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Autore: Annoiata    28/04/2009    3 recensioni
In molti hanno scritto su Esme e Carlisle. Soprattutto in molti hanno fatto piovere su questo sito molte belle fanfiction sul loro primo incontro. Ho voluto provarci anch'io. Non pretendo di aver realzzato chissà quale impresa, solo... l'ho immaginato così. Con una Esme appena sedicenne (ed appena caduta da un albero) ed il bel dottore pronto a soccorrerla nel suo ambulatorio. Ma anche pronto ad innamorarsi di lei... NOTA: Ho voluto modificare un po' il carattere di Esme. Non preoccupatevi, è sempre dolce e materna (soprattutto con il suo fratellino) ma ho voluto aggiungerle un po' di pepe. Dopotutto Esme è sempre una ragazzina che è salita su di un albero senza pensarci due volte! Ho comunque scritto OOC, avvertitemi se i personaggi vi sembrano più OOC di quanto non dovrebbero esserlo...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen, Esme Cullen
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Ora dovrebbe andare bene... scusate ma proprio non riesco a capire come mai non si leggano i dialoghi!!!

Premetto subito che ho appena imparato ad usare l'HTML. Mi vergogno molto ad ammetterlo ma fino a questo momento non risucivo a trovare nvu nel desktop. E imbarazzante, ma è la verità. Ora finalmente posso inserire una storia! Si può dire che è la mia prima ff, le unice due storie che avevo già pubblicato ho preferito cancellarle, in quanto senza html.


Bene, non ho altro da dire, spero che vi piaccia. Ditemi voi se devo cancellarla o continuare. Ad ogni modo, l'ho scritta un po' di tempo fa, e così per la vostra felicità (?) la aggiornerò subito. Sempre se lo desiderate.

Esme Anne Platt

Ciao. Mi chiamo Esme e ho sedici anni. Vivo in una fattoria a Columbus con tutta la mia famiglia. E me la cavo per essere una ragazzina che vive con una decina di fratelli e sorelle. Voglio raccontarvi la mia Storia.

Era estate, una bellissima mattina. Una di quelle dove preferiresti stare da sola all’ombra di un albero a leggere, farti un bagno o uscire di casa a prendere fresco. E tutto questo da “sola”. Voglio dire, senza dover seguire tutto il giorno quegli scalmanati dei tuoi fratelli e quelle civettuole delle tue sorelle. Invece eccomi inchiodata qui, a fissare Albert che cerca di salire su un albero.

-Guarda che cadi stupido!- La solita Ellen. Deve sempre fare la pessimista, anche quando non c’è n’è bisogno. Perché lo sanno tutti chiaramente che Albert sale sugli alberi da quando era piccolo.

-Mai una volta che mi auguri buona fortuna.- è vero però, penso. -Sei l’unica che non si ricorda quanto io sia bravo! Salgo sugli alberi da quando ero un bambino Ellen.- vero anche questo. Oggi le sto indovinando tutte. Poi mi accorgo che in realtà conosco i miei fratelli meglio di me stessa.

-Diciamo pure da quando eri un poppante, eh Albert?- Lo sapevo che Jonathan doveva dire qualcosa del genere. E’ il tipo che ha sempre la risposta, anzi la “rispostaccia” pronta. E’ simpatico, un buffone oserei. Ma lui è fatto così, nemmeno se ne accorge. Ci sono persone che hanno un talento naturale, diversamente da me che non so fare nulla di speciale. Albert si accorge della battuta e salta giù dall’albero, atterrando con un tonfo proprio davanti alle mie tre sorelle.

Partono gridolini, seguiti dai soliti: ma che fai, ma dove hai la testa, ci potevi fare male e cose così. Tipico delle mie tre sorelle. Ellen, Anne e Rosemary. Sono sempre insieme, e appena possono parlano del giorno in cui si sposeranno. Hanno solamente questo nella testa. Mia madre ha già scelto i loro fidanzati e ha prontamente fatto loro il corredo. Sono più grandi di me di un anno e già badano alla casa. Io personalmente lascio fare a loro, ci tengono a far vedere a mia madre quanto sono brave a comportarsi da brave mogliettine. A me lasciano il compito di badare al mio fratellino Nicholas, e non mi lamento. Mi piacciono tantissimo i bambini infatti quando sarò abbastanza grande per poter andarmene da questo posto, mi trasferirò in paese e farò l’insegnante. Mio padre dice che sono nata per questo lavoro. Mi ha fatto seguire, senza dirlo a mia madre un’ istruzione più intensa di quella dei miei fratelli. Qualche volta scherza dicendo che sono l’unica capace di sopportare Nicholas. Lui ha sei anni ed è il bambino più vivace che abbia mai visto. Nessuno dei miei fratelli riesce a trattare con lui, solo io. E poi io stessa mi considero ancora una bambina.

Adesso vanno via tutti: Albert è alle calcagna di John che è sempre più lontano da lui. Anne e Ellen corrono ridendo, Rosemary cammina. Probabilmente non vuole rovinarsi il vestito nuovo. Lo guardo attentamente uno ad uno, e mi chiedo quale di loro sia più simile a me. Perdo questo pensiero subito dopo, pensando che forse nessuno mi somiglia, che i miei strani fratelli siano, come dire, unici. Attribuisco a ciascuno le sue manie: alle mie sorelle la passione per gli uomini, soprattutto Anne che ha già dei rapporti con il suo ragazzo in paese. Non è quello che ha scelto mia madre per lei, ma Anne è convinta che al momento saprà lasciarlo perdere. Dubito fortemente di questa cosa. Mio fratello John le burle, come avete già capito. Riesce a organizzare scherzi che fanno ridere persino Albert. Quest’ ultimo è infatti il più “serio” della famiglia, anche se salire sugli alberi non  rappresenta un problema, ne morale ne fisico, per lui. Poi c’è il piccolo Nik, che ha una mania per i cappelli. Lo faccio giocare sempre con quelli. Infine c’è l’ultimo e più grande dei miei fratelli...

-Stephan!- E’ Albert. Mi volto e vedo che lo scenario è cambiato. John e Albert, che prima erano sull’orlo di una lite, adesso si danno pacche sulle spalle e camminano verso mio fratello Stephan. Le mie sorelle stavolta corrono, tutte quante e si sbracciano gridando il suo nome. Che faccio? Vado anch’ io? Ma sì, in fondo non è la prima volta che Stephan torna così presto dal lavoro. Ne fa molti, uno dietro l’altro, non so se per guadagnare soldi o perché non ha ancora deciso quale scegliere. Oggi è venerdì, il giorno in cui fa il garzone. Di solito finisce sempre tardi, invece adesso che è mattina presto è venuto. Mi chiedo perché. I miei fratelli non se ne curano e corrono verso di lui a braccia aperte. Stephan è il più grande della famiglia, tutti i miei fratelli, comprese le tre comari lo rispettano e gli vogliono bene. Direi quasi che lo adorano. Io non capisco il perché di tanta devozione. E solo più grande di noi. E’ solo maledettamente più grande di me. -Esme!- grida Anne. -Esme vieni! Vieni ad abbracciare nostro fratello!- Detto questo si attacca a Stephan e mi rivolge un sorriso da ebete. Rosemary ed Ellen fanno la stessa cosa, solo che il sorriso non lo danno a me, ma a quel bellimbusto a cui stanno appiccicate.

Ellen e Rosemary vogliono molto bene a Stephan.  Dicono che è impossibile non essere attratte da lui. Io non credo molto a questa storia ma Stephan , che nel suo piccolo ha infranto i cuori di molte ragazze del paese, esercita il suo fascino con una naturalezza impressionante. E’ un ragazzo alto, dal fisico scolpito per vi del lavoro nei campi, con gli occhi verdi e i capelli bruni e corti, e una frangia che gli dà tutta l’aria di essere ancora un ragazzo spensierato. Non nego che sia bello. Ma la devozione che quelle due hanno per lui è insensata.

Sono a circa tre metri da loro, i miei fratelli che gongolano attorno a Stephan e lui che mi guarda. Perché lo fa? Devo distogliere lo sguardo. Devo farlo. Ci ho provato molte volte a non fissarlo,  ma è impossibile. Soprattutto perché  mi piace tantissimo guardare la gente, vedere tutti i particolari del loro aspetto. Lo faccio sempre con tutti, tanto che alcuni amici dei mie genitori mi considerano una sfacciata. Non abbasso mai gli occhi. Mai, tranne quando mi fissa Stephan.

-Esme- è lui. Gli sono ormai davanti e tutti i miei fratelli si sono staccati da lui. Mi fissa. Mi stanno fissando tutti. Meglio dire qualcosa. Prima che possa farlo però Stephan mi rivolge un sorriso:

-Esme! Non vieni a saulutare tuo fratello?- No che non ci vengo, vorrei rispondere. Invece mi esce un confuso “Non ne vedo il motivo” Tutti mi guardano con rimprovero. Abbasso la testa.

Allora? Come vi sembra??? Continuo oppure no? Qualcuno si prodigherà a scrivere una recensione per questo racconto? Oh, ma adesso basta con le domande, quelle dovete farlmele voi.

A presto e grazie!
Lucr3z14


  
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