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Autore: Elaintarina    27/04/2009    2 recensioni
"15 maggio 2009"
annunciò la voce incorporea dall'amplificatore, mentre le luci si abbassavano e il palco si illuminava di verde e di rosso.
"21 th Century Breakdown"
"Dopo quattro anni di silenzio, ecco a voi i Green Day!"
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billie J. Armstrong, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Happy Birthday

Il bel cantante moro guardava annoiato fuori dalla finestra in mano un bicchiere di gin ‘n’ tonic e negli occhi l’espressione stanca di chi si è appena alzato ma vorrebbe tanto tornare a letto. E dire che il suo agente si era tanto raccomandato di dormire sodo e soprattutto di non bere:”…perché capisci Billie, stasera c’è il concerto…dovete essere in forma…è molto importante…non possiamo permetterci errori…”

Cazzate.
Come se lui non lo sapesse.
Come se non avesse fatto esattamente questo, in tutti quegli anni passati con la band.
Aveva sputato l’anima, su quel palco.
Si era donato al suo pubblico, intermante.
Era il suo mestiere, d’altronde.

Si voltò e posò il bicchiere sul basso mobile bar lì accanto, poi lo riempì, fino all’ orlo. Quando si rigirò a guardare la finestra, la schiena gli fece di nuovo male, un dolore improvviso e fortissimo.

Fanculo.
Maledetta schiena.
Maledetta vecchiaia.
Sì, era questa la verità, anche se cercava in tutti i modi di nasconderla.
Stava invecchiando.
Anche se, per l’anagrafe, aveva soltanto 37 anni, lui si sentiva molto più vecchio. E stanco.
Ecco perché Mike, Tré, il suo agente, persino sua moglie, gli avevano raccomandato tutti di dormire, riposarsi, riguardarsi. Avevano paura che lui li potesse abbandonare proprio quando avevano più bisogno di lui. Billie era sempre stato il loro punto di riferimento, il loro leader. Non soltanto con la band, ma anche con la sua famiglia, con gli amici.
Ma ora cominciava a esserne stufo.
Possibile che fosse così indispensabile?
Possibile che, senza di lui, nessuno sapesse cosa fare?
La risposata era sì, già lo sapeva.

Fanculo.
Avrebbe dovuto mollare anni fa.
Perché avevano fatto un nuovo cd?
A che serviva?
Solo nuove scocciature e fastidi e meno tempo per la sua famiglia.
E quella sera, 15 maggio 2009, ci sarebbe stato il concerto di inaugurazione del tour mondiale: il più grande, trasgressivo e incredibile concerto che New York avesse mai visto.
E lui non ci voleva andare.

Nella sua nuova debolezza e insicurezza, persino le poche certezze che aveva avuto in passato lo stavano abbandonando. Battersi contro il sistema, che senso aveva? Ora che c’era Obama, l’uomo della speranza e della rinascita, che senso aveva ancora la ribellione, l’anarchia?
Billie non lo sapeva.
Forse per questo il loro cd, 21th Century Breakdown, in realtà era solo una storia d’amore.
Trasgressiva, certo. Non convenzionale, anticonformista, naturalmente.
Ma pur sempre una storia d’amore.

Era già al terzo bicchiere quando, guardando in basso nella strada trafficata, vide una macchina che non aveva ancora notato. Era color blu scuro, ammaccata in più punti e sporca di fango e polvere. Non aveva assolutamente niente di speciale, salvo, forse, l’essere un po’ fuori posto in quell’elegante strada di New York, dove le auto erano sempre tirate a lucido e scintillanti.

Dietro i finestrini anteriori si poteva scorgere la sagoma di una ragazza. Aveva corti capelli marroni e, per qualche motivo, teneva gli occhi chiusi. Ondeggiava con la testa e col corpo, come se seguisse un qualche ritmo segreto. Dopo qualche istante di osservazione Billie si accorse che stava solo ascoltando la musica con le cuffie.

Il cantante si chiese cosa ci facesse lì una bella ragazza come quella. Sembrava molto giovane, forse non era neanche ventenne. Non aveva un lavoro, un posto dove andare? Non gli sembrava una fan, anche perché il loro trasferimento in quell’albergo era avvenuto con la massima segretezza ed era impossibile che qualcuno lo fosse venuto a sapere.
No, non era una fan.
Ma allora, che cosa ci faceva lì?

Billie finì il suo bicchiere, lentamente. La ragazza era sempre lì, sentiva la musica. Restò a guardarla per un po’, indeciso. Chissà che canzone stava ascoltando…

* * * * *

She's a rebel
She's a saint
She's salt of the earth
And she's dangerous

Sofi dondolava seguendo la musica gli occhi chiusi in modo che le parole e il ritmo le entrassero in testa e cancellassero tutto il resto.
Non voleva più pensare, non voleva più preoccuparsi.
Voleva solo stare lì, con l’i-pod nelle orecchie, ad ascoltare quella canzone.

She's the symbol
of resistance
and she's holding on my
heart like a hand grenade

“Chissà se mi staranno già cercando?” pensò, distrattamente. “Di sicuro sono più preoccupati per la macchina che per me.” Si chiese quanto ci avrebbe messo sua madre a trovare la lettera di addio che le aveva scritto e si accorse che non gliene importava un accidente.
Era libera!
Non avrebbe più dovuto chiedere il permesso a nessuno, né sottostare a delle stupide regole.
Maggiorenne e indipendente: non avrebbero più potuto obbligarla a tornare.

She sings the revolution
the dawning of our lives
she brings this liberation
that I just can't define
nothing comes to mind

La canzone continuava a risuonarle in testa.
“She’s a rebel”, dei Green Day.
Buffo, la prima volta che l’aveva sentita, neanche sapeva cosa fosse la ribellione. All’ epoca era una ragazzina timida ed educata, sempre pronta a dire di sì ai suoi genitori, nell’assurdo timore di deluderli. Ma poi aveva scoperto i Green Day. Sì, era tutto merito loro se aveva capito che un’ altra vita era possibile. Non avrebbe più dovuto piegare la testa davanti a nessuno, ora. Era diventata una piccola ribelle.

She's a rebel,
She's a rebel,
She's a rebel,
And she's dangerous

Presa com’era dalle parole della canzone, non si accorse nemmeno del tizio, capelli scuri e sguardo da tossico, che stava battendo con le nocche contro il finestrino, per attirare la sua attenzione. Poi però si riscosse, abbassò il volume dell’ i-pod e aprì il finestrino, quel tanto che bastava per poter chiedere, in tono scocciato: “Cosa c’è?”

“Non si può parcheggiare qui. È zona vietata.” fece il tizio.

Per tutta risposta Sofi gli indicò il cartello in fondo alla strada, dove c’erano scritti gli orari in cui si poteva parcheggiare. Dato che rientrava perfettamente in quegli orari, la ragazza ritenne la conversazione conclusa e fece per alzare il finestrino, ma l’uomo la bloccò.

“Aspetta! Puoi dirmi cosa stai ascoltando?”

“E a te che cazzo te ne frega?” rispose Sofi, che stava cominciando a preoccuparsi. Ma cosa voleva quel tizio? Con discrezione, abbassò la sicura della portiera.

“Mi frega! E dai, che ti costa dirmelo?” continuò quello scuotendo la testa.

Ok, era matto. Forse anche pericoloso. Ma, poiché stava continuando a tenere bloccato il finestrino, forse era meglio accontentarlo.

“She’s a Rebel, dei Green Day. Di sicuro non la conosci. “

Per tutta risposta l’uomo si mise a ridere.
Fece un passo indietro e sorrise.

“Tu guarda, credo proprio di conoscerla, invece.” disse, in tono canzonatorio.

In quel momento Sofi lo riconobbe.

“Ma…sei Billie Joe Armstrong? Il leader dei  Green Day?” chiese, in tono stupito.

“Proprio così, piccola” fece lui continuando a sorridere, a metà tra l’ironico e il compiaciuto.

“Oh…” disse la ragazza.

Non sapeva come comportarsi. Non voleva fare la figura della fan esagitata pronta a saltare addosso al suo idolo, ma non voleva nemmeno sembrare indifferente.

“Io… vengo al vostro concerto stasera.” fece, tanto per dire qualcosa.

“Beh, mi sa proprio che dovrò andarci allora….” Mormorò il cantante, con l’aria di parlare soprattutto a sé stesso.

Poi la guardò e nel suo sguardo comparve di nuovo il piglio indipendente e ribelle che aveva sempre avuto.

“Senti…ti va un cheeseburger? Tu guidi, io pago.” propose.

“Ok…” rispose semplicemente Sofi.

Massì, d’altra parte perché non accettare? Di tempo ne aveva.

* * * * *

6 ore dopo.

“15 maggio 2009”

annunciò la voce incorporea dalle casse dell’ amplificatore, mentre le luci si abbassavano e il palco si illuminava di verde e di rosso.

“21th Century Breakdown.

Dopo quattro anni di silenzio, ecco a voi i Green Day!”

La folla in delirio emise un boato assordante mentre sul palco, tra fumo ed effetti di luce comparivano finalmente i loro idoli.

Tré Cool, batteria.

Mike Dirnt, basso.

E Billie Joe Armstrong, chitarra e voce.

Il bel cantante avanzò verso il pubblico, le mani levate in un gesto di saluto e trionfo insieme. Afferrò il microfono e lo portò alla bocca.

“Ciao New York!” urlò.

Ancora una volta la folla rispose con un frastuono incredibile.

“Prima di cominciare…” proseguì Billie. “Avrei un piccolo messaggio per una persona molto speciale.”

Pausa. Il pubblico aspettava.

“Lei…” il cantante scrollò la testa, cercando le parole migliori “Lei mi ha ricordato che le nostre canzoni non sono solo fini a sé stesse, ma che hanno uno scopo. Lei mi ha fatto capire che nonostante tutto la ribellione è sempre possibile. Lei mi ha ricordato che la libertà esiste ed è giusto lottare per averla, non importa quale sia il prezzo da pagare!”

La folla urlò. Sì, era giusto! Tutti loro credevano ciecamente alle parole del cantante, non immaginando nemmeno lontanamente quanto lui stesso fosse stato vicino a dubitarne.

Billie prese un gran sospiro, godendosi l’acclamazione dl pubblico. Gettò uno sguardo a Mike e Tré, ma anche loro stavano sorridendo. Il cantante riprese a parlare.

“Questa persona si chiama Sofi Cartright e questa sera compie 18 anni.”

Pausa. Billie guardò la folla e si chiese dove fosse Sofi e che cosa stesse pensando in quel momento. Poi concluse.

“Buon Compleanno, Sofi!”

La folla scoppiò in un boato. Le prime note della canzone cominciarono a suonare e il pubblico urlò ancora più forte.

Da qualche parte tra la folla, per una piccola ragazza mora le urla si erano mischiate alle lacrime.

Lacrime di emozione.





Salve gente! eccomi quì, con una nuova ff, questa volta sui fantasticissimi Green Day, in particolare sul caro Billie *.* Nasce per festeggiare sia l'uscita del nuovo album, 21th Century Breakdown, sia il mio compleanno, visto che accadono contemporanamente il 15 maggio :D (anche se purtroppo faccio solo 16 anni e non 18 ù_ù)  Volevo precisare alcune cose:
1- Non so se ci sarà un concerto di inaugurazione il 15 maggio e probabilmente non sarà a New York, perciò questa è pura invenzione letteraria.
2-Non sono certa che il nuovo cd riguardi una storia d'amore, secondo alcune indiscrezioni dovrebbe essere così, ma conoscendo i Green Day, probabilmente ci sarà molto altro. :)
3-ok, gli auguri dal palco così sdolcinati non sono certo nello stile della band, ma che dire, mi piacevano :P
Che dire di più, spero vi sia piaciuta!
alla prossima, lasciatemi una recensione
Elaintarina
   
 
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