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Autore: Bad Devil    18/08/2016    0 recensioni
"Non è reale..." provò a dirgli, sperando in una qualche reazione, ma tutto ciò che Crane riuscì a fare fu ingoiare a vuoto.
"Jon, guardami, per favore..."
[Scriddler / RiddleCrow]
Genere: Dark, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: L'Enigmista, Scarecrow
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Titolo: “Night Terror”
Autore: Cadaveria Ragnarsson
Fandom: Batman
Personaggi: Jonathan "Scarecrow" Crane; Edward "Riddler" Nygma
Pairing: Scriddler / RiddleCrow
Genere: Dark, Missing Moments
Rating: Giallo
Avvertimenti: Tematiche delicate; Slash
Disclaimer: I personaggi presenti in questa storia non sono reali, né di mia proprietà. Inoltre sono maggiorenni. Non ho nessun diritto legale su di loro a differenza degli autori e, dalla pubblicazione di questo scritto, non vi ricavo un benché minimo centesimo.




Night Terror

Quando aprì gli occhi, nella stanza regnava ancora il buio più completo.
Al suo fianco Jonathan ansimava pesantemente, come alla disperata ricerca di ossigeno.
Non l'aveva sentito gridare, questa volta, ma non ne aveva avuto bisogno per sapere che aveva avuto un altro episodio dei suoi.

Alla cieca la mano di Edward cercò l'interruttore della lampada che, un volta che ebbe illuminato la stanza, gli mostrò una visione ben peggiore di quella che si sarebbe aspettato di trovare.
Jonathan era sdraiato al suo fianco, tremava e respirava affannosamente, tenendosi le mani sul volto come per nasconderlo.
A giudicare dalle tracce sulle labbra e sulla maglietta, doveva aver dato di stomaco, auspicabilmente sul pavimento.

Edward si alzò dal letto, deciso a prendere un bicchiere d'acqua ed una pezza umida per il compagno.

Jonathan non sembrò reagire a nessuno dei suoi movimenti, probabilmente ancora smarrito nel ricordo di ciò che aveva visto. Quando Ed fece ritorno posò il bicchiere sul comodino, notando sul pavimento una piccola pozza chiara, formata per lo più da schiuma, acqua e succhi gastrici.
La evitò senza problemi, sedendosi poi affianco a Jonathan, dal suo lato del letto.

Fu tentato di toccarlo, ma il chimico gli aveva insegnato che in questi casi l'approccio migliore era principalmente quello verbale.
Era successo così tante volte che Edward poteva definirsi un esperto.

"Jon...?"

Lo chiamò dolcemente, col tono più calmo che riuscì ad utilizzare.

L'altro mosse la bocca per replicare, ma non ne uscì alcun suono.

"Sono io: Ed. Sei a casa, Jonathan."

Provò ancora, vedendo l'altro stringersi nelle spalle. Il volto ancora coperto dalle mani.

"Posso toccarti?" Chiese ancora dolcemente, aspettando soltanto un cenno da parte sua. Crane annuì, trasalendo ugualmente quando la pezza bagnata che Edward teneva in mano gli venne passata sulle labbra, per ripulirlo minuziosamente dalla tracce di vomito.

"Non è reale..." provò a dirgli, sperando in una qualche reazione, ma tutto ciò che Crane riuscì a fare fu ingoiare a vuoto.
"Jon, guardami, per favore..."

Crane inspirò ancora profondamente, affannato.
Le mani tremarono quando provò a spostarle dal viso.

Edward gli accarezzò una guancia, non stupendosi di trovarla umida di lacrime.
I suoi profondi occhi blu, ora smarriti e arrossati, erano una prova più che evidente del fatto che avesse pianto.

"Va tutto bene. E’ passato." Gli ripeté, scostandogli un ciuffo corvino dalla fronte sudata.
Rimasero un po' in silenzio, anche quando Edward porse all'altro il bicchiere d'acqua, aiutandolo a mettersi seduto.

"Perché non mi hai svegliato...?" Domandò, ben attento a non far trasparire rimprovero nella propria voce.

Crane scosse la testa.
Probabilmente aveva ritenuto inutile svegliarlo, di nuovo, scegliendo di affrontare ancora una volta quello schifo da solo.

Edward rigirò la pezza dal lato pulito e gliela passò sul viso, sperando di fare cosa gradita nel cancellargli via, con gesti delicati, anche le tracce delle lacrime.

Man mano che passava il tempo, il respiro di Crane sembrava regolarizzarsi fino alla normalità, lasciando solo il ricordo di quell'attacco di panico appena superato.

"Ti senti meglio?"
Domandò infine il rosso, ricevendo un leggero assenso da parte dell'altro.

Lo aiutò a cambiarsi la maglietta, tornando poi al proprio posto nel letto, il più vicino possibile a lui.

Non vi fu bisogno di dire nulla: Jonathan si voltò subito verso di lui e cercò conforto nell'abbraccio che Edward gli offriva, poggiando la fronte contro il suo sterno.

"Prova a dormire..." gli sussurrò baciandogli la testa.

"Ci sono io con te."

Crane strinse la presa e strofinò affettuosamente il viso contro il corpo dell'altro, tirando appena su col naso.

Se fosse stato in grado di parlare lo avrebbe fatto per ringraziarlo, lo sapevano entrambi, ma il silenzio per loro aveva sempre avuto un peso differente rispetto alle altre persone.
Avevano imparato a interpretarlo e gestirlo a loro piacimento, e quel momento non avrebbe fatto eccezione.

Il delirio era finito. Edward era lì con lui.

Basta con l'incessante gracchiare dei corvi, con il dolore dei loro artigli sulla schiena e sulle braccia.
Basta con l'odore disgustoso della miscela chimica della bisnonna Keeny sui suoi abiti e sulla pelle.

Basta.

Era finito ancora una volta.

Edward era lì con lui.





End
Cadaveria†Ragnarsson

  
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