Era notte fonda a Camelot e tutti i cavalieri dormivano, o meglio quasi tutti.
Galvano passeggiava nella città bassa mangiando una mela e cercando movimenti sospetti.
Sembrava tutto tranquillo, fino a quando non sentì un rumore provenire da dietro di lui; sguainò la spada e lentamente si girò: lady Morgana era in piedi davanti a lui con una ferita sulla guancia e sul braccio sanguinante premuto contro il petto.
G: *le punta la spada alla gola* Morgana! Che vuoi? Che ci fai qui?
M: Galvano ti prego aiutami
Il suo vestito era sporco di sangue, i capelli spettinati, le lacrime cominciarono a scenderle sul viso.
M: vengo in pace.
Galvano rinfoderò la spada
G: che ti è successo?
M: Morgause. Vuole che riprenda il trono di Camelot. Mi sono rifiutata.
Morgana cominciò a singhiozzare e Galvano l'abbracciò.
Senza farsi notare la portò in camera e la fece distendere sul letto.
G: resta qui. Vado a prenderti del cibo.
M: Galvano, davvero, non c'è n'è bisogno.
G: resta qui.

Quando rientrò in camera Morgana era sotto le coperte, tremava e aveva la fronte bollente.
G: Morgana, stai tremando *le posa una mano sulla fronte* hai la febbre, devi prendere una medicina.
M: sto bene...
G: fammi vedere il braccio. Ti fa male?
M: un po'.
Galvano si strappò un lembo della camicia, e, dopo averle pulito la ferita, gliela bendò.
M: grazie *arrossì*
G: figurati *sorrise*
Galvano si infilò sotto le coperte e sentì morgana tremare.
M: Galvano, ho freddo.
Il cavaliere si girò verso di lei e l'abbracciò, finchè, entrambi, non scivolarono nel sonno.