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Autore: Porpora_    19/08/2016    3 recensioni
[...“Soltanto perché per un attimo mi sono sentito un verme, non ti permetto di darmi del ‘sensibile’. Di certo non sono io quello che si è messo a piangere sopra una carcassa.”...]
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Dawn, Scott
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale
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Assassino

I’m a new soul

I came to this strage world

Hoping i could learn a bit about how to give and take

 

 

 

Mi sentivo libera immersa nel verde della foresta, guardavo con la stessa curiosità di una bambina lo spettacolare paesaggio naturale proiettato dal basso di questo splendido albero latifoglie.

Un maestoso cervo dal manto ceruleo si fece spazio tra degli arbusti per abbeverarsi da quel piccolo ruscello da cui sgorgava limpida acqua cristallina, producendo un rumore rilassante che si sposava perfettamente con tutti gli altri armoniosi suoni del bosco.

Godevo di quei momenti che oramai per me erano di tutti i giorni, conducevo una vita serena circondata da piante ed animali di svariato genere.

La bella e preziosa Madre Terra ha bisogno di cure e attenzioni.

E se soltanto le dessimo l’amore che richiede nel mondo regnerebbe la pace.

 

 

 

But since I came here, felt the joy and the fear

Finding myself making every possible mistake

 

 

 

All’improvviso uno sparo mi fece rivenire dai miei pensieri e sobbalzare sul posto.

Il cervo cadde ferito e una pozza di sangue andò a colorare di rosso l’esiguo fiumiciattolo.

I rumori melodici che stavano invadendo il luogo svanirono nel nulla, lasciando il posto avvolto nel silenzio.

Impaurita piombai giù dal ramo su cui me ne stavo appollaiata, precipitandomi sulla povera bestia sofferente.

Mi accovacciai accanto al bisognoso quadrupede e sentii il suo respiro flebile sotto i palmi delle mani.

Di lì a breve sarebbe morto inevitabilmente e non avrei potuto fare niente per impedirlo.

Questo non è giusto.

Alla vista dell’animale che esalava il suo ultimo respiro, una dopo l’altra delle calde lacrime iniziarono a solcarmi il viso.

 

 

 

See I’m young soul in this very strange world

Hoping i could learn a bit ‘bount what is true and fake

 

 

 

“E tu chi saresti?”

Ero così presa da quella morte avvenuta a ciel sereno, che non mi ero minimamente accorta della presenza che si trovava da poco alle mie spalle.

Mi alzai ma senza voltarmi.

“Hai ucciso tu…”

Gli chiesi a voce bassa continuando a fissare il cadavere con un coraggio che non credevo di avere, mentre il pianto sembrava non volesse darmi tregua.

“Ti riferisci al cervo?”

“Sì.”

“Se ti girassi noteresti il mio fucile insieme alla mia aria pienamente soddisfatta e non ci sarebbe stato bisogno di farmi certe inutili domande.”

Mi sentii ribollire il sangue a quelle parole piene di arroganza.

“Non esiste giornata migliore di quella passata ad ammazzare a colpi di fucile bestiole indifese.”

Aveva goduto nel compiere un gesto tanto ignobile e me ne stava parlando come se ne andasse fiero.

Sollevai le mani all’altezza dei fianchi, macchiate di un sangue che non mi apparteneva.

Le strinsi.

“Sono contro ogni tipo di violenza, ma avrei proprio voglia di prenderti a pugni.”

Sbuffò scocciato.

“Voi ecologisti mi siete sempre stati sui coglioni, pronti a difendere a spada tratta queste futili sciocchezze.”

Era spietato, ogni singola parola sembrava detta con un disprezzo e un odio disumano.

“Voglio proprio vedere come mi impedirai di sparare a quella lepre.”

Scattai alla provocazione e mi voltai, decisa a guardare.

Un ragazzo dalla capigliatura rossa in tenuta da caccia, ghignava presuntuoso mentre imbracciava il fucile cercando di mirare in direzione di quell’innocuo animaletto.

Vuole davvero farlo.

Con rapidità mi piazzai davanti a lui spalancando le braccia per dissuaderlo dall’idea di uccidere ancora.

 

 

 

But why all this hate? Try to communicate

Finding trust and love is not always easy to make

 

 

 

Qualcosa cambiò in lui non appena mi guardò negli occhi.

“Stai…” abbassò il fucile e il suo sorrisetto beffardo scomparì del tutto.

“Stai piangendo?”

Rimasi allibita. Il mutamento del suo stato d’animo così improvviso era dovuto da questo normalissimo fenomeno espressivo?

In un impeto di imbarazzo mi coprii il viso con entrambe le mani, lasciando sottili fessure tra un dito e l’altro.

“Io non volevo farti piangere” disse confuso e visibilmente a disagio.

“Non sto piangendo per un sociopatico come te. Piangevo per il cervo, per il tuo vile assassinio.”

“Oh andiamo, per così poco? E poi… si può sapere perché diamine ti stai coprendo? Oramai ti ho vista.”

Portò l’arma nel fodero dietro la schiena e avvicinandosi scostò con delicatezza le mie mani, non opponendomi in alcun modo a quel gesto.

“Forse… beh… vedi ecco… il punto è…” cercò di giustificarsi impacciato.

“Finirai per sporcarti di sangue ancora di più” cercò di riprendersi con quella frase, sorpreso dal suo stesso comportamento.

I suoi occhi, i suoi movimenti, il suo modo di parlare che nell’arco di quel poco tempo era andato a contrastare l’atteggiamento distaccato e prepotente di prima.

Ora è tutto più chiaro.

 

 

 

This is a happy end

Cause you don’t understand

Everything you have done

Why’s everything so wrong

 

 

 

“Ho notato subito la tua aura grigia, un colore spento di chi preferisce la solitudine, una di quelle persone inavvicinabili e chiuse.”

Misi la mia mano destra sul suo petto e al contatto lo sentii rabbrividire.

“Ero così annebbiata dalla tua negatività che mi hai fatto dimenticare la sensibilità e la purezza che essa sprigiona.”

Mi sforzai di sorridergli, nonostante mi sentissi ancora scossa dalla scena raccapricciante a cui avevo assistito precedentemente di cui lui era l’artefice.

 “il miscuglio del nero e del bianco creano il tuo colore neutrale, una vivace unione di due tonalità, l’una opposta all’altra.”

Sembrò essere sempre più disorientato parola dopo parola, ma decisi comunque di continuare senza alcuna esitazione.

Oramai credo che anche i miei occhi avessero ripreso a luccicare di gioia.

“C’è del buono in te, non è vero?”

Le sue pupille partirono dal fissarmi a scendere verso il basso almeno un paio di volte, nel tentativo di analizzarmi per bene da cima a fondo.

Mi fece sentire come se per tutto questo tempo non avesse ancora notato la mia esile figura, come se fossi sempre stata invisibile alla sua vista.

“Va bene piccoletta, devo proprio ammettere che…”

Si abbassò alla mia altezza posandomi una mano sopra la testa e assunse un espressione compiaciuta. Durante quell’azione mi ritrassi e chiusi gli occhi per un istante, non per paura ma bensì per istinto. Sapevo benissimo che non mi avrebbe fatto alcun male.

Avrei potuto contare tutte le sue innumerevoli lentiggini in quell’arco di tempo e riuscire ad osservare accuratamente ogni singola sfumatura grigia dei suoi occhi, non a caso dello stesso colore della sua anima.

“Per avere una testolina così piccola ne hai veramente troppa fantasia.”

 

 

 

This is a happy end

Come and give me your hand

I’ll take you far away

 

 

 

“Comunque…”

Tornò alla sua posizione precedente, contrariato e pronto a sputare sentenze.

“Soltanto perché per un attimo mi sono sentito un verme, non ti permetto di darmi del ‘sensibile’. Di certo non sono io quello che si è messo a piangere sopra una carcassa.”

Mi imbronciai, ero veramente sicura che avesse dei pregi.

Peccato li stesse nascondendo in tutti i modi possibili.

“E sappi che l’aver salvato quella bestiaccia non fa di te un bel niente, ho ucciso un mucchio dei tuoi amichetti della foresta prima che mi distraessi con quella tua scenata patetica.”

Egoista e meschino, quello spiraglio di umanità che aveva dimostrato di avere veniva sommerso dal suo ego smisurato.

Dovevo mettere termine a quella discussione prima che commettessi qualche altro errore, offendendolo ancora di più del dovuto. E probabilmente se fosse successo, non si sarebbe fatto scrupoli a far fuori altre povere creature.

“Non abbiamo più niente da dirci allora.”

Feci per andarmene, ma lui con un rapido movimento mi si parò di nuovo davanti.

“Pensi davvero che me ne vada così? Dopo essermi fatto sfuggire quella lepre? Da perdente? Mi sa che non hai proprio capito niente fatina.”

“Hai distrutto innumerevoli vite lo hai detto tu stesso, una in meno non fa molta differenza ma te ne molto grata. Lo considero un miglioramento, spero che un giorno tu possa capire. ”

“Questo lo dici tu.”

Mi guardò allietato.

“Voglio qualcosa in cambio per aver risparmiato una vita quest’oggi.”

“E ce l’hai, non senti di aver compiuto una buona azione? Tutto l’intero pianeta ti sarà riconoscente. Per via della tua prima e non unica vittima purtroppo ne subirai le conseguenze ma non temere, Madre Terra riconoscerà sicuramente il tuo pentimento come tale e crederà in una tua possibile redenzione.”

Facendo finta di essere annoiato e disinteressato alla mia spiegazione simulò uno sbadiglio con tanto di mano davanti alla bocca.

“Non mi basta.”

Si mise a braccia conserte avvicinando sfacciatamente il suo viso al mio.

“Voglio di più.”

E con queste poche parole si sentì in dovere di reclamare quella che per lui era la reale ricompensa, prendendomi per i fianchi fino a far combaciare le nostre labbra contro la mia volontà.

Anche se per un attimo riuscii a sentire i nostri spiriti unirsi nonostante le divergenze, non voletti contraccambiare quel bacio.

Era una questione di principio, lui era un assassino.

Non appena mi liberai da quella presa mi puntò gli occhi addosso e riassunse in men che non si dica quel suo sorriso crudele, uno di quelli che sembra volerti divorare.

“Questo si chiama dare e ricevere mia cara.”

Aggrottai le sopracciglia, cercando di sembrare più irritata possibile.

“No, questo si chiama prenderti quello che non ti spetta con la forza.”

Rise di me e in seguito come se avesse avuto l’idea più brillante del mondo mi parlò entusiasta.

“Tu sai bene che in natura gli animali cacciano e si nutrono di altri animali giusto?”

Annuii con la testa.

“Bene, mettiamola su questo piano…”

Si diresse verso il cadavere del cervo caricandoselo sulle spalle, lanciandomi uno sguardo che mi fece raggelare.

“Io sono il predatore tu la mia preda.”

Deglutii intimidita.

La natura sa essere veramente cattiva.

 

 

 

I’m a new soul

I came to this strange world

Hoping to learn a bit’bout how to give and take

But since i came here, felt the joy and the fear

Finding myself making every possible mistake*

 

 

 

*New Soul di Yael Naim

   
 
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