminarsi – Ma certo! Questa armatura sarà l’ombra della compagna dorata. Nessuno di voi due indosserà tutta l’armatura dorata o tutta quell’altra, no… Voi sarete al tempo stesso luce e ombra di voi stessi-
Corse dalla parte opposta della fucina e si mise al lavoro.
Daphne si avvicinò a Saga – Ma che gli è preso?-
Lui scosse la testa, poi sussurrò – Credo che abbia trovato l’ispirazione-
Efesto lavorava velocissimo e pieno di entusiasmo – Sarà una delle mie migliori creazioni. Cioè, ne ho già tante… Ma anche questa non sarà da meno-
Grazie ai suoi poteri divini, il lavoro fu terminato in breve tempo. Il Dio mostrò la sua creazione ai Cavalieri con aria immensamente soddisfatta. Il totem era identico a quello del Cloth di Gemini, ma il colore era molto più scuro, un nero cupo. L’armatura sembrava però inconsistente, come un’ombra.
“Speriamo che pari i colpi in battaglia” pensò Daphne un po’ dubbiosa
Saga e Kanon si avvicinarono all’armatura appena forgiata con aria quasi venerante.
- Emana la stessa aura di potenza- commentò il Grande Sacerdote incredulo – Com’è possibile?-
- Ogni oggetto ha un’ombra. Io non ho fatto altro che plasmare quella del Cloth di Gemini. La forza che emana questa armatura è pari a quella del Cloth originario perché È quella del Cloth originario- spiegò il Dio, poi si voltò verso Kanon – Tu eri l’ombra di tuo fratello, ma eri potente egualmente. Quest’armatura è l’ombra di quella d’oro, ma ha la stessa forza-
I gemelli avevano la stessa espressione di due bambini che scartano i regali di Natale
- È magnifica, divino Efesto- commentò Kanon
- Sì, insomma… Sono il Dio fabbro, tutte le mie creazioni lo sono. Comunque ora andate. Non vorrei che si credesse che mi sono schierato con Atena
Efesto puntò il dito contro Daphne – Tu ricorda ad Artemide che adesso ho ripagato il favore che le dovevo-
Lei accennò un inchino – Lo farò-
- Oh e voi due, vedete di far fare bella figura alla mia creazione. Intesi?-
I gemelli sogghignarono – Sarà fatto-
- Bene, adesso sparite. Tanto ho l’impressione che ci incontreremo di nuovo abbastanza presto- li congedò Efesto
Daphne fu tentata di chiedere al dio cosa intendesse, ma vide Saga voltarsi e lanciare l’Another Dimension – Mu mi ha appena contattato- spiegò – Muoviamoci-
***
 
Come Saga gli aveva ordinato, Aiolos aveva preso in mano la situazione per organizzare la difesa del Santuario.
- Visto che a combattere saremo noi tredici Cavalieri d’Oro più il Cavaliere di Artemide, propongo di dividerci in quattro gruppi per difendere il perimetro del Grande Tempio a Nord, Est, Sud e Ovest. Così facendo avremo una difesa più capillare che impedirà a chiunque di oltrepassare la nostra linea e avvicinarsi alle Case. Obiezioni?-
Nessuno parlò
- Bene, allora inizierei a…-
“L’effetto sorpresa, Zeus  è sicuro di aver dalla sua parte l’effetto sorpresa” si ricordò Camus “Non possiamo lasciarci sfuggire questa cosa”
- …dividerci in gruppi di tre o quattro Cavalieri e stabilire quale lato del Santuario difenderà ciascun gruppo- terminò Aiolos
- Ricordiamoci che Zeus è convinto di coglierci di sorpresa con quest’attacco- intervenne Camus
Una serie di mormorii percorse la sala
- E allora cosa dovremmo fare? Non organizzarci?- chiese confuso Aldebaran
- Certo che dobbiamo organizzarci, ma non dobbiamo farci trovare pronti ad aspettare il nemico visto che, teoricamente, non dovremmo essere a conoscenza di quest’attacco- rispose il francese
- Mmh, non credo che farsi trovare in quattordici a pattugliare il perimetro sia auspicabile quindi- prese parola Dohko
- Avete ragione- commentò Aiolos – Uno solo di noi starà fuori ad aspettare l’arrivo del nemico. Appena ciò accadrà, darà l’allarme. Allora scenderemo in campo tutti quanti e ci divideremo sui vari fronti-
- Giusto- concordò Milo – Quindi ci serve la vittima sacrificale-
- Io no- disse Deathmask
- Non ne avevamo dubbi- borbottò Aphrodite – Se mettiamo in palio una botte di vino ci stai però, eh?-
- Ne potremmo discutere- replicò l’italiano
- Darò io l’allarme- si propose Aiolia
- Ehi! Ma volevo offrirmi io!- si lamentò Milo
“No!” Il cuore di Camus saltò un battito. Il pensiero di usare Milo come “esca” non gli piaceva per niente. “Stupido” si rimproverò una volta ritrovata la calma “Non è niente di pericoloso! Milo non rischierebbe nulla… stupido cuore innamorato”
Anche Shura e Aldebaran si offrirono per l’incarico
- Prima dividiamoci e assegniamo a ogni gruppo un lato del Santuario, poi sceglieremo chi si farà trovare dal nemico apparentemente impreparato- calmò le acque Aiolos
Milo e Aiolia misero il broncio – E va bene- mugugnarono
- Però- continuò il Leone – Non provare ad affibbiarmi i gemelli, specialmente Saga-
- Aiolia si può sapere cosa ti hanno fatto?-
Il fratello più piccolo sembrò sprofondare nel trono della Quinta Casa – Ti hanno ucciso. Le loro menti malvagie hanno partorito quell’idea. Non è stato Shura, né nessun altro. Loro due-
Aiolos sospirò – Vedi di passare oltre questa cosa. Siamo in guerra, non possiamo permetterci alcun tipo di astio tra di noi. Siamo compagni di battaglia adesso e qualsiasi cosa sia successa in passato non importa. Comunque, se proprio ritrovarti a combattere al loro fianco ti dà fastidio, Saga, Kanon e io formeremo una squadra. Difenderemo il lato Sud, quello dell’entrata della Prima Casa-
Aiolia sgranò gli occhi – Ma fratello…-
- Niente ma, Aiolia. Tu combatterai con Milo e Camus-
Guardò verso Camus in cerca di approvazione. Il francese annuì – Ci occuperemo del versante Nord, nel caso decidessero di prendere d’assalto il Santuario dal retro-
“Speriamo solo che quei due non si mettano a bisticciare” si augurò Camus
- Bene. Mu, Aldebaran e Dohko, voi prenderete il lato Est. Shaka, Shura, Aphrodite e Deathmask, voi l’Ovest- terminò il Sagittario
- No dai, col santone no- piagnucolò Cancer
Aphrodite lo guardò male, probabilmente gli avrebbe anche tirato una botta in testa se lo scranno della Dodicesima Casa fosse stato più vicino a quello della Quarta – Piantala di fare il cretino per una buona volta-
“Almeno Milo riesce un po’ a controllarsi durante le riunioni che trattano argomenti seri” si rallegrò Camus “Se facesse i suoi soliti commenti provocanti anche in mezzo a tutti gli altri Gold sarei costretto a congelarlo”
Il filo dei suoi pensieri fu interrotto dalla voce di Shaka
- La tua mancanza di serietà ci porta a domandarci se tieni davvero a veder vincere Atena in questa guerra - disse il custode della Sesta Casa -Non turbarti però, Cancer, sarò in grado di riportarti sulla retta via nel caso in cui tu rischi di cedere alle vecchie abitudini nel corso dello scontro. Ormai ho imparato cosa vuol dire misericordia-
Deathmask si alzò in piedi – Mi prendi in giro?-
- Temo che le mie parole abbiano velato il messaggio che volevo trasmetterti. Ti prego di calmarti, Cancer, non era mia intenzione offenderti-
- Mmh- l’italiano non sembrò convinto, ma di fronte a Shaka, meglio non sollevare questioni. Shura gli fece cennò di tornare seduto e Deathmask si lasciò scivolare di peso sul seggio della Casa del Cancro
- E Daphne?- chiese Milo – Con chi combatterà?-
Aiolos si passò una mano tra i riccioli castani – Sceglierà lei. Vado a cercarla per riferirle il nostro piano-
- Ehi!- lo fermò Aiolia prima che potesse muovere un passo – Quindi chi darà l’allarme?-
Il Cavaliere del Sagittario sospirò. Chiunque avrebbe già perso la pazienza, ma non Aiolos. Riusciva a mantenere la calma all’infinito, una dote innata - Camus, posso fidarmi di te, vero?-
Il francese annuì – I nostri nemici non faranno in tempo a comparire all’orizzonte che sarete già avvisati-
Aiolos sembrò soddisfatto – Bene. È tutto allora- disse prima di lasciare la Sala d’Oro per raggiungere il Cavaliere d’Artemide
Anche Camus si alzò e uscì dalla stanza per recarsi ad adempiere il compito affidatogli. Mentre camminava per raggiungere i confini del Santuario inspirò un po’ d’aria fresca e si lasciò scompigliare i capelli dal vento godendosi quei brevi momenti di pace prima della battaglia.
“Milo in ansia tra trois, deux… un”
- Cam!-
“Come volevasi dimostrare”
Continuò ad avanzare con il suo solito passo cadenzato mentre Milo lo affiancava
- Perché gli hai detto di sì?- chiese trafelato
- Milo non essere stupido-
- Ma volevo farlo io. Uffa. Ti va di fare a cambio?-
- Ma che dici?- sbuffò il rosso – Si può sapere perché ci tieni così tanto a dare l’allarme?-
Lui sollevò le spalle e allargò le braccia – Volevo essere il primo in assoluto ad avvistare il nemico. In quanto custode dell’Ottava Casa questo non è generalmente possibile-
- Ti rendi conto che quello che dici non ha un minimo di senso?-
- Certo!-
Camus non poté trattenere un sorriso. Non era possibile. Milo riusciva sempre ad averla vinta, in qualche modo.
- Ah! Ti ho visto! Quello era un sorriso- disse il greco tutto contento
L’Acquario tornò serio – Assolutamente no- ribatté mentre scendeva i gradini della Prima Casa
Milo ridacchiò – Sì, se quello non era un sorriso tu non eri vergine la prima volta che l’abbiamo fatto-
Camus diventò color porpora. Il biondo gli passò accanto con aria innocente – Resto a farti compagnia?-
Il francese ritrovò l’autocontrollo e sollevò il mento in un gesto di stizza – Devo perlustrare i confini da solo. Va’ a prepararti per la battaglia-
Milo scrollò le spalle - Okay, va bene-
Fece per voltarsi, ma all’ultimo secondo si fermò e agguantò Camus per un braccio - Voglio divertirmi un po’ con quei tirapiedi di Zeus, quindi vedi di dare l’allarme immediatamente appena ne vedi uno, occhio di falco-
- Come sei ansioso, dovresti calmarti un po’, sai? In battaglia è meglio essere tranquilli-
- Mmh, punti di vista- borbottò il biondo
- Non sono punti di vista, devi capire che quando combatti dovrest…-
- Tu parli troppo invece- lo fermò Milo
Camus ebbe appena il tempo di guardarlo negli occhi prima che lo Scorpione catturasse le sue labbra in un bacio focoso. Il pensiero che lì chiunque avrebbe potuto vederli attraversò la mente del francese come un fulmine a ciel sereno, ma il suo cervello aveva staccato la spina. Con Milo intorno andava sempre così, i neuroni di Camus scioperavano e lui si ritrovava a naufragare nel mare delle sue emozioni tanto celate.
Quando il contatto terminò le sinapsi del signore delle energie fredde tornarono a funzionare - Milo! Cosa fai? Chiunque potrebbe averci visto!-
- Sì, vabbé…-  gli fece l’occhiolino – Buon lavoro-
Camus respirò a fondo “Meglio iniziare a pattugliare la zona, prima che mi venga la voglia di trasformarlo in un ghiacciolo”
Mentre solcava il terreno con passi lenti e misurati, un ricordo di quella mattina riaffiorò nella sua mente: il sogno di Milo. Quando era andato a svegliarlo Milo gli aveva detto che “si stavano sposando”. Il pensiero lo fece sorridere. Si immaginò davanti all’altare mentre il suo Milo gli metteva la fede al dito.
“Certe volte vorrei essere una persona normale e avere una vita come tante” Non credeva che l’avrebbe mai pensato, ma da quando Milo era entrato nella sua vita… era cambiato. Avrebbe voluto avere una casa, una famiglia, una vita normalissima da dividere quotidianamente con il suo amore. Ma questo non era quello che il destino aveva scelto per lui. Lui era un Cavaliere di Atena, non esisteva casa né famiglia per un Saint della Dea della Giustizia, solo il dovere. Niente però gli poteva impedire di fantasticare su come sarebbe stata la sua vita con Milo dopo un eventuale matrimonio. Si immaginò il biondo alle prese con la lavatrice e fu costretto a trattenere una risata. Non ce lo vedeva assolutamente. Pensò a come sarebbe stato bello andare insieme a cena in un ristorante, vedere un film al cinema o passeggiare per i mercatini di Natale tenendosi per mano. Ad un certo punto iniziò a vedere appannato, non si era accorto che gli occhi si stavano riempiendo di lacrime.
“Stupido” si rimproverò “Tu sei un Cavaliere. Quello che sogni non potrà mai avvenire”
Sbatté le ciglia per cancellare quella traccia di debolezza che un Gold Saint non si poteva permettere.
I suoi ragionamenti furono però bruscamente interrotti dalla percezione di cosmi ostili.
“Arrivano”
 
Nota dell’autrice: perdonate l’attesa ma ero in lutto per la morte del mio personaggio preferito nella serie tv di Robin Hood T_T  
 
   
 
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