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Autore: _Hyperion_    18/08/2016    6 recensioni
Mika rilegge la lettera scritta a se stesso nel 2013.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola parentesi: esiste già, su efp, una storia che usa come pezzo di trama la lettera che Mika ha scritto nel 2013. Ho pubblicato la mia per i seguenti motivi:
1. Quando l'ho scritta non me lo ricordavo
2. La trama è precchio diversa
Spero comunque vi piaccia, ci vediamo sotto!

***

18 Agosto 2064

L’anno precedente c’era stata una grande festa per il suo ottantesimo compleanno ma complice la vecchiaia si era dimenticato di quella lettera. Ora però non c’erano più scuse, l’aveva ritrovata nel cassetto del comodino di casa sua a Londra, la stessa di 50 anni prima. E anche se ormai di anni ne aveva 81 l’aveva letta, perché insomma, il suo io trentenne non se lo ricordava più e doveva rispolverarlo. Così, finiti i festeggiamenti di rito, molto contenuti quell’anno vista la sua tendenza a stancarsi presto, si era fatto aiutare da Norma [1] a distendersi a letto e inforcati gli occhiali aveva iniziato una specie di viaggio in un passato che parlava di futuro.
Caro Mika,
non ho idea in quale parte del mondo tu sarai quando leggerai questa lettera.  La mia vita finora è stata costellata da tanti colpi di scena, cambiamenti e contraddizioni, che non c’è modo di prevedere né dove sei e neppure come stai. Per cominciare, spero solo che tu sia ancora vivo! Anche se la Terra sarà diventata un posto terribile e ostile, senza acqua e senza stagioni, spero che tu ci sia ancora. E vorrei che tu ci fossi non perché voglio rimanerci il più a lungo possibile, ma solo perché sono curioso e tu sei il mio unico modo di scoprire come è diventato il mondo.

 
Gli scappò una ristata leggendo quelle parole, doveva essere stato un tipo veramente intraprendente da giovane. Certo che era vivo! E gli ottanta li aveva pure sorpassati, la terra non era un mondo orribile, non più di quello che è sempre stato. E per finire: Londra. La sua bellissima Londra. Aveva fatto un pensierino, varcati i 60, se trasferirsi a Parigi ma alla fine il cuore chiedeva di restare.
 
Ti puoi domandare il perché ti stia scrivendo e la ragione è molto semplice: si fa un gran parlare a proposito del compiere 30 anni forse anche perché fino a un centinaio di anni fa a 30 anni la vita era quasi del tutto compiuta e si entrava in una sorta di crepuscolo. L’unico motivo per cui penso che adesso questo traguardo anagrafico sia interessante e sia considerata una tappa importante, è che ai 30 davvero accade qualcosa. Si diventa consapevoli. Negli anni precedenti, i confini che demarcano la differenza tra fanciullezza e adolescenza sono molto labili; mancando le transizioni nette da una fase all’altra, si vive fino a questo limite una sorta di “fanciuldezza” come se l’età adulta e la fanciullezza fossero la stessa cosa. Improvvisamente raggiungiamo i 30 e non abbiamo più scuse.
 
Si meravigliò di se stesso, quella parte era veramente scritta bene. Davvero era così bravo con le parole? Non se lo ricordava più. Ma era meglio non pensarci altrimenti la malinconia che lo caratterizzava e che mai l’aveva abbandonato sarebbe tornata a fargli visita, così proseguì velocemente.
 
Prima ho detto del crepuscolo e tu ora certo riderai perché a 80 anni, probabilmente nemmeno sei considerato più un vecchio. Mi chiedo anzi per quanto tempo potrai ancora effettivamente campare? Fino ai 100? ai 120? Chissà, forse vivi in una realtà virtuale aumentata che nasconde tutte le distruzioni degli ultimi 100 anni ma spero che non sia così. Mi auguro che ci sia ancora il verde e ci siano sempre l’inverno e l’estate. Ciò che mi spaventa di più, ora che sto per compiere 30 anni, è che non credo che cose così elementari e naturali come le stagioni e l’aria fresca potranno essere sempre garantite in futuro. E non sai quanto vorrei che tu potessi rispondermi per tranquillizzarmi.
 
Quanto era ingenuo! Il mondo non era cambiato di una virgola. Magari c’era stato qualche progresso a livello tecnologico ma lui se n’era totalmente disinteressato, non era mia stato quello che, in casa, sfogliava riviste Apple curioso di sapere la data di lancio dell’ennesimo telefonino.
Sospirò. La malinconia arrivava come un fiume in piena che sta per sfondare gli argini.

 
Mentre quelli intorno a me stanno facendo un gran casino per il mio compleanno, questa lettera che ti scrivo è come una mia piccola oasi; da ragazzino, l’unico potere segreto che ho sempre desiderato avere era quello di poter fermare il tempo. Per assaporare un po’ di più i momenti che amavo, oppure per potermi vendicare su coloro che mi avevano fatto male. Scrivendoti e scrivendomi, congelo il tempo per un attimo, come per infilarlo in una capsula o un mettere un messaggio in una bottiglia. E tutto ciò nonostante non mi interessi la mia età, finché mi sento e sono libero.
 
La realtà ora è diversa, non c’è più nessun rumore in casa e fortunatamente sono rimasti solo lui e Norma, considerata senza problemi la sua ancora di salvezza. Un vecchio come lui avrà pur diritto a qualcuno che se ne prenda cura, giusto?
Leggendo notò che da giovane portava ancora molto rancore verso tutti coloro che l’avevano fatto soffrire, grazie al cielo ora non è più così e soprattutto non c’è più nessuno a rompergli le palle. Chi se la prenderebbe con un vecchio ricco, solo e con qualche problema di memoria oltre che di deambulazione?

 
Ti sto scrivendo dalla cantina di casa ai confini di Londra. C’è un motore di un’auto fuori che fa rumore. Mia madre ha appena fatto capolino per una tazza di tè e il mio cane è addormentato in un angolo. Loro saranno morti, quando leggerai questo messaggio. Io non ho mai affrontato la morte, tu sì. Devi pensare, immagino, che io sono davvero molto fortunato perché ho ancora quelli che amo con me. Ma non farti idee troppo romantiche, lo sai che non sono così perfetti da vicino? Finora ho visto accadere cose terribili a persone che amo molto, ma non ho ancora mai perso nessuno di loro. Tu invece sì e mi dispiace tanto per il dolore che questo ti ha causato. Sono sicuro però che nel corso del tempo ti sarai fatto alcuni amici davvero sorprendenti. E non mi riferisco solo a quelli famosi, quelli che conosco già vanno e vengono così in fretta, ma intendo veri amici. Spero che saranno un po’ bizzarri e originali per mantenerti sempre un po’eccentrico. Ecco, ti prego di rimanere eccentrico.
 
Quel momento invece, a pensarci su, se lo ricordava bene. La cantina esisteva ancor ma era inutilizzata e sommersa da vecchie cianfrusaglie e da qualche quadro.
Sua madre era morta parecchi anni prima così come suo padre. Era stato un duro colpo,è vero, ma chi ne aveva risentito di più era stata sua sorella minore ed era toccato a lui starle accanto quindi il dispiacere lo aveva accantonato in un angolo remoto del suo cervello piuttosto velocemente.
Mel e Amira se ne erano andate a pochi mesi di distanza l’una dall’altra come due vere amiche e lui di certo non avrebbe mai pensato di poter soffrire così tanto. Cani non ne aveva voluti più, aveva fatto di testa sua anche se sapeva che avrebbe potuto combattere la tristezza con una pet therapy e quindi prendere un altro cucciolo, ma non c’era stato nulla da fare. Testardo lo era sempre stato. E lo era ora, quando per leggere una lettera, cosa che avrebbe potuto fare l’indomani, si era imposto di rimanere sveglio bel oltre il solito.
Aveva un domanda al suo io trentenne: perché non si era sentito più libero? In quell’articolo mancava un sostanziale parte della sua vita oltre il palco, che per inciso non calpestava da 20 anni. Forse, e magari non se lo ricordava, era un periodo in cui aveva deciso di non parlare apertamente di se stesso? Forse sì. Un gran peccato, forse se potesse tornare indietro scriverebbe una bella frase romantica contraddicendo apertamente ciò che stava leggendo. Pensando a ciò, voltò la testa alla sua destra dando un’occhiata all’altra metà del letto matrimoniale, vuota da parecchi anni, ed emise un sospiro tremulo. Egoisticamente, come sempre d’altronde, aveva pensando che essendo il più vecchio sarebbe morto prima senza tanti complimenti e non avrebbe sofferto come un cane. Invece il destino non l’aveva ascoltato, e non solo in questa occasione tra parentesi, quindi 10 anni prima una stupida malattia lo aveva lasciato solo senza che lui potesse farci nulla. Ai propri disastri aveva sempre rimediato, riuscendo a ristabilire in casa la quiete che Andy aveva sempre sognato ma che aveva effettivamente ottenuto dopo il suo ritiro dal mondo della musica però questa volta non era dipeso da lui e si era ritrovato ad essere uno spettatore impaurito davanti al peggiore dei film horror.
Una lacrima ora era scesa e percorreva il suo viso rugoso ma ben rasato: perché alcune abitudini non si perdono mai, aveva pensato buttando l’occhio sulla giacca colorata appesa al fianco della porta e ripensando al concetto di eccentricità: almeno una promessa al lui trentenne era riuscito a mantenerla.

 
Nel mondo in questo momento, gli Stati Uniti e il Regno Unito ci stanno spiando e nessuno può farci niente. Anche Obama non è in grado di prendere una decisione precisa sul tema. Il Medio Oriente è in subbuglio e l’incredibile città di Aleppo, che visitasti quando avevi 25 anni è praticamente distrutta. In Russia, a seguito del bigottismo della potente chiesa ortodossa il governo si sta trasformando in modo grottesco e brutale in anti-gay, però il matrimonio in Europa e in America è visto in modo positivo. Tranne  in Italia, Dio sa perché! Mi chiedo se hai dei bambini e come li hai avuti, perché so già per certo che non sei stato con una ragazza. Tuttavia spero che tu li abbia e che mi assomiglino. E che dire della Musica? Oh Dio! Vorrei sapere davvero che cosa e come si suonerà in futuro.
 
La fissa con il fatto di essere spiato anche nel personale l’aveva mantenuta, era una specie di egocentrismo fobico che non era mutato.
Invece parlando di matrimonio, in Italia ce l’avevano fatta: era bastata qualche legge, un paio di voti e poi era parso tutto tremendamente semplice. Dal canto suo non poteva dire di essersi proprio sposato, diciamo che al compimento di 41 anni, aveva ufficializzato il suo legame. Era stata una cosa molto semplice: loro due, da soli come da tradizione, avevano firmato una quantità imbarazzante di scartoffie ed erano tornati a casa da Amira. Niente di romantico, niente foto (per carità, storce il naso al solo pensiero) e niente anelli.
Il motivo per cui l’avevano fatto era vivo e vegeto e aveva da poco compiuto 39 anni.
Anche in questo caso il destino aveva fatto totalmente di testa sua senza ascoltare minimente i suoi desideri che prevedevano una famiglia numerosa e figlioletti che gli somigliassero, magari con la passione del canto, chi lo sa.
Invece era nata Isabel, una bambina bellissima. Che adesso era diventata una fantastica donna. Capelli chiari e occhi talmente azzurri che non era stato difficile capire di chi fosse, biologicamente parlando, sebbene a lei non pareva importare. Aveva sempre amato i suoi genitori in egual misura senza fare distinzioni.
Era arrivata solo lei però, che era diventata avvocato e con la musica non c’entrava proprio nulla (avevano provato a darle lezioni di piano ma non ne aveva voluto proprio sapere) e che aveva avuto 4 figli (i gemelli lui non era proprio in grado di distinguerli) da due uomini diversi, ma non era mai stata un problema: l’aveva amata dal primo momento in cui l’aveva vista ed era stato pienamente ricambiato (anche perché era sempre stato il genitore più indulgente). Solo una scelta della figlia non aveva approvato e tuttora non approvava: al primogenito, che ora aveva 13 anni, era stato dato il nome Michael e quando lui ne era stato informato si era chiuso in un silenzio durato due giorni (anche con Andy, era sicuro che lui c’entrasse qualcosa nella faccenda, perche lui c’entrava sempre) poi Isabel gli aveva fatto vedere il suo nipotino e il silenzio si era tramutato in un pianto di gioia.
Di sicuro la famiglia era la parte migliore della sua vita, ora come ora. O meglio: era il nuovo capitolo dopo quello musicale. Aveva annunciato il ritiro a 55 anni, quando le regole della discografia erano diventate troppo ridicole per il suo ideale di far musica e soprattutto quando i dischi erano stati sostituiti al 100% dai download digitali. Nonostante ciò, il Songbook Vol. 2 era stato pubblicato a ridosso dei suoi 60 anni, come a ricordare il primo. Una specie di anniversario, ecco.
Dopodiché, instancabile, si era dedicato al teatro ed era riuscito a scrivere un’intera opera coronando il sogno che aveva da bambino. Quindi tutto sommato si poteva dire più che soddisfatto del mutamento del suo lavoro.

 
Potrei andare avanti a scrivere quasi per sempre, ma devo smettere. Ricordati che non siamo così diversi io e te. Se stai leggendo, e non riconosci la mano o lo stile, vuol dire che, purtroppo, qualcosa è andato terribilmente storto. Se ti senti un po’ confuso, va bene. Per dirla con le parole della canzone di Doris Day, «Que sera sera«. Questo è vero, ma comunque non posso fare a meno di immaginare e anche di sperare che nel caos di causa ed effetto che genera il nostro futuro, la sola piccola azione di scrivere questa lettera possa cambiare qualcosa a valle della linea, da me fino a te, fra 50 anni.
 
Ecco un’altra promessa mantenuta. Lo stile era quello, era il suo. Si poteva riconoscere: eccentrico, pieno di aspettative e grato a quello che la vita gli aveva dato e continuava dargli. Poteva rispondere a se stesso finalmente, liberato un piccolo peso che gli si era formato nel cuore: niente era andato storto, ma tutto era andato semplicemente come doveva andare. Era stato ambizioso ma mai esagerato, mai sopra le righe. Era rimasto se stesso.
 
Una cosa, mi auguro è che tu non sia diventato calvo, nel caso, mettiti un cappello.
 
Una risata si liberò nella stanza accompagnata da una mano che va ad accarezzare il proprio capo dove orami i capelli sono solo un ricordo ma tutto sommato non li rimpiange poi più di tanto: erano davvero indomabili.
Era arrivato alla fine. Era stato bello rileggerla, ora si sentiva quasi più giovane se possibile. Ed era anche un po’ rincuorato.
Si sporse per spegnere la abat-jour e prima di togliersi gli occhiali, come ogni sera si fermò a guardare la foto incorniciata sul comodino, era identica a quella posizionata sull’altro mobile gemello al di la del letto: mostrava due uomini giovani e felici, uno dai tratti mediterranei e l’anima libanese, l’altro dai tratti inglesi e l’anima greca. Sorridevano.

“Sono sicuro che ci vedremo presto”

E si addormentò senza sapere che quella volta il destino lo avrebbe accontentato.

 
Con tutto l’amore del mondo,
io, te.
 
[1] In questa storia Norma è la badante (amici, è un vecchiaccio ormai) di Mika
 

***

Angolo autrice:
Okay, forse non è la miglior storia per festeggiare il compleanno del Boss ma oh, all'ispirazione non si comanda!
Spero vi sia piaciuta, ogni commento anche negativo è super gradito :)
Bea (@itsmikapenniman)
 
  
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