Le si avvicinò camminando con un passo non troppo stabile. I suoi amici da una decina di metri di distanza lo osservavano  barcollare lentamente verso colei che, ne erano certi, sarebbe stata la sua conquista più veloce. Avevano persino scommesso sulla tattica che l'avrebbe fatta crollare. Sarrebbe bastata un'occhiata, un sussurro e, non appena lo avesse riconosciuto, gli si sarebebbe gettata addosso: questa era la teoria più accreditata, data per dieci a uno. 
Solo Daniel non aveva scommesso per la resa incondizionata della ragazza allo sguardo del suo ammaliatore. A tutti il suo sembrava un rischio inutile: era una scommessa facile da vincere e lui stava gettando quella vittoria al vento sotto l'influenza dei fumi dell'alcol. O almeno questo era il pensiero che chi lo circondava aveva espresso piuttosto chiaramente. Ma Daniel era un calcolatore: giocava solo le partite che sapeva di vincere e quella notte sapeva con certezza assoluta che, se uno dei due sarebbe caduto sotto gli sguardi dell'altro, non sarebbe stata certo lei a soccombere. 
Certo, Daniel era avvantaggiato in quella partita dal fatto di essere a conoscenza della portata delle carte che per gli altri giocatori erano coperte e imperscrutabili. Lui quella ragazza dagli occhi verdi la conosceva bene e non poteva che sogghignare pensando al lupo in pasto al quale il suo amico si stava inconsapevolmente gettando.
Lei, la ragazza dagli occhi verdi, quel sogghigno lo aveva già colto e ricambiato con uno sguardo d'intesa e in quel momento osservava il ragazzo che le si stava avvicinando . Ne fece un'analisi veloce, concisa e piuttosto accurata: sicuro di sé e della propria avvenenza era certo di poterla conquistare. 
Le si sedette accanto senza smettere di guardarla negli occhi e le si avvicinò all'orecchio con l'intento di sussurrare un saluto roco e sensuale. Lei non gli concesse l'occasione di sfoggiare le sue più sofisticate tattiche di rimorchio: gli poggiò l'indice della mano destra sulle labbra schiuse e lo zittì con un soffio ed uno sguardo. L'ilarità che questo suo gesto provocò nel gruppo poco distante fece sì che entrambi si voltassero verso i loro spettatori che, tra ghigni e sguardi increduli, non fecero nemmeno finta di non averli fissati fino a quel momento. 
Daniel rideva.
Ma lei, la ragazza dagli occhi verdi, amava essere imprevedibile e il fatto che Daniel avesse previsto le dinamiche dell'incontro con il ragazzo che le stava di fianco e che se ne gloriasse davanti agli amici rappresentava un affronto al suo essere imperscrutabile: guardò nuovamente l'amico negli occhi, stavolta con uno sguardo giocoso e canzonatorio, si voltò verso il ragazzo che le stava di fianco, gli poggiò la mano sulla nuca e lo baciò. 
Coloro che avevano assistito al tentativo di rimorchio, al suo fallimento, alla risata di Daniel, allo scambio di sguardi tra lui e la ragazza ed infine al bacio non cercarono nemmeno di trattenere le risate. Risate, tra l'altro, a cui si unirono anche la ragazza dagli occhi verdi e il ragazzo al suo fianco. 
"Célie! Non potevi proprio concedermi il mio momento di gloria?! Sai quanto avrebbe significato per me una vittoria come questa? Mi avrebbero acclamato come un intenso conoscitore dell'animo femminile: sarei stato un dio!" sbottò avvicinandosi ai due ragazzi seduti poco distanti e, nell'avvicinarsi, con un broncio infantile sul bel viso, scuoteva la testa.
L'intero gruppo si avvicinò alla ragazza dagli occhi verdi, Daniel le si posizionò alle spalle e le cinse le spalle con un abbraccio, gli altri tre ragazzi davanti a lei, uno ad uno si presentarono.
Uno in particolare ne catturò l'attenzione. Il suo nome era Niall, era chiaramente brillo e sorrideva con una genuinità che lei non aveva mai avuto occasione di apprezzare in nessun altro sorriso rivoltole. La catturò con i suoi occhi amichevoli e, per il resto della serata, ogni volta che i loro sguardi si incrociarono, lei ne percepì la solarità.
Meno espansivo ma altrettanto goliardico risultò essere il ragazzo che aveva baciato poco prima. La affascinò il modo in cui non diede troppa importanza al gesto che lei gli aveva rivolto e come, lasciatoselo alle spalle, si comportò con lei quella sera: non si sentì più una preda come era stato in precedenza, lui non si atteggiò da ammaliatore seducente e tenebroso ma da amico con cui condividere una risata e una sbronza. 
Il resto della serata non fece che consolidare le buone impressoni che aveva avuto dei due. Iniziò a notarne le particolarità, le sfumature nella voce quando, ubriachi e felici, più tardi quella sera, si ritrovarono sdraiati in un parco a parlare e ridere. 
E quando più tardi quella notte lei e Daniel accompagnarono, stravolti, i due nella loro stanza d'hotel e vennero invitati a rimanere, Célie notò la premura e l'affetto con cui Niall, disteso addormentato di fianco a Daniel sul divano, venne coperto dal compagno e la sua spontaneità priva di malizia nel trattenerla con sé nel proprio letto con un abbraccio, un sorriso e un bacio sulla tempia.