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Autore: pink sweet    12/08/2016    10 recensioni
fic interattiva ~ iscrizioni chiuse
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Millenni fa gli uomini iniziarono a studiare gli esseri umani che li circondavano.
Stilarono un elenco di virtù e peccati.
Essi vennero chiamati peccati capitali e le virtù cardinali.
Quello che gli antichi non sapevano è che nel corso del tempo questi si incarnarono.
Anche oggi, a distanza di millenni, vivono in mezzo a noi.
E insieme possono essere mortali.
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Dal testo:
Gli uomini sono sempre stati caratterizzati dal bene e dal male.
Spesso gli elementi si confondevano, il bianco diventava opaco e il nero un po’ più grigio.
Ma non per lui.
Lui sapeva bene dove avrebbe trovato il bianco.
Dove avrebbe trovato il nero.
Genere: Azione, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo sesto

Piccole goccioline di sudore imperlavano la sua fronte, quasi come se non si sentissero degne di scivolare lungo il suo corpo sinuoso.
Erano le uniche spettatrici di quell'allenamento non previsto.
I capelli dorati erano legati in un morbido codino poiché qualche ciocca ribelle finiva sempre per andare davanti agli occhi azzurri, oppure in bocca.
La maglia nera era stata bellamente abbandonata in qualche angolo della stanza delle necessità.
Faceva caldo e nessuno lo avrebbe visto e anche se fosse successo sarebbe stato un bello spettacolo.
Vincent manovrava la sua falce con assoluta fluidità, lottando contro un nemico invisibile.
La faceva roteare mentre incrementava il proprio potere.
L'altro giorno aveva sbagliato, ma non sarebbe più accaduto.
Sarebbe stato pronto.

< Non le avevo mai notate quelle ali >

Vincent sgranò gli occhi sentendo quella voce inaspettata.
La sua falce demoniaca, Kuroo, cadde a terra provocando un tintinnio piuttosto fastidioso.

< Come sarebbe a dire che non le avevi mai notate? Mi avrai visto non so quante volte nudo! >
< Beh di solito c'è sempre buio e poi generalmente mi concrentro su qualcos'altro che di certo non è la tua schiena! >

Vincent ghignò di fronte alla schiettezza di Oz.
< Beh se per questo anch'io, ma delle ali nere tatuate sulla schiena si notano! >
< Sono come quelle che hai evocato per lottare contro il ragazzo gufo? > Gli chiese Oz, il quale con passo calmo si era avvicinato a lui e aveva iniziato a percorre il contorno del tatuaggio con l'indice
< Mmh >
< Sono belle >

Vincent chiuse gli occhi assaporando appieno quel momento.
Merlino se lo faceva impazzire.

< Vai piano altrimenti non credo riuscirò a trattenermi > sussurrò con voce roca
< Nessuno vuole che tu ti trattenga >

Ghignò
Erano esattamente le parole che voleva sentire.

Si girò lentamente prendendo il suo volto tra le mani e lo iniziò a baciare con foga.

< Ti sei fatto la barba! >
< A volte capita > rispose con nonchalance Oz.

Vincent si fermò un attimo ad osservarlo, era decisamente un tipo strano, non che lui non lo fosse.
Per diventare amico di Oswin bisogna innanzitutto guardare oltre a quell'aspetto così inusuale.
Gli occhi erano resi più grandi dal mascara, le labbra con quel piccolo tocco di lucidalabbra erano molto invitati.
I vestiti eleganti, ma dark lo facevano sembrare un principe atipico, non era il principe azzurro.
Lui era il suo principe nero.

C'era una sola cosa che non gli andava bene in realtà.

< Vada per i cappelli attualmente...oddio che colore è questo? >
< Blu notte >
< Blu notte, ma gli occhi azzurri? Ozzy i tuoi occhioni sono così belli! Sembrano stati creati con la cioccolata fusa! Non mi va che te li rovini mettendo quelle stupide lenti! >

Oz guardò seccato il ragazzo davanti a se.
Aveva incrociato le braccia e si era girato leggermente, con tanto di broncio infantile.
Era possibile che un secondo prima lo stava baciando con una 'si grande foga e l'attimo dopo si stava lamentando del fatto che non gli andavano bene le lenti a contatto?!

< Qual'è il problema? Se non ti va bene il mio aspetto puoi anche dirmelo! >
< Non è questo, e che gli occhi sono lo specchio dell'anima...così non sembra neanche più di parlare con Ozzy, sembra che stia baciando una persona diversa! Non mi va >
< Ma come? Tre settimane fa mi proponevi una cosa a tre con quella tipa del settimo anno e ora non ti va solo perché non vedi il mio colore naturale degli occhi?! >

Vincent lo guardò un po' sorpreso, e leggermente confuso.

< Cosa siamo noi Ozzy? >
Il ragazzo alzò un sopracciglio confuso
< Che problemi ti fai? Sembra di parlare con una ragazzina in piena crisi amorosa! Quando abbiamo iniziato questa cosa lo sapevi, era solo sesso, te l'ho sempre detto. Se non ti va bene sei libero di andartene >

Vincent lo osservò freddamente, e con una punta di...delusione.

< Lo so che è solo sesso, infatti ora ho voglia di farmi un essere dotato di tette, tanto ci sono abituato, no? >

Detto questo si rimise la maglietta e sparì dietro la porta.

Oz lo guardò piuttosto confuso andare via.
Si piegò per raccogliere la falce che Vincent aveva lasciato, ma non appena la toccò essa sparì, un po' come il suo proprietario in fondo.

< Quell'idiota... >

*********

< 'Sta attento idiota! >

Eleanor non le sopportava quelle persone che travolgevano gli altri nei corridoi.
Se hai le palle girate non ti metti a correre come un ossesso facendo cadere chi incontri sulla tua strada.

Il ragazzo che era appena caduto andava così veloce che non era nemmeno riuscita a riconoscerlo tant'è che aveva solo fatto in tempo a gridargli un ridicolo “'sta attento”
Che poi nel corridoio c'era solo lei, aveva una mira!

Se ne stava già dimenticando quando si sentì afferrare le spalle e senza rendersene conto si trovò contro due grandi lastre di ghiaccio.

< Né Eleanor hai voglia di scopare? >

Eh?

< Ti sei rincoglionito Vincent? >

La ragazza si staccò malamente guardando stranita il ragazzo che sembrava alquanto...agitato.

< Che schifo sei sudato! >
< Eddai ti prego! Ho bisogno di sfogarmi! >
< Seriamente cosa hai fatto per essere così sudato? >
< La volta scorsa ti è piaciuto! >
< Ma poi perché sei sudato? >

Se qualcuno gli avrebbe visti da fuori avrebbe definito la scena piuttosto esilarante.

< C'entra Oz? >
< No, c'entra il fatto che ho le palle che mi stanno per scoppiare! >

Eleanor guardò l'amico piuttosto scandalizzata.

< Cosa sono la tua puttana? >
< Certo che no! Non ho mai detto questo >
< A me sembra di sì >
< E invece no, te l'ho proposto perché pensavo che ti saresti divertita anche tu >
< Di solito si, ma oggi non ho voglia, comunque siediti su quel gradino...si quello a un metro di distanza, te l'ho detto amico: puzzi, perché poi se così sudato? >
< Mi stavo allenando! >
< Beh vatti a fare una doccia allora! Ma poi è possibile che ti devi allenare ad ogni ora del giorno? >
< Voglio essere pronto, la volta scorsa stavamo morendo tutti! >

Eleanor ripensò alla battaglia avvenuta due giorni prima, se non avesse unito le forze con Lilian di certo si sarebbe ferita gravemente, o forse sarebbe addirittura all'altro mondo.
Una cosa era certa: il loro nemico era incredibilmente forte e loro troppo inesperti.

< Comunque cos'è successo con Oz? >
< Perché pensi sia successo qualcosa con Oz? >
< Le uniche tre volte in cui ti ho visto arrabbiato sono quando non riesci a raggiungere qualcosa, quando ti rifilano dei broccoletti nel piatto e quando succede qualcosa con lui. La tua faccia sconvolta e il tuo inappagato membro mi fanno dedurre che sia successo qualcosa con lui >

Vincent la guardò male, era lui che leggeva gli altri non viceversa.

< Si, può darsi che sia successo qualcosa con lui >
< Ovvero? >
< Non lo so >
< Vincent Nightray che non sa qualcosa? Che scoop! >
< Fai meno la sarcastica Eleanor, quello che voglio dire è che non so se mi piace tanto questo tipo di relazione >
< Disse il ragazzo che si è fatto mezza Hogwarts! >
< È questo il punto! Di solito considero gli altri dei burattini...a parte te ovviamente! Sei la miglior scopamica che un ragazzo abbia mai desiderato! No intendevo amica! Si, sei proprio la mia migliore amica! Però con lui è diverso. È lui che mi considera il suo burattino, questa cosa mi dà sui nervi! >
< Non capisco se ti dia fastidio il non essere una coppia vera o semplicemente il fatto che hai trovato una persona che, oltre alla sottoscritta, riesce a tenerti testa >
< Tu non riesci a tenermi testa, e nemmeno lui perché sono magnifico! Ma hai mai visto un essere più bello di me?! >

Eleanor guardò seccata l'amico che continuava a elogiare più o meno tutto di se stesso. Qualcosa gli diceva che anche se non fosse stato la reincarnazione della superbia sarebbe stato ugualmente così, faceva parte di Vincent.

< Comunque tieni! >

Vincent le sorrise, stranamente, felice come un bambino mentre gli passava quello che evidentemente era un lecca-lecca incartato con tanto di fiocco rosso.

< E questo? >
< È il mio “mi farò perdonare”. Quando, per dimostrarvi che abbiamo dei poteri, mi sono buttato dalla torre di Astronomia hai detto che ti sei spaventata a morte, quindi tieni! Con questo mi sono fatto perdonare >
< Ma è successo più di un mese fa >
< Lo so, ma sono un ragazzo così impegnato! > disse con fare teatrale Vincent.
Eleanor lo guardò scettica, ma poi aprì la confezione con un leggero sorriso, ben attenta a non farsi vedere dal Nightray.
< Ceh tu mi stai dicendo che per farti perdonare vuoi darmi un dolce che mi farà ingrassare? >
< Non vederla così Ely >
< Non chiamarmi Ely >
< È il mio dolce preferito! Ti piacerà un sacco Ely! >

Detto questo saltellò via verso i sotterranei perché davvero, aveva un tremendo bisogno di una bella doccia.

Eleanor abbandonò la sua espressione scettica per sostituirla con una ben più dolce, sapeva quanto l'amico era geloso dei suoi dolci.
Averne ceduto uno non doveva essere stato facile per lui.
In fondo anche i sadici, lunatici, pazzi e manipolatori potevano essere dolci.
Alla fine anche lui era umano.

< Quell'idiota... Se ingrasserò sarà tutta colpa sua! >

~~~~~~~~~~

Jewel sbadigliò rumorosamente, stiracchiandosi un po'.
Afferrò la sveglia a forma di ciambella che aveva comprato quell'estate e che aveva subito adorato.
Le 13:17
Grazie a Dio quel giorno era domenica e si era concessa un po' di sonno, beh forse molto sonno, ma due giorni prima era stata rapita, quindi era normale, no?

< Alla buon ora! >
< Buon giorno anche a te Nathy > esclamò ancora assonata la ragazza.
< Come stai? >
< Meglio >

Nathasha distolse gli occhi dal libro di pozioni per puntarli in quelli di Jewel

< La gamba ti fa ancora male? >
< No >
< Sicura? >
< Uff...si, non sei mia madre Nathy! Ti ho detto che sto bene, anzi ho fame! >
Detto questo la ragazza si alzò sbuffando e andò in bagno, chiudendosi la porta alle spalle, leggermente stizzita.
Quando fu sola nel bagno aprì il getto della doccia, aveva bisogno di una bella rinfrescata.
Quando entrò l'acqua fredda iniziò a colpirle violentemente il viso.
Chiuse gli occhi e si accasciò nel fondo della doccia, sedendosi.
Passò due dita sulla piccola cicatrice a forma di cerchio che era rimasta sulla gamba.
Non aveva pianto e si era ripromessa di essere forte, ma la sera, quando era da sola nel letto buio, riviveva quei minuti in cui Erik le risucchiava qualcosa.
Erano terribili e si svegliava sempre sudata e aveva un sacco voglia di abbracciare qualcuno, un certo grifone di sua conoscenza (anche se questo non l'avrebbe mai ammesso), ma poi ritornava a dormire dandosi della stupida.
Doveva essere forte, come al solito, perché lei non era una tipa che si deprimeva facilmente, era vivace e combina guai e aveva un sacco di idee in mente e spesso le sue amiche le dicevano che era un tornado.
Una stupida associazione di pazzi sclerati non le avrebbe portato via la sua felicità.
Mai.

~~~~~~~~~~

Blaze si spostò seccato una ciocca di capelli che, ribelle, gli era andata davanti agli occhi.
Si alzò educatamente dalla tavola, nascondendo il suo disappunto per il pranzo che non l'aveva molto entusiasmato.
Eppure era come tutti gli altri giorni.
Camminava lentamente per i corridoi, non sapendo bene dove andare.
Portò le dita affusolate alla testa aggiustandosi il fermaglio color argento che, a quanto pare, quella mattina non ne voleva sapere di fare correttamente il suo lavoro.
Lo prese con stizza e lo gettò in un secchio della spazzatura.

Inutile

Senza rendersene conto arrivò sulla riva del lago nero.
Inspirò profondamente, beandosi del sole che accarezzava la sua pelle diafana.

< Mitchell >
< Bellamy > rispose lui

Blaze si era già accorto di Luke, il quale se ne stava appoggiato ad un tronco intento a leggere un grosso tomo, in fondo lui si accorgeva sempre di tutto.

< Cosa ci fai qui? >

Sorrise appena nel vedere che quel giorno il caposcuola era stranamente chiacchierone.

< Nulla di particolare, tu invece cosa leggi? >
< Un libro babbano, un giallo >
< Hai già scoperto l'identità dell'assassino? >
< Ancora no, vedi quest'uomo è piuttosto brutale, le sue vittime sono tutte donne dai 20 ai 30 anni e sono tutte state trovate infilzate al muro da una miriade di coltelli >
< Stupro? >
< No, mero divertimento, a quanto pare >
< Ci sono tanti modi per divertirsi >
< Non ritengo che uccidere sia uno di questi >
< I fini giustificano i mezzi >
< Ma questo non vuol dire che bisogna perdere la propria umanità! >
< No di certo > rispose Blaze assottigliando gli occhi.

Cadde un silenzio tra di loro, non di quelli imbarazzanti in cui si pensa a qualcosa di sensato da dire, semplicemente sembrava giusto.

< Come hai fatto a salvarmi? > spezzò quel silenzio Blaze
< Mi sono buttato addosso a te e sei fortunato visto che non sono troppo alto >
< Intendo prima, come facevi a saperlo, l'hai visto? >l
< Si, l'ho visto >
< E com'è stato? >

Luke interruppe la sua lettura per qualche secondo, cercando il giusto termine per descrivere la visione che aveva avuto qualche giorno prima durante i combattimenti contro il Sole nero.

< Orribile >
< Cosa hai visto? >
< La tua testa mozzata >
< C'era del sangue? >
< Molto >

Blaze degluttì piano mentre Luke, dal basso, concentrò la sua attenzione sul suo pomo d'Adamo, trovandolo dannatamente sexy.
Abbassò lo sguardo sul libro, senza leggere veramente, con le guance un po' tinte di rosso, mentre si dava dello stupido per aver formulato un pensiero tanto sciocco.

< Che colore sono i tuoi occhi caposcuola? Non gli abbiamo mai incrociati... >
< Non mi piace guardare le persone negli occhi >
Blaze si sedette vicino all'altro puntando lo sguardo sul suo viso mentre si teneva la testa con la mano destra, col braccio appoggiato sul ginocchio.
< Perché? Hai paura che qualcuno ti guardi dentro? >
< Non sono affari tuoi! >
Offeso girò la testa a sinistra, non accorgendosi che il serpeverde si era seduto proprio lì, Luke spalancò gli occhi quando lo vide e quando, prontamente, Blaze afferrò più o meno delicatamente il suo mento, alzandolo verso di lui.

< Andiamo caposcuola, voglio solo vederli un secondo, ci metterò un attimo > sussurrò sensuale al suo orecchio, mentre Luke continuava a tenergli chiusi.
Piano piano però si decise di aprirli perché, diamine, erano solo occhi!
Il fatto che non guardasse le persone negli occhi più o meno...una vita non contava, no?
E poi anche lui era piuttosto curioso di vedere meglio quelli dell'altro.
Non aveva mai capito del tutto di che colore ce li avesse.

< Nonostante tu non sia di origine inglese hai gli occhi acquamarina caposcuola, è bizzarra come cosa! Poi la forma ricorda quella dei faraoni dipinti sulle tombe, sei di origini egiziane per caso? >
< Si > disse scontandoli brutalmente la mano girandosi dall'altro lato, era stato un errore farsi convincere, non gli piaceva chi lo guardava negli occhi, lo metteva a disagio e lui era stato uno stupido.
< Spero non ti offenderai, ma a vederli così sembrano gli occhi di uno psicopatico > disse Blaze con una strana luce negli occhi < sono degli occhi davvero molto interessanti...mi piacerebbe guardarli ancora un po' >
Luke storse il naso e puntò lo sguardo sul lago nero, guardandolo male, come se avesse chissà quale colpa.
< I tuoi occhi invece sembrano quelli di un gatto, sono allungati e sembrano dirti “non ti fidare, sono pericoloso” poi adesso sono di un azzurro strano, simile a questo cielo nuvoloso, sembra che nei tuoi occhi ci sia una continua tempesta Blaze Mitchell >

Il serpeverde lo guardò leggermente stupito per qualche attimo, per poi proruppe in una leggera risata.

< Eh? Perché diamine ridi ora?! >
< No, è che mi sembri leggermente nervoso > disse trattenendo la risata, in fondo lui era educato.
< Se vuoi parlare con qualcuno io sono in giro, arrivederci caposcuola > disse pulendosi i jeans stretti e allontanandosi con un leggero ghigno in faccia.

~~~~~~~~~~

Lilian aggrottò le sopracciglia fulminando con lo sguardo il gufo che le stava beccando la mano in cerca di attenzione.
Non voleva prendere la lettera perché sapeva che sarebbe stata sempre la stessa.
Era già la terza volta nel giro di due giorni!
La prima lettera l'aveva ricevuta la sera dopo la loro “scappatella”, mentre stava mangiando dell'ottimo curry all'improvviso era arrivato un gufo, e già qua la faccenda era spospetta visto che loro arrivavano sempre la mattina, senza contare il fatto che lei quel bel gufo dal pelo lucido non l'aveva mai visto.
Titubante aveva preso in mano la pergamena aprendola e trovandoci solo una grossa E scritta in rosso e con una scrittura non troppo elegante.
Si era guardata intorno sospettosa sotto lo sguardo brillante di Jewel e quello titubante di Natasha, per poi accantonare l'accaduto come “uno stupido scherzo”.
La mattina dopo però era successa la stessa cosa, questa volta il gufo aveva le penne scure e la solita pergamena con la lettera E, Lilian l'aveva stracciata infastidita, stufandosi di quello scherzo per niente divertente.
Quando quella mattina era arrivato il terzo gufo, questa volta una civetta bianca, era davvero intenzionata a bruciare quella fottuta lettera.

< Scrivi a questo idiota chi è così la facciamo finita! > proruppe spazientita Natasha mentre sorseggiava dell'acqua < mi sta scocciando questa storia >

L'amica annuì seguendo il consiglio della ragazza, prese un pezzo di pergamena dalla tasca, ne portava sempre un po' per ogni evenienza, e scrisse un semplice Chi sei?

< Dici che dovrei mettere anche una minaccia di morte Nathy? >
< Non so, poi magari scopriamo che è un bambino del primo anno che ci sta provando e lo traumatizzi >

Lilian si ritrovò di nuovo d'accordo con l'amica, quindi legò la pergamena, senza aggiungere nient'altro, alla zampa del volatile che spiccò il volo.

< Vado in sala comune, devo finire di scrivere un tema di aritmazia > disse Lilian
< A più tardi >

La ragazza superò le porte della Sala grande dirigendosi verso il proprio dormitorio quando andò a sbattere contro qualcosa che sapeva di dopobarba, menta e qualcos'altro che non riusciva a capire.

< Chi abbiamo qui? Lilian-chan! >
< Nightray >
< Cos'hai in mano? >
< Nulla che ti possa interessare >
< Eddai, fammi dare un'occhiata, sono curioso! >
< Scordatelo! >

Lilian superò Vincent con fare stizzito, ma il ragazzo riuscì comunque a sfilarli la lettera dalla mano portandola in alto.

< Sei scorretto Nightay! Non vale usare il tuo metro e 87 per questa faccenda! >
< Eeh? Sai addirittura la mia altezza! Ti sei informata su di me Lily-chan! Mi rendi felice! > disse dandole le spalle.
< Ma se sei tu che sbraiti sempre la tua altezza a destra e a manca! Io non mi sono di certa informata su di te, stupido Nightray! >
Vincent intanto non sembrava ascoltarla, infatti continuava a canticchiare con fare infantile “bla, bla, bla” mentre, tenendo la lettera sempre in alto, né leggeva il contenuto.

< La mia Lily-chan ha un ammiratore segreto! Come cresci in fretta! >
Lilian ormai aveva smesso di tirare pugni a Vincent e aveva incrociato le braccia al petto, aspettando che la serpe le restituisse la sua busta.
< Chi potrebbe essere? > chiese pensieroso il biondo < Magari è Eddy Mcgarden del sesto anno, Corvonero, oppure Edward Strauss settimo anno, Tassorosso, potrebbe anche essere quel tenerone di Edoardo del terzo anno, quel Grifondoro, oppure chissà...magari è il ragazzo-gufo! >
< Quale ragazzo-gufo? > domandò sospettosa la ragazza
< Quello dell'associazione, sai io ci ho combattuto contro! >
Lilian sgranò gli occhi e distolse lo sguardo imbronciata, si ricordava bene del ragazzo che l'aveva salvata da quella caduta disastrosa, e ancora ora si chiedeva perché l'avesse fatto.
< E c-com'è che si chiama? >
< Lily-chan è cu~rio~sa ! > cantilenò eccitato Vincent
< N-no che non lo sono! > arrossì vistosamente la ragazza, girandosi dall'altro lato mettendo su un broncio tenerissimo.
< Si che lo sei > continuò Vincent annuendo forte con la testa
< No! >
< Allora non te lo dico! >
< Non dirmelo stupido Nightray, a me non interessa! > disse Lilian andandosene via.

Vincent la osservò ghignando per poi urlare < Edgar > seguita a ruota da un < non mi interessa! > della ragazza.

Il serpeverde si mise le mani nella tasca, andando verso la sala grande fischiando
< Si che ti interessa Lily-chan! Ah che bello l'amore! >

~~~~~~~~~~

Villa abbandonata, 00:05

Ricordati chi sei.
Ricordati.

Johanna si svegliò di soprassalto, mandida di sudore e col petto che si alzava e abbassava velocemente.
Si asciugò piano il sudore sulla fronte, alzandosi da quel letto scomodo, ben conscia che non si sarebbe più addormentata.
Si stiracchiò e si aggiustò un po' la camicia da notte bianca.
Mise delle scarpe nere, storse il naso nel vedere l'abbinamento camicia da notte/scarpe col tacco, ma tanto era buio e nessuno l'avrebbe vista.
Prese in mano la sua bacchetta sussurrando lumos e andò verso il piano inferiore, dove c'era la grande cucina, aveva sete.

Una volta disettata ripensó alle parole che si erano insinuate nella sua mente.
Non era un sogno, oh no questo lo sapeva perfettamente, erano pensieri.
Pensieri altrui.

Secondo lei iniettare quel poco di pyrìnas non solo era stato uno spreco, ma poteva addirittura danneggiarli.
I suoi poteri, infatti, si erano messi a fare i capricci e col senno di poi non le sembrava neanche tanto strano aver udito i pensieri di chissà chi quella sera.
Una seccatura.
L'aveva detto a Judal, eccome se gliela aveva detto, lui aveva staccato gli occhi rossi circondati dalle perenni occhiaie, da quel verbale che doveva mandare alla casa madre, perché si c'era anche una casa madre, e l'aveva guardato preoccupato.
Era stato un attimo però e Johanna si chiese se non se l'era immaginato, se aveva voluto vedere della preoccupazione in quegli occhi tanto misteriosi, perché chissà...forse un pochino le sarebbe piaciuto.
Ma lei aveva spazzato via quei pensieri tanto futili quanto sciocchi, ricordandosi il motivo per cui era lì.
In ogni caso Judal l'aveva congedata con un < domani si ristabilizzeranno, sei brava >.
E non poteva non ammettere che quel “sei brava” le aveva fatto accelerare un po' i battiti del cuore.
Solo un po' però.
Poi si ridava della stupida perché in fondo si trovava lì proprio perché era brava, non perché ci volesse stare, sia ben chiaro.
Osservava la Luna e le sembrava così grande e bella e libera e quasi ne fu invidiosa perché anche lei agognava a quella libertà tanto amata, ma non poteva.
Semplicemente non poteva perché c'era in gioco qualcuno di terribilmente importante per lei e quindi non poteva e sarebbe rimasta anche tutta la vita in quella stupida associazione se l'altra persona sarebbe stata bene.
Troppo buona, eppure di quei tempi, di quei luoghi, la bontà sembrava una virtù andata dimenticata e lei non aveva proprio voglia di cambiare, di farsi cambiare.
Voleva rimanere la sincera, leale e diretta Corvonero che era sempre stata, anche se quei tempi sembravano ben lontani e ogni volta che ripensava ad Hogwarts spuntava un piccolo sorriso amaro.

“È inutile pensarci” si disse, mentre sciacquava il bicchiere e lo metteva a posto.
La loro misisone era ben lungi dall'essere conclusa.
Come poteva esserlo se non avevano ancora tutti i pezzi del puzzle?
La ragazza si diresse verso la biblioteca perché ormai era certa che il sonno le era scivolato addosso come l'acqua e tanto valeva rifugiarsi in quel luogo così bello e maestoso che forse era l'unica cosa che la faceva sentire bene, che la faceva sentire un po' più a casa.

Si avvicinò alla grande teca di vetro, quella che si trovava in mezzo alla sala, e la spostò come se contenesse chissà quale tesoro.
E in fondo era così.
Spostò la copertina vecchia come il mondo con una lentezza disarmante, come se fosse un uomo in procinto di morire e lei doveva essere il più delicata possibile per non farlo soffrire, come una di quelle infermiere dal sorriso dolce e le mani attente.
Ormai conosceva il contenuto di quel libro a memoria, ma non si stancava mai di leggerlo, ogni volta scopriva un dettaglio, un particolare che precedentemente le era sfuggito e ne rimaneva ammaliata.
Probabilmente si trovavano lì “grazie” a quel libro, eppure non ce la faceva ad odiarlo.
Rilesse con calma la storia dei tre maghi, dell'urna che catturò i peccati e della terribile guerra che ci fu tra virtù e peccati.
Infine lesse i nomi dei primi portatori di frammenti, piano, con una leggera titubanza.
Sfogliò le molte pagine che contenevano i nomi di tutte le persone che rappresentavano le reincarnazioni di peccati e delle virtù.
Vi era scritta la data di nascita e di morte, per chi non si trovava più in questo mondo, e c'era anche una minuziosa descrizione fisica degli anni migliori, non che fossero vissuti granché tutte quelle persone.
Nessuno aveva scritto quei nomi, quelle date, erano semplicemente apparsi, perché era giusto così, perché quello era un libro speciale e perché forse proprio per questo era tanto importante.
Arrivò al capitolo che trattava del pyrìnas, quello più corto e quello che le lasciava mille dubbi.
Pyrìnas ovvero nucleo.
Il nucleo del peccato o della virtù.
O il frammento, il peccato/virtù stesso/a, se vogliamo dirla tutta.
Non era spiegata bene questa questione e lei ci aveva rimarginato così tanto che alla fine era riuscita anche a trovar un modo provvisorio per prendere quel potere antico.
Il pyrìnas doveva essere grande pressapoco quanto una biglia, una piccola pallina che si trovava in chissà quale parte del corpo.
Una pallina di potere allo stato puro.
Quel potere si riversava nel sangue, e qui Johanna si era scervellata per capire come potesse essere così eterno, perché se il potere si “staccava” dalla pallina questa doveva via via rimpicciolirsi per poi scomparire, ma non sembrava così, forse si rigenerava, chissà.
Comunque il potere si riversava nel sangue, in mezzo a globuli rossi, piastrine e chi più ne ha più ne metta ed ecco che c'erano microscopici frammenti del frammento, e qua già si poteva fare confusione.
Ma il concetto era semplice in realtà, c'era il nucleo da cui si staccava frammentini che viaggiavano indisturbati nel corpo e donavano straordinari poteri al possessore.
Loro erano riusciti solo a prendere quei piccoli frammenti, e fa niente se avrebbero dovuto dire “Abbiamo preso i frammenti del Frammento” perché dire “abbiamo preso il pyrìnas gli faceva sentire un po' più vicini alla metà, ed era più veloce, sicuramente era più veloce.
Solo Dio sapeva cosa sarebbe successo se avessero preso il vero pyrìnas.
Probabilmente il loro poteri sarebbero stati duraturi e incredibilmente forti, senza avere il pensiero di doversi ricaricare continuamente con altri frammenti quasi come se fossero chissà quale oggetto babbano e avevano bisogno di quella corrente elettrica.
Questa era la visione positiva.
Ma come impiantare il pyrìnas nel corpo? E poi avrebbero retto tale potere o il loro corpo si sarebbe via via sgretolato? E come prenderlo dalle vere reincarnazioni? E infine cosa sarebbe stato di quei ragazzi?
Troppi interrogativi senza risposta vorticavano nella mente della rossa.
C'erano ancora troppe cose che non sapevano e, purtroppo, neanche quel libro così particolare sembrava auitarla.
Ma lei ci sarebbe arrivata.
Avrebbe capito, perché in fondo era la mente del Sole nero.
Perché se si trovava in quella prigione con la cella un po' più grande era per il semplice fatto che era brava.


~~~~~~~~~~

Hogwarts 1:12

È tutto nero, e sente freddo.
Apre piano gli occhi come se venisse al mondo per la prima volta.
Si trova dentro qualcosa di gelido che gli fa venire la pelle d'oca.
Acqua, o meglio dire Oceano o mare o forse un grande fiume, chissà.
Lentamente i suoi occhi si abituano al buio.
Vede delle alghe, spera siano solo alghe.
Il mare è freddo, silenzioso e pieno di terrori e l'unica cosa che vuole è andare via da quel posto tetro.
Vede dei sassi in fondo al mare, mischiati ad una sabbia fine che gli scivola via dalle mani velocemente, senza dargli il tempo di constatare quanto sia morbida al tatto.
Spalanca gli occhi quando si accorge che quei sassi di uno strano giallognolo non sono pietre bensì teschi.
Teschi umani.
Si sente sopraffatto dal terrore e un fastidioso ronzio risuona nelle orecchie.
Vuole andare via, subito.
Nuota verso l'alto, rendendosi conto solo ora che è immerso in quelle acque maledette da non sa quanti minuti eppure è ancora vivo e non ha intenzione di morire proprio ora.
È quasi arrivato in superficie.
La vede, luminosa e calda, sembra invitarlo, sembra sussurrargli che con lei sarà al sicuro.
Sta per spezzare l'agognata superficie, ma non ci riesce, qualcosa lo trattiene.
Vede delle alghe, incredibilmente grandi e calde e potenti, che lo trascinano nel fondo buio di quell'oceano, o mare, o fiume o chissà cosa.
Si agita e tutto quello che fa è perdere conoscenza piano piano.
Vede un sorriso.
È un sorriso con dei canini incredibilmente appuntiti, talmente tanto che non sembrano umani.
Poi vede degli uomini vestiti di nero sussurrare “lo abbiamo trovato”.
Sempre quegli uomini.
Fin da bambino.
Poi è solo il buio.

***

Luke si alzò dal letto, sudato e con gli occhi acquamarina spalancati.
Si passò una mano tra i capelli castano scuro che erano, lo sapeva fin troppo bene, arruffati in una maniera incredibile.
Non era la prima volta che si svegliava nel cuore della notte, le perenni occhiaie ne erano testimoni, sospirò nel pensare che probabilmente non sarebbe stata nemmeno l'ultima.
Aprì il cassetto di getto e posò lo sguardo sulla confezione di farmaci babbani.
La guardò un po', come se potesse dirgli cosa dovesse fare, poi richiuse il cassetto ancor più furente di prima.
Non aveva più bisogno di quella roba.
Si mise la maglietta che aveva lanciato precedentemente per terra, e fanculo che era il 4 novembre, lui aveva caldo.
Scese le scale per andare nella sala comune perché aveva bisogno di riflettere e il russare dei suoi compagni non era proprio un sottofondo rilassante.
Si stupì nel vedere che non era solo, e stava anche per tornare indietro perché non aveva voglia di parlare o condividere il suo momento di beata solitudine con qualcun altro, quando si sentì chiamare da una voce familiare.
Si sedette nella poltrona vicino alla suddetta voce famigliare che intanto aveva accesso una candela sul tavolo vicino.

< Non riesci a dormire, Monica? >
< Ho troppi pensieri nella testa, tu? >
< Qualcosa di simile >

Cadde uno strano silenzio, non che fossero tipi inclini a chiacchiere futili loro due, forse proprio per questo andavano così d'accordo.

< Ho fatto sesso con un ragazzo >
< Oh > risucì a pronunciare Luke
< E non volevo >
< Che cosa?! > il caposcuola si alzò di scatto tremante d'ira e di preoccupazione < dimmi chi è questo bastardo che ti ha costretta e giuro che non rimarrà nulla di lui, lo ucciderò con le mie stesse mani e lo farò in mille pezzi e il pezzo più grande sarà quanto un... >
< Non è questo che intendo > lo interruppe Monica
< Sono io che l'ho voluto > proseguì la ragazza
Luke si sedette guardandola male < credo di essere leggermente confuso... >
< Ceh, da una parte volevo, da un'altra no >
< Lo ami? >
< No, no davvero non è questo il punto. Volevo...volevo solo fare sesso! Ma non ero io, era qualcos'altro dentro di me che voleva, ma io non volevo, ma l'ho fatto perché quest'altra cosa voleva, e oddio è tutto così incasinato! >
< Respira...il tuo peccato? >
< Credo di si... >

Luke guardò la sua migliore amica torturasi le mani affusolate. In quella vestaglia sembrava una piccola bambolina che andava protetta e gli fece una tenerezza assurda, anche se l'aveva vista lottare e sapeva di cosa era capace.
Non era bravo con i rapporti umani, ancor di più con quelli fisici, ma appoggiò lo stesso la sua grande mano sulla spalla dell'amica in quella che doveva essere una pacca amichevole, o un abbraccio mancato.
In fondo sapeva che neanche a Monica piaceva il contatto fisico, o almeno pensava di sapere, perché sembrava così diversa perché la Monica che conosceva lui se ne sbatteva altamente dei ragazzi e non sarebbe mai andata con qualcuno così.
Non la stava giudicando, non lei, quella storia gli stava scombussolando tutti, lui per primo.
Lui che era sempre stato così calmo e freddo, con un piano sempre pronto si ritrovava ad essere sempre più iracondo.

< Beh...almeno con me sei sicura che non può succedere nulla >
Monica rise appena < lo so >
< Ti ho fatto ridere! Fantastico! E se posso chiedere da quanto hai capito che sono dell'altra sponda? >
< Al quarto anno >
< Sei sempre stata una buona osservatrice >
< Di solito chi se ne sta zitto è bravo ad ascoltare >
< Già >
< E tu invece cos'hai visto sta notte? >
< Chi ti dice che abbia visto qualcosa? >
< Supposizioni... >
< Supposizioni corrette. Comunque non lo so bene nemmeno io, ero immerso in un grande mare e non riuscivo ad uscire fuori perché delle alghe mi strascinavano, poi ho visto un sorriso dai canini appuntiti e... >
< E? >
Luke ripensò agli uomini in nero che da tempo immemore infestavano la sua mente.
< E nulla, faceva paura, e pensare che io adoro il mare! >
< Chissà cosa vuol dire...magari la nostra prossima battaglia sarà in acqua? >
< Non so... >

Il buio gli inghiottì di nuovo e con lui quel silenzio macrabo e surreale.
C'era una domanda che vorticava da un po' di tempo nella mente del ragazzo.
Un dubbio piccolo piccolo, che con l'ultima battaglia era andato a diventare una noiosissima e grande curiosità.
Ci pensava sempre di più e avrebbe tanto voluto una risposta.
Squadrò la ragazza chiedendosi se fosse il caso di chiederle una cosa tanto intima, però in fondo era la sua migliore amica, di questo ne era certo, e poteva starci il fatto che lui venisse a sapere di quella cosa. E comunque lei non doveva rispondere per forza, però tentar non nuoce, si disse.

< Monica, posso farti una domanda? >
< Che tipo di domanda? >
< Una un po'...personale >
Vide la ragazza assumere un'aria pensierosa, per poi scostarsi una ciocca marrone che era scivolata davanti agli occhi.
< Umh...va bene, però solo se anch'io potrò farti una domanda a mia volta >
< D'accordo > rispose quasi immediatamente, ormai aveva iniziato il gioco, tanto vale giocare.
< Ecco...soffri di una qualche disturbo della personalità? No è che a volte sembra di parlare con due persone completamente diverse, e poi durante lo scontro con quel Theodore mi hai insultato come se fossi uno scaricatore di porto, non è da te... >
Monica sgranò leggermente gli occhi e spostò lo sguardo sul candelabro, improvvisamente incuriosita dagli intarsi che erano stati scolpiti elegantemente.
< Si > rispose freddamente e Luke si sentì come quando trattieni il fiato sott'acqua.
Abbassò a sua volta lo sguardo non sapendo bene cosa dire, nonostante fosse lui ad averle fatto quella domanda.
< Si chiama Rimbaud > proseguì la ragazza < e fa tutto quello che non posso fare io >
< Tipo reggere il peso del tuo peccato? >
< Tipo provare le emozioni >
< È una malattia! >
< Rimbaud non è una...malattia, è me, un'altra parte di me, ma pur sempre me >
< Cosa intendi per provare le emozio... > Luke venne nuovamente interrotto dalla ragazza
< Cosa sono quei farmaci che ti prendi? >
< Quali farmaci?! >
< Non fare il finto tonto con me! >
< Io...beh ecco... > Luke si grattò il collo pensieroso, aveva detto che lui avrebbe risposto a una sua domanda, e lui era un uomo d'onore.
< Per l'ansia, ma per lo più per le allucinazioni >
< Allucinazioni? >
< Beh fin da piccolo avevo queste cose e ho sempre creduto fossero allucinazioni! Ora però quel biondo ossigenato di Nightray se ne esce con questa storia dei peccati e scopro che non sono allucinazioni bensì visioni, e io che mi sono dannato per tutto questo tempo a cercare di farle andare via! >
< Oh...capisco, beh effettivamente questa storia ci ha sconvolti, ma per lo meno ci ha dato qualche risposta >
< Esatto >
< Comunque non credo che Vincent sarebbe contento di sentirsi chiamare “biondo ossigenato”, so che è un biondo naturale >
< Vincent può bellamente mettersi un palo nel culo e non dare più fastidio >
< Ma quanto siamo volgari?! > disse Monica ridendo appena
< Proprio tu me lo vieni a dire?! Io che da bravo amico ero venuto a salvarti e tu hai iniziato ad insultare il mio potere, che per la cronaca ha salvato non una bensì due persone! >
< Ma davvero? E chi sarebbero queste fantomatiche persone? >

~~~~~~~~~~

< Oz, Blaze, io vado un po' fuori, mi dispiace che voi dovrete sopravvivere per delle ore senza vedere il mio incredibile fascino, sarà una dura sfida, ma credo in voi! >
< Sparisci idiota >
< Buona passeggiata Vincent > disse Blaze, per poi rivolgersi al suo compagno di dormitorio < oggi sei scontroso con lui più del solito e pensare che sono solo le otto di mattina >
< Tsk, è lui che è uno stupido idiota, esco anch'io >

Oz non ricambiò nemmeno il saluto dell'amico, troppo nervoso per qualcosa che neanche lui sapeva.
Ok, forse un piccolo dubbio ce l'aveva, magari la discussione avuta la mattina precedente con Vincent gli aveva lasciato l'amaro in bocca.
Naah doveva essere la stanchezza, si era proprio stanco, indipendentemente dalle almeno 10 ore di sonno che si faceva al giorno.
Decise di dirigersi in biblioteca, non per fare i compiti, questo mai, troppo noiosi a parer suo.
La biblioteca gli piaceva, aveva un'aria maestosa, antica, e poi si trovava sempre qualcuno da punzecchiare, giusto per vedere di che pasta era fatto.
Ghignò quando vide la sua prossima vittima.
Non che fosse priorio una vittima, si sentiva stranamente in dovere di ringraziarlo quindi si posò malamente su una sedia di fronte al Corvonero, scrutandolo con i suoi occhi azzurri (scacciò via quella vocina che gli ricordava che gli occhi erano lo specchio dell'anima o qualche cavolata simile).

< Quell'idiota di Blaze mi ha detto che quell'idiota di Luke gli si è buttato a dosso salvando il sopracitato idiota e anche me e per far tutto questo ha utilizzato la tua idiozia > disse velocemente Oswin
< Quindi siamo un branco di idioti che si para il culo a vicenda? >
< Si, qualcosa del genere >
< Bene, dopo che la mia lettura è stata interrotta da un'idiota credo che potrò tornare a fare i compiti, se permetti >
Thomas puntò lo sguardo sul grosso tomo ignorando lo sguardo di Oz fisso su di lui.
Non poteva non ammettere che gli dava leggermente fastidio, sentirsi osservato in quel modo mentre leggeva, beh...non c'era abituato.
Non che fosse un asociale o cose del genere, semplicemente preferiva i libri alle persone, ma se qualcuno avesse cercato di stringere amicizia non si tirava certo indietro.
L'unica cosa che Oswin non sembrava voler fare amicizia, ma più che altro infastidirlo.

< Posso fare qualcosa per te? > chiese Thomas col il chiaro intento di far trasparire il messaggio “sto studiando e non voglio essere disturbato, quindi sparisci”.
< Sei mai stato a letto con qualcuna? >
< Cosa? >
< Le preferisci more o bionde? Oppure sei più per un altro tipo di buco? >
< Mi prendi in giro? >
< Non mi sembri gay, ma chissà magari lo nascondi bene, sarebbe una bella scoperta per me! >
< Non sono gay...e abbassa la voce siamo in biblioteca >
< Umh...peccato >
Thomas sbuffò, l'aveva detto che quel tipo era particolare e gli avrebbe dato fastidio.

< Quindi sei mai stato con qualcuna? >
< Fatti gli affari tuoi >
< È giusto per sapere! >
< Beh non è una cosa che devi sapere >
< Quindi è un no, lo sapevo! Sei troppo tirchio per avere una ragazza, ma guarda che non c'è bisogno di tutti quei convenevoli, conosco parecchie amiche che ti scalderebbero il letto per una notte sola perché se continui così la mano ti si brucerà a furia di seg...>
< BASTA > urlò Thomas alzandosi di botto, per poi riabbassarsi leggermente imbarazzato sotto lo sguardo di rimprovero degli altri studenti.

< Basta così > sussurrò vicino alla serpe < si può sapere che diamine ti è preso? >
< Testavo! >
< Testavi cosa? >
< La tua pazienza, il pudore, l'esperienza, queste cose qui... >
< E cosa ha dedotto il signore dal test >
< Che sei un ragazzo raro! Un verginello dagli antichi valori! È difficile trovare persone come te oggigiorno! >
< Primo: che ne sai se sono vergine oppure no? Secondo: non è che tutti devono esser dei decerebrati che invece di pensare col cervello usano ciò che si ritrovano tra le gambe > rispose piuttosto scorbutico Thomas
Era vero che era vergine, ma non gli aveva mai dato troppo peso.
Non che le ragazze gli mancassero, aveva un viso che le sue coetane definivano “adorabile” anche se lui non ci aveva mai trovato nulla di particolarmente adorabile, e le pretendenti non gli erano mai mancate.
Ma semplicemente non faceva per lui, al quarto anno aveva avuto una storia che era finita nel giro di un mese.
Era stato definito un “tirchio che non ha mai tempo per me!” dalla sua adorata ex ragazza e da allora aveva capito che il gentil sesso era rumoroso, e gli faceva spendere tempo e soldi.
Che poi la sua ex era anche una tipa calma, figurati se fosse stata una di quelle ragazze spendaccione che pensavano solo alla moda.
Decisamente no, magari avrebbe messo su famiglia, ma più avanti quando sarebbe stato costretto, non ora. Voleva godersi quegli anni, e i suoi soldi e il suo tempo.

< È un vero peccato che tu non sia gay! >
< Finiscila con questa storia! >

~~~~~~~~~~

Prendeva molto seriamente il suo ruolo da prefetto, era una ragazza seria e ligia al dovere e pretendeva sempre moltissimo da se stessa, soprattuto nell'ambito scolastico.
Perciò, quando aveva ricevuto la tanto agognata spilla, ne era rimasta entusiasta e si era da subito impegnata per fare in modo che il suo lavoro fosse impeccabile.
C'era un'inica nota dolente in tutto quello: Blaze Mitchell.
Non che fosse mai stata presa in giro dal Serpeverde o cose del genere, tutt'altro.
Ogni volta si presentava con quel suo sorriso lucente e i modi impeccabili, raffinato come un principe d'altri tempi.
Forse era stato proprio questo a mettere in allarme Lilian: era fin troppo bravo.
Fin troppo perfetto.
C'era qualcosa che non andava in quel ragazzo, il luccichio sinistro che vedeva nei suoi occhi le faceva venire i brividi.
Nonostante quel mese lo avessero passato un po' insieme, tra allenamenti e il Sole nero era stato inevitabile, non era riuscita a capire proprio nulla di lui, lui che sembrava nascondere una personalità ben diversa da quel che appariva.
Invece lei si sentiva nuda sotto il suo sguardo e questa cosa non le piaceva per niente.
Non che fosse una stupida, il capello parlante ci aveva messo ben sette minuti (se lo ricorda bene, era sotto lo sguardo di tutti ed era imbarazzatissima) a scegliere se la sua casa fosse i Corvonero oppure i Tassorosso, dove era effettivamente stata collocata; e infatti spesso riusciva a rigirare la situazione a suo favore.
Ma non con lui.
Motivo per il quale non era propriamente felice nell'essere stata accoppiata con Mitchell nella ronda notturna.

< Vincent mi ha detto che hai una specie di stalker, spero che questo non ti crei troppo disturbo >
Emise un basso ringhio, squadrandolo di sbieco: perfetto, come al solito. Così perfetto da far sentire il resto del mondo dei piccoli vermiciattoli.
< Tsk, Nightray dovrebbe imparare a farsi i fattacci propri >
< Credo che questo sia impossibile > ammise in una risata cristallina, quanto finta (a detta della ragazza).
< Inoltre ha continuato a blaterale che secondo lui si tratta del ragazzo gufo del Sole nero, Edgar mi pare sia il suo nome, se fosse davvero così sarebbe un'occasione d'oro >
< Quale parte di “occasione d'oro” non mi è chiara, signorino? >
< Intendo dire che potresti ricavare informazioni utili, lui sarà sicuramente qui per questo, non hai voglia di vendicare i tuoi amichetti? >
Lilian aggrottò le sopracciglia ripensando a ciò che avevano fatto a Jewel e Matthew, gli avevano risucchiato qualcosa anche se la ragazza continuava a dire che andava tutto bene, e non sapere di preciso di cosa si trattasse la faceva mandare in bestia.
< Non farò il doppio gioco se è questo che chiedi Mitchell, non sono quel tipo di persona >
< Lo immaginavo...beh almeno non farti scappare il fatto che siamo messi davvero male >
< Non siamo messi male e io non sono un'idiota! E poi tu e Nightray state viaggiando troppo di fantasia, c'è una piccolissima possibilità che si tratti davvero di quel tipo! > sbottò Lilian.
Ok, era una piccola bugia.
Beh forse non tanto piccola.
La ragazza diede le spalle ala serpe per non fargli vedere le guance leggermente tinte di rosso.
Va bene era una grande bugia e lei era in un mare di guai.

Inizio flashback

Era successo quello stesso pomeriggio, quel giorno in cui avevo mandato la lettera col fatidico “chi sei?”.
Non avevo ricevuto alcuna risposta, o almeno non come me lo aspettavo io, con uno stupido gufo che mi portava una pergamena con un nome.
E invece no, me l'ero ritrovato direttamente davanti, all'improvviso e quasi tiravo un urlo.
Lui mi aveva tappato la bocca con una delle sue grandi mani e mi aveva trascinata dietro un albero.
Era calda, la mano intendo.

< Per favore, per favore, per favore, non urlare! Non ti voglio fare nulla! Ora ti lascio ok? Tu però non urlare e non scappare, per favore >
Annui incerta e lui mi lasciò andare per davvero.
Io invece feci due passi indietro, due passi da tipo 1.50 ciascuno (e chi lo sa come ce l'ho fatta visto la lunghezza poco considerevole delle mie gambe) giusto per tenermi lontana dal tipo.
Che sul serio non sapevo che fare: se spalmarmi la mano in faccia perché quell'idiota del Nightray aveva ragione, se ridere, scappare o denunciarlo per stalking.
Nel dubbio tirai fuori la bacchetta e sibilai acida un expelliamus.
Mi sembrò parecchio stupito mentre si faceva un bel salto all'indietro.
Quando si rialzò temetti davvero che fosse arrabbiato e invece si mise a ridere, davvero, a ridere! E disse qualcosa come < Ehy, ehy, ehy tu si che hai carattere! >
Beh io ero abbastanza interdetta e non voglio nemmeno immaginare la faccia da pesce lesso che feci in quel momento.
Quando gli chiesi chi fosse, come se non lo sapessi, mise giù un broncio infantile incrociando le braccia al petto e quasi non si metteva a piangere perché < la ragazza carina si è dimenticata di me! Non è giusto, non può essersi dimenticata di me! >
Come se mi potessi dimenticarmi del ragazzo che due giorni prima mi aveva salvato la vita.
Comunque la situazione era piuttosto imbarazzante perché mi ritrovai a farlo sedere e a consolarlo dicendoli che si, sapevo chi fosse, che si chiamava Edgar, ma che volevo essere sicura, tutto qua.
E lui mi aveva fatto un sorriso bellissimo, uno di quelli in cui si vedono tutti i denti, uno di quelli genuini e spontanei.
Ne rimasi colpita, devo ammetterlo.
Era sincero, e mi era sembrato proprio un bambino a sorridere in quel modo, senza paura e senza barriere.
In quel pomeriggio capii una cosa di Edgar: era un bambino, un bambino in un corpo da ragazzo.
Anzi, era proprio un sempliciotto.
Un adorabile sempliciotto.
Tralasciando il fatto che indossò una divisa Grifondoro dietro un albero, e anche qui non voglio sapere come diamine abbia fatto a trovarla.
Nè come abbia fatto ad entrare indisturbato a scuola.
Comunque quasi mi costrinse a trascorrere il pomeriggio con lui perché < mi sono fatto tutta questa strada è la ragazza carina mi ignora! >
< È Lilian, idiota! >
Devo ammettere però che è stato divertente, assurdo, ma divertente.
Edgar è quel tipo di persona che fatichi a incontrare.
Spontaneo.
Quando mi aveva fatto quel complimento pensavo che fosse uno di quei dongiovanni che mirano a portarsi le ragazze a letto, e invece no!
In ogni caso avevo capito tutto e niente di lui.
Parlava, parlava tantissimo e ininterrottamente.
Quando raccontava qualcosa si agitava un sacco e faceva un sacco di gesti con le mani, la sua voce profonda coinvolgeva tantissimo nella storia, come se la stessi vivendo tu stesso.
Scoprii che aveva un fratello gemello, un certo Erik, ma che erano l'uno l'opposto dell'altro.
Che venivano dall'America, ma si erano trasferiti in Russia e poi in Inghilterra e la sua vita sembrava un casino assurdo.
Quando Edgar si accorse del lago nero, e non chiedetemi come ha fatto a non accorgersene prima, mi ha letteralmente trascinato in una parte piuttosto isolata.
Devo ammettere che in quel momento ebbi un po' di paura ed avevo preso in considerazione l'idea di lanciargli qualche incantesimo.
Poi però si era fermato di colpo, si era tolto le scarpe rosso accesso, si era alzato i pantaloni color panna e si era immerso con i piedi nel lago.
A quel punto iniziai a gridare in modo isterico, e se ci ripenso me ne vergogno molto, e gli urlai che era pericoloso, che c'era la piovra gigante e chissà quale altri mostri.
Lui ovviamente si mise a ridere forte e mi raccontò di quella volta che era stato morso da un verme gigante che faceva davvero schifo.
Quando il buonsenso tornò, il ragazzo si distese sull'erba umida a circa mezzo metro di distanza da me.
Mi guardava ridendo perché ero ancora rossa di rabbia, ma che ci potevo fare io se era un irresponsabile?!
Peggio di Jewel, decisamente!
Lei è un tornado, letteralmente, ma un minimo di sale in zucca ce l'ha!
Mentre Edgar...beh lui è un bambino spericolato, punto.

< Sono contento di esser venuto fin qui! Se il capo lo scoprirà mi sgriderà di certo, ma ne sarà valsa decisamente la pena! >
< Se ti sgrida è tutta colpa tu! Agisci d'istinto senza pensare alle conseguenze! >
< Già..eh eh eh > disse grattandosi la testa, mentre le guance erano leggermente tinte di rosso.

Chiusi gli occhi concentrandomi sul suo respiro.
Calmo, ma in qualche modo potente.
Aprii piano gli occhi puntandogli sul cielo che si stava tingendo dei colori del tramonto.
Quel pomeriggio ero stata...bene.
Si bene, perché Ed è un tipo divertente e ti fa sentire a tuo agio.
Ma non potevo.
Mi alzai di scatto.
Per tutto quel pomeriggio avevo ignorato quella vocina che mi gridava fastidiosa quanto fosse sbagliato per lui.
Ma ora non ne potevo più.
Lui e i suoi compagni avevano quasi ucciso Jewel, e Matthew, i mei amici.
Avevano quasi ucciso me.
Si ma lui ti ha salvato.
Lui è diverso.
Ignorai quell'ennesima vocina fastidiosa che a quanto pare voleva solo farmi impazzire.
Era come se dentro di me si stesse combattendo una guerra sanguinosa.
Cuore e ragione.

< Ehy dove stai andando Lily? >
< Non va bene > dissi gelida, dandogli le spalle < Tu sei un nemico, e avete cercato di ucciderci, avete fatto del male ai miei amici e questo non posso dimenticarlo, devi andartene >
La mia voce era ferma, ma dentro di me sentii che qualcosa si era spezzato.
Non ero tanto sicura delle mie parole.
Lo osservai con la coda dell'occhio.
Aveva abbassato lo sguardo e sembrava incredibilmente triste.
Assomigliava ad un cucciolo abbandonato e la voglia di abbracciarlo era fortissima.
Fece un passo verso di me, e poi un altro, fino a quando non si mise davanti a me, dandomi la schiena.
Aveva una schiena così grande, sembrava che potesse trasportare qualsiasi peso.
Senza darmi il tempo di capire cosa fosse successo mi prese per i fianchi, fece spuntare le sue ali e in un attimo eravamo nel cielo, io su di lui come se fossi un sacco di patate.
Urlai, e le mie urla si mischiarono alla sua risata.

< Fammi scendere immediatamente, giuro che ti infilo la bacchetta su per il cul...AAAAAH fammi scendere >

Non so come ero viva.
Viva e in cima alla torre di astronomia.
Sempre lì dovevano succedermi le cose strane.
Agii d'istinto e lo presi per le spalle scuotendolo violentemente (in realtà alle spalle non ci arrivavo minimante, tant'è che lo presi per i fianchi e a pensarci adesso sarò sembrata parecchio ridicola).

< Che diamine ti è preso?! Volevi uccidermi brutto idiota che non sei altro! E smettila di ridere, sono seria cazzo! >

Edgar mi ignorò bellamente e si sedette a gambe incrociate.

< Il tramonto è davvero bello >
< Cosa? >
< Qui inoltre c'è una vista mozzafiato >
< Ma mi ascolti quando ti parlo?! > sbottai
< C'è quella storia babbana > proseguì lui, con uno sguardo stranamente serio rivolto verso una rondine che svolazzava nel cielo.
< C'è lei e lui, ma lei muore e pure lui e...oddio com'è che si chiamava? > chiese prendendosi la testa tra le mani.
Risi appena perché era davvero buffo mentre si concentrava così tanto.
< Umh...prova a raccontarmi la trama, magari capisco di quale libro stai parlando >
Gli occhi di Edgar si illuminarono mentre prese ad annuire forte intanto che io mi sedevo vicino a lui.
< Ecco...ah sì! Erano di famiglie rivali, ma si amavano e quindi escogitano un casino assurdo ma poi muoiono entrambi come dei fessi! >
< Romeo e Giulietta! >
< Ah si sì quello >
< S-stupido, è il più celebre romanzo romantico tra i babbani, come facevi a non ricordarti il titolo! > esclami fingendomi irritata, giusto per nascondere il rossore.
Diamine ci aveva appena paragonati a Romeo e Giulietta!
< Ahahah non sono stato mai bravo a ricordarmi i nomi >
< Si ho notato, comunque che c'entra adesso? >
< Ma è ovvio! Sono stai proprio degli stupidi a morire in quel modo, se fossi stato io avrei trovato una soluzione! Sei fossi stato io Romeo avrei trovato un modo per far vivere entrambi! Facciamo sempre delle scelte, a volte sbagliate, ne so qualcosa eh eh, ma l'importante è decidere per se, non bisogna far in modo che il destino controlli la nostra vita, dobbiamo essere noi i padroni assoluti di essa! Beh era questo che ti volevo dire > concluse con un altro dei suoi sorrisi e gli occhi ambra puntati nei miei.
< Quindi continuerò a scriverti, rispondi però eh! Ci tengo! >
Edgar fece riapparire le ali da gufo e mise un piede sul parapetto pronto a prendere il volo, ma senza sapere il perché lo bloccai.

< P-perché io? >
< Perché cosa? >
< Perché hai fatto tutta questa strada per venire da me, se non mi conoscevi nemmeno? > dissi con lo sguardo basso e le guance in fiamme
< Umh...è stata una sensazione a pelle, mi sei sembrata subito una bella persona! Non credo ci sia un vero perché, è così è basta! > disse senza un ombra di imbarazzo

Così e basta sussurrai mentre il tessuto della maglia nera scivolava via dalle mie dita e il ragazzo-gufo si confondeva tra le nuvole.
Caddi a terra sospirando rumorosamente.
Ero decisamente sfinita e avevo un mal di testa assurdo.
Eppur non sapevo spiegarmi quel sorriso, o forse non volevo.
Dopotutto non si era arreso.

Saltai, letteralmente, quando sentii una voce ben poco virile gridare un < awwww >
Voltai la testa con fare allarmato trovando,i davanti ad uno spettacolo decisamente...sconcertante.

< Lo sapevo! Lo sapevo! >

Vincent Nightrau stava saltellando per la torre con le mani incrociate al petto e gli occhi a cuoricino.

< La Ledgar può diventare canon! >

C-Canon?!

< Cosa stai dicendo stupido di un Nightray?! >
< Ma non è ovvio! > disse afferrando le mie mani e avvicinandosi pericolosamente al mio viso
< Vi shippo! > sussurò ancora docciato
< Ci...shippi? > chiesi non capendo minimamente il significato di quella parola
< Esattamente, ma 'sta tranquilla Lily-chan, sarà il nostro segreto! > disse facendomi un occhiolino malizioso per poi sparire.
Che poi vorrei capire da quanto tempo fosse lì.
Sbuffai.
Succedevano sempre cose starne suono torre di Astronomia.

~~~~~~~~~~

< È. Un. Grandissimo. Stronzo >

Natasha schivò l'ennesimo cuscino che l'amica da una decina di minuti stava lanciando interrottamente rendendo il dormitorio un campo di battaglia.
Fortuna che c'erano solo loro due.

< Jewel perché non ti siedi, magari ti calmi, e mi dici di chi stai parlando? >
< Di Nathaniel ovviamente! È un grandissimo troio >
< Troio... >
< Esatto è un troio! >

Natasha sbuffò lasciandosi cadere su uno dei cuscini finiti per terra.
Che lei fosse impaziente era ben noto, ma quando c'era di mezzo la sua migliore amica qualcuno lassù l'aiutava a trovare un po' di sano auto-controllo che non la faceva impazzire, bensì, spesso riusciva a risolvere i problemi della suddetta amica, anzi doveva ammettere che in generale era proprio brava a dare consigli e ad ascoltare chi era in difficoltà.

< Cosa ti ha fatto da essere un troio? >
< È lunatico quel ragazzo! Cambia idea di continuo! >
< Si ma forse è dovuto alla sua doppia person... >
< HO CAPITO! >
< Cosa? > chiese un po' terrorizzata Natasha
< Ha le sue cose! È l'unica spiegazione >
< Jewel...Nath è un ragazzo >
< Ne sei sicuraaaa? Chissà che non è così nervoso perché nasconde la sua vera natura! >

Natasha scoppiò a ridere seguita a ruota da Jewel.
Le due iniziarono una terribile gara di solletico dove Natasha aveva sempre la meglio, JJ lo soffriva troppo!
Quando si furono calmate si sedettero entrambe sul letto della bionda e ben presto il sorriso fu sostituito da un'espressione triste.

< Ehy, vuoi dirmi che c'è che non va? >
< Non lo so Nathy...non ci capisco più nulla. Io...io non so quasi più come trattarlo e non so più cos'è per me >
< Ti sei innamorata? > chiese dolce la mora
Jewel fece una faccia da cucciolo bastonato guardando il pavimento < Forse si >
< Beh ma è fantastico! >
< Per niente! Mi sono innamorata del mio migliore amico! Non voglio rovinare la nostra amicizia! >
< Capisco le tue preoccupazioni, ma secondo me devi un po' indagare, capire se hai qualche possibilità >
< Non ne ho! > sbottò all'improvviso Jewel < proprio oggi mi ha cacciato via malamente! >
< È per questo che sei arrabbiata? >
< Si...è uno stronzo > disse JJ rifugiandosi tra le braccia dell'amica che prese a coccolarla dolcemente, come se fosse una sorta di sorella maggiore.
< Forse è solo un po' scosso, tre giorni fa rischiavamo tutti la vita, e poi non credo abbia ancora accettato il suo essere un peccato, credo che abbia bisogno di più tempo >
< Ma io dove lo trovo tutto questo tempo? Sai benissimo che non riesco a stare ferma un minuto! >
< Lo so, ma per amore si devono fare dei sacrifici, a volte la persona che amiamo è la più insospettabile e quando abbiamo raggiunto questa consapevolezza dobbiamo affidarci al nostro cuore, alla volontà, e al tempo > disse leggermente rossa in viso, ma con un sorriso dolce ad incresparle le labbra.
< Mi sa che hai ragione, grazie mille Nathy sei la migliore amica che qualsiasi essere umano possa desiderare! >
< Ahahaha addirittura! Mangiamo una ciambella, ti va? >
< SIII! Ciambella! Ciambella! >

~~~~~~~~~~

Matthew stava sistemando dei panni mentre osservava l'amico intento a mirar il soffitto.
Era evidentemente nervoso, e la sua espressione (una sorta di misto tra tristezza e rabbia) gli imponeva di aiutarlo.
Beh forse è meglio dire che semplicemente lo voleva aiutare, perché erano amici, no?
E poi nella vecchia casa abbandonata, dove era stato tenuto prigioniero, aveva capito una cosa.
Doveva cambiare.
Doveva diventare più forte, per lui e per i suoi amici. Doveva cercare di vincere la timidezza!
Strinse il pugno respirando profondamente.

< Emh...quindi cos'è successo con Jewel? >
< Da quando non ti fai i fatti propri? >
< Da quando tu stai diventando un emo depresso! >

Nathaniel alzò il sopracciglio destro in direzione dell'amico, era sinceramente sorpreso dalla grinta con cui gli aveva risposto.
Abbassò lo sguardo.
Lo stava rifacendo.
Stava facendo soffrire le persone a lui fare.

< Ho fatto la cosa giusta >
< Da quando gridare addosso ad una ragazza è una cosa giusta? >
< Mphf...beh forse ho sbagliato il metodo, ma così lei sarà arrabbiata e si allontanerà da me >
< Ma perché?! Perché vuoi allontanarla? Siete ottimi amici e lei ti vuole un sacco bene! >
< È PROPRIO PER IL SUO BENE CHE LO FACCIO! > urlò Nathaniel alzandosi di scatto
Matthew sospirò appoggiando una mano su un fianco.

< Scusa se sono schietto, ma hai un modo contorto di ragionare. Voglio dire, mi stai dicendo che per farle del bene la allontani, ma così facendo la fai stare male >
< All'inizio, poi si dimenticherà >
< Oh sì, come se Jewel potesse dimenticarsi del suo migliore amico >
< Lo farà per forza >
< E tu? >

Nathaniel sgranò gli occhi.
E tu?

< Anch'io mi dimenticherò di lei >
< Subito guarda >
< Dopo un po' >
< Almeno posso sapere perché ti è rivenuta questa illuminazione che tu le farai del male? >
< Non sono come voi > disse aggrottando le sopracciglia < sono un peccato, sono cattivo, una mela marcia, e ho una doppia personalità che continua a ribadirlo, e ha ragione... Non voglio che Jewel venga...contagiata >
< Contagiata? Ti senti quando parli?! Stai dicendo solo un mucchio di schiocchezze, tu sei una bellissima persona! >
< Non è vero! >
< Lo è, e smettila di deprimerti così! Vai a dire queste cose a Jewel se hai il coraggio! >
< C'eravamo quasi baciati >

Matthew sgranò gli occhi per poi assumere un'espressione stupita.
< Oh...oh, è...fantastico no? >
< Sei ancora innamorato di lei? >

La domanda arrivò all'improvviso, come una doccia fredda che faceva dannatamente male.

< È cosa vecchia, risale all'anno scorso, se...se ti stai facendo tutti questi problemi per questo...io, tu devi stare tranquillo. Tra noi non può funzionare >
< Non è solo questo. Sono fermamente convinto di quello che ho detto prima, considerando anche il fatto che metto in gioco la sua amicizia e quella tra di noi, è meglio se io e lei non ci parliamo per un po'. Soffriremo all'inizio, ma sarà meglio così, per entrambi >

Matthew abbassò la testa cercando le parole per dissuadere l'amico.
Ma non le trovava.
C'era un tempo che aveva odiato Nathaniel.
Era stato al quinto anno e lo odiava per amore.
Perché era geloso di lui e Jewel.
A ripensarci si odia per aver provato un sentimento tanto meschino, e gli viene da ridere se pensa che adesso è proprio Nathaniel la reincarnazione del peccato dell'Invidia.
Comunque la ferita era guarita, credeva.
Ci aveva messo tanto tempo, due anni circa, perché ci credeva davvero in quell'amore impossibile, ma alla fine era andata com'era andata.
Era diventato il fratellino tenero di Jewel, o qualcosa del genere.
Se almeno avesse avuto il coraggio di dichiararsi, magari non avrebbe avuto tutti quei rimpianti.
Comunque in quegli anni ce l'aveva messa tutto per vedere la ragazza come una grande amica, nient'altro che un'amica, e deve dire che ce la sta facendo piuttosto bene.
Il capitolo “amo pazzamente Jewel” per lui era chiuso, certo a ripensarci faceva ancora male, e forse una punta di invidia la provava ancora per Nathaniel.
Scosse forte la testa.
No, doveva essere felice per il suo amico, non sapeva nulla del suo passato, ma doveva essere uno che aveva sofferto parecchio, quindi se lui e JJ sarebbero diventati una coppia sarebbe stata una bella notizia.
Una bellissima notizia.

< Andiamo in Sala Grande, ti va Nath? >
< Ok... >

Proprio una bellissima notizia.

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I capelli corvini gli scivolavano tra le mani come se fossero fili di seta.
Il corpo caldo aderiva perfettamente a quello della sua amica con benefici.

< Vinc sei stato fantastico anche sta sera > disse con voce civettuola la ragazza del sesto anno.
< Sai mi hanno detto che Lorena Twin si è messa con quel cesso di Park! Come ci si fa a mettersi con Park! >
< Chissà...dicono che l'amore è cieco >
< Si, ma lui proprio non si può vedere >

Vincent ghignò per nascondere la sua irritazione.
Liza era proprio brava a letto, ma quando si trattava di parlare l'avrebbe uccisa.
Li faceva schifo con quanta superficialità muovesse le labbra.
Però doveva ammettere che con quel tipo di ragazze per lo meno era sempre informato sul gossip.

< Inoltre... >

Decise che ne aveva avuto abbastanza della voce da oca della ragazza, quindi optò un bacio focoso per spegnere quel rubinetto di parole che presto sarebbe esploso.

< Umh...come siamo passionali sta sera! > disse con una punta di finta innocenza nella voce.
< Solo con te > le sussurrò all'orecchio

Solo con te
Certamente...

“Chiodo scaccia chiodo” aveva detto Eleanor, ma a quanto pare quel chiodo era troppo debole.
E pensare che l'aveva fatta venire nel suo dormitorio, con Oz che stava a tipo due metri di distanza!
Ovviamente il signorino si era messo dormire come se nulla fosse.
Beh in fondo c'era abituato, ma non era questo il punto!

Si alzò di scatto ignorando le lamentele della ragazza.

< Scusa è che oggi non mi sento tanto bene, continuiamo un altro giorno va bene? > disse Vincent dandogli le spalle
< Oh poverino! Quanto mi dispiace! Vuoi che ti prenda qualcosa? >
Quanto è falsa
< No grazie, va' via, non vorrei svegliare gli altri > disse facendogli un occhiolino dannatamente forzato.
La ragazza ridacchiò e si rivestì in fretta andando nel sua camera silenziosamente, per non farsi scoprire.

Quando se ne fu andata si vestì anche lui, prese un pacchetto di sigarette babbane e fece volare il suo prezioso corvo, Kuroo, dove sapeva lui.
A grandi falcate si diresse verso la torre dei Corvonero.
Aveva un sacco di confusione in testa e voleva stranamente parlarne con una persona amica.
Aspettò pazientemente vicino alla porta quando 10 minuti dopo una figura avvolta in una vestaglia di velluto blu lo incenerì con lo sguardo.

< Porca miseria biondino ossigenato, non è possibile che ogni volta mandi quel tuo dannato corvo a svegliarmi! >
Vincent fece posare Kuroo sul suo braccio e prese a coccolarlo piano.
< Non ti preoccupare piccolo mio, non ascoltare questa brutta cattivona, sei bellissimo amore del papà >

Eleanor sbuffò e lo guardò contrariata.

< Che vuoi alle 11 di sera? >
< Andiamo nella camera delle necessità >
< Che cosa? >
< Devo parlarti, è importante > per convincerla assunse la sua posa da cucciolo e la ragazza, sbuffando, iniziò a camminare.

La stanza aveva assunto l'aspetto di un accogliente salottino, con tanto di fuoco scoppiettante e divanetti comodi.

< Allora di cosa vuoi parlarmi? Ancora Oz? >
< No, beh anche, ma non adesso >
< Quindi cos'è? >
< In realtà non avevo mai parlato con una persona così, non mi piace che la gente sappia qualcosa di me, ma questa cosa mi sta assillando da un po' di giorni e inizia ad essere fastidiosa >
< Ti capisco, però a volte parlarne con qualcuno può aiutare >
< Immagino di si... >
< Quindi, di cosa si tratta? >
< Quando stavo combattendo contro il ragazzo-gufo alla villa abbandonata stavo per...perdere il controllo >
< In che senso? > chiese seria la ragazza
< Hai visto quella palla enorme e nera sospesa in aria? >
< Certo che l'ho vista! Anche se stavo combattendo era impossibile non notarla, centri qualcosa? >
< Vi avrebbe ucciso tutti >

Gelo
Eleanor spalancò gli occhi.
Si alzò lentamente dirigendosi verso il camino.
Puntò lo sguardo nelle fiamme ardenti.
Prese una scopa che c'era lì vicino.

< BRUTTO IDIOTA! >
La Corvonero iniziò a inseguire Vincent per poterlo brutalmente picchiare con la scopa.
< Oddio Elly sei assatanata! Vade retro! >

Dopo due minuti abbondanti Vincent riuscì a prendere la scopa e buttarla nel camino.
Quell'arma maledetta doveva sparire.

< Ma sei scema?! >
< Lo scemo sei tu! Potevi ucciderci! >
< Si ma che reazione è la tua? Sembri una vecchietta indemoniata! >
< Non osare darmi della vecchietta Vincent Nightray! >
< Oh oh oh vec~chiet~ta! Vecchietta! Vecchietta! >

Vincent scoppiò a ridere, una risata vera di quelle che non faceva da tempo, e anche Eleanor si lasciò andare ad una tenue risata, per poi tornare seria e assumere un cipiglio preoccupato.

< Quindi l'hai fatta perché sei stato sopraffatto dal tuo potere? >
< Si... >
< Come hai fatto ad accorgertene >
< Credo sia stato l'urlo di Lilian, mi ha come risvegliato, ma se lei non fosse caduta, io forse l'avrei lanciato davvero quel colpo > disse prendendosi la testa tra le mani
< Anche a me...anche a me sta succedendo sempre più spesso, mi risveglio tra le braccia di ragazzi e neanche mi ricordo di averci parlato. È orribile è come se fosse un'entità che mi controlla...che sconnette il mio cervello, è come se... >
< Come quando la tua seconda personalità prende il sopravvento? >
< COSA? Tu come...come fai... >
< L'ho scoperto al quinto anno, ma non te ne ho mai voluto parlare, pensavo che prima o poi ti fossi aperta tu, e infatti lo stavi per fare >
< Sei incredibile! È assurdo, è un segreto che non ho mai rivelato a nessuno, come diamine hai fatto a scoprirlo?! >
< Ho i miei assi nella manica > disse con sguardo furbetto < comunque è una cosa seria, è una malattia e devi farti curare >
< Tsk, come se non lo stessi facendo Mr. perspicacia >
< Umh...ti credo, però se c'è qualcosa che non va avvertimi! >
< Da quanto sei così premuroso verso gli altri? >
< Suvvia Elly, mi dipingi come un essere mostruoso quando invece sono una persona fantastica e dolcissima! >
< See > disse la ragazza ridendo

~~~~~~~~~~

< Ma guarda chi c'è?! >
< Tsk, non posso nemmeno venire in Sala Grande adesso? >
< Certo che puoi, io non ti fermerò di certo! >

< Jewel smettila di aggredire Nathaniel >
< Non lo sto aggredendo Nathy, anzi gli ho detto di che può andare in Sala Grande quando vuole! >

< Nath non fare il bambino, smettila di guardarla male! >
< Io non sto guardando male proprio nessuno Matth! >

Natasha e Matthew sospirarono contemporaneamente, quei due quando si arrabbiavano erano impossibili, dei veri bambini!

Jewel e Nathaniel incrociarono le braccia al petto lanciandosi uno sguardo di sfida, la ragazza poi si girò di scatto ignorando completamente il Grifondoro.

Matthew intanto si avvicinò cautamente a Natasha, voleva capire meglio la situazione visto che l'amico non era stato tanto chiaro con le spiegazioni.

< Emh...ciao Natasha, scusa ma tu sapresti dirmi cos'è successo? Ceh, cos'è che si sono detti? >
< In realtà neanch'io ho capito bene la discussione, ma a quanto pare Jewel era andata da Nathaniel e lui gli ha detto che dovrebbe essere più attenta perché se non avrebbe infranto le regole non sarebbe stata catturata, allora hanno iniziato una discussione assurda e poi Nathaniel se n'è uscito con qualcosa tipo che è meglio che si allontanino un po' perché a quanto pare il suo peccato sta avendo delle brutte conseguenze anche su di lei. Se posso dire la mia è un'incredibile baggianata dato che Jewel è sempre stata così fin dal primo anno, quindi questa mi sembra una scusa bella e buona >
< Già, lui pensa che sia “indegno” come se fosse completamente buio, non so non riesco a capirlo completamente, però mi fa male vederlo così... > disse con voce affranta
< Già è un vero peccato che litighino in questo modo quando si capisce che non vedono l'ora di passare del tempo insieme >
< Esatto... >
< Anzi se si mettessero insieme sarebbe proprio una bella cosa, a parer mio ci stanno mettendo fin tropp tempo ahah >
< Eh eh già... > distolse lo sguardo Matth

~~~~~~~~~~

Fuori pioveva, ma nella grande sala si stava bene.
C'era un bel fuoco scoppiettante prodotto da Alastair, il quale continuava a vantarsi delle sue grandi capacità di controllo dei poteri, nonostante il frammento di pyrinas che si era impiantato stesse finendo.
Quando Edgar apparve sulla soglia era bagnato fradicio, ma aveva un grande sorriso a contornarli il volto, come al solito del resto.

< Tu guarda Mr. Sorriso è ritornato, si può sapere dove sei stato? >
< Questo non posso dirtelo Mariska, anche se vedo che muori dalla voglia di saperlo. Mi commuove sapere che ti preoccupi per me >
< Tsk preoccupazione, ti piacerebbe. Sai speravo che fosse la volta buona che morissi, è un vero peccato >
< Purtroppo per te ho la pellaccia dura, non sarà così semplice togliermi dalla circolazione >

I due si lanciarono uno sguardo di sfida mentre la ragazza digrignava i denti.
Non lo sopportava, per niente.
Le dava sui nervi con quel suo sorriso costante, cosa aveva da ridere tanto?!
Senza contare il fatto che impediva lei e il suo amatissimo uomo di stare insieme!
Si erano già sposati e avevano ben 4 figli e lui si impicciava sempre!
Beh in realtà erano sposati solo nella mente della mora, e anche i figli non erano che frutto della sua immaginazione, ma era sicurissima che prima o poi il suo adorato Erik avrebbe aperto gli occhi.
In fondo se non aveva ancora ceduto alle sue avances era sicuramente colpa di quell'idiota di suo fratello, Edgar.

Mentre Mariska era immersa nell'ennesimo sogno ad occhi aperti, mentre era circondata da 30 bambini dai capelli blu elettrico, Malaika affilava i suoi stili e Theodore si fumava una sigaretta.
Erik invece giocava agli scacchi dei maghi con Johanna.

< Mi hai sconfitto di nuovo, complimenti >
< Grazie...beh è questione di pratica immagino >
< La pratica aiuta molto > rispose Theodore

Johanna spostò lo sguardo su Malaika.
Si trovava vicino al fuoco e stava affilando le sue armi con molto impeto, aveva uno sguardo piuttosto corrucciato e sembrava parecchio nervosa.

< C'è qualcosa che non va Malaika? > chiese premurosa Johanna
< Vorrei capire perché il capo non ci ha fatto prendere tutti gli insetti, eravamo in netto vantaggio e a questore avremmo ancora più pyrinas dalla nostra parte >
< Sono sicura che se Judal ha fatto così un motivo ci dev'essere, non fa nulla per caso e probabilmente il suo vero intento ci sfugge >
< Tsk, infatti a volte potrebbe parlarci un po' meglio dei suoi veri piani, mi so coca questa cosa di essere usata come una marionetta >

< Figurarsi se alla mezza-vampira gli va qualcosa a genio >
< Hai detto qualcosa brutta gattaccia?! >

Le due ragazze, Mariska e Malaika, si alzarono di scatto facendo sbattere la fronte l'una contro l'altra guardandosi con sfida e odio.
Non erano mai andate d'accordo, complice il fatto che entrambe fossero molto orgogliose e arroganti e quindi era un continuo primeggiare sull'altro.
Comunque per Theodore la scena che gli si parò di fronte non aveva nulla di speciale, andava a finire sempre così.
Le due iniziarono una rissa a cui si aggiunse poco dopo un eccitato Edgar e anche Alastair in quanto “dio meraviglioso” non poteva tirarsi indietro se c'era da menar le mani.
Lui di solito se ne stava fermo a guardarli inespressivi, mentre continuava a fumarsi le sue adorate sigarette, mentre Johanna si nascondeva dietro qualche tavolo dato il suo scarso amore per i combattimenti e soprattuto perché in quelli situazioni volava di tutto.
Dai tavoli, a coltelli e una volta gli era arrivato anche in faccia un reggiseno.
Non volle mai sapere a chi appartenesse.
Dopo 10 minuti buoni apparve Judal vestito con una camicia linda infilata dentro un pantalone di cotone nero e con la lunghissima treccia ben in in vista.
Il ragazzo corrucciò lievemente la fronte, e a Theodore sembrò che avesse anche accennato ad un lieve sorriso divertito, ma era durato così poco che neanche era sicuro.
Il capo schioccò le dita e in un attimo tutti si fermarono e lo fissarono.
Succedeva sempre così, Judal entrava e non diceva nulla sulla rissa, anzi si preparava un caffè e poi ritornava nel suo studio.
Tutti risistemavano ciò che era caduto e tornavano alle proprie attività come se nulla fosse successo.
Era la routine.

< Signori io mi ritiro nelle mie camere perché anche un dio come me ha bisogno di dormire, buonanotte > disse Alastair ottenendo un lieve “notte” da Johanna e un “crepa, fottutissimo viziato” da Malaika.

Ah...erano un gruppo proprio strano!















Angolo autrice
Aggiornerò a Luglio...diceva
È molto probabile che ce la faccia...diceva
Va beh come al solito vi porgo le mie scuse, ma questo periodo con la fottu-matematica che mi aspetta per un tenero esame è un incubo.
Senza contare che per tre giorni vado non mi ricordo dove è che ho da finire tutti i compiti. Quindi mi sono detta “Ehy se finisco di scrivere il capitolo sta sera con qualche errore (tanti) sarà sempre meglio di nessun capitolo” quindi mi scuso per gli eventuali errori, ma davvero l'ho ricontrollato poco per mancanza di tempo.
Comunque non sono per niente convinta del capitolo (ma dai! Che novità!) anche perché mi sembra il capitolo delle crisi esistenziali/amorose.
Infatti ho deciso che poiché non c'è nemmeno una goia (seriamente anche dal punto dell'amore, mai 'na gioia) ho deciso che nel prossimo capitolo ci sarà una festa.
Si può risultare incredibilmente monotono e forse lo sarà, ma spero di no.
Comunque vi assegno un lavoro, ahimè ma questa è un'interattiva e non vi chiedo nulla di impossibile. Dovrete rispondere a delle domande via recensione, o messaggio privato, vedete voi.
Le domande sono:
1- breve descrizione o foto del vestito che indosserà alla festa (sarà tipo discoteca, ma un po' più elegante (?))
2- l'oc regge l'alcool? (Vi dico solo che voglio divertirmi muabhaha)
3- dove potrei fare la festa? (Vi giuro che non ho idee per il luogo, la camera della necessità non mi pare il caso è anche la sala comune, quindi avete qualche idea?)

La festa sarà per un compleanno e il compleanno sarà della prima persona che in una recensione mi scriverà “ti regalo un elefantino dagli occhi teneri” (don't task, lol) così per essere oggettivi

Alle domande rispondono tutti, oc buoni e cattivi eh eh (se non rispondente invento io ahahah, ma avete tempo suvvia)

Ora ler parlare dei dati cattivoni, ho intenzione di analizzarne uno per ogni capitolo (tipo come ho fatto sta volta con Johanna che nello scorso capitolo non era proprio apparsa).

Spero che il capitolo via sia piaciuto, fatemi sapere cosa pensate (anche se probabilmente non potrò rispondere prima del 16 .-.)
Probabilmente (sicuramente) ci risentiamo a settembre :/

Baci
Pink sweet  
  
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