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Autore: Nidhogr    19/08/2016    1 recensioni
Il mondo dei Demoni Nobili non è di certo qualcosa in cui è facile sopravvivere: faide familiari, intrighi, alleanze segrete... E tradimenti. I sacrifici, necessari per porre termine al conflitto che divise le genti degli inferi e che avevano anche lo scopo di eleggere i nuovi Sovrani, furono ingenti.
Purtroppo però nessuno lo venne mai a sapere, nemmeno la maggior parte dei diretti interessati. Questo perché il sangue che venne fatto scorrere e che, nel silenzio generale, continua a scorrere ancora oggi non venne mai alla luce...
Tutto questo però era destinato a cambiare dal momento in cui un giovane ragazzo, sbucato dal nulla, entrò nella vita dell'erede del casato Gremory, iniziando a ficcare il naso nelle faccende di quell'antichissimo casato senza alcun apparente motivo logico.
Nemmeno la giovane Rias Gremory, futuro capo della famiglia, sospettava che l'identità di quel ragazzo avrebbe turbato profondamente la vita di una certa famiglia di Demoni Nobili...
Tratto dalla Storia:
"Allora? Cosa si prova a scoprire di essere la preda e non il cacciatore? Piuttosto frustante non è vero?"
...
"Considerando come alla fin fine le tue azioni mi sono tornate utili ti concederò perlomeno una morte rapida e indolore: addio..."
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Asia Argento, Nuovo personaggio, Rias Gremory, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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Dichiaro di non avere alcun diritto sul mondo di High School DxD e sui personaggi da esso tratto, a parte personaggi da me inventati e inseriti in tale ambientazione in questa Fan Fiction, inoltre dichiaro che nel caso qualcuno riconosca in ambientazioni o personaggi accenni o ispirazioni a qualcosa su cui hanno diritto e non dovessero approvare allora non esitino a contattarmi: tali evenienze non sono atte a rubare idee o altro e provvederò immediatamente a rimuovere qualsiasi cosa consideriate come un furto di idee o di diritti, dal momento che scrivo questa Fan Fiction solo come svago senza alcun fine collegato al lucro o ad altro di simile.
 
Life 0
 
Eccolo, finalmente giunse il suono della campanella a segnare la fine di quella lezione e con essa anche della giornata scolastica, cosa che mi fece sfuggire un sospiro di sollievo: iniziavo a non poterne più di star ad ascoltare le lezioni.
Non che le trovassi difficili da comprendere, ma dal momento che non avevo alcun interesse verso di esse il doverle seguire era alquanto pesante…
“Seriamente, per quanto mi aspettassi tutto ciò l’affrontarlo di persona resta comunque un qualcosa di decisamente noioso…? E a quanto pare le mie sofferenze non sono ancora finite...”
A causarmi un altro sospiro, ma questa volta di rassegnazione, fu il fatto che una ragazza si stesse chiaramente dirigendo verso di me, il che di norma a dirla tutta non sarebbe di certo stato un evento sgradevole, soprattutto tenendo conto di come tale mia compagna di classe fosse decisamente carina: figura snella e un bel volto adornato da corti capelli neri, con due occhi cristallini del colore dei lillà…
Quindi dove stava il problema? Beh, suddetta ragazza era il Presidente del Consiglio Studentesco della Kouh Accademy, ovvero la scuola che frequentavo al momento e se questo non era ancora sufficiente a spiegare il mio fastidio con l’interagire con lei, beh, il problema era uno dei motivi per cui era lei a detenere tale carica.
<< Tutto bene Zimmer-kun? Ho notato che durante la lezione sembravi un po’ a disagio… Non ti sei ancora abituato al nuovo ambiente? Oppure le lezioni sono troppo noiose per te? >>
<< Trovare le lezioni noiose?! Non potrei mai! Come hai appena detto mi devo solo ancora abituare al nuovo ambiente… >>
Come mi aspettavo il sarcasmo che avevo malcelato, volontariamente tra l’altro, sembrava non essere andato molto giù a Suona Shitori, la quale aveva appena iniziato a guardarmi ancor più storto di quanto non stesse già facendo all’inizio della nostra conversazione: seriamente, l’essere finito nella stessa classe della *Seito-Kaichou era decisamente un evento abbastanza fastidioso con cui avere a che fare, per quanto il fatto di essere uno studente trasferito mi aveva permesso perlomeno all’inizio di godere di una certa immunità all’inflessibilità di questa ragazza…
Cosa che purtroppo non era più valida da un po’ purtroppo, dal momento che ormai erano già tre settimana che frequentavo quella scuola.
“Capirei se non stessi proprio attento alle lezioni o se le disturbarsi, ma venirmi a fare la predica perché le trovo chiaramente noiose… Non ha proprio nulla di meglio da fare?”
Proprio quando la mia compagna di classe sembrava sul punto di riprendere con la predica, per mia fortuna sembrò che le mie lamentele fossero state udite da qualcuno: infatti un ragazzo del secondo anno, un certo Saji se ben ricordavo, che faceva anch’egli parte del Consiglio Studentesco la venne a chiamare per qualcosa per l’appunto inerente a delle faccende scolastiche.
<< Capisco, tu va avanti Saji, ti raggiungo subito… E tu, Xylon Zimmer, tieni a mente che è buona educazione nonché il dovere di uno studente ascoltare con attenzione le lezioni. >>
<< Su questo sono pienamente d’accordo… Ma l’ascoltarle o no con interesse, fintanto che si presta attenzione, penso che sia un qualcosa che sinceramente non dovrebbe causare alcun fastidio, no? >>
Dopo aver sentito questo mio ultimo commento la ragazza sembrò volermi rispondere a dovere, ma dal momento che aveva già mandato avanti il suo sottoposto decise di lasciar stare e si accontentò di andarsene lanciandomi un’altra occhiata torva e a questo punto anche io presi le mie cose per poi lasciare la classe in modo da iniziare a dirigermi verso casa.
“Per fortuna che aveva degli impegni: oggi sembrava intenzionata a tirarla per le lunghe… Beh, domami è Domenica quindi potrò rilassarmi un po’.”
Infatti quell’oggi si concludeva per l’appunto la mia terza settimana di scuola da quando mi ero trasferito dalla mia precedente scuola, che per la cronaca era situata in Germania…
Si, non solo avevo cambiato scuola, ma persino continente dal momento che fino a solo un mese prima ero sempre vissuto in Europa, un cambio decisamente drastico a dirla tutta, il quale però alla fin fine non mi era risultato troppo pesante dal momento che perlomeno ero in grado di parlare decentemente il giapponese, si…
“Ormai mi sono inserito decentemente, forse è ora che inizi a fare qualcosa…”
Continuando a rimuginare sul come ormai fosse passato tempo a sufficienza da quanto ero giunto in città e avevo iniziato a frequentare la scuola affinché si potesse dire che mi ero stabilito a dovere li, finì con l’oltrepassare il cancello della scuola e imboccare la strada che portava a casa mia, ovvero qualcosa che ormai facevo quasi tutti i giorni, solo che quell’oggi accadde qualcosa d’insolito: quando passai davanti a un parchetto che si trovava sulla via del ritorno una ragazza che ad occhio avrà avuto all’incirca la mia età mi si pose davanti per poi iniziare a giocherellare con le proprie dita, chiaramente imbarazzata.
<< Ehm, posso fare qualcosa per te? >>
<< Ecco… Come dire… O cielo, che imbarazzo… >>
Per qualche motivo quella ragazza sembrava essere decisamente in imbarazzo, cosa sottolineata dal rossore delle sue guancie, cosa che mi incuriosì e mi portò a dirigere la mia attenzione su di lei…
E proprio quando compresi qualcosa sul suo conto finalmente lei riuscì a dirmi ciò che voleva, cogliendomi abbastanza di sorpresa a dirla tutta dal momento che non era di certo qualcosa che mi sarei aspettato in quel momento.
<< Ti prego… Esci con me! >>
Una ragazza che vedevo per la prima volta in vita mia mi stava chiedendo di uscire con lei!
Beh, di certo era carina e i suoi lunghi capelli neri leggermente smossi dal vento non facevano che sottolineare ciò, ma comunque ciò era decisamente qualcosa d’insolito: normalmente ci si farebbe qualche domanda in una situazione simile, no?
<< So che può sembrarti improvviso, dal momento che non mi conosci neanche… Ma sono giorni che ti osservo Xylon-san e- >>
<< Ok, uscirò con te: domani alle dieci potrebbe andare? >>
<< Eh? Ah, si certo! Va benissimo! >>
 Si, la situazione era un po’ strana, forse quasi sospetta, ma in fin dei conti quale ragazzo rifiuterebbe di uscire con una bella ragazza?
Diamine, quest’ultimo pensiero mi fece formare sul volto un sorrisetto involontario, il quale apparentemente fu interpretato dalla ragazza come una mia reazione di felicità per i recenti avvenimenti.
<< A ancora una cosa: a quanto pare tu conosci il mio nome, ma io non so il tuo… Come ti chiami? >>
<< Yumma… Amano Yumma! >>
Si, decisamente un bel nome, non c’è che dire…
Dopo questa breve presentazione e aver stabilito d’incontrarci davanti alla stazione, salutai la ragazza che se ne andò via al settimo cielo, per poi riprendere a dirigermi verso casa: a quanto pareva non avrei avuto la Domenica tranquilla che avevo inizialmente programmato.
Quando ormai fu qualche minuto da quando mi ero separato da Yumma, infilai una mano in una tasca e ne tirai fuori un oggetto decisamente strano da portarsi appresso: infatti si trattava dell’estremità spezzata della punta di una freccia, la quale tra l’altro era completamente nera.
“Vedo che fa ancora il suo dovere… Devo ricordarmi di ringraziare Rob.”
Continuando a giocherellare con quell’oggetto, che per me era un portafortuna proprio come allo stesso tempo non lo era, infine giunsi davanti alla mia attuale abitazione, o per meglio dire a ciò di cui essa faceva parte: infatti al momento abitavo in un appartamento situato al secondo piano di un condominio a quattro piani.
Essendo ormai arrivato, rimisi la punta di freccia nella mia tasca e senza perdere tempo entrai nell’edificio per poi percorrere il corridoio al piano terra e salire le scale, giungendo infine davanti alla porta di legno del mio appartamento e dopo averci inserito la chiave la feci girare ed entrai chiudendomi la porta dietro.
“Casa dolce casa, eh? Beh, per lo meno al momento…”
L’appartamento consisteva giusto nel minimo indispensabile come stanze: ovvero un bagno, una cucina e una stanza da letto.
Tuttavia di positivo vi era che di per se le stanze erano discretamente spaziose, fatta eccezione per il bagno che era leggermente piccolo per i miei gusti e l’edificio di per se era ancora abbastanza nuovo, quindi se dovevo dire la mia non era male come posto in cui vivere.
“Pulita come al solito, eh? Seriamente, la zia fa anche troppo…”
Ringraziando mentalmente la donna che sapevo doveva essere passato come suo solito a pulire l’appartamento mentre ero a scuola, mi diressi verso la camera da letto in modo  da potermi cambiare in qualcosa di più comodo in modo da mettermi poi a mangiare, dal momento che quell’oggi volevo mettermi a letto presto in modo da essere in forma l’indomani per l’appuntamento con Yumma.
Entrato nella stanza gettai la cartella scolastica ai piedi del letto per poi iniziare per l’appunto a cambiarmi mentre mi guardavo attorno: per quanto ormai vivessi li da un mese, sinceramente l’unica cosa li presente a parte i mobili che vi erano già dall’inizio, i miei vestiti e i libri sia di scuola che personali, era un poster che ritraeva una rigogliosa foresta, cosa dovuta al fatto che sinceramente non sentivo ancora un qualche particolare attaccamento a quel posto.
“Non c’è che dire: a casa niente è meglio di una tuta per andare in giro.”
Cambiatomi in una felpa grigia con delle strisce verde scuro in lunghezza si sulle braccia che sulle gambe feci per uscire, quando la mia figura riflessa nello specchio attirò la mia attenzione: ero un ragazzo che si avvicinava al metro e ottanta, con degli occhi color verde scuro e i capelli neri lunghi fino a toccare le spalle… Ma di certo ciò che saltava di più all’occhio era la frangia che tenevo pettinata verso destra, la quale al contrario del resto dei miei capelli era di un verde scuro simile ai miei occhi.
“Tutt’ora a scuola c’è chi crede che me li tinga… Ma tutto sommato non è un fastidio.”
A dirla tutta dubitavo seriamente che ci fosse qualcosa che mi potesse far considerare quella mia frangia un fastidio, ma al momento non avevo voglia di soffermarmi a pensarci su, per cui mi tolsi da davanti allo specchio e mi diressi in cucina, dove trovai sui fornelli una pentola dalla quale usciva ancora qualche sbuffo di vapore.
“Sembra ancora calda… Eppure le ho detto che posso perlomeno cucinare da solo.”
Sospirando al pensiero di come quella donna non volesse proprio darmi ascolto su quelle cose mi avvicinai alla pentola e ne sollevai il coperchio, ritrovandomi subito a ringraziare nuovamente quella donna: la suddetta pentola era piena di stufato di carne!
A quanto pareva quell’oggi aveva dedicato particolare attenzione alla cena, cosa che per quanto mi rendesse grato mi faceva nuovamente pensare al come sinceramente esagerasse un po’ nel prendersi cura di me nonostante non fossi più un lattante.
Comunque, messi da parte nella mia testa quei pensieri, non persi tempo e subito misi lo stufato in un piatto per poi sedermi al tavolo e portarmi alla bocca il primo pezzo: come al solito era squisito. Anche se dopo molte insistenze ero riuscito a convincerla ad insegnarmi a cucinare, sinceramente ciò che facevo io non si avvicinava minimamente ai piatti che faceva lei e a voler essere sinceri neanche a quelli di un’altra persona, i quali ormai non avevano più nulla da invidiare neanche a quelli della zia.
“A ben pensarci sarebbe interessante informarla dell’appuntamento: mi immagino già la sua reazione, ehehe…”
Godendomi quel divertente pensiero finì di mangiare il primo piatto e me ne presi persino un secondo, il quale una volta terminato mi saziò definitivamente, così mi misi a spreparare e una volta terminato ciò mi diressi in camera dove una volta accesa la lampada sulla scrivania mi ci sedetti per iniziare a leggere dei fogli,  i quali a dirla tutta li avevo già letti il giorno prima ma volevo ricontrollare dal momento che mi avrebbe causato qualche problema non tenere tutto ciò che vi era scritto a mente, senza poi contare che a breve avrei potuto controllare alcune delle cose che vi erano su riportate.
“Lo avevo già pensato ieri, ma non c’è che dire: la questione è un po’ più incasinata di quello che pensavo… Devo riflettere bene sul come agire.”
Tra la lettura e pensieri vari prima che me ne rendessi conto fu già sera, il che significava che senza volerlo avevo passato diverse ore a rimuginare su quella questione e dal momento che l’indomani volevo essere al meglio delle mie condizioni decisi che per quell’oggi poteva bastare così e una volta toltomi la maglia che indossavo e restato a dorso nudo con addosso solo i pantaloni della tuta mi misi a letto, per poi addormentarmi poco dopo…
“Domani si prospetta una giornata divertente…”
 
*
 
Guardai l’ora: erano le dieci meno venti, il che significava che erano passati dieci minuti da quando ero giunto li e che per il momento le mie preoccupazioni sembravano essere infondate.
Per essere chiari, non che fossi particolarmente nervoso per quell’appuntamento, ma dal come Yumma si era comportata il giorno prima sembrava essere il tipo di ragazza che sarebbe arrivata con un certo anticipo, il che quindi in base alla buona educazione che la zia mi aveva insegnato significava che avrei dovuto recarmi al luogo dell’incontro con ancora più anticipo di quello che si farebbe normalmente in una simile occasione.
“Forse ho sbagliato un po’ con il mio giudizio su di lei…? O forse non poi così tanto.”
Quando mi trovavo li da un quarto d’ora alla fine la mia accortezza sembrò rivelarsi utile: infatti da lontano vidi arrivare Yumma in tutta fretta, la quale sembrava essersi un po’ innervosita quando aveva visto che io era già qui ad attenderla, cosa che potei confermare quando infine mi raggiunse.
<< Scusa, avevo pensato di arrivare un po’ prima… Ma a quanto pare sono comunque in ritardo. >>
<< No, sta tranquilla: sono appena arrivato. Allora, vogliamo iniziare questo appuntamento? >>
Dicendo ciò le porsi la mia mano e dopo un attimo d’esitazione l’afferrò leggermente imbarazzata: finalmente potevamo dare inizio all’appuntamento. A dirla tutta non avevo un piano ben preciso, ma a quanto pareva anche il solo limitarsi all’andare in giro per i negozi che gli piacevano sembrò essere abbastanza per Yumma, per cui alla fin fine sembrava che stese andando tutto bene.
Quando giunse l’ora di pranzo ci fermammo in un ristorante a gestione familiare dove lei prese un dolce mentre io mi limitai a bere un frullato di frutta, dal momento che quella mattina avevo già fatto una colazione abbastanza abbondante dopo aver fatto jogging: seriamente, delle volte a colazione ho l’impressione che la zia abbia intenzione di farmi letteralmente scoppiare.
Dopo ciò girammo ancora qualche ora per l’immenso centro commerciale della città e alla fine quando fu giunta la sera ci incamminammo per la via del ritorno insieme, dal momento che a detta di Yumma la strada da percorrere era la stessa fino al parco dove ci eravamo incontrati il giorno prima.
“Devo dire che è stato gradevole… Per quanto debba ammettere di non averne molti a cui paragonarlo.”
Tralasciando il fatto che fino ad ora non avevo avuto molti altri appuntamenti, quando ormai era già calata la sera finalmente io e Yumma giungemmo al suddetto parco, dove lei si allontanò dal mio fianco per mettersi davanti alla fontana mentre mi dava le spalle per poi iniziare a rivolgermi la parola.
<< È stato divertente oggi . >>
<< Si, è stata davvero una bella giornata… >>
A quanto pareva ero riuscito a farle passare una bella giornata, non potevo chiedere di meglio, no?
Poco dopo avermi detto ciò Yumma si voltò con un grazioso sorriso in volto e mi si avvicinò di qualche passo, per poi riprendere a parlare con un tono un po’ più serio di quanto fosse prima.
<< Sai, c’è qualcosa che vorrei fare per festeggiare il nostro primo appuntamento…>>
<< Davvero? E che cosa sarebbe? >>
Normalmente in una situazione del genere si arriverebbe al primo bacio no?
Questo è ciò che ci si aspetterebbe alla fine di un qualsiasi primo appuntamento, almeno che esso non ci sia già stato prima o durante esso, per cui di per se pensare una cosa simile non è di certo inusuale, giusto?
Sinceramente non riuscivo a trattenere un sorriso…
<< Vuoi morire per m-guh?! >>
Yumma interruppe ciò che stava dicendo per fare un verso sgraziato, ma sinceramente non la potevo biasimare: in fin dei conti era appena stata trafitta da degli spuntoni di roccia generatisi improvvisamente dal suolo, per cui era comprensibile che la sorpresa e il dolore le avessero causato un simile verso, tanto più che aveva persino iniziato a vomitare del sangue.
<< Gaah! C-coa? Guh! Che sta succend-Bleargh! >>
Di nuovo non riuscì ad evitare di vomitare un po’ di sangue e poco dopo gli spuntoni si sgretolarono, facendo così fuoriuscire ancora più sangue dalle ferite, che per quanto profonde comunque non erano particolarmente larghe dal momento che gli spuntoni che l’avevano infilzata erano abbastanza sottili…
Ma a questo punto sinceramente non fui più in grado di trattenermi.
<< Kh… Ah… Ahahahahaha! Dovresti vedere l’espressione che hai in volto! Ahahaha! >>
Vedendo come all’improvviso fossi scoppiato a ridere così forte da finire quasi con il piegarmi in due e mi stringevo lo stomaco con le mani, Yumma sembrò divenire ancor più spaesata di quanto non fosse prima e se per qualche attimo ciò mi fece divertire ancor di più dopo un po’ iniziò a darmi leggermente fastidio, dal momento che sembrava essere più lenta di comprendonio di quanto mi aspettassi.
<< … Ancora non ci arrivi? >>
<< Guh! Arrivare a cosa…! Questa è opera tua?! >>
<< Pin-pon! Abbiamo una vincitrice! >>
Mentre dicevo questo attorno a me si alzarono delle folate di vento, le quali subito dopo si scagliarono contro Yumma colpendola e facendole fare un volo di circa cinque metri fino a farla finire nella fontana, dove il suo sangue iniziò a colorare di rosso l’acqua che vi scorreva: era dal giorno prima che attendevo quel momento.
<< Non c’è che dire, tra tutti quelli della tua specie che ho incontrato sei decisamente una delle più sciocche. >>
<< Ugh! Che cosa… Sei?! >>
<< Uhm, si, decisamente una delle più sciocche e lente di comprendonio. >>
A quanto pareva il dolore e la sorpresa stavano debilitando le sue già scarse capacità mentali, per cui decisi di darle una mano: improvvisamente dietro di me, partendo dalla mia schiena si aprirono due ali nere da pipistrello, alla cui vista Yumma sgranò gli occhi, i quali subito dopo si riempirono di un profondo odio.
<< Ci sei arrivata adesso? Sei stata presa in giro tutto il tempo da un demone, cara la mia angela caduta. >>
<< Tu! Ugh, un dannato… Demone! Come hai osato! >>
Mentre diceva ciò e si rialzava anche sulla sua schiena comparvero delle ali nere, ma nel suo caso le sue erano le ali piumate di un angelo caduto, un’altra stirpe mitologica che non solo era diversa da quella a cui appartenevo io ma vi era anche in lotta.
Una volta riacquistato l’equilibrio, restando nella fontana Yumma alzò una mano verso il cielo e improvvisamente in essa apparve una lancia fatta di pura luce, la quale se mi avesse colpito per via del potere sacro non mi avrebbe di certo fatto pochi danni… Per cui dovevo solamente impedirgli di farlo: proprio quando lei fu sul punto di scagliarla io utilizzai un po’ del mio potere demoniaco per manipolare l’acqua della fontana e così un piccolo proiettile d’acqua concentrata trapassò il polpaccio di Yumma facendole cedere la gamba e scagliare la lancia di luce lontano da me.
<< Allora? Cosa si prova a scoprire di essere la preda e non il cacciatore? Piuttosto frustrante non è vero? >>
Mentre io dicevo ciò con un sorrisetto sadico in volto, Yumma stava nuovamente cercando di rimettersi in piedi, per quanto questa volta stesse utilizzando la fontana stessa per sorreggersi dal momento che il mio ultimo colpo le aveva discretamente debilitato la gamba, il che sinceramente era davvero un bello spettacolo da guardare.
<< Seriamente, non ti è manco passato per la testa che potesse essere strano il come avessi accettato senza un attimo d’esitazione? Certo sei una bella ragazza, anche se forse questo termine non ti si addice più molto, ma non pensi di sopravvalutarti un po’? >>
<< Dannato! Guh… Come? Come hai capito chi ero? E poi cosa sei? Un mezzo sangue?! >>
<< Per la prima domanda: anche se la nascondevi discretamente bene mi sono limitato a percepire la tua aura, scema. Mentre per seconda la questione è più interessante… >>
Mentre finivo di dire ciò con una mano andai a prendere un oggetto da una mia tasca e lo mostrai a Yumma, la quale dopo un attimo di confusione si rese conto del lieve potere che veniva emanato da esso e sembrò iniziare a comprendere come stavano le cose, il che mi fece pensare che forse non era poi tanto stupida.
<< Come penso tu abbia capito, questo è un pezzo di un oggetto creato con il potere di una Sacred Gear: è grazie ad esso se tu mi sei letteralmente cascata tra le braccia come una falena attratta dalla luce. >>
<< Quindi tu-Guh! Sapevi di me?! >>
<< Non esattamente: so che la vostra razza tende a venire a contatto con i possessori di Sacred Gear e che in questa città ultimamente siete più attivi del solito… Ma francamente non mi aspettavo che uno di voi mi avrebbe avvicinato dopo solo un mese. >>
Dopo essere scivolata un paio di volte a causa del fondo viscido della fontana e delle sue gambe indebolite sia dalle ferite che dalla perdita di forze che esse le stavano causando, finalmente fu di nuovo in piedi e anche se era ancora chiaramente irritata dal momento che comprendeva di essere stata presa in giro per tutto questo tempo da quello che avrebbe dovuto essere il suo bersaglio, sembrava che finalmente stesse iniziando a comprendere la sua situazione e nei suoi occhi si poteva scorgere un accenno di paura.
<< Adesso che pensi di fare? Uccidermi? Non pensare che ti sarà così facile! >>
<< A dire la verità fino ad ora è stata una passeggiata e tu sei più morta che viva… >>
Sinceramente arrivati a questo punto avrei posto fine alla cosa, dal momento che anche se mi ero goduto il momento in cui si era resa conto di come stavano le cose e le sue reazioni io non era tanto bastardo da godere nell’uccidere qualcuno lentamente solamente per sentirne le urla e le implorazioni, anche perché se lo avessi fatto la zia non me lo avrebbe perdonato tanto facilmente…
Ma in questa faccenda vi era qualcosa che non mi tornava: perché aveva in programma di uccidermi sin da subito? A voler essere sincero mentre la trafiggevo con gli spuntoni di pietra ero rimasto sorpreso nel sentire ciò che diceva e questo non solo per quanto fosse ridicolo il modo in cui lo aveva detto, ma anche perché di norma quelli della sua razza non eliminano così su due piedi delle potenziali reclute.
“Normalmente iniziano con l’avvicinarsi all’obbiettivo per controllare se il Sacred Gear in questione è potente o no, poi nel caso non lo sia o li lasciano stare o se si tratta di tipi come questa li uccidono per il gusto di farlo… Mentre se sono potenti allora vedono se sono disposti a divenire loro sottoposti e se non lo sono se ne sbarazzano.”
A dirla tutta quest’ultima parte era sensata, dal momento che ciò significava eliminare una potenziale minaccia futura, ma Yumma aveva agito prima ancora di arrivare anche solo a capire che potere avessi: sinceramente è come se l’avvicinarsi a me fosse stato solo un passatempo e non fosse interessata a qualsivoglia Sacred Gear pensasse potessi avere…
<< Che succede? Improvvisamente ti è passata la voglia di par-Guh! >>
<< Fossi in te non parlerei in questo modo quando sei in quello stato…? Un momento, possibile… >>
Premettendo che Yumma non fosse proprio una caso disperato, anche se di certo poco ci mancava, la spiegazione più logica dietro al come a quanto pareva avesse intenzione di eliminarmi subito al primo appuntamento, cosa che io invece avevo in programma nei suoi confronti per togliermi dai piedi un potenziale fastidio, era che in quella città ci fosse in atto qualcosa sufficiente a farle letteralmente snobbare un Sacred Gear potenzialmente utile…
Ma se così era, sinceramente li su due piedi non riuscivo ad immaginare di che cosa si potesse mai trattare e ciò non mi permetteva di starmene tranquillo.
“Le cose potrebbero essere più complicate di quanto mi aspettassi…?!”
Proprio mentre rimuginavo sulla situazione e sul se eliminare effettivamente quella ragazza senza prima averle tirato fuori qualche informazione, dai margini del parco percepì due presenza ostili e feci giusto in tempo a voltarmi per vedere due lance di luce dirigersi verso di me: sembrava che avessi tirato la cosa troppo per le lunghe.
<< Reynalle-sama! >>
Per evitare di venir colpito da quelle fastidiose lance di luce feci un balzo all’indietro allontanandomi di qualche metro dal punto in cui mi trovavo prima e dove le suddette lance andarono a schiantarsi danneggiando il suolo.
Una volta accertatomi di aver schivato quell’attacco tornai a dirigere la mia attenzione vero Yumma, o forse dovrei dire Reynalle visto che una dei due angeli caduti appena arrivati l’aveva chiamata così: infatti adesso oltre alla ragazza con cui ero andato all’appuntamento vi erano una gothic lolita e un vecchio con indosso un cappotto, i quali mi stavano guardando con tanto odio da pensare che volessero provare ad aprirmi un buco nella testa con il solo sguardo.
<< Questa è davvero una piega inaspettata e sgradevole… >>
<< Reynalle-sama, queste ferite… Tu! Dannato demone! >>
<< Che rottura: non sapete dire altro che “dannato demone”? Voi donne angelo caduto non sembrate proprio avere inventiva. >>
Sinceramente non avevo idea del se quei due fossero stati contatti da Reynalle in un mio momento di distrazione o se fossero venuti a conoscenza della situazione per via del come le cose stessero andando per le lunghe, ma la loro presenza sommata a ciò che era accaduto quell’oggi con quella donna confermava le informazioni in mio possesso: in quella città vi erano persino troppi angeli caduti.
“Non è normale che gli angeli caduti siano così attivi in un territorio prevalentemente controllato dai demoni, senza contare che per scartare così un potenziale incremento del loro reparto bellico non si deve trattare di qualcosa di poco significante…! Un momento, forse può tornarmi utile…”
Mentre rimuginavo sulla situazione mi resi conto che i due nuovi arrivati sembravano sul punto di scagliare nuovamente un attacco contro di me, cosa che sinceramente non mi garbava: approfittando del come fossero leggermente rallentati nell’agire dal momento che stavano sorreggendo Reynalle generai due grosse sfere di fuoco nelle mie mani e senza perdere tempo le scagliai verso di loro, mirando però affinché impattassero con il suolo a circa un metro da loro.
<< Dannazione! Schifoso demone! >>
Pensando che il colpo fosse diretto a loro i due eressero una barriera i luce per proteggersi, la quale comunque gli tornò utile per non venir minimamente coinvolti dalla deflagrazione dei due ammassi di fuoco quando essi impattarono sul suolo, per quanto comunque essi servirono al loro scopo: approfittando del come loro si fossero concentrati sulla difesa io non persi tempo e mi diedi alla fuga, iniziando a correre velocemente via da quel parco.
“Affrontarne tre sarebbe una rogna, senza contare che con tutto sto casino avremmo attirato l’attenzione del demone che gestisce questo territorio e doverlo fronteggiare è una delle ultime cose che voglio… Senza E poi quei tre potrebbero ancora tornarmi utili.”
Dopo aver corso per un bel po’ fui certo di non essere più inseguito e così inizia a rallentare gradualmente il passo fino a che non mi ritrovai a passeggiare tranquillamente dirigendomi verso il mio appartamento, mentre allo stesso tempo riflettevo sui recenti avvenimenti: una donna angelo caduto mi si era avvicinata per cercare d’uccidermi, cercando per di più di rendere la cosa più divertente pensando di potermi prendere in giro fingendosi un’innocente ragazza presasi una cotta per me e oltre a ciò avevo confermato che la sua specie era stranamente attiva in città…
Francamente non avevo idea di cosa stesse bollendo nella loro pentola, ma dal momento che ciò non sembrava essere qualcosa di trascurabile forse avrei potuto far si che tornasse un po’ a mio favore, dal momento che per tutto quel mese avevo atteso un’occasione adatta per potermi mettere in azione senza rischiare d’attirare troppo l’attenzione del demone che gestiva quella città.
“Un qualche complotto da parte di alcuni angeli caduti? Sinceramente non penso di poter chiedere di meglio… Con questo anche se mi dovessi avvicinare a lei penso che per il momento non risulterebbe essere troppo sospettosa.”
Così, discretamente soddisfatto da quella giornata continuai a dirigermi verso casa per farmi una bella dormita, mentre i miei pensieri futuri mi facevano sfuggire un sorriso al pensiero di come le cose si sarebbero fatte movimentate…
 
Note:
*Seito-Kaichou: Presidente del Consiglio Studentesco
 
Bene, eccomi finalmente qua con il primo vero capitolo di questa fan fiction.
Ecco che si inizia a fare la conoscenza di quello che è il protagonista della mia storia, ovvero Xylon Zimmer. Come si vede è un tipo più disinteressato piuttosto che svogliato, ma per quanto riguarda il suo disinteresse verso la scuola vi è un particolare motivo oltre solo alle lezioni noiose, ma questo lo spiegherò più avanti… E come ci si potrebbe aspettare questo non va a genio a Sona XD
Qui premetto che il fatto che si trovi nella sua stessa classe non significa che qui Sona sostituirà Rias nel racconto, ma solo che vista la personalità di Xylon pensavo che farlo stare nella stesa classe della Seito-Kaichou potesse rivelarsi interessante.
Passiamo adesso invece alla parte più movimenta di questo capitolo: l’appuntamento con Yumma/Reynalle e la scena al parco. Come si vede Xylon non è un mezzosangue e infatti non possiede una Sacred Gear, tuttavia ha con se un oggetto creato con una di esse e ciò da anche diversi indizi sul conto di questo Rob…
Ma torniamo all’appuntamento: al contrario dell’opera originale dove è Reynalle a raggirare il protagonista qua è quest’ultimo a prendersi gioco di quella fastidiosa tipa, essendosi reso conto della sua identità e decidendo di batterla al suo steso gioco. Qui si può vedere anche come Xylon verso i suoi nemici abbia si un atteggiamento sadico e beffardo, ma non al punto tale da divertirsi uccidendoli lentamente o cose simili, anche per via dell’educazione ricevuta da questa fantomatica zia, la cui identità la lascio alla vostra immaginazione XD
Come si può vedere inoltre il ragazzo se la cava anche discretamente nell’utilizzo degli elementi naturali: infatti usa la roccia, il vento, l’acqua e il fuoco senza problemi. Ammetto che sinceramente avevo sui dubbi sul fargli avere la meglio così facilmente su Reynalle, ma dopo aver ripensato all’opera originale mi sono ricordato che di per se lei non è di certo questo chissà che cosa nel combattere, per quanto per via della debolezza di Issei si possa essere tratti un po’ in inganno a mio parere, per cui alla fine ho deciso di fare la scena come l’ho fatta.
Per concludere il nostro Xylon inizia a rimuginare su un qualche suo piano in quella città per il quale la presenza di Reynalle e degli angeli caduto ai suoi ordini può tornargli utile, motivo per il quale non l’ha eliminata quando poteva… Bene, per il momento mi fermo qua dato che non voglio rischiare di rivelare avvenimenti futuri e rovinarvi la sorpresa: spero di sentirvi nelle recensioni ^^
   
 
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