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Autore: SHineRose    19/08/2016    3 recensioni
"-Dannata immortalità.- la volpe lo guardò attentamente, come a scrutarlo, e Sesshomaru s'infastidì.
-Che hai da guardare?- ma la volpe non fece nulla. Continuò a guardarlo come se volesse scoprire il significato nascosto della frase che Sesshomaru aveva detto qualche minuto prima.
-Rin dovrebbe avere all'incirca diciassette anni. Non le resta molto da vivere.-"
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bankotsu, Jakotsu, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Bankotsu/Jakotsu, Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Egoista

Una volta ritornati alla villa chiesi a Bankotsu di preparare qualcosa per me e Sesshomaru, dato che avevamo saltato la cena. Nonostante mi sia sentita bene in sua presenza non potevo non essere triste. Lui era impegnato con una demone, mentre io, una misera umana, non ero altro che una specie di figlia per lui.
Non mi piace essere considerata, soprattutto da parte di Sesshomaru, come un cucciolo umano che deve essere protetto. Riesco a difendermi anche con le mie sole forze, non ho bisogno della sua protezione.
Vorrei essere qualcosa di più per lui, ma a quanto pare non è possibile. Quando ero bambina ero accecata da quell'ammirazione che mi portava a seguirlo e scegliere sempre lui, trasformandosi con il tempo in amore, ma alla fine lui mi ha abbondonata in un villagio per poter mettere sù famiglia. Ha pensato solamente a se stesso, non calcolando minimamente i miei sentimenti. Dire che mi sento tradita è un'eufemismo.
Lo amo, questo è vero, ma non posso permettere di lasciarmi abbindolare così facilmente.
Cosa voglio?
Voglio stargli accanto, nel bene e nel male. Voglio svergliarmi ed addormentarmi con lui al mio fianco, proprio come ora. Ma mi rendo subito conto che tutto ciò che sto chiedendo è semplicemente troppo.
Dopo aver mangiato mi cambio velocemente e mi butto nel letto, esausta e con la mente confusa ed annebbiata chiudo gli occhi. Dico a Sesshomaru di non preoccuparsi e che può dormire anche lui nel letto, dato che starò a debita distanza dal suo corpo. Con mille pensieri che mi occupano la mente cado tra le braccia di Morfeo.


A svegliarmi fu la sveglia, che suonava incessantemente, e con forza la scaravento contro il muro, rompendola in mille pezzi senza neanche rendermene conto. In un primo momento sospiro sollevata e mi ributto nel letto, ma realizzando cosa avessi appena fatto spalanco gli occhi in preda al panico.
-MA NOO! E' LA QUINTA SVEGLIA CHE DISTRUGGO IN DUE SETTIMANE!- grido, tanto che comincio a credere che la mia voce abbia raggiunto anche l'America, ma non m'interessa dato che devo sbrigarmi per arrivare a scuola. Mi alzo velocemente dal letto e mi chiudo in bagno. Mi lavo il viso ed i denti e mi affretto ad indossanre l'uniforme del liceo. Con la velocità pari a quella di un ghepardo prendo la cartella e corro fuori.
-IO ESCO!- grido prima di chiudere la porta di casa alle mie spalle.


Arrivo davanti all'istituto giusto prima che il cancello chiuda, e mi butto sulle spalle di Ranma.
-Heilà!- lo saluto baciandogli la guancia con fare affettuoso. Io e Ranma siamo diventati amcici grazie ad Akane, e mi stupì di trovarci molte cose in comune. Quando gli raccontai che venivo dal passato, precisamente dall'epoca Sengoku, fu il pirimo oltre ad Akane, che mi credette fin da subito e mi chiese di raccontargli della vita che avevo lì. Da allora diventammo inseparabili e corre in mio aiuto ogni volta che sono in difficoltà, tra relazione che c'era tra noi era quello di un fratello ed una sorella, e devo dire che mi piace.
-Ciao anche a te Rin!- mi saluta con un sorriso.
-Akane?- gli chiedo guardandomi intorno. Avevo notato l'assenza di Akane, dato che Ranma stava praticamente da solo, e sapevo benissimo che lei non era il tipo che marinava la scuola.
-Si sta azzuffando con Kuno- dice con fare ovvio.
-Non hai provato a fermarla?-
-Ci ho provato. Ma quella stupida non vuole saperne nulla. Ho provato anche a darle una mano, ma mi ha tirato un calcio nel sedere dicendomi che non le servivo, e così me ne sono andato.- dice scrollando le spalle. Akane, a volte mi ricorda della mia determinazione. E la ammiro moltissimo anche per la sua forza sovrumana, quasi maschile.
-Dov'è?-
-Sul retro-
-Vado a darle una mano!- dico cominciando a correre verso il luogo dove Akane si trovava. Ranma mi affianca quasi subito.
-Rin, vai in classe, mi occupo io di Tatewaki-
-Ho un conto in sospeso con lui. Tu vai avanti, io ti raggiungo dopo!- e detto questo lo lasciai indietro mentre stavo scorgendo la figura di Akane e Kuno che si stavano picchiando. Faccio un salto e atterro sulla testa di Kuno con forza, facendogli perdere l'equilibrio. Colpisce la faccia contro il terreno sporco e si rialza più infuriato di prima.
-CHI HA OSATO..Piccola dolce Rin! Mi sei mancata lo sai mia sposa?- dice cercando di abbracciarmi. Mi sposto facendogli lo sgambetto, e sbatte nuovamente la testa contro terra. Mia sposa? E da quando di grazia? Fosse per me, lo prenderei per il colletto, lo trasporterei nell'epoca Sengoku, lo butterei tra i demoni e mi godrei la scena dove e come viene sbranato. Certo che da questo punto di vista sono davvero sadica!
-Rin... Io sono il tuo uomo e tu sei la mia donna. Permetti a questo uomo di fortificare la nostra relazione con un dolce pegno d'amore! Donati a me piccola!- dice ancora prendendomi le mani e tirandomi verso di sè, facendo scontrare i nostri petti. Gli stampo la suola delle mie scarpe sulla sua fronte e volò dritto sul tetto del liceo.
-Stai bene Akane?- le chiedo aiutandola a rialzarsi.
-Si. E' stato Ranma a dirti dove mi trovassi?- mi chiede mentre si ripulisce la divisa scolastica. Annuisco con un sorriso e la prendo per un braccio.
-Andiamo, sta per suonare!- e comincio a trascinarla verso la nostra classe.


Matematica... mphf.. sai che divertimento! Tutti quei numeri mi stavano facendo venire il mal di testa, tanto che comincio a credere che sarebbe scoppiata da un momento all'altro!
Decido di posare lo sguardo sulla finestra e spalanco gli occhi spaventata e sorpresa. Appollaiato su un ramo vi era Sesshomaru in tutta la sua splendezza, e guardava proprio nella mia direzione!
Ma cosa ci faceva lui qui? Mi aveva seguita?
Lui mi guarda con uno sguardo indecifrabile, e restammo così per minuti indeterminati.
A ridestarmi dal mio stato in trans fu la campanella, che segnalava la fine della quarta ora. Continuo a guardarlo ancora con curiosità fin quando qualcuno non sbattè violentemente le mani sul mio banco.
Alzo lo sguardo curiosa di vedere chi era e vidi Kuno con un segno violaceo sulla fronte e sul naso. Ridacchio divertita pensando che ero stata proprio io a creare quell'opera d'arte.
-Rin... Tu lo sai che sarai mia, vero?- mi chiede avvicinando il suo viso al mio. Lo guardo divertita per poi correre e saltare giù dalla finestra. Faccio un paio di capriole in aria e atterro con i piedi sull'erba senza vacillare.
-Se proprio ci tieni seguimi!- dico con una punta di sfida. Ora voglio divertirmi e nessuno me lo impedirà, neanche quel dannato preside!
Comincio a correre senza fermari e noto, con piacere, che Kuno mi stà seguendo. Mi fermo quando imbocco un vicolo chiuso e decido che questo sarà il luogo dove avverrà l'incontro con Tatewaki. Lo aspetto, battendo la punta del piede destro a terra impaziente, ci sta mettendo troppo!
Arriva dopo alcuni secondi e tira fuori una canna di bambù.
Sul serio ha intenzione di battermi con quello?
Ghigno sapendo che la vittoria era nelle mie mani.
-Se ti sconfiggo, tu sarai mia per sempre. Ed accetterai di diventare mia moglie!- dice mettendosi in posizione d'attacco.
-Se invece vincessi io, mi lascerai in pace. E la smetterai con quest'assurda idea del matrimonio!- dico mentre mi scaglio contro di lui. Riesco a colpirlo un paio di volte, fino a quando la sua canna di bambù mi colpisce la schiena. Gemo di dolore ma mi rialzo in fretta e cerco di sferrargli alcuni pugni, anche se a vuoto. La sua velocità è impressionante, anche se leggermente più lenta della mia. Riesco a colpirlo alla spalla destra ma sò che non è abbastanza. Cerco velocemente con lo sguardo qualcosa che mi possa aiutare e noto con piacere che c'è un'asta abbastanza lunga proprio dietro di me. Mi accascio a terra e con una capriola all'indietro riesco ad afferrarla. Corro verso Kuno e cerco di colpirlo, ma la mia asta e la sua bambù si scontrano, creando un leggero suono che mi infastidisce. Salto e con una capriola riesco a colpirlo proprio sulla spalla destra con forza. Colpendo il braccio destro sò per certo che i suoi attacchi saranno più deboli, dopo tutto è proprio con quel braccio, che è più forte della sinistra, che riesce a sincronizzare e fortificare i suoi attacchi. Lo sento gemere ed inginocchiarsi.
-Kuno, dovresti arrenderti. Non ho voglia di ridurti a pezzettini soltanto per un tuo stupido desiderio da ragazzino.- dico cominciando a camminare verso l'istituto scolastico, ma un suo movimento, segno che si sta rialzando, mi fa arrestare sui miei stessi passi.
-Non è uno stupido desiderio da ragazzino! Io ti amo e desidero ardentemente che tu diventi mia moglie! Non mi arrenderò fin quando tu non sarai mia!- dice riprendendo a correre verso di me, con l'intento di colpirmi. Sospiro rassegnata e allo stesso tempo divertita dalla sua ambizione.
-Kuno... TRA ME E TE NON CI SARA' MAI NULLA!- grido colpendogli la faccia con l'asta. Nonostante sia riuscita a colpirlo, la sua canna di bambù mi toccò il fianco con forza. Feci una smorfia di dolore ma mi trattenni dal gridare.
-Sai.. è proprio il tuo carattere che mi attrae, oltre all'aspetto.- disse risprendendo la corsa con l'intento di colpirmi un'altra volta con la sua canna. Ero pronta a stenderlo una volta per tutte e finire questa pagliacciata, ma una striscia verde gli tagliò in quattro pezzi la canna che teneva tra le mani, facendole cadere a terra rumorosamente. Kuno sgranò gli occhi guardando la sua arma, ormai distrutta e giacente per terra.
Quella striscia luminosa...
Sesshomaru?!
Appena lo pensai lui apparve proprio davanti a me e Kuno lo guardò curioso e con aria di sfida.
-Chi sei?- chiese alzando il tono della voce e guardando con astio Sesshomaru.
-Potrei farti la stessa domanda.- rispose Sesshomaru con tono pacato. Gli osservo la schiena imponente e mi ritrovai ad arrossire non appena immagini poco caste di noi due si fecero strada nella mia mente.
-Io sono il futuro marito di Rin! Ora levati di mezzo essere immonde!- dice cercando di tirare un calcio mirando alla faccia di Sesshomaru che prontamente lo prese per la caviglia e lo scaraventò a cinque metri di distanza. Kuno ritentò di colpirlo ma venne di nuovo sconfitto senza il minimo sforzo.
-Tu, microbo impertinente, credi di essere all'altezza di Rin?- sgrano gli occhi. Meh, aveva da lavorare un pò sul linguaggio volgare. Ma come insulto, devo ammetterlo, calzava perfettamente a Kuno.
-RIN E' MIA!- grida Tatewaki con rabbia guardando negli occhi il demone. Sesshomaru ringhia ed io mi spavento un poco. Che volesse ucciderlo per davvero?
-Spiacente deludere le tue fantasie ma Rin non ti appartiene. Lei non sposerà mai un debole come te. Mettiti l'animo in pace se non vuoi che io ti tolga la vita.- dice prendendomi in braccio e volando via. Sentì Kuno gridare il mio nome ma non me ne preoccupo più di tanto.
Da quando sarei diventata un'oggetto?
Nonostante ero infuriata per come quei due mi avessero categorizzato arrossisco vistosamente.
Il mio cuore prese a battere velocemente e forte, tanto che cominciavo ad avere paura che il suo udito fine potesse sentirlo.
Avevo anche paura che il mio cuore potesse uscire dal petto con violenza e cerco di rilassarmi.


Mi ritrovo sdraiata sul letto nella mia stanza a pancia in giù mentre Jakotsu mi cura le ferite che ho ricevuto da Kuno, e Sesshomaru era seduto comodamente a gambe incrociate accanto a me, godendosi la scena.
Ogni volta che Jakotsu passava qualche unguento sulle ferite leggermente aperte rilasciavo un gemito strozzato, chiudendo gli occhi e mordendomi il labbro inferiore, cercando di affievolire quella bruciatura che sentivo. Pensavo che ci sarebbero stati soltanto dei lividi, e non mi ricordo di essere stata graffiata.
-Questo Kuno deve essere proprio determinato nell'averti! Pensavo che avrebbe tremato dinanzi a Sesshomaru, ma a quanto pare il suo amore per te va oltre i confi-Ouch!- Apro un'occhio per vedere cosa fosse succeso e noto un bernoccolo gigantesco sulla testa di Jakotsu, mentre le lacrime gli stavano solcando le guance. Sesshomaru gli ha sicuramente tirato un pugno, poco ma sicuro.
-Non dire sciocchezze inutile demone.- volto la testa verso di lui e gli sorrido.
-Grazie Sesshomaru!- gli sorrido calorosamente. Lui mi guarda per poi distogliere lo sguardo.
-Tu lo stai ringraziando per avermi colpito? Rin sei incredibilmente sadica!- esclama Jakotsu fintamente offeso, io ridacchio un poco prima di cominciare a tossire.
-L'ho ringraziato per l'aiuto che mi ha dato con Kuno! Certo che oggi sei incredibilmente irritabile! Hai le tue cose?- gli chiedo cercando di trattenere un sorriso.
-Tsé! Dovresti essere grata che non sto quì a farti la parentela! A proposito Rin, penso che dovrai ricomprare un bel pò di biancheria. Happosai ha rubato la tua mentre stavo cucinando.- dice facendomi un massaggio rilassante alle gambe, che erano indolenzite da tutto quel correre e saltare. Ci penserò in un altro momento al vecchio, per ora vorrei solo godermi il massaggio.
-Hmh- rispondo soltanto beandomi delle mani di Jakotsu sulle mie gambe. Rilascio un gemito di piacere e sento Jakotsu ghignare.
-Ti piace eh?- mi chiese con malizia. Gli rispondo con un'altro gemito, leggermente più acuto dato che aveva aumentato la pressione delle sue dita sulla mia pelle.
-Jakotsu hai delle mani d'oro!- gli dico tra un gemito e l'altro. Sento Jakotsu slacciarmi il reggiseno e versare un pò d'olio al cocco sulle mie spalle, e riprese a massaggiarle. Gemo ancor più forte ma Jako si arresta subito. Non riuscivo ad aprire gli occhi e lo pregai di riprendere il suo lavoro. Presto percepisco le sue mani nuovamente sulle mie spalle e rilascio un sospiro..
-Continua.. Potresti.. un pò più forte?- cerco di chiedergli tra un sospiro e l'altro. Lui aumenta la pressione sulle mie spalle e lo sento fare dei movimenti circolari e precisi, che stavano alleviando il dolore.
-Di più... ti prego..- sospiro ancora schiudendo di poco le labbra. Mi sento prendere per le spalle e vengo girata con forza, dopo di che mi ritrovo con un paio di labbra incollare alle mie.



 
   
 
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