"Insane"

«Non andare...»
«Perché non dovrei?»
Quel giorno piombò il silenzio. Non bastavano più le dita tremanti che si stringevano alle sue, non bastavano più quei brividi d'amore, quel dialogare fino a tarda notte. Non bastava più nulla. Un sospiro riusciva a cambiare una frase, un fremito anche, il silenzio lo distruggeva. Tutto in quella stanza fece capire ad Ailee che non era più una semplice crisi, era un addio. Non doveva andare così, non lo voleva. «Ti prego...» sussurrò un'ultima volta, in modo lento, tremolante. Lui continuava a scuotere il capo, e si allontanò, lasciando la mano della donna. Affranta, scosse il capo, raggiungendolo, abbracciandolo, portando l'uomo ad un mantenersi al muro costretto da quella presa che gli fece quasi perdere l'equilibrio. «Ailee...» «Taemin.» sussurrò in modo ovattato, ma deciso, tenendo la sua bocca contro la sua schiena, mentre stringeva quel corpo, prendendo un respiro profondo di quella maglia bagnata dalle sue lacrime «Tu mi hai reso pazza...» sussurrò, piano, stringendo le mani al ventre di lui, che abbassò il capo, lasciando scivolare i capelli neri sul suo viso «Se vai via...» «continuerai la tua vita.» «Senza una parte di me. Mordendo ogni giorno all'idea che tu non sei vicino a me.» continuò quella frase, girandolo, spostandolo dolcemente con le spalle al muro, accarezzandogli le braccia, in modo lento, graffiando quella maglia. Taemin girò il capo, senza guardarla, ma lei lo capì: era tardi, ma poteva sempre tentare. Si sporse in modo dolce, sfiorando il suo mento con due dita, sporgendosi sulle punte, combaciando le labbra del ragazzo con le sue. La convinzione di aver vissuto quella cosa un milione di volte, la convinzione di aver sentito molte volte quella sensazione di abbandono e di ritrovo la costringeva ad essere costantemente sotto accusa di un giudice creato da se stessa, pronta a condannarla a morte. Si trovò a graffiare il muro, scivolando giù, posando le ginocchia a terra. La mano raggiunse in fretta la bocca, tappando singhiozzi nervosi e ossessivi, creando una scena patetica ma, allo stesso tempo raccapricciante. Quell'amore aveva reso il suo essere l'incarnazione della follia. Niente di ciò che c'era, era reale... ma fino a che lei vedeva con il cuore, anche un piccolo fiore poteva assumere il profumo di quella pelle che aveva perso, tanto tempo prima. Come un Dejavù la sua mente veniva tormentata dal fantasma dell'amore perso, un fantasma, che riusciva solo a regalarle una follia così amara, da abbandonarsi solo a se stessa...

   Ailee

Taemin