Capitolo 10
Minuti
interminabili, trascorrono
nel più totale silenzio da quando Ed ci ha lasciato per
andare ad accogliere
Spike; attimi che ho provato a colmare studiando la mia ospite forzata.
Certo,
l’avevo osservata nei nostri ultimi incontri, ma ho
l’impressione che una
ragazza simile … cocciuta e lunatica, possa nascondere
più lati di sé a cui
essere preparati. Eppure è buffo vederla così
docile e silenziosa nella mia
camera, tanto che potrei trovarlo strabiliante! Come vedere una
tartaruga di
terra che nuota come un delfino. Eppure mi trovo a pensare a come
mutano gli
atteggiamenti non appena cambia il campo di battaglia. Questo non fa
che
rendermi teso ed elettrizzato come mai prima, perché
finalmente la mia
posizione si rivela favorevole per un progetto personale e non
è solamente un
peso o un’etichetta che mi porto dietro. Tuttavia ho appena
sperimentato il
rovescio della medaglia su April, perché non sempre
forzarla, usando guarda
caso il mio status, è un bene. L’ho visto fare al
suo amico e per lui non si è
messo tanto maglio, nemmeno considerando da quanto tempo si conoscevano
(
grazie a quel poco che sono riuscito a scoprire dalla nostra breve
conversazione) , per cui dovevo ponderare bene le mie mosse o, come era
successo nei sobborghi, potrei vedermela brutta. Adesso capisco come
mai la
chiamino Wild, soprannome azzeccato per il carattere, ma non per
l’apparenza.
Di statura è nella media, sono comuni anche il colore
castano scuro dei
capelli, e le iridi di un caldo marrone. Ha la chioma abbastanza liscia
da
arrivarle ad accarezzare il collo, ma spettinata, e che le incornicia
il viso
armonioso che risulterebbe gradevole se non fosse tanto corrucciato e
sospettoso.
Inoltre il suo sguardo vigile mi preoccupa tanto che ho davvero paura
per
l’impressione che avrà di mio cugino, oltre a
quello che lui potrà combinare
poiché, anche se tutto di questa alleanza si basa su
fondamenta precarie e
instabili, il suo aiuto è indispensabilmente necessario.
Pertanto sono
costretto a mettere da parte il mio orgoglio ferito dalle offese e
cercare di
trovare un punto debole nella sua corazza per instaurare un minimo
d’intesa, altrimenti
c’è il rischio di perdere
quest’opportunità. Purtroppo, conoscere Spike
nelle
prime fasi di allacciamento dei rapporti, è decisamente una
mossa azzardata e
non so fino a che punto favorevole alla causa.
Perciò, per cercare di ben
disporla a questo incontro, provo a fare un po’ di
conversazione, ma anche se
ci metto tutto l’impegno, non riesco a fare breccia nei suoi
pensieri né a
distoglierla dall’osservare il tè che fluttua
nella chicchera sul vassoio o dal
sondare con lo sguardo ogni angolo della camera. Credo che
continuerà a
osservare la tazza finché non si sarà raffreddato
il contenuto e penso che
nemmeno in quel caso lo berrebbe. Pensa che l’abbia
avvelenato? Oppure che
l’abbia drogato per poterla rapire o chi sa che altro? Forse
non le importa
nemmeno che l’abbia bevuto anch’io, nonostante
sappia che non è una prova
sufficiente per scagionarmi. Sospiro
rassegnato, pensando a cosa darei per conoscere ciò che
pensa! Almeno saprei
che contromosse preparare per conquistare la sua fiducia, ma sembra che
la sola
persona capace di strapparle qualche parolina, addirittura intere
frasi, sia
Ed. Li ho sentiti dal corridoio mentre chiacchieravano tranquillamente
come se
fossero amici da sempre e ammetto di essermi sentito fuori posto nel
rientrare,
mettendo fine alla loro conversazione. Devo confessare che sono
abbastanza
curioso di cosa si stavano raccontando, visto che ho colto solo alcuni
sprazzi
delle notizie che si confidavano, per lo più riguardanti i
Sobborghi, ma non mi
sembra il caso di chiedere i dettagli, finirei solo per addossarmi
ancora più
antipatie.
Comunque visti insieme davano
l’impressione di avere molte più cose in comune di
quanto avessero potuto
scoprirne l’uno dall’altro in soli dieci minuti e
poco più di discorsi. Davvero
non so spiegarmi il perché e, solo adesso che ci rifletto,
non ho mai chiesto a
Ed di parlarmi di sé, anche se credo che la sua natura
riservata schiverebbe le
mie domande con semplici frasi che potrebbero dire tutto e niente.
Volendo insistere
poi, finirei per farmelo raccontare con la forza, ma non ho il cuore di
fargli
una cosa simile, soprattutto non dopo quello che ha fatto per me.
Così ho lasciato
correre le mie indagini. Sarà più utile se almeno
uno all’interno di queste
mura riesce a garantirsi la sua stima, anche se spero di non dover
coinvolgere
Edward.
Malgrado il disagio nel trovarci
in due sotto lo stesso tetto, provo ancora ad articolare qualche frase
e quando
l’ennesimo tentativo finisce senza risposta, ci rinuncio,
preferendo osservare
assorto il muro difronte, bianco e immacolato. In questo momento mi
viene una
voglia pazzesca di scaraventarvi un barattolo di vernice nera e vedere
l’effetto che farebbe imbrattato pur di non dover sopportare
oltre questo macigno
di silenzio. Lo immagino cosparso di spirali e chiazze nere, che si
intersecano
e si allontanano come pianeti lungo la loro orbita. Certo che lo stress
è
proprio un nemico infido, ti fiacca finché non inizi a dar i
numeri. Non che
sia la prima volta che sperimento l’elettrizzante tensione
negativa, anzi credo
che potrei eleggerla la mia droga personale, visto che i suoi effetti
non mi
abbandonano mai, come una crisi d’astinenza. Nonostante sia
assorto nei mie
sogni ad occhi aperti dettati dalla frustrazione visto che le cose non
vadano
nel verso in cui dovrebbero, sono comunque cosciente di quello che
avviene
nella stanza, percepisco l’insistente sguardo della ragazza
snocciolare ogni
centimetro del sottoscritto per poi dedicarsi a comparare il mobilio
con quello
che avrà concluso dalla sua analisi ed ottenere
un’ipotesi sul mio carattere.
È insopportabile. Odio quando le
persone mi fissano e dalle loro congetture pretendano di conoscermi,
quando
nemmeno mi hanno rivolto mai la parola. Perciò le indirizzo
uno sguardo tanto
glaciale e ostile, da farle alzare un sopracciglio per lo sconcerto.
Sono
caduto di nuovo in vecchi vizzi, ancora la paranoia, e che diamine!
Pensavo di
averla superata ormai. Mi volto nuovamente in direzione del muro e, con
gli
occhi socchiusi stavolta, attendo che la porta si riapra nuovamente. Alla fine esulto
mentalmente alla vista di Ed
rientrare, dissipando in un lampo tutti i miei pensieri.
<< Il tè non era di suo
gradimento?>> chiede alla ragazza osservando la bevanda
intonsa, dopo
aver percepito l’atmosfera pesante nella stanza.
<< Non mi va>>
risponde lei laconica e con vago imbarazzo.
<< Un vero peccato, perché
andrà sprecato allora>> sentenzia il nostro
buon Ed allungandosi per
riprendere possesso del carrello delle vivande, tuttavia prima che
l’oggetto si
muova di un millimetro, la ragazza si è già
riappropriata della tazza per berne
fino all’ultima goccia senza riprendere fiato.
Ma come ci è riuscito?! Non
appena l’avrò riaccompagnata, dovrò
farmi assolutamente dire come sia riuscito
a farsi ascoltare, perché sembra che io non riesca proprio a
rompere la sua barriera
di ostilità e mutismo.
Un’altra cosa che non riesco a
fare e scorgere in tempo e bloccare il nuovo arrivato.
<< Ma che tipetto che
abbiamo qui. Nagìl mi aveva accennato qualcosina, ma vederti
dal vivo è molto
più che una piacevole sorpresa.>> fa il suo
ingresso mio cugino.
Sussulto a quel pessimo tentativo
di approccio, anch’io se fossi stato una ragazza
l’avrei additato come un
maniaco seriale, il che è tutto dire. Forse sono di parte e
non dovrei far
testo; ad ogni modo l’espressione truce dell’ospite
mette in agitazione tutti i
miei campanelli d’allarme. Spike sta entrando in un campo
minato senza
minimamente curarsi dei segnali d’avvertimento che la stessa
ragazza gli stava
lanciando. Come ho avuto modo di costatare non le piacciono i
complimenti,
benché meno fatti con l’intento di attaccare
bottone. Forse è meglio
intervenire.
<< April, ti presento
Spike. Cugino, questa è April. Lei ha chiesto di vederti per
decidere il da
farsi.>> Butto lì, sperando lui colga al volo
le implicazioni connesse
all’ultima frase ed eviti di combinare un disastro prima
ancora di presentarsi
come si deve.
<< Gli hai parlato di
me?!>> dichiarano all’unisono voltandosi
entrambi nella mia direzione.
Solo che uno è stupidamente entusiasta che gli sia venuto in
contro e aver
messo una buona parola in suo favore, l’altra invece mi
inchioda con evidente
fastidio per non essere stata interpellata. Voglio sparire. Odio le
seccature e
nel complesso la faccenda si sta rivelando più complicata
del previsto, ma
ormai la frittata è fatta e non posso lasciare le cose
così. C’è un alto
rischio che se li lasciassi da soli, April faccia fuori il Farfallone e
finisca
in prigione spifferando tutto quello che sa ai Funzionari; a quel punto
mi
ritroverò a dover affrontare problemi ben più
gravi.
<< Ho dovuto.>>
rispondo rassegnato ed in tono piatto a entrambi, anche se la mia
patetica
risposta, simile ad una scusa, sia rivolta più a lei che a
lui.
<< Ehi Nagìl, cos’è
questa
storia! Ti avevo detto che era proprio il mio tipo e di presentarmela
come si
deve. Descrivendo soprattutto quanto sia fantastico e insuperabilmente
il
migliore sulla piazza.>> brontola lui risentito, imitando
i toni
lamentosi di Chanel. È irritante oltre ogni dire quando
ricade sempre nei
soliti stupidi e infausti atteggiamenti.
Gli lancio un’occhiataccia tra
l’irritato e l’esterrefatto per trasmettergli il
mio disappunto, oltre al
chiarissimo messaggio: “ Non mi pare di avertelo mai
promesso”.
Non ho mai capito l’essere che mi
trovo di fronte e sul come lui cerchi di rapportarsi alle persone,
rispetto il
suo lato risoluto e serio, ma lo sopprimerei appena mette in piedi
certi
atteggiamenti da Don Giovanni incallito. Ciò nonostante
vengo snobbato in un
nano secondo e Spike si rivolge nuovamente alla ragazza.
<< Allora dimmi April, ora
che mi hai incontrato di persona ci darai una mano, visto che sono il
meglio
che quel disastro di cugino poteva aspettarsi? Se dici di
sì, sarò più che
felice di concederti un appuntamento speciale. Solo tu ed
io.>> ammicca,
cercando di farla cadere ai suoi piedi con la sua miglior espressione
seducente. Sono in imbarazzo per lui. Si rende conto delle boiate che
spara? È
inutile che me lo chieda, di certo la risposta è no. Allo
stesso tempo sono
curioso di sapere che reazione avrà a riguardo la mia ospite.
<< Spike scherza sempre per
rompere il ghiaccio.>> minimizzo, cercando di arginare il
disgusto che
affiora sul viso di lei per colpa delle sue parole.
La ragazza inizia a starmi
simpatica. Non ha ancora raggiunto i livelli di Chanel, ma ha
guadagnato
abbastanza punti.
<< Ma quale scherzo, dico
sul serio! Che ne dici splendida, usciremo per sancire il nostro
accordo?>> sentenzia gongolante afferrandole una mano con
fare svenevole.
Con questo posso definitivamente
vedere infranti gli sforzi fatti. Addio sogni di gloria! Il treno delle
opportunità è saltato in aria con
l’ultimo brandello di credibilità di Spike,
perciò non mi sorprendo molto quando la stessa ragazza gli
allontana la mano
con un sonoro schiaffo.
Perché quel decerebrato non
ascolta mai quando gli do qualche avvertimento, anche se velato?
<< NON MI PIACI. Né tu, né
tantomeno il lenzuolo lì dietro. Sapete dove potete
infilarvi la vostra
proposta e arrangiatevi tra di voi.>> sbotta furibonda,
mentre imbocca
come una collera la porta sotto lo sguardo severo di Ed rivolto alla
controparte maschile, soprattutto verso di me, che non sono stato
capace di
prevedere e prevenire la situazione.
<< Fossi in te, non
oltrepasserei la soglia con tanta leggerezza. Ammesso che tu sappia a
quali
rischi vai in contro.>> prende la parola Spike facendo
piombare un
silenzio tombale sui presenti, << Ho mille modi per
poterti incastrare,
se servono le maniere forti per convincerti.>>
<< Mi stai minacciando?>>
replica Wild, girandosi lentamente con uno sguardo truce.
Come siamo finiti alle minacce? Devo
essermi perso qualche passaggio.
<< Forse. Oppure ti sto
dimostrando che facciamo sul serio, dipende dai punti di vista. Ad ogni
modo la
scelta è tua: se rischiare stando dalla nostra parte, oppure
correre il rischio
di stare contro di noi. Se scegli di darci una mano ricaviamo tutti un
vantaggio, mentre se prendi la strada opposta, e non ti denunciamo,
possiamo
sempre ridurti al silenzio. Sai, non vogliamo intoppi nel piano e
possiamo trovare
un'altra persona; magari il tuo amico potrebbe essere una valida
alternativa, visto
che sembra molto più collaborativo. Altrimenti si potrebbe
screditarti davanti
ai suoi occhi per non aver accolto un’opportunità
che avrebbe aiutato molti dei
vostri. Cosa penserà a quel punto di te?>>. Continua implacabile
adottando un
atteggiamento troppo calmo e calcolato per i suoi standard. Mi si
ghiaccia il
sangue nelle vene vedendo la ragazza trasalire nel sentirsi sbattere in
faccia
un’eventualità così violenta.
Ho intuito solo la relazione che
c’è tra lei e quel Kid, e credo che anche Spike se
ne sia reso conto dai miei rapporti,
ma usarla in questa circostanza mi sembra assurdo. Come gli
è venuto in mente
di usare un ultimatum! È impazzito e vuole bruciarci ogni
possibilità. Non
riesco nemmeno a immaginare le idee omicide che stanno frullando dietro
a
quelle sopracciglia aggrottate e quegli occhi duri e incendiari come
pietre
focaie della ragazza, rimasta di sasso difronte a me.
Ho il fondato sospetto che voglia
appenderlo al muro, come avrebbe fatto con me, ma prima che la
situazione
precipiti, devo salvare il salvabile o per lo meno far ragionare la
mente
contorta che ci ha fatto arrivare a questo punto.
<< Spike, non erano questi
i piani! Ti ho chiamato perché conoscendoti potesse darci
fiducia, non che la
istigassi a odiarci!>> dico tirandolo per la maglietta
perché rinsavisca.
Eppure per tutta risposta scrolla con nonchalance il mio pugno dalla
sua divisa
e riprende come se nulla fosse successo.
<< Speravo facessi tu un
discorso simile.>> mi rinfaccia, con una voce tagliente.
<< Non l’ho fatto perché
non era questo che volevo. Che senso ha quello che facciamo se poi non
ci
comportiamo diversamente da come abbiamo fatto fin ora, ovvero
imponendo di
farci ascoltare? Nessuno ci darà fiducia se agiamo come i
Funzionari. Non
andremo da nessuna parte!>> sbotto e non mi sfugge il suo
sorrisetto
compiaciuto.
<< Adesso conosce il tuo
vero modo di vedere le cose e così forse sono anche
più chiare le nostre
intenzioni.>> ribatte a fil di voce, per indirizzare
quelle parole solo a
me.
<< Avevi già un piano non è
così?! Anche questa volta.>> sibilo irritato.
Anch’io sono stato messo alle
strette da una persona a me vicina, e non mi piace per niente. Ora
penso di
capire un po’ il punto di vista di April; è la
stessa cosa che le ha fatto Kid
quando siamo apparsi noi. Sebbene non sia la prima volta che capita,
non riesco
ad allontanare quel senso di tradimento e sfruttamento che provo.
<< Allora cosa rispondi a
questo? Non è forse la stessa cosa che speri in fondo anche
tu? Non ti sei mai
arrabbiata vedendo che nessuno batteva ciglio difronte agli eventi che
non
andavano?>>.
Mi giro appena per vedere la sua reazione
e non mi sfugge il velo di rabbia e assenso che guizza per un attimo
nelle sue
iridi scure. << Perciò sai bene che non si
possono cambiare le cose se la
gente non inizia a pensare diversamente. Ora da che parte stai: da
quella di
chi si nasconde dietro un muro di lamentele e rassegnazione o deciderai
di
iniziare a cambiare e coinvolgere quelli che ti sono vicini?
È solo così che si
può sperare in un futuro migliore, il nostro
futuro.>> sentenzia la
persona che ho davanti e che ancora una volta non so chi sia, se un
calcolatore
sadico o il mio stupido parente con la fissa per le donne.
Osservo preoccupato la ragazza
non sapendo bene cosa aspettarmi dalla conversazione, che sembra
più un’accusa
che un discorso di persuasione. Per questo mi aspetto una faccia
trucemente
contenuta o l’odio fatto persona che sarebbe più
adatto ad un tipo come lei.
Ebbene, non trovo nulla di tutto ciò, solo
un’espressione indecifrabile e
statuaria con lo sguardo perso nel vuoto oltre le nostre spalle.
“ Che le prende?” mi trovo a
pensare. È una situazione piuttosto strana e seriamente
vorrei essere nella sua
testa per carpirne i pensieri.
Lei resta trincerata nel suo
mutismo, meditando sulle parole e spero anche a una risposta. Quando
questa non
arriva, cerco di rompere il silenzio con una proposta rischiosa per
entrambe le
parti. << Sta di fatto che non è solo a
vantaggio nostro, ci sarebbero
dei rifornimenti che potremmo passarti sottobanco, tipo medicine,
viveri,
prodotti che non arrivano ai sobborghi e tutto quello che ti servirebbe
per
aiutare e convincere più persone possibili. >>
faccio una pausa per
sondare l’effetto che la mia proposta potrebbe aver suscitato
e vedendo ancora
dei moti di combattimento tra i suoi pensieri arricchisco la proposta.
<<
Siamo disposti a venirti incontro per qualsiasi cosa sia in nostro
potere,
basta che tu lo chieda se accetterai.>>
<< Ehi, non stai
promettendo troppo?>>
<< Taci, mi sembra il
minimo anche come scuse per quello che le hai detto.>> lo
rimbecco
sottovoce, ma per tutta risposta lo vedo ridere sotto i baffi.
<< Degno di te Signor
gentiluomo.>> esordisce tra un riso e l’altro,
tuttavia non stacco lo
sguardo dall’ospite sostenendo il peso dei suoi ardenti e
diffidenti occhi
marroni. Pochi istanti dopo la vedo scambiare un’occhiata
scettica verso Ed che
le sorride come sempre. Ancora una volta la curiosità di
sapere della loro
conversazione mi brucia come un fuoco vivo. Infine sospira rilasciando
la
tensione delle spalle, anche se non completamente.
<< D’accordo, ma a un paio
di condizioni! Uno, nei sobborghi si fa come dico io. Due,
l’intera faccenda
deve rimanere tra i presenti in questa stanza più Kid,
nessuno in più;
specialmente la vostra amichetta ossigenata.>>
<< HAHAHAHA.>> la
risata sonora ci colpisce all’improvviso come
l’esplosione di un tuono.
<< Perdonatemi ma a Chanel non pensavo di dirle nemmeno
il mio nome di
battesimo. Potrebbe spifferare tutto anche al suo gatto, non so se ho
reso
l’idea.>> ribatte Spike.
<< Andata! Hai la mia
parola.>> mi rianimo porgendole la mano e aspettando che
lei ricambi il
gesto.
Solleva un sopracciglio
sconcertata incrociando le braccia al petto. << Mi serve
un po’ più della
tua parola. Non mi fido di voi.>>
Esasperato, penso a cos altro
possa convincerla a darci un briciolo di stima, poi l’idea mi
fulmina. Corro
alla scrivania e arraffo dall’ultimo cassetto un palmare
vecchio modello e dopo
averlo avviato e messo fuori uso tutte le password di accesso e
credenziali,
glielo mostro.
<< Questa è la cosa più
preziosa che abbiamo al centro. I palmari sono un po’ come
quei braccialetti
che avete al polso. Solo che da noi contengono molte più
informazioni.>>
e senza aspettare una replica glielo infilo tra le braccia e il petto.
<< In pratica mi state
dando un altro aggeggio per controllarmi?!>> mi accusa,
scurendo lo
sguardo. Adesso la sua aura minacciosa è tangibile.
<< No, ti assicuro che non
è così.>> provo a persuaderla, ma
sembra che ascolti solo quello che
vuole. Come posso rimediare?
Al che, interviene Ed con mio
enorme sollievo. << Veramente è come ha detto
il Signorino, persino noi
della servitù abbiamo il nostro palmare. E la pena per lo
smarrimento è
piuttosto severa, perciò gli creda quando dice che
è la cosa più importante che
possa darle insieme alla sua parola. Posso garantire per
lui.>> le
confida, mostrando il suo dispositivo e finalmente vedo quasi tutte le
sue
barriere arrendersi all’evidenza. April infila con cattiveria
l’apparecchio
nella tasca dove teneva il mio palmare, poi afferra quasi disgustata la
mia
mano per stritolarla.
Certo che per essere una mezza
nana, ne ha di forza. Ricambio soddisfatto e la trattengo ancora
qualche
istante.
<< Tienilo spento finché
non passi dall’altra parte e poi fallo aggiustare dal tuo
amico. Usate solo il
numero con l’asterisco nel nome, lui capirà
perché e cancellate qualsiasi altro
contato o linea esterna. Se non lo fai, ci beccheranno in meno di due
minuti.>>
la lascio andare.
La vedo assentire
impercettibilmente con il capo e so di aver fatto breccia nella sua
circospezione.
<< Perfetto! Che ne dite di
festeggiare? Abbiamo segnato il primo passo verso una svolta storica!
… O forse
può anche aspettare.>> aggiunge vedendo lo
sguardo glaciale della
ragazza. Probabilmente
è un po’ presto
per essere anche compagni di bevute, anche se posso scommettere che
sembra il
tipo di persona a cui non dispiacciono gli alcolici, ameno che anche
questo
preconcetto non sia un'altra impressione inculcata dalla visione
distorta che
ci hanno rifilato.
<< La accompagno a casa.
Intanto tu prepara qualcosa.>> non lo dico solo per
tenere buono mio
cugino, ma anche perché non mi dispiace l’idea di
rilassarmi con qualche birra
e abbandonare l’ansia fuori dalla porta per qualche ora. In
più, una bella
notizia va sempre festeggiata! Ci sono così poche di
occasioni per farlo e di
certo le feste organizzate a casa non sono proprio il massimo del
divertimento
e del relax, con gli abiti formali e le etichette da rispettare.
<< Alla prossima signorina April.>>
la saluta Edward con simpatia e lei ricambia con quella che mi sembra
più
cordialità di quanta possa immaginare si nasconda dietro a
quell’aria
selvaggia. Ad ogni modo non lascio che la mia soddisfazione venga
intaccata da
certi pensieri. è la prima cosa che va per il verso giusto
da quando abbiamo
iniziato.
<< Aggiungerei un altro
punto all’accordo.>> dichiara schietta quando
imbocchiamo il viale.
<< E quale sarebbe>>
chiedo con un sorriso forzato e ansioso. È da un
po’ che vedo i suoi sguardi
assorti nel circondario, come se stia cercando qualcosa e
più di una volta l’ho
sorpresa a fissare un punto. Non riuscendo a trovare
l’ogge3tto di tante
ricerche, non vi ho dato peso pensando solo a portarla al sicuro oltre
la
cupola, ma è stato un errore di valutazione che mi costa
questa richiesta
aggiuntiva.
<< Informazioni. Mi racconterai
cosa succede qui al Centro e soprattutto come funziona.>>
e per dare
enfasi alle sue parole si pianta nel bel mezzo del marciapiede
aspettando ciò
che le avevo promesso, cioè darle quello che le serve a
patto che lo chieda. Abbiamo
gli occhi dei passanti inchiodati malevolmente su di noi e di certo non
posso
darle qui e subito ciò che reclama. Oltre a ciò
vengo preso alla sprovvista e
resto a fissarla sconvolto, per il tempo in cui un rivolo ghiacciato di
sudore
mi scivola alla base nuca e lungo la spina dorsale. Mi sta mettendo in
difficoltà ma non posso farglielo notare apertamente,
altrimenti attirerei
ancora più sospetti. Nonostante percepisca il mio stato
d’animo, sembra non
voglia desistere.
<< Tranquillo, non sono
così idiota da metterti pressioni qui, visto che tutti
possono sentirci. A
tempo e luogo adatto mi racconterai quello che mi
serve.>> sussurra
riprendendo a camminare.
Quest’ultimo scambio di battute è
il più inquietante e spaventoso di tutta la mia vita. Quello
che mi chiede è
molto, per questo non so se le basteranno le poche cose che
potrò dirle perché,
diciamocela tutta, nemmeno io sono un’idiota che va a
raccontare informazioni pesanti
come questa, senza garanzie. Per il momento non posso fare altro che
scortarla
sana e salva al confine, preoccupandomi di rassicurare i Funzionari che
ci
fermano lungo la strada. Una volta ritornato a casa non ho voglia di
rovinare
l’umore generale, così mi dimentico per qualche
ora dell’accaduto, festeggiando
la nuova conquista con Spike e Ed.
Non appena il parente ci lascia,
addormentandosi sbronzo marcio sul mio letto, approfitto
dell’animo allegro per
rivolgere al maggiordomo qualche domanda, intanto che smistiamo i
rifiuti
rimasti della nostra festicciola.
<< Ed, posso chiederti come
hai fatto ad entrare subito in sintonia con la ragazza?>>
<< La Signorina April è una
personcina dal carattere molto energico e determinato,
perciò non serve a nulla
usare la forza o le prese di posizione. A questo riguardo, mi permette
un
appunto?>>.
Non ha risposto alla mia domanda
ma sono determinato ad ascoltare ciò che ha da dirmi.
Quest’uomo non dice mai
nulla per caso, per questo quando ti rivela ciò che pensa e
bene farne tesoro;
inoltre è una delle poche occasioni in cui mi chiede di
esprimere le sue idee e
non posso rifiutarmi.
<< Le maniere di suo cugino
sono state piuttosto irruenti, c’erano modi diversi per
ottenere la sua
approvazione. Tuttavia devo dire che è stato molto furbo a
usare
quest’approccio per smuovervi. Signorino Nagìl,
anche lei deve essere più
deciso. Mostri apertamente le sue intenzioni senza frenarsi dagli
ipotetici “ se
e ma”, altrimenti, come diceva il Signorino Spike, le persone
che le stanno
intorno non capiranno mai cosa vorrà fare e purtroppo non le
daranno fiducia.
L’essere umano tende a seguire i leader più
convincenti e risoluti,
dimenticandosi di prestare attenzione a ciò che dicono. E
lei non ha nulla di
cui invidiare a un Leader , in quanto a carattere e forza
d’animo; perciò non
tema di sbagliare, anche se non può commettere errori. Spero
comprenderà le mie
parole, perché sono sempre qui a sostenerla e Perdoni la mia
impertinenza.>> mi
rivela, mostrandomi un inchino servile.
Lo faccio alzare subito, non c’è
bisogno che mostri tanta formalità, ho molto a cuore
quest’uomo, tanto da
permettergli di dirmi qualsiasi cosa, anche sgridarmi se fosse
necessario,
perché so che tiene a me nello stesso modo. Comunque,
insieme al fatto che
anche Ed si sia accorto di come mi sia fatto usare da Spike, le sue
parole sono
state un po’ mortificanti e per questo non posso sentirmi
completamente
soddisfatto.
<< Hai qualche consiglio su
come relazionarmi con Wild?>> tento un’altra
via, poiché non mi ha
fornito le risposte che cercavo sulla loro sintonia.
<< La signorina è molto
sola e disillusa. Pensa che non possa fidarsi di nessuno se non di se
stessa ed
è comprensibile conoscendo l’ambiente in cui vive.
Perciò posso solo suggerirle
di provare a comprenderla, di immedesimarsi nella sua situazione per
conoscerla. Soprattutto provi ad ascoltare attentamente ciò
che le dirà, le sue
parole rivelano molto del suo modo di pensare e le saranno di indizio
per
anticiparla e andarle incontro. È una ragazza intelligente,
non sprecherà
quest’occasione per delle motivazioni superficiali come i
pregiudizi.>>
<< Peccato che non voglia
saperne di avere un dialogo.>> sentenzio con rammarico ed
un pizzico di sdegno
che suscita una lieve risata trattenuta, come uno sbuffo di una caldaia
a
vapore, da parte del maggiordomo.
<< La prenda come una sfida
e non si arrenda, le relazioni sociali non sono mai semplici.
Vedrà che alla
fine comincerà a fidarsi.>>
<< Sembra che tu mi stia dando
dei consigli per approcciare un animale selvatico.>>
ironizzo per
scherzare, ispirando altri colpetti di riso di Edward.
<< Il cognome le rende
giustizia.>> sorride con affetto riferendosi alla
ragazza, mentre
raccoglie le ultime bottiglie svuotate dall’ubriacone che
sonnecchia beato. Ha
pensato anche lui alla connessione tra la persona e il suo carattere,
da quanto
sento. Ciò nonostante posso percepire la nota di affezione
che prova nei suoi
confronti e sono sempre più convinto che ci sia qualcosa che
li accomuni.
Pertanto vorrei sapere di che si tratta, non solo per
curiosità, ma anche per
capire meglio l’uomo che mi ha visto crescere.
<< Ed, un girono mi
racconteresti qualcosa di te?>> gli chiedo, ma non appena
lo faccio mi
sento in colpa per avergli fatto una domanda tanto presuntuosa. Infatti
vedo i
suoi occhi bicromatici spalancarsi per la sorpresa della domanda e poi
tornare
quelli miti e saggi che conosco.
<< Un giorno Signorino.>>
e con un ultimo enigmatico e malinconico sorriso, lascia la stanza
sollevando
il sacco dei rifiuti.
Resto ancora un attimo alla
scrivania, rimuginando sui discorsi di oggi, finché non
decido che è ora anche
per me di prendere una pausa da questa giornata e, dopo essermi fatto
una doccia
metto in carica il palmare, che servirà parecchio da ora in
poi e dunque non
posso lasciare con il minimo di batteria. Dopo di che mi riapproprio
del mio letto, sbattendo per terra Spike che ha il sonno più
pesante di un ghiro e, visto
che
sono immensamente gentile, gli concedo anche uno dei miei cuscini. Alla
fine sto per cedere al
sonno quando la vibrazione dell’apparecchio
elettronico si
attiva
e scopro con
sorpresa che è un messaggio di April.
| Sistemato tutto. Kid
ha trovato ed impostato un canale sicuro per le
chiamate ed i messaggi, quindi usa “Solo” questo
numero. Ci aggiorniamo.
P.s:
Se mi beccano negherò tutto e darò la colpa a te.|
Scoppio a
ridere.
Questa ragazza
è sorprendentemente lunatica e precisa, tanto da indagare
subito sulla veridicità
di quanto le ho raccontato. Sono esterrefatto perché
è la prima volta che mi capita di incontrare un non
Centriano che si comporta come tale e so già che per questo