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Autore: LaRagazzaDelleMargherite    27/04/2009    0 recensioni
E' il 1942. Il nazismo sta devastando la storia dell'Europa e del Mondo. Come le vita di una ragazza ariana e il suo amico ebreo.
Genere: Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA RAGAZZA CHE NON RIUSCIVA A SOGNARE

 

23/12/1942

Cara Ketty,
manca poco a Natale ormai, e spero che mia madre mi permetta di andare da Frank quel giorno, almeno per portargli un po’ di speranza. Si sono trasferiti nelle campagne fuori Berlino, proprio l’altro ieri. Ti racconto come è andata, perché è stato così triste lasciarlo andare.
Era notte, stavo dormendo. All’improvviso sentii qualcosa picchiare contro la finestra. Mi svegliai di soprassalto e sentii qualcuno chiamare sottovoce: “Mika!”. Avrei riconosciuto quella voce anche in capo al mondo. Corsi alla finestra e il mio angelo era sotto il ciliegio che stava raccogliendo un sassolino per lanciarlo verso di me. Poi mi vide e lo gettò via.
“Finalmente! É un sacco che ti chiamo! Non starai diventando sorda, vero?”, ghignò Frank.
“Che vuoi?”, gli chiesi, ancora assonnata.
“Scendi, devo parlarti è urgente!”, mi bisbiglò per paura di essere sentito.
“Ok, aspetta!”, chiusi la finestra, infilai pantofole e cappotto e scesi piano piano per la scala silenziosa. Sgusciai dalla porta della servitù e corsi in giardino. Frank mi prese per mano e mi portò dietro il nostro grande cespuglio, dove sedetti. Mi guardò coi suoi occhi dolci e caldi che tanto amo. E io lo ricambiai, soffermandomi come sempre sulla grande stella gialla che portava sul petto. Ma cosa importa? É il mio migliore amico, non mi interessa se non é come me, non ha importanza...Mi prese le mani e mi disse, serio: “Andiamo via Mika. Domattina presto, tra poche ore. Un fattore ci ha offerto un nascondiglio in campagna. Non possiamo più stare qui, non c’é posto per noi...”.
Oh, Ketty, quando disse ciò rimasi senza parole, senza aria, non potevo, anzi non posso accetarlo! Alla fine sono riusciti a portarmelo via.
“No! Oh, no Frankie! Come faremo? Come farò a sopravvivere senza di te?”, gli risposi agitata. “Non so Mika, é così complicato. Però ho pensato a una soluzione. Vicino a quella fattoria il fattore ci ha detto che c’é una vostra chiesa, molto frequentata. Potresti venirci da sola la domenica, o quando vuoi, così potremmo incontrarci. É l’unico modo”, sussurrò concitato con le lacrime agli occhi. Non trovai una risposta sensata, così affermai con la testa, mentre calde lacrime scendevano dai miei maledetti occhi azzurri.
“Voglio venire con te! Non ti lascio solo!”, singhiozzai ancora più forte.
“Shh, calma Mika, non ti agitare, andrà tutto bene, tutto bene....”, cercò di consolarmi e mi calmai un po’.
Restammo abbracciati a lungo, poi Frank si alzò e mi accompagnò alla porta. Mi diede un lungo bacio sulla fronte e mi accarezzò i capelli.
“Questo non è un addio, Mika”, mi disse, piano.
Lo strinsi più forte che potei, poi rientrai e tornai a letto. Non dormii per nulla. Ketty, già mi manca. Mi manca come l’aria...

Mika

 

   
 
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