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Autore: SimbaCourage96    17/08/2016    1 recensioni
Kurt Hummel e Blaine Anderson sono novelli sposi e sono tornati a New York. Kurt frequenta la NYADA e Blaine andraà alla NYU.
Sono felici. Ma c'è una questione lasciata in sospeso e sarà Kitty Wilde a farla riemergere: Vorranno mai avere dei figli?
Uno li vuole al più presto e l'altro teme sia troppo presto
Pareri contrastanti li porteranno poi all'armonia di una decisione comune.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Burt Hummel, Kitty Wilde, Kurt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt, Jessie/Rachel
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Terzo Capitolo!! Yay! :D
Come per il capitolo precedente, ringrazio babykit87l per farmi da Beta.
Buona Lettura ^^




 
Kurt avrebbe voluto che andasse a finire diversamente quella sera. Ci aveva pensato bene e, forse, non era stata un’idea malvagia quella di Blaine. Forse avrebbero potuto farcela insieme, crescere un figlio e pensare alle loro carriere senza problemi.

Non era abituato ad aver a che fare con i bambini piccoli. In tutta la sua vita aveva avuto solo un fratello, Finn, e poteva considerarlo un bambinone a volte, ma c’era sempre stato quando aveva avuto problemi a scuola, quando Blaine lo aveva tradito… insomma, poteva sempre contare su di lui e quando se ne era andato per sempre, aveva perso una gran parte di se stesso.

Blaine, però, aveva deciso di rinunciarci e Kurt si sentiva un po’ in colpa, l’aveva solo fatto per lui, perché lui non era pronto.

Come ogni giorno alla NYADA, Kurt ne uscì distrutto, dalle lezioni di canto a quelle di teatro, per non parlare di quelle di danza. Non era mai riuscito ad abituarsi a quella routine, ma doveva farlo se voleva sperare di cominciare una carriera a Broadway.

“Ehi Kurt Hummel!” Kurt si voltò e vide una ragazza che lo raggiunse, correndo tra gli altri studenti che cercavano di recarsi nelle aule.

“Si?”

La ragazza riprese fiato e gli tese la mano “Stephanie Miller, siamo insieme nella classe della July e di storia dell’arte.”

Kurt annuì e la osservò meglio, aveva i capelli castano chiaro nascosti da un berretto di lana, dei vivaci occhi verdi e un sorriso smagliante. Indossava dei pantaloni larghi e una canotta aderente che metteva in risalto il fisico asciutto.

“Volevo chiederti se puoi aiutarmi con la coreografia per la prossima settimana… sai ho una bambina piccola a cui badare e da sola non potrei mai farcela. Tu sei molto bravo, la July ti fa sempre i complimenti.”

Era sorpreso. Non l’aveva mai sentita fargli i complimenti.

“oh, bè, a modo suo” continuò Stephanie. “Allora accetti?” chiese poi e Kurt ci pensò un po’.

“In realtà io non sono molto bravo… è mio marito il ballerino della coppia. Potrei chiedere a lui.”

“Perché allora non viene alla NYADA?” Chiese la ragazza tutto d’un fiato.

Stephanie non poteva saperlo, ma Blaine prima la frequentava. Tuttavia, dopo che Kurt aveva rotto il fidanzamento, si era lasciato andare e il suo rendimento scolastico era calato, portandolo all’espulsione. Per Kurt era ancora un peso sul cuore quella faccenda, perché sicuramente Blaine avrebbe potuto finire lì la scuola, invece che tornare a Lima. Anche se gli diceva sempre che non era un sogno di rimpiazzo, Kurt pensava sempre che fare il professore di musica lo fosse. Non realizzarsi come cantante di successo sarebbe stato il suo rimpianto, in un futuro, e non sarebbe riuscito a vederlo cadere in una lenta depressione per non aver provato a rendere possibile la sua possibile e sicura carriera.

“Ma vorrei che mi aiutassi tu, magari potremmo fare l’esame di danza insieme, tranquillo, non ti voglio mangiare… è che tu mi sembri l’unico essere umano in questa scuola. Tutti gli altri sono arroganti e puntano solo al successo” spiego Stephanie e Kurt sorrise, gli faceva sempre piacere un complimento.

“Bè grazie Stephanie, certo che accetto. Dove ci vediamo?” Chiese lui entusiasta.

La ragazza scrisse qualcosa su un foglietto e glielo porse “è l’indirizzo di casa mia. Non è un granché, ma si può provare.”

Si salutarono e Kurt proseguì per la sua strada.

Quando tornò a casa, trovò Blaine che stava servendo il pranzo ed esclamò un “Wow”.

“Ormai ho capito a che ora rientri a casa e non voglio farti morire di fame, sono sicuro che sei distrutto.”

“Non sai quanto!” esclamò l’altro buttando la tracolla sul divano.

Mangiarono insieme e si raccontarono la mattinata. Blaine aveva trovato un posto in cui facevano dell’ottimo gelato e Kurt gli ricordò, dolcemente, di non esagerare. Quest’ultimo, invece, parlò di Stephanie e dell’aiuto che gli aveva chiesto per la lezione di danza.

“E’ carina?” chiese Blaine e Kurt lo guardò con un espressione che voleva dire ‘ma sei serio?’.

“Si, è una bella ragazza, ed è anche molto dolce” rispose sorridendo leggermente.

“Uh, mi devo preoccupare? Non è che ci vuole provare con te?”

“Blaine, non ha quelle intenzioni, e poi, per un valido motivo, non cederei alle sue avances”

Entrambi sorrisero. Blaine propose poi a Kurt di andare a vedere un film al cinema quella sera, e l’altro accettò. Non riuscivano mai a passare molto tempo insieme ed era felice di andare ovunque con suo marito.

Scelsero il film quando arrivarono all’edificio già pieno di persone che facevano la fila e che continuavano a parlare di come avrebbero gestito le scene di una parte di libro o come l’attore avrebbe interpretato un determinato personaggio, probabilmente era uscito qualche film importante. Per andare incontro a entrambi, decisero di vedere un film a tratti fantascientifici ma anche romantico.

Rimasero sconvolti dal fatto che, a parte loro, c’erano solo coppiette che non facevano che sbaciucchiarsi e ragazzini che facevano gli scemi. Si isolarono, quindi, nella fila più alta, per avere una visuale migliore.

“Il finale è stato epico!” esclamò Blaine agitando le mani in aria, mentre uscivano dal cinema, e ormai si era fatta tarda sera, quindi si mise poi la giacca che si era portato dietro.

“Si, ma l’aliena avrebbe dovuto scegliere di stare con il capitano dell’astronave e non il medico” commentò Kurt sospirando per la delusione.

“Ah si? Preferivi il capitano al medico?” chiese Blaine alzando un sopracciglio.

“Certo! Era mille volte più bello” continuò Kurt.

Blaine gli prese la mano e intrecciò le dita con le sue guardandolo negli occhi. Kurt sorrise. Era veramente felice, perché la loro vita era perfetta. Aveva sposato l’uomo che conosceva da sei anni e che amava, certo, avevano avuto i loro alti e bassi, ma si erano sempre ritrovati.

Kurt non era mai riuscito a trovare qualcuno che gli facesse provare le cose che gli trasmetteva Blaine: sicurezza, amore e felicità. C’era stato Adam, ma non erano mai andati oltre lo sfiorarsi delle mani e non aveva sentito nulla al contatto, né calore e né elettricità, che invece provava ogni volta che quelle mani erano di Blaine.

Non appena arrivarono a casa, andarono subito in camera, preoccupandosi solo di chiudere la porta di casa, e si amarono come fosse la prima volta, e fu alquanto strano perché ormai conoscevano il corpo dell’altro a memoria e riuscivano comunque a sentire e a procurarsi piacere a vicenda.

Quando furono entrambi al culmine, si ritrovarono appiccicati l’uno all’altro e stanchi. Blaine passò una mano sulle braccia di Kurt, distese lungo i suoi fianchi e appoggiate sul materasso.

“Credo che andrò a farmi una doccia” disse il moro, alzando leggermente la testa dal suo petto e baciandogli delicatamente la spalla.

Kurt annuì e osservò Blaine che, prima si mise seduto, si stiracchiò e poi si alzò dal letto.

 “Non posso venire a farla con te?” chiese, sistemandosi su un lato e tendendosi la testa con una mano.

“Mi piacerebbe, ma sai come andrebbe a finire e ho bisogno di fare una vera doccia” rispose Blaine sottolineando la parola ‘vera’.

“Ok, ma fai in fretta, non è di tuo uso esclusivo!” gli disse alzando leggermente la voce, visto che Blaine era già entrato nel bagno.

Kurt si stava annoiando e gli venne subito un’idea. Avrebbe fatto una sorpresa a Blaine, e per farlo avrebbe avuto bisogno di uno dei suoi papillon, perché sapeva che effetto gli avrebbe fatto e non era proprio pronto per andare a dormire.

Così si alzò dal letto e andò verso i loro cassetti. Non avrebbe usato uno dei propri, ma uno di quelli di suo marito, sarebbe stato più eccitante, pensò.

Si avvicinò al cassetto riservato ai papillon e lo aprì senza fare troppo rumore. Cominciò a osservare i vari cravattini e uno nero in fondo attirò la sua attenzione. Era lo stesso che aveva indossato al loro matrimonio e sorrise al solo pensiero.

Quando lo prese, però, notò della plastica che spuntava fuori e pensò subito al sacchetto della sera prima. Quello che conteneva qualcosa che Blaine aveva preso per un evento importante.

Incuriosito lo prese, senza fare sempre troppo rumore, e aprì il sacchetto, in fondo non faceva male a nessuno se sbirciava.

“Ehi Kurt, la doccia è libera” disse Blaine, rientrando in camera con un asciugamano messo intorno alla vita e uno con cui si stava asciugando i capelli tornati ricci dopo la doccia.

Vide Kurt in piedi, di fronte al cassetto, con qualcosa in mano. Capì di cosa si trattava e perse un battito.

***

Entrambi erano in silenzio. Si erano messi i pigiami, ma se ne stavano seduti sul bordo del letto senza dirsi nulla. Quando Blaine prese il coraggio di parlare, Kurt lo precedette.

“Perché l’hai comprata?” Gli chiese semplicemente e Blaine non sapeva che cosa rispondere.

“I-io… non lo so… l’ho vista e ho solo pensato che sarebbe stata perfetta per quando avremo avuto un figlio”disse preoccupato di come avrebbe reagito l’altro che continuava a fissare la tutina.

“Perché non dici nulla?” Continuò.

Kurt lo guardò e Blaine non sapeva se fosse arrabbiato, deluso o triste, così provò ad avvicinarsi di più e cercò di prendergli una mano. L’altro glielo permise, anche se non aveva distolto lo sguardo.

“Kurt, amore, non l’ho presa con l’intenzione di avere subito un bambino, perché so cosa pensi al riguardo. Avevo solo bisogno di comprarla, insomma, l’hai vista?!” esclamò sorridendo, il suo intento era quello di provare a tirarlo su di morale.

Il castano abbozzò a un sorriso e subito dopo sentì gli occhi diventare umidi e bruciare così li strizzò un paio di volte. Blaine lo notò e l’attirò in un abbraccio, mentre l’altro provava ad asciugarsi gli occhi con il dorso della mano.

“Va tutto bene, Kurt, non ti sto imponendo nulla” disse ancora e sentì Kurt annuire contro la sua spalla.

Riposero la tutina nel cassetto e andarono a dormire, Blaine abbracciò Kurt da dietro e appoggiò le labbra dietro il suo collo.

“ok…” sussurrò piano Kurt prima di addormentarsi.

Il giorno seguente, Kurt andò da Stephanie nel primo pomeriggio. Non fu difficile trovare la strada, perché ormai conosceva bene New York e la ragazza abitava nel Midtown, uno dei quartieri preferiti di Kurt, ci aveva passato le giornate a fare shopping con Rachel, Santana e Blaine in passato o per conto suo, quando aveva un momento libero. Salì le scale per arrivare al terzo piano del condominio e bussò alla porta in legno.

Rimase sorpreso quando una bambina, che aveva forse due anni, dai capelli corti e biondi, tenuti da un lato con una molletta, gli aprì la porta, la maniglia doveva essere abbastanza bassa e magari si era anche alzata sulle punte delle dita dei piedi. Gli sorrideva e Kurt decise di ricambiare il sorriso e di salutarla con la mano.

“Katie! Quante volte ti ho detto che la mamma apre la porta?” Sentì in lontananza la voce di Stephanie. E quando si avvicinò vide che era lui e si scusò subito.

Lo lasciò entrare, prendendo in braccio Katie che continuava fissarlo con i suoi occhioni azzurri.

“Mi ero dimenticato che avevi una figlia, si chiama Katie, eh?” Chiese, posando la tracolla vicino alla porta.

La ragazza annuì, posò la figlia sul divanetto e le diede una bambola con cui giocare. Offrì a Kurt del caffè e si sedettero al tavolo.

“E’ una bambina bellissima” constatò dopo il ragazzo, osservando la bambina che aveva cominciato a pettinare la bambola con un piccolo pettine

“Già… credo che abbia preso tutti i geni da suo padre” disse malinconicamente Stephanie.

“Oh, il tuo ragazzo?” chiese di nuovo e Stephanie abbassò lo sguardo.

“Ex. Il mio ex ragazzo, in effetti. Non appena ha scoperto che aspettavo lei, se ne è andato” disse e Kurt si scusò subito.

“Comunque non ti merita, sei una bellissima ragazza e anche dolce, da quanto ho potuto capire” disse poi prendendole una mano, infondendole coraggio e positività.

“E’ fortunato tuo marito” disse lei sorridendo.

“Si, lo è, e anch’io lo sono.”

“E… voi due avete figli?” Chiese poi bevendo un piccolo sorso dalla tazzina.

“No, non ancora, sto pensando di farmi una carriera prima” disse Kurt facendo una piccola pausa, alla quale Stephanie annuì e poi continuò “e poi i bambini mi fanno paura.”

La ragazza lo guardò confusa e Kurt si spiegò meglio.

“Non fraintendere, i bambini sono adorabili, finché non piangono, non fanno i… loro… bisognini, rigurgitano e strillano” disse con un’espressione tra la paura e il disgusto.

Stephanie scoppiò a ridere all’affermazione di Kurt e poi si scusò percependo il suo imbarazzo.

“E’ normale, ma queste cose non dovrebbero fermarti dal volerne uno, i figli sanno regalarti gioie che nessun altro può darti, e sì, a volte può essere difficile, ma ti danno delle soddisfazioni…”

 Kurt si fece raccontare aneddoti su Katie, come quando si accucciava accanto a lei e la circondava con il suo calore e le faceva capire di volerle bene, quando aveva detto ‘mamma’ per la prima volta, Stephanie gli aveva detto che per la troppa emozione era scoppiata a piangere, quando aveva cominciato a fare i primi passi…

Dopo aver parlato ancora un po’ delle loro vite e di ciò che amavano come la musica, i film e i libri, cominciarono a fare le prove per la coreografia.

Sulla strada verso casa, Kurt ripensò a tutto ciò che gli aveva detto Stephanie e Katie era così adorabile e dolce. Pensò che sarebbe stato felice se il loro primo figlio, ovviamente in un futuro non così prossimo, fosse stata una bambina. Fantasticò sul pettinarle e intrecciarle i capelli, sceglierle dei vestitini e disegnarne magari, perché
Kurt avrebbe voluto anche potersi cimentare come stilista, di insegnarle a cantare e Blaine le avrebbe insegnato a suonare il pianoforte.

Sorrise al solo pensiero di quelle fantasie, ma un attimo dopo le scacciò concentrandosi sul presente e sulla strada che stava prendendo .

Ricevette un messaggio da parte di Rachel che gli chiedeva se potevano vedersi a casa dei due per parlare e Kurt le rispose che sarebbero stati solo loro, perché probabilmente Blaine era ancora a scuola e non sarebbe tornato se non dopo cena.

Si incrociarono proprio davanti all’appartamento e si abbracciarono forte. Poi Kurt la fece accomodare e mise su un po’ di musica presa da qualche musical.

“Di cosa dobbiamo parlare?” Le chiese e la ragazza non riuscì più a trattenere l’emozione.

“Jesse mi ha chiesto di sposarlo!” Esclamò lei saltellando e mostrando l’anello all’anulare.

Kurt rimase a bocca aperta e con gli occhi spalancati per la sorpresa.

“Ma… Rachel… non è un po’ presto per sposarvi? Voglio dire, state bene insieme, ma è da poco che vi frequentate” disse Kurt.

“Kurt Hummel, non puoi dirmi di non sposarmi perché è troppo presto, io e Jesse ci conosciamo forse da più tempo di te e Blaine. È vero, ci siamo lasciati un paio di volte e non ci siamo parlati per dei periodi, ma c’è un legame tra di noi. Non parlo del legame che c’era tra me e Finn, ma amo Jesse e lui ama me” disse Rachel con un po’ di tristezza quando nominò il quarterback, e Kurt l’abbracciò.

“D’accordo, benedico il vostro matrimonio e spero abbiate tante piccole stelle ambiziose e piene di talento” disse e fece sorridere la sua amica.

“Tu e Blaine sarete i miei testimoni, vero?” chiese la ragazza speranzosa. Aveva sempre sognato di avere i suoi due amici come testimoni alle sue nozze e lei lo aveva effettivamente fatto al loro matrimonio, anche se non era in programma.

“Certo che si, Rachel! Anche se pensavo mi avresti chiesto di farti da damigella” scherzò Kurt, ricordando di quando lei aveva annunciato le sue nozze con Finn e dicendo che avrebbe voluto Quinn come damigella insieme a lui e in quel momento non aveva ben capito se l’amica scherzasse o dicesse sul serio, sentendosi così onorato, perché comunque era la sua migliore amica, ma anche offeso perché lui non era una ragazza e non poteva farle da damigella.

“Mi spiace, quel ruolo lo ricoprono già Quinn, Mercedes e Tina” disse Rachel in un primo momento tranquilla, ma poi sussultò e prese una cosa dalla sua borsa.

“Mi sono dimenticata di farti vedere una cosa” disse poi maneggiando il suo cellulare e girandolo verso Kurt.

Kurt vide la ripresa di lei e Blaine che cantavano e ballavano al centro commerciale. Il moro sembrava veramente divertirsi in mezzo a quei bambini e pensò ciò che già sapeva, ma che a volte dimenticava, Blaine sarebbe stato un padre perfetto. Aveva avuto esperienza anche con bambini più piccoli di quelli mostrati nel video e, ogni volta che incrociavano una coppia con un bambino, non poteva non notare i suoi occhi brillare e quando faceva loro le smorfie rispondevano ridendo.

“Blaine mi ha detto tutto” disse Rachel, posando di nuovo il cellulare in borsa e guardando Kurt con il suo sguardo accusatore.

“Rachel, non per mancarti di rispetto, ma sono affari miei e di Blaine, qualunque cosa tu mi dica non cambierà nulla di quello che abbiamo deciso insieme” rispose Kurt, incrociando le braccia al petto.

“Ti correggo, che TU hai deciso, lui ti ha solo assecondato perché ti ama e non vorrebbe mai importi nulla, ma sappiamo entrambi che anche tu vorresti quello che vuole lui, hai solo paura.” Continuò la ragazza a voce più alta, cercando di sovrastare quella dell’amico.

“Certo che ho paura, è di un’altra vita che stiamo parlando! Bisogna essere preparati e sicuri di potercela fare per mettere al mondo un bambino!” Esclamò il castano.

“Ok, ma pensaci bene!” Disse Rachel, per poi uscire dall’appartamento, lasciando Kurt da solo con i suoi pensieri.

 


Nota dell'autrice:
Fine terzo capitolo. Ho visto che qualcuno segue la mia storia e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate quindi lasciate pure un commento, sempre senza insulti ma solo critiche elaborate u.u
Per il personaggio di Stephanie ho deciso di usare come prestavolto Emily Browning, spero vi piaccia ^^
   
 
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