Gambe
Gattonò verso lo Sceriffo dal fondo del letto, senza mai distogliere gli occhi da lei, indossando quel sorriso, quello che scatenava scariche di eccitazione lungo tutto il corpo di Emma, e solo il suo sorriso, nient’altro.
Gemette, Emma, quando le dita del Sindaco si posarono sulla sua caviglia e iniziarono a risalire, lentamente, un millimetro alla volta, dolci spilli sulla pelle, verso il centro delle sue gambe.
Gridò il suo nome, quel nome così presuntuoso e così perfetto, quando infine la mano del Sindaco raggiunse il centro del desiderio di Emma dandole tutto quello che desiderava, solo perché sapesse che cosa si era persa in ogni goccia di passato e che cosa avrebbe agognato in ogni stilla di futuro, in ogni tempo non trascorso a fare l’amore con lei.