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Autore: Porpora_    20/08/2016    2 recensioni
Gender Bender/Triangolo
Tratto dal testo:
[..."Non so se il dare voce ai suoi pensieri ad alta voce abbia rafforzato la credibilità alle sue incertezze, ma il suo volto non ci mise molto a passare da nervoso e confuso ad incazzato nero"...]
Genere: Demenziale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen | Coppie: Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: Gender Bender, Incompiuta, Triangolo | Contesto: Contesto generale
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Epinephrine


Avevo le gambe aggrovigliare al lenzuolo di quel vecchio letto matrimoniale, distesa da un lato completamente nuda.
Mi godevo l’ambiente di pace divertendomi a rigirare tra le dita una ciocca nera dei miei lunghi capelli mentre lo guardavo compiaciuta.
-Come sta venendo?-
-Direi...- fissò per qualche secondo il foglio di carta su cui stava lavorando.
-Piuttosto bene.-
Distolsi lo sguardo dandogli le spalle e mi affrettai a cacciare una sigaretta dal pacchetto da dieci che si trovava sul suo comodino. Me la misi tra le labbra e iniziai a cercare l’accendino.
-Non dovresti muoverti quando ti sto facendo un ritratto, ho bisogno che il tuo bel faccino insieme a tutto il resto del tuo corpo siano nella mia area visiva.-
Mi voltai per un attimo lanciandogli un’occhiata di disappunto, per poi tornare alla ricerca di quell'aggeggio.
-Anche se ti ho visto talmente tante volte senza vestiti che non ne ho praticamente bisogno. Ho memorizzato anche il più minimo dei dettagli.-
-Tipo?- gli dissi dopo aver finalmente trovato una delle cause di quella discussione sotto il letto.
-Tipo quel minuscolo neo sul mignolo della mano sinistra.-
Verificai per dare giudizio a quelle parole e ne rimasi colpita.
–Non lo avevo notato neanche io.-
-Questo perché non ti ami di più di quanto faccia il sottoscritto.-
-Bhe se la metti così…- accesi la sigaretta e aggraziatamente mi alzai per dirigermi verso di lui.
Dimezzate le distanze portai la sigaretta alla bocca, tirai e cacciai il fumo sul suo viso pallido mentre socchiudeva gli occhi leggermente stizzito.
-Meriti una ricompensa.-
Sorrise malizioso facendosi sempre più vicino, ma quando mi baciò uno strano malessere mi pervase.
Rimorso.
Spensi la sigaretta sul comodino di fianco a noi, dove stava disegnando poco prima.
Troncai il contatto e lo stuzzicai invitandolo ad avvicinarsi con l’indice. Indietreggiando arrivai fino al comodo materasso e mi sedetti lì ad aspettarlo, con un ghigno dipinto sul volto, mi seguì a ruota e in un niente me lo ritrovai addosso. Una scarica attraversò la mia schiena espandendosi per tutto il corpo facendomi rabbrividire.
Adrenalina.
Quanto mi piaceva quella sensazione.
Fare a botte, essere infedele e andare contro la legge.
Solo per lei.
Ne sono dipendente.
In quel preciso momento sentii girare le chiavi nel portone di casa e non appena la porta si spalancò la paura di sapere chi fosse mi uccise per un istante.
-Donna sono a casa!-
A quella frase ci guardammo entrambi preoccupati cercando comunque di non farci prendere dal panico.
-Mi hanno fatto uscire prima del solito da lavoro e ho pensato che…-
Gwenael con rapidità si staccò da me e fiondatosi sul pavimento si trascinò sotto il letto, io arrotolai il disegno presi pantaloni e scarpe e misi tutto nell’armadio, all’appello mancava soltanto la –Di chi è questa maglietta?-
Fine dei giochi.
-Ecco dov’era! È da oggi che la sto cercando.-
-Dov’è.-
-Di che parli?-
-Donna piantala! Sei completamente nuda, il letto è un casino e in più ho trovato questa maglia. Pensi che io sia un imbecille?-
-DIMMI DOV’È!-
Non so se il dare voce ai suoi pensieri ad alta voce abbia rafforzato la credibilità alle sue incertezze, ma il suo volto non ci mise molto a passare da nervoso e confuso ad incazzato nero.
-Volevo farti una sorpresa Carter, mio Dio! Salti sempre a conclusioni affrettate.-
Lo abbracciai accarezzandogli delicatamente il viso e lo guardai negli occhi.
Disprezzo.
Mi strattonò via andando ad aprire l’armadio con una tale rabbia che le ante quasi volarono via.
-Stivali borchiati, pantaloni e un ritratto?! Ti prego, non dirmi che…- si inginocchiò a terra alzando quel poco che la coperta andava a coprire e…
-Gwenael! Amico questa… questa non dovevi proprio farmela.-
Si rimise in piedi e spostò il letto abbastanza da scoprire tutta la testa, visto che non si volle dare il disturbo di farlo uscire da solo lo tirò fuori strattonandolo dai capelli.
-Porca troia Carter molla la presa! Possiamo parlarne! Non c’è bisogno di reagire così.-
Lo lasciò aspettando che si mettesse in piedi per continuare.
-Vuoi parlare di come mi hai preso in giro e raggirato per tutto questo tempo per una trombatina con la mia ragazza?-
-Oh fidati, non era mica la prima volta e chiamarla trombatina mi sembra riduttivo.-
Il primo dei tanti cazzotti andò a colpire in pieno il suo volto non tanto per la provocazione in se, visto che Carter sembrava già intenzionato a risolvere la questione con e mani.
Si scaraventarono da una parte all’altra per tutta la stanza facendo cascare qualunque oggetto andasse ad interferire con la loro lite.
Mi dispiaceva veder litigare due buoni amici come loro anche se non lo davo a vedere. Era una di quelle cose che per me caratterizzavano una debole.
E in ogni caso il punto era un altro, sono un’avvenente e desiderabile ragazza con le proprie grazie in bella vista e nessuno dei due mi degna di un solo sguardo?
-Ehi ragazzi… riuscite a sentirmi? Sono io che vi parlo, l’artefice di questo casino, colei per cui state facendo a botte avete presente?-
Nessuna risposta, solo loro due che urtando contro il comodino lasciarono cadere l’ennesimo oggetto a terra, in questo caso una lampada.
-Almeno andate a litigare da un’altra parte! State distruggendo la casa!-
-Sta zitta Donna!- disse buttando a terra il ragazzo ancora in boxer.
-Non hai rispetto neanche per la tua ragazza, non ti vergogni!?- urlò alzandosi, per poi accanirsi contro l’altro che andò a sbattere contro un lato dell’armadio.
-Andatevene tutti e due a quel paese.-
Misi su slip e maglietta buttati a terra e mentre mi dirigevo verso la cucina mi domandai dov’era finito il mio buonsenso di rimediare a quello che avevo fatto.
E la risposta fu subito immediata.
Io non ho buonsenso!



Porpora_: Sono pessima, lo so. Ho preso la decisione di cancellare definitivamente la storia, l’unica cosa ho voluto mantenere sono il disegno e questo spezzone.
Se proprio voglio fare una storia del genere preferisco svilupparla diversamente e magari sulle originali, ma qui intaserei soltanto a mio avviso.

   
 
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