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Autore: MadLucy    13/08/2016    2 recensioni
{Barbara Gordon/Joker | angst | slice of life | post!The killing joke | snark | ust? | summarize your otp}
«Ma perchè, invece di essere la brutta copia di Batsy, non vuoi essere la mia?»
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barbara Gordon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Don't stop.



«Hai bigiato la ricorrenza del nostro anniversario. Era l'altro ieri.»
La cella di massima sicurezza sembra un acquario, un cubo minimalista, con la vetrata azzurrata, le piastrelle uniformi e sterilizzate, un gioiello delle strutture detentive. Joker, con il suo camice sanitario di plastica, è una stringa abbandonata tra parete e pavimento, come un bacillo al microscopio. Può parlare solo attraverso il cerchio prominente e bucherellato di un microfono.
«Non sono venuta apposta, per vedere se te ne saresti ricordato comunque» spiega Barbara, accostando la sedia a rotelle a mezzo metro dal divisorio. Riceve un sorriso conciliante, nei ranghi della cortesia.
«Gli uomini che si dimenticano degli anniversari sono dei bastardi, lo sanno tutti.»
Lei porta una ciocca dietro l'orecchio, inclina un po' la testa su una spalla. Non è a disagio, si tratta di un'immersione quieta e catartica, come sgranchirsi un muscolo. «Forse me lo sono dimenticato io, e ho mentito per non offenderti.»
«Non te lo sei dimenticato, Babs» canterella Joker sornionamente, bonario verso quella menzogna. «C'era un calendario nel vostro salotto. Chi ha una memoria eidetica fa parecchio fatica a dimenticarsi i dettagli.»
«È davvero commovente pensare che il tuo passatempo sia rimuginare sui suppellettili del mio salotto» osserva Barbara, candida.
L'ospite appunta lo sguardo avaro, conficcato nelle orbite, sulle sue mani magre, mobili e pratiche sulle ruote, sulla macchia precisa del rossetto. «Adesso sei più bella, ma una volta avevi più fantasia, non eri così prevedibile.»
Barbara inarca le sopracciglia. Ha il seno appesantito sotto la blusa blu, capelli rosso tiziano flosci come alghe bagnate, il viso affilato sotto gli occhiali dalla montatura minuta, pantaloni di taglio elegante. Non si sente più bella, solo più immune. «Pur sempre non abbastanza imprevedibile da meritare tanta ossessione, a mio parere.»
«Perchè proprio a me?» Joker si preme il cuore con un palmo, l'altro lo incolla al vetro. «Commiserare annoia. Ben presto anche il tuo Big Jim si annoierà. Può infilarsi in tutti i tuoi buchi che preferisce, ma il dolore non è tra questi. L'ironia e il fatalismo ti faranno affondare nell'abisso dello zitellaggio e delle soap opera pomeridiane.»
Il bulbo bianco delle barre a led esplode su ogni punto di sutura, centimetro granuloso di pelle, fibra di carne sfilacciata, senza più ombre, ma questo non lo rende più reale.
«Pensavo che ti divertisse parlare.»
«Hai dato tutto il possibile al mio divertimento in passato, Barbara, e per questo sei mia amica» giura Joker, solennemente, «ma torturarti adesso sarebbe una tortura più per me che per te. Ti consiglio solo di non prenderla troppo sul personale. Sei sempre stata convinta che fra me e te ci fosse un legame, o perlomeno un complotto in corso nei tuoi confronti, quando io ti ho solo assecondata. Le situazioni in cui corpi umani sanguinano sono quelle che innescano negli altri le reazioni più spassose. Se ottenessi lo stesso risultato vendendoti una torta allo yogurt, lo farei, e almeno non saresti così magrolina» conclude, dandosi un pizzicotto al braccio.
Barbara raccoglie se stessa, le mani in grembo, accarezza un gomito. Non sempre si ricorda perchè lo vuole fare, si ritrova lì come un assassino ipnotizzato dal luogo del proprio delitto. Non c'è più la paura, solo l'inettitudine al superamento di quell'unica collisione gravitazionale, la detonazione che permane nel timpano come un fischio, un residuo bellico.
«Cercherò di ripristinare un po' di fantasia, allora. È una cosa da bambini. Me l'hai portata via tu, sarebbe il colmo che me la restituissi.»
«Quindi tu saresti stata una bambina innocente?» Scatena una risata condiscendente. «Come sanno essere autogiustificativi i ricordi. Non lo eri affatto, eri una stronzetta presuntuosa che a diciotto anni picchiava le persone per sentirsi superiore e compiacersi di se stessa. Abbastanza piena di sè da credere di poter abbassare la guardia.»
Le dita di Barbara si contraggono, un riflesso vecchio, fantasma, il suo arto mancante. Saluta la propria efficienza dal gorgo che l'ha generata. «Non hai tutti i torti. Dovrei quasi ringraziarti, visto che mi hai reso più simile a lui di quanto non fossi mai stata prima.»
Joker si allunga per alitare le sue parole il più vicino possibile, a condensarsi sulla lastra. «Solo che il suo peggior nemico sono io, il tuo sono i gradini.»
La lametta che esce dalla tasca della ragazza tuona in corrispondenza della sua bocca, senza scalfire la barriera ma sciabordando un boato.
«Ti faccio vedere quanto posso tornare imprevedibile,» sussurra, i lineamenti rilassati, «solo per te.»
Joker corruga lievemente la fronte, scuote il mento perplesso. «Ma perchè, invece di essere la brutta copia di Batsy, non vuoi essere la mia?»
«Perchè ne hai già una» gli rammenta Barbara, svellendo l'arma e riponendola, facendogli roteare gli occhi al soffitto.
«Andiamo, lui ne ha una decina, io posso anche averne due.»
«Mi dispiace, non mi interessano gli uomini impegnati.» Scorre con le mani per retrocedere con la sedia, bisogna riemergere nella realtà, svegliarsi da questi sprazzi onirici. Avverte come ogni movimento viene registrato, studiato, dissezionato.
«Ti conviene che io sia ancora qui,» sospira Joker, mentre l'ascensore si chiude davanti a lei, «per quando avrai cambiato idea.»




























Note dell'Autrice: Mi assumo tutta la responsabilità della crack ship. 
  
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