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Autore: Isara_94    12/08/2016    1 recensioni
Tutti hanno qualcosa li angustia, purtroppo, e per me sfortunatamente si tratta dell'infedeltà dell'uomo che amo. Il suo costante tradimento è la causa della malinconia per cui i miei occhi sono famosi almeno quanto le mie forbici. Fanno ancora egregiamente il loro dovere e non hanno una traccia di ruggine, ad ogni volta che le affilano tagliano meglio di quella precedente...
Genere: Dark, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"È un mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre"
William Shakespeare.


 
 
Il mio negozio è piccolo, ma nella città lo conoscono tutti. Per alcuni sono anche un po' troppo giovane per aver già un posto in cui lavorare per conto mio, eppure nessuno si lamenta davvero. Nemmeno una volta. Nonostante il posto sia modesto parecchi degli abiti più belli che i nobili sfoggiano orgogliosi alle feste sono stati cuciti sul mio tavolo, con pazienza e perizia, anche per intere notti per essere pronti in tempo.
A volte ho le mani rovinate dall'ago quando lavoro nonostante la stanchezza, altre mi taglio per errore, ma non ne faccio mai parola con i clienti e non lascio vedere quanto effettivamente è costato il lavoro che presto indosseranno. Mi limito a chiedere il dovuto con umiltà, vedendo lodati il mio buon gusto e la mia abilità insieme col mio carattere dolce e mite che hanno contribuito alla mia bravura nel trattare clienti considerati spesso difficili da tutti gli altri artigiani.
Tutti hanno qualcosa li angustia, purtroppo, e per me sfortunatamente si tratta dell'infedeltà dell'uomo che amo. Il suo costante tradimento è la causa della malinconia per cui i miei occhi sono famosi almeno quanto le mie forbici. Ogni giorno mi sveglio all'alba per andare in sartoria lavorando con impegno, eppure lui non torna mai a casa pur avendo uno come me che lo attende. Evidentemente ritiene non sia abbastanza per lui. Non perdo mai la speranza di vederlo finalmente rientrare dalla porta e sedersi con me. Ci spero nonostante ogni sera mi tocchi mangiare sempre per conto mio pur con il tavolo apparecchiato per due.
Ah, ma ora non è il momento di pensare a certe cose. Ho del lavoro da finire e della stoffa da tagliare. Allungo la mano cercando un vecchio paio di forbici, un ricordo di mia madre che m'insegnò il mestiere tempo fa. Fanno ancora egregiamente il loro dovere e non hanno una traccia di ruggine, ad ogni volta che le affilano tagliano meglio di quella precedente.
 
Stamattina la sartoria è chiusa. È giorno di mercato dopotutto, anche se c'è ancora tanto da fare devo uscire col il paniere sottobraccio e andare a fare spesa. Le vie della città sono tranquille, colorate e piene di vita come sempre. È bello potersi svagare un po' dalla quotidianità almeno ogni tanto.
Il fornaio infila i due pani nella mia cesta e gli porgo una moneta d'argento per pagarli, uscendo dalla sua bottega accompagnato dal suo saluto cordiale. Ed è stato allora che l'ho visto seduto fuori al sole, a uno dei tavoli della taverna all'angolo della strada, intento a bere.
Non è stata quella vista ad avermi offeso, so perfettamente che ama passare così il suo tempo, quanto piuttosto rendermi conto che non è affatto solo. E quella lì accanto chi è?
È bella, e l'abito rosso corallo che indossa le sta divinamente devo riconoscerlo. Non è un colore che amo, mi fa sentire a disagio quando lo indosso. Ma a lui piace, lo so dopo aver visto quante tuniche e mantelli di ogni sfumatura di rosso possiede, dallo scarlatto all'amaranto.
Mi sembra davvero felice della compagnia di quella ragazza. Le sorride e le parla come con me non ha mai fatto e presto per la vergogna di quell'umiliazione gratuita ho camminato di buon passo verso il rione delle merlettaie. Ho compere da fare da quelle parti e non è molto distante, ripasserò in quella strada per finire la spesa quando sarò sicuro che loro non siano più lì.
 
Anche se mancano poche ore all'alba sono ancora seduto nel mio laboratorio. Afferro le forbici. C'è solo una lampada ad olio a farmi luce e il silenzio è rotto solo dal suono della stoffa tagliata. La vergogna per quello che ho visto oggi brucia ancora, è un sentimento che non vuole svanire. Mi lascio sfuggire un singhiozzo asciugando velocemente gli occhi con una manica. No! Solo pensieri positivi. Non è rimuginando sulle cose passate che potrò finire presto. Prendo un sospiro per calmarmi e non piangere più, e comincio a lavorare sodo per ricucire il vestito.
 
Che strano, oggi per le strade tira un'aria diversa. È tutto un far crocchi e discutere. Pare sia avvenuto qualche crimine. È l'arrotino da cui mi faccio affilare le forbici da seta quando sono così usurate da rovinare la stoffa, a parlarmene. È un tipo ciarliero, che sa sempre quali voci girano per la città. Lo osservo lavorare curvo sulla sua mola nel frattempo che mi racconta che secondo le indiscrezioni che avrebbe sentito da alcuni Einherjar sarebbe sparita una giovane guerriera che spesso era convocata a palazzo, una particolarmente dotata nell'arte della guerra dicono e per questo presenza gradita alla corte del re.
E tornando al negozio l'ho visto di nuovo non lontano dal Bifrost. Ha un'aria così triste che solamente chi ha un cuore di pietra saprebbe restare impassibile nel vederlo. Vorrei andare da lui ma di nuovo non è da solo, accanto ha una ragazza che lo sta consolando come meglio può. Anche da lontano riesco a valutare il bel taglio dello scialle di broccato dorato che porta elegantemente sceso a mostrare la linea esile delle spalle. Le sta benissimo e le fa davvero una bella figura. Ma ancora mi allontano velocemente sapendo che nemmeno stasera lo vedrò a casa da me.
Dunque... è quella una compagnia di tuo gusto?
 
Cielo, quanto riesco a distrarmi quando cala la notte! Il sole è tramontato da un pezzo e io sono ancora indietrissimo col lavoro. Di questo passo domattina sarò ancora qui se non metto da parte le fantasie e mi rimbocco le maniche una volta per tutte. Un colpo di forbici e il filo è tagliato. Ignoro gli occhi sempre più gonfi e rossi mentre lavoro senza sosta per riparare lo scialle.
 
Oggi c'è ancora caos in città. Pare ci sia stato un altro crimine. Sono venuto a saperlo dal mercante di stoffe da cui mi sono recato per ritirare alcuni rotoli di tessuto che gli avevo ordinato parecchi giorni fa. Stavolta a sparire è stata una giovane mortale a cui il principe teneva molto. La moglie del mercante non lo dice apertamente quando mi prende da parte con l'aria di chi la sa lunga, ma mi fa chiaramente intendere che lei sospetta ci sia il re dietro tutta la faccenda perchè si vocifera che il principe le stesse facendo la corte nonostante l'opinione avversa di Sua Maestà. Ringrazio delle chiacchiere e mi affretto a tornare alla mia modesta bottega, per quanto mi faccia piacere parlare con qualcuno ogni tanto i pettegolezzi non sono uno dei miei interessi principali.
Ed è stato così che l'ho incontrato di nuovo, mentre usciva dal negozio di un gioielliere di Alfheim. Di nuovo in compagnia di una donna. Le ha comprato un delicato diadema d'oro intrecciato secondo la moda elfica e ora la sta aiutando ad indossarlo senza disfarsi l'acconciatura. A differenza delle altre due donne con cui l'ho visto però questa è molto più matura di loro che erano a malapena giovani donne, ma è comunque stupenda con quei capelli dorati che ancora non hanno segni di grigio.
Quindi che cosa vorresti fare adesso?! Tu proprio non conosci limiti!
 
Stanotte sono ancora sveglio fino a tardi a lavorare. Prendo le forbici e mi soffermo a guardarle per un attimo. Questo colore... l'han sempre avuto? Non posso fare a meno di domandarmelo mentre torno a concentrarmi sul mio tavolo.
Oh, ma finalmente ho terminato il mio lavoro! E se non verrai tu a trovarmi, allora sono io che sarò costretto a venire a cercarti.
Le forbici sono fatte da due lame, solo se le due lame stanno insieme possono funzionare bene. Lo diceva sempre mia madre quando m'insegnava a cucire e nel mentre mi parlava del matrimonio. È così che una buona coppia dovrebbe essere: unita.
Salgo di corsa fino nella mia camera da letto. Abito rosso, scialle dorato, indosso il diadema e rimiro il mio riflesso allo specchio. C'è tutto, ora con la magia posso diventare una ragazza che sia di tuo gusto, ci vuole solo un attimo per non aver nulla da invidiare a loro tre. Ho gli occhi verdi, la pelle chiara e i capelli lunghi esattamente come dovrebbe averli una donna che voglia attirare il tuo sguardo.
Ebbene?? Mi trovi carina ora?
 
Oggi tutta la città è nel caos. Il re porta il lutto e l'ha esteso a tutta la città. Pare che Lady Sif, la midgardiana Jane Foster, la regina Frigga e suo figlio Thor siano stati assassinati da qualcuno, uno dopo l'altro.
Ma d'altronde, lui è stato veramente crudele sapete?
"buona sera, ci conosciamo per caso?" mi ha detto quando mi sono presentato a corte. Come se fossi un qualunque estraneo! Dopo tutto quello che ho sopportato con pazienza per diventare qualcuno che potesse piacergli!
Stasera non sto cucendo, per una volta non ho ordinazioni da finire. Tuttavia sono sempre seduto al mio tavolo da lavoro. Prendo le mie forbici. Ora non mi da alcun fastidio che siano macchiate di sangue, a differenza delle altre volte. Le passo attentamente sulla cote bagnata. Se le affilo... taglieranno ancora meglio.
   
 
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