Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: Kaleido_illusion    15/08/2016    1 recensioni
Benvenuti a Cardia-Y 311, una città stato post apocalittica.
Tra edifici crollati, piogge acide e severe leggi, si intrecciano le vicende di due giovani di realtà completamente diversi: lei, April, una ragazza disillusa e sospettosa con un caratterino da vendere, vive nei Sobborghi lottando ogni giorno per sopravvivere; lui, Nagìl, un curioso ragazzo privileggiato del Centro, che stufo dei favoreggiamenti riservatigli decide in un attimo di ribellione di visitare quei luoghi che la cupola di vetro gli impedisce di raggiungere. Il caso vorrà che i dui si incontrino e da quel momento in poi le loro vite cambino drasticamente ...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 10
 

 

 

 

Minuti interminabili, trascorrono nel più totale silenzio da quando Ed ci ha lasciato per andare ad accogliere Spike; attimi che ho provato a colmare studiando la mia ospite forzata. Certo, l’avevo osservata nei nostri ultimi incontri, ma ho l’impressione che una ragazza simile … cocciuta e lunatica, possa nascondere più lati di sé a cui essere preparati. Eppure è buffo vederla così docile e silenziosa nella mia camera, tanto che potrei trovarlo strabiliante! Come vedere una tartaruga di terra che nuota come un delfino. Eppure mi trovo a pensare a come mutano gli atteggiamenti non appena cambia il campo di battaglia. Questo non fa che rendermi teso ed elettrizzato come mai prima, perché finalmente la mia posizione si rivela favorevole per un progetto personale e non è solamente un peso o un’etichetta che mi porto dietro. Tuttavia ho appena sperimentato il rovescio della medaglia su April, perché non sempre forzarla, usando guarda caso il mio status, è un bene. L’ho visto fare al suo amico e per lui non si è messo tanto maglio, nemmeno considerando da quanto tempo si conoscevano ( grazie a quel poco che sono riuscito a scoprire dalla nostra breve conversazione) , per cui dovevo ponderare bene le mie mosse o, come era successo nei sobborghi, potrei vedermela brutta. Adesso capisco come mai la chiamino Wild, soprannome azzeccato per il carattere, ma non per l’apparenza. Di statura è nella media, sono comuni anche il colore castano scuro dei capelli, e le iridi di un caldo marrone. Ha la chioma abbastanza liscia da arrivarle ad accarezzare il collo, ma spettinata, e che le incornicia il viso armonioso che risulterebbe gradevole se non fosse tanto corrucciato e sospettoso. Inoltre il suo sguardo vigile mi preoccupa tanto che ho davvero paura per l’impressione che avrà di mio cugino, oltre a quello che lui potrà combinare poiché, anche se tutto di questa alleanza si basa su fondamenta precarie e instabili, il suo aiuto è indispensabilmente necessario. Pertanto sono costretto a mettere da parte il mio orgoglio ferito dalle offese e cercare di trovare un punto debole nella sua corazza per instaurare un minimo d’intesa, altrimenti c’è il rischio di perdere quest’opportunità. Purtroppo, conoscere Spike nelle prime fasi di allacciamento dei rapporti, è decisamente una mossa azzardata e non so fino a che punto favorevole alla causa.
Perciò, per cercare di ben disporla a questo incontro, provo a fare un po’ di conversazione, ma anche se ci metto tutto l’impegno, non riesco a fare breccia nei suoi pensieri né a distoglierla dall’osservare il tè che fluttua nella chicchera sul vassoio o dal sondare con lo sguardo ogni angolo della camera. Credo che continuerà a osservare la tazza finché non si sarà raffreddato il contenuto e penso che nemmeno in quel caso lo berrebbe. Pensa che l’abbia avvelenato? Oppure che l’abbia drogato per poterla rapire o chi sa che altro? Forse non le importa nemmeno che l’abbia bevuto anch’io, nonostante sappia che non è una prova sufficiente per scagionarmi.  Sospiro rassegnato, pensando a cosa darei per conoscere ciò che pensa! Almeno saprei che contromosse preparare per conquistare la sua fiducia, ma sembra che la sola persona capace di strapparle qualche parolina, addirittura intere frasi, sia Ed. Li ho sentiti dal corridoio mentre chiacchieravano tranquillamente come se fossero amici da sempre e ammetto di essermi sentito fuori posto nel rientrare, mettendo fine alla loro conversazione. Devo confessare che sono abbastanza curioso di cosa si stavano raccontando, visto che ho colto solo alcuni sprazzi delle notizie che si confidavano, per lo più riguardanti i Sobborghi, ma non mi sembra il caso di chiedere i dettagli, finirei solo per addossarmi ancora più antipatie.
Comunque visti insieme davano l’impressione di avere molte più cose in comune di quanto avessero potuto scoprirne l’uno dall’altro in soli dieci minuti e poco più di discorsi. Davvero non so spiegarmi il perché e, solo adesso che ci rifletto, non ho mai chiesto a Ed di parlarmi di sé, anche se credo che la sua natura riservata schiverebbe le mie domande con semplici frasi che potrebbero dire tutto e niente. Volendo insistere poi, finirei per farmelo raccontare con la forza, ma non ho il cuore di fargli una cosa simile, soprattutto non dopo quello che ha fatto per me. Così ho lasciato correre le mie indagini. Sarà più utile se almeno uno all’interno di queste mura riesce a garantirsi la sua stima, anche se spero di non dover coinvolgere Edward.
Malgrado il disagio nel trovarci in due sotto lo stesso tetto, provo ancora ad articolare qualche frase e quando l’ennesimo tentativo finisce senza risposta, ci rinuncio, preferendo osservare assorto il muro difronte, bianco e immacolato. In questo momento mi viene una voglia pazzesca di scaraventarvi un barattolo di vernice nera e vedere l’effetto che farebbe imbrattato pur di non dover sopportare oltre questo macigno di silenzio. Lo immagino cosparso di spirali e chiazze nere, che si intersecano e si allontanano come pianeti lungo la loro orbita. Certo che lo stress è proprio un nemico infido, ti fiacca finché non inizi a dar i numeri. Non che sia la prima volta che sperimento l’elettrizzante tensione negativa, anzi credo che potrei eleggerla la mia droga personale, visto che i suoi effetti non mi abbandonano mai, come una crisi d’astinenza. Nonostante sia assorto nei mie sogni ad occhi aperti dettati dalla frustrazione visto che le cose non vadano nel verso in cui dovrebbero, sono comunque cosciente di quello che avviene nella stanza, percepisco l’insistente sguardo della ragazza snocciolare ogni centimetro del sottoscritto per poi dedicarsi a comparare il mobilio con quello che avrà concluso dalla sua analisi ed ottenere un’ipotesi sul mio carattere.
È insopportabile. Odio quando le persone mi fissano e dalle loro congetture pretendano di conoscermi, quando nemmeno mi hanno rivolto mai la parola. Perciò le indirizzo uno sguardo tanto glaciale e ostile, da farle alzare un sopracciglio per lo sconcerto. Sono caduto di nuovo in vecchi vizzi, ancora la paranoia, e che diamine! Pensavo di averla superata ormai. Mi volto nuovamente in direzione del muro e, con gli occhi socchiusi stavolta, attendo che la porta si riapra nuovamente.  Alla fine esulto mentalmente alla vista di Ed rientrare, dissipando in un lampo tutti i miei pensieri.
<< Il tè non era di suo gradimento?>> chiede alla ragazza osservando la bevanda intonsa, dopo aver percepito l’atmosfera pesante nella stanza.
<< Non mi va>> risponde lei laconica e con vago imbarazzo.
<< Un vero peccato, perché andrà sprecato allora>> sentenzia il nostro buon Ed allungandosi per riprendere possesso del carrello delle vivande, tuttavia prima che l’oggetto si muova di un millimetro, la ragazza si è già riappropriata della tazza per berne fino all’ultima goccia senza riprendere fiato.
Ma come ci è riuscito?! Non appena l’avrò riaccompagnata, dovrò farmi assolutamente dire come sia riuscito a farsi ascoltare, perché sembra che io non riesca proprio a rompere la sua barriera di ostilità e mutismo.
Un’altra cosa che non riesco a fare e scorgere in tempo e bloccare il nuovo arrivato.
<< Ma che tipetto che abbiamo qui. Nagìl mi aveva accennato qualcosina, ma vederti dal vivo è molto più che una piacevole sorpresa.>> fa il suo ingresso mio cugino.
Sussulto a quel pessimo tentativo di approccio, anch’io se fossi stato una ragazza l’avrei additato come un maniaco seriale, il che è tutto dire. Forse sono di parte e non dovrei far testo; ad ogni modo l’espressione truce dell’ospite mette in agitazione tutti i miei campanelli d’allarme. Spike sta entrando in un campo minato senza minimamente curarsi dei segnali d’avvertimento che la stessa ragazza gli stava lanciando. Come ho avuto modo di costatare non le piacciono i complimenti, benché meno fatti con l’intento di attaccare bottone. Forse è meglio intervenire.
<< April, ti presento Spike. Cugino, questa è April. Lei ha chiesto di vederti per decidere il da farsi.>> Butto lì, sperando lui colga al volo le implicazioni connesse all’ultima frase ed eviti di combinare un disastro prima ancora di presentarsi come si deve.
<< Gli hai parlato di me?!>> dichiarano all’unisono voltandosi entrambi nella mia direzione. Solo che uno è stupidamente entusiasta che gli sia venuto in contro e aver messo una buona parola in suo favore, l’altra invece mi inchioda con evidente fastidio per non essere stata interpellata. Voglio sparire. Odio le seccature e nel complesso la faccenda si sta rivelando più complicata del previsto, ma ormai la frittata è fatta e non posso lasciare le cose così. C’è un alto rischio che se li lasciassi da soli, April faccia fuori il Farfallone e finisca in prigione spifferando tutto quello che sa ai Funzionari; a quel punto mi ritroverò a dover affrontare problemi ben più gravi.
<< Ho dovuto.>> rispondo rassegnato ed in tono piatto a entrambi, anche se la mia patetica risposta, simile ad una scusa, sia rivolta più a lei che a lui.
<< Ehi Nagìl, cos’è questa storia! Ti avevo detto che era proprio il mio tipo e di presentarmela come si deve. Descrivendo soprattutto quanto sia fantastico e insuperabilmente il migliore sulla piazza.>> brontola lui risentito, imitando i toni lamentosi di Chanel. È irritante oltre ogni dire quando ricade sempre nei soliti stupidi e infausti atteggiamenti.
Gli lancio un’occhiataccia tra l’irritato e l’esterrefatto per trasmettergli il mio disappunto, oltre al chiarissimo messaggio: “ Non mi pare di avertelo mai promesso”.
Non ho mai capito l’essere che mi trovo di fronte e sul come lui cerchi di rapportarsi alle persone, rispetto il suo lato risoluto e serio, ma lo sopprimerei appena mette in piedi certi atteggiamenti da Don Giovanni incallito. Ciò nonostante vengo snobbato in un nano secondo e Spike si rivolge nuovamente alla ragazza.
<< Allora dimmi April, ora che mi hai incontrato di persona ci darai una mano, visto che sono il meglio che quel disastro di cugino poteva aspettarsi? Se dici di sì, sarò più che felice di concederti un appuntamento speciale. Solo tu ed io.>> ammicca, cercando di farla cadere ai suoi piedi con la sua miglior espressione seducente. Sono in imbarazzo per lui. Si rende conto delle boiate che spara? È inutile che me lo chieda, di certo la risposta è no. Allo stesso tempo sono curioso di sapere che reazione avrà a riguardo la mia ospite.
<< Spike scherza sempre per rompere il ghiaccio.>> minimizzo, cercando di arginare il disgusto che affiora sul viso di lei per colpa delle sue parole.
La ragazza inizia a starmi simpatica. Non ha ancora raggiunto i livelli di Chanel, ma ha guadagnato abbastanza punti.
<< Ma quale scherzo, dico sul serio! Che ne dici splendida, usciremo per sancire il nostro accordo?>> sentenzia gongolante afferrandole una mano con fare svenevole.
Con questo posso definitivamente vedere infranti gli sforzi fatti. Addio sogni di gloria! Il treno delle opportunità è saltato in aria con l’ultimo brandello di credibilità di Spike, perciò non mi sorprendo molto quando la stessa ragazza gli allontana la mano con un sonoro schiaffo.
Perché quel decerebrato non ascolta mai quando gli do qualche avvertimento, anche se velato?
<< NON MI PIACI. Né tu, né tantomeno il lenzuolo lì dietro. Sapete dove potete infilarvi la vostra proposta e arrangiatevi tra di voi.>> sbotta furibonda, mentre imbocca come una collera la porta sotto lo sguardo severo di Ed rivolto alla controparte maschile, soprattutto verso di me, che non sono stato capace di prevedere e prevenire la situazione.
<< Fossi in te, non oltrepasserei la soglia con tanta leggerezza. Ammesso che tu sappia a quali rischi vai in contro.>> prende la parola Spike facendo piombare un silenzio tombale sui presenti, << Ho mille modi per poterti incastrare, se servono le maniere forti per convincerti.>>
<< Mi stai minacciando?>> replica Wild, girandosi lentamente con uno sguardo truce.
Come siamo finiti alle minacce? Devo essermi perso qualche passaggio.
<< Forse. Oppure ti sto dimostrando che facciamo sul serio, dipende dai punti di vista. Ad ogni modo la scelta è tua: se rischiare stando dalla nostra parte, oppure correre il rischio di stare contro di noi. Se scegli di darci una mano ricaviamo tutti un vantaggio, mentre se prendi la strada opposta, e non ti denunciamo, possiamo sempre ridurti al silenzio. Sai, non vogliamo intoppi nel piano e possiamo trovare un'altra persona; magari il tuo amico potrebbe essere una valida alternativa, visto che sembra molto più collaborativo. Altrimenti si potrebbe screditarti davanti ai suoi occhi per non aver accolto un’opportunità che avrebbe aiutato molti dei vostri. Cosa penserà a quel punto di te?>>.  Continua implacabile adottando un atteggiamento troppo calmo e calcolato per i suoi standard. Mi si ghiaccia il sangue nelle vene vedendo la ragazza trasalire nel sentirsi sbattere in faccia un’eventualità così violenta.
Ho intuito solo la relazione che c’è tra lei e quel Kid, e credo che anche Spike se ne sia reso conto dai miei rapporti, ma usarla in questa circostanza mi sembra assurdo. Come gli è venuto in mente di usare un ultimatum! È impazzito e vuole bruciarci ogni possibilità. Non riesco nemmeno a immaginare le idee omicide che stanno frullando dietro a quelle sopracciglia aggrottate e quegli occhi duri e incendiari come pietre focaie della ragazza, rimasta di sasso difronte a me.
Ho il fondato sospetto che voglia appenderlo al muro, come avrebbe fatto con me, ma prima che la situazione precipiti, devo salvare il salvabile o per lo meno far ragionare la mente contorta che ci ha fatto arrivare a questo punto.
<< Spike, non erano questi i piani! Ti ho chiamato perché conoscendoti potesse darci fiducia, non che la istigassi a odiarci!>> dico tirandolo per la maglietta perché rinsavisca. Eppure per tutta risposta scrolla con nonchalance il mio pugno dalla sua divisa e riprende come se nulla fosse successo.
<< Speravo facessi tu un discorso simile.>> mi rinfaccia, con una voce tagliente.
<< Non l’ho fatto perché non era questo che volevo. Che senso ha quello che facciamo se poi non ci comportiamo diversamente da come abbiamo fatto fin ora, ovvero imponendo di farci ascoltare? Nessuno ci darà fiducia se agiamo come i Funzionari. Non andremo da nessuna parte!>> sbotto e non mi sfugge il suo sorrisetto compiaciuto.
<< Adesso conosce il tuo vero modo di vedere le cose e così forse sono anche più chiare le nostre intenzioni.>> ribatte a fil di voce, per indirizzare quelle parole solo a me.
<< Avevi già un piano non è così?! Anche questa volta.>> sibilo irritato.
Anch’io sono stato messo alle strette da una persona a me vicina, e non mi piace per niente. Ora penso di capire un po’ il punto di vista di April; è la stessa cosa che le ha fatto Kid quando siamo apparsi noi. Sebbene non sia la prima volta che capita, non riesco ad allontanare quel senso di tradimento e sfruttamento che provo.
<< Allora cosa rispondi a questo? Non è forse la stessa cosa che speri in fondo anche tu? Non ti sei mai arrabbiata vedendo che nessuno batteva ciglio difronte agli eventi che non andavano?>>.
Mi giro appena per vedere la sua reazione e non mi sfugge il velo di rabbia e assenso che guizza per un attimo nelle sue iridi scure. << Perciò sai bene che non si possono cambiare le cose se la gente non inizia a pensare diversamente. Ora da che parte stai: da quella di chi si nasconde dietro un muro di lamentele e rassegnazione o deciderai di iniziare a cambiare e coinvolgere quelli che ti sono vicini? È solo così che si può sperare in un futuro migliore, il nostro futuro.>> sentenzia la persona che ho davanti e che ancora una volta non so chi sia, se un calcolatore sadico o il mio stupido parente con la fissa per le donne.
Osservo preoccupato la ragazza non sapendo bene cosa aspettarmi dalla conversazione, che sembra più un’accusa che un discorso di persuasione. Per questo mi aspetto una faccia trucemente contenuta o l’odio fatto persona che sarebbe più adatto ad un tipo come lei. Ebbene, non trovo nulla di tutto ciò, solo un’espressione indecifrabile e statuaria con lo sguardo perso nel vuoto oltre le nostre spalle.
“ Che le prende?” mi trovo a pensare. È una situazione piuttosto strana e seriamente vorrei essere nella sua testa per carpirne i pensieri.
Lei resta trincerata nel suo mutismo, meditando sulle parole e spero anche a una risposta. Quando questa non arriva, cerco di rompere il silenzio con una proposta rischiosa per entrambe le parti. << Sta di fatto che non è solo a vantaggio nostro, ci sarebbero dei rifornimenti che potremmo passarti sottobanco, tipo medicine, viveri, prodotti che non arrivano ai sobborghi e tutto quello che ti servirebbe per aiutare e convincere più persone possibili. >> faccio una pausa per sondare l’effetto che la mia proposta potrebbe aver suscitato e vedendo ancora dei moti di combattimento tra i suoi pensieri arricchisco la proposta. << Siamo disposti a venirti incontro per qualsiasi cosa sia in nostro potere, basta che tu lo chieda se accetterai.>>
<< Ehi, non stai promettendo troppo?>>
<< Taci, mi sembra il minimo anche come scuse per quello che le hai detto.>> lo rimbecco sottovoce, ma per tutta risposta lo vedo ridere sotto i baffi.
<< Degno di te Signor gentiluomo.>> esordisce tra un riso e l’altro, tuttavia non stacco lo sguardo dall’ospite sostenendo il peso dei suoi ardenti e diffidenti occhi marroni. Pochi istanti dopo la vedo scambiare un’occhiata scettica verso Ed che le sorride come sempre. Ancora una volta la curiosità di sapere della loro conversazione mi brucia come un fuoco vivo. Infine sospira rilasciando la tensione delle spalle, anche se non completamente.
<< D’accordo, ma a un paio di condizioni! Uno, nei sobborghi si fa come dico io. Due, l’intera faccenda deve rimanere tra i presenti in questa stanza più Kid, nessuno in più; specialmente la vostra amichetta ossigenata.>>
<< HAHAHAHA.>> la risata sonora ci colpisce all’improvviso come l’esplosione di un tuono. << Perdonatemi ma a Chanel non pensavo di dirle nemmeno il mio nome di battesimo. Potrebbe spifferare tutto anche al suo gatto, non so se ho reso l’idea.>> ribatte Spike.
<< Andata! Hai la mia parola.>> mi rianimo porgendole la mano e aspettando che lei ricambi il gesto.
Solleva un sopracciglio sconcertata incrociando le braccia al petto. << Mi serve un po’ più della tua parola. Non mi fido di voi.>>
Esasperato, penso a cos altro possa convincerla a darci un briciolo di stima, poi l’idea mi fulmina. Corro alla scrivania e arraffo dall’ultimo cassetto un palmare vecchio modello e dopo averlo avviato e messo fuori uso tutte le password di accesso e credenziali, glielo mostro.
<< Questa è la cosa più preziosa che abbiamo al centro. I palmari sono un po’ come quei braccialetti che avete al polso. Solo che da noi contengono molte più informazioni.>> e senza aspettare una replica glielo infilo tra le braccia e il petto.
<< In pratica mi state dando un altro aggeggio per controllarmi?!>> mi accusa, scurendo lo sguardo. Adesso la sua aura minacciosa è tangibile.
<< No, ti assicuro che non è così.>> provo a persuaderla, ma sembra che ascolti solo quello che vuole. Come posso rimediare?
Al che, interviene Ed con mio enorme sollievo. << Veramente è come ha detto il Signorino, persino noi della servitù abbiamo il nostro palmare. E la pena per lo smarrimento è piuttosto severa, perciò gli creda quando dice che è la cosa più importante che possa darle insieme alla sua parola. Posso garantire per lui.>> le confida, mostrando il suo dispositivo e finalmente vedo quasi tutte le sue barriere arrendersi all’evidenza. April infila con cattiveria l’apparecchio nella tasca dove teneva il mio palmare, poi afferra quasi disgustata la mia mano per stritolarla.
Certo che per essere una mezza nana, ne ha di forza. Ricambio soddisfatto e la trattengo ancora qualche istante.
<< Tienilo spento finché non passi dall’altra parte e poi fallo aggiustare dal tuo amico. Usate solo il numero con l’asterisco nel nome, lui capirà perché e cancellate qualsiasi altro contato o linea esterna. Se non lo fai, ci beccheranno in meno di due minuti.>> la lascio andare.
La vedo assentire impercettibilmente con il capo e so di aver fatto breccia nella sua circospezione.
<< Perfetto! Che ne dite di festeggiare? Abbiamo segnato il primo passo verso una svolta storica! … O forse può anche aspettare.>> aggiunge vedendo lo sguardo glaciale della ragazza.  Probabilmente è un po’ presto per essere anche compagni di bevute, anche se posso scommettere che sembra il tipo di persona a cui non dispiacciono gli alcolici, ameno che anche questo preconcetto non sia un'altra impressione inculcata dalla visione distorta che ci hanno rifilato.
<< La accompagno a casa. Intanto tu prepara qualcosa.>> non lo dico solo per tenere buono mio cugino, ma anche perché non mi dispiace l’idea di rilassarmi con qualche birra e abbandonare l’ansia fuori dalla porta per qualche ora. In più, una bella notizia va sempre festeggiata! Ci sono così poche di occasioni per farlo e di certo le feste organizzate a casa non sono proprio il massimo del divertimento e del relax, con gli abiti formali e le etichette da rispettare.
<< Alla prossima signorina April.>> la saluta Edward con simpatia e lei ricambia con quella che mi sembra più cordialità di quanta possa immaginare si nasconda dietro a quell’aria selvaggia. Ad ogni modo non lascio che la mia soddisfazione venga intaccata da certi pensieri. è la prima cosa che va per il verso giusto da quando abbiamo iniziato.
<< Aggiungerei un altro punto all’accordo.>> dichiara schietta quando imbocchiamo il viale.
<< E quale sarebbe>> chiedo con un sorriso forzato e ansioso. È da un po’ che vedo i suoi sguardi assorti nel circondario, come se stia cercando qualcosa e più di una volta l’ho sorpresa a fissare un punto. Non riuscendo a trovare l’ogge3tto di tante ricerche, non vi ho dato peso pensando solo a portarla al sicuro oltre la cupola, ma è stato un errore di valutazione che mi costa questa richiesta aggiuntiva.
<< Informazioni. Mi racconterai cosa succede qui al Centro e soprattutto come funziona.>> e per dare enfasi alle sue parole si pianta nel bel mezzo del marciapiede aspettando ciò che le avevo promesso, cioè darle quello che le serve a patto che lo chieda. Abbiamo gli occhi dei passanti inchiodati malevolmente su di noi e di certo non posso darle qui e subito ciò che reclama. Oltre a ciò vengo preso alla sprovvista e resto a fissarla sconvolto, per il tempo in cui un rivolo ghiacciato di sudore mi scivola alla base nuca e lungo la spina dorsale. Mi sta mettendo in difficoltà ma non posso farglielo notare apertamente, altrimenti attirerei ancora più sospetti. Nonostante percepisca il mio stato d’animo, sembra non voglia desistere.
<< Tranquillo, non sono così idiota da metterti pressioni qui, visto che tutti possono sentirci. A tempo e luogo adatto mi racconterai quello che mi serve.>> sussurra riprendendo a camminare.
Quest’ultimo scambio di battute è il più inquietante e spaventoso di tutta la mia vita. Quello che mi chiede è molto, per questo non so se le basteranno le poche cose che potrò dirle perché, diciamocela tutta, nemmeno io sono un’idiota che va a raccontare informazioni pesanti come questa, senza garanzie. Per il momento non posso fare altro che scortarla sana e salva al confine, preoccupandomi di rassicurare i Funzionari che ci fermano lungo la strada. Una volta ritornato a casa non ho voglia di rovinare l’umore generale, così mi dimentico per qualche ora dell’accaduto, festeggiando la nuova conquista con Spike e Ed.
Non appena il parente ci lascia, addormentandosi sbronzo marcio sul mio letto, approfitto dell’animo allegro per rivolgere al maggiordomo qualche domanda, intanto che smistiamo i rifiuti rimasti della nostra festicciola.
<< Ed, posso chiederti come hai fatto ad entrare subito in sintonia con la ragazza?>>
<< La Signorina April è una personcina dal carattere molto energico e determinato, perciò non serve a nulla usare la forza o le prese di posizione. A questo riguardo, mi permette un appunto?>>.
Non ha risposto alla mia domanda ma sono determinato ad ascoltare ciò che ha da dirmi. Quest’uomo non dice mai nulla per caso, per questo quando ti rivela ciò che pensa e bene farne tesoro; inoltre è una delle poche occasioni in cui mi chiede di esprimere le sue idee e non posso rifiutarmi.
<< Le maniere di suo cugino sono state piuttosto irruenti, c’erano modi diversi per ottenere la sua approvazione. Tuttavia devo dire che è stato molto furbo a usare quest’approccio per smuovervi. Signorino Nagìl, anche lei deve essere più deciso. Mostri apertamente le sue intenzioni senza frenarsi dagli ipotetici “ se e ma”, altrimenti, come diceva il Signorino Spike, le persone che le stanno intorno non capiranno mai cosa vorrà fare e purtroppo non le daranno fiducia. L’essere umano tende a seguire i leader più convincenti e risoluti, dimenticandosi di prestare attenzione a ciò che dicono. E lei non ha nulla di cui invidiare a un Leader , in quanto a carattere e forza d’animo; perciò non tema di sbagliare, anche se non può commettere errori. Spero comprenderà le mie parole, perché sono sempre qui a sostenerla e  Perdoni la mia impertinenza.>> mi rivela, mostrandomi un inchino servile.
Lo faccio alzare subito, non c’è bisogno che mostri tanta formalità, ho molto a cuore quest’uomo, tanto da permettergli di dirmi qualsiasi cosa, anche sgridarmi se fosse necessario, perché so che tiene a me nello stesso modo. Comunque, insieme al fatto che anche Ed si sia accorto di come mi sia fatto usare da Spike, le sue parole sono state un po’ mortificanti e per questo non posso sentirmi completamente soddisfatto.
<< Hai qualche consiglio su come relazionarmi con Wild?>> tento un’altra via, poiché non mi ha fornito le risposte che cercavo sulla loro sintonia.
<< La signorina è molto sola e disillusa. Pensa che non possa fidarsi di nessuno se non di se stessa ed è comprensibile conoscendo l’ambiente in cui vive. Perciò posso solo suggerirle di provare a comprenderla, di immedesimarsi nella sua situazione per conoscerla. Soprattutto provi ad ascoltare attentamente ciò che le dirà, le sue parole rivelano molto del suo modo di pensare e le saranno di indizio per anticiparla e andarle incontro. È una ragazza intelligente, non sprecherà quest’occasione per delle motivazioni superficiali come i pregiudizi.>>
<< Peccato che non voglia saperne di avere un dialogo.>> sentenzio con rammarico ed un pizzico di sdegno che suscita una lieve risata trattenuta, come uno sbuffo di una caldaia a vapore, da parte del maggiordomo.
<< La prenda come una sfida e non si arrenda, le relazioni sociali non sono mai semplici. Vedrà che alla fine comincerà a fidarsi.>>
<< Sembra che tu mi stia dando dei consigli per approcciare un animale selvatico.>> ironizzo per scherzare, ispirando altri colpetti di riso di Edward.
<< Il cognome le rende giustizia.>> sorride con affetto riferendosi alla ragazza, mentre raccoglie le ultime bottiglie svuotate dall’ubriacone che sonnecchia beato. Ha pensato anche lui alla connessione tra la persona e il suo carattere, da quanto sento. Ciò nonostante posso percepire la nota di affezione che prova nei suoi confronti e sono sempre più convinto che ci sia qualcosa che li accomuni. Pertanto vorrei sapere di che si tratta, non solo per curiosità, ma anche per capire meglio l’uomo che mi ha visto crescere.
<< Ed, un girono mi racconteresti qualcosa di te?>> gli chiedo, ma non appena lo faccio mi sento in colpa per avergli fatto una domanda tanto presuntuosa. Infatti vedo i suoi occhi bicromatici spalancarsi per la sorpresa della domanda e poi tornare quelli miti e saggi che conosco.
<< Un giorno Signorino.>> e con un ultimo enigmatico e malinconico sorriso, lascia la stanza sollevando il sacco dei rifiuti.
Resto ancora un attimo alla scrivania, rimuginando sui discorsi di oggi, finché non decido che è ora anche per me di prendere una pausa da questa giornata e, dopo essermi fatto una doccia metto in carica il palmare, che servirà parecchio da ora in poi e dunque non posso lasciare con il minimo di batteria. Dopo di che mi riapproprio del mio letto, sbattendo per terra Spike che ha il sonno più pesante di un ghiro e,  visto che sono immensamente gentile, gli concedo anche uno dei miei cuscini. Alla fine sto per cedere al sonno quando  la vibrazione dell’apparecchio elettronico
si attiva e scopro con sorpresa che è un messaggio di April.
| Sistemato tutto. Kid ha trovato ed impostato un canale sicuro per le chiamate ed i messaggi, quindi usa “Solo” questo numero. Ci aggiorniamo.

P.s: Se mi beccano negherò tutto e darò la colpa a te.|
Scoppio a ridere. 
Questa ragazza è sorprendentemente lunatica e precisa, tanto da indagare subito sulla veridicità di quanto le ho raccontato. Sono esterrefatto perché è la prima volta che mi capita di incontrare un non Centriano che si comporta come tale e so già che per questo
sarà uno spasso lavorare con lei.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: Kaleido_illusion