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Autore: NerdPeople03    14/08/2016    5 recensioni
Storia che fa riferimento al mondo di Skyrim e a numerose avventure del sangue di drago (Dovahkiin)
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Durante l'anno 201 della 4ª era, nella fredda regione di Skyrim, provincia settentrionale di Tamriel. Il paese è in tumulto a causa dell'assassinio di Torygg, Re dei Re, per mano di Ulfric Manto della Tempesta,così cominciarono le serie di guerre civili in tutta la regione di Skyrim.
Jarl Ulfric,diventato ormai Re dei Re e jarl del feudo di Windhelm,grazie al prodigioso intervento del “sangue di drago”(in Draconico Dovahkiin).
Il Draconico è la lingua dei draghi,creature ritenute leggende dai Nord fino a questo periodo.
Per affrontarli infatti,il “sangue di drago” ha a disposizione gli “urli”,quindi si tratta di un vero e proprio scontro verbale.
Jarl Ulfric,sconfitto l’impero di Tullius e cacciato Alduin(maestro dragone artefice del ritorno dei draghi a Skyrim)nell’Oblivion,decise di impostare la sua sede a Windhelm.
Era una città perennemente innevata, distrutta e ridotta all’osso dalle varie rivolte e casi di omicidio.
Però da almeno 10 anni si modernizzò,diventando un posto accogliente,sia per gli abitanti che per i viandanti.
Lo jarl aveva insediato una corte degna di nota tra cui i membri fondamentali erano:Galmar,il comandante delle operazioni militaresche organizzate prima da Ulfric.
E poi il più sospetto,il mago,detto il “Non-Morto”,dato il suo interesse per la Necromazia.
Nel suo studio,sotto gli alloggi dello jarl,erano contenuti tavoli per dell’alchimia,tavoli da incantamento con le rispettive gemme dell’anima.
Ma il particolare più raccapricciante stava in quei teschi umani appesi sopra la porta di metallo.
Il sangue di drago comprò una casa di fronte alla base del “clan dello scudo spezzato”,sempre nello stesso mese.
Così prese la sue armature e le sue armi,incantate e non,come la spada di vetro infuocata o “del dolore”,una delle armi leggendarie appartenute a jarl Olaf II detto “Il mangiacarne” per quanto riguardava la violenza inflitta sui suoi prigionieri durante l’inizio della III Era.
Così il sangue di drago si avventurò dalle montagne desolate a nord di Windhelm ai boschi desolati del Rift.
La sua destinazione era Riften,una piccola cittadina con dentro il tempio di Mara(dea dell’amore) e anche la corte dello jarl Laila Dona-Legge,una diplomatica schierata con i Manto della tempesta ed a favore della teoria nazionalista di Ulfric.
Subito il sangue di drago curioso della cittadina che mai visitò,chiese alla jarl informazioni a riguardo.
Lei con molta amarezza gli rispose che gli omicidi stavano aumentando notevolmente, e che se non si fosse trovato il colpevole o la colpevole,il numero di questi ultimi sarebbe ancora aumentato con il passare del tempo, o peggio ancora,si sarebbero diffusi in altri feudi.
Così, jarl Laila consegnò al sangue di drago una lettera bollata, con destinatario jarl Ulfric.
Il sangue di drago,non aveva il diritto di aprirla,altrimenti avrebbe rischiato il taglio della testa per la  seconda volta,così,prese il suo fidato destriero e partì verso Windhelm per consegnare l’importante messaggio.
Durante il viaggio il sangue di drago pensò che l’assassino o gli assassini potevano essere vampiri,o la “confraternita oscura” con il quartier generale vicino Falkreath.
Se fosse così mezza regione sarebbe messa a ferro e fuoco e presto perduta per sempre.
La confraternita oscura è formata da molti assassini,pagati per uccidere determinati obiettivi o per attacchi silenziosi in massa.
Capaci di spostarsi velocemente con destrieri venuti dalle tenebre sulla terraferma..ma queste sono solo leggende.
Dopo 3 ore di viaggio vide in lontananza la maestosità del Palazzo dei Re,e così tirò un sospiro di sollievo.
Aperti i grandi portoni, il sangue di drago notò oltre il grande tavolo lo jarl seduto sul suo grande trono in pietra con un’espressione molto turbata,probabilmente per i spaventosi avvenimenti a Riften.
Il Dovahkiin porse la lettera allo jarl,e la aprì.
Il contenuto della lettera fu scoraggiante per il grande Ulfric,la lettera di Laila diceva:
Al rispettabile Jarl Ulfric Manto della Tempesta,
il feudo del Rift richiede supporto truppe presso Riften e dintorni.
La regione di Skyrim è minacciata dal terrore diffuso da un assassino che si aggira verso le ore 9:00 di ogni sera.

-Jarl Laila Dona-Legge di Riften.

CAPITOLO 2
Lo Jarl Ulfric avrebbe fatto di tutto per proteggere un alleato dei manto della Tempesta,non essendo un moderato.
Sarebbe stato capace di mandare una legione intera a difendere Skyrim..ma il sangue di drago suo Thane gli disse di mandare 80 uomini a Riften e al confine di Falkreath.
Lo jarl accettò la richiesta del Dovahkiin così inviò i suoi soldati alla corte di Laila.
La grande preoccupazione dello jarl però era un’altra,presto le brutte notizie si sarebbero diffuse come una malattia in tutta la città,coinvolgendo anche Viola Giordano,una giovane Nord che si interessa del paranormale e del mistero.
In quei giorni il sangue di drago per curiosità ritornò a Riften per visitare il tempio di Mara.
All’interno il Dovahkiin rovistò tra i bauli,trovando solo degli amuleti con incastonato dentro dei rubini.
Ma inaspettatamente la sorprese un monaco intento ad occuparsi di una cerimonia.
Il sangue di drago chiese che tipo di cerimonie si celebrassero, così il monaco rispose che si occupavano soltanto di matrimoni benedetti da Mara la dea dell’amore.
Il sangue di drago pensò di non aver mai avuto mai un’opportunità del genere,visto che suo padre,uomo molto violento,la buttò fuori di casa..così già da giovinetta imparò a brandire spade e pugnali.
Il Dovahkiin ricorda con molta rabbia dentro di se.
Il monaco riprese il discorso dicendo che l’amuleto era in vendita al modico prezzo di 700S (Septim,corrente valuta di Tamriel).
Ora le rimaneva solo trovare l’uomo perfetto per lei,colui che potrebbe soddisfarla sotto molti punti di vista.
Recatasi alla locanda dell’ “Ape e il pungiglione” sempre a Riften,scrutò per bene Marcurio,un mercenario mago dallo sguardo profondo come i pozzi dell’Oblivion.
Lei si avvicinò e gli offrì un idromele nord ghiacciato,lui la volle ripagare,ma lei disse che fu soltanto un gesto di cortesia.
I due cominciarono a frequentarsi ogni giorno,visitando ogni locanda e mercato.
Molto presto presero la decisione definitiva.
Si sposarono al tempio di Mara,ed entrambi si stabilirono in casa del Dovahkiin a Windhelm.
Arredare la casa costò molti S ai coniugi,montarono;i mobili della camera da letto,quelli della sala da pranzo e il tavolo dell’alchimia.
Quello fu il giorno più felice della loro vita.
Ma i guai tornano sempre a galla,era arrivato il momento di chiedere ai cittadini e indagare sugli omicidi.
La sera stessa,a Riften,si verificò un altro omicidio, e la seguente un altro ancora.
Stava accadendo tutto molto velocemente,il particolare più raccapricciante era che, le vittime erano tutte donne sui 40 anni,provenienti da famiglie molto agiate.
Il Dovahkiin si fermò a ragionare, e pensò che gli omicidi non potevano essere eseguiti dal clan del Rovo Nero a Riften o dalla Gilda dei ladri.
Il Clan del Rovo Nero anima corruttrice di Riften si occupava degli “affari sporchi” e del commercio,ma dall’epoca della sua fondazione che risale all’inizio della IV Era non aveva mai commesso un omicidio.
Invece la Gilda dei ladri si occupava solo di borseggiare i cittadini o di introdursi dentro le loro abitazioni e rubare l’oro e le loro pietre preziose come ametisti o rubini perfetti.
Quindi il cerchio cominciò a restringersi.
Ormai potevano essere:la confraternita oscura,degli assassini che agivano da soli o delle creature mostruose.
Presto le sale dei morti si affollarono di cadaveri anche a Windhelm.
Lo jarl e la popolazione temevano i carnefici,ma le mura del Palazzo dei Re erano impenetrabili,così lo jarl Ulfric chiese al sangue di drago di aiutare Viola Giordano ad appendere dei manifesti per tutta la città soprattutto nel “tratto di pietra” di quest’ultima che fungeva da centro principale.

CAPITOLO 3
Le due donne si presentarono e si misero subito a lavoro.
Quel giorno usarono 120 rotoli di carta e 91 pezzi di carbone per produrre quei manifesti.
Abitanti di Windhelm,
leggete con attenzione il seguente messaggio.
Il “Macellaio” si aggira tra le mura della nostra città.
Ritornate alle vostre abitazioni prima del crepuscolo.
Il messaggio di Viola era chiarissimo,per la salvaguardia dei cittadini dovevano recarsi nelle loro abitazioni prima del tramonto.
Nel frattempo lo jarl Ulfric intensificò le pattuglie notturne,guardie piazzate all’entrata della città e sopra le grandi mura di cinta in pietra.
Il soprannome che diede Viola al carnefice,fece quasi sorridere il sangue di drago,ma combaciava alla perfezione.
Il Dovahkiin ebbe il tempo di fare due passi e ritornare nella sua abitazione e parlare con Marcurio,suo marito.
Entrambi si abbracciarono e si consolarono,il sangue di drago non si fida mai dei detti popolari,ma l’amore poteva trionfare.
Ulfric mandò un giovane messaggero nell’abitazione dei coniugi,dicendo che il fidato Thane era immediatamente stato convocato al Palazzo dei Re.
Il Dovakiin prese armi e corazza e scese verso il Palazzo dello jarl.
Ulfric invitò il sangue di drago a partecipare a una pattuglia la stessa notte,l’eroica donna accettò,cosi’ si recò nelle caserme sotto il Palazzo,prese in prestito il letto di una guardia e riposò per qualche oretta fino a quando non calò la notte.
Durante il suo sonno,le vennero in mente brutti ricordi della sua giovinezza.
La prima volta che uccise un uomo.
Lui aveva cattive intenzioni,così, essendo una ragazzina non avrebbero sospettato che lei fosse armata,pronta a difendersi.
Non esitò un secondo,prese il pugnale e lo trafisse nella giugulare.
Proprio in quel momento lei provò un forte brivido che le scese lungo la schiena,aveva le mani intrise di sangue,aveva paura,era sola in quel mondo pieno di “bestie”.
Subito il sangue di drago,spaventata sobbalzò dal letto,spaventata da quell’incubo.
Si preparo’ per la pattuglia notturna,così usci dal portone del Palazzo,guardandosi intorno.
Viola Giordano la chiamò da lontano e la implorò affinché venisse da lei.
Il Dovahkiin la seguì,Viola disse che aveva trovato dei sospetti in una casa ormai abbandonata da molti anni,all’inizio il sangue di drago si mostrò disinteressata ai sospetti che destava Viola.
Ma in seguito si accorse,fiutando da sotto la porta,un’odore di corpi in decomposizione,non sapevano se di animali o umani,ma senza pensarci su,Viola aprì la porta ornata d’oro.
I segni dell’abbandono si notavano fin da subito.
Vi erano mobili ,candelabri,comodini e altri pezzi di arredamento per terra.
Ma la cosa più strana secondo il Dovakiin erano 10 moneteS per terra.
Vi erano due ipotesi:
Il proprietario riconosciuto come persona sospetta,data la sua fretta,fece cadere dei S per terra,oppure il vecchio proprietario
fece cadere sbadatamente delle monete per terra.
Sembravano quasi uguali,ma in realtà secondo le due donne avevano delle differenze.
L’odore sgradevole si faceva sempre più pungente,notarono però in fondo alla casa un mobiletto con sotto 11 manifesti prodotti da Viola e dal Dovakiin.
Era ufficiale,la casa era stata riaperta da poco.
Le due affermarono che il sospettato girò per la città e strappò i manifesti,ma sfortunatamente per lui,solo 11 su 120.
L’odore veniva da dietro il guardaroba al piano terra,aveva qualcosa di strano,infatti,all’interno era vuoto, e nascondeva un pannello di compensato falso.
Aperto il pannello,ecco la macabra scoperta.
Ossa umane e pezzi di cartilagine,ancora ricoperte di sangue sul pavimento e altre nel camino,bruciate.
Sopra il tavolo nella stanza segreta vi era un libro,sicuramente pensarono che fosse stato il diario degli esperimenti svolti dal “Macellaio”.

CAPITOLO 4
Il sangue di drago per curiosità ne sfogliò poche pagine e scoprì che il libro segreto narrava di Necromazia.
Questo indizio portò il Dovahkiin su una sola strada.
IL MAGO DI CORTE.
Prima di andare Viola scorse con la coda dell’occhio uno strano amuleto con sopra raffigurato un teschio.
Lei lo consegnò al Dovahkiin per farlo esaminare per bene.
Ormai le prove erano schiaccianti,aveva il colpevole in pugno,doveva soltanto convocare un consiglio politico al cospetto dei Barbagrigia.(vecchi saggi,che vivevano su una grande montagna innevata).
Desidererebbe uccidere il colpevole trafiggendolo,fino a quando le forze non le venissero a mancare,ma ovviamente,non fu possibile fare una cosa del genere davanti al cospetto dello jarl.
Tornata a Palazzo,disse le sue scoperte a Ulfric.
Lui non poté credere alle sue orecchie,il mago di corte suo fidato compagno di avventure,accusato di omicidio?
Ma le prove su di lui erano vere.
Cosi’ chiamo’ due guardie per metterlo in cella nella “Sala del sangue”,e tra 2 settimane sarebbe stato torturato e giustiziato.
Il Dovakiin venne premiato per le sue indagini sul “Macellaio” di Windhelm,così jarl Ulfric la invitò a riunirsi con la sua famiglia o andare all’avventura tra le splendide valli di Skyrim.
Il sangue di drago però volle ancora togliersi una curiosità,la confraternita oscura esiste davvero?
L’unico uomo a studiare la loro posizione da anni è il comandante Moro dell’impero.
nonostante i Manto della tempesta batterio l’impero di Tullius,però il Dovakiin,nascondendo tutto con lo jarl,organizzò un incontro con il comandante.
Le guardie imperiali all’entrata di Solitude,riconobbero subito il sangue di drago,ma lei rispose con molta calma in corpo, che aveva un incontro in privato con il comandante Moro.
Le guardie,non appena ella mostrò loro l’invito la fecero passare senza troppi indugi.
Il comandante l’accolse con calore,e la prima cosa che il Dovahkiin vide non appena entrò nella sfarzosa stanza del comandante furono tutte le teste degli ex capi della confraternita oscura appesi alla parete di legno,appena dietro la scrivania di Moro.
Il comandante gli offrì un calice di vino alto e si sedettero a parlare.
Il comandante le offrì un’opportunità,la parola d’ordine per entrare nel loro santuario e la loro cappa rossa in cambio della spada incantata di Ulfric,vinta nella battaglia di Morrowind 30 anni prima.
Il sangue di drago pensò che all’inizio una cosa del genere non poteva essere realizzabile,ma poi escogitò un piano per falsificare e produrre una copia della potente spada di Ulfric.
Si recò,la sera stessa,in casa sua per prendere uno spadone di ferro(oggetto molto comune nelle caserme militari),in seguito scese nella sala del sangue in cui vi era imprigionato il carnefice di Windhelm,in attesa della sua sentenza di morte.
Il Dovakiin,chiese al mago,le nozioni base per incantare un’arma,in modo di produrne una copia esatta di quella dello jarl.
Le diede un rotolo di carta con su scritto i passi per eseguire un incantamento al tavolo degli incantesimi.

1.Inserire un oggetto gia’ incantato per rimuovere il suo effetto magico per in seguito trasferirlo nell’oggetto che si vuole incantare.
2.Inserire l’oggetto base non incantato
3.Inserire una gemma dell’anima(preferibilmente maggiore o nera per avere degli effetti extra)

Non appena il Dovahkiin lesse il messaggio,il mago gli diede un anello gia’ incantato per eseguire l’incantamento.
La forte donna si recò nello studio del mago per usufruire del suo tavolo per gli incantesimi e delle sue gemme dell’anima.
Dopo 1 ora di tentativi il sangue di drago riuscì nell’impresa,produsse una spada incantata perfetta all’originale di Ulfric.
Così il giorno dopo si armò e partii verso Solitude per consegnare la copia falsa a Moro.

CAPITOLO 5
Il comandante imperiale non si accorse neanche della differenza,e così rivelò la parola segreta al Dovahkiin che era:
"Il silenzio confratello”.
Dopo quelle parole la porta si sarebbe aperta lasciando passare il Dovahkiin.
Si guardò allo specchio,beh quella cappa rossa era perfettamente della sua taglia,poteva addentrarsi all’interno come una normale consorella.
Il Dovahkiin era spaventata,anche lei dopotutto era umana di razza Redguard,pochi erano riusciti ad entrare all’interno dei loro santuari.
molti dicevano che si eseguissero degli strani rituali,come sacrifici con carne umana e l’evocazione della strana figura della “Madre Notte”,non si sapeva se però fosse uno spirito maligno o una figura metafisica.
La curiosità spingevano ancor di più il sangue di drago,così dopo un lungo viaggio a cavallo giunse alla sua meta.
La porta era ornata con macchie di sangue e un’impronta di
mano nera.
Da dietro la porta provino una voce molto inquietante che richiese le parole segrete.
Il sangue di drago le pronunciò e subito la porta si aprì lasciandole libero accesso.
Da sopra si vide una grossa scalinata che portava all’atrio principale del santuario,si sentivano anche delle voci,erano quelle degli altri assassini.
I confratelli la videro scendere e con l’eleganza che la contraddistingueva le disse che Astrid,il capo della confraternita,l’aveva accolta come nuova consorella pochi mesi fa.
Gli assassini gli credettero,assegnandole dei contratti di assassinio,ma la cosa interessante era che i bersagli principali erano persone cattive,malvagie con il prossimo.
In quel preciso momento nella sua mente riaffiorò nuovamente il brutto ricordo dell’infanzia,comunque non aveva altra scelta che collaborare con loro per scoprire la verità sugli strani omicidi avvenuti nei due feudi,nonostante il vero assassino si trovasse già in prigione.
I bersagli designati erano:

-Narfi – E’ il vostro primo bersaglio. Andate a Ivarstead e raggiungete l’isola per assassinarlo nella casa bruciata. E’ solo e non ci saranno complicazioni.
-Beitild – Raggiungendo il punto contrassegnato, scoprirete che di giorno lavora in miniera ed è in compagnia di parecchia gente. Potete agire in diversi modi. Colpirla di notte, tentare un assassinio furtivo o fare in modo che vi attacchi per prima, dandovi il pretesto per ucciderla in pubblico.
-Ennodius Papius – Andate al Mulino di Anga e raggiungete il campo vicino. La cosa più semplice è aspettare che il bersaglio si allontani dalle altre persone ed eliminarlo.

Dopotutto sembravano persone indifese,ma sicuramente cattive dentro,il sangue di drago provava un odio profondo per quest’ultime.
Prima di andare gli confessarono che Madre Notte era solo un cadavere mummificato all’interno di un grande sarcofago,un tempo devota a Sithis(un’entità demoniaca,signore degli incubi e delle malefatte).
Dopo 4 giorni per uccidere tutti e 3 i bersagli designati,con estrema violenza e taglio alla giugulare,si recò presso il santuario della confraternita per ricevere la meritata ricompensa di 8000S.
Ormai se ne era fatta una ragione,il gruppo di assassini commetteva omicidi di diverso tipo,”giusti” secondo lei,ovviamente per le persone che meritavano questo “trattamento” brutale.
Fuori dalla strana porta del santuario l’attendeva il comandante Moro con aria furiosa,la causa della sua espressione fu la scoperta della copia falsa della spada incantata di Ulfric.

CAPITOLO 6
Quel giorno fu scortato da 6 guardie imperiali con l’ordine di ingaggiare il sangue di drago,nel caso avesse sfoderato l’arma.
Il Dovahkiin fu accusato di alto tradimento della legione imperiale(per quello che ne rimaneva).
Il sangue di drago non poteva fare altro che scappare con una taglia sulla testa,6 uomini erano troppi per iniziare un combattimento,sarebbe andato oltre le sue capacità,nonostante avesse una grande resistenza e forza.
Corse molto forte,poteva seminarli facilmente,la loro corazza a piastre li rallentava notevolmente,lei con un’armatura leggera poteva correre più a lungo.
In lontananza vide una capanna e due uomini,sembravano contadini,persone pacifiche.
Corse verso di loro,ma nello stesso momento si accorse che aveva seminato gli uomini di Moro,così si fermò e riprese fiato,il cuore le batteva fortissimo,il sangue nelle sue vene pulsava come non mai,così tanto che si sentì male e svenì.
All’alba si risvegliò nella capanna di quei due contadini che gestivano il loro raccolto.
La svegliarono confortandola con delle mele rosse, e del vino Alto,gli restituirono la cappa e le armi e le diedero delle scorte di cibo per il viaggio.
Il Dovahkiin si rimise in viaggio verso Windhelm,ma si rese conto fin da subito che era dall’altra parte della regione,avrebbe avuto bisogno di almeno 1 settimana di viaggio.
Così si mise in cammino durante quella brutta tempesta di neve con la speranza che un giovane avventuriero venisse in soccorso di una ragazza sperduta tra le silenziose lande di Skyrim.
Ma passarono 2 giorni e non si vide anima viva girare a cavallo,così,si fermo a Riverwood(paese a est di Winterhold) nella locanda del “Focolare Ghiacciato”,affittò una stanza e si mise a dormire,riflettendo sul fatto che Moro gli avrebbe dato la caccia giorno e notte.
Doveva subito tornare dallo jarl,per avvisarlo altrimenti l’impero si sarebbe ripreso anche senza il generale Tullius,ormai morto per mano del Dovahkiin.
Le mancava ancora tanta strada da percorrere a piedi,così il giorno dopo pensò di chiamare l’ultima carovana con destinazione Windhelm.
Il viaggio a cavallo era decisamente più rapido della normale camminata,dopo 20 ore circa,non poté credere ai suoi occhi,il palazzo dei Re era a poche miglia da lei,così scese dalla carovana e pago’ il gentile contadino.
Corse verso l’entrata della città per poi prendere la stradina che conduceva alla sua abitazione,a lei in quel momento importò solo la famiglia,lo jarl poteva anche attendere.
Riabbracciò i suoi familiari come se non li avesse mai visti prima d’ora,in quel momento ne fu molto felice,cenarono tutti insieme,come una famiglia unita.
Infatti lei si sentì in colpa per un motivo,lei,era sempre in viaggio,impegnata in qualche folle avventura,lasciava sempre il figlio in compagnia del padre Marcurio,non era mai presente in famiglia.
Così prese una drastica decisione,non appena avrebbe finito di indagare ulteriormente sugli strani e inquietanti omicidi avvenuti negli ultimi giorni,avrebbe passato fino all’ultimo giorno della sua vita con la sua famiglia.
Il Dovahkiin,finalmente,potè ricongiungersi  al palazzo dei Re per incontrare lo jarl e parlargli del famoso agguato che i soldati imperiali le avevano teso giorni prima.
Lo jarl incuriosito dalla sua storia,la fece parlare,ascoltandola  con aria molto interessata,riconoscendo così il suo grande sforzo eroico compiuto in quelle circostanze,decise di prendere delle decisioni drastiche.
Lo jarl inviò dei soldati per fare la ronda del feudo,un’area molto grande vista da una certa prospettiva,ma in confronto alla strada percorsa precedentemente dal Sangue di Drago,quella era solo un “piccolo sentiero”.
Alla fine l’unico obiettivo di Ulfric era solo quello di fermare e catturare Moro e la sua ultima scorta,in modo di non far sprofondare nuovamente la provincia di Skyrim in una sanguinosa guerra civile.
Il Sangue di Drago si concese qualche giorno per riposare dopo il suo lungo viaggio.
Ma l’eroica donna sapeva per certo che non era ancora finita.
Molti uomini dovevano soffrire per il loro alto tradimento verso il Dovahkiin,all’inizio lei stessa si fidava di Moro,lo considerò anche attraente per certi versi,ma era sempre un nemico,un Imperiale.

CAPITOLO 7
Ad un tratto,durante la cena reale dello jarl,sentirono urla e schiamazzi provenire fuori dalle mura del castello.
Quei poveri uomini erano proprio gli eroici Manti della Tempesta,allora,in quel momento nella testa del Dovahkiin giravano molti pensieri.
A Ulfric venne l’idea di sbirciare attraverso la porta che separava l’atrio dalla stanze dello Jarl,in quel momento lui rabbrividì.
I due videro 4 licantropi irrompere rumorosamente all’interno di centri pubblici e all’interno delle case degli abitanti,quella povera gente veniva massacrata e dilaniata dai morsi e dai loro graffi,alla fine non potevano far niente per quei poveri cittadini.
La città era stata messa a ferro e fuoco in meno di due ore,non avevano altra scelta che uscire o restare all’interno per morire,ma i due erano sempre umani,nonostante l’audacia e il coraggio dei due,sarebbero finiti subito sotto gli artigli dei 4 malvagi licantropi.
Il Dovahkiin improvvisamente fu stroncata dal pensiero della loro famiglia,se fossero morti il Dovahkiin ne avrebbe risentito e le si sarebbe “frantumato” il cuore solo al singolo pensiero della loro pessima fine.
Ma la speranza fu forte nel cuore della donna,in quel momento le vette in mente una brillante,ma dolorosa idea per tirar fuori anche Ulfric dalla stanza in cui erano intrappolati.
Il Sangue di Drago sapeva benissimo che un secondo non poteva essere perso e il fallimento non poteva essere altrettanto contemplato,così,si recò nella stanza della Necromanzia del vecchio mago di corte.
Frugò sotto il suo letto e per caso trovo uno strano e inquietante scrigno in legno d’ebano,adornato con dei teschi in miniatura.
Lo aprì incurante di quello che le sarebbe potuto succedere,infatti al suo interno vi trovò due ciotole di polvere di Vampiro e una boccetta di vetro,in cui all’interno vi era il ceppo della “Sanguinare Vampiris”,la famosa malattia temuta dagli abitanti dell’esterno.
Fortunatamente da ragazza il suo vecchio padre le diede delle lezioni sulla miscelazione degli elementi e sull’alchimia,quindi grazie al tavolo alchemico di cui il mago di corte era fornito,prese una ciotola,versò 5 gocce di “Sanguinare Vampiris” e metà della polvere di Vampiro.
Infine ne tirò fuori una porzione,che l’avrebbe resa invincibile,capace di sconfiggere un’intera legione,ma vi erano anche dei difetti,sarebbe stata assetata di sangue,le sarebbero cresciuti i canini di circa 3-4 centimetri e poi,la peggiore caratteristica,durante le ore diurne sarebbe stata molto vulnerabile alla luce del sole,ma non impossibilitata di uscire fuori durante il giorno.
Comunque alla fine sarebbe stata una perfetta cacciatrice della notte.
Alla fine si decise e la bevve.
All’inizio si sentiva davvero male,un dolore atroce alla testa,il suo sangue si stava trasformando,il sangue nelle sue vene scorreva irregolarmente,ma fu un rischio che fu costretta a correre,solo per salvare la corte reale,la sua famiglia e quello che ne rimaneva di Windhelm.
Si accasciò a terra dal forte dolore a tutte le ossa,ma subito lo jarl la venne a soccorrere,dandogli dei leggeri colpetti sul viso per farla rinvenire,ma senza preavviso il Dovahkiin aprì gli occhi di scatto,aveva degli occhi neri,neri come la pece,senza una pupilla all’interno,i suoi occhi blu oceano e la sua umanità scomparvero quella notte.
Con uno scatto formidabile si alzò in piedi e con una forza mai vista prima si recò al grande portone in ferro e lo spalancò a terra con un solo pugno.
I licantropi grazie al loro udito fuori dal comune sentirono il boato e si precipitarono subito sul luogo pieni di rabbia,
ma dentro la donna in quel momento dentro di lei regnava l’oscuro,così,balzò di 2 metri e afferrò un licantropo per la mandibola,staccandogliela di netto,mettendolo al tappeto in meno di un secondo.
Ne rimasero 3.
Afferrò una spadone di ferro a due mani e con un solo colpo lo infilzò contro l’occhio di un altro,e per al penultimo fu mozzata la testa di netto.

CAPITOLO 8
L’ultimo che rimase,ritornò alla sua forma originaria,si scoprì che era il comandante Moro,sotto l’effetto di una maledizione,ma il Dovahkiin preso dalla furia di mille uragani lo prese per il collo ignorando le mille suppliche e così gli aprì la testa a metà facendo vedere l’interno della materia grigia.
Ulfric si affacciò dalle scale e non poté credere ai suoi occhi.
Quella che un tempo era una donna coraggiosa,affidabile si trasformò in un vampiro tormentato dalla rebbia e dalla vendetta che ormai era stata fatta.
Ma lui seppe che quei gesti erano stati fatti per una buona causa,in modo di aiutare l’intera corte e gli abitanti rimasti,con passo lento ed elegante si avvicino allo jarl accarezzandolo al viso,dandogli un bacio d’addio,dicendo con dei sibili che avrebbe mandato una lettera bollata alla corte da recapitare alla sua famiglia,se solo non fosse restata uccisa nell’agguato.
La donna non provò neanche a ritornare a casa per controllare,perchè se solo fossero rimasti vivi,con molta probabilità,sarebbero partiti per Daggerfall il giorno seguente.
La donna con calma si allontanò pian piano da quella che un tempo era il freddo ma ridente feudo di Windhelm.
Dopo alcuni mesi,non ci furono ancora notizie della donna,ma era sicuro che la minaccia imperiale fu eliminata per sempre,dato che tra i caduti quel giorno ci furono anche gli altri due uomini di Moro,sicuramente rimasti uccisi dai Manto della tempesta prima della loro malefica trasformazione.
 Il feudo di Windhelm fu rimesso in piedi in poco tempo,le perdite degli abitanti non furono spaventose,così la popolazione poté ristabilirsi,la vita continuò in modo pacifico,ma un giorno,la neve non cadde però arrivo quella lettera diretta alla corte e ai familiari del Dovahkiin preoccupati per lei,in attesa per quella lettera.


“A tutti i miei cari membri della corte dei Manto della Tempesta e ai miei familiari.
La luna e l’oscurità mi hanno chiamato per servire le tenebre,ma per uno scopo nobile,cioè aiutare tutti voi.
Lo jarl Ulfric è l’uomo più coraggioso che conosca,vi aiuterà nei momenti più bui che il feudo affronterà,oramai non avrete più notizie di me.
Il mio destino è ormai segnato all’immortalità e alla sofferenza,la mia umanità è svanita del tutto,fate in modo che la mia storia venga ricordata e annotata dagli scribi.
Abbiate cura di voi”.

La lettera arrivò precisamente quel giorno nella sede reale dello jarl,consegnata da un paffuto messaggero la mattina presto.
Ulfric ne rimase molto sorpreso,anche perché si promise che nessuno avrebbe più dimenticato le gesta eroiche di quella donna,anche se oramai non ve ne era più nulla.
Alla fin fine lui stesso per lei provava un grande rispetto,ma la parte complicata rimaneva quella di raccontare tutto alla famiglia,il figlio adottivo e Marcurio,il caro marito.
Così mandò due guardie a casa loro e li convocò a palazzo per discuterne,ma presto il marito revocò l’invito e infuriato pretese di voler essere al corrente della situazione,
Ulfric si rese conto di non aver altra scelta così si recò nella loro abitazione cominciando la discussione.
Marcurio ne rimase sbalordito,ma capì la gravità della situazione e così diede ragione allo jarl di tener lontana la ex-coniuge dai due,giusto per la loro incolumità.
Ulfric per onorarla dei suoi servigi verso Skyrim e i suoi abitanti fece erigere una statua in bronzo,proveniente dalle prestigiose miniere dell’accampamento di orchi,subito a est di Windhelm,loro stessi concesero l’accesso alla miniera ai Nord grazie allo scagionamento di una sentinella dell’accampamento da una fortezza imperiale da parte del Dovahkiin,compiuto mesi prima della sua trasformazione.
La statua a Windhelm la rappresentava in tutto il suo coraggio,con la sua solita cappa nera aderente,molto simile all’armatura dei Nigtingale,un’altra setta segreta all’interno della Gilda dei ladri.
Vi era anche una targa sempre in bronzo con su scritto:

“Alla nostra eroina e alle sue eroiche gesta,noi la ricordiamo”.

EPILOGO
Così fu la storia dell’eroina di Windhelm,che si battè per il suo popolo e la sua famiglia,si mise contro le intemperie e le situazioni peggiori per portare a termine un obiettivo.
Ma la realtà dei fatti lei la conosce già,vedrà morire i suoi cari per colpa della sua immortalità,ma lo disse fin dall’inizio,lei era pronta,in quel caso non potrà fare nulla per salvare tutti.
Ma magari i futuri abitanti di Skyrim potranno essere deliziati dalle sue nuovi doti.
   
 
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