Osso del padre, donato a sua insaputa, rinnoverai il figlio

Carne...del servo...donata con l'assenso...rinnoverai...il tuo Signore

Sangue del nemico...preso con la forza...rinnoverai il tuo avversario

Dalla densa nube di fumo acre che si è sollevata alla conclusione del rituale si può scorgere già la sagoma dell'ultima persona che Harry avrebbe mai voluto rivedere.

Occhi rossi, naso piatto come un serpente, due fessure al posto delle narici, pallore cadaverico, orecchie da cane...orecchie da cane?

Nonostante tutto quello che ha dovuto passare in quelle ultime ore, la morte di Cedric, la resurrezione del suo mortale nemico, il giovane non può contenere a lungo la risata che gli nasce dal profondo.

Come osa quell'insulso figlio di una sanguesporco ridere del più grande signore oscuro della storia?

Voldemort ha già sulle labbra il crucio che metterebbe fine a quell'insolenza quando si accorge di non avere ancora riavuto la propria bacchetta.

“Codaliscia, dammi la bacchetta così che io possa punire questa insolenza...Codaliscia?”

Il pover uomo, prostrato davanti al suo signore, ha stampata sul viso un'espressione sgomenta mentre lo fissa, apparentemente senza comprendere una sola parola di quello che gli è stato ordinato.

Un'altra persona su cui testare una maledizione senza perdono.

“M-mio si-signore...lei ha....”

La rabbia per questa incompetenza fa ribollire il sangue nelle vene all'erede di Serpeverde. E' tanta la sua irritazione che la sua coda continua a muoversi senza controllo...aspettate un secondo...coda?!?

Il risorto Voldemort guarda dietro la propria schiena e si ritrova con una parte del corpo che è quasi sicuro di non aver avuto prima della sua scomparsa, anche se sono stati talmente tanti i rituali oscuri che ha portato a termine che tutto è possibile.

Vedere una coda partire dal proprio osso sacro però fa sorgere un dubbio nel nostro orgoglioso antagonista che sporge la testa nel calderone per specchiarsi nella ormai limpida superficie dell'intruglio che gli ha ridato un corpo fisico.

“CODALISCIAAAAA”

L'urlo sovrumano squarcia il silenzio del cimitero di Little Hangleton

“Che diavolo hai fatto idiota”

“M-m-ma m-mio si-signore...ho fatto...co-come mi a-ave-aveva ordinato l-lei. Ho preso il s-sa-angue a Potter, m-mi sono tagliato la m-mano...mio signore fa male...e ho p-preso l'osso dalla tomba di v-vostro pa-padre, quella...quella lì”

Voldemort marcia verso la lapide di suo padre che al momento era parzialmente coperta da Harry, che improvvisamente ha la brillante idea di interrompere le sue risate per iniziare a sudare freddo.

“Spostati imbecille”

In pochi secondi il ragazzo si ritrova libero dalle corde che lo imprigionavano e spinto con forza da parte per dare al Signore Oscuro la possibilità di leggere l'iscrizione sul marmo.

Thomas Marvolo Riddle

11-07-1905 27-11-1942

Sarai sempre nei nostri cuori

Rover

27-11-1942

Fedele al suo padrone fino alla morte

I secondi sembrano passare interminabili, finchè un nuovo ululato, ehm...grido di rabbia cieca sveglia di soprassalto gli abitanti dei villaggi limitrofi.

Quando Voldemort decide di sfogare la furia per l'errore commesso dal proprio servo sul suo nemico giurato, nel posto che occupava il ragazzetto rimanevano solo erba e terra.

 

 

OMAKE:

La battaglia infuria attorno ai due contendenti che impiegano il proprio tempo a studiarsi l'uno con l'altro.

Le nocchie delle loro mani sbiancano da quanto strette tengono le proprie bacchette.

Ad un segnale innaturale che solo loro comprendono, una serie di maledizioni e incantesimi illuminano il cielo denso di nubi.

Lo scontro è facilmente definibile come epico, tanto che i combattimenti intorno a loro si fermano per osservare questo scontro tra titani.

“Sei migliorato Potter, te ne devo dare atto, ma non abbastanza”

“Dovrei essere lusingato dai tuoi complimenti, cagnolino?”

“Brutto insolente, Crucio”

Il giovane è a terra, colpito in pieno da lancinanti dolori. Il signore oscuro continua a castare le proprie maledizione verso un agonizzante giovane griffondoro.

“Allora ti arrendi brutto insolente? Sei pronto a dichiarare la tua sconfitta e a prostrarti davanti al grande Voldemort?”

“Non....ancora...ho il mio...asso...nella manica”

Gli arti sono scossi da spasmi violentissimi, ma Harry riesce a muovere la propria mano nella veste da combattimento che indossa per recuperare da una tasca interna un oggetto che si affretta a lanciare come può verso il proprio avversario.

I muscoli del mostro mezzo uomo, in parte serpente e anche un quartino canide si tendono in attesa di vedere in cosa potrà mai consistere questa fantomatica ultima risorsa.

L'oggetto lanciato disegna la propria parabola per cadere sul terreno, a metà strada tra i due contendenti.

Bianco, abbastanza lungo e sottile, è....è un osso?!?

Voldemort osserva per diversi istanti quell'osso in mezzo al campo di battaglia, finchè il suo istinto canino non gli ordina di gettarsi su di esso per iniziare a sotterrarlo.

Il signore oscuro, troppo preso nel suo scavare, non si accorgerà mai della luce verde che gli si fa incontro ponendo fine alla sua vita.

NdA: Si lo so, sono malato, ma quest'idea mi è venuta come postulato di un plot bunny che mi era entrato in mente ieri sera. L'intenzione iniziale era dedicare una fic ad un Voldemort che spacca lo specchio ne “La pietra filosofale” attirandosi sette anni di sfortuna. Pensando un po' a che cosa ideare per ogni anno mi sono ritrovato come troppi buchi. L'unica certezza stava in una sbagliata resurrezione nel quarto libro. Inizialmente avevo pensato di prendere l'osso da una donna e da lì creare il resto delle scene, ma poi ho deciso di tagliare un po' la testa al toro e di creare questa...cosa diciamo.

Il mio piccolo progettino della raccolta si è un po' arenato. Certo il fatto che il contatore delle visite segni 172 e quello delle recensioni sia ancora ancorato a 0 non ha aiutato granchè si può dire.

Al momento sto cercando di scrivere una longfic, ma sono ancora indeciso su quale abbozzo di trama sviluppare tra quelle che continuano a spuntarmi in mente quando mi metto davanti alla pagina bianca.