« John, non puoi continuare a concentrarti esclusivamente sul Quidditch. I tuoi voti continuano ad abbassarsi e se non ti conoscessi penserei ad una cotta. Non che quella Mary si possa definire una cotta. Insomma, se ti interessasse veramente le presteresti sicuramente più attenzione. Inoltre sai bene che amo mettere la mia intelligenza al servizio delle altre menti meno sviluppate ma capisci che così mi sembra quasi di sprecare il mio tem-» Sherlock venne bruscamente interrotto da una mano tesa davanti al suo viso. « Sherlock. Hai intenzione di aiutarmi o no? So bene la mia situazione e ti assicuro che non è il Quidditch a rubarmi tutto il tempo ma forse potrebbero esserlo le nostre continue visite nella Foresta Proibita. Quindi evita di farmi la solita ramanzina, non ho bisogno di qualcuno che infierisca.»
La voce del giovane Grifondoro tremava lievemente e le sue orecchie avevano assunto una sfumatura rossa, pari a quella della sua sciarpa. D'altro canto il Corvonero non si era curato particolarmente delle sue parole, anzi, sbuffò vistosamente: « Potresti benissimo dirmi di no. Comunque sì, ti aiuterò. In ogni caso dovresti parlare con Lestrade, credo che gli allenamenti siano davvero troppo frequenti e soprattutto sta usando l'approccio sbagliato per attirare l'attenzione di mio fratello.»
John parve tranquillizzarsi un poco e raddrizzò meglio la sua posizione contro l'albero. La grossa quercia era diventata ormai il loro punto di ritrovo, specialmente nella bella stagione.
I due di erano conosciuti nei primi anni di Hogwarts, Sherlock era un tipo strano e venne subito preso di mira. Un giorno John vide da lontano uno sgradevole episodio in cui il Corvonero era coinvolto, non esitò una attimo e corse in suo aiuto. Da quel momento iniziò la loro inestimabile amicizia.
« Ti assicuro che la sua attenzione l'ha attirata eccome. In ogni caso io non ti lascio da solo nella Foresta Proibita perché so che sei un incosciente ed è estremamente pericoloso. Insomma, senza di me saresti perso e lo sai perfettamente.» il biondo alzò gli angoli della bocca mentre il moro sembrò quasi arrossire ma la sua espressione ferma e risoluta non tradiva alcuna emozione.



« Greg, contieniti, mi sembra di sentir parlare un ragazzino del secondo anno.» John alzò gli occhi al cielo nel vedere l'espressione sognante del suo amico e in cuor suo sapeva di invidiarlo un po'.
« Ma John, aspetto questo momento da anni! Prova a metterti nei miei panni, ho finalmente un'occasione per uscirci e parlarci.» il biondo rivolse uno sguardo all'amico: « Hai ragione ma il fatto che tu ci abbia messo così tanti anni con un Holmes mi preoccupa.» l'altro rise e gli mise una mano sulla spalla: « Amico, con Sherlock è diverso. Insomma, vi conoscete da tempo ormai. Credo che lui abbia solo paura di aprirsi e il che non mi stupirebbe. Dovresti parlargliene, lo pensa anche Molly.»
John sospirò: « Si vedrà. Comunque tu e Mycroft andrete ad Hogsmade?» Greg sorrise smagliante: « Ne dubito, non ho ben chiaro i suoi piani. Mi ha detto di vederci al settimo piano, davanti all'arazzo di Barnaba il Babbeo. Sinceramente non so cosa aspettarmi.»



Il giorno seguente i due amici si trovarono in biblioteca, John doveva darsi da fare con antiche rune. Si mangiò le mani e si chiese perché avesse scelto proprio quella materia. Sherlock ci andava a nozze ma dopotutto con la sua mente non c'era da stupirsi. « John, quella è un'Acromantula, non un Quintaped.» John alzò lo sguardo distrutto, dopotutto Sherlock non aveva torto rispetto gli allenamenti, erano stancanti e non riusciva a concentrarsi a dovere. Non che in quel momento fosse solo quella la causa della sua distrazione, i ricci del moro vicino al suo viso non erano affatto di aiuto.
Poteva sentire il loro profumo, gli ricordava tanto quello degli alberi della foresta. I suoi pensieri vennero interrotti quando la mano di Sherlock prese la sua e iniziò a tracciare i pezzi mancanti della runa.
John alzò il suo sguardo, il suo volto era pericolosamente vicino a quello di Sherlock. Per una frazione di secondo tutto si fermò, John ripensò alle parole di Greg.
« Lo trovo preoccupante.» sussurrò. Sherlock lo invitò ad andare avanti con un'occhiata incuriosita.
« Greg ci ha messo anni per ottenere un appuntamento con tuo fratello.» gli occhi di Sherlock si adombrarono in modo impercettibile « Di questo passo lo batterò.»
I due continuarono a guardarsi negli occhi, i loro cuori battevano all'unisono. Il volto di Sherlock si contrasse lievemente, per la prima volta non seppe cosa fare. Nulla di logico gli passò per la testa, non una parola gli uscì dalla bocca. Qualcosa nello sguardo di John gli suggerì, per una volta, di non pensare con la testa ma con il cuore.
Sherlock ruppe definitivamente la barriera del contatto, un brivido percorse la schiena di entrambi mentre quel bacio andava a scaturire emozioni sempre più intense, emozioni che erano state chiuse nei loro cuori per così troppo tempo. Quel bacio sembrò infinito tanto che quando si staccarono parve di essere ancora in un sogno.
« Dubito che da oggi potrai continuare ad aiutarmi con i compiti, continui ad essere la mia distrazione principale.»
Sherlock sorrise: « John, non scherzare. Senza di me saresti perso e lo sai perfettamente.»

Salve a tutt*, zio Eric è tornato!
Anche questa volta ho deciso di buttarmi sui
Johnlock, i miei piccoli girasoli.
Continuo a credere che non ci siano abbastanza
potter!lock nel mondo e allora ho deciso di darmi da fare.
Pensavo di buttarmi anche su una Mystrade, magari
ricollegata a questa one shot ma avrei qualche difficoltà
nello scrivere in modo decente la relazione tra i due.
Lascio alla vostra immaginazione gli avvenimenti nella
stanza delle necessità.
In ogni caso vi ringrazio per aver letto la storia,
io vi lascio un beso, voi una recensione?

hiddlws