Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold
Segui la storia  |       
Autore: Becky2000GD    13/08/2016    0 recensioni
Marissa si è appena trasferita nella sua nuova casa. Matt è troppo occupato a pensare a Val per occuparsi della ragazza e del figlio che porta in grembo e tutto quello che fa per lei è metterle un tetto sopra la testa e occuparsi delle spese. Ma questo non basta alla giovane. Lei vorrebbe un padre presente per il suo bambino, motivo per cui fa quanto le è possibile per allontanare Shads e iniziare una vita tranquilla nella villa che le è stata data. Tuttavia, scopre presto di non essere sola nella sua nuova dimora ... da tempo qualcuno si aggira tra le vecchie tracce del passato, cercando in esse un po' di pace. Due cuori dilaniati dal dolore si incontrano così e, magari, potranno curarsi a vicenda.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio, The Rev, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Abbiamo trascorso una serata davvero molto gradevole. È stato bello avere finalmente qualcuno con cui condividere per davvero qualcosa. Per la maggior parte del tempo ho parlato io, ma Jimmy era così attento e disponibile nell'ascoltarmi che è stato un piacere anche solo fissare il suo viso tanto coinvolto nei miei racconti.

Abbiamo discusso di tutto ciò che poteva saltarci in mente. Naturalmente, ogni cosa è partita dal sandwich che lui è stato così gentile da ripreparare daccapo. Mi guardava quasi sconvolto mentre mangiavo tanto voracemente, non sembrava capacitarsi di come potessi amare banana e burro d'arachidi. Eppure quando all'improvviso ho strappato un pezzetto di sandwich e gliel'ho infilato in bocca non gli è dispiaciuto. Certo, è rimasto stupito e senza parole ma poi si è unito a me nel ridere a crepapelle.

Non credevo potesse essere così ... dolce e profondo come invece si è poi dimostrato. Alcune persone sono una scoperta continua, ed è un bene. Non si corre il rischio di stancarsi di loro.

Dai racconti dell'infanzia ai posti in cui vorremmo andare in vacanza, dalle scene preferite dei classici del cinema a quali tatuaggi vorremmo farci. Le chiacchiere si sono basate per lo più sugli argomenti appena elencati e, sull'ultimo punto in particolare, James ha le idee molto chiare. E non è poi cosi strano dato che ha le braccia e il petto ricoperti di disegni, e anche la schiena.

Nel frattempo non faceva altro che bere, una birra dopo l'altra. È stato strano, ma anche incredibilmente soddisfacente. Gli passavo lattina dopo lattina, finchè non ha finito tutte quelle che avevamo in frigo. Era piacevole e godevo per ogni singolo sorso che non potevo mandare giù io in prima persona ma che mi aspettavo bevesse lui, al mio posto. Com'era prevedibile, Jimmy non si è tirato indietro.

Tutto ciò è avvenuto sul divano, davanti un qualche programma televisivo a cui però non abbiamo dedicato un briciolo della nostra attenzione. Mi rendo conto che questa postazione è già stata teatro di quanto di più interessante ho combinato in casa dal momento in cui ci ho messo piede. Basti pensare alle litigate per telefono, alle innumerevoli ore passate a studiare e, per l'appunto, alla conversazione di solo diverse ore fa con James.

E quando ieri sera Rev era ormai ubriaco perso, allora la situazione è decollata sul serio: abbiamo iniziato a prenderci a cuscinate come bambini, fino al momento in cui non ci siamo di nuovo ritrovati l'uno sull'altra. Sì, perché per via di un susseguirsi di eventi a Jimmy sono scivolati via gli occhiali e, dal momento che non vedeva a un palmo dal naso senza, entrambi abbiamo cercato anche sotto i cuscini del divano pur di ritrovarli. Guarda caso erano proprio finiti dietro di me ed essendo stato lui il primo ad individuarli- anche se non ho idea di come ci sia riuscito dato che, appunto, diceva di non vedere nulla senza -ha pensato bene di sporgersi per afferrarli. Peccato che per via del suo gesto io mi sono ritrovata schiacciata contro il divano, con il mio nuovo amico praticamente su di me. Non so come due persone oltre la soglia dei vent'anni possano giustificare l'essere state tanto infantili e, in seguito, talmente ingenue da essersi messe in una situazione così imbarazzante.

Non appena Jimmy è tornato a vederci come prima ha abbassato lo sguardo su di me con un certo qualcosa di assai divertito sul volto. La reazione più normale da parte mia sarebbe dovuta essere quella di tentare di alzarmi di lì, ma non ne ho avuto il coraggio. Non volevo farlo, perché nonostante tutto era un bel momento. Non sempre ciò che "dovrebbe essere" è la cosa appropriata per noi, abbiamo un bisogno viscerale di osare di più in alcune circostanze.

Ci siamo ritrovati più prossimi l'uno all'altra di quanto non lo fossimo quando mi stava medicando, eppure il disagio era sparito e mi sentivo più calma e rilassata. Con lui addosso avevo trovato il mio posto nel mondo, un luogo che non credevo avrei mai raggiunto. Perché, a quanto si racconta dall'inizio dei tempi, ci vuole un'anima per completarne un'altra. Lo so, ripenso a tutto ciò descrivendolo al pari di un'esperienza mistica, eppure è proprio questa la cosa che ho percepito per tutto il tempo. Non ho idea di come mai lui sia stato in grado di farmi montare dentro simili emozioni solo sovrastandomi con il suo peso, e per di più da sbronzo. Magari per via degli effetti dell'alcool non gli sono rimasti impressi gli ultimi accadimenti,né aveva piena coscienza del fatto che tanta vicinanza tra i noi sarebbe potuta essere mal interpretata.

Ho imparato da tempo che non è sempre lecito porsi troppe domande su perché alcune cose succedano ed altre no. Farei meglio a piantarla e non rimuginarci ancora, ma è più difficile del previsto.

Jimmy si è addirittura chinato per lasciarmi un bacio sulla fronte, cosa che mi ha fatta rimanere di stucco. Credo d'aver smesso di respirare nel momento in cui le sue labbra soffici sono entrate in contatto con la mia pelle. Mi ha fatta sorridere, tutto qui. Divertente quanto poco ci voglia per risvegliare certe sensazioni in una persona.

Ho deciso di approfittare della grande confidenza che si stava prendendo e, tirandolo piano da un braccio, l'ho aiutato a stendersi in modo tale che stesse comodo. Ha mugolato qualcosa di incomprensibile e infine mi ha lasciata fare. Gli ho fatto spazio e ci siamo ritrovati appiccicati e immersi nel buio del salotto. La luce che proveniva dallo schermo della televisione ancora accesa è ciò che ha impedito alla situazione di diventare fin toppo bizzarra.

Perché ci fosse abbastanza spazio per entrambi, è stato costretto a mettersi su un fianco ma non mi è sembrato trovasse la posizione tanto scomoda. Da come si stringeva a me, credo avesse ben altro a cui pensare. E posso dire con certezza che non era l'unico, anche se spero con tutta me stessa di non averlo dato troppo a vedere.

Dopo avermi fissata per cinque minuti buoni, ha chiesto se avrebbe potuto nuovamente accarezzarmi la pancia. Ho osservato la confusione sul suo volto trasformarsi in un'espressione meravigliata quando ho afferrato la sua mano e l'ho guidata verso il mio grembo, diventato più prominente nel corso delle ultime settimane. È un chiaro segno del fatto che il mio adorato bambino cresce come dovrebbe. Non potrei essere più felice per questo.

Comunque, la serata si è conclusa poco dopo quando, complici la mia stanchezza dovuta allo studio e l'ubriachezza per Rev,siamo entrambi scivolati tra le braccia di Morfeo. Non ho parole per descrivere quanto sia stato immensamente confortante dormire di nuovo stretta a qualcuno. Vicina a Jimmy mi sono sentita protetta, tanto che per tutta la notte ho riposato come non facevo da mesi. Neanche con Matt era andata tanto bene.

Sono sveglia da poco e, avendo controllato l'ora che segna il mio cellulare, so che sono passate da solo qualche minuto le otto del mattino. Mi sporgo con qualche difficoltà nell'intento di lasciare cadere l'aggeggio tecnologico sul tavolinetto da caffè posto a meno di un metro dal divano. Non voglio che l'impatto crei tanto rumore da svegliare l'uomo ancora al mio fianco, né tantomeno ho voglia di ritrovarmi con un telefonino ammaccato o, addirittura peggio, con il display frantumato.

Tiro un respiro di sollievo quando noto che non è accaduta nessuna delle due cose, ed il mio Huawei semi-nuovo è sano e salvo e si trova ora proprio lì dove deve stare.

Decido di riportare la mia attenzione su cose ben più importanti, quindi mi volto dall'altro lato sapendo bene che spettacolare visione mi attende: James. Non appena lo vedo ho un tonfo al cuore. Il suo viso è talmente vicino al mio che non saprei neanche dire con certezza se ci siano o meno cinque centimetri a separarci. E in verità, neanche mi importa. Tutto ciò cui riesco a pensare adesso è solo che desidererei addirittura annullare questa misera distanza che risulta tanto insensata quanto insopportabile. Non so che cosa mi sia scattato in testa ... so solo che, forse, il mio colpo di fulmine con lui io l'ho avuto ieri sera. E non si potrebbe neppure definire tale dato che, per essere precisi, avevo già fatto la conoscenza di questo strambo giovane uomo tempo fa. Tuttavia, è come se mi avesse aperto la porta del suo essere solo poche ore orsono.

Perciò eccomi qui, una ventiquattrenne incinta di un metallaro di oltre dieci anni più vecchio di lei, con già una famiglia alle spalle e irrimediabilmente dipendente dai suoi attacchi di rabbia che lo rendono semplicemente quello che nessuno potrebbe mai pensare di lui: uno stronzo di prima categoria. A tutto questo bel quadretto di relazioni intricate e sentimenti pericolosi io, da gran perfezionista quale sono, non potevo non aggiungerci anche un secondo tizio per cui perdere la testa, che per giunta deve essere per forza l'ennesimo musicista tanto complesso e delicato da risultare a tratti preoccupante. Senza contare il fatto che è uno dei migliori amici del mio ormai tristemente ex. A me piace proprio non farmi mancare niente.

"Si annoiava, ecco tutto, si annoiava con la maggior parte della gente. Perciò s'era fabbricato con le sue mani una vita di complicazioni e drammi."

Incredibile come, a volte, frasi a primo acchito tanto semplici e banali possano squarciare l'oscura cortina dell'orgoglio umano ed entrare così, con ragion di causa, a far parte di quegli aforismi che rivoluzionano il modo di pensare di chi è abbastanza intelligente o coraggioso da soffermarcisi.

Dal canto mio, posso solo dire che questa citazione del francese Albert Camus mi ricalca a pennello. E non c'è da andarne fieri. Le parole del famoso scrittore balzano da un emisfero all'altro del mio cervello colpendolo ripetute volte solo per ricordarmi quanti errori ho già commesso. Primo tra tutti, proprio quello di aver creduto che sarebbe stato divertente, e a tratti perfino giusto, accettare la proposta di Sanders e diventare la sua seconda donna, la "ragazza del tempo libero".

Eppure Flaubert l'aveva scritto:"Non toccate mai i vostri idoli, la doratura si attacca alle dita". Se solo ci ripenso, potrei quasi piangere a dirotto. Tanti sforzi, tanto studio, e non ho imparato niente di ciò che volevano trasmettermi coloro che ci sono passati prima di me, prima della mia generazione irriverente ed imprudente come poche altre saranno capaci d'essere.

Perché non sono stata capace di apprezzare la vita che mi era stata concessa? Anche se ero solo una delle tante comuni e noiose ragazze californiane, almeno ero libera. E, per Dio, avevo il sacrosanto dovere di difendere quella libertà.

In questo preciso momento invece si sta nascondendo dentro di me il motivo per cui non sarà più solo il ricordo a legarmi a Matthew. C'è ora ad unirci un lucchetto di carne, un minuscolo essere umano sangue del suo sangue.

Eppure, anche se so che molte al mio posto sarebbero in grado di chiamare errore anche ciò a cui donano la vita, io giuro che rifarei tutto dall'inizio solo per essere certa di avere ancora la chance di diventare madre di questa creatura. Sono schifata all'inverosimile dall'uomo con cui ho avuto una relazione, ma adesso è certo che qualcosa di buono insieme siamo stati capaci di crearlo.

-Marissa ... perché ho come l'impressione tu mi stia fissando? Mi sento osservato.

La voce sommessa e ancora impastata dal sonno di Jimmy mi fa tornare alla realtà, e mi rendo conto che ho effettivamente passato gli ultimi cinque minuti a mangiare con gli occhi le sue labbra, e a osservare i minimi ed imperscrutabili movimenti dei suoi muscoli facciali. Sì, perché ormai la stanza si è riempita di luce, e dormire qui è diventato quasi impossibile. Impossibile non ridestarsi.

-Sono colpevole, lo ammetto.

Sbuffo una risata, mentre lo vedo aprire stancamente un occhio per guardarmi quasi male.

Fa scivolare un braccio sul mio fianco per poi spingersi oltre, andando a posare la mano sulla mia schiena con il solo ed unico intento di spingermi di più verso di lui. Vorrei chiedergli che diamine gli stia saltando in mente, però non ne ho il coraggio. È inutile mentire a me stessa, la personalità vivace e tremendamente colma di vita di James ha fatto colpo su di me. Me lo ripeto ancora una, due, tre volte, finchè non sono sicura che il concetto mi entri ben chiaro in testa, proprio lì, in quel punto dal quale non potrà più uscire.

Carpe diem. Ho il dovere di godermi il momento e questo suo inaspettato quanto gradito tocco.

-Ho esagerato con il bere ieri sera. Puzzo di birra?

Strano modo di darmi il buongiorno, reso ancora più strano proprio dal fatto che mi ha appena attirata di più verso sé.

-Sì, James, sto alla grande stamattina, grazie per averlo chiesto. Credo anche mio figlio sia piuttosto tranquillo.

L'ironia nella mia voce è così forte e chiara che mi sembra quasi stia per concretizzarsi davanti a noi. E sarebbe strano, visto e considerato che l'ironia, per l'appunto, è un concetto puramente astratto.

In tutta risposta, Rev mi rivolge un mezzo sorriso che non ho idea di come interpretare. Abbasso il viso verso il suo petto, volendo annusargli scherzosamente la maglietta quasi attillata che indossa. In verità è solo la scusa perfetta per sentire di nuovo il suo odore, quello che non sono più capace di scordare dalla prima volta in cui ho appoggiato il viso contro il cuscino in camera sua.

-Non direi che puzzi, non hai gli abiti impregnati di quell'insopportabile tanfo al gusto alcool che è solito accompagnare Matt dopo una serata passata al Johnny's. Hai solo gli occhi stanchi, credo sia l'unico effetto collaterale riportato in seguito alla sbronza di ieri.

-Ma senti senti che linguaggio forbito già di prima mattina. Insopportabile tanfo al gusto di alcool, eh? Questa non l'avevo mai sentita prima.

Ricambia la mia ironia, e nel frattempo allontana la mano dalla mia schiena per farla scorrere lungo il mio braccio. Non distolgo gli occhi dai suoi neppure per un secondo ed una supplica molto chiara mi si può leggere in viso: lo sto pregando di non alzarsi di qui e poi sparire di nuovo per lungo tempo. Una serata passata a giocare e poi dormire insieme, e già mi ripugna la prospettiva che tutto ciò possa finire. Non lo sopporterei.

 

 

***

 

 

Mi accorgo che è arrivato solo quando sento qualcuno arpionarmi la vita arrivandomi alle spalle. Sobbalzo e, di scatto, mi volto con l'espressione sbigottita.

-Ti sembra questo il modo? Vuoi farmi venire un infarto per caso?

Con la voce colma di rimprovero scuoto la testa, rivolgendogli lo stesso sguardo tediato e sprezzante di ogni volta che ci rivediamo per rimettere le cose apposto.

-Sei un coglione. Te l'ho mai detto?

-Sì, ogni giorno da quattro anni a questa parte.

-E hai mai anche solo pensato che, magari, saresti potuto cambiare?

-Assolutamente no. Domanda di riserva?

Non riesco a trattenermi e sbuffo più forte del solito, andando poi a massaggiarmi una tempia con le due dita avvolte nelle garze bianche.

-Venire fino al centro di Huntington Beach solo per rivederti è stata una pessima idea. Il tuo atteggiamento ne è la perfetta dimostrazione.

Matt si passa una mano tra i capelli, probabilmente per cercare di recuperare la calma che ha già cominciato a perdere. Pessimo segno.

-Ti ho già chiesto scusa. Non puoi fare sembrare che sia stata tutta colpa mia, sappiamo entrambi che anche tu hai fatto la tua parte durante la nostra ultima litigata e ...

-Vuoi che me ne vada subito? Non puoi trattenermi contro la mia volontà, e il tuo discorso mi sta già nauseando.

Come al solito non lo lascio finire di parlare. Potrà anche essere un gesto rude, ma, per coloro che ancora non se ne fossero resi conto, vince sempre chi sbrana per primo l'altro. E io mi sono stancata di restare in difesa, da oggi in poi anche la mia tattica sarà l'attacco semplice e diretto.

Non so ancora come mi abbia convinta a venire qui con la frase "Ti offro un thè nel tuo bar preferito e discutiamo di quello che sta succedendo tra noi". Gli ultimi giorni sono stati una lite continua per telefono, perché quando il signor Sanders ha capito che aveva fatto la più grande cazzata della sua vita non ha esitato a tornare sui suoi passi.

Perché alla fine si guardano sempre indietro. Non tutti i bastardi come Shads strisciano, però tornano sempre con la testa bassa e la coda tra le gambe. Sono patetici, privi di ogni qualsivoglia morale. Arrivano carichi di scuse, e solitamente portano con loro anche un innocente mazzo di fiori per farsi coraggio ed ammaliare le povere vittime. Rose rosse, rose rosa, rose blu, rose bianche, e perfino rose nere ... sarebbe un gioco di parole se dicessi che ne ho viste di tutti i colori, in questi anni.

Chiunque con un minimo di sale in zucca condannerebbe la mia decisione di presentarmi a questo assurdo appuntamento oggi, ma la verità è che sento di averlo fatto solo per rendere contento James. Negli ultimi giorni abbiamo iniziato a condividere davvero tutto. È entrato a far parte della mia vita e non ha la minima intenzione di uscirne. Proprio per questo ha insistito affinchè venissi qui. Perché non poteva sopportare di sentirmi urlare nella cornetta del telefono contro il suo amico di sempre e fare finta di non avere assistito alla scena. È un uomo saggio, ed è diventato chiaro quando, con sguardo meditabondo, se ne è uscito con una frase del tipo:"La vita è troppo breve per arrogarci il diritto di chiudere porte in faccia alle persone".

Quanta saggezza, Sullivan. Certo, forse un po' poco credibile come cosa se detta da uno che si è spacciato per morto anni orsono e ancora non ha deciso di tornare a farsi vedere.

Matt mi distoglie dai miei pensieri quando mi afferra per il polso e inizia a trascinarmi dalla parte opposta a quella del bar, presumo quindi verso la sua auto.

-Non fare la sciocca, non ti permetterei mai di andartene. Non con mio figlio almeno ...

-Ma che bravo, complimenti per la coerenza! E da quando sarebbe tornato ad essere tuo figlio?!

Provo a puntare i piedi a terra in modo da non lasciarmi portare da lui in nessun luogo dove io non voglia andare. Eppure è ovvio, è troppo forte e non posso non seguirlo.

-Matthew, fermati immediatamente! Dove pretendi che venga?! Mi avevi promesso un thè ed una chiacchierata tranquilla come due persone civili.

-Piccolo cambio di programma dell'ultimo minuto, dolcezza. Ho bisogno di fare una discussione seria con te, ma là in mezzo ad un locale non mi sento a mio agio. Non so che cosa potrebbe succedere, conoscendoti saresti capace di fuggire da un momento all'altro e non mi va di correre il rischio visto che qui c'è in ballo tutta la mia vita.

La sua vita. Certo, come sempre pensa solo a se stesso. Matthew Charles Sanders è il primo dei pensieri di quest'uomo dopo M. Shadows. E poi in realtà tra l'artista e la persona di tutti i giorni non c'è una gran differenza, mi disgustano entrambi alla stessa identica maniera.

Con la mano libera artiglio letteralmente la sua che mi stringe il polso, conficcandogli le unghia nella carne più in profondità che posso. Sobbalza irritato e dolorante, eppure non molla la presa.

-Smettila di fare la mocciosa o finirà molto male qui!

Ringhia, lasciando che la bestia che ha dentro finalmente si mostri per come è.

-Male, dici? E che intendi fare? Uccidermi?

Sostengo il suo sguardo e, un attimo dopo avere lanciato questa sfida, mi sento prendere in braccio. Matt inizia a correre come un forsennato mentre la gente tutt'attorno ci guarda basita e chiaramente senza capire che diamine stia succedendo. Io scalcio, grido e tento di fermarlo, però è tutto vano. Alcuni passanti ci fotografano pure.

Si ferma solo quando arriviamo davanti una macchina che non riconosco come sua, anche se mi è famigliare. Qualcuno dall'interno apre lo sportello posteriore e Shads ne approfitta per lanciarmi praticamente dentro la vettura.

Mi ritrovo letteralmente sui corpi di Synyster Gates e Zacky Vengeance, sono stesa sulle loro gambe. Guardo spaesata e senza capire quei due, prima di sentire la voce di Johnny Christ dal sedile del passeggero sul davanti che mi ordina di mettermi a sedere tra i due chitarristi.

Vee mi afferra dai fianchi e mi aiuta a tirarmi su con ben poca eleganza. Gioca a fare il gentiluomo di solito, quando in realtà è solo un volgare bifolco come Matthew.

Non sto capendo più nulla di quello che sta succedendo qui, sono spaventata e confusa. I visi di questi ragazzi sono freddi, così spenti che riescono a darmi i brividi. Per la prima volta nella vita so di dovere avere paura sul serio.

Matt mi fissa guardando il mio riflesso nello specchietto retrovisore, sento i suoi occhi osservare i movimenti di ogni mio muscolo.

Quante domande vorrei fare, soprattutto sul posto dove intendono portarmi. Con Shads alla guida, sarebbero capaci anche di arrivare fino al Messico solo per spararmi un colpo in testa e abbandonare il mio cadavere da qualche parte. E lo farebbero, stronzi come sanno essere quando si tratta di difendersi a vicenda.

Tutto ciò a cui riesco a pensare adesso come adesso- oltre al mio bambino –è proprio James. Se fosse qui, so che andrei a rifugiarmi tra le sue braccia e lo stringerei forte. Non permetterebbe che mi venisse fatto alcun male, si occuperebbe di me ancora una volta.

Ma lui non c'è.

Inizio a tremare e lascio che qualche lacrima cada silenziosamente lungo le mie guance ... che si tratti della fine?

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold / Vai alla pagina dell'autore: Becky2000GD