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Autore: k_Gio_    18/08/2016    5 recensioni
Verità e bugie sono alla base di tutto. Tutti camminano in sentieri semi oscuri ma qualcuno vuole far sapere la verità.
Sarà l'inizio di qualcosa di bello o l'inizio di un doloroso epilogo, starà a loro capirlo e scoprirlo.
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 7

«Per fortuna che la ragazza ha collaborato. Come si può stare con qualcuno che inscena il rapimento di tua sorella per fare soldi. Bah...» Emma si massaggiò le tempie sedendosi alla sua scrivania.
Mary Margaret con in mano una cartellina con dei documenti si accomodò su una delle comode sedie di fronte a lei «Ne era innamorata Emma, l'importante è che si sia accorta in tempo del danno che stava facendo alla sua famiglia e ci ha aiutato a trovare dove il fidanzato teneva nascosta sua sorella. Ora firma questi documenti e andiamo, ho un appuntamento e non posso fare ancora più tardi di quanto già non abbia fatto! E scusa se ti abbiamo chiamato ma aspettavamo una svolta del genere da una settimana e dovevamo avvertirti»
Emma prese e mise la sua firma dove era richiesta e sospirò «Si non c'è problema, avete fatto bene a chiamarmi. Ok qui abbiamo finito. Ti vedi con il tuo fidanzato? Prima o poi me lo dovrai far conoscere» la vide arrossire cosa che non accadeva spesso quando erano sul posto di lavoro, essendo la figura a cui tutti chiedevano consiglio o semplicemente per sfogarsi doveva mantenersi lucida e non farsi coinvolgere troppo...cosa difficile per Mary Margaret non entrare in empatia con il prossimo ma tutti la adoravano quindi non c'era nessun problema.
«Te lo farò conoscere...prima o poi. Non voglio tenerti all'oscuro di nulla ma voglio capire quanto è seria per lui questa relazione» abbassò gli occhi sorridendo, pensare all'uomo le riempiva il cuore di gioia, era più forte di lei.
«D'accordo ora basta che se continuo a vedere quel tuo sorriso sdolcinato mi si carieranno i denti» Emma si alzò raccogliendo il suo telefono tra le scartoffie per poi avviarsi alla porta insieme alla mora che non mancò di girare il dito nella piaga.
«Emma lo so che c'è qualcuno che ti ronza intorno, lo vedo dalla luce che è tornata nei tuoi occhi. Sai che ti farebbe bene vederti con altre persone, dopo Neal sarebbe un bene anche per Henry avere una figura maschile in casa...ma questo non significa prendersi il primo che passa!»
«Si si lo so, non preoccuparti, ultimamente lo state facendo in troppi...» salutarono gli altri colleghi e uscirono dirigendosi verso le loro macchine, l'aria pungente della sera si cominciava a sentire e in un gesto inconscio entrambe si strinsero nelle loro giacche.
«Quindi c'è davvero qualcuno!!!» Mary Margaret stava esultando come una bambina. Era una tipa dal carattere forte e avventuriero ma quando si parlava d'amore o tutto ciò che ad esso era collegato diventava come un'adolescente alla prima cotta.
«Devo andare, ci sentiamo!» l'aveva deliberatamente ignorata ma non si sentiva minimamente in colpa. Salì in macchina e dopo averla salutata con la mano un'ultima volta si lasciò alle spalle il distretto, Mary Margaret e il lavoro  per andare a scoprire in che condizioni si trovassero suo figlio e Killian.

Arrivata trovò il portone aperto e nel mentre lo attraversava una voce alle sue spalle la bloccò.
«Mi scusi! Non chiuda!»
Il tempo di girarsi per vedere da dove provenisse quella voce e il sangue di Emma si gelò nelle vene, non era possibile uno scherzo del genere, non poteva essere vero.
Le due donne si fissarono, una interdetta e l'altra smarrita.
«Emma cosa ci fai qui?»
«Cosa ci fai tu Mary Margaret!» Emma aveva alzato forse un po' troppo la voce ma davvero non se lo era aspettato di trovarsela li!
«Io sto andando dal mio fidanzato! Tu? Oddio non dirmi che David ha una doppia relazione con te! O cielo, sapevo di quello che si dice sui musicisti ma non pensavo che potesse ingannarmi così, ora vado e»
Emma la bloccò prima che potesse implodere lì davanti a tutti, stava correndo troppo di fantasia quindi doveva rassicurarla mettendola a conoscenza del motivo per cui si trovava lì.
«Mary Margaret calmati. Non sono qui per questo...David, non so neanche che faccia abbia. Sono qui perché Henry è con il padre di un suo amichetto. Tutto qui davvero» vide la più minuta sospirare di sollievo anche se ancora si scorgevano sul volto segni di dubbio.
«Ma qui? Sei sicura...non ci sono bambini nell'edificio, a parte il figlio del coinquilino di David che viene ogni tanto» e colta dalla veridicità delle sue stesse parole strabuzzò gli occhi puntandoli sulla donna che di fronte a lei aveva cominciato a torturarsi il labbro per il nervosismo. «Emma!!! Non mi dire che quel qualcuno è Killian Jones!!!» e una risatina liberatoria le circondò per qualche momento per poi cessare alla consapevolezza che Emma non aveva negato e pensando a che tipo fosse quel Jones « Ma Emma...davvero, Jones?! Perchè non me lo hai detto, lo avremmo scoperto prima e saremmo anche potuti uscire tutti e quattro insieme...è un po' un donnaiolo te lo devo dire però..»
Emma non la stava più ascoltando, non completamente almeno, doveva pensare se dire la verità o mentire anche ad una delle sue miglio amiche, se non l'unica.
Mentire anche a lei avrebbe comportato altri problemi quindi doveva dirle almeno una parte.
«Mary Margaret ascoltami.» la guardò dritta negli occhi per farle capire che era seria e non stava giocando «Ti ricordi della missione segreta di cui ti avevo parlato?»
«Pensavo scherzassi...»
«E invece ero serissima, ora non ti posso spiegare tutto ma Henry non può vederti perchè ti riconoscerebbe ovviamente...»
«Ed è un problema perché...»
Emma prese un respiro «Perchè ho detto che sono una studentessa e non che lavoro in un distretto...»
Mary Margaret non credeva a quello che stava sentendo «E perchè avresti fatto una cosa del genere? Penso che un tipo come Killian non si sarebbe certo scoraggiato se glielo dicevi, ma ti piace davvero ?»
La bionda scuoteva la testa «No no, o meglio non possiamo parlarne qui.  Ti prego aspetta qui, non farti vedere, lo prendo e poi vai da David ok? Per ora nessuno deve sapere che ci conosciamo va bene?!» i suoi occhi la implorarono di non fare altre domande e l'altra comprendendo annuì, ma non non avrebbe accettato nessuna scusa la prossima volta.
Intanto Emma sentiva che la testa aveva preso a fumarle, le sarebbe scoppiata prima o poi. Con passi rapidi e sicuri nonostante la confusione nella testa bussò alla porta e si ritrovò davanti quello che con ogni probabilità era il fidanzato della sua amica.
«Ah ciao, devi essere Emma» l'uomo sembrava  deluso, sperava fosse qualcun altro.
«Si e tu devi essere David» lo salutò con un cenno della testa.
«Killian e i bambini non sono in casa, li trovi al fast food all'angolo, non puoi sbagliarti c'è solo quello in zona»
«Ok grazie David» e mentre lo ringraziava e faceva per scendere le scale vide Mary Margaret venirle incontro. Si scambiarono un piccolo sorriso complice e ciascuna andò per la sua strada.

Come aveva detto David li trovò tutti e tre seduti ad un tavolo intenti a parlare e ad abbuffarsi con dei panini più grandi di loro. Si prese qualche attimo per guardarli, era tanto spaventoso pensare ad un futuro del genere per lei e per i bambini? Killian dopotutto non era tanto male, non avrebbe parlato di amore perchè visti i trascorsi non  riusciva più a fidarsi  degli uomini a meno che non fossero alti intorno al metro.
Qualcuno però avrebbe sofferto e si sentiva un'irresponsabile ma voleva dare una possibilità a tutti, forse non avrebbero capito subito e si sarebbe ritrovata il mondo contro ma aveva capito che dire la verità non sempre serviva, non tutti erano disposti ad accettarla e ascoltarla. Neal ne era la prova vivente. E lei non voleva trovarsi un'altra porta chiusa senza la possibilità di provare a scoprire perchè tutto quel gran casino si era sviluppato, e se questo implicava avere il mondo contro andava bene.
I due bambini di punto in bianco si voltarono all'unisono e la videro all'entrata del locale accogliendola con un gran sorriso, sorriso che le appannò per un breve istante la vista.
Le fecero segno di avvicinarsi e lei non se lo fece ripetere due volte.
«Pensavamo facessi più tardi altrimenti ti avremmo aspettato» Killian le fece spazio accanto a lui mentre i bambini davanti a loro continuavano a mangiare.
«Non preoccuparti, non pensavo di fare così presto neanche io» disse prendendo delle patatine dal vassoio di lui. Non si facevano domande sulla loro vita privata a meno che non fosse l'altro a parlarne. Sembrava funzionasse, ma il voler sapere più cose dell'altro cominciava a opprimerli, ma non avrebbero certo iniziato ora a parlare su cosa fare di loro e di quella situazione.
«Avete fatto i bravi?» la domanda rivolta a tutti e tre.
«Si abbiamo anche aiutato David a mettere in ordine casa perchè arrivava la sua fidanzata, ma lo sai mamma che si chiama anche lei Mary Margaret come la tua amica?!» Henry era visibilmente contento e Emma non poté che esserne contenta, ma doveva cambiare discorso.
«Oh davvero?!?»
«Si e Killian mi ha insegnato a suonare, dobbiamo comprare una chitarra!» era davvero entusiasta di dirlo alla sua mamma. Una scintilla nuova negli occhi di suo figlio.
«Ci penserà Babbo Natale a portartela, sempre che ti comporti bene ovviamente.»
«Ma Babbo Natale non esiste, mamma!» obbiettò il piccolo.
«Certo che esiste!» Bae si era voltato verso il suo amichetto che a suo dire aveva detto una sciocchezza grande quanto una casa!
«No non è vero»
«Invece si! Vero papà ?!» Bae lo guardò con occhi pieni di fiducia e lui non poteva deluderlo sebbene in un prossimo futuro quella certezza si sarebbe rivelata un'effimera illusione.
«Certo piccoletto altrimenti chi li porta i regali sotto l'albero?» disse con fare ovvio mentre li guardava entrambi.
«No sono i grandi che ce li mettono sotto, non gli credere Bae» Henry voleva far aprire gli occhi all'altro ma non ci sarebbe riuscito.
«Non-è-vero!!! Babbo Natale esiste e basta!»
«Ok basta così prima che inizino a litigare» era l'ultima cosa che Emma voleva.
La conversazione con un bambino di cinque anni era divertente, con due bambini diventava qualcosa di davvero strambo, discorsi che sembravano avere un senso diventavano, dopo una breve analisi, tutto il contrario, ma era il bello di essere bambini.
Finché Bae, tutto felice per quella atmosfera che di solito non respirava a casa o da solo con suo padre, disse qualcosa che fece tremare, per motivi diversi, gli altri due maschi seduti al tavolo.
«Papà ma Emma se tu la sposi diventa come un'altra mamma per me, vero? E Henry mio fratello! Non sarebbe bellissimo Henry? Così anche tu avresti un altro papà! A te piace il mio papà vero?!» Bae salì in piedi sul divanetto su cui pochi secondi prima era seduto. Henry ancora seduto a fianco a lui ora alternava lo sguardo tra lui e sua madre.
Lui voleva un papà? Forse si.
Un papà come Killian? Alla fine non era tanto male come aveva pensato all'inizio.
Voleva dividere sua madre con Bae e Killian? No, e il fatto che sua madre non stesse dicendo nulla lo fece sentire come tradito, o meglio non sapeva se fosse quello il nome da dare a quella sensazione scomoda che già aveva provato quando suo padre se ne era andato via di casa facendolo sentire sbagliato. Forse anche sua madre avrebbe preferito lasciarlo e stare con Bae.
«No! Lei è la mia mamma! Non la tua! Tu ce l'hai già!» lo aveva gridato in faccia all'altro senza provare a controllarsi, era un bimbo di cinque anni dopotutto, non era cosa da aspettarsi. Scese dal divanetto e corse verso l'uscita facendo scattare di riflesso anche Emma che era rimasta di sasso allo sfogo del figlio. E mentre si accingeva a corrergli dietro una mano la trattenne.
«Aspetta Emma» Killian la guardò negli occhi e vi trovò senso di colpa e paura. «Stai qui con Bae, vado io» e senza più forze la ragazza si riaccomodò con lo sguardo perso nel vuoto.
Bae si sentì in colpa, non voleva far arrabbiare il suo nuovo amico. «Emma io non volevo che Henry si arrabbiasse, ma se tu diventi la mia mamma e Henry mio fratello io sarei contento. Scusa. » la vocina di Bae era poco più di un sussurro.
Emma riportata alla realtà dallo stato di torpore in cui era caduta si riscosse ascoltando le parole del bimbo e nonostante le lacrime avevano iniziato a cadere, lacrime che non voleva cadessero, gli sorrise. Non poteva avercela con lui, nonostante avesse fatto scappare Henry aveva detto parole che l'avevano fatta rimare senza fiato. Bae scese e le si sedette accanto poggiando la testolina al petto di lei che non perse tempo ad abbracciarselo.

Killian che si era messo subito a correre dietro al bambino e non perdendolo di vista nemmeno un momento lo raggiunse sul gradino dell'edificio di casa sua, dopotutto  Henry vole scappare  mica perdersi.
«Hai fatto spaventare tua madre, Henry» Killian si sedette lasciandogli però un po' di spazio.
Il bambino con la testa seminascosta tra le braccia che aveva poggiato sulle ginocchia non diede segno di risposta.
«D'accordo, se non vuoi parlare parlerò io» Killian guardò le macchine che sfrecciavano davanti a loro mentre raccoglieva le parole da dire.
«Io non voglio prendere il posto di tuo padre Henry, è l'ultima cosa che farei.» lui non sapeva in che rapporti erano perchè non aveva chiesto nulla ,ma immaginava che fossero legati. Supposizione più errata non poteva esistere. Ma lui non lo sapeva.
«E neanche Bae vuole questo,» ripensò alle parole di suo figlio e un sorriso imbarazzato fece capolino mentre si passava una mano tra i capelli «cavoli, non mi aspettavo nemmeno che potesse uscirsene con una cosa del genere.» alzò gli occhi al cielo, suo figlio lo aveva spiazzato. E spaventato, aveva temuto che potesse accadere una cosa del genere ma un po' più in la...e non pensava lo avrebbe detto  mentre erano presenti  Emma ed Henry.
Vedendo che quest'ultimo non accennava a dire nulla, si stava rassegnando ad essere odiato nonostante avessero passato un bel pomeriggio.
«Mi odi così tanto?»
Henry puntò i suoi occhi blu in quelli altrettanto blu di Killian, lo studiò per vedere quanto sincero fosse, per vedere nel volto dell'uomo segni di inganno. Killian si ritrovò rapito da quegli occhi trovandovi qualcosa di se stesso ma interruppe quei pensieri quando lo sentì parlare.
«Non so se ti odio» i capelli mori gli svolazzarono davanti al volto ma Henry non fece nulla per rimetterli a loro posto, sentire il vento sulla faccia lo faceva sentire bene «Ma lei è la mia mamma» e quella era l'unica cosa che contava, in quella frase espresse tutto ciò che ancora non sapeva come esprimere al meglio con con le parole.
E Killian lo capì.
Seguirono minuti di silenzio.
«Non odio nemmeno Bae. Ma se lui diventa mio fratello poi mamma non mi vorrà più.» la voce incrinata dal pianto fece voltare subito Killian che repentino si avvicinò alla piccola figura che nonostante volesse scoppiare in lacrime cercava di trattenerle.
«Ehi Henry» gli passò un braccio intorno alle spalle «ma che dici, tua madre ti adora, non farebbe mai una cosa del genere, non devi neanche pensarla una cosa del genere!»
Qualche lacrima sfuggì al controllo del bambino che sentendosi stranamente al sicuro in quell'abbraccio liberò ogni paura.
«E invece si, succederà» tirò su con il naso asciugandosi le lacrime per terminare quel cedimento.
Killian lo vide asciugarsi le lacrime. Era un bambino forte, non conosceva il suo passato ma il coraggio che si dava gli fece intuire che sebbene fosse ancora piccolo era successo qualcosa a cui aveva dovuto reagire per non soccombere. Quando suo padre era morto lui aveva potuto contare su suo fratello, ora non sapeva se era per via del padre ma in cuor suo sperò che potesse trovare in Bae un complice, qualcuno su cui contare. Anche se le cose tra lui ed Emma non avessero funzionato loro due avrebbero potuto continuare ad essere amici.
«No Henry, ti do la mia parola che non succederà mai. Bae ti vuole bene, e ne vuole anche ad Emma come avrai capito e non penso che voglia farti del male. La mamma di Bae non è come la tua, lo riempie di giochi, lo fa andare in scuole costose e queste cose qui ma con lui passa davvero poco tempo, rimane con la domestica quasi tutto il tempo. Si vogliono bene certo ma non hanno lo stesso rapporto che hai tu con tua madre.»
Henry lo fissava con attenzione, visto sotto quell'ottica lui era fortunato era pieno di persone che gli volevano bene e si prendevano cura di lui quando la sua mamma non c'era.
«Mmm forse è così» poi guardandolo di sottecchi continuò «Ma non vuol dire che tu la puoi sposare, lo so che sei uno che va dietro le femmine»
Killian rise, rise per essere stato inquadrato, e anche in modo corretto, da un bambino di cinque anni.
«Potrei offendermi sai, ma hai ragione. Sei un tipo in gamba  ragazzino, e ora andiamo altrimenti penseranno che siamo scappati.»



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Ed eccoci anche questo giovedì! Si penso che aggiornerò di giovedì, mi piace come giorno u.u
Passiamo al capitolo, mentre lo scivevo mi sono quasi commossa...se devo dirvi la verità questo effetto me lo hanno fatto anche i capitoli che ho scritto dopo questo xD non so se vi arriverà il dolore che coglie questi pesronaggi ma a me quando scrivo mi risucchiano in un vortice dal quale faccio fatica a riemergere, si lo so, anche mia sorella dice che la prendo troppo seriemante ma non riesco a farne a meno u.u
Comunque, sappiate che in principio questa scena del fast food era una piccola parentesi ma i ragazzini mi sono sfuggiti di mano e hanno creato tutto questo!
In ogni caso non è stato un capitolo Emma&Killian centric, spero vi sia piaciuto lo stesso.
Altro dubbio che è emerso, i personaggi son verosimili a quelli originali? Perchè a me quando scirvo risultsno esserlo ma poi può essere che mi sbaglio. Non so se lo avevo già chiesto ma se li trovate poco fedeli ditemelo.
Sono talmente coinvolta in quello che scrivo che mano a mano che procedo mi sento annaspare come Emma, tutto questo nascondere e mantenere un'apparenza calma mi scombussola ahhaha me sento maleee ma nonostante tutto è tremendamente bello!
Ok spero di non avervi annoiato troppo!
Grazie a chi recensisce , a chi inserisce la storia o semplicemente legge. GRAZIE DAVVERO!
Alla prossima!
Gio

  
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