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Autore: SofyTrancy    11/08/2016    0 recensioni
Ciao a tutti!
Questa è una FF AU sul mondo di Bravely Default, raccontata alternamente dai quattro personaggi principali!
In questa storia troverete tutti i personaggi appartententi al gioco... in vesti molto diverse dalle loro!
Curiosi? Allora iniziate a leggere!
(ATTENZIONE: Possibili SPOILER per chi non ha finito COMPLETAMENTE il gioco.)
(Coppie principali: Ringabel/Edea e Tiz/Agnés)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Agnés Oblige, Edea, Ringabel, Tiz, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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~ Ringabel ~

Quando sei l'unica persona normale in mezzo ad un gruppo di soli idioti
 

Osservai la castana uscire dalla porta, chiudendosela alle spalle.

«Peccato che Agnès non possa restare...» sussurrò Tiz, passandosi una mano tra i capelli.

«A dire il vero mi pareva molto giù di morale...» fece notare Edea, continuando a fissare il punto da cui era uscita la ragazza.

«Già... chissà perché...» annuì il ragazzo, posando lo sguardo sulla bionda.

«E' colpa vostra idioti.» dissi, colpendoli sulla nuca.

«Ahia!» protestarono i due, posando i loro sguardi su di me.

«Si può sapere cosa abbiamo fatto?!» mi gridò Edea, massaggiandosi il punto colpito.

«Sembravate terribilmente affiatati. Ci mancava poco che vi mettevate a sbaciucchiarvi a tavola.» mi sedetti sulla poltrona, accendendo la TV, ignorando le urla di disapprovazione che la bionda mi lanciava.

«Agnès si è ingelosita?»

Non appena Tiz pronunciò quelle parole il silenzio calò nella

a stanza.

Mi voltai verso di lui, posando lo sguardo sugli occhi color nocciola che brillavano per la sola speranza che la castana si fosse minimamente interessata a come si era comportato.

Sbuffai.

«Ovvio,– risposi, quasi sospirando –Agnès si è ingelosita e non poco.»

Il viso del ragazzo si illuminò, mostrando tutta la sua felicità manco fosse un libro aperto.

«Io non sarei così contento,– si intromise Edea, ridacchiando –adesso è arrabbiata con te.»

Il cambiamento nell'espressione di Tiz fu così repentino che passò da trasudare gioia da tutti pori a osservare depresso il pavimento nel tempo di un battito di ciglia, mentre un solo e silenzioso “Ah...” usciva dalle sue labbra.

«Se per questo, sarà arrabbiata anche con te Edea.» girai il coltello nella piega io, trattenendo le risate quando anche la bionda cadde in uno stato di depressione.

Tornai a guardare la TV, rifacendomi gli occhi su tutte le meravigliose ragazze in costume da bagno che sfilavano davanti ai miei occhi.

«Forse dovrei chiamarla?» sussurrò Tiz alle mie spalle.

«Per dirle cosa?– gli rispose la bionda e anche se non la stavo guardando ero quasi convinto che si stesse passando una mano sul volto (perché me la stavo immaginando mentre compiva quel gesto da niente se di fronte avevo venti ragazze in bikini?!) –Se gli dici che ti dispiace di averla fatta ingelosire la farai arrabbiare ancora di più... a proposito,– la voce della ragazza cambiò, facendosi più interessata –cosa è successo tra voi ieri sera? Agnès non mi ha voluto raccontare nulla, ma la collana che le hai dato è alquanto vistosa.»

Abbassai immediatamente il volume della televisione, voltandomi di scatto verso Tiz.

«E-ecco...» iniziò a balbettare lui, le guance in fiamme.

«Ehi ehi ehi! Quale collana?!– mi intromisi, sorpreso –TIZ! COSA MI NASCONDI?!»

Il ragazzo continuava a balbettare, il viso rosso dall'imbarazzo.

«N-nulla! N-non è s-successo nulla!» esclamò, cercando di fuggire da quella situazione.

«Ora devi raccontarci tutt...»

Le parole mi si fermavano in gola, mentre il telefonino di Tiz iniziava a squillare.

Lo osservai diventare ancora più rosso di prima, mentre si sbrigava velocemente a rispondere.

«Agnès? E' successo qualcosa?» chiese, la voce quasi calma.

«Posso venire! Tiz, posso venire!»

La castana urlò così forte che il ragazzo fu costretto ad allontanare il telefonino dall'orecchio, facendoci sentire la voce chiara della ragazza.

«Davvero?– domandò lui in risposta, il tono molto più felice –Sei sicura?! Vengo a prenderti! Aspettami!» aggiunse poi, chiudendo la chiamata.

«Come mai ora può venire?» disse Edea, incredula.

«Dice che sua madre è fuori per lavoro.– rispose Tiz, afferrando le chiavi del MIO motorino –Io vado a prenderla, tu inizia ad affettare il pollo ok? Cucino il pollo piccante stasera, il preferito di Agnès.»

Lo guardai storto.

«Prima di tutto, quel motorino è mio; in secondo luogo, sono appena le 6 e 10, a che ora hai intenzione di mangiare?!» sbuffai, non capendo cosa volesse fare.

«Alle 8 e mezza, che domande.»

«E pretendi che io prepari il pollo ora?!»

Il ragazzo scosse la testa.

«Porto Agnès a fare un giro fino all'ora di cena.» rispose, alzando le spalle.

«Tu non vai da nessuna parte col mio moto-»

«Divertitevi!» urlò Edea, sovrastando le mie lamentele.

Posai il mio sguardo omicida su di lei.

Tiz aprì la porta, voltandosi verso di me come aspettando un incitamento di qualche tipo.

Sostenni il suo sguardo per qualche secondo, sbuffando poi e buttando fuori l'aria che avevo accumulato nei polmoni.

«Se mi graffi la moto ti uccido, nonostante la ferita al braccio.» sussurrai, mentre il ragazzo scoppiava a ridere e usciva dalla stanza.

 

«Cambiamo canale?»

«No.»

«Dai, è mezzora che stai guardando ragazze in costume da bagno!» piagnucolò Edea, sedendosi accanto a me sul divano.

Alzai gli occhi al cielo.

Erano passati solo dieci minuti da quando Tiz se ne era andato e la bionda non si era zittita neanche un secondo.

Possibile che non capisse che quella situazione mi metteva terribilmente a disagio?! Insomma, stateci voi con uno schianto del genere da soli in casa!

«E' un programma molto educativo.» risposi, continuando a guardare lo schermo e cercando di distrarmi dalla ragazza che avevo al mio fianco.

«Non è vero!»

La sentii afferrare il mio braccio e stringerlo contro il suo piccolo seno, per scuotermi.

Mentre le guance mi si arrossavano leggermente maledii mentalmente il fatto che fino ad un giorno prima non avesse neanche il coraggio di sfiorarmi.

Continuai a ignorarla... e la bionda spense il televisore.

«Dai Edea, restituiscimi il telecomando!»

Mi voltai di scatto verso di lei, incrociando i nostri sguardi.

Era vicina, terribilmente vicina.

«No, voglio parlarti di una cosa seria.» disse, i suoi bellissimi occhi puntati nei miei.

Mi allontanai un poco, ritirando contemporaneamente il braccio.

«Dimmi...» sussurrai, quasi spaventato per ciò che poteva uscire dalla bocca di quella ragazza.

La bionda abbassò leggermente lo sguardo, come se fosse... imbarazzata?

Il mio cuore iniziò ad accelerare.

«E-ecco... io...»

Non era possibile... non poteva essere una...

«I-io volevo sapere se potevamo preparare delle crepe stasera!» esclamò, tornando a osservarmi in volto.

«Tutto qui?»

«Eh?»

Sbuffai, ormai dovevo essere abituato a essere circondato da idioti ormai.

«Va bene.» risposi, annuendo.

All'espressione contenta che si dipinse sul viso della bionda, non potei far altro che arrossire.

«Grazie mille!» disse, sorridendo felice.

Sei troppo carina così...”

Scacciai velocemente quei pensieri, alzandomi in piedi e tossendo leggermente per nascondere l'imbarazzo.

«Andiamo a vedere se abbiamo tutti gli ingredienti, così se manca qualcosa lo andiamo a compra...» le parole mi si fermarono in gola, mentre l'aria iniziava a mancarmi nei polmoni.

«Ringabel...?»

Caddi a terra, cercando di fermare l'attacco d'asma che mi aveva colto completamente alla sprovvista.

Edea urlò, fiondandosi al mio fianco.

«Ringabel! Ringabel che succede?!»

Non le risposi, afferrando l'erogatore che tenevo nella tasca della felpa portandolo alle labbra e inspirandone il contenuto.

L'aria ricominciò a circolare nel polmoni e io mi sedetti con una leggera fatica sul divano, aspettando di riprendere completamente la calma.

«R-Ringabel c-che succede?»

Mi voltai verso Edea, cercando di sorriderle.

Quando però la vidi in volto il mio cuore ebbe un sussulto.

Aveva gli occhi rossi e lucidi e le lacrime che lievemente le solcavano le guance, il viso contratto in un'espressione di paura.

«V-va tutto bene adesso.– risposi, portando una mano alla sua guancia destra e asciugandole le lacrime –Ho solo avuto un attacco d'asma... mi succede spesso.»

Lei non rispose, buttandosi a capofitto tra le mie braccia e affondando la testa nel mio petto.

«E-Edea...?» domandai, mentre sentivo il corpo andare in fiamme.

«S-sei uno stupido! Mi hai fatto spaventare a morte!» singhiozzò lei, stringendomi ancora di più.

Le poggiai una mano sulla nuca, accarezzandola dolcemente.

«Scusami, appena ti sarai calmata cucineremo le crepe e a te farò una doppia razione.» le dissi, ridacchiando.

Lei annuì, non allontanandosi però di neanche un millimetro.

Infondo l'asma non è poi così tanto male...” pensai, continuando ad accarezzare la testa della bionda.

   
 
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